46 minute read
OPERA OMNIA 01 BENITO MUSSOLINI
Signori!
Se in ogni movimento· di rinnovazione pOlitica è un riflesso estetico ed artistico, noi sentiamo che questo riflèsso è soprattutto prese nte e vivace in quello che abbiamo attuato non per infeconda brama di potere, ma per restituire al popolo italiano il suo stile. Lo stile, che è la caratteristica eterha e luminosa della stirpe, che non soltanto darà agli uomin i le norme J)er edificare le città future, ma le savie e giuste leggi necessàrie alla civile armonia.
Advertisement
Tutti gli istituti d'arte, dal t eatro al museo, dalla galleria all'accademia, debbono essere considerati come scuole, come luoghi cioè destinati non alla sola cultura e molto meno a lla curiosità, ma preparati per educare il gUsto e la sensibilità, per alimenta re l 'immaginazione, per tenere desta la me raviglia, p er raffinare tutte Je doti più alte e potent i dell' anima.
Cosi l'arte1 sottratta ad ese rcitazioni t roppo cerebraliste e pedanti ed a specu lazioni troppo merca ntili e portata a contat to delle moltitudi n i, che ad essa come alla religione domà"ndano un sovrumano conforto, CO· stituirà una delle fonti perenni di vita per il popolo italiano.
Consapevole della importanza che la cultura e l'educazione artistica del popo~o hanno per la elevazione morale della nazione, il Governo fa . scista ha già mostrato con le sue coraggiose riforme nell'insegnamento e nell'amministrazione delle Belle Arti di conoscere quali sono i suoi doveri dinanzi 3.Ua gloriosa eredità del _passato e alle promesse certe dell ' avvenire.
Spett a ora a voi, o artisti, d.i studiare tutto ciò che può rendere ·più feconda la vostra missione.
Nello splend ido annuncio di ciò che informa fo. nostra civiltà·sa lu· tiamo n ell'arte la potenza eterna e immutabile del genio italiano. (Il tfi. 1,orso è Jldto calorosamente applaudito).
90" . RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
A principio della uduta, il Pre!idenle espone ampiamente al Cl(Jmiglio la 1il11azio11e dei problemi principali di polt ica eJlera. Comm enta il patto di cordiale coJ/aborazione conduJo con la Cecoslovacchia, il quale rappreunta rm elemento 101tanziale di pace d ell'Europa ,entrale. Indi ,·ife· ris.e al Comiglio !fii colloqui di Milano, che hannò avuto 110/e vole importanza, avendo realizzato l 'u nità d ' azio ne ita/o.b"etga· nella q11e11ione delle riparazioni.
• Tenutasi il 21 maggio i 924 (ore 10·13 ?). (Da Il Pop ol o d' Italia, N 122, 22 maggio 1924, Xl)
Il Presidente ha q11indi !eJto ai colleghi il t esto del discor_so del T rono, che è staio da lui persOnalmente preparalo e ri vedflto. D opo ,1/cune osservazioni di lieve portata, il testo è approvato all'unanimità. Indi il Con1iglio1 dopo ,1mpia dùcuuione, euluderrdo dalla d esignazione i m embri del gabinello, delibera di d esignare quale candidato della maggiaranza alla presidenza dellct Camera /'on . prof. Alfredo Rocco.
Il Presid enle on. Mussolini ricorda al Conrigfio che Fium e, rico11giunla per .sempre all'Italia d opo l11nghi anni di penoJa incertezza, ha ben meritalo, dall'amore e da/J'a1!1mira:zione di t11tto il popolo, ;t p11ro nome di c~ttà oloca111Ja. Q11ale giusto e dove ro10 omaggio al nobile e g rande marlirio che la città di FiJtme uris1e n elle pagine della sua storia i!llmorlale, propone di sotloporre alla 1anzio11e sovrana il conferimento ad eJJa della medaglia d'oro al va/or civile, con la seguente motivazione:
« Pe r luoghi anni, attingendo fede e ardore dalle trad.izioni della sua schietta origine italica, pose, al disopra di eventi e di uomini, la sua incrollabile volontà di congiungersi un g iorno all'Italia . E, d isdeg nòsa di allettatrici lusinghe, soffocando il dolore di avversità e d i incomprensioni, pur a i limiti ultimi della sua resistenza, non dubitò di a ffrontare, nel nome santo della patria, le più aspre vicende di sanguinose lotte, ben mer itando così, dall'amm'irazione e dall'amore delle genti d'Ital ia, il puro nome di cit.tà olocausta. 24 maggio 1915 - 22 febbraio 1924 ».
Il Comiglio approva all'm,animità. ( +) *
Al Consiglio Nazio Nale Delle Corporazioni
Signori!
Il gesto che io compio venendo oggi fra vo i è prima dì tutto u n gesto' di simpatia : ho voluto dimostrare con la mia presenza che ·1e sorti del sindacalismo fasci sta mi stanno sommamente a cuore. In secondo luogo
• Nella 91a .riunione, tenu tasi il 22 maggio 19 24 ( ore 10-13.15), il Consiglio dei ministri delibererà « provvediment i economici e finanziari a favore dell'ind ustria vinicola, dell'agricoltura, dei comuni » ed '.'-pproverà « di richiedere al Parlamento l'esercizio provvisorio, fino a quando non siano approvati per Ieue i bisogni delle amministrazioni dello Stato, per l'anno finanziario 19241925 ». Nella 92~ riunione, tenutasi il 23 maggio 1924 (ore 10-13), il Consiglio dei ministri discuterà ed approverà « il nuovo ordìllamento dell'amministrazione (erravi.i.ria». (Da Il Popolo d'ltalùt, N n , 12\ 124, 23, 24 maggio 1924, Xl).
** A Roma, a palazzo Marignoli, il 22 maggio 1924, Mussolini presenzia la seduta pomeridiana del Consig lio nazionale delle corporazioni inaug uratosi nella mattinata In tale occasione, il Presidente del Consiglio pronuncia i l d iscorso q ui riportato. (Da li Popolo d'Italia, N. 123, 23 maggio 1924, Xl).
Opera Omnia Di Benito Mussolini
ho voluto còn la mia presenza, se mi è concesso affermarlo, sottolineare l'importanza politica di questa vostra ìmponente assemblea. ·
Il fascismo ha già superato tutta quella che si potrebbe chiamare la fase preslndacal iSta: quando si discuteva se dovesse o no fare del sin dacalismo. Come sempre, il fatto è venuto prima della dottrina, e noi non avevamo ancora esat tamente formulato le idee che già il fenomeno sindacalista era suJle nostre braccia, '
Naturalmente gli avversari sono sempre pronti a trovare che il nostro sindacalismo non è perfetto: ebbene, si può rispondere a questi signori ipercritici, c he nemmeno il loro è perfetto. E quando si pensi che le scuole socialistiche fanno del sindacalismo da cinquant'anni e noi ne facciamo da c inque mesi, voi comprendete subito che essi devono aspettare a g iudicare <lopo un altro abbastanza lungo p eciod.O di especien ia acquisita.
La situazione del nostro sindacalismo è soddisfacente nelle campagne. Qui i patti di lavoro stipulati dai nostri am ic i - e fra essi ve ne sono di veramente valorosi, specialmente nella valle Padana - sono buon i. Non solo non hanno peggiorato le condizioni delle masse agricole,. ma in certi cas'i le hanno notevolmente migliorate. Non altrettanto soddisfacente è forse, a mio avviso, la situazione di quella che si potrebbe chiamare 1a popolazione operaia urbana. Questo è un punto delicato sul quale richiamo la vostra attenzione,
Per fare l:i. collaborazione di classe bisogna essere in due; bisogna che essa sia fatta con spirito di assoluta lealtà e da una parte e dall 'altra. Perché altriment i può accadere che sotto: la specie naz ionale si c ompia realment7 opera antinazionale.
Sono stato io ad insistere presso Rossoni, che è l' anima del vostro movimento, ad insistere presso di lui sulla n ecess ità .che non si p eggiorino le cond izion i della massa opefaia industriale, non solo, ma che, ladd9ve le cond izioni dell'industria Io consentano, esse si ano migliorat e. (Applauu). .
Non si può dare un giudizio assoluto sulla ripresa industriale italiana: ci sono indtlstric t-hr: non hanno ancora superato il punto massimo della crisi, ma ve ne sono altee che questo punto hanno già superato. Ci sono delle industrie che realizzano già degli utili abbastanza n otevoli. E perché? Perché 1a mass:1 lavora di più. Secondo confessione dei grandi capitani d'ind ustria , oggi si è già ritornati alla quantità di lavoro dell'anteguecra, nori solo, ma si quasi ovunque ritornati aUa stessa qualità di prima. :t certo che i datori di lavor o utilizzano lo stato di paçe sociale in stawato dal Governo fasci sta.
Affermo con piena cogn izione di causa e con coscienza t ranqu illa che gran p arte delle industrie italiane non solo non sono forzate a peggiorare
Dal
VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 279
le sorti di coloro che contribuiscono all'elevazione dell'industria, ma sono in condizioni di migliorarle. SoJo cosl la co:Iabocazione di classe diventa una cosa seria.
