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DAL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATIEOTTI 31

Ed ecco sorgere da queste pagine la figura d'una German ia che non ha mutato volto; di Wla German ia pacifista, è vero, ma non di quel pacifismo idealista che sa giungere sino all'eroismo o al martirio, sibbene d 'un pacifismÒ di riposo, di convenienze; di una Germania, infine, passata da Un regime a un'altro, no n in virtù d'una di quelle ri voluzioni che cambiano la faccia delle cose, che. seppelliscono cioè il passato e aprono una nuova era, quale la rivoluzione fascista in I ta lia; ma in virtù d'un trapasso, direi quasi burocratico, della legalità e della necessità, del quale pochi sono conv~ntì, anche pe!ché le condizioni sono cambiate, ma solo in peggio.

Gli screzi" delle relazioni italo-germaniche sono sempre i:lipesi nella storia più da malintesi, da diffidenze e stati d'an imo che nòn da i ncompatibilità d 'i nteressi o da profondj urti passionali, e ciò perché la conoscenza dei due popoli fu sempre scarsa, superficiale, unilaterale~ Non ostante che il nostro popolo, per le secolari sue vicende storiche, goda di una magnifica superiorità e _ maturità istinti va politica, che g li assicura una visione universale delle vicende umane, pure anche nei confronti della G~rmania esso è r imasto alla sempl ici~à di pensiero che non esce dai confin i natura li, e Si l imita a g iudicare il prossimo secondo . una concezione pratica di relazione corrente.

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11 largo posto che ci siamo conquistato nel mondo ci impone nuovi doveri e nuove p reparazioni. La Germania , che j~ seguito alla guerra ed alla sconfitta, rappresenta L' asse del riord inamento europeo, intorno , al quale gi ra"no e dal ~uale dipendono u n po' tutti, non si può ig norare o conoscere solo pressapoco. L'autore d i questo studio, ci presenta un quadro completo ed imparz iale della Germania repubblicana, senza veli o seconde intenzioni.

Da questa v is ione risulta che il popolo tedesco h a in sé ancor pre• ziose forze di collabora"zione civile, infinite possibilità di progresso e d i benessere, risulta che sarebbe rendere un cattivo servizio all'Europa, · sia facilitando un. ritorno alle antiche fo rme oligarchiche irresponsabil i, sia i nfierendo sino- a trascinare le masse alla dispcrà.zione e alla rov ina Esser convinti d'una realtà, conosce rla, significa già sostenerla ed applicarla, sign ifica più che tutto poter prevedere quel che avverrà in · ogni momento d ella sua evoluzionè, mettersi iii condizioni di affrontarla, mutarla, e maga ri impedirla. .

L'Italia, grande potenza, deve essere in simi li condizioni e non solo materialmente, ché a questo perisa il Governo responsabile, m a anche spiritualmente; ed a questo deve pensare ogni cittadino che voglia parlare dei grandi probkmi che interessano la sua Patria.

MUSSOLINI

Romtt, Jeltembre 1923.

PER L' IRPINIA *

Io mi occuperò con amore dei problemi della provincia di Avellino. L'Irpi nia lavora tranquillamente ed alacremente ed ha diritto alla più benevola considerazione.

I Principi Del Governo

E LA SITUAZIONE POLITICA · INTERNAZIONALE**

- Quali sono i principi del G01Jerno?

- Lavoro, disciplina, obbedienza, coraggio. Il Governo non ~eve essere un sistema burocratico inerte, ma una cosa vivente. la sua v ita deve passare nelle vene della nazione, deve avere un cuore che batte e che sente batte re. li capo del Governo italiano continua aggiungendo che il Consiglio d ei minisJri sia dando l'ultima mano allo schema per la riforma dell'amministrazione dello Stato. ·

• A Roma, a palaZZo Chigi, il 2 ottobre 1923, alle 13.30, Mussolin i riceve « una rappresentanza della provincia dì Avel lino, formata dal fiduci ario fascista, avvocato De Cristoforo, dal commendatoc D e Biase, viceprefetto e commissario straotdinario della provincia, dal principe D i Mano, dal dottor Drescih, in rappresentanza dei comuni fascisti e dei t;ru p pi di competenza e delle A ssociazio ni dei combattenti e d ei mutilati, e' del signor Caud nvi, rappresenta nte dei s indacati fascisti. La commi ssione ha t enuto inn:inzi tutto a ri:dfermare la incondizionata e grande fede ltà dei fascis ti di Irpinia, e fon. Mussolini ha detto: " lo ;c no il servi/ore devote d ella nttZÌone. Si4le voi q uindi Jedeliui,ni all'llalita" . Quindi la commissione ha fatto una rapida esposizione di alcune urgenti necessità della provincia di A ve llino per cui aveva g ià invi:ato Wl memoriale al capo del G overno, che ha dichiarato di conoscere perfettamente il contenuto del memoriale in parola, che tratta le. principali questioni 4ella linea diretta Napoli-Bari per Avellino, quella degli acquedotti, quella di lln gruppo di lavori t ecnici indilazionabili, ecc., cd ha annunciato di avere' dato disposizi oni ai ministeri tecnici competenti di ocwparsi con urgenza di questi prob lemi . Per la questione degli acquedotti, la commissione ha richiamato l'attenzione del Presidente sul fatto che mentre l'Irpinia fornisce di acqua la Puglia e la Campan ia, essa ha senza acqua ben ottant:i.sette dei suoi centoventotto comuni ». Congedando la commissione, il P residente d el Consiglio pronuncia le p aro le qui riportate, (Da Il Popolo d ' /J:1lù1, N . 235, 2 ottobre 1923, X).

•• Riassunto dell'intervista concessa. a Rom.a, all'inviato speciale dcll' Erho d e P.rr/i ,· André Piro nneau , il 4 ottobre 19 23. (Da Il Popolo d'ltrdid, N. 238, 5 ollobre 192~, X).

In q11(111/o alla questione delle varie camicie, egli dice:

- L'an no scorso ciascun partito, col suo esercito di camicie a.z zurre, camicie rosse, camicie bianche, costituiva una vera formazione militare. Gò ,non era tollerabile, era un abuso a danno dell'autorità dello Stato, lo ho d etto: Non più camide; lo Stato solo deve avere la forza armata. L' Esercito non deve fare polemiche, e di ciò ho dato io stCsso un esempio tipìco: il giorno in cui ho preso il potere,' ho saputo ch e gli ufficiali della guarnigione di Roma prepa ravano una manifestazio ne in mio onore sotto le finestre del mio albergo. Ho fatto prevenire g li ufficiali che inte rdicevo .W1a simile dimostrazione. Mi hanno compreso. L'Esercito non deve né approvare, né disapprovare. Non ha che un dovere: obbedire.

Ho fatto una r ivoluzione politica e non militare in favore dell'Esercito, ma senza d i esso, e no·n bisognava che esso vi prendesse parte. Oh, no! V edete, l'Esercito è una cosa sacri, molto aita, che non si ha il diritto di toècare. Ma non _potevo sciogliere le mie camicie nere. Esse avevano fatto con me la rivoluzione. Le ho trasformate in una Milizia, con qw.dri costituiti da ufficiali provenienti dall'Esercito. La soluzione è stata favorevolmente accolta da tutti. Questa Milizia è forse oggi d i trccentofIUla uomini. Può essere immediatamente portata ad ottocent o· mila dalla mobilitazion e dei membri del Partito, che sono tutti di fatto mi litari.'

Poi, dop() aver deJto che il Partilo Nazionale FaJCÌJ/a C()Jitrolla due milioni di 11omini, il Presidente ha cura di precÌJare - e ciò era molto opporlllt1(), specialmente per ,l'opinione pubblica franc ese - che i problemi che il controllo di questi d11e milioni di 11omini fanno sorgere1 non sotto mai d i ordùrc ideologico, m a sem pre di ordine personale.

S11 domanda dell'intervistatore1 il Presidente entra fran camente in materia di politica estera.

A proposito della soluzione del conflitJo ital.o-greco, · egli dice:

- Mi fe lidto del risultato ottenuto. La questione è liquidata . Non volevo che fosse portata ·innanzi alla Società della nazioni. Questa infatti hl ciò di inammiss il>ile: che P,Crmette a p iccoli ssitni Stati di intervenire, discutere e regolare gli inte ressi dei grandi p aesi. Vi è una gerarchia d eUe nazioni.

