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DAL MESSAGGIO DI WILSON AL CONVEGNO DI ROMA

(1 2 GENNAIO 1918 - 12 APRILE 1918)

Anche durante questo periodo l'attività di Mussolini è intens issima : egli tiene quattro discorsi (344, 363, 430, 448) e .redige moltissimi articoli Jn alcuni, seguita. ad occuparsi dei discorsi di Wilson e di Lloyd George (223, 227, 231, 236) e del caso Caillaux (che è arrestato il 14 gennaio) (240); invoca un'intesa italo-jugoslava (243) e l a costituzione di « un esercito czeco-slovacco da recfo. tarsi, mediante arruolamenti 50Jamente ed esclusivamente "volontari " fra i nostri prigionieri» (249); si interessa dell'emanazione di nuove no rme circa i sudditi nemici residenti in Italia e nelle colonie (2 52); insiste perché Orlando p arli a Milano ( 264); propone che siano premiati con cartelle del prestito nuionale i rrparti citati nel bollettino del comando supremo ( 299, 447); commemora la scomparsa del giòvinetto ebreo Roberto Sarfatti (305); celebra il sessantesimo anniversario delle cinque giornate (390); chiede al governo di corrispondere un aumento dj sussidio alle famiglie dei .richiamati residenti io Francia (307); de, plora un dispaccio della Rt uter (313); abolisce la cronaca delle sedute parlamentari (330); analizza una fr:ase pronunciata da Costantino l.azzari, segretario del partito socialista italiano, dinnanzi al tribunale militare di guerra di Roma nel corso di un processo contro lo. stesso per opera rivoluzionaria e disfattis ta (358) (il 28 febbrai o I.az2ari sarà condannato a. due anni ed undici mesi di .redu· sione); attacca Filippo Turati (378); polemizza con Gaetano Sa!vemini· (252) ed Enrico Corradini ( 415).

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Contemporaneamente scrive contro i « plebisciti » (230) e contro i disfattisti (246, 342); su un discorso di LJoyd George (225); sul quinto prestito na2ionale (258, 280, 302); sulle risposte deg li imperi centrali a.i discorsi di Wilson e Uoyd George {270, 273); sull'intesa dei popoli contro l'Austria Ungheria (267, 276, 283, 287, 332) ; sulla costituzione di un esercito garibaldino ( 290); s u un discorso pronunciato al parlamento ungherese dal presidente del consiglio Wekerle ( 239); sul convegno del consig lio supremo di g uerra interalleato tenutosi a Versailles, sotto la presidenza di Giotgio Clemenceau, dal 30 gennaio al 2 febbraio (296); su una circolare d iffusa nel 1915 dall'ufficio stampa del ministero deg1i esteri di Berlino, tendente a logorare la resistenza interna delle nuioni alleate (310); sul problema:« i giornali sono necessari?» (316, 320); sul discorso pronunciato da!l'on. Orlando H 12 febbraio (323}; sul lesto del trattato speciale - letto alla camera dei deputati dall'on. Bevione nella tornata del 13 febbraio - per il quale l'Italia, entntndo in guerra nel 1915, si è associata al patto di Londra (327, 339); sulla ripresa delle ostilità fra gli imperi centrali e la Russiil ( 3;6, }50); sullo scandalo della « società filatura cascami di seta» di Milano (commercio col nemico ~ r meno di un ufficio speciale creato a Zurigo con apparenze svizzere e sotto il nome di Gamhandt/) scoperto in seguito a rivelazioni fatte alla camera dej deputati dall'on. G. B. Pirolini (3 53, 3Y5, }66); sul trattato di pace fumato a Brest.Litovsk tra la Russia e gli imperi centrali il 3 mano 061, 372, 384," 39 2); sul discorso pronunciato dall'on. Orlando al senato il 3 marzo (369) e su quello pronunciato da Clemenceau al p a.rlamento frtncese il 9 mano (3 75) ; sull'« esercito delle miniere e delle officine» e sul1'« esercito d egli imboscati» (381); sugli atteggia.menti neutralisti del p apa (387, 428); su un processo in corso presso il tribunale militare di Genova contro alcuni sudditi nemici imputati di alto tradimento (39,, 400); sul violento attacco sferrato dai tedeschi contro le lio~ inglesi della regione Cambra i-Sainl Quent in e dell'Oise nell'ultima decade di marzo (398, 402, 405, 407, 410, 4 12, 419, 422); sul discorso pronunciato da Czernin durante un ricevimento alla delega zione municipale di Vienna il 2 aprile (424). la sera d el 7 aprile parte alla volta di Roma, invitato al convegno delle naz.iooalità. soggette all'Austria (cecoslovacchi, italiani, jugoslavi, polacchi, romeni) con interven10 di rappresentanze italiane, francesi, inglesi, americane (4:50, 433). Il convegno si tiene in Campidoglio dall'S al 10 aprile · (436) e l'll il presidente d el consiglio italiano riceve i capi delle delegazioni intervenute al congresso che gli presentano il testo delle risoluzioni votate, ossia il cosiddetto « patto di Roma » ( 440).