Vedo nel vostro ordine del giorno problemi che non possono essere affrontati senza una discussione piuttosto meticolosa. Ma, se mi è con· cesso di esprimere il mio parere, opino che sia opportuna l'istituzione del grande palazzo delle corporazioni a Roma; ritengo sia necessaria anche la fondazione di un quotidiano che rechi giornalmente la documen. tazionc dell'attività corporativa del sindacalismo fascista.
Si tratta poi, o signori, di ristabilire gli equilibri. In fondo la poli· tka non consiste che in turbamenti e in ristabilimenti successivi di equi. libri. Ciò sta facendo il Governo. Che cosa ha fatto il Governo in questi ultimi tempi? Ha alleggeri to la pressione fisca le: i ferro-tranvie ri hanno avuto una riduzione della r icchezza mobile; oggi abbiamo diminuita la tassa sul vino e concessa l a fran chigia doganale a certe macch ine agricole; successivamente, man mano che la finanza dello Stato diventerà forte e resistente ad ogni eventualità, cì sarà qualche altro meditato e razionale alleggerimento del peso fiscale, che permetterà alle popolazioni, che hanno accettato con alto spirito di civismo la nostra disciplina, di concedersi più vasto respiro.
Accanto a quest'opera bisogna che il sindacalismO fascista faccia il resto; cioè agisca per migliorare le condizioni della classe lavoratrice, perché allora si stabilizzerà, a mio avviso, un ambiente dì tranqu illità sociale utilissima ai fini della proprietà . de.i singoli e della nazione.
Che cosa è questo? :B andare a dest ra o a sin istra? Questa terminologia è sempl icemente idiota. Lo era p rima della g u erra; lo è più adesso. Ve· diamo infatti che c' è della gente di sinistra che fa una politica di destra e viceversa. Ad ogn i modo il fatto di an date a destra o a s inistra non significa nulla. L'essenziale è che il sindacalismo fascista sia un elemento di miglioramento materiale e di ele, ·azione morale della classe labor iosa italia na. (App!a,w).
Questo è il compito che voi dovete assolvere. Ci· sono progetti che possono richiai:nare utilmente la vostra attenzione. Noi abbiamo già abbozzato un progetto di legge per rendere obbligatori i contratt i di laVoro. Vedo qui un ordine del giorno Ciardi che approvo, dove si parla di una magistratura di lavoro. Certamente si possono creare istituzioni che attu ino sul terreno giuridico il .concetto della çoUaborazione di classe. In fondo quello che ci divide da tutte le altre scuole è questo: che per i socialisti d i tutte le gradazion i la lotta di classe è la regola., mentre per noi è l'ecce-zione; la collaborazione di classe per loro è l'eccez ione e per noi la regola. Io non mi sgomento affatto· quando l eggo che un sindacato f asc ista ha fatto uno sciopero. Ed è ridicolo affermare che un episodio sia ba· stante a g iudi care un metodo. Può darsi, tra l'altro, che questo sin dacato, malgrado tutta la sua buona volontà fascista, s i sia trovato di fronte a un datore di lavoro cosl arret rato da far esaurire la paz ienza collaborazion ista . del fascismo.
Io penso che il nostro sindacalismo ha un grande avvenire. Intanto voglio darvi un'attestazione ed è questa: come. capo del Govern o ho a,,uto molte noie e molte amarezze ,dal Partito. Ma è fat ale che i fig li rend ano spesso grama la vita ai genitori. M entre invece il sindaca lismo fascista, ch e p u re inquadra vaste masse e che soprattutto agisce sopra un terreno ~elicato e difficile come quello economico, me ne. ha date infinitamente men o di quelle del Partito.
Ho piena fiducia nel movimento corporativo fascista. Già ho constatato con soddisfazione che alcllni elementi che hanno propagato fra noi le p rime enunciazioni dottrinali del sindacalismo vengono ora al nostro sinda.calismo fascista. C iò è b ene perché occorre attirare a noi le inteUigenze. Può darsi che anche in qu esto organismo appena creato vi siano dell.e imperfezioni e d elle deficenze, ma ciò è inevitabile in ogn i movimento e in ogn i collettività .
D alla vost ra assemblea deve partire questo richiamo ones to e solenne: che fa collaborazione di classe deve essere prat icata in due, che i datori di lavoro non devono approfittare dello stato attuale, instaurato dal fascismo, che ha dato un senso di d isciplina alJa nazione, per soddisfare ai loro egoismi; che essi devono considerare gli operai come elementi essenziali alla produzione; che devono fare il loro interesse in quanto coincide con quelto della nazione e non invece vi contrasti. Solo in questo modo si potrà avere una m a ssa realme nte disciplinata, laboriosa, fiera di con· t ribuire alle fortune della Patria.
Signori!
Io non so se il ·mio discorSo, improvvisato in una rapido intervallo delle mie fatiche, abbia esattamente riassunto quello che potrebbe essere lo stato d'animo medio del sindacalismo fasc ista. Ad ogni modo mi sembra importante die, nella mia qualità di capo del Governo, d i fronte a voi io ripeta quello che si intende per collaborazione di classe in senso n azionale e fascista.
Credo che i datori di lavoro intelligenti se né rendera nno conto. È· infatti dall'u n ione a rmoniosa e sistematica di tutte le forze della produzione che le condizion i materiali di vita di tutte le classi troveranno g iovamento, mentre la Patria, aSsirurato su ferree· b asi un regime di cosciente disciplina sociale e nazionale, potrà attingere alle sue maggiori fortune. (// diuor10 del Pre1idente, a;coltaJo ton religio;a attenzione ed interrotto ;peuo da appla11Ii, è Idlutalq ~Ila fine da una imiitente ov(lzione. T11tti i presenti, in piedi, acclamano a lungo il Duce).
LE DIRETTIVE POLITICHE*
Ho dom<1ndato alt'on. Mussoli'!i q11a fi 1iano, a .Il(O parer~, i pro· blemi più importanti che si Jrovano innan zi alla nuova Camera.
..:...... La nuova Camera - ha ri!po1lo il Pre"sidente - è composta di. uomini nuovi in grandissima·maggioranza, di uomini nuovi alla vita parlamentare. Molti fra essi sono giovanissimi. Molti di essi sono ve· mdi direttamente al Parlamento senza. passare attraverso 1a carriera, lunga e sfibrante, e talvolta corruttrice, dell'uomo politico locale. B dun· que una Camera nuova in ogni senso. Ved remo se sa rà buona o cattiva. Ogni Parlamento, in, ogni tempo, ha avuto difetti tipici, ma· due cose sono certe:
1. - Che in questa Camera vi saranno energie fresche, vigorose, giovan ili, che possono rinvigorire una istituzione caduta assai i n basso in Italia. ·
2. - Che esiste g ià una corrispondenza di idee fra Parlamento e paese, che sino a ieri no~ esisteva.
Io non ho· voluto sciogliere immediatamente la Camera testé defunta per non trarre un vantaggio indebito dalla posizione eccezionale nella quale la marcia su Roma aveva messo il fasc ismo, e perciò desideravo che il popolo italiano fosse chiamato più t ardi a pronunziarsi sop ra un'opera, per quanto appena intrapresa, e non sopra un programma. la Camera passata non era contro di me o contro il fascismo, ma non era più in ar· monia con la nuova situazione nella quale il paese si trovava. Non potevo collaborare con essa senza mettermi in una situazione contradittoria ed equ ivoca.
Alla Camera mi era necessa rio salvagua rdare i principi essenziali della nostra vita pubblica, e le permisi di votare regolarmente i pieni poteri e di continuare ad esercitare le sue funzioni costituzionali; ma non poteva andare più in là. Nella nuova Camera, ora che la discordia fra Parla· mento e popolo è cessata, spero di poter compiere un'opera intensa e cordiale.
- Come voi 1apete, vi .si ,ucu.sa di euere antidemocratico. Come rÌ· , 1p ondeJe a quei/a acCIIJa? Quali 10no, .secondo voi, le principali debo· lezze del regime democratico, e come pouono es.sere ,urate?
- Questo è un punto che vog lio farvi capire. Io non mi sono mai
• Intervista concessa a Roma, al couispondentc del Tim6J di Londra.· 1a sera del 22 maggio 1924. (Da Il Popol o d'lta!ia, N. 124, 24 maggio 1924, Xl).
Opera Omnia Di Benit O Mussolini
posto questa q uestione, peréli.é non vi è W'la concezione universale della de mocrazia. Esistono e sono esistiti dei paesi che si quaÌi.6cano come . de mocratici; ma ciascuno di questi Stati - Atene, Venezia , G ran Brc,tagna e Stati Uniti - ha nella sua storia caratteristiche cosl assoluta· . mente distinte che nulla mi è apparso mai più g rottesco del tentativo di ridurre tutto ad una comune misura e di creare un tipo unico .di democrazia. T eoricamente pa rla ndo, n on esiste né democrazia, né antidemocra zia. Io sono stato contrario al fenomeno di una democrazia parlamen tare che aveva corrotto e indebolito lo Stato italiano, e minacciato la sua vita meno violentemente, ma non meno fatalmente del piano socialista di rivol uzione. Io sono contro il ritorno di" questi sistemi, contro il punto di v ista e l a corruzione dei l oro fauto ri ; e se essi si ostinano a chiamarsi democratici, allora io sono contro questa democrazia.