L'operazione militare su cérfù è stata eseguita molto rapida mente.

Opera Omnia Di Benito Mussolini

In alcuni circoli francesi, si è creduto che, per averla effettuata così presto, bisognava che noi l'avessimo preparata prima Nient'affatto. Siamo stati sorpresi dall'assass inio del generale TeJlini e dei suoi ufficiali. Appena ricevuta la .1:otizia, ho convocato i capi di Stato Maggiore d ell'Esercito e della Marina, nel medesimo tempo che significavo alla Creda le mie· esigenze. Dinanzi al rifiuto di quest'ultima di soddisfarle, ho compiuto l'operazione. In quarantott'ore la .squadra italiana sbarcava a Corfù una divisione di fanteria con le sue artiglierie.

- E Fium,e?

A questa dom@dtt1 il ·P,esidenJe rùpo mie:

- La soluzione è sulla buona via Riprenderò i n egoziati d iretti con PasiC. L'intervento straniero nei pom-par/ers e una mediazi'?ne .sono del tutto lnutili e non · permetterebbero che di prolung are i n egoziati. 11 generale Giardino è a Fiume soltanto per p ermettermi al IDomcnto . opportuno di fare esegu ire la d e<;isione, qualunque essa sia.

Volete un esempio del ris petto che l'Italia h a per i trattati? Giolitti non ha temuto, per obbedire al trattato di Rapallo, di dare l'ordine alle truppe di marciare contro D'Annunzio, il cui prestigio era <:onsidere4 volissimo, in Italia. Bisognava egualmente che il ge nerale Gi'.1rdino esercitasse sulla città la polizia necessaria e l'a iutasse a risollevarsi econom icamente. Non dimenticate·che da molti an n i essa soffre per torbidi continui. lnterrogdlo sulla sua opinione circa la politica francese verso la Germania, il Presidente risponde:

- La Francia ha riportato nella Ruhr una indiscutibile v ittoria e Poincaré un grande successo personale. Io sono molto contento di que~ stò risultato. Ho sempre dichiarato c he 1.Ì resistenza era inutile. I ted eschi credevano all'intervento straniero?- Di chi? Della Russia ? La Russia è incapace di battersi fuori d elle sue frontiere. Dell'America? Dell'Inghilterra? La Germania non h a un esercito, non aveva n é la rag ione, né i m ezzi per resiste re Non si resiste quando non si è forti.

Per ciò che .riguarda le riparazioni, il mio punto di vista è sempre lo stesso: il problema è strettamente collegato a quello del rego lamento dei debi~i 4 interalleati. Noi non pot-remmo mostr3.rci generosi nei ri• guardi della Germania che nella misura in cui i _ nostri creditori si mostreran no generosi verso di noi. Ogni altro modo di vedere sarebbe inaccettabile. L'abbandono e la rid uzione not evole dei debiti può soltanto autorizzare alla riduzione del d ebito tedesco.

A proposito, infine, delle relazioni fra Quiri11r1le e Vatican (l, Mrusolini ha deJJo:

- Le nostre relazion.i sono molto buone e da parte nostra molto deferenti. B un grande errore quello di voler ig norare una g rand_e po· tenza morale, la cui influenza diventa ogn i giorno più g rànde.

« IO NON SONO UN PADRONE, MA PIUTTOSTO UN SERVO, MOLTO ORGOGLIOSO DI SERVIRE QUELLA SANTA REALTA CHE :E L' ITALIA»

Il ringrazjamento che mi avete portatò, io avrei preferito che fosse rinviato. Io desidero scarsamente di essere ringraziato; in ogni modo ad opera compiuta, perché allora le coscienze Sono tranquille. Indubbiamente non s i può fare per la vostra regione in un anno quello che non si è fatto in mezzo secolo. Non andia mo ora a stabilire le responsabilità degli uomini del passato. Non s i tratta di giudicare il passato, che è morto; si tratta piuttosto di spianare la strada all'~vvenire·, che è nostro.

Il Governo· fascista, promulgando delle leggi in vostro favore, non compie nessuna _ azione miracolosa o specia le: compie semplicemente il suo dovere. Se i tempi non fossero cosl ardui, se Je casse dell'Erario non fossero esauste per motivi che voi conoscete, il dovefe del Governo sarebbe stato compiuto in propoa:ioni ancora maggiori. Quello che il Governo ha fatto deve essere pertanto considerato come una specie di forte anticipazione, Bisogna mettere le regioni dimenticate al passo con tutte le altre regioni d'Itàlia,

Tutto ciò non può essere soltanto opera del Governo; deve e~serc . anche opera dei cittadini, delle vostre amministrazioni, dei vostri rappresentanti, dei vostri Fasci, dei vostri grUppi economici e politici. Deve essere insonuna frutto della collaborazione viva ·e continua fra quello che i buoni e virtuosi cittadini fanno in provincia.

Se io vi dico che Je reg ioni del Mezzogiorno d'Italia mi stanno particolarmente a cuore, vi dico una cosa che è profondamente vera e sentita. L'Italia ha superato la fase dei luoghi .comuni. Tutto ciò che poteva spiritualmente dividere l'Italia è scomparso, Spiritualmente, io affermo che non: esiste più un nord ed un sud: esistono soltanto degli italiani devoti alla patria. ·

Ma l'economia esiste. Esiste cioè un nord, c he ha uno sviluppo ecO:.

• A Roma, nel salone della Vittoria di palazzo Ch.igi, la sera del 5 ottobre 192~, M ussolini riceve le autorità politiche «:I i sindaci di tutti i comuni della provincia <li Reggio Calabria. Il prefetto NObile esprime al Presidente · del Consiglio eit i sensi di devozione della provincia d i Reggio Calabria e nello s tesso tempo tutta la riconoscenza per i provvedimenti che il Go'Verno fa scista h a preso per la ricostruzione clei paesi terremot;Ui ». Al prefetto, il Presidente del Consiglio riSponde con il discorso qui riportato. (Da li Popolo d'Italit:, N. 239, 6 ottobre 1923, X). · nom ico assai avanzato e ]e regioni meridionali ancora arretrate per quanto è soddisfacimento dei bisogni più elelllen tari della vita. Abbandonate a se stesse, queste regioni impiegherebbe ro molto tempo a mettersi al passo con le altre regioni d ' Italia.

Sorrette dall'opera del Governo, io pe nso e credo che si metteranno rapidamente alla stessa altezza delle altre regioni. Voi avete delle virtÒ. preziose, siete laboriosi, non siete ancora tocchi da certi mali che sono propri della più progred ita civiltà industriale. Siete prolifici e sobri. Ci sono invece delle regioni che conswnano troppo alcool. Ciò aumenta il numero degli inquilini dei manicomi e degli ospedali.

Voi, infine, rappresentate un elemento di equilibrio, di riserva, un elemento che doma ni può essere di salvezza . Ed aggiungo anche che, mèntre in talune regioni d'Italia si è dato alla guerra il braccio applicato ai torni e alle macchine, voi avete dato il vostro applicato a l fucile. li che è l eggermente diverso Per tutte questè ragioni, io pon ho bisogno di ripetere che vi manifesto tutta la mia simpatia p iù cordiale di capo, di ital iano, di fratello. E prego voi, signori sindaci, di portare alle popolazioni dei vostri comuni la espressione di questi miei sentimenti, _ di dire che io non sono un padrone, ma piuttosto un servo, molto orgoglioso di servire quelJa santa realtà che è l'Italia. (Il Pre1idente af/4 fine del 1110 dire è 1/alo 1aluta.Jo da 11n triplice « ttlalà.l » dtt. parte dei presenti, che gli hmmo improvvùato anche ima commovente manife1/azione!.

PER I COMUNI ITALIANI •

Certamente il vo~o di solidarietà e di simpatia per il Governo fascista, che avete avuto oggi l' amabilità di portarmi, è molto impo rtante, non per me personalmente, ma per il fatto in sé. Io penso infatti ch e il tessuto nazionale non può essere rinnovato lavorando soltanto al centro. E ottomila comuni rappresentano o~omila grosse molecole del tes- suto dell'organo nazionale. E necessario che ognuna di quesle molecole segua armo nicamente questa imp resa del centro.

