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VIAGGIO NEGLl ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 53

Colo ro che sono giornalisti mi comprendon o, sanno ·che cosa vog li a dire scende re in tipografia nelJe o re piccine; vedere il gio:nale che palpita, che fumiga perché esce dalla stereotipia; inquietarsi. prendere maga ri per il collo il proto che ,ha sbagliato ( ch e poi è un buoniss imO compagn o di lavoro); sollecitare i redattori ; inve ntare una notizia, si, qualche volta anche dì peggio, inventare un art icolo! Poi finalmente un rombo sotterraneo : ecco la creatura viva, palpitante, che esce, la creatura ch_e andrà per il mondo, pe r le case, per i caffè, a suscitare passioni, attizzare interessi , sommuovere cause g ravi.

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Questo è il giornale, questo è il g io rnalismo, che è una n obile fa. tica, quando è fatta