Questo è il se nso preciso nel quale io mi sono più volte dichiarato antidemocratico; ma nulla è più lontano dal mio spirito, e d allo spirito del fa scismo, dell' antidemocraticismo dottrinale di coloro ch e sognano la reazione, La storia va innanzi : non si torna indietro . I1 fascismo non desidera di ri fa re i suoi passi verso le rovine di altre età. Esso h a fede di poter formare uno Stato ital iano libero da quei vizi e da quelle corruzioni che lo stesso fascismo strappò di dosso all'Italia violentemente, senza voltarsi a guardare i1 passato. [I passato è magnifico, ma l' Italia e il fascismo guardano al futuro.
- Per venire '11 particolare, voi diceste un giorno che approvavate l e dich iarazioni del Governo li1b11risla britannico di non volersi dimellere se fosse sconfitto s,, ,ma q11ntione secondaria. Come pensate che in queJ ltt contingenza un Par/amen/,() f11nzioni, se i moi voti vengono così disp rezzati? . ·
- Non è questione di disprezzare i voti della Camera . Il punto che d eve essere assolutament e chiarito è questo : che l'attività di un Governo non p uò dipen dere da manovre p a rlament ari d i sottomano. I deputati, i quali sono armati di un'arma cosl formidabile come è il voto, devono sentirne 1a responsabilità e non servirsi della loro arma per minacciare C turbare la vita dello Stato. L'importanza del voto del Parlamento dipende non dal Governo, ma dall'uso che la Camera ne fa. Nel Parlamento italiano in questi ultimi anni i voti sono stati troppo facilmente e ìrrespons_abilmente pro o contro il Governo E durante quest i voti il Parlamento ha perduto og ni importàn:za agli occhi del paese, ed ha avuto soltanto il deplorevole potere d i costringere i Governi, malsicuri della loro vita, a sp recare tutte le energie per aCcapa rrarsi i voti. dei deputati anziché dedica rle alla ammjnist razione de11o Stato.
- Vi Ji è fall o dire che vi sono mutamenti da fare nella wili/11zione
- Mi avete mal capito. Io non ho mai parlato di mutamenti neJla costituzione. 11 cambiamento in Italia è avvenuto non dal punto di vista dei nostri diritti, ma nello spirito della vita pubblica.
- Parlando di diritti, credete che la legge debba essere applicala im· parzialmente conJro chiflnque viene meno ad eua?
- :B uno dei punti cardinali del mio programma. Non solo la SU· premazia e la imparzialità della legge devono essere applicate nella Jet· tera, ma anche nello spirito Per esempio: il sistema di negare in pratica quello che era ammesso in teoria era comune in ltalia sotto il nome di « politica di compromesso ». Io sono decisamente contrario ad ogn i compromesso che violi la santità della legge.
- li principio JÌ applica., io pre1umo1 anche Je chi ma1ut1 alla legge · è 1111 fa!tÌJla. Vi propone/e di applicare la legge ttnche in q11e1Jo caso?
- lo ignoro che i fas cisti abbiano qualche privilegio speci.1lc innanzi alla legge. Per parte mia ho continuamente ammonito che la legge deve essere inesorabilmente r ispettata. Se 1.tn magistrato è colpevole di debolezza o favoritismo verso i fascisti io Jo punirò, ma non ho potuto non considerare come eccezionali gli episodi avvenuti durante la guerra civile che precedette l'ascensione del mio Governo, e sono stato contrario a che gli atti di violenza, che era riecessario commettere per salvare il paese, fossero considerati come delitti comuni.
GRANDI PROBLEMI ITALIANI ED INTERNAZIONALI*
- Il fa1cùmo 1 signor M11ssoliui1 è ~m fenomeno che noi vo rremmo poler compre11dere
- In primo luogo - rispou l'intervistato - il f ascismo non è soltanto un Partito e neppure un movimento che si è esaurito completamente nel campo della politica. Esso non è nato in Italia da un gruppo di gente che avesse costruito, fissato e reso popolare una serie di p roblemi prestabiliti nella vita e nell'amministrazione dello Stato italiano. li fa. scismo è un movimento spirituale. Esso si è formato spontaneamente in mezzo al ry.ostro popolo e ad un certo punto si rivelò una manifestazion e, grandiosa, impreveduta e impulsiva .
Voler porre a se stessi il probkma degli elementi che h anno contri· bu ito a determinafe questo movimento spirituale equivale a voler porre a se stess i uno dei problemi storici più profondi e più interessanti dell'Italia moderna e forse del mondo contemporaneo. la vita italiana ha presentato per secoli il fenomeno curioso di un disquilibcio fra l'altezza, la finezza e l'energia della nostra civiltà e l'insufficenza delJa nostra educazione civile.
• Intervista concessa a Roma, al redattore capo del Chicago Daily N ew; , Edward Price Beli, il 24 maggio 1924. (Da Il Popolo d'Italia, N. 126, 27 ,maggio 1924, XI).
Questo problema, che fu notato dal più puro e più grande spirito dell' Italia moderna, da Dante Al ighieri , nel momento in cui si chiudeva il Medioevo, fu lasciato forse non intatto dal Risorgimento, però ben lontano da una soluzione. Per secoli' esso ha tormentato le mig liori coscienze dell'Italia. Esso è stato l'agon ia dei più nobili pensatori italiani Esso fu l'ultimo pensiero del morente Cavour. E, quando l'unità fu compiuta, Massimo d'Azeglio volle definirla con una fra5e che tra noi divenne molto popolare: « L'Italia è fatta; ora dobbiamo fare g li italia ni »· .
Il fa scismo è il massimo esperimento deIIa nostra storia nel fare gli italiani. Che cosa intendo io con la fra se <dare g li italiani >>? Io intendo che si debba creare qualche cosa che distrugga il disqui1ibrio fra la civiltà ìtalianà e la vita politica italiaO.a, questo male che ha turbato la nostra storia attraverso tutte queste generazioni.
- Quando il movimento P.re;e f orma tangibile? - chiese il giornalista.
- Materialmente - ri.rpo.se /'on . M ussolini - esso è nato nel 19 19, ma le sue origini risalgono a molto p ri ma. Parecchi anni p rima della guerra g li spiriti italiani più giovani, più freschi e più energici avevano tentato impetuosarnènte di spezzare il nodo che pareva dovesse legare e soffocare il nostro giovane Stato. Essi era~o molti, ma divisi. Ciascuno di essi seguiva un sogno. _
Per non pochi questo sogno fu un socialismo, che pe rò non aveva nulla da fare col barbarico desiderio di d istruggere la società, né con le mise~ rabiH questioni del mio e del tuo, un soci alismo che esp rimeva soprattutto il desiderio di liberazione e di rinnovamento spiritua le.
Quando scoppiò la grande g uerra, parecchi italiani notarono non solo che 1e esigenze storiche dell' Ita.lia rendevano necessaria la ·nost ra partecipazione alla guerra, ma anche che la guerra aveva dato uno straordinario e potente impul so all'integraz ione nazionale del popolo ital iano. In ogni partito, persino tra i socialisti estremi, si formò un entusiasmo per la guerra. Questi gruppi d'anteguerra si trovarono indotti a vincere la vecchia classe politica italiana, ·una classe che era· insensibile al vero problema storico dell'Italia moderna · e al valore vitale che la guerra avrebbe avuto neJla storia italiana.
Alla fin e della lotta , chius~si con la vittoria, questa casta di politicanti , approfittando della reazione popolare che., suole seguire un J?Criodo di lotte, di sangue e di sofferenze, risorse ~n'altra volta pec riacquistare il sopravvenfo e impadronirsi dello Stato. ~o Stato, durante gli anni della guerra, si era identificato coi cinque milioni di giovani italiani che ave. vano prestato servizio nell'esercito. Questi spiriti freschi e valorosi fatti della stoffa che aveva schiacciato l'antintervenzionismo, temettero che 13. loro eliminazione dagli affari pubblici da pàrte della vecchia casta avrebbe portato alla distruzione dei frutti spirituali della guerra e al fatale detrimento della vita italiana.
Per quattro anni la lotta si svolse accanita fra il vecchio e il nuovo ordine. Nel 1922, il nuovo ordine vinse, come nel 1915 finirono per vincere gli interventisti. Cosl voi vedete che il fascismo non è solo un movimento di reazione armata contro il disordine rivoluzionario, ma anche una fase nella storia del popolo italiano, il quale, avendo ottenuta l'unità del suo territorio nazionale, desidera di ottenere una forma più alta di potenza spir ituale.
- Il faJCÙmo quindi è tanto soggettivo quanto oggettivo.'