• A Roma, a palazzo Chigi, H pomeriggio dell'8 ottobre 1923, Mussolini riceve il Consiglio direttivo dell'Associai.ione dei comuni italiani e la Giunta esecutiva del comitato dei capoluog hi di provincia. Il senatore Teofilo Rossi, Presidente· del Consiglio direttivo, legge l'ord ine del giorno di incondizionata solidaciet:ì. col Governo fascista votato dal Consiglio direttivo . e dalla Giunta eseçutiva in mattinata, soggiungendo che j componenti sono venuti « a confermare di presenza. il loro proposito d i mettersi a comp leta disposizione del capo del Governo fascista per coadiuvarlo nell'opera di ricostruzione naziona le alfa qu:ile si è accinto còn tanto fervore». Il Presidente del Consiglio, dopo aver ringraziato « per l'atto d i omaggio resogli », pr'onuncia le parole qu i ripor• tate. (Da li Popolo d'!talia, N. 241, 9 ottobre 1923, X).

Quando cei:1tro e periferia lavorano concordi, a poco a poco, a tappe insensibili per noi che osserviamo, tutto il tessuto della nazione si ri nnova; e una nu ova vita fluirà n elle fibre dell'organismo. E dopo un po' di tempo, il lavoro apparirà compiuto anche per g li spettatori. Allora se n e potrà misurare l'entità, l' estensione e la portata.

Vi sono problemi grossi che stanno dietro ai comuni : i problemi della finanza. I comuni stanno male in genera le. Sono pieni di debiti e sono pieni d i bisogni. Il Governo si r~ndc perfettamente conto di ciò. Esso conosce l'utilità naziona le dei comun i, non p ensa a trasfor. mazioni cOme ·quelle che sono state vaglia te sui g iornali, non intende di riesumare delle pa~ole e degli istituti orma i sorpassati, né pensa di mette re sotto tutela i com uni, di togliere loro la necessaria autonomia amministrativa di cui oggi godono, e nemmeno pensa di porli a lumicino in fatt o di cassa.

Io credo che il Governo finirà per lasciare una certa latitud ine ai comuni, per porli nella possibilità p ratìca di amministrare. Queste sono le direttive del Governo in linea di massima. Io credo che esse avranno il vostro consenso. Ringrazio il m io amico Rossi, ringrazio voi e sono sicuro che la collab orazione sempre più intima e fraterna fra tutti g li elementi dirigenti e amministrativi della nazione contribuirà ·a garantire alla nostra patria le sue migliOri fortune.

Il Presidente ha qfl;,1di stretJo la mano ai presenti1 ch e ii 1ono con· gedati vivamenJe soddisfatti.

60" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MIN ISTRI*

Su proposta del Presidente, il Consiglio, in comiderazione d ella ecuzionalilà del doloroso avvenimento delt'eccidio dei membri della de· legazione italiana per la delimitazione.dei confini dell'A l ba11ia, ha deliberato di C()ncedere, a titolo di spe,iale rùarcimmto, alle f amiglie dei militari JJeui, le qr1ali vivono in m()deste condizioni, delle straordinarie

JOVvenzioni pecuniarie nelle s'eguenti mi111ro: alla famiglia del generale TeJ/ini un milione, alla famiglia del maggio re CorJi lire cinq11ecentomi/a1 alla famiglia del tenente Bonaccini lire trecentomila1 alla f amiglia del solddJO Farneti lire d11ecentomila. I.A dùtrib11zione delle somme fra i componenti di cia1cuna famiglia sarà effett,iata dal ministro delle

• T~utasi 1' 11 ottobre 1923 (ore 10•1).30). (Da li Popolu d'ltnlin, N . 244, 12 ottobre 1923, X).

Finanze, 11diti i prefetti delle rispettive provincie. Per ('interprete Craveri, di nazionalità albanese, sarà provveduto a parie.

Su propo1ta del minfrtro del/i[nterna, di conceria con quello dei Lavori pubblici, è ap"provatu uno Jehema di deae/Q con (f{Ì per gli acquedotti ad i110 promiscuo dell'amministrazione Ferrqvie dello Stato e d ei co1111mi della Sicilia in cò-rso di costruzione o di .Jtudio alla data di pubblica0one della pre1ente lègge, sia che l<J co1tr11zione venga aJJ1111la da della amministrazione, sia che venga a.Jsunta dai comuni o dai consorzi, lo Staio concorrerà alla parie della .rpesa a carico dei wmrmi col pagamento della t otalità degli interes.ri e di metà della quota di mnmorlamen!o dei mutui che fossero da contrarre al deJto fine. La JpeJa per tale concorso fdrà carico al capilo/o 143 del bilancio dell' lnlemo per l'esercizio finanziario 1923-'24 ed ai capitoli cOrrispcmdnJJi dei bilanci per i successivi esercizi. Il miniJtro delle FJnanze p rovvede rà perché sia aumentato in congrua misura il relaJivo Jldnziamenlo. Molti comuni d ella Sicilia1 la quale non gode delle age11oldZio'!i concesse ad altre regioni del Mezzogiorno, si trovan() m/11impoJJibilità di concorrere al/,:i coslruzione dei loro acquedoJti e poiché questi sono di uso promi!mo con le Ferrovie dello Stato1 la loro esemzione, oltre a riJol· 1,'ere uno dei pùì importanti problemi per ben q11aranlaq11(lflro comuni del/iisola1 11iene a comentire un'economia notevole per l't1mminiJtrazione ferroviaria.

Indi il Comiglio affro-nla l'esame dei vasti prof!vedimenti relativi dlla ri form a degli iIJil11li di conJrollo e all'organico degli impiegati, preparato dal ,niniitro delle Finanze, on. De Stefani. (

29' RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO••

Prestavtmo servizio d 'o nore i moscheJtieri di Muuolini, al comando del capomanipolo signor Si/eoni.

Erano presenti il Presidente, on. Mussolini; il Jegretario Giunta; i ministri De SJefdni, Federzoni1 Gentile, Giuriati, Oviglio; i soJtosegretari Acerbo, Finzi, Ciano; i comandanti della Milizia De Vecchi, De

• Nella 6 1• riunione, tenutasi il . 12 ottobre 19H (ore 10-0.15), il Con~ siglio d ei ministri discuterà la riforma « della legge sulla contabi lità generale dello Stato». (Da// Popolo d'fotlia, N. 245, 13 ottobre 1923, X).

•• 'I'enutasi a palazzo Venezia il 12 ottobre 1923 (ore 22-0.30). (Da I( Po-polo d'llalitt, N. 245, 13 ottobre 1923, X), ·

801101 Balbo; S. E. Torre) Cesare Roui, l'ing. Postiglione, 1'011. Maz. zpcco, .Michele Bianchi. .

A/t'inizio della seduta, sono staJe m esse in dismuione le dimiu ioni della Giunta esecutiva e il caso Rocca.

S11 q11est'11lti1110 argomento, o/Ire al Presidente, hanno parlato- Michele Bianchi, S. E. Pinzi e Roui. All'tnl(mimità, meno due voti, è stato approvato il seguente ordine del giorno:

« Il Gran Consiglio prende atto delle dimissioni della GiutJta ese· alliva, revoca l ' espulsione di Mauimo Rocca e per le degenerazioni polemiche alle 'flldli il Rocca steJJo ha contribuito lo sospende per tre mesi da ogni at tività di Partilo a cominciare dalla 1ed11ta odierna».

Quindi il Presidente svolge la sua relazione sulla situazione de/·'Pàrtito in rapporto alle condizicni della polilica interna ed estera. Il Presidente ha parla to per oltre 11111ora Jm cùmdo nei m'embri d el Gran Consiglio ,ma profonda impreuione .

