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DAL MESSAGGIO DI \VILSON AL CONVEGNO DI ROMA 2,7
Se al pubblico in genere. che non « fa » la guerra, è apparsa in un certo momento non più lontana, ma quasi immediata l'eventualità della pace, la stessa imp"ressionc - ma rafforzata dallo speciale stato d'animo che la guerra crea nelle masse - devono aver ricevuta, l'hanno ricevuta i combattenti. Non è « pericoloso » questo continuo gioco cU alti e bassi ? Non sarebbe meglio parlar di pace quando ci sia veramente il fatto nuovo che permetta di sperare nella conclusione della guerra ?
Da Il Popolo d ' Itali&t, N. 21, 21 geonaio 1918, V. Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N. 23, 23 gennaio 1918, V.
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