![](https://static.isu.pub/fe/default-story-images/news.jpg?width=720&quality=85%2C50)
13 minute read
DOPO IL DISCORSO ORLANDO « GIUSTIZIA INESORABILE ! »
Nell'attesa d i riconciliarmi del tutto coll'on. Orlando, mi ricon- · cilio un poco col Senato. Recito il . mio confiteor. Anch'io, nell' epoca in cui e~ di moda dichiararsi «sovversiv i >>, e ognuno di n oi credeva, in buona fede, di essere il milite di una grande crociata purificatrice di tutte le ignominie della « putrida borghesia» universale...; anch'io, neì tempi che mi sembrano molto lontani e nei quali non crà peccato mortale essete discretamente imbecilli, ho Janciato gli strali della mia ironia sul Senato, che veniva appellato gerontocomio, e sui senatori, che ci facevano la figura - nelle concioni mitingaiedi essere un branco. di rammolliti.
Oggi, a ragion veduta, mi convinco che la Camera cosiddetta g entilizia, vale molto di più dell'altra Camera elettiva. Ci sono anche nel Senato i Camporeale, i Frassati e simili Cefaly, ma non si fanno vivi. L'ultima sessione del Senato è stata dominata da due discorsi non comuni : quello di Ruffini e quello di Marconi Basta - tra parentesi - la presenza di un Marconi per onorare un'assemblea. Anche il discorso dell'on . Orlando è stato assai buono. Ho scritto contro l'attuale Presidente del Consiglio cose atroci. Ma non sono disposto a recitare l'atto di contrizione. E ra necessario. C'è stato un momento in cui i nostri politici sembravano affetti da una sordità totale, Bisognava urlare al megafono per farsi intendere. E l' urlare non è sempre chir. Siamo riusciti a togliere l'ovatta soffice che r iempiva, sino ai padiglioni esterni> le orecchie dei nostri ministri. Ci hanno ascoltato. In ogni discorso dell'on. Orlando noto un'acccntua- · zione sempre più decisa verso i nostri punti di vista. Si diiebbe ·che, dopo infiniti brancolameriti, l'on. Orlando abbia trovato la sua strada diritta. Si direbbe che l'on. Orlando abbia r-ipudiato le due g randi men2ogne convenzionali che ante e po.rl Caporetto hanno avvelenato la nostra vfra nazionale : quella della libertà per tutti e quella della concordia fra i nemici.
Advertisement
L'on. Orlando mi appare, oggi, come liberato da un'ossessione, che alcuni dei suoi più vicini consigliCri gli mantenevano cd csaspe- ranno: l'ossessione del neutralismo rosso. Oggi, l'on. Orlando sa che questo socialismo ufficiale che ri nghiava a rivolta è, soprattutto, impo tente. Il segretario del Partito è al cellulare e i socialisti - che non hanno voglia di andargli a tener compagnia - hanno taciuto, salvo la diffusione di alcuni volantini che nessuno prende sul serio.
I dep utati socialisti sono, oggi, in armi per la tutela dell'immunità padamentare, che essi interpretano nel senso di impunità parlamentare e si capisce che questi ciceroni del proletariato parlino pro lo ro bottega.
Ora, noi prendiamo atto cori vivo, vivissimo piacere che l'on. O rlando « riconfermi l'incrollabile r isoluzione del Governo di mantenere ferma la compagine politica e m orale del Paese, come necessità di guerra non meno importante che 1a resistenza delle truppe al fronte))
Benissimo l
« Quale persona di buona (eJe - ha soggiunto !'on, Orlando - può dubì. tare che ogni tentativo di scuotere o turba.re l'intima saldezza del Paese cost ituisca un ·tradimento nel senso più stretto della· paro la?»
An_cora meglio. È verità che j( Paese è. saldo. È saldo dopo tre .anni di guerra. :E: saldo dopo il 24 ottobre. È docile, paziente. È il Paese p iù facile da governare, almeno i n un certo senso. Il Paese continua a dare uomini e denari, in silenzio, con fierezza. Il Paese soffre di g ra ndi disagi e tace. Tace, poiché anche nelle masse più inco lte e n ei ce rvelli più oscuri, è penetrata l'idea che non si può fa r altro che resistere, se non si vuole precipitare nel caos materiale e morale nel quale è precipitata la Russia, se non si vuole pagare le spese e scontare, con secoli di sofferenza e di umiliazion i, un momento solo di d ebolezza o d i v iltà .