Postilla Al Commento

Ci sono due punti nel discorso di Wilson, sui quali ci permettiamo di fare le nostre riserve e di esercitare il nostro diritto cli critica : il primo che riguarda i bo]sccvichi e l'altro che tratta dell'Austria-Ungheria. È certo che all'opinione pubblica francese ed italiana è apparsa eccessiva l'indulgenza .e la longanimità. del Presidente verso coloro che governano in questo momento una parte della Russia. Noi ci rendiamo perfettamente conto delle ragion.i che hanno consigliatÒ a Wi~on unta mitcua di linguaggio, ma - pur spogliandoci di tutte le nostre passioni nel giudicare certi uomini - i « fatti » non si possono dimenticare. E i fatti ci dicono quale parte abbia avuto Lenin e la sua banda n ella rivolta del luglio. I fatti ci dicono che i « massimalisti>) si sono impadroniti del potere con un colpo di mano e lo detengono ancora, in forza di <( metodi » che non sono precisamente j più « democratici )> nel senso wilsoniano della parola. P er giudicare i bolscevichi e i loro uo mini basta domandarsi : Come sono_giunti al potere ? Come si mantengono al potere ? Prescindiamo - oca - nel giudizio sui massimalisti, dai metodi della loro rivoluzione (ogni rivoluzione ha i suoi metodi) e considèriamoli invece sotto la specie dei loro atteggiamenti di fronte alla g uerra mond iale. Qual il fatto che ha più rudemente urtato, più profondamente ferito la coscienza civile del mondo? La laccraiione da parte della Germania di un patto: quello che garantiva la neutralità del Belgio. La Germania si è macchiata allo ra di una colpa, che dovrà essere espiata. Se la Russia dello czar avesse concluso - come sembrava deciso - la pace separata, avesse cioè stracciato il Patto di Londra, non l'avremmo noi «bollata)) col marchio dell'infamia? Ma la Russia di Lenin non ha già. tent ato di realizzare quella « p ace separata» che era tra i progetti dello czarismo all'agonia? La. sospensione delle conversazioni di Brest-Litovsk non cancella il resto. Il mercato rimane. Il tentativo rimane. Per concludere, il linguaggio di Lloyd Georgc ci sembr1. più appropriato alle circostanze.

L'Austria- Ungheria ha avuto dei« buoni» discorsi, troppo buoni, forse. Tanto Lloyd George, come Wilson hanno escluso lo « smembramento » dell'Austria-Ungheria. I primi a criticare - è sintomatico e per noi confortante - questa parte del prog ramma della Quadruplice Intesa, sono stati alcuni giornali francesi, E si capisce I P_roprio in questi giorni Ja Francia ha ~reato un esercito czeco-slovacco, emb r ione dell'esercito che dovrà o dovrebbe . presidiare l'indipenden za della risorta Boemia. Che l'obi ettivo dei discorsi di Lloyd George e di Wilson possa essere raggiu nto, che, cioè, si riesca a separare la causa degli Absburgo da quella degli H ohenzollern, è ormai da esclude rsi. I lettori vedano, più oltre, una no tizia dell'ufficiosa R e11/er s ull'accordo s tipulato dagli Imperi Centrali Non c'è da farsi illusio ni. Il problema austriaco rimane . Esaminiamolo. C'è un programma massimo e minimo austriaco e non programma massimo e minimo d ella Quàdruplice Intesa. Il programma « massimo» austriaco è il ritorno allo sfa /11 quo ante territoriale con in più la m anomissione - almeno economica - della Serbia e del Montenegro; con in più il protettorato sull'Albania; con in più alcune rettifiche di frontiere verso di noi e verso la R ussia. Programma minimo, quello enunciato a Brest.: Lltovsk da Czernin : né annessioni, né ind ennità. Sta/11 quo a11te territo riale. Il problema d elle nazio nalità risolto, ma nell' ambito d ella imperiale costituzione austriaca.