Sr, proposta del ministro . Federzoni è stato d eciso di sottoporre i mmedù1tamen/e all'approvazione lo schema delle linee p rogrammatiche di azione composJo dal Pre1ide11te. JJ SegreJario n e ha dato leÙ11ra e i divet'Ji comma sono stati volta a volta approvati con /'apporto di qualche lieve modificazione. Eccole:

1. - Il G ran Consiglio afferma che il Partito Nazionale Fascista ha appena iniziato la sua missione storica, che è quella di dare una nuova classe dirigente alla nazione in vista del raggiungimento di quegli obiettivi interni ed esterni che costituiscono la meta suprema del fascismo: li Partito deve tendere con sforzo quotidiano ad aumentare la sua efficenza politica e morale attraverso un'opera cauta e qualitativa d i prosditismo con .opportuna selezione d egli elementi inidone i e con l'iscrizione per appello o ad honorem di quanti intendono collabora re alla ricostruzione della vita ·nazionale.

2. - La mozione sulla Mil izia Nazionale votata nell'ultimo Gran Consiglio resta fondam entale e intang ibile. L'unicità delle cariche politiche e militari non è ammessa ·se .non in casi eccezionali, previa app,rovazione concorde del Direttorio nazionale, del comando g enerale della Milizia e del Duce, La Milizia è il fiore dell 'aristocrazia, l'anima guerdera del fascismo. _11 militarvi deve costituire il premio più ambito per ogni fa scista iscritto al Partito. La Milizia deve essere sottratta alte oscillazioni politiche del Partito perché possa assolvere degnamente e prontamente ai suoi compiti di grande forza armata in difesa del fa. scisma, del GoVerno fascista e deJ!a nazione:

3. - Il Partito deve collaborare col Governo per vie d irette, senza clamori e polemiche pubbliche . Il Partito, avendo· Osato e · fatto la rivoluzione, non intende sùl ricare o dilatare su altri partiti, più o meno affini, 1a somma delle sue dirette resp onsabilità politiche e · morali Il fascismo non sollecita, ~m. non respinge la collab orazione tecnica di alt ri -element i purché sia leale e disinteressata. E. intuitivo che un trattamento dt. favore deve èssere riservato al centro e alla periferia per qu ei par. titi che collaborano direttamente o indirettamente col Governo fascista. .

4. - n G ra n Consiglio dichiara, concorde Mussoli n i, che ogni tentativo di separate !vfussolini dal fascismo è inane e assurdo. T a le tendenza va combattuta dai fascisti col mezzo positivo del la disciplina. Il ·consenso p ratico del fascismo deve superare per inunediatezza, consapevolezza e calore quello della opinione pubblica indeterminata.

5. - Il Partito ha vasto campo per la sua attività nel1'ammin istrizione delJe migliaia e mlgliaia di enti locali conquistati d al fascismo. Solo se 1a periferia lavorerà armonicamente col centro il rinnovamento. d eJJa nazione sarà rapido e totale.

6. - Le funz ioni d ei rappresentanti dd Governo - i prefett ie quelle dei upp cesentanti d el Partito sono nett.imente distinte e diffe. renziate. ll prefetto è solo resp onsabile verso il ~ove mo ed il solo depositario ·dell'autorità del Governo e deve perciò agire con assoluta l ibertà nei lìmiti segnati d a.llc leggi. Il rappresentante del Part ito deve, con l'ausilio di tutti i collaboratori inferiori in gerarchia, sor veglia re ed esercitare le atti\'ità del Partito nelle provincie, mantenerne la disciplina, garantire J'eseruz io ne tranquilla delle riforme e il progressi vo sv iluppo e consolidamento della rivoluzione fascista.

62• RJUNJONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

( + ) Dopo d i che, su proposa analoga· del President e, è afop row110 un altro schema d i d ecreto per Cui il comune di Seitri Pon ente, ttl quale viene aggregata Id part e d el l arit orio del comune di Borzoli, che è situata alla destra del l off ente Chiaravagna, e quello di San G iovanni Battista, sono imiti n elt'tmico com une di Seilri Ponente. ( + )

Su propo"Sld del Pre1ide11te, è poi approvato uno 1ch ema di d ecreto per cui il t erm ine ro nceuo agli impie-gat i ed dgenti ex-combdtlenti . per chiedere, a n ortJM delle disposizioni dell1articolo 4 del regio decret o 17 maggi.o 1923, il pauaggio alle categorie mperiori, è prorogdlo al 31 dfremb re 1923 ( +)

Sii proposJ,1 del Presidente del Consiglio e m ùriJt ro d egli Esteri, son() poi approvati paucchi provvedim enti, tra cui 11110 schema d i de- ere/o relativo alla messa in esecuzione nel Regno del!~ convenzione internazionale di Parigi e di Ginei:ra per la repressione della ttatta delle donne e. dei fa,rdulli; .1111 altro per la ~nena in esecuzione nel Regno della ·convenzione intenìazionale firm ata a SètÌreI il 6 ottobre 192 I circa l'unificazione intemazionale e perfezionamento del sistema metrico; ed un ferzo, infine, circa la esecuzione nel Regno .della convenzione po.sta/e Ira il Regno d'Italia e la Repubblica di San Marino. ( +)

• . Tenu tasi il 13 ottobre 1923 ( ore 10·13.30) . ( Da ,I/ Popolo d'Italia, · N 246, 14 ottobre 1923, X).

Esaurito /'ordine del giorno, il Presidente del Consiglio dei ministri dichiara chiusa la .seJJione di ottobre, rilevando· che il Consiglio d ei ,niniJtri ha /e1111to sessan1adt1e sedtlte nel "pri m fJ anno del Governo JaJCÌJla. H a rivolto nell'occa1ione tm cordiale sa/lito ai 111oi.colleghi, di- · chiarando di ritenere che in que1to imm1111e lttvoro di azione legirlali va ed ammini.Jlratfr~ finorlt compi11to il Gover11() ha· fedelmente Jervilo il p,uu.

30" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

All'inizio del/(1. sed11ta, il Presiden/e ha comunicato una lettera di MaJJim o Rocca, nefla quale egli dice di ttccettare, senza alcuna dùc111sione, il pro vvedimento preso contro di l11i e me/te a disposizio-ne del Partilo la carica di segretario g~nerale dei Grt1p pi di competenza durante i Ire meri della sospensione. (I/ Gran Co nsiglìO' prende at/(I della lettera ed affidd al viceugretario generale la direzione dei Gmppf di competenza).

Quindi il Pre1ideme annuncia che, 11e!f4 riunione odierna del Co111iglio dei minhtri, 111 prop.osta di S, E. Federzoni, l'on . Cesare Mtrria De Veahi è sia/o nominato governatore d ella Somalia itali~na NeJ dare Jale comrmfrazione il. Presidente rivolge ttn saluto all'on. De Vecchi affermando che anche nella lontana colonia l' opera dell'on. De Vecchi Ja rà Jvolta con diJciplina e con amore coJtante per la for/1tna del pae;e,

Ha riipo.r/o /'on. De Vecchi in preda a viva commozione, auic11ra11do iJ -Prèsidente che la StJa a1pettazione no n sarà delma. li comandame generale in prima De Bono, ricord.mJ o la preziosa atlività 1110/ta dall'on. D e Vecchi per la creazione della M ilizia N azionale, ha s1abilito che q11e1ti1 durant e la sua permanet1zt1 i n co/Onia, rimarrà col grado

* Tenutasi a palazzo Venezia il 13 ottobre 19 2; (ore 22-23.30). (Da li Popolo d'1t«lia , N. ·246, 14 ottobre 1923, X).

Opera Omnia Di Benito Mussolin I

di generalissimo fuori quadro, affinché il 1110 posto· resJi umpre r:t di1posizione, qualora egli, debba pri,nr:t o poi rienJrar e.

Q uindi il ugretario ha frll o . gli a'rticoli riguardanti l'ordinamento interno del Partito, i quali, dopo ima breve diJcmsione e con qualche modifica, riJnlta110 così approvati:

1. - Da oggi e fino al 12 gennaio 1924 ·la d_irezione 1uprema del Partito è affidata a -un Direttorio nazionale provvìwrio d i çin q11e membri.

2. - Entro i mesi di novembre e dicembre dovranno euere convocale, con la modalità di rappresentanza fisiate nell'art. 4 deHo schema di 1/atuto, l e Federazioni provinciali del Partito per procede.re alla no. mina di 1m iegretario provinciale del. Partito, che dovrà euere ro nvaJiddto dal Duce del ftucismo.