Ora, come si tur ba e come s i scuote la intima saldezza del Paese, c he l'on. Orlando ha riconosciuta ed elog iata? Non soltanto coi v olan tini stampati a lla macchia, n o n soltanto coi raduni clandestini, no n soltanto con i disco rsi allarmistici e peggio. La intima saldezza d el Paese può essere turbata -e irreparabilmente I - anche, e vorrei quas i dire soprattutto, dal Governo, quando si dimostri inadeguato di fronte aI1e necessità del momento.
L'on. Orlando ha detto che « dovere precipuo del Governo è di raggiungere e di colpire tutti coloro a qualsivoglia classe appartengano cQe i doveri vCrso la Patria violano e obliano. Giova ed è anzi essenziale che con l'arma d i una g iustizia inesorabile siano paraù i colpi proditori del nemico. Il Governo assicura al Pulamento e al Paese che la g iustizia avrà il suo corso severamente cd inesorabilmente cd a nche, per quanto è possib ile, rapidamente ».
Vibra un po" dell'eloquenza di Oemenceau in queste parole. Ci piace soprattutto la dichiarazione che l'appartenere a una classe o all'altra, l'essere squattrinato o milionario, è indifferente per il corso della giustizia. E questo attende il Paese. L'on. Orlando, che è giùrista di grandissima fama e conosce quindi le vicende ·delle .istituzioni politiche nella storia del nostro e degli altri paesi, sa che cosa significa perdere o· conservare la fede nella giustizia. Decadono precipitosamente i regimi nei quali la giustizia diventa partigiana. In tempo di guerra, poi, questo senso di giustizia, questo bisogno di giustizia, è più acuto, più profondo. Non avrebbe senso la frase « giustizia di fronte ai popoli», se non ci fosse, all'interno deUe nazioni, una giustizia in confronto degli individui. L'on. Orlando ci promette questa gius tizia. La!giustizia armata della spada. E urgente cli rinfrancare questo senso, intimo e quasi innato, della giustizia, fra colo ro .che ci difendono dal nemico e che osservano e attendono. Non avvenga che i giudici di oggi debbano essere a lo r volta giudicati. Tutti coloro che hanno. tradito, non possono sfuggire alla sanzio ne estrema.
Siamo sul Piave. Siamo sul Piave e no n sull'Isonzo.
È delitto la pietà per gli individui, quando è in gioco l'esistenza di un popolo.
MUSSOLINI
Da Il Popolo d'llalia, N. 66, 7 marzo 1918, V , Pubblicato :inchc sull'edizione" di Roma, N. 68, 9 mano 19 18, V.
Guai Ai Vinti I
IL « RE DI PRUSSIA »
Un laconico telegramma da Zurigo annuncia che secondo una n otiz.ia della quasi ufficiosa Vouische Zeitung « il duca Urach de! W Urtemberg ha definitivamente accettato il trono della Lituania offertogli dagli Imperi Cen t rali». Il piano pangermanista verso Oriente si attua anche nei dettagli dinastici. Io credo di non essermi inganna_to, q uando, alla ripresa della campagna tedesca contro la Russia, 2ttribuii soprattutto obiettivi di riconsacrazione monarchica alla marcia verso Pictrogrado çlelle divisioni di Hofmann. Non è da escludere, che nonostante l'accettazione della « pace senza esame, inaudita e rpogliatrite », come è stata definita dal giornale ufficioso del SoviU, i ·tedeschi arrivino a Pietrogrado, anche per garantire -con l'occupazione della capitale - la pace che, firmata dai plenipotenziari di BrestLitovsk, non è stata ancora rati6cata dal SotJièt dei SotJiU della vecchia Russia. E se i tedeschi arrivano a Pietrogrado, niente impedisce di supporre che vi ristabiliscano la monarchia.
Per convincersi che la pace imposta dai tedeschi è veramente inaudita e spogliatrice, basta esaminarla sotto al triplice punto di v ista territoriale, economico, politico.
