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PATTO DI LONDRA

Austria Delenda

Se la nostra politica estera deve avere un senso e una « direzione ». i n ostri poteri responsabili non possono tardare più oltre a convincers i d i questa verfrà fondamentale : Patto di Londra e conservazione dell'Austria-Ungheria o per essere più esatti dello Stato austroungarico, sono termini assolutamente inconciliabili fra lo r o . Il Patte;, di Londra ammette, presuppo n e - implicitamente, automaticamente - lo smembramento dell'Austria-Ungheria e se - viceversa - s i ammette la conservazione dello Stato austro-ungarico, s i viene ad annulla.re il ))atto di Londra. Che cosa significa il Patto di Lond ra?

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Semplicemente quC:sto : l'espulsione dell'Austria-Ungheria dall'Adriatico. Qui non siamo dinanzi a una semplice mutilazione periferica d'ordine territoriale, che non attenta alle necessità vitali di un grande Stato ; qui siamo dinanzi a una <e soffocazione)> dello Stato austro-ungarico e uno Stato « soffocato» è uno Stato finito. Lo Stato austroungarico può - in un eccesso di finta generosità o in seguito a compensi d'altra natura - cedere all'Italia il Trentino e fo rse anche· il Tiro lo sino al Brennero e - sempr e in t ema di ipotesi ottimistiche I - anche la zona del Basso I sonzo; ma lo Stato austro-unga rico non può esi liarsi volontariamente e spontaneamente dall'Adriatico, cioè dal mare, perché con ciò firmerebbe la sua sentenza di m orte, Ora il Patto di Londra asseg na Trieste e l'Istria all'Italia, il porto di Fiume - ma questa rinuncia non dev'essere definitiva I - e la p arte settentrionale del litorale della Morlacca li.Ila Croazia, la costa dalmata da Zara a Traù all'Italia; il resto - più a sud sino a S. Gfovanni di Medua - :a.Ua Serbia e al Montenegro. Ciò vuol dire : · esclus ione dall'Adriatico dei tedeschi e dei magiari, quindi d ell'Austria-Ungheria ; ma quando il Patto_ di Londra parli di una Croazia che dovrebbe avere il porto di F iume e di una Serbia che d ovrebbe avere i porti dalmatici al su d di T r aù, viene a creare - in diritto almeno - una Jugo-Slavia e - si noti - una Jugo-Slavia indipendente, perché non è possibile di concepire altrimenti la cessione di Fiume, oggi in possesso dei magiari, alla Cro.u:ia cli domani. Conservare lo Stato austro-unga- rico cd escluderlo dall'Adriatico è un nonsenSo palese, un assurdo ih termini. Si può vivere e morire contemporaneamente ? Una politica che voglia conservare l'Austria-Ungheria e· nel tempo stesso escluderla dall'Adriatico, è concepibile solo nel caso che si ptoponga di aprire all'Austria-Ungheria il corridoio balcanico sino al mare Egeo. Salonicco sarebbe il compenso alla perdita di Trieste. Ma anche questa ipotesi è ass urda. Non si può conciliare l'inconciliabile : dare alla Serbia la finestra sull'Adriatico e poi farla calpestare al di là delle Dinariche dagli austro-magiari, Una Serbia ingrandita della BosniaErzegovina, come quella che uscirebbe dalla realizzazione del Patto di Londra, sbarra per sempre la strada di Salonicco. Torturatevi il cervello fin che volete, a formulare ipotesi su ipotesi, ma alla fine d ovrete convenire che se l'Italia prende Trieste; la Croazia . Fiu me; la Serbia Ragusa, lo· Stato austro-ungarico è finito. E di un'altra cosa bisogna convincersi oramai: che solo un'Austria-Ung heria battuta a morte, colla fl otta distrutta, come s i legge nel Patto di Londra, può rassegnarsi a scomparire dall'Adriatico. Terza cosa di cui bisogna rendersi conto : lo Stato austro-ungarico non può es sere battuto, sino al punto di fargli accettare il Patto di Londra, se non gettiamo nel gioco altre carte, oltre a quella militare. Noi crediamo che - attualmente - le forze dell'Italia e quelle dell'Austria-Ungheria si eguagl ino.

Data questa situazione di fatto, una nostra offensiva non può essere risolutiva, anche se ottiene: b rillanti successi iniziali. Ma se ai fattori miHtari noi aggiungia mo altri fattori d'indole politica e morale, allo ra possibile che l'offensiva, acuendo e precipita ndo la crisi interna austro-ung arica, p rovochi la catastrofe dello Stato. Noi abbiamo oggi di fronte uno Stato di , 2 milioni di abitanti, ma se noi proclamiamo apertamente: e solennemente la nostra solìdarietà colle nazionalità oppresse, n oi avremo da combattere soltanto contro venti milioni fra tedeschi e magiari. Ed esclusa a nche l'ipotesi di una insurrezione, è certo che la collaborazione passiva dei trentadue milioni di slavi, romeni, polacchi etc. potrebbe avere risultati grandiosi. Chi è stato al fronte sa che i disertori dell'esercito austroungarico rarissime volte erano tedeschi o magiari, ma quasi sempre boemi , polacchi o romeni. È certo ancora che la costituzione di le4 gioni slave, sull'esempio di quanto fa, con lungiveggente accorgimento, fa. Francia, avrebbe ripercussioni immediate e profonde fra i soldati slavi, che sono reclutati fra trenta milioni d'abitanti, cioè fra la maggioranza degli abitanti dell'Impero au stro-ungarico. Noi pensiamo che il Patto di Londra deve orientare la nostra politica estera......verso queste necessità: 1a l'intesa, patrocinata dall'Italia, con

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