3 - Il 12 gennaio Jaram10 convorati in Roma, in sed11Ja p Je. naria; /11/l i i segretari provituiali d el Partito, i quali ct>Jfit11ira,mo

Còmiglio nazionale dei Partito, che Ji convoch(!rà normalmente ogni Jre mni in sed11Ja plenaria col Gran Consiglio, allo uopo: a) di dare al D irettorio nazionale del Partito la sensazione realistica dello stai o psicologico, economico, politico delle varie provincie e quindi comentire la diramazione di norme che si adattino alle concrete esigenze delle varie località,' b) di permettere la valutazione della bontà d m ino dei metodi ddoJtati e la con01eenza dei risultati ottenuti,· e) di rinnovare gli ordinamenti gerarchici con l'elevazione JUC· cessiva dei. pitj adaui dai posti di minol'e a q11elli di nldggiore resp ousabilità/ d) di provocare nei vari segretari del Partito la conoscenza com• p/essiva della vita. del paese e quindi d i assicurare che la loro alfi vità non sia pùì ispirata da rùtrètti ((iteri di i ndole locale, ma alle superiori esigenze mrzion ali. ·

.

4. li Co1uiglio nazionale del Partito che si convoch erà il 12 gennaio 1924, proporrà rma rosa di nomi Jr" i quali il Duce d el fascismo JcegliirJ __i .iuq11e che dov ranno costituire il Direllorio nitzionale definiti vo d el Partito, che resterà in carica un (tnn o, ·

5. - Le gerarchie del Partito restan O' così fi-ss ,ru: Gran Comi~ glio, Comiglio nazionde1 Direttorio nazionale.

6. - Il Direttorio non potrà prèndere decifioni di natura politi(" che intereuino il partito e la nazione, senza previa autorizztTZÌone del D11ce,

7, - Per lib erare il D i rett orio dtJ tutte le vertenze di ordi ~e p o· liti co o morale viené costitflita una Corte di disciplìna comtoJta d i cinque membri sce/Ji dal Duce.

8. - TuJJi i membri del Direuorio nazionale d el ·partito J eb· bono risiedere Q Roma

9. - lt DireJtorio nazionale è l'organo di e1ecuzione e di amminìJtrazione del Partito.

10: - Dei cinqfle membri del Direttorio nazionale uno avrà la carica di segretaria generale del Partit o, tre avranno la carica dì viceugretari politici ed uno la cttrica di ugri:tari~ ·generale <1mminiJJraJivo del Pttrliio, J/ Jegretario generale d el Partito e il segretario generale amministrativo fanno parte di diriJto del Grd11 Comiglio.

11 . - Dà/ DireJJorio n.tzìonale d el ParJito dipenderanno: a) ,m segretario e tm viceugrelario per i FaJci all'cs/eto; b) tm direttore dell'Ufficio stampa; e) un capo Ufficio propaganda: d) liii 1egretario per ·l'Avang/l(trdia giovanile/ e) 1m !egrelario per i Balilla.

Il segretario dei· Fa1ri all'estero e il capo de/l'Ufficio prop"a.ga,tda fanno parte di diritto del Gran Comiglio. , L'on. Giunta presenta la seguente mozione sulla JJropaganda, ·che viene Jenz'altro approvata:

« E istituito un Ufficio di propaganda, il quale, oltre a valorizzare l'opera d el Governo fascist,1 nel paese, de ve avere il particolare compito di tn'ienlare la mentalità del Partilo f aJcisla verso le neceJiità emergenJi d,1/Jo sv;/uppo storico degli avvenimenti.

« l! tempo che il Partit0< si pcrs11ltda cht! il JIIO unico compita è quello di secondare l'opera dei Governo f Mcist11; è Jempo cioè che il fa1cìsmo sappia che, co /J'avvento del Go verno fa1cista, euo ha già ri1ggiunlo i suoi fini di Partito e ora d et1Q.<On1eg11ire i moi fini di Governo e che cp1indì1 ora P.iù che mai, i Juoi fi ni si confondono con quelli della nazione.

« Quest'opera di persuasione d ovrà eJJere fatta 1istematicametite e concretamente, prendendo occ,uione dtt Ittit e le contingenz e d ella vita italiana, tanto nei ·moi rifteui interni che nei J11oi rifieJJi esterni, Non 1cmhrtt pertanto 111perfiuo cre#re flll'ur>po 11n org,mo Jpeciale che abbia una particolare (OntJJcenza e una particolare sensibilità rhpeJJo a "tote1/0 Jostanziale problema. L'Ufficio di propaganda _dovrebbe ·essere organizzalo a somiglianza degli Uffici di propaganda di Armata, che diedero coJÌ eccellenti riJ11ltati durant e la g11erra ».

Il Presidente q11indi propone di procedere alla nomina delle cari• ch'e provviJorie del Parti/(), S11 tale arg o'm ent(J ,1vviene un esauriente !Cambio d'idee, che . ha·porta/O al/e 1egt1e flfi . nomine, approvate aJ una• , nimità: segrettl1'io gener! le del Pàrtito :_on. FmnceJco Giunta;

·viceugre/ari politici: Bolzon, Roui e T er11zzi; segretario generale' amminiJtraJivo: Giovanni Marine!li; segretario per i Farci all'utero: Giuseppe 8 as1ianini; vicesegretario per i FaJci all'estero: on. Sollazzo; capo d ell'Ufficio di p!'opaganda: Maurizio Maraviglia; direttore dell'Ufficio Jtampa: Luigi Freddi; segretario dell' Avanguardia giovani/e: Asvero Grave/li; segretari o dei Balilla: prof. Buronzo; componenti la Carie di disciplina: ()11 Raffaelè Paoluui, on . Capri11o, u11. D11dan, on. B111taf11ochi e un magistrato da· designarsi

Il Gran Comigli o, tenttlo conto delliattività diligente e fed ele svolta fino dagli inizi del f,ucùmo da Achille Starace, propone al comando generale della Milizia dì nominare il generttle Starare comandante della VI zona, i enJ1ta fino a q11e1to momento da/11on. Giunta. li comando generale ha approvato pienamente Jale propo1Ja.

S11 prop~1la del generaliJJimo Balbo, alla quale. 1i aJJocid il Preiidente, il Comiglio lributa un calo'roso e affe/1110 10 1a/11Jo al comm. Michele Bianchi,· che guidò 1empre1 dall'inizo fino ad oggi, il Partito Na, zionale FauiJJa in t11Jte le pùì grandi battaglie che lo conduJJero alla conquisJa del po1ere ed alla direzione della vita pubblica iJaliana, e che oggi e1plica la Jlla attività al miniJtero deltlnterno.

In fine di sed11ia, viene approvato il 1eg11ente ordine del giorn o :

« Il G ran Comig/10 invita i fa!f:ÌJfi di tutla Italia a n_101trdrJi d egni della 10/enne orli che la ndZione rinnovata vive e a celebrare co-n la maJsima 1olen nità e con fermi propo1iti di dùciplina l1 an11ivcr1ario della marcia J11 Roma, che reJta rma delle pi,) grandi rivol11zioni compiute nei tempi moderni».

AI MUTILATI DI ROMA*

Nel d~scorso che voi, corruniJitone Pellegrini, mi avete rivolto, ci sono alcune p arole che a mio avviso sono d egne di meditazione. P. questa la ·seconda volta che mi trovo qui a Roma tra voi mutilati, inval idi e combattenti La prima volta a San Basilio, presso il vostro comitato

• A Roma, nella .sede della sezione dei mutilati di guerra sita in via San Marco, il 22 ottobre 1923, verso l e 11, il reggente Angelo Pellegrini offre al Presidente del Consiglio una spada romana con la seguente dedica: « Benito M ussolini - A Roma segnando i nuovi destini - Questa spada r omana regga con romana virt ù - I mutilati di Roma nell'ottobre 1923 » Al sal uto rivoltogli d al reggente, i l Presidente del Consiglio risponde con il di scorso q ui ripor tato. (Da li Pupo/o d'ltnlid., N. 253, 23 ottobre 1923, X).

Centrale, dove ebbi fa. gioia dì ascoltare il meraviglioso profondo di· scorso di Delcroix. Oggi sento gli stessi. accenti.

