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394 OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

tiprende più le armi una volta che le abbia gettate ; ma sarà la conseg uenza della vittoria che i p o poli d'occidente sono più che mai decisi a conseguire.

A h J co m e la storia ci ha d ato e ci d à continuamen te ragione l Co me sia mo lieti, orgogliosi di aver contribuito a g ettare fra le ruote d el carr o militarista germanico stritolatore dei popoli, il ~astone dell'intervento italiano I E noi se ntiamo che se si domandasse al n os tro p opolo delle officine e a quello delle t rincee: volete una pace che rid uca l'Italia, l'Europa e il mondo t utto allo stato miserevole in c ui è precipitata la Russia?, un n o so lenne sarebbe la risposta.

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Da Il Popoh, d'llalùz, N 80, 21 marzo 191 8, V.

Il Processo Di Genova

Il processo che si svolge in questi giorni al Tribunale dì Genova e nel quale sono imputati alcuni svizzeri tedeschi e quattro autentici boches, merita di essere seguito con diligente attenzione. Prima di tutto perché siamo al quarto anno di guerra e pare che solo oggi le n o stre autorità politiche e militari si siano decise ad agire energicamente contro i traditori ; in secondo luogo perché questo grupp o di stranieri nemici dell'Italia aveva scelto come suo campo di azione il maggior porto d'Italia e del Mediterraneo. In te rzo luogo il processo di Genova è tipico e caratteristico per documentarci in qual modo la Germania procedeva tra noi : la penetrazione economica e l'accaparramento delle industrie si accompagnavano allo spionaggio cli natura politico-militare.

Ci rammarichiamo vivamente che i quattro maggiori imputati siano latitanti, mentre avremmo voluto vederli al banco dell'infamia e al muro dell'esecuzione. Il Locher stesso, che è la figura predominante fra gli imputati in istato d'arresto, ha potuto drc<?lare liberamente in Italia fino a 40 giorni dopo la nostra sciagura di Caporetto A difendere gli imputati sono accorsi molti dei miglio ri avvocati di Genova e anche quello che ha fama di essere il principe del foro genovese, diciamo l'avv. Erizzo, il cui figlio, pure avvoc.ato, avrebbe, se f nostri info rmatori non ci hanno ingannato, sposato una ricca austriaca alcuni giorni dopo il 2.4 ottobre 1917.

Certo che gli avvocati cercheranno di salvare dalle pene ·estreme i loro clienti, ma tutti gli artifici legulei di questo mondo non riusciranno a modificare il ve!detto di condanna che la coscienza popolare ha g ià pronunciato, Risulta intanto :

1. che uno dei servizi pubblici più importanti di una delle più importanti città d'Italia e anzi, della più importante dal punto di vista marittimo, era completamente nelle mani dei tedeschi ;

2. che questi tedeschi, mentre da una parte realizzavano g uadagni vistosi dalla loro impresa, rendevano servigi di natura spionistica alla German ia ;

3. che durante la neutralità e durante il primo periodo della nostra guerra queste imprese d'indole economica dei tedeschi si tramutavano in organi politici per sabotare la nostra guerra;

4. che troppo tardi l'Italia ufficiale si è resa conto della necessità di estirpare questi centri d'infezione della nostra vita nuionale;

5. che quasi tutte Je vkende più tragiche e apparentemente oscure della nostra guerra si spiegano colla libertà lasciata a uomini, a gruppi, e a grandissime aziende tedesche, per cui è nella storia di queste aziende industriali, ·commerciali e bancarie che l'altra st oria del nostro Paese è contenuta, Il processo di Genova può rappresentare una soddisfazione per l'opinione pubblica italiana, ma esso n o n ripara in nulla il danno enorme che i tedeschi e i falsi neutrali ha nno cagionato alla nostra causa. Non si tratta tanto di colpire gli individui quanto di estirpare tutta la organizzazione ·spaventevole, infernale dello spionaggio tedesco. Bi· sognava averlo fatto prima. Anche d urante il periodo della n ostra n eutralità il Governo aveva l'obbligo di vigilare attentamente s u tutte le manifestazioni dell'attività germanica in Italia. Il Governo lasciò fare e avvenne che appunto durante il periodo della nostra neutralità i tedeschi indiSturbati cercarono di rafforzare tutte le posizioni. Dichiarata la guerra ali'Austria, e n on alla Germania, il Governo italiano non osò di affrontare il formidabile problema dello spionaggio tedesco. Passarono altri mesi che la G ermania utilizzò per mo ltiplicare la rete dei suoi informatori. Nemmeno colla dichiauzione ufficiale di guerra alla Germania il nostro Governo osò di prendere le misure necessarie contro i tedeschi, i quali sono rimasti indisturbati fino a pochi mesi fa e, malgrado Caporetto, se non ci fosse stata una vio lenta campagna d ei giornali, è assai probabile che le n ostre città anche in zona di g uerra sarebbero t utto ra deliziate dalla presenza dei s udditi nemici.

Noi diciamo che se non si riesce a colpire nella parte vitale la mostruosa piovra dello spionaggio tedesco, la vittoria dovremo pagarla a più caro prezzo di sangue, Troppi tedeschi più o meno nat uralizzati sono in grado di nuo-: cerci e tro ppi italiani che hanno funzioni delicatissime sono coniugati co n donne tedesche. Quella Frida Lieb enthal, moglie di un maresciallo di marina che mandav a a Berlino le informazioni confiden2iali sul contegno della stampa genovese, della stessa natura di tutte le alttc mogli tedesche che sono ancora in Italia.