- Sì; esso è qualche cosa che rig uarda l'anima e qualche cosa che riguarda la politica pratica. :E. emozione, teoria e pratica; è sentimenti, idee e azioni; è qualche còsa di sentito, qualche cosa di pen'sato e qualche cosa di fatto. Il fascismo è ispirazion e spirituale, sostanza di dottrina e sistema di politica di Stato. Esso è moralmente risolµto e intellettualmente preclso. Le sue ultime sorgenti vanno ricercat e nella storia e nella coscienza italiana. In astratto, il fascismo è vecchio come è vecchio il senso dell'uomo per Ja bellezza dei grandi ideali; in concreto, esso è una cosa che si esprime nella vita della gioventù italiana; una cosa fattà. di energia e di ardimento e una Cosa inflessibilmente affidata allo spirito di sacrifizio.
- Che cosa intendete eJattamcnle per sacrifizio?
- Intendo rinunziare a una p iccolezza per g uadagna re enormemente più. II benessere sociale è insieme la somma dei sacrifizi indivi· duali e la salvezza dell'individuo. La vita è salva, la personale libertà è salva, e il costituzionalismo sopravvive solo se g li individui e le classi sacrificano i loro interessi egoist ici sull'altare del benèssere sociale. Seicentomila giovani italiani hanno sacrificato la salute fisica perché il territorio italiano fosse inviolato e i cittadini italiani liberi ; i nostri eserciti non combatterono per altro. Considerato per se stesso, questo sembra ed è un sacrifizio colossale; ma fu poca cosa trattandosi di dada pe~ l'. lta lia.
.
Quando chiediamo al lavoro di essere giusto verso il capitale e al . capitale di essere giusto verso il lavoro, quando chiediamo ad entrambi di rinunziare all'uso implacabile della propria potenza nel proprio apparen te interesse immediat o, quando chiediamo ·ad entrambi di essere socialmente coscienziosi e riflessivi, Doi facciamo appeJJo al sacrifizio, che serve tanto a coloro che lo fan no quanto a coloro per i quali è fatto.
E il solo principio compatibile con la Vita umana, ordinata e f elice. Quando i fas cisti distrussero il bolscevismo in Italia, coloro che odiano · il bolscevismo ci amarono e coloro che Jo amano ci odiarono; essi spinsero i bolscevichi a fare un sacrifizio. Esso ad ogni modo fu il sacrifizio solo del privilegio reclamato dai bolscevichi di rovinare noi tutti, compresi essi stessi.
Non si può affermare mai abbastanza fortemente che il fascismo non è un n emico della vera libertà. Esso è un nemico della libertà di una ~rsona o di un gruppo di persone di togliere la libertà di altre persone o di tutta la nazione. Il nostro punto di vista è che, quando affermiamo i di.ritti della società, noi affermiamo i diritti di ciascun elemento che appartiene a questa società.
Nessun diritto e nessuna libe rtà individuale sono sicuri in uno Stato, in cui non sono sicuri i diritti e le libertà nazionali . La giustizia sociale è essenziale all'equil ibr io sociale e l'_equilibrio sociale è un'altra denominaZione del la civiltà.
Il fascismo ha comme_sso atti di forza ; io né li smentisco, né l i condanno. Bisognava superare colossali difficoltà, La guerra civile è uno dei più tristi fenomeni della storia, ma essa non è così triste come la degradazione delle alte aspirazioni nazionali. Cromwell e Lincoln affrontarono la gueita civile. E chi potrebbe dire che il sangue versato a Gettysburg ha contribuito meno · del sangue versato nella guerra della indipendenza a ll'unità e alla grandezza della nazione americana ? I romani solevano di re resecare ad vi vmn ; il fascismo è stato obbligato a tag lia re nell a carne viva per ridare 1a salute alla nazione, Esso r icorda i suoi morti con passione e con r iverenza e considera che essi sono mor ti non per il fascismo, ma p er l'Italia.
Quando noi sopprimemmo gli scioperi folli e disast rosi in ltalia , p articolarmente que lli postali e di altra uti li~à pubblica, in alcuni circoli si gr idò sdegnati che noi calpest avamo una libertà. Noi calpestavamo solo quella degli agitatori operai d i abbattere lo Stato, di ridurre in schiavitù il popolo, di distruggere l'industria e il commercio, di minacciare la faille alla nostra penisola e di distruggere la preziosa eredità di generazioni di valore italiano, culminate a Vittorio Veneto. A questa specie di libertà, il fascismo è veramente nemico.
Si è detto che il fascismo è arist'ocratico. Esso lo è difatti. Esso crede in una civiltà di alta , morale e di alta cultura. Ma quando mai lo spirito di un popolo, del popolo comune - io non Jo adulo mai - è di sg iunto in simpatia dall'alta morale e dall'alta cultura? L'aristocrazia del fasc ismo è l'aristocrazia dell'ordine, de lla l egge contro il tumulto degli. istinti e delle passioni popolari. Accu sare me e il fascismo di ostilità verso gli operai è grottesco
Lavoro? Ma chi lavora più di me, con dozzine di comitati che ven· gono in questa stanza ogni giorno, con gli appelli che· piombano con· tìnuame nte sul mio tavolo e che riguardano gli urgenti bisogni degli ottomila comuni d'Italia, appelli -.:. sia detto tra parentesi non alla libertà che, secondo i nostri oppositori, il ~ostro popolo dovrebbe aver perduto, ma al soccorso per migliorare le condizioni di vita e per tu· telare Ja salute deJle masse? Il lavoro lo considero la più alta virtù dell'uomo e la più potente manifestazione della salute di un popolo. Tra i primi fascisti si trovarono operai italiani ed oggi il _fascismo ha una for te maggioranza di essi insieme alla piccola borghesia, che è più vicina alla classe operaja chi! a quella che voi chiamate la classe media. Ma io preferisco che l'atteggiament o del fascismo di fronte al mondo operaio sia dedotto dalla sua concezione dello Stato, che àppartiene soltanto a coloro che lo servono. E il rude, saldo, robusto e calm o operaio italiano serve il suo paese non me no di qualunque altro.
- li conretJo rhe voi ~vele della libertà romprende an ch e il rampo economicc?
- Io sono per la massima libertà economica. Lo Stato forte non deve significare in ultima analisi lo Stato che desidera di fare ogni cosa pe r se stesso e da se stcssò. Al contrario, io sono convinto che quanto più forte è lo Stato tanto più grande è la libertà effettiva entro Ja . quale si sviluppa la vita economica. L'impresa economica non ha meno bisogno di libertà in patria che di sicurezza all'estero.
- Il fauismo è stato tanto distmttivo q11a11to costruttivo,?
- Naturalmente. Si trattava di erigere un grande edificio, l'edi· ficio di una nuo\'a Italia, e il posto dove esso doveva sorgere era mal ed ettamente ingombro. Esso era ingombro dei residui d egli erraci e delle violenze sociali stich e e demagogiche. Privilegi non autorizzati, po· litica corrotta, furore bolscevico, leggi antieconomiche richiedevano di essere eliminate. Le ordina nze sugli affitti confiscavano la p roprietà, rendevano impossibili le costruzioni edil izie e aprivano a decine di migliaia di persone la prospettiva di rimanere senza tetto. Leggi e regolamenti radicali difendevano gli scioperanti. lmposte gravissime sulla eredità scoraggiavano il risparmio e la piccola proprietà e spingevano il capitale fuori del. paese. Tutti questi oneri disastrosi, questi fardelli del dopo· guerra, il fascismo estirpò dalla vita nazionale italiana - non sempre forse agendo con soverchia tenerezza - prima di iniziare la costruzione del nuovo St ato.
- E quali Jono le o pere rosJruJtriri ?
- L'ectuilibrio nel bilancio dell'Italia. Spézzate le pastoie che la g uerra aveva imposto alla libertà e alla proprietà; gli oneri fiscali sulla terra eliminati;· . garantito il suffrag {o limitato alle donne ; la relig ione nuovamente introdotta nelle scuole pubbliche; il governo della maggioranza ristabilito sulle minoranze coalizzat e; 1a circolazion e cartacea diminuita; il pìccolo risparmio enormemente awnentato; le tasse sull'eredità abolite nell'interesse delle famiglie; l'esodo del capitale italiano arrestato e reso possibile l'ingresso del capitale straniero; la lìra apprezzata; assicurata la giornata di otto ore di lavoro agli operai; il valore delle obbligazioni dello Stato rialzato; il traffico delle ferrovie aumentato; gli scioperi aboliti e il numero dei disoccupati ridotto ad u na cifra minima. li Jignor Mussolini slava in piedi quando gli feci queJta domanda, Egli mi fùsò con i suoi occhi bruni, alzò la mano destra e disse parlando l entamente e Jofennemente :
L' I talia è tranquilla. L'Jtalia lavora Un'à stabilità eguale alla sua è difficile trovare oggi in Europa. E tutt avia il popolo italiano è crudelmente tassato; in proporzione alle sue risorse economiche esso deve sopportare un peso maggiore di tasse di qualunque altro popolo del mondo. l..:l · nostra situazione economica e conseguentemente le nostre condizioni di vita sono rese peggiori -dalle legg i strànicre sulla immi. graziane, le quali ctiminuiscono per noi la p(?ssibilità di trovarè lavoro per il nostro popolo.