Segno che la linea magnifica nella quale vi movete, gli ideali che vi animano e le direttive che perseguite sono rimasti immutati. Voi date uno spettacolo superbo! Avete defin ito la vostra disciplina silenziosa, operante e devota. Questi aggettivi sono quelli che meglio definiscono il concetto di disciplina, disciplina che deve essere più che nella forma nello spirito, che non consiste . solo nella parata, ma è l'espressione del sentimento che anima la vita non solo nelle grandi circostanze ma rutti i giorni.

I. fortuna del Governo aver derivata g ran parte della sua forza morale· dai mutilati e dai· combattenti. Io non dirò di aver fatto per essi grandi cose. Dichiaro soltanto che abbiamo fatto il nostro dovere. Dichiaro, . inoltre, che il Governo vi avrà sempre presenti al suo spirito. Il Governo è un . po' la vostra .emanazione, essendo cOmposto in massima parte di combattenti, di mutilati e decorati; .e quelli del Governo che per la loro età non hanno potuto combattere, hanno, come il mio amico O vig lio, d ato un figlio alla guerra, e, come il ministro Carnazza, donato un fig lio giovanissimo aJla Patria. Tutto ciò va ricordato e deve far meditare !

Vi sono assai grato dell'omaggio morale e del dono materiale, che ha in sé una speciale significazione ed è un simbolo.

La spada romana è piena di sign ificato, perché è stata spada essenzialmente di giustizia. Roma ha combattuto duramente per vincere; ma, dopo la vittoria, si è ispirata alla giustizia; ha assoggettato j popoli per farli cittadini, fondendo insieme la forza e la pietà.

Ed è questo il concetto che io ho della violenza. Se quakhe volta la violenza è neces·saria, essa non deve andare mai disgiunta dal senso della cavalleria e d ella generosità .

In questa concezione corrispOndono pienamente i miei ed i vostri inten dimenti. Sen~o perciò la necess ità d ella vostra collaborazione.

11 compito del Governo in questo momento è tale da far tremare le vene ed i polsi. Non è senza tormento, come voi ben potete comprendere, che si porta sulle spaJle il destino di quaranta milioni di .italiani. .t:; pertanto preziosa al Governo' la collaborazione compatta degli uomini che vengono dalle trincee.

· Con queste forze l'Italia potrà marcia re verso i suoi alti destini

• « La. breve e commovente èerimonia è così finita. Il Presidente si reca a visitare successivamente l'ambulatorio sezionale, esprimendo ai suoi consu lenti jl più vivo compiacimento. Il laboratorio di massoterapia, oggi stesso in.augurato, affidato al cieco di guerra Bucchi Ennio. S, E. il Presidente, ·verameote commosso, abbr11Ccia e bacia parecchi dei ciechi di guerra che lo attorniano. Si p resenta poi

63• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•

A prihèipio di sed11ta1 il u g1·etario del Consiglio, on. Acerbo, offre al Prnidenl e, a 11ome di 111110 it gabinetJo, un grande volume in mi tono racco-lii i rewconli sommari delle sessantad11e udnle t enut e in un ·,:mno dal Comiglio, con la de1crizione di· /11/li gti_affari trattati e il commenlo d ei principali di essi, · ·

L'on, Acerbo aggi_tmge che gli affari trattati sono Jlati 2 482, d i mi 1658 d ecrel i e decreti legge.

' li Pre1id ente ha dichiarato di gradire molto lo ·.rpeciale omaggio e ha ringraziato cordialmente /'on. Acerbo e tu/li i mi 11iJ1ri (+)

Su propos/a del Presidente, è appro-vato ,mo schema di decreto per cui il circondario di -Castelnu ovo di Garf ag11 ana, aJt11almente appartenenJe aJla proPinda r/i. M ana e Carrara, è aggregato alla provincia di Lucca. ( + ) . . .

S11 propc,1ta del Prnidente; miniJtro degli EJteri, wno app ro vati due schemi di decretc,: rmo p er /'approvazione e meJsa in eucuziC>ne nel Regno de/l'acco rdo stipulato a Parigi il 25 maggio 1923, tra i G overni italiano, inglese, francese e belga, da una parte, e il G o vern o degli Stati Uniti d'A m erica, da/l'altra1 per il rimborso d elle spese dell'A rmata di occupazic,n e d egli Stati Uniti d 1America in Renania,· e l'altro concèrnente /'aa orda concluso a Vienna il 16 luglio 1923 fra i l R egno d' Italia e . fa R epubblica d'Arutria, riguardante le società e d oè le persone giuridiche, commerciali e altre auociazioni, e.sduse le bancke e l e società di as1icurazione. ( +)

Su proposta delJ'on M11uolini1 di .concerto col ministro della Marina, allo scopo di accentrare Jolto u n'u nica 'direzione ltltl i gli u ffici t ecnk i e dì rappres entanza nella crociera che la regia nave «Italia » compirà nell'America Latina1 il comandante d i vascello Carlo Grenel è nominalo commiwirio g enerale per la crociera slesstJ. ( +)

Su prDpo1/a del Pre.rid en/e1 il. Consiglio deride di sottoporre all'approvazio ne del re uno schema di decreto con mi è istit11ita una speciale croce di ben emermza di due gradi per gli ·o-perni e impi egati che per pochi minuti alla. finestra. perché reclamato dalla massa dei mutilati che lo acclama dalla strada rottostante. Quindi il Presidente scende fra loro i mutilati circondano ed accompagnano p er un trntto l'automobile p~iden:ziale, rinnovando così il loro alfettuoso oma.ggio al Duce del Govano fascista» . (Da li Pop olo d'l1alia, N. 253, 23 ottobre 192}, X), abbiano rispettivamente, per venticinque e cinquanlt1 a.nni comecuti vi, prestato servizio preuo la steua dilla ùtdrulriafe e eom mercia/e.

• Tenutasi il 23 ottobre 19 23 (ore 10-1 2.30). (Da li Popolo d'Il11lii1, N . 2l 4, 24 ottobre 1923, X).

Dopo di ,he il Comiglio, in .seguito ad ampia diuuuione, delibera di solloporre atl'approvazione del re uno uhe_ma di amniJtia e di ,ondono, preparalo di concerto dal Presidente del Comiglio con il ministro G11ardasigi!li. Il provvedimento dovrà costituire 1111 atto direi/o alla pacifi,11Zione sociale in occasione della celebrazione della ricorrenza della marcia JII R oma.

Contemporaneamente Jaranno ,ouopo,te all'approvazione Jovrana al,11ne prupo1te di· grazia per i vecchi ergastolani che abbiano Jetmlo b11ona condotta durante la lunga. etpùrzione.

AL POPOLO DI ALESSANDRIA*

Fascisti! Cittadini!

Il vostro saluto, che è il primo che io ricevo e che ricevo in questa vecchia e nobile terra piemontese, è fresco ed impetuoso, sincero e fraterno, di perfetto stile fascista. Vedendo tutti questi gagliardetti e questa man if estazione, voglio. credere che l'epoca delle piccole discordie e dei dissidi_ sia troncata per sempre. La nazione, che lavora compatta e si stringe attorno al Governo che ho l'onore di presiedere, esige che sia di esempio la disciplina. E disciplina sia, fascisti! Se questo sarà, deve essere, voglio che sia, la nostra rivoluzione sarà salvaguardata e marceremo· verso il nostro radioso avvenire.

Alzate i gagliardetti, salutate l'avvenire e g ridate Viva il re. (Uno Jcrcncio di appla111i ed 1111 « alalà! » poderoJo saluta la chi111a del di1cono d el Dflce, mentre gli aJJanti salutano romanamente).

DISCORSO DI PALAZZO· MADAMA••

Signori!

Tori no non mi ha sorpreso perché io ero s icuro che Torino mi sarebbe venuta incontro con la sua anima solida, fierissima e devota : mi sarebbe venuta incontro non per onorare la mia persona. La mia persona passa in secondo ord ine. lo sono, come già diss i, un soldato f edele1 un capo fedele alla consegna. Ma io credo che la manifestazione sia stata diretta al Governo che ho l'onore di presiedere e al movimento che ho creato, che ho educato e che educherò ancora, fino ·a quarldo non sìa di-ventato sempre migliore.