Anche noi, come il popolo di Genova che ha urlato g li imputa.ti e li ha schiacciati sotto un coro di imprecazioni, anche noi chiediamo che la giusfrzia dia un verdetto severo cd ammonitore; ma noi vogliamo qualche cosa di più : vogliamo che il Governo con una serie di misure spietat.amente radicali liberi l'Italia dall'incubo dei tedeschi e g11.rantisca le spalle d ei nostri soldati che ci difendon o tra Brent.a e Piave. E soprattutto non tante lung aggini, non vogliamo processi eterni come quelli che sollazzavano l'Italia in tempo di p ace. Il mondo oggi va terribilmente in fretta; anche la giustizia deve accelerare jJ suo passo, altrimenti i colpevoli che camminano più di essa eviteranno la sua spada.

Mussolini

Da Il Po/'(>lo d'Italia, N. 81, 22 mo.tzo 1918, V, Pubblicato anche sull'edizione di Roma, N, 83, 24 marzo 1918, V.

L'ATTACCO DEI « BOCHES » SUL FRONTE INGLESE

Quell'attacco potente di fanteri e tedesche che, il comunicato inglese anfiuncia, è da considerare c6me l'inizio di quella famosa strombazzata offensiva che i bochu reclamizzavano da mesi e mesi o è _ semplicemente un assaggio in grande s tile? Non sapp iamo. Certo è che l'ampiezza del fronte d'attacco, il numero delle forze imp(:gnate e la risolutezza nell'azione, avvalora no la prima ipotesi, e cioè che si tratti di quell'offensiva che la coppia Ludendorff-Hindenburg an nunciava da tanto tempo.

Il comunicato fo glese dice che la battag lia continua, ma c he il nemico non ha raggiunto alcuno dei suoi obiettivi su nessun punto del lungo fronte d'attacco.

Certo, le prime trincee livellate dal fuoco d'artiglieria sono state occupate dai tedeschi, i quali possono avere raggiunto, qua e là, anche le trincee della seconda linea, ma lo sfondamento, colla possibilità degli aggiramenti, non si è verificato e non si verificherà. Nella più dura delle ipotesi, i tedeschi possono sviluppare i loro vantaggi iniziali fino a riconquistare parte del terreno perduto all'epoca della ritirata di Hinde nburg, ma q uesto s uccesso territorial mente insignificante e politicamente nullo, non è quella v itto ria schiacciante colla quale il Kaiser si ripro mette di avere' la decisione della g uerra, pri ma che le forze del continente americano e del continente asiatico, siano entrate totalmente nel g ioco.. Noi attendiamo il seguito di questa g ig antesca battaglia con p iena, pienissima fiducia. I tedeschi n on passeranno. Primo: Perché la sorpresa non c'è stata. Gli inglesi erano prepa rati all'attacco, Lo attendevano. E precisamente sul settore dove si è sviluppato. Mancando la sorpresa, manca uno degli elementi principali di successo. Secondo : Lo ~ch ieramento inglese è soprattutto profondo. Non c'è trincea, anche a dieci-venti chilometri dalla linea d~gli avamposti, che non sia presidiata T erzo : La superiorità aerea degli inglesi è uri ostacolo potente all'offensiva tedesca. Quarto: Il fa ttore u omo. Il soldato inglese n o n defeziona. N o n si arrende.

VInghllterra non ha disertori. Il soldato inglese sa p erché si batte .

H a il senso, la coscienza individuale della propria resp o n sabilità. L'esercito inglese non si t «sbandato» nemme no quando - nei primi tempi della guerra - le sue forze stavano di fronte a quelle tedesche nella proporzione di uno contro dieci. La battaglia sulle dune di Newport durante la quale alcuni battaglioni di inglesi accerchiati si fecero massacrare sul posto tutti, dal primo all'ultimo, piuttosto che arrendersi, ci dice che la stoffa individuale del soldato inglese è eccellente L'inglese sa di essere il soldato di un grande Impero e il _ difensore di una grande causa e sa che, se i tedeschi vincessero, la prosperità e la libertà della sua stirpe sarebbero finite per sempre. L'esempio russo è di una eloquenza tragica 1

Mentre scriviamo queste linee, la battaglia: infuria. Le masse che si fronteggiavano nella stasi delle trincee, sono ora travolte nella tempest a di ferro e di sangue. Ci pare quasi di sentir vibrare nella calma notte, il clamore e il furore delle ondate di questo oceano umano. M a il Kaiser non riuscirà ad imporre la sua « pace tedesca». Riuscirà soltanto a rinnovare per la s ua gente un più g rande massacro di Verdun. Che l'offensiva continui nel settore sul quale è cominciata o si sposti altmve, su altri fronti, noi abbiamo la certezza, ch e, dovunque e comunque attacchino, i tedeschi non passeranno. I popoli d'occidente sanno qual'è la posta del gioco terribile : o la libertà o la schiavitù.

Non passeranno I MUSSOLINI

Da Il Popolo d'T1ali4, N. 82, 23 marzo 1918, V. Pubbliuto anche sull"ed{. 2ionc di Roma, N. 84, 25 marzo 1918, V.

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