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NEL GLORIOSO ANNIVERSARIO DELLE CINQUE GIORNATE
Mentre qua e là nel Paese, il disfattismo che il Governo non sa reprimere, perché non osa bruciarne i centri e g li organi massimi, ha ripreso sotto mille subdole forme la sua opera di ignominia ; mentre alle frontiere si addensano a milioni gli uomini nell'imminenza di altri cimenti forse decisivi, Milano ha voluto riaffermare ·ieri, con una giornata di fervido instancabile patriottismo, la sua tenacia indomabile, la sua fede profonda nei destini . d'Italia.
Una ricorrenza storica, che suscita ogni anno vibrazioni intense nell'anima popolare milanese, ha dato il sigillo a tutte le manifes tazioni che ha nno avuto luogo ieri nella nostra città. Ieri mattina, un comunicato della Banca d'Italia diramato ai g iornali, annunciava che Milano aveva sottoscritto un miliardo al quinto prestito nazionale. Noi, che con una serie di articoli aveva mo po~to il raggiungimento di questa cifralimite come jl compimento di u n grande dovere civico, siamo lieti di aver contrib uito colle nostre forze al risultato magnifico e siamo, soprattutto, lieti di constatare che la nostra fid ucia non è andat2 de~ Jusa. Mille milioni al quinto prestito nazionale I Non si esagera dicendo che Milano sostiene q uasi da sola il peso enorrrie della g uei'ra. Ma Milano ha dato qualche cosa di più, qualche cosa di meglio del suo Oro j ha dato il suo sangue alla guerra ; ha svuotato le vene della sua gioventù più gagliarda, colla stessa generosità colla quale apre i suoi forzieri, quando la Patria chiama. E proprio nel_giorno stesso - ieriin cui veniva annunciato l'esito del quinto prestito nazionale, nel cortile amplissimo di una caserma si svolgeva una -cerimonia che documentava e consacrava il sacrificio di sangue. di Milano.
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La diffamazione sottile del neutralismo abietto, che da internazionalista cliventa anche campanilista ; il fatto che una dozzina di miserabili aveva scclu Milano - come città più vicina alla frontieraper il loro igno bile commercio col nemico, non cancella le cifre superbe che testimoniano in faccia a tutta Italia, come Milano abbia di~ mostrato il suo patriottismo col sang11t e soprattutto col sangue. I richiamati alle armi sono stati novantamila. I volontari dagli otto ai dieci mila. Le cifre statistiche dei primi mesi di guerra ci mancano, ma sui primi ciglioni dell'altopiano di Trieste, fu sparso il sangue più ardente .della gioventù milanese. Quanti sono i volontari del 68° Fanteria, to rnaci dalle battag lie dell' ottobre 191s? E quelli del u 0 Bersag lieri ? E quelli dei reggimenti alp ini ?
Nel solo 19t6, Milano città ha avuto 2.700 morti in g uerra e oltre 7000 feriti,
Prigionieri una cifra irrisoria: 633.
Diamo q ues te cifre per smascherare la secoiida diffamazione n eutralistica intesa a dipingere una Milano favorevole alla guerra, p erché realizza ingenti guadagni.
Ieri, alla Caserma Lamarmora, Milano ha chiamato, ed era la quinta volta, per nome e cognome i suoi morti. I morti che ricevettero ieri, attraverso il simbolo della medaglia, la loro consacrazione di gl oria, sì ricongiungono in ispirito ai morti che nel 1848 - in un episodio meraviglioso di guerra di p opolo - riuscirono a cacciare fuo ri delle mura l'austriaco. G li uni e gli alt ri - quelli del 1848 e quelli caduti in questi tre anni di g uerra - indicano ai vivi che hanno il coraggio di vivere, ai vivi che non vogliono essere degeneri, e ai vivi che non vogliono tornare indietro, qual è il dovere di quest'ora suprema. Il dovere si si ntetizza i n questa parola : resistere. So ffrire, ma resistere. Morire, ma resistere. Ogni altra parola è sinonimo di schiav itù per i secoli.
Al vento tutte le bandiere, oggi, sessantesimo anniversario delle Cinquç Giornate. Un lembo della Patria è violato, ma non lo sarà per lungo tempo ancora Il tricolore alle finestre sia l'espressione dell'anima. tenacemente, disperatamente anti-tedesca cli Milano. La città che schiacciò già l'Hohenstaufen è decisa a <e tenere », decisa più che maì a « tenere>> sino a quando non sia vinto l'Ho henzollem I
M USSOLINI
Da I! Popolo d"l1Jia, N . 77, 18 marzo 1918, V. Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N. 79, 20 marzo 1918, V, ·