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L'ITALIA NEL MONDO

Problemi Che Attendono La Soluzione

Posto come assiomati~o dovere nazionale che lo Stato italiano deve proteggere ' e tutelare gli italiani che vivono oltre Je frontiere, vediamo come lo Stato italiano ha compiuto questo suo categorico dovere, nei riguardi delle fallllglie dei richiamati restate in Francia. Secondo l'ultimo censimento, anteriore al 1914, gli italiani residenti in Francia erano 400 mila. Calcolando che il 1 0 per cento s ia sotto alle armi, risulta che 4 0.000 sono i nostri connazionali ricnuati in Italia per la guerra.

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Si può in base a queste cifre stabilire che le famiglie lasciate in Francia sono Composte di più di 100 mila individui. Dato il genere eminentemente proletario della nostra massa emigrante in Francia, la partenza del capo-famiglia ha avuto conseguenze gravi, tanto che molte famiglie hanno dovuto e devono lottare colla miseria. H sussidio del Governo italiano, sussidio uguale a quello fissato per l'i nterno del regno, t, per ragioni troppo evidenti, insufficente.

Ci sono i Comitati. Ne sorse infatti uno a Parigi, per le famiglie degli italiani richiamati nel Dipartimento della Senna e ne sorsero altri in Francia. Quello di Parigi era presieduto dall'ambasciatore.

Ma i fondi raccolti nelle colonie italiane da questi Comitati fu rono ben presto esauriti, mentre i bisogni, co lla chiamata di altre classi, aumentavano, Fu allora che l'organizzatore e l'anima del comitato parigino sig. Parazzoli, insieme con altri due delegati della Federazione, il duca Melzi d'Eril e il cav, G. Lazzaro, venne a Roma, nel maggio del 1916, per prospettare al Governo il problema urgent~ssi mo, che aveva, anche, un aspetto morale.

Si chiedeva che il Governo portasse il sussidio degli italiani in Francia al medesimo livello di quello francese La commissione fu ricevuta dai ministri Boselli, Comandini, e ottenne : z. Un sussidio mensile di franchi 15 mila per il Comitato di Parig i e. cli so mila per il resto della Francia.

T. Un versamento, per una volta tanto, di franchi 50 mila per il Comitato di Parigi è di franchi 80 mila per il resto della Francia.

Ora, questi 6 j mila franchi mensili non raggiungono la media di un franco al mese per ogni membro delle famiglie dei nostri soldati. Non c'è bisogno di aggiungere altro per dimostrare la loro assoluta insufficenza.

Ora, coll'aver accordato un suppleme nto di sussidi.o, il Go_vcrno ha riconosciuto l'insufficenza del sussidio governativo, ma la misura colla quale lo ha accordato t ben lungi dal permetteie di sollevare la condizione miserrima nella quale versano migliaia di famiglie. Il Comitato di Parìgi è il solo che abbia potuto organizzare e distribuire sussidi regolari mensili, di circa 10 franchi per ogni figlio e di 2.0 in casi speciali. Il Comitato di Pa rigi dà il sussidio di 16 franchi mensili anche ad .ogni figlio illegittimo e 20 franchi alle conviventi aventi fi g li, uniformandosi cosi alle disposizioni vigenti nella Repubblica. Ma se il Governo italiano non aumenta il suo contributo al Comitato di Parigi che da solo sussidia ben 11 00 famiglie, quel Comitato - cosl benemerito - dovrà cessare la sua opera di italianità e· di giustizia. Lo stesso accadrà per gli altri çorrutati sorti in Francia.

Quale destino attende questa massa di 100 mila italiani? 11 dovere del Governo è chiaro. Abbiamo prospettato, parafrasando una relazione, che ci è stata presentata, il problema. Questo problema deve essere risolto. Noi non vogliamo che i nostri connazfonàli all'estero siano costretti alla mendicità. La misura che s'impone è evidente : bisogna aumentare il sussidio quotidiano alle famiglie dei .richiamati, [.... censura .... ] in Francia, [.... censura]. La cifra attuale non basta p iù. Il nostro informatore ci ha detto, e noi conveniamo pienamente con lui, che « il dovere del Governo è indiscutibile, specialmente all'estero, dove, anche fra AlJeati, è necessario cenere ben alto il nome italiano e dove la miglio r propaganda per la nostra dignità nazionale è quella di evitare che i nostri connazionali debbano stendere la mano e chiedere un po' di pane».

Il Gover,no attuale ha dimostrato in questi ultimi tempi e in diverse occasioni, di essersi un po' modernizzato nelle idee e nei procedimenti.

Molti provvedimenti sono stati adottati, sotto la pressione dell'opinione pubblica e la macchina statale, già per se stessa pesante e quasi mostruosa, ha un po' accelerato il suo ritmo . . Bisogna fare di più. È necessario vigilare sul morale dei soldati, ma è altrettanto necessario vigilare sul morale delle famiglie. L'e mogli, i figli dei combattenti, devono avere almeno la certezza quotidiana ~el pane. E quando , come in Francia, al bisogno materiale si aggiunge uM. questione morale di dig nità nazionale, non si d<:ve più oltre indugiare. Ch.e importano alcuni milioni di sussidi in più del preventivato? Que- sti nostri connazionali li me+jtano perché prima di tornare a compiere il loro dovere di soldato, hanno contribuito col loro lavoro, coi lo ro risparmi, co i loro « rivoletti » d'oro , alla crescente prosperità della Patria. Ma noi invochiamo un provvedimerito d'indole generale e se certi accenni comparsi sui giornali non ci ingannano, questo provvedimento non deve essere molto lontano.

MUSSOLINI

Da Il Pt>Pt>lt> d'Italia, N. 39, 8 febbraio 1918, V, Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N. 4 1, 10 febbraio 1918, V.

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