- Q11de è la voJtra opinione sulla politica di immigrazione, che, come pare, intende di adottare l'America?
- Io penso che sarebbe ben triste se l'America dovesse chiudere la porta al po~lo al quale si deve fa sua scoperta. Jmmigrazione per se· lezione....
E si fermò, si mise a sedere e si chinò verso un 'fogli o di caria che itava 111J suo lavo/e. Si poteva capire quello che t'gli voleva intendere. Egli voleva dire che, secondo· il punto dì vista italiano, proposte non basale 1ul principio d eJ/a selezione per alli!udine, beruì f-ondaJe sul prin· cipio di razza o di nazionalità, incontrano apparentemente favore a Washington. I pensatori italiani comiderano il'proprio popolo e quello americano come le due nazioni etnologicamente più giovani del mondo, enlrambe Tnodificate da n11mero1e inrnnioni straniere, con le q11ali finirono per fondeni conservando inalteraJe le primitive qualità della /oro razza. Q11e11i italiani pensano che né gl i italo-amerirani, né i lor(! fra· Je/li in paJria hanno mai /alto ·qualche coia che abbia potuJo / tir perdere la fiducia delt'A"1erica in loro quali citJadini americani. Anzi, al contrario; e fra gli altri argomenti che si citano vengono ricordati gli aJli di valore compiuti dai 10/dati italo-americani in Francia e dai 1olda1i itdiani sugli Jcoicesi campi di ballag lia delle Alpi, - Signor Muuo/;ni, vi iaremmo molto grati Je vorreste fa rci CO· noscere il vostro parere iu (jue1Jo argomento dell'immigraziOne
- questo un argomento di profondo interesse e di reale importanza per l'lta lia. la nostra emozione si spiega con le nostre relazioni storiche e culturali con l'America e con la nostra identità' nazionale. Un grande nwnero di italiani s i sono recati in America, sono diventati leali cittadini americani, hanno combattuto per l' Ameriq1 e tutt::lvia riconoscono ed amano l'Jtalia. Quest i italo-americani, come noi li cons i.deriamo, costituiscono un prezioso anello di congiunzione fra le nostre civiltà e una forza di integrazione per il mondo. Questi nostri cittadini che vanno jn America e ritornano a noi influ iscono grandemente sulla conoscenza reciproca italo-americana e qualunque cosa che riesca a promuovere questa conoscenza è un beneficio per ambedue i paesi.
Noi conosciamo perfettamente le difficoltà dell'America nei riguard i dell'immig razione. Il suo diritto e il suo dovere di proteggere se stessa contro stranieri non desiderabili è chiaro. L'Italia certo non sogna di. chiederle -di accettare immigranti che le siano di peso o di imbarazzo. Noi non vogliamo mandare negli Stati Uniti Ja nostra gente ammalata , pazza o pericolosa. Noi pensiamo agli italiani sani quando discutiamo di ìminigrazione col vostro paese. La nostra penisola è troppo piccola, troppo rocciosa, .troppo montuosa, per poter alimentare i suoi quaranta milioni di abitanti e il loro costante aumento. Solo un terzo del nostro paese è coltivabile e noi possediamo scarse risorse minerarie.
In una parola, noi siamo soggetti ad una grande e crescente pressione emigratoria e il nostro popolo si volge naturalmente verso la Colombia. Si t ratta di buoni lavoratori, di gente sensibile, ordinata p er natura , sana di spirito e di corpo, erede -di una lunga e trionfante lotta storica; essa sarà una sorgente di forza e non di debolezza per qualunque società alla quale essa vorrà unirsi. Noi troviamo strano che, p er esempio, le idee di taluni sull'immigraz ione in America. sembra.no vole r favorire i tedeschi a danno ·degli ita liani mentre proprio di recente americani ed italiani combatterono insieme per abbattere la tirannide germanica. Inoltre in Germania esistono elemènti irrequleti dal punto di v ista SO· eia.le in molto maggior numero che · in Italia e molto maggiore bol· scevismo.
Non voglio parlar male né dei tedeschi, né di alcun altro popolo. Né desidero che si creda che io voglia suggerire all'America di accogliere meno tedeschi in casa sua.
Io voglio dichiarare soltanto che sarebbe difficile di conciliare p roposte per l'immigrazione in America più favorevoli ai tedeschi che agli italiani con quello che io ritengo un g iusto apprezzamento delle virtù dei miei connazionali. Il bisogno dell ' Ital ia di maggiori opportunità di espansione per il suo popolo è stato molto accresciuto dai suoi sacri6zi materiali neIJa lotta generale per la libertà. Questa lotta non soltanto ha indebolito la nostra vita econom ica, ma ha imposto eziandio ai nostri .contribuenti wi peso di debiti ammontan te a più dì sei d ecimi della nostra ricchezza nazionale. Io ho fiducia che una completa discussione, guidata dalla reciproca simpàtia1 avrà p e r risultato un lieto assetto del problema della immigrazione italo-americana.
- Vo i volete rjire che rm u m o ·J; dignità risiede nel cuore della nazionalità?
- Certamente. Senza un senso di dig nità, non vi è nazionalità . Senza un senso di dignità, non v i è _ individualità.
- Che cosa pensate dei d ebiti di gue,-ra?
- Che essi devono essere pagat i. I debiti si devono pagare. Se i debiti non sono pagati, finisce il credito ed è molto meglio sacrificare del de"naro che sacrificare il credito. Il credito è il fondamento della civiltà. Il vostro Alessandro Hamilton ebbe in ciò p erfottamen te ra• gione. L'Italia vuc:,le paga re. Essa n on può farlo imm ediatamente. Essa deve avere il tempo di compiere il suo consolidamento naz ionale, .economico e finanziario. Essa deve avere il tempo di lavorare e risparmiare
- Voi Jiete un idealista, 1ignor MuJJolini.
- Sì, ma un idealista che crede nella sistematica e rapida conver· sione degli ideali in migliori condizioni di vita umana.
-.Cc m e P"ò l'uomo di Stato e il giornalista servire meglio l' un l'altro (! l'11manità?
- Mediante un'aggressiva e inst ancabile affermazione dell'energia mentale e morale. Col non t emere n ulla all'infuori dell'infedeltà verso Ja verità. Con Ja costante prontezza a sacrificare se stessi per i propri connazionali.
- Q11ale Jarebbe la vo11ra parola d ' ordine per il pubblico e _gl i .seri/lori?
- Il dovere del f aSCismo.
- Voi vi ponete sem pre 1opra un punto di vi.Ila morale.
-N on esiste un' altra cosa sulla quale uno possa fondare se stesso . Questo è il primo dogma del fascismo ; il carattere morale in prima linea, Fin . da principio, i fascist i hanno compreso che non vi poteva essere una rinascista politica senza una rinascita ·morale la foiza fisica, come ho detto, è talvolta necessaria; e Abramo Lincoln, ripeto, la trovò necessaria per imporre un principio superiore. Però l'ordine soprattutto deve essere difeso nella coscienza dei "cittadini. Gli Stati mode rni non possono fondarsi che sul senso g e neralè del dovere verso la patria. Per questa ragione la salute morale d el popolo è indissolubilmente legata alle fortune politiche del paese. Il compito immediato del fascismo, dopo avere spezzata la resiste nza de lla casta degli uomini politici che impedivano la rinascita dell'Italia, e ra di organizzare il nuovo Sta to ; l'ultimo e più grande compito del fascismo è di accrescere e solidificare la moralità dvica del paese. Da ciò la nostra parola d'ordine: «dovere».
- Che cosa ci diJe del/a c11/Jura classica?
- Questa per noi è la base di ogni educazione civica. Io non VO· glio che si creda che io intenda esprimere con ciò un principio valevole per tutti; rna , io credo che, se Ja cultura classica è a noi indispensabile per la coscienza di noi stessi, essa p er ogni popolo è il più potente strumento di civilizzazione.
- Q11ale è la voIJra arie preferitfl?
- La musica, perché è la più comunicabile. Poi mi piace l'architettura, la poesia, Ia scultura, la pittura .
- Che coJa pemate del deuo· di .Maeterlink che l'Amerira po11iede il più cr11dele commercia/ismo che il mondo abbia mai co11ou ù1to ?
- Questo belga è un grande poeta. Io dubito che un altro suo contemporaneo si eguagli a lui nell'analisi fisica. Ma solo una mancanza di immaginazione può accecare uno al punto di n on far g li vedere la stupenda promessa artistica che offrono gli Stati Uniti. Certo, essa è ancora principalmente una promessa, perché finora gli americani si sono occupa ti di altre cose. Ma un giorno essi faranno stupire il mondo. Un g iorno gli americani Staranno alla t.esta della civiltà nelle belle arti, oscurando persino le maggiori glorie del passato. Ora tutto questo dorme nel loro destino. Intensi e potenti ~si sono indubbiamente nelle cose materiali. Perché? A causa della loro giovinezza, deila loro semplicità e della Joro illimitata energia. Queste qualità però li trarranno col tempo daJl'industria, dal Commercio, dall'ingegneria; dalla meccanjca, verso una fioritura artist ica e lette raria. L'America materiale, la conosciamo; l'America artistica, l'abbiamo ancora da conoscere li signor Mussolini è un grande s111dioso della sJoria. Egli esamina tu/te le fasf dello Jviluppo umano dal punto di viita d ella critica storica. Tre città hanno fatto la storia, egli dice Se chiedete quali tre, egli vi rhponde. . .