• Il 23 ottobre 1923, alle 18, Mussolini era partito in treno alla volta di 'l'orino, Il 24 ottobre, alle 7, sosta nella stazione di Alessandria; dove, dal 6nestrino del vagone presidenziale, pronuncia le parole q ui riportate (Da Il P<>/iofo d'ltalitt., N. 255, 25 ottob~ 1923, X, e da !A Stampa, N. 253, 24-25 ottobre 1923, 5,.).

•• Il 24 ottobre 1923, alle 9, Mussolini arriva a Torino Alle 9.40, a palazzo Madama, partecipa ad un r i.cevimMto in suo onore offerto dal municipio, In tale occasione, il Presidente del. Consiglio pronuncia il diséorso qui ri portato. (Da Il Popolo d'IJaiia, N . 255, 25 ottobre 1923, X).

Questo movimento, questo Partito ha assunto la terribile responsabilità del potere. Sulle spalle di _pochi uomini pesa il destino di quaranta milioni di itali an i. C'è da meditare, c'è da sentirsi un poco umili di fronte a . tanta fatica e a tanta responsabilità; ma questo fremito e questa trepidazione che sono in tut!i gli artieri, che sono i n tutti i patriotti, trovano consenso nell'adesione sempre pi ù vasta e sempre più profonda del popolo italiano.

Dopo dodici mesi di Governo, Governo duro, Governo antidemagogico, Governo che non ha pohlto ancora dare benefici tangibili al popolo italiano, dopo dodici mesi di questo Governo, il popolo italiano è stretto attorno agli uomini del Governo e manifesta sempre più vivamente il suo consenso alle loro Jatiche.

Senza· bisog no di ricorrere alla forza, c'è il consenso. E perché? Per una ragione molto semplice. Noi non siamo degli ambiz iosi, meno ancora dei vanitosi, meno ancora asswniamo pose di infallibili. Siamo sempli cemente d egli uomini che lavorano, che si sono impòsti una disciplina e perciò stesso hanno il diritto di imporla a quelli che fosse ro recalcitranti fra il popolo italiano. (Applatm).

Perché, o signori, la libertà senza ord ine e senza disciplina sign ifica dissoluzione e catastrofe. (Applam,). Il popolo italia no, che è certame nte p iù sano spesso di coloro che presumono di rappresentarlo, apprezza i vantaggi .di questo regime che impone la d isc ip lina necessaria.

Non siamo in un momento facile, o sig nori, specialmente in Europa, e quando la nave della nazione sulla quale siamo ca ricati è sbattuta dai flutti della tempesta, t! necessario che l a disciplina sia rigidissima.

Quando avremo toccato il porto e la mèta, allora si potrà dare una libertà raglonevole agli equipagg i. Non prima, perché sarebbe d el itto contro la nazione. (Appl,uw). Con· que~to consenso e con le nostre forze, non soltanto materiali, ma anche colle nostre forze spirituali, noi domineremo la situazione, Dico forze spirituali, perché jl fascismo, prima ancora d i essere un partito, è una religione, è una fazion è. Potrà errare negli uomini e n ei gruppi, ma la fia.mma che lo anima è inest.inguibi1e, è immortale. :B la fiamma per cui noi siamo so rti a nazione, per OfÌ qui si è fatta 1a nazione, p er cui Torino è la culli dc;lla nazione italiana, perché altrove la fazione del Risorgimento è stata faz ione di piccoli g ruppi di professionist i, di sparuti gruppi di artigiani. Ma il

VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 49

Piemonte. il vecchio, solido e fedele Pietnonte, già sessanta o settanta anni fa, aveva il coraggio di mandare i suoi magnifici battaglioni con• tra uno degli imperi più potenti della storia. Quindi l'unità italiana è stata sforzo di popolo, perché tutti gli elementi .del popolo ·ven ivano reclutati nel vostro esercito, che era l'unico esercito che ci fosse nella penisola italiana. Ed è- stato questo esercito, che con altri elementi, ma soprattutt~ con il suo spirito di devozione, di sacrificio, con le sue bat. taglie e le sue vittorie, ha dato impulso al Risorgimento ed ha fatto l'unità della patria. Ora questa unità .della patria è intangibile. Noi la difenderemo a qualunque costo, anche a prezzo di lacrime e di sangue contro i tiranni di fuori e contro i vigl iacchi di dentro. (Grandi appla11Ji1 (he d11rano parer(hi minuti, Jdlutano le 11Jtime parole del Presi. dente, pronunciate (On 1Joce alta e metallica. Dall'ampia pùrzza, giunge l'eco dì altri applaJIJi e delle ovazioni della grande folla ivi ddunaJa. Il Dn(e appare finalmente per pochi ÌJlanti d{ balcone, tutto- ornato,, im• bandieraio, infiorato, memre pùì alti e fragorosi uoppiano e Ja/gono e cresco~10 gli applami, gli evviva, g li «da» e gli « alalàl »).

AL POPOLO DI TORINO *

Bmilo .Muuo/ini ha detto appena p o( he parol e ed ecco che il rombo scrouiante di un motore scende a u>prire la 111a voce. Un aeropldno saetta m q11ell1 i11calco/abile moltitudine · contenuta daJ/a (Omice dei palnzzi rigati an(he qt1es1i ddile mac(hie di folla auiepata alle · finesJre e ai balconi, e lancia fasci di manifestini Irico/ori, che uen-dono volteggiando e portando anche dall'alto il saluto di Presidente. L'on. lHuuo• lini è (OJ/retlo a riprendersi dalle prime parole e, rivolto 11/ popolo di Tori11ò1 dice:

Popolo di. Torino!

La tua anima gagliarda, guerriera ed operosa, mi è venuta incontro stamarie con tutti i palpiti della tua fede ed io ti ringrazio dal pro· fondo del cuore. Non è senza meditazione che fra tutte le date ho scelto questa, ho scelto il 24 ottobre per due motivi : cinque anni fa le no-

• A Torino, nell'atrio di palazzo Mad:,rna, il 24 ottobre 1923, verso le 10.15, Mussolini inaugura una lapide in memoria dei fascisti caduti « nella lotta per la restaurazione nazionale». Alle 10.}0, in piazz.a Castello, passa in rivisla reparti della M.V.S.N. Verso le 11, <lai balcon e dd palazzo d ella prefettura, pronuncia il discorso qui riportato. (Da. ll Popolo d'llalia, N 255, 25 ottobre, 1923, X).

OPERA OMNIA DI BENITO MU SSO!.INI

stre divfaioni scattavano per l'assalto della battaglia che decise la guerra mondia le. Ricordiamo questa data g loriosa tra t utte quelle che costellano la storia della nostra stirpe immo rtale Vittoria nostra, vittoiia italiana, consacrata in un bollettino che sfida i secoli e anche i millemù. Non è senza una p rofonda commozione Che io vedo tra d i voi fraternamente mischiati n ella moltitudine gli ufficiali del nostro glorioso e sacro Esercito, verso i l quale va tutto il palpito, tutta Ja speranza, tutta la devolione della patria r innovata, Esso costitujsce il baluardo intangibile che tutel a te· nostre speranze, che ci fa g uardare con certezza l'avvenire. La nazione può contare sull'Esercito di Vittorio Veneto per oggi, per domani, per sempre.

L'altro motivo per cui ho scelto questa data voi lo immaginate. U n a nno· fa ebbe luogo a Napoli la grande adunata delle cam icie nere. Io ricordo che alla sera di quel g iorno famoSo, quarantamila camicie nere, in piazza del Plebiscito, scand iva no con ·ritmo solenn e, relig ioso, questa semplice e terribile parola: «Roma !». Sentivano, questi uomini venuti da tutte le città, da tutti 'i borghi, da tutti i casolari d'Italia, che se noi no n avessimo presa Roma, il fa:scismo avrebbe fallito il s1io compito, avrebbe mancato alla sua mèta. E t re giorni dopo noi prendemmo la città eterna e cominciammo l' opera di r astrellamento e di poli zia che non è ancora finita e che deve continuare. Ed io accerto che quest'opera ·sarà continuata inflessibilmente, tenacemente, sistematicamente. O ra noi teniamo Roma non per la nostra amb izione, non per il nostro profitto, non per miserabile vanità di persone. l a teniamo e la terremo contro chiunque. La terremo fino a quando l'opera che abbiamo iniziata non sia completa, fino a quando tutte le oppos izioni più o meno meschine e miserabili non saranno infrante per sempre. (LlmghiJJime ovazio m) E sono venuto qui a Tori no p er dimost rare a questa città nobilissima tutta la mia si111patia, tutta la , mia ammirazione. Qu i è nato il Risorgimento, qui è nata l'Italia unita, libera, i1l dipendcnte. Voi, o torines i, non vi siete perduti di animo quand(? avete perduto la capitale; avete sentito per_istinto infallibile della razza che la capitale era Roma e Roma doveva essere.

Ma voi avete sostituito alla regalità le mille ciminiere dei vostri stabilimenti. Qui è la città potente che lavora, che porta i prodotti della sua industria in tutte le contrade del Jllondo. Voglio insorgere · in vo-stro cospetto co ntro una calunnia che non so se sia più turpe o più stupida: parl ino i vostri diecimila morti per d ire che Torino non ha man. cato al suo compito, che T orino è stata fedele alle sue tradizioni. (Una vore: « E Jarà umpre! »).

Sì! Sì! lo sarà sempre.

Parlino i fanti delle vostre brigate, parlino gli alpi ni delle vostre

DAL VIAGGJO NEGLI ABRUZZI AL DELJTTO MATTEOTTI 51 montagne; parlino tutti coloro che hanno dato H sangue, eh~ hanno dato ·fa fede, il braccio alla pàlria . Ebbene, o torinesi, tutta l'Italia lfa ritrovato oggi la sua anima, tutta ' l'Italia si raccoglie oggi in uno spettacolo superbo di disciplina nazionale. Guai a colui che vorrà rompere quèsto spettacolo di disciplina, guai a colui o a coloro che volessero ancora corrompere l'animo ingenuo deJ popolo con favole idiote. Noi saremo, allora, inflessibili, severi, non daremo t regua.· Non· si creda che sotto questa redingote non ci sia ancora la camicia nera. Tutte le volte che gli avversari, sia in buona o· in cattiva fed e, lo credessero, avra_nno la più immèd.iat:i., e più energica delle smentite

Noi, o fascisti, o cittadini, siamo come un esercito in marcia, esercito che è cosciente del suo dovere, che non si abbatte davanti agli insuccessi momentanei, ma tiene l'occhio fisso alla mèta. Noi sentiamo che questo esercitò è fian cheg giato d alla vostra simpatia. Come è sta to vitto rioso neHe battaglie di domani.

Viva Torino!

Viva il re d ' Italia! (Le ultime parole del v ibr,mte, f ermo diJcono, fhe ad o-gni fras e p er non dire ad ogni parò/a è i nterrott o da enJusiastiche acdamazio'1i e da evviva al Duce e ali' Italia, sono accolte d a interminabili, 1cro1cianti battimani, che riprendono in folata, si fann o pùì accesi e frenetici. Le ovazioni divmlano irref renabili q11a11do MJ{Jwlini rilponde al saluto mult:mime dellt.t fo lla che acclama1 rhpondendo col gesJo romano).

ALL'ASSOCIAZIONE DELLA . STAMPA SUBALPINA*

Colleghi !

Io avevo pcevenuto il collega N ard ìni, cred e ndo con ciò di evitare forse una risposta. Ma le parole vostre e le accog lien ze oltremod o gentili di tutti ,·oi, mi impongono di parlare. Quando io sono tra gioma-

• A Torlllo, nel giardino reale, il 24 ollobre 1923, alle 11.30, Mussolini riceve l'omas,gio delle famiglie dei caduti, degli invaJidi, dei mutilati, dei combattenti. L'avvocato Bertelè, presidente della sezione combattenti tori_ncse, nd · · l'offrire al Presidente del Consiglio una targa di b ro nzo, omaggio dei combattenti piemontesi, g li rivolge un indirizzo augurale. « L"on. Mussolini,_ visibilmente commosso dalle i spirate parole dell'avvocato Bertelè, lo abbraccia ripehito.mente e soggiunge : " Con lei inlend{} 11bb1·:iuittre Julli i co mbattemi d el glorioso Piemonte ",., Alle l •f.30, visita la sede dell'Associazione della sto.mpa su.balpina. « Un ca lorosissimo applauso ,ha accolto ron, Mussolini, che ha voluto conoscere tutti i giornalisti presenti, ai quali ha streno co rdialmente la mano dicendo di sentirsi "UJl/ega fra i colleghi ". Al Presidente del Consiglio è stato o fferto uno , ham pagne d'onore. Alzando la coppa, l'on. Mussolini ha detto : "Prosperild .d. giornalhmo / ori11eie!" . Prende la parola-il consigliere delegato dell'Associa- listi, ringiovanisco: ved~ quell'jrnmagi ne che mi commuove, Nel giornale li Popolo di Trento, che il grande Battisti dirigeva, io avevo le funzioni di redattore CaJ;,-'O. Scrivevo: ho avuto persino il barbaro coraggio di stampare in appendice un ignobile romanzo (ilarità), che h:i. avuto· un grande successo. zione, g rand·ufficiale Raffaello Nardini-Saladini, il quale ha salutato con nobilissime parole il Duce, rievocando il suo glorioso passato di giornalista. S E. Mussolini interrompe: "di cHi ht> ancortt la nos111/gia!". I1 grand'ufficiale Nardini, conti nuando, dice che l'Associazione della stampa non fa della politica, ma essa è fi era di salutare e di ospita.re colui che tit'rle il Governo con dignità e · St"ppe anche in recenti incidenti internazionali di(endere la dignità d ella patria di fronte allo straniero. L'oratore augura al Presidente di difendere con uguale tenacia sempre g li interessi d'Italia ed invita tutti a gridare Viva l'Italia! Il grido è ripetut o da tutti i presenti, tra ovazioni interminabili. L'on. Mussolini stringe calorosamente la mano all'oratore». Indi pronuncia il discorso qui riportato. (Da li Po/n)lo d'fo,li11, N. 255, 25 ottobre 192,, X).

Avete detto il vero quando avete accennato al giornalismo come ad una scuola di vita. Dichiaro alla vostra presenza che il giornalismo mi ha cond9tto a conoscere la. mater ia umana. Prima di ;edere sfilare a palazzo Chigi, nel salone della Vittoria, le innumerevoli commissioni che mi bombardano coi foro memoriali, sacri del resto, perché rapp resentano gli interessi del paese, sono passati nel mio sgabuzzino di via Paolo da Cannobio migliaia di italiani di tutte le tradizioni, di tutte le età, di tutti i colori. N e sono p:i.ss1ti tanti ! Ed ho avuto quasi la visione plastica d( una Italia che tramontava e di una Italia che sorgeva. Dopo l'armistizio ho vissuto molto int imamente la nostra crisi. Ho 'visto passare g li smobilitati g rigioverdi che te mevano che i loro diritti fossero sacrificati. Spesso sentivo in quel piccolo cortile di via Paolo da Cannobio tumultuare gli arditi e i loro canti d i guerra intramezzati: d a qualche piccolo scoppio di Thevenots.... Ciò che dava enorme allegria al vicinato (Ilarità).

I p rimi congressi, le prime adunate, l'opera quotidiana d el giorna-~ lismo mi hanno dato una certa resistenza al bvoro, poiché il governare non è cosa trascendente, come si opina da taluni: è una fatica. Bisogna stare al tavolo, stare al tavolo dicci , dodici ore, il tempa n ecessario per esaurire Ja fatica di un giorno. Vero è che il giornalismo mi ha allenato a questa fatica. Ed io ho grande nostalgia se penso al giornale, a questa creatu ra cosl g rande e misteriosa, ch e è fatta d i carta ed invece è fatta di spiriti; piccolo foglio leggero di carta, nel quale confluisce 1a storia del mondo per una giornata, dove passa Ja nostra vita nobile, la nostra vita talvolta miserabile, le grandi gesta come i fatti e i fattacci, le chiacchiere delle assemblee politiche ed anche i risultati di lavoro tenace.

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