T erritorialmente tutti i distretti della Polonia russa, per un to tale di d odici milioni d'abitanti, passano .si& et simplidter a lla Germania.
« Nessun obbligo - dke l'articolo 3 del t rattato - di fronte alla Russia deriverà ai- territori in i,arola, per il fatto di avere precedentemente appartenuto alla Russia»,
Con un re tedesco sul trono dello Stato lituano, la Lituania entra a far parte della confederazione imperiale germanica. Quanto all'Estonia, non è escluso che debba s ubire · il destino delle altre provincie del Baltico : nell'attesa della sistemazione de6niti~, l'Estonia s:lrà occupata da forze di polizia tedesche. Non occupiamoci dc11e altre mutilazioni che la Russia ha dovuto subire, a vantaggio della Turchia.
Economiramente, a prescindere dal ripristino del vecchio trattato di commercio enormemente favorevole alla Germani2., sta di fatto che coll'occupazione d elle provincie baltiche, e colla creazione dell'Ucraina, la gunde Russia o Moscovia viene ad essere esclusa da ogni mare. Politkammle, la pace russa è un disastro. L'autonomia repubblicana che le provincie del Baltico avevano proclamato, viene strango1ata a beneficio degli Hohenzollern," mentre i bolscevichi s'impegnano di non « propagandare » più le loro idee in mezzo ai popoli degli Imperi Centrali e lo stesso Governo bolscevico corre serio e imminente pericolo di distruzione.
Ricordate la famosa o famigerata mozione pacifondaia del Reichstag dr-1 luglio scorso ? Era quello un momento piuttosto critico per la Germania! Pareva che la Russia si galvanizzasse per un ulteriore sforzo militare. Allora la maggioranza del Reichstag votò una mozione di pace orientata alla formula « né annessioni né indennità». I pacifondai degli altri paesi gongolarono. Si vede oggi come la Germania interpretava la formula russa. Essa annette immensi territori, nei quali i tedeschi rappresentano il 2. per cento della popolazione totale. Non si vide mai più sanguinosa viçilazione del diritto delle genti I Ma i russi, massimalisti l'hanno merìtato. Invano, oggi, i leninisti imprecano alla social-democrazia tedesca. Il Vorwoerls, organo della medesima, li prende in giro. « Non lagnatevi, - dicono gli scrittoti del Vorwaerls, rivolgendosi ai leninisti, - se avendo spalancato le porte, il ladrone imperialista tedesco si è precipitato nella vostra casa)), Il Vorwo,r/J no n lo dice, ma fa capire che la social-democra.zJa tedesca sarà. lieta di partecipa.re al bottino. La pelle dell'orso russo è a disposizione delJa Germania, quindi, anche dei social-bo,hes solida.li col Kaiser.
Quanto alla rivoluzione tedesca non c' è nemmeno d a pensarci. Solo una catastrofe - prodotta dagli esercìti dell'Intesa e dal blocco · economico - poteva indurre i tedeschi a liberarsi dalle loro gerarchie militariste e a costituirsi in regime democratico. Oggi chi trionfa in Germania è Hindenburg e Lenin gli regge lo spadone. ...
Davanti a questa realtà, a questa tragica rèaltà, davanti alla 1ealtà d'una Germania che ingoia· territori ad oriente, che pi?-nta i suoi re io questi territori, che si prepara a prussHicare questi territori, io mi domando a che cosa giovano le episto le del signor I..ansd owne, che va ricercando col lanternino le possibilità che non esist ono, e a che giovano ì convegni dei socialisti. N iente di più pietoso e grottesco della contraddizione fra i socialisti dell'Intesa che si affannano a diminuire, a restringere, a minimalizzare i fini di guerra, per renderli accetti ai boches e questi che se ne infischiano, che tengono bordone al loro Governo, che si compiacciono - apertis verbis - dcli'espansione tedesca e fanno dell'ironia atroce su quei primitivi di russi, che credevano di bolscevizzare, con discorsi e telegrammi, la Germania e il mondo.
