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IL PRESTITO DELLA RISCOSSA
MILANO DARA UN MILIARDO ?
SIAMO A ::;oo MlllONI
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Parigi. Agosto del 1791. Gli « uomini dalle picche» banno preso . al 10 ks Tllil,riet. Le masse dei sobborghi popolari di Sant'Antonio e S. Marcello hanno sgominato le resistenze degli svizzeri, al grido dì : « Tradimento I Morte al re I Morte all'austriaca l » Luigi XVI ha chiesto protezione all'assemblea che ancora indecisa. Ma la Comune, che a mezzo delle sue sezioni e.$Crcitava già il potere dentro Parigi, taglia corto alle esitazioni dell'Assemblea Legislativa e trasferendo la famiglia reale prigioniera nella torre del Tempio, decreta, nel fatto, la decadenza della dinastia. Nove giorni dopo I 30 mila tedeschi marciavano su Parigi, per « abolire la costituzione, ristabilire il potere assoluto del re, annullare i decieti delle due assemblee, condannare a morte i rivoluzionari ».
Gli emigrati a Coblenza pregustavano la gioia del ritorno a Parigi; gli elementi monarchici restati in Francia si preparavano ad aiutare gli invasori. Parig i viveva una delle sue grandi ore di febbre, di esaltazione, di passione, d' eroismo Al Palazzo cli città sventolava il vessillo della « Patria in pericolo», i tamburi rullavano n ei quadrivi, agli uffici d'arruolamento si addensavano migliaia e migliaia cli volontari Le notizie che giungevano d'ora in ora aumentavano l' cccitazionc -dd popolo. Il 2.1 agosto si conosce il tentativo di Lafayette. Il Vecchio generale tentato di tradire. Volev a marciare su Parigi. I soldati si sono rifiutati. Longwy è caduta. Intanto la Comune ha equipaggiato e armato sessantamila .volontari. Quella stessa Comune, che il pavido Guadet della Gironda voleva disciogliere, lancia il 1 ° settembre un appello solenne a.i volontari, invitandoli a riunirsi al Campo di Man:~ per muovere di ll, contro i prussiani, già arrivati a Verdun. Suonano· le campane a stormo in tutta Parigi, il cannone d'allarme spara tre colpi ogni quarto d'ora, nelle vie gruppi di volontari ·si dirigono al Campo di Marte al canto delle vecchie canzorù, mentre il popolino che resta - preso da un delirio di disperazione - massacra i realisti rin- chiusi nelle prigioni. È questa· una pagina fosca nclb storia della Rivoluzione fnncese, Ma accanto a questa. pagina di orrore e di terrore, quante pagine sfolgoranti dei più nobili sentimenti dell'anima umana. Leggiamo insieme il capitolo 3° del libro 70 della Storia della Rivo/11zione Fran"Ie di Michelet. Anche allon. la Francia invitò i suoi cittadini ad offrire le loro· sostanze, la loto vita. Non fu- un « ptestito nazionale » ma fu qualche cosa di più e di meglio : fu una « dedizione . nazionale ». ll popolo che si « offriva » tutto per la salvezza dclli. Patria, respingeva a Valmy i prussiani e spazzava i re a Jemapes. La Francia era salva, e aveva dimostrato per. sempre il suo diritto a vivere libera e repubblicana. Non si leggono queste pagine di Michelet s~a provare una profonda emozione, e senza che il pensiero, per le evidenù analogie della shuazione, non corra agli eventi di cui siamo attori e spettatori. Anche oggi una coalizione di re tedeschi si è abbattuta sulla Francia e sull'Italia. Anche oggi l'esistenza cli queste due Nazioni è in gioco. Anche oggi, come allo:ca, bisogna dare, soffrire, morire, perché la Patria viva. La Patria che « impone » il sacrificio del sangue, chiede quello del denaro. Ma i cittadini coscieoù dell'ora, obbediscono. Oggi, il vessillo della « Patria in pericolo» non sventola più ai palazzi vetusti delle nostre città; non più stormo di campane; non più rullo di t amburi; non più cannone d'allarme, ma la Patria è in pericolo ugualmente ; la Patria nostu, l'Italia mutilata è in pericolo. I tedeschi sono sul Piave e i loro banditi straziano dall'alto le .città del Vcneto. La lista dei morti si allunga: Sono donne, sono bambini, sono creature innocenti. Davanti a questa barbarie, davanti alla mi~ naccia che rimane, noi vorremmo v edere i cittadini precipitarsi agli sportelli delle sottoscrizioni per dare tutto : il milione e la lira ; il gioiello prezioso e il piccolo ditale d'argento...•
« Ah - dice Michelet - come vorrei poter mostrare la Francia in questa grande e sublime luce! Non basta veder Parigi. Io vorrei che si potessero vedere i dipartimenti del Gard, dell'Alta Lorena, in piedi, in otto giorni appffia... Le offerte individu:iJi erano innumerevoli. Due uomini, da soli, armano ed equipag.giano uno squadrone di cavalleria per ciascuno. Afo/Ji dinùro 111110 ci& ch8 a11~114110. In un villaggio non lontano da Parigi, quando fu erett:a. la tribuna pt"r ricevere gli arruolamenti e le offerte, tutto il villaggio si offerse e diede trecrnlo· mila lir8." , pei padri offrivano i loro Jigli Ognuno si rivolgeva a tutti, parlava, pregava pe.r la Patria. Ognuno si faceva reclutare; andava di casa in casa , offrendo a quello che poteva partire delle armi, una uniforme, ciò che aveva.... Erano canti, grida, lacrime d"entusiasmo o di addio. E sopra a tutto q uesto rumore, una grande voce e<:heggiava nei cuori; voce muta, ma tanto più profonda La voce stessa de lla Francia, eloquente in tutti i suoi simboli, patetica nel più tragico dì tutti, la bandiera santa e terribile della " Patria in pericolo " appesa alle finestre del Palazzo di città, Bandiera immensa, che sventolava e sembrava ·incitare alte legioni popolari di marciare in fretta dai Pirenei all'Escaut, dalla Senna al Reno. La Francia si riconobbe, fremette di ammirazione. Essa si mise una mano sul cuore e vi senti montare la fede. I.a Patria non aleggiò più dinanzi agJi occhi, incerta e vaga: fu vista reale e vivente. II sacrificio fu, in quei g iorni, veramente universale, immenso, senz.a limiti.... Nelle colonne interminabili di questi doni infiniti di un popolo, prendiamo alcuni casi. Dt:lle povere donne del mercato portarono quattro mila lire, ricavato evidente di alcuni grossi gioielli, · le loro "vere" di matrimonio, Una madre della Rue St. Martin diede la sua croce d' argento. La fig lia, una piccola bambina, diede ciò che aveva, un piccolo oggetto di argento e alcune monete,... •.
Noi diciamo che Milano deve sottoscrivere un miliardo. È un impegno che Milano ha accettato. È questa la risposta che Milano la Tenace dev e dare~ dopo e malgrado Caporetto, agli Imperi Centrali,
Mussolini
Da li Popolo d '!lalì"', N. 29, 29 gennaio 1918, V, Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N. 3I, 31 gennaio 1918, V.