5 minute read
DOPO BREST-LITOVSK
IL CANNONE HA LA PAROLA!
I giornali di ieri recavan o questa notizia:
Advertisement
« Un comunicato ufficiale tedesco dice : "Fronte òclla grande Russia. L'armistizio è spirato ·il 18 fc:bbraio a mezzogiorno" ».
Il che significa che lo stato di guerra torna in vigore fra Germania e Russia o, per megHo intendersi, quella parte dclla~Russia che è dominata dai commissari del popolo. L'avvcnjmcnto è d e1la più grande importanza Non già e non tanto per le sue immediate conseguenze d'ordine militare. In tutt'altre condizioni di fatto un armis tizio che scade vuol dire l'immediata ripresa delle ostilità, ma il caso della Russia è diverso, poiché essa non è più una potenza belligerante c~pace di battersi. Ha demobilitato. È inerme. È vero che un appello è stato lanciato per la costituzione di un esercito «rosso» di volontari, ma molto tempo dovrà passare prima che questo esercito sia in grado di reggere all'urt o delle div]sioni tedesche. E i mezzi ? La Russia dei bolscevichi non potendo resistere all' invasione tedesca, non può adottare che una di queste due tattiche : o resiste nza passiva o guerriglia a carattere ìnsutrezionale contro gli occupanti. In ogni caso la serie delle « sorprese» russe non è ancora finita. Ma la denuncia dell'armistizio è importar:ite per u n altro ordine di ragioni. La ripresa delle ostilità - in grande o in pi ccolo stile - -sulla fronte russa pe.rmetterà ancora ai tedeschi di scatenare quella loro troppo strombazzata offensiva sul fronte occidentale? La Russia è inerme, ma non si può pensare di occuparla con truppe di scarto : appunto perché si tratta di un'occupazione le truppe di presidio devono essere scelte, poiché truppe vecchie o stanche potrebbero più facilmente subire il contagio dell'ambiente. Cannoni e mitragliatrici devono nuovamente rifluire j ad est, Tutta una serie di problemi e di preoccupazioni che non esistevano più, ricompaiono a turbare i sogni e i sonni delle classi dirigenti tedesche, Con questo cambiamento nella situazione generale,:con: questa incertezza ad oriente, diventa impro- babile che la Germania voglia rischiare l'offensiva ed è p robabile il v iccv ei:sa.
Anche perché le ripercussioni d e11a man cata p ace fra le masse ted esche, saranno profonde e s i dsolvera nno in un colpo fortiss imo alla resistenza morale. Bast a, p er co nvincersene, rico rdare con q uali inni di g ioia fu salu tato da tutta la stampa l'inizio delle trattative di Brest-Litovs k. D apprima si credette che a Hrest-Litovsk « passasse la via che conduce alla pace generale », per u sare la fra se di un foglio tedesco. Una p rima delusione l 'chbero i tedeschi, q uando d ovettero cons tatare ch e la Q uadru plice Intesa non andava a Brest-Litovsk e ch e quindi le speranze dì una p ace generale sfum avano. Rimase ancora una speran za : la p ace separata. E si era anche trovato la parola -n aturalmente co mpo sta - per q ues ta pace. La Brotfried. o pace del pane, doveva sost it uire la non conclusa Weltfried, o p ace del mondo. Ma a nche questa speranza superstite cadde. Nien te Brotfried colla R u ssia e q u anto alla pace conclusa coll'Ucraina, nient e d i positivo, d i d efi nito . La Rada pacifondaia non esis te p iù. Da Ch arcov i massimalisti sono arrivati a Kiev nella capitale della terra nera, e di là ann u nciano che g li austriaci non port eranno via un solo vagon e di g rano I Si capisce I Se grano c'è, i massimalisti lo manderanno a Pietrog rado, razionata da tem po a cent o grammi q uotidiani per abitante... .
Le p opolazioni d i Germania e d'Austria c he si e rano voltate ad o riente, n ell'attesa del sospirato g iorno della pace, vedono 'sorgere di n uovo ai confini lontani lo sp ettro sa ngui!].OSO della guerra. Non sarà, almeno in un primo tem p o, una grande guerra, ma è semp re guerra cd ('. p o ssibile ch e t orni ad essere una g rande guerra. Ancora u na volta si leva , nella coscienza delle moltitudini tedesche e magiare, il fo rmidabile e p auroso interrogativo : Dove andiamo ? Q ual domani ci attende, ora che la guerra ripren de anche sul fro nte della g rande R ussia ?
Negli avvenimenti d i questi gio rni v ' è materia di sco raggiamen t o, di depressione, di avvilimento per i nemici, v'è mo tivo di immenso co nforto p er noi. G li avvenimenti ci dànno ancora -u na volta rag ione. Quando n oi dicevamo che se la g uerra continua, la responsabilità non è d ella ·Q uadr uplice Intesa, che ha ridotto al minimo i suoi o biettivi, ma ricadé solta nto ed unicamente sulla G er mania ch e vuo le satollare, con annessioni vio lente di t erritori e di popoli, il suo imperialismo criminale, noi e rav amo n el vero. I nemici della pace non sono da ricercare tra le n azioni democratiche d'occid ente, m a in Germania e soltanto in Germania. Chi vuole spogliare della liber tà e dei beni altri popoli; è l a Germania e soltanto la Ger m ania.
Chi prolunga la guerra è 1a Germania e soltanto la Germania. Lasciamolo dire ai commissari del popolo. Nel messaggio, che t raduciamo dal Tin,es del I 3 febbraio, che lo ha integralmente pubblicato, i bol-
!:.ccvichi dicono :
« Comp'1gni/
« I negoziati di pace sono finiti. I capitalisti, i banchieri, gli agrari tedtschi, sostenuti dalla silenziosa cooperazione della borghesia francese e inglese, ci p resentano condizioni che la Rivoluzione russa non può accettare.
« I G tJverni di Germania e di A1mria voglio-ne, il dominio di popoli e di terrirori ronquistaii rolla forza».
Ma non lo diciamo noi - interventisti sovversivi - dal 1914 · ad oggi ? E non è forse quest3. l'inoppugnabile verità?
Il messaggio dei bolscevicbl continua col dire che pur non segnando la pace coi governi borghesi di Germania e d'Austria, la Russia rivoluzionaria n on intende di fare la guerra ai contadini e agli o~rai austro-tedeschi. Ma questo proponimento presuppone che contadini cd operai austro-tedeschi facciano altrettanto nel riguardo dei Russi. Il che è da escludere. I soldati austro-tedeschi marcerannò e allora ì massimalisti dovranno scegliere: o fare la guerra contro gli strumenti incoscienti della borghesia austro-tedesca o soccombere sotto ai colpi della medesima.
Se tra i socialisti ufficiali italiani ci fosse ancora qualcuno in buona fede, la lezione dì Brest-Litovsk non dovrebbe andare perdura. E la lezio ne si riassume in questi termini: Non c'i che 11n ostacolo alla pace : il militarismo tedesco ,· non e'è che un mez.z.o per arrivare alla pare .' abbattere il militarismo tede1co.
Ora questa catastrofe non sarà provocata dall'interno della Germania, dove i socialisti mag gio ritari stanno già faticosame nte escogitando nuove giustificazioni alla denuncia dell'armistizio coi russi, ma dall'esterno, con l'urto podèroso dei nostri eserciti. La· parola è ancora uni volta al cannone,
MUSSOLINI
Da// Popolu d'lla/ia, N. ~o. 19 febbraio 1918, V. Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N, 52, 21 febbraio 1918, V.