- Non ne parliamo. Le città fanno sempre la storia; i villaggi Ja subiscono.
R oma, non occorre dirlo, è ;ma delle ll'e cilfà alle quali allude M1m olini, AscolJaJe quello che egli dice della ciJJà eterna:
- Roma è oggi, come Io è stata sempre, e come sempre lo sarà, il cuore v ivente delia nostra razza. Essa è il simbolo imperituro della nostra vitalità come popolo. Chi tiene Roma tiene la nazione. Co1J egli pemò quando, alla fine di ottobre del 1922, marciò alla Je1ta delle cinquantamila camicie azzurre dei nazionaliiti e camicie nere dei fa1cisJi per prendere · posseuo della .capitale. ·
- Quale è l'attegg iamento del jaICÙmo- di fronte alle claui?
- Nessuno di noi ha mai pensato di voler negare 1a fu nzione sto· rica delle classi sociali. le lotte di classe sono una realtà della storia. Ma appunto p erché esse sono tali, esse non possono essere isolate dalle altre realtà che formano il tessuto della storia. Le lotte di classe, per esempio, non possono essece astratte dalla realtà della nazione. Il fa. scisma respinge il concetto - e difatti esso è stato sorpassato nel pensiero scientifico moderno - che la storia possa essere ridotta alla lotta di classe Questo concetto il fascismo respinge in favore·dell'idea molto più organica che le classi agiscono entro lo Stato in conformità ai Joro diversi interess i, ma che Io Stato, siccome rappresenta l'unità storica della vita di un popolo, è necessariamente al disopra di tutti questi interessi e di queste lotte. Gli Stati hanno, rispetto alle classi, uno scopo superiore da perseguire, un compito più alto da svo.Jgere. Essi noq possono permettere che la lotta di dasse assuma la supremazia nella vita nazionale.
Dalle labbra di Munolini sono 11srite parecchie esprenioni, che, prese per se J/esse, hanno contribuito a t rarre il mondo in inganno nei ,;guardi del suo tem peramento e del suo- modo di vedere. Per esempio, in ,ma grande adunanza, egli eulttmò 1m giorno: << "E. il sangue che mette in moto le ruote deJla . storia! » Qt1este fosse immttgini oratorie potrebbefo far credere che ;/ presente capo dello Stato italùmo crede nella ne.ceJJità della g11erra.
- Che ne dire? -:-- ;o gli chiesi.
- Pace a qualunque costo è un assurdo, come un assurdo è la g uerra a d ogni costo. Né l'Italia, né gli Stati Uniti, fortunatamente per entrambi e per tutti, seguirono nell'ultima guerra la dottrina della pace a qualunque costo. 1'-fa con eguale energia io resp ingo la d.ottrina ~be la guerra può essere il maggiore interesse del mondo.
E se voi desiderate di Conoscere un po' Ja mia opiniqne per ciò che riguarda l 'interesse de.I mondo alla pace in questo momento, io vi rispondo sinceramente e con pi ena coscienza ch e 1a pace è necess.aria all'Europa d'oggi; ed io per parte mia ho diretto la pol itica estera dell'Italia in ·questo senso, risolvendo due dei suoi problemi più essenziali: le nostre relazioni con la Iugoslavia e le nostre relazioni con la Russia. L'ItaHa vuole rispetto ed amicizia ed è pronta ad offrire in cambio amicizia e rispetto. L'Italia vuole assolutamente tr.ittati chiari per regolare le sue relazioni con le altre potenze e vuole che questi t rattati siano vigorosamente rispettati a qualunque costo.
Corf,ì non è ttffatto ·/1argomento dè/ q11ale M11uoli11i abbia pa11rd. Egli è profondamente convinto che il bombardamenJo imped} una crisi del massimo pericolo per la pafe del mondo. LA responsabilità per il massacro dei membri italiani della Commissione internazionale per la delimitazione della fronJiera greco -albaneJe egli getta frantamen/e mite Jpalle del Governo g'reco.
- Mi sono battuto per la moralità internazionale; mi sono battuto per la tranquillità degli Stati balcanici; m i sono battuto contro Ja guerra; m i sono battuto per la civiltà. - ·
Probabilmente nenuno è più Jcellico di fron te alle « belle chimere», neunno è più 1prezza11/e delle «ideologie » del signor Mussolini. E ltlftavia egli n on è cinico. Egli confeua di eJJere « un uomo profondamente refjgioso ». Comidera la religione·<< una forza formidabile che deve essere rispettata e difesa » e Ji dichiara contMri() « alla democrazia anticlericale e ateistica, che rappresenta un vecchio scherzo inutile» . Egli 1ostiene l'ideale della riduzione degli 011eri e dei pericoli per 1'11manilà medi4nte tm disarmo gù1dizio10 e graduale, ma fortemente imùte nell'affermare che l'idealiJmo pieliJtico in q11e1to campo non deve poter esp01're i te1o ri di Jecoli di umano lavo ro, di valore e di Jojferenu 11mm1e a qualche nuovo Jcoppio improvviio di malvagità e di tirannide.
- Che cosa pemate "della Lega d elle nazioni?
- lo penso che bisogna fa re tutto il poss ibile per realizzire l'i deale della Lega, l'ideale ddla pace universale basata sulla giustizia. Ta lvolta nella loro lunga · storia g li italiani sono stati troppo larghi nelle loro idee e nelle loro simpatie; ma il fatto che sieno stati tali lo annovero fra i loro primi t itoli di grandezza. Notevoli pensatori , Renan tra g li alt ri, hanno av uto paura che l'universalismo potesse condurre alla decadenza nazionale. Ma il nostro mondo è diverso da quello dì prima della guerra. Tutta l'umanità ha una visione più . larga, ·un senso più acuto per la fratellanza, una coscienza più viva verso coloro che devono sopportare l'impeto della guerra,. se la guerra viene .
La pace con onore, la pace con giustizia, Ja pace che non commette alcuna violenza al benessere e al legitt imo orgoglio di una nazione, merita davvero di essere agognata all'infuori di t utti i pericoli che risiedono nel l'internaz ionalismo
M111Joli11i è un veterano della guerra mondiale nel vero- semo della parola. Egli çomhatté per l'int ervento dell'Italia. Quando l' Italia intervenne, egli andò come volontario al fronte nell'Xl reggimenlo bersaglieri. Nel 1917, egli /11 ferito dallo ICoppio di rma granala in trentotto punii differenti. p,.omo-uo s11/ campo e allontanatosi dall' eurcito per invalidità, egli t ornò ·a M i/ano e riasmme la direzione del <( Popolo d'Italia», poiché questo i11divid11aliJta, f iglio di 1111 padre ;ocialisla che l11 vorò in una offici11a1 e di una madre rhe pensò per la sc11ola, è di profeJ1io11e giorna/iJta e in qneJla qu~fità egli continuò a soJlen ere {e armi italiane fino 111/a viuoria finale . .
-Lasciate che io non dimentichi mai le t ri ncee - egli diue. -
Quelli di noi che vi sono stati non p ossono dimenticare il loro fango insanguinato. Ma fasciate ·che i o ricordi parecchie altre Cose ancora. La. sciate che· io rivolga ·Io sguardo ai vasti orizzonti che gli u omini di ogni nazione vedevano dalle trincee. Incalcolabili sacrifizi richiedono una nuova fase nella storia dell'wnanità. Quanti milioni hanno soffe rto la morte e 1a· mutilazione per la supremazia della libertà dell'anima wnana sulla forza fis ica, gli uomini di Stato non dovrebbero dimenticare. I pensatori dovrebbero continuare fino al costante successo- .l'opera iniziata. Il fa scismo vuole assolutamente che il mondo possa a vviani opportunamente alla conquista di questa causa, Io penso ch e l'America dovrebbe muo versi nell'orbita di· questo movimento. L'Jtalia non si opporrà all'entrata della Germania nella Lega. L'Italia non sì op porrà all'entrata della Russia. L'umanità in solida falan ge per la vittoria della rag ione e· d ella giustizia su lla violen za deve trionfare. L' unità internaz.ionaJ.e per 1a" pace deve, in altre p arole, essere un'arma ir~esisti bile. Ma l'uma nità n~m può conquistare la pace con una Spada spezzata.
Al DEPUTATI DELLA MAGGIORANZA PARLAMENTARE*
M11JJolini ha cominàato col ricordare comeJ nella stessa sala det Concistoro, f u ten~ta· la memorabile giornttta de/ 28 gennaio, con la quale· veni va aperla. la battaglia elettorale. Ha quitidi raccomandat o a tt,tti i co,izponenti la maggioranza la maggiore puntualità n ei l11 vori deli'asumbl t>a i11a11g11rata l'alt ro giornO' con tanta solennità dal Sovrano. It Presid enle ha porlo ai con venuti il suo co rdiale saluto, invitandoli, q11ando se n e prerente rà l'occmione, a portare queito sàlulo agli elett fJTi; ha aggiunto che lo sçop_o della riunio11e era q11e/Jo della scelJa d el Comitato di maggioranz a, ricordando - come la maggioranza , ostituh c.t ·e d(!bba Jempre costituire un gruppo di cose omogenee. Il Com itato avrà il compito··dj stabilire e tenere i contatti tra il Governo e la maggioranza e di far sì che sia sempre mantenuto l'affiatamento tra i <leputati della maggioranza.
Il Parlamento it aliano si è finalmente liberato da · quello che costituiva il suo peso morto: congiure di corridoio, chiacchiere vane, armeggi, competiz ioni· di gruppi, ma sarà bene anche che il Com itato ·non
* A Roma:, nella sala del Concistoro di palazzo VenC'Lia, il 27 maggio 1924, alle 12, Mussolini presiede la riunione el ci dep utali dell a maggioranza. j,Bilarilen tarc In t ale occasione, il Pr esi dente del Consig lio p ronuncia i l di scorso qui riportato ·in riassunto . (Da Il Po polo d'lllrlia, N . 127, 28 maggio 1924, XI),
DAL VIAGGIO NEGU ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 295 si disinteressi di quelli che potranno essere gli atteggiament i dell'opposizione. ·
L'on. M!issolini ha poi d ello come tilll o il mondo guardi col pùì vi vo intereJJe q11e1to eiperìmenlo di Cam era f ascista: esperime nto arPuo senza dubbio, ma che dovrà decisamente sortire ottimò esito.· Bisogna fare ,del Parlamento, ma nori del parlamentarismo, della democrazia, ma non deila demagogia. ·t questo senza dubbio l'ultimo esperimento parlamentare che fa l'Italia. Se esso dovesse fallire, il Parlamento dovrebbe essere chiuso e sostituito da altri istituti. Bisogna quindi che la maggioranza abbia uno stile e che faé:cia il possibile perché quella italiana divenga realmente una Càmera modello. Molte volfe le rivoluzion i arrivano a punti che non si erano prefissi, e potrebbe darsi che un movimento come quello fasci sta, nato antiparlamentare, conducesse ad un periodo d i splendore del Parlamento. Valga l'esemp io ing lese, valga l'esemp io francese. Si tratta <li vedere di qua li uom ini e dj quali capacità è costituito il Parlamento.
Il Pre1idente del Comiglio, 1cendendo ad esaminare il çompi10, Jellt1 maggiort1:mt, ha d etto che la 111:1.ggioranza stessa dovrà anzitutto freguentare con assiduità ,e_sedute, perché non si ripeta lo spettacolo deplorevole e demoralizzante di banchi deserti. Dovrà inoltre mantene re un contegno sempre ispirato alla dign ità dell'assemblea, evitando chi assate poco edificanti. Di più: essa do vrà esplicare il più attivo lavoro; il periodo dei decreti legge è finito; si dovrà ora pensare· a legifer are . Il Governo u serà dei d ecreti legge solo·in casi eccezionalissimi. La Camera approverà in b locco qualche mig lia io di decreti legge, ma su una sessantina di è:ssi sari opportuno fa re u n a discussione: i decreti per i trattati, quelli per le bische, per i petroli, ccc. Sa ranno poi p resen tat~ importanti disegn i <li l egge; 1a Camera h a il compito di discuterlì, migliorarli ed anche non approvarne qualcuno ove n on se ne ritenesse l'opportunità.
· Questa nuova legislatura ha dinanz i a sé un lung o periodo· di lavoro. Durèrà certamente cinque anni e dovrà rappresentare un periodo storico da r icordarsi a caratter ì d'oro nella storia del popolo italiano. Dovrebbe essere questa infatti la legis latura che dovrebbe condurre il f'Opolo italiano sulle v ie della gran dezza Questo - ha continuato a dire il PreJidmte - sarà, malgrado le opposizioni. L'opposizione è una povera cosa quando pretende di attaccare . i p rincipi e addirittura miserabile quando attacca i dettagli.
L'on . M111Iolini ha chiuso il discono, che è Jempre Jtalo ug11;10 dalla più viva attenzione della grande assembl'ea, dicendo · che egli intende che la maggioranza adempia iempre a lu!Ji i 111oi" doveri e che quest o çh;ede no n per sé, . non per il Governo, non per il Partito Fa- uista, ma in n ome del /Ort e p opolo italiano, ,he egli sente di f1mare umpre di pilÌ e che deve essere condoJto ron f ede v erso i migli ori deJtini. (Il diuorso del Presidente d el Comiglio è Jlalo arcolto da una impo11enle ovazione ) *.
COMUNICAZIONI DEL GOVERNO ALLA RIAPERTURA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI **
Mi onora di annunziare aI1a Camera che Sua Maestà il re, con decreto del j febbraio scorso, accettò le dimissioni rassegnate dall'onorevole, duca ·Giovanni Antonio Colonna -di Cesarò dall'ufficio di ministro segretario d i Stato per le Poste e i Telegrafi e dall' onorevole Costanzo Ciano dall'ufficio di sottosegretario d i Stato per la Marina mercantile.
Con <lecceti d ello stesso giorno, Sua Maestà il re nominò ministro segretario di Stato per le Poste ed i Tele.grafi l'onorevole Costinzo C iano, il quale venne altresl confermato nella carica di commissario per la Marina mercantile. ·
Con decreto del 30 aprile successivo, Sua Maestà il re ha accettato le d imissioni rassegnate dall'onorevole senatore cavalier Armando Diaz,
• « Cessati gli applausi che hanno risuonato per alcuni minuti nella ma. gnifica sala del Concistoro, ha chiesto la parole l'onorevole Carnsi. Eg li h a pro. posto che la nom ina del Comitato di maggioranza fosse demandata al capo del Governo, che p resiedeva l'assi:mblea. La proposta è stata accolta con vive accia· mazioni.
« Il Presidente del Consig li o h:i allorn fi s~ato cosl i compiti, la for mazione e la durata de l Comita to di m:iggioranza
« " Il Comitato di m11ggioran zt1 ha l o Jrop.o Ji co11it11ire il l rt1mile t rtt il Gover!lo e la maggiora11za parlamentare e di diuip/inare l'aJlività della m"ggiora!l za 1/eua nei riguardi del lavo ro parlamentare EHo è pre1ùdu10 dal capo del Govcrno, D 1ffe del fa.rcùmo, che può delegare a 101/ilnirlo 1•olla per volla il souoregreldrio di Sfdlo alla Presider1UJ d el Con1iglio. Il Comi1a10 durerà i11 rarl(a 1111 a11no duca della vittoria, daJl'ufficio di min istro segretario di Stato per la Guerra, ed ha nominato, in sua vece, il generale di Corpo ~·Armata onorevole Antonino Di Giorgio, deputato al Parlamento.
« H:i ·qu;.ndi proposto che del Comitato siano chia~ati a far parte gli onore· voli Michele Bianchi, Antonio Casertano, Carlo D ekroix, Roberto Farinacci, Paolo Matteì Gentili, Raffaele Paolucci, Filippo Pennavaria, Gaetano Polvtrclli, Gino Sarrocchi, oltre al Prcsiden~e del Comitato, onorevol e Mussol in i, ed al vicepresidente dd Comitato stesso, onorevole Acerbo.
« La. proposta è stata vor:ita per acclamazione e si è ripetuta u na nuova vibrante manifesta'lione nll'indirizw <le! Piesidente del Consiglio La riunione sì è sciolta alle ore 13 ~ . (D:l. Il Popolo d'/Ja/ia, N. 127, 28 maggio 19 24, Xl).
•• Parole pronunci ate alla Camera d ei deputati, nella tornata d el 28 maggio 1924 (ore U -15.45). (Dagli .Alti del Parlameitlo italiano. Cam"a d ei D ep1ttr:1i. SeJJione 19 24.'ZJ XXVII LegiJlalura. DiJ(t1J1ioni. V olume l: dal 27 maggio (1/ 29 novembre 19 24 Roma, Tipografia della Camera dei dep utati, 1925, p agg. 9·10).
Con Regio decreto del 30 scorso mese, è stato istituito il ministero delle Comunicazioni, e, contemporaneamente, sono stati soppr essi il min istero delle Poste e dei Telegrafi e il comm issariato della Marina mercantile. Il commissario straordinario delle Ferrovie dello Stato ha cessato le sue funzioni.
Infine con decreti del 3 corrente mese, Sua Maestà il re ha nominato gli onorevoli deputati Costanzo Ciano e Giuseppe Caradonna, rispetti· vamente ministro e sottosegretario di Stato del ministero delle Comu. n icazioni.
ALLA SOCIETA GEOGRAFICA ITALIANA*
Venendo oggi tra voi mi sono reso conto, meglio che io non abbia fatto 6nora, che oltre alle molte istituzioni e alle numerose forze che lavorano in piena luce e si vantano di grande notorietà tra il pubblico, ve ne sono altre , meno clamorose, che vivono ed agiscono quasi in una penombra, che non si fanno molto sentire, ma che tuttavfa rappresentano delle forze vive della nazione. Sta di fatto che la geografia non è stata mai molto familiare alla maggior parte degli italia ni. Oserei anzi · dire che in ltalia essa è più conosciuta da quelli che hanno messo il sacco sulle spa lle e sono andati emigrando per il mondo anziché da coloro che hanno la missione di dirigere Je sorti del paese.
Voi tutti sapete quali e rro ri sono stat i commessi, an~he recentemente, che si debbono attr ibu ire prima di tutto ad imperfetta conoscenza de lla geografia.
Se la mia presenza tra voi gioverà a richiamare l'attenzione del pubblico sulla Società geografica italian:1, se potrà accrescerne la conoscenza, ascriverò a titolo di orgoglio l'essere oggi venuto.
Accettando il documento che mi iscrive tra i vostri soci d'onore, formulo j migliori e più fervidi auguri per il lavoro della benemerita Società e prometto che ogni qual volta la Società avrà bisogno ·dell ' aiuto del Governo, mi troverà sempre pronto a favorirla, (Le parol e del Pre1ident e del Comiglio sono accolt e da una calorosa ovazione).
• A Roma, nella sede de!la regia Società geografica italiana sita a palazzo Grazio li, la mattina del 29 maggio 1924, l'onorevole Luigi .Federzoni, p residente d ella Società, consegna a Mussolini il di ploma di membro d'onore della Società lo ta le occasione, il Presidente de l Consiglio p ronuncia il discorso qui riportato. (Da // Po polo d'ltalù,, N . 129, 30 maggio 192 '1, XI).
GIUSEPPE DE NAVA *
Il Governo tributa alla memorià di Giuseppe De Na_va l'omaggio più reverente e manda alla famiglia l'espressione del più sentito dolore.
Giuseppe De Nava è scomparso dopo lunghe sofferènze, nei primi g iorni delJa lotta elettorale, mentre nel suo nome la Calabria · fedele si apprestava a rinnovare l'espressione del suo grande affetto per l'augusto conterraneo. Giuseppe De Nava lascia un generale sentimento di affettuoso cordoglio.
lo ebbi la ventura di conoscerlo personalmente_ a Cannes, ove egli, in un momento difficile del dopoguerra, era andato a di fendere, come ministro del Tesoro, l'interesse dell'Italia. Ed imparai a stimarlo.
Egli fu esempio di nobiltà, d'intelletto, di probità, e in ogni ufficio. l'opera sua fu esclusivamente i spirata, con infinito senso ·di devozione, al bene ,della Patria.
Egli è morto in condizioni cosl modeste che illuminano di una grande luce la nobiltà della sua vita.. (Vivi applauu).
ETTORE SACCHI **
Ett~re Sacch i, fervida anima di patriota e di cittadino, servitore devoto e leale dello Stato, diede alla Patria tutto il contributo della sua operosità e del suo intelletto, portando negli uffici pubblici e presso q uesta Assemblea, come opportunamente ha ricordato il Presidente della Camera, zelo e devozione esemplare. ,
Scoppiata Ja guerra, non cessò un istante di schierarsi fra i più ferventi sostenitori di esSa, ed ha compiuto fino all'ultima ora il suo dovere..
Nella visione della Patria onorata e ricostituita, Ettore Sacchi finì la sua operosa vita.
· Oggi al C:ompiarlto della Camera il Governo si ass0<ia con sincera riverenza. (Vivi applauu).
• Parole pronuncfate all:i Camera dei deputati, nella tornata del 29 maggio 1924 (Ore 0-19.-45), in commemorazione di Giuseppe De Nava (23 settembre 18~8-27 febbraio 1924). (Dagli Atti del Parlamento italiant>. Camera d ei deputali, S,uio,u rii. L tgh/111ura rii, Di1ousiorri. Volume I, pag, 20).
•• Parole pronu nciate ialla Camera dei deputati, n~Ua tornita del 29 mag . 8,io 1924, in commemorai.ione di E ttore Sacchl (30 magg io 1a,1 -6 aprile 1924). (Dag li Alti del Par/11merrto- i111lùmo. Camera d ei JepPWi. Sn1i one rii. Legida· tura ,it. Diu,mioni. Vol11me I, pag. 21).
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE*
Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge: conversione in legge del regio decreto legge 25 novembre 1919, numero 2419 (proroga mediante s<ambio di note di alcuni trattati di commercio); conversione in ·legge dei regi decreti legge che rispettivamente approvano e me ttono in esecuzione i trattati d i pace di Versaglia, di Trianofl e di Neuilly sur Seine; conversione in legge del regio decreto legge 7 giugno 1920, numero 860 (messa in esecuzione d ella convenzione monetaria addiziona le del Il marzo 19.20); conversione in legge del regio decreto legge 16 aprile 19 21, numero 1333 (approvazione dell'accordo con l'Eg itto pe r la tassazion e degli spir~i); conversione in legge del regio decreto legge l O febbraio 1922, numero 162 (messa in esecuzione dell'accordo del 23 novembre 1921 per facilitare le relazioni postali); conversione in legge del regio decreto legge 7 gennaio 1923, numero 193 (approvazione della convenzion e con la Svizzera per il nuovo cavo telefonico del Sempione); conversione in legge del regio decreto legge 7 gennaio 1923, numero 411 (garanzia al prestito per la ricostruzione dell'Austria) ; conversione in legge del regio decreto legge 12 luglio 1923, numero 1816 (messa in esecuzione dell' accordo e della convenzione per la Sudbahn); conversione in legge del regio decreto l egge 17 d icembre 1922, nwnero 1678 (messa in esecuzione della conve nzione con l'Albania per lo scambio delle corrispondenze e dei pacchi postali); conversione in legge del regio decreto legge 24 settembre 1923 , nwnero 2323 (approvazione di un emen damento dell'articolo sei del patto della Società delle nazioni); conversione in legge del regio decreto legge 31 ottobre 1923, numero 2604 (messa in esecuzione della conv_enzione postale con San Marino del j maggio 1923);
• Parole pronunciate al!11. Camera dei d eJ>utati, nella tornata del 30 mag gio 19 24 ( ore 1,-19.20). (Dagli A u i del Parl amento it11/iano. C11mera d ei deputati. Susione di . Legislatura dt. D iJomioni, V olume l , pagg. 70-72).
Opera Omnia Di Benito Mussolini
conversione in legge del regio d ecreto legge 31 ottobre 1923, numero 2564 (messa in esecuzione dell'accordo per il rimborso delle spese dì occupazione degli Stati Uniti di America in ·Renania del 25 maggio 192 3); conversione in legge del regiO decreto legge 31 ottobre 1923, numero 2603 (messa in esecuzione dell'accordo ccn l'Austria per il trasferimento di sede delle società commerciali, firmato a Vienna il 16 lug lio 1923); conversione in legge del regio decreto legge .21 ottobre 1923, numero 2495 (messa in esecuzione della convenzione per l'unificazione e il perfezionamento del sistema metrico del 6 ottobre 192 1); conversione in legge del regio <lecreto legge 28 novembre 1923 , numero 2 561 (messa in esecuzione della convenzione di commercio e di navjgazione con la Spagna del 15 novembre 192 3); conversione in legge del regio decreto legge 9 novembre 1923, numero 3149 ( estens ione agli Istituti religiosi all'estero delle facilitazioni concesse dalJa legge sull'emigrazione agli ~llìevi missionari); conversione in legge del regio decreto legge 13 dicembre 1923, numero 31 ::;o (messa in esecuzione di tre convenzioni relative alle ass icurazioni private, firmate a Roma il 6 aprile 1922); conversione in legge del regio decreto legge 13 dicem b re , 1923 , numero 3236 (messa in esecuzione della convenzione 6 aprile 1922 relativa agli investimenti in prestiti di guerra austri aco ed unghe rese); conversione in legge del regio decreto legge 3154, del regio decreto legge 3155 e del regio decreto legge 3156, in data tutti 13 dicembre 1923, nonché del reg io decreto legge 24 aprile 1924, numero 4 180 (approvazione d~ otto convenzioni firmate a Roma il 6 aprile 1922 i n materia di debiti e creditì); conversione in legge del regio decreto legge numero 3183, del regio decreto Jegge numero 3238 e del regio decreto legge 3239, in data tutti 1~ d icembre 1923 (messa in esecuzione di sei convenz ioni, firmate a Roma il 6 aprile 1922 e relative rispettivamente ai fidecommessi, al rit iro dei crediti e depositi della Cassa postale di V ienna, alle gestion i della vecchia amministrazione posta le austriaca e degli Stati successori, alle pens ioni provinciali e comunali ed alle pensioni che erano state assegnate dal cessato Governo dell'Austria); conversione in legge del regio decreto legge 22 dicembre 1923, numero 314Z (messa in esecuzione dell' accordo con Ja Francia pe r regola re le questioni penrlcnti che concernono gli interessi francesi e quelli ital iani in Africa); conversione in legge del regio decreto legge 31 genn aio 1924, nu-
.