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I MISTERI SVELATI
Il 2.3 febbraio del 1915 il Direttore dell'Ufficio Stampa del ministero degli Esteri a Berlino mandava a tutti gli ambasciato ri, ministri plenipotenzfari e autorità consolari nei paesi neutri la seguente circolare, pubblicata in questi giorni dal Peti! Parisien :
« Si porta a vostra conoscenza che nel territorio dti paesi dove siete accreditato sono stati fondati degli uffici speciali di organizzazione di propaganda nei paesi della coa li zione in guerra con tro la Germania, La propaganda avrà ~r scopo d i far scoppia.re d ei movimenti sociali accompagnati da scioperi, dei movjmenti separatisti e Ja ·guerra civile, cosl come una agitazione in favore del disarmo e d ella cessazione di questa guerra sanguinosa.
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« Voi dovrete proteggere e aiutare con tutti i mezzi coloro che sono alla testa d ì questi uffici dì propaganda. Queste persone vi forniranno gli attesta ti ncc~ssari.
BARTilELEME ».
Alla luce di questo documento, m olti episodi enig matici della p olitica i nterna delle nazioni a lleate, no n esclusa, ben inteso, l'Italia, appaiono perfettamente spiegabili. Importante è la data del documento. All'inizio del 1915 la Germania non conta più sulla vittoria conseg uita dag li eserciti. La guer ra non è più movimento di eserciti, ma logoramento di nazioni. Bisog na, pensano i tedeschi di Berlino, accelerare questo logoramento della resistenza interna nelle nazioni n emiche, La Germania non doveva accingecii al lavoro in un campo totalmente nuovo. No. I b0chu non avevano che da innestare nella fomùdabile pianta mondiale della loro organizzazione spionistica, anltttdenft alla g11tMa, un nuovo, più preciso ramo di attività. E ciò che facilitava il loro compito, era la stupefacente, bestialmente ingenua politica interna delle nazioni nemiche, le quali avcVano lasciato, quasi indisturbati, i sudditi t edeschi. Quando pensiamo che solo in questi ultimi tempi, dopo ben tre anni di guerra, si sono prese alcune troppo benigne misure contro i sudditi tedeschi, ci domandiamo per quale miracolo · - rasentando tante volte l'ab isso - non vi siamo precipitati dentro. Ma il miracolo no n esiste. Se, oggi, malgrado tutti g li uffici di propag~da tedeschi nei paesi neutri e in quelli belligeranti non siamo cli- scesi al regime dei Sovièt, si è perché nell'occidente europeo agiscono forze storiche e sociali che in Rus sia non ci sono. E queste forze ci affidano che n ell'occidente, diciamo in Francia e anche in Italia, un disfacimento dell'organismo sociale, simile a quello russo, non può avvenire '
Quanto all'Italia possiamo affermare che essa ha superato - in un certo senso - appunto con Caporetto e dopo Caporetto i suoi esami di « maturità nazionale)>.
In alcuni dei movimenti <<interni)> di Francia e d'Italia, in alcune manifestazioni pacifiste che ebbero luogo - con una concidenza straordinaria - p ri ma o durante le nostre azioni offensive, come escludere a priori la presenza o l'influenza di emissari di quei misteriosi uffici di propaganda suscitali dalla circolare pubblicata nel P et# Parisien?
La cronaca degli «atte ntati)> nelle nazioni della Quadruplice Intesa, è ricchissima : non passa giorno, s i p uò d ire, senza esplosioni, in cendi, assassin1. Accant o a quest'azione di ordine individuale affidata agli « agenti distruttori >1 che gli Uffici tedeschi dovevano reclutare fra i rifiuti delle galere internazionali, c'era un'altra azione collettiva a base di dimostrazioni, di scioperi più o meno generali. Oltre a ciò, tutta l'altra vasta o pera di assoldamento e di corruzione e di spionaggio, in favore d ella G ermania, sulla qual'opera il processo Bolo e gli altri che seguiranno dovranno fare piena luce.
Che il Sovièl, in· Russia, sia opera esclusiva d ella German ia, è affermazione eccessiv a, perché non si può attribuire a una causa sola un fenomeno cosl grandioso e complesso; ma che la G e rmania, per mezzo dei suoi .Parvu s, dei Zinovieff, dei Luwekars ky, dei Tro tzk y e compagn i, abbia lavorato sul disfacimento russo, per aggravarlo e render1o irreparabile; che la Germania, a mezzo delle sue migliaia e migliaia di agenti, prima e durante la rivoluzione russa, abbia cercato di tramutare in paralisi generale della Russia, come Stato e come Nazione belligerante, quella ch e ai t empi d i Miljukoff e Rodzianco, pareva soltanto una crisi d i regime, nessuno _.:.... onestamente - può mettere in dubbio. E che la Germania si proponga di «coltivare>> i germi di disso luzione interna negli altri paesi nemici, è cer to, anche per le esplicite confessioni degli stessi tedeschi.
Che i n ostri o rganismi nazionali siano in g rado di resis tere è, dopo tante p covc, positivo ; ma bisogna evitare le cdsi, le malattie, anche se non son o mortali. E quando si delin eano movimenti, agitazioni, sCloperi dall' o rigine non ben chiara, il Gov erno si rico rdi d ella circola re dell'Ufficio Stampa del ministero degli Esteri di Gcr• mania e non si fermi alla ricerca delle cause immediate.
Bisogna rimontare; andare lontano, perché q uello che a un dato momento può accadere in I talia, ha 111, sua chiave di spiegazione a Zurigo o a Lugano.
Insomma : i Governi alleati, ora che posseggono la trama del d isfattismo bocbe, possono, .devo no vibrargli un colpo decisivo. Sca~ teni o non scateni la s ua offcnsjva, quello che importa è che la Germania no n trovi d ei complici nell'interno delle nostre nazioni.
Mussolini
Da Il Popolo d'It4li«, N. 40, 9 febbraio 1918, V. Pubblicato anche sutr~izionc di Roma, N. 42, 11 febbraio 19 18, V.