La Q uadruplice Intesa, quali soluzioni offre del problema austriaco ? La soluzione pàtrocinata dalla vecchia scuola diplomatica francese e che consisteva nell'arricchire l'Austria della Baviera per diÌninuire la Germania e n ello stesso tempo compensare l'Austria delle .eventuali su e mutilazioni verso l'Italia e la Romania, è· sepolta definitivamente. Nel gennaio del 1916, la parola d'ordine d ella Quadruplice Intesa era: D elmda ÀMfria I Nel gennaìo del 1918 è: Amlria nolJ delenda. Il progranlm3: minimo della Quadruplice Intesa si riassume in questi capisaldi : appagare il soddisfacimento delle aspirazioni nazionili italiane e romene (e perché n on il soddisfacimento di quelle serbe . sulla Bosnia-Erzegovina ?), conservare l'attuale Stato austriaco, ottenere le autonomie per le nazionalità che ne dovrebbero far parte. Ora .l' Austria, cioè l'elemento tedesco e quello m agiar o, respinge il primo punto e accetta l'ultimo, ma rivendica a sé il diritto- di fissare i limiti delle au to nomie delle singole nazionalità. D a ricordare che ques to programma minimo delb. Quadruplice Intesa è in contrasto

DAL MESSAGGIO DI WILSON AL CONVEGNO DI ROMA 225 colle aspirazioni delle singole nazionalità stesse che non vogliono autonomia, ma indipendenza vera e .propria I L'atteggiamento degli slavi d el n ord e di quelli del sud (ricordiamo il patto di Corfù) non lascia dubbi in proposito. Una soluzione « mediana» del problema austriaco potrebbe essere)! « tetralismo », cioè la costituzione di quattro Stati: Boemia, Austria, Croazia, Ungheria, completamente autonomi, ma «confederati», con vincoli da stabilire fra g li interessati, al congresso della pace. Infine la soluzione radicale : lo smembramento del!'Austria-Ungheria. Vediamo se questa parola «smembramento» ha un senso e quale. Bisogna distinguere Stato da popolo o da p opoli. Quando lo Stato s'identifica con un popolo, smembrare o mutilare lo Stato · significa smembrare o mutilare un popolo, Ma nel caso del/'Amlria-Ungheria, lo smembramento dello Stato non significa lo smembramento o la m11filazione, ma l'aurucimenlo e la liberaz.io11e dei popoli Da chi è ·t~ppresentato lo Stato austriaco? Da una dinastia: quella degli Absburgo e d~ due razze dominanti. Smembrare lo Stato austriaco, significa e liminare la dinastia degli Absburgo e il pre-potere d ei tedeschi e dei magiari, non già smembrare un <i p opo lo )) austriaco, una « razza » austriaca, una « nazione» austriaca che non esistonO. Ne conseg~e che il non smembramento dello Stato austriaco, vuol dire in de6nitiva la conservazione della dinastia degli Absburgo, che di quello Stato è - per molte ragioni - l'espressione dominante ed essenziale.

La Quadruplice Intesa Sarebbe, per caso, preoccupata della sorte che toccherebbe a Carlo I, qualora il suo « iffiperial mosaico)}. saltasse? Carlo I da imperatore potrebbe discendere . - nell'attesa di qualche più trìste eventualità - al grado ·di semplice re di uno Stato che raècoglierebbc i tedeschi dell'Austtia e che potrebbe aggiungersi ai 46 Stati della confederazione germanica, come p ropugna André Chéradame, l'autore del libro capitale Le pia~ pangermanùle déma~qué, in omaggio al principio di nazionalità e anche in considerazione del fatto che -68 più 11 o 14 milioni di tedeschi che formetebbero un totale di 80 milioni, sono meno temibili dei 68 attuali, con suppleme1_1to dei jz milioni d'abitanti dell'Austria-Ungheria, Va da sé che i popoli dell'ex-Stato austriaco dovrebbero essere lasciati liberi di ·scegliersi il proprio regime politico, Sotto questo rappotto, la Boemia non potrebbe essere che repubblicana....

Di tutte queste soluz_ioni, qual'è quella da accettare? Se la soluzione ptospcttata da Llyod George conducesse alla pace generale immediata o quanto meno a una pace separata fra l'Austria-Ungheria e la Quadruplice Intesa, varrebbe la pena di rinunciare allo smembramento dello Stato austriaco, s membramento che potrebbe essere, do- mani, l'opera rivoluzionaria dci pop oli stessi; ma eselusa questa eventualità di pace immediata, noi crediamo che ai fini « democratici » della guerra sia necessario riprendere il programffia che fu bandito .nel 191 6 e che consist èva nello smembrare 1o (< Stato » absbu rgico per liberare i popoli Questo è inoltre l'u nico mezzo p er « fax leva » sugli slavi austriaci del nord e del sud; per orientarli sempre ·più decisamente verso di noi, il che significa indebolire dall'interno H blocco nemico e accrescere le nostre posSibilità di vitto ria.

P. S. - Nell'articolo di ièri è passato uno svarione che altera profondamente il senso del d iscorso e che perciò mi preme di rettificare: là dove è dettò « questi sloveni dei quali non vogliono riconoscere l'esistenza o gli interessi » doveva invece essere : « questi sloveni dei quali non vog liamo m isconoscere», etc etc.

D a ll Popolo d'Italia, N. 13, 13 gennaio 1918, V. Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N. 13, 13 gennaio 1918, V.

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