Invece di elaborare nuov i memorandum e nuovi chiffons de papiers, i socialisti dell'Intesa e - se fossero in buona fede - anche i socialisti u ffi ciali italiani, dovrebbero bandire la crociata antitedesca tra i p opoli dell'occidente, n on cercare co ntatti e organizzare co nvegni coi socialisti degli Imperi Centrali, servi fedeli dd l oro governi. Ah sl : la Germi.nia sottomette alla schiavitù della sua c ricca militare altri popoli, e a mini stri inglesi, come Lmsdowne, rispo ndono con una lettera; la Germania allarga la sua dominazione imperiale e Henderson replica con un meHJorand11m.••. È 1.ii u na ingenuità sublime e bestiale, I tedeschi saziano la loro fame di t erritori - chi non ricorda il famoso mehr Land dei socialisti revisionisti ? - - e i socialisti dell'Intesa si tras tullano ndl'elaborazione dei nuovi santi principJ generali; Hind enburg ha spinto le sue di visioni sino alle porle di Piet rogrado e a Londra s i discute, si scrive e si vota.... La Germania getta la maschera e mostra le sue mandibole voraci, ma c'è sempre qualcuno che vuol coprire con un'altra maschera di mitezza questa faccia da ban· di to . C'è qu alc uno che vuol vincere la Germania coi «principi >>, coi sacri principi. Anche i russi avevano questa illusione. Da una p arte le formÙle della felicità universale, dall'altra i cannoni Krupp. << Noi vinceremo colle formule», p roclamavan o i russi. « Noi vi schiacceremo . coi cannoni », risp ondevan·o i tedeschi.
Cosi è avvenuto, Per fortuna, malgrado le lettere dì Lansdowne e i memoriali di Hendcrson, i popoli d'occidente sono guidati da un intuito profondo di vita : essi sanno che mai come in questo momento : filai ai vinti I
« L'ULTIMO QUARTO D 'ORA»
« VIVE LE TIGRE ! »
Finalme nte dopo una serie di manifestazioni oratorie assai i ncerte da parte di taluni uomini politici d,...lla Quadruplice Intesa, abbiamo un discorso di gucua, uno di q uei discorsi che rinfrancano le speranze e riaccendono le fedi. Questo discorso lo ha p ronunciato Clemcnccau. Quest'uo mo non va a caccia di mosche o di fa rfa lle. Non s i illude. Non illude. Non appartiene· al manipolo di quegli. ir.genui - ma son o soltanto ingen u i ? - ch e credono d i ammansare il taco tedesrn, sciorinandogli innanzi lo straccio rosso dei principi sublimi.... Oemenceau si rende conto della rcalrà e parla chiaro. Chiama << trad itori» in tutte ]e lette re, ouei russi massi malisti, che ricevettero, no n più tardi di un mese fa,·l'omaggio di grandiosi bo11q11els di 6.ori da p arte della democrazia transoceanica, disposta a vedere gli angioli anche in mezzo all'infemo
Giorgio Clemenceau rappresenta, oggi, la più tenace, la più incrollabile, l a più dirit ta volontà di guerra. È u na tigre. Una tigre non bda. Sono le pC<'ore che belano. Certe pecore ben grasse. che credono dì salvare il lo ro vello patteggiando col ·lupo e prestando al lupo l e lo ro intenzioni evangeliche, il loro stat o d'animo paradisiaco e le l oro illusioni balorde. Perderanno la lana e il resto Non c'è bisogno di scrivere degli articoli, dei terribili articoli a continuazione p er combattere uno sconforto che in Francia non esiste. La Francia è in piedi. Come non lo fu mai I Dopo quattro anni cli guerra e di una guerra che in Francia è stata particolarmente crudele e tragica, Clemenceau è al potere con questo programma semplice : non petJ1are, non agire che per la gue"a, La Nazione - quella che combatte e l'altra che lavoraè tutta raccolta fiduciosa dietro di lui. I socialisti u fficiali corrono il rischio, colla loro opposizione di d ettaglio, di isolarsi completamente dal Paese. È stato facile a Clemenceau cli batterli i n breccia. Questi socialisti che si arrogano il diritto di nuovi salvatori d ella classe operaia, che - alla guisa di re Sole - dicono : il proletariato siam o noi I, eh.i sono fo realtà? Dei borghesi più o meno rati,; dei professionisti della politica che c redon o di interpretare i bisogni, le aspirazioni di altri uomini ch'essi non conoscono, co i quali n on hanno dimestìchezza di abitudini e nemmeno di idee Quando il p ri ncipe Kropotkine volle r endersi conto di ci ò che fosse la vita d elle fabb riche ca mbiò il suo nome in quello di Boro di ne e lavo r ò p arecchi mesi come semp lice op eraio in un'offi cina di Pietrogrado. Ma i b orghesi del socialismo n o n hanno la curio sità di certe esperienze. Nei confronti della g uerra, il loro pacifismo è oggi di una incoerenza fenomenale. D elle due l'una : o i socialisti delle nazioni democratiche d ' O ccide nte son o solidali coi loro compagni di R ussia, che il Kaiser sta per schiacciare e ha già in parte schiacciato, e allora essi dovrebbero invocare no n la pace, ma la guerra santa contro la Germania, che strozza s ul nascere il primo faticoso e «rad io so » esperimento di regi me socialista ; o v ogliono la pace anche se si fa a lle spese dei russi, e allora t radisco no la. Russfa e favo riscono e legittimano il tcionfo della Ger mania anche in questo obietti vo prettamente anti-socialista, m ilita rista e imperialista d ella sua guerra. Ma è oramai evi dente che i socialisti occ id entali abb andonano al loro destino i (< primitivi » russi e .i loro tent ativ i d i rifacimento dell'universo.
Sino a ieri vi fu un socialismo c he all'idea di pace sacrificava le ragio ni e g li ideali e gli interessi d ella « democrazia)) e questo s i po teva; sino a un certo punto, comprendere ; o ggi il socialismo, nel suo gro ttesco cupio dissoftoi, va più in là: p urché ci sia la pace, an nien ta se s tesso.
Contro questi suicidi, sono andate al giusto segno le frecce acu min ate della p olemica di d emenceau . Io credo in Clemenceau. Qu es t'uomo è, per me, una garanzia d i vittoria. Q uest' uo mo odia. Ha delle passioni. H a dei ran cori. Anche I È and-bocht> da cin quant'anni, da quando era 111aire dì u n sobborg o d i Parig i. Si è abbeverato, saturato d i q uest o suo odio anti-tedesco . Non è lui l'esegeta, che v a a sottilizzare sui discorsi d ei nemici N o n si lascia ingannare dalla vol uta elasticità delle frasi di un H er tling , Clemenceau g uarda a1la dura r ealtà dei fatti di L udendorff.
« I.A gue r,4 .continua - egli h a detto - sino a/l' ultimo quarto d' ora, poirhé ; aremo noi che avremo l'ultimo qua,rUJ d'ora t> ,
Q u est o d oveva essere d etto, ripet uto, pro clamato : la g uerra continua. Lettere, messaggi, disco rsi non hanno avvicinato b. pace di un minut o solo . I dirigenti ang lo -sasso ni h an no « rido tto )) i fini dì guerra e si è vist o con qual ris ultat o . Noi « rid ucia mo » e loro
1< a llargano» N oi, t utti presi dalle v isioni celesti del basso mond o futuro, q uando gli u omini languiran no e m oriranno di « fraternità», abbiamo fatto delle rinuncie tcrritoriall, ma i bo,hu estendono i loro confini. Noi siamo pronti a «digiuni» altruistici. «Loro» si satollano. Giorgio Oemenceau ci riporta sul terreno d ei fatti C'è nella conclusione del suo discorso le ragioni e il « m otivo» profondo della resistenza : bisogna resistere un quarto d'ora di più. Clcmenceau aggiunge : m;i resisteremo i l (j11Qrlo d'ora in più mceuario .
Ecco : fa bene di quando in quando sentire che il timone di questa nostra barca è affidato a un pilota dalle braccia e dal cuore di ferro. Il mare di venta sempre più tempestoso, ma demenceau ci assicura che giungeremo in porto.
MUSSOLINl
D a Il Popo/q d ' fr,Jia, N. 69, 10 mano 1918, V . Pubblicato anche s ull'edizione , di Roma, N. 7 1, 10 marzo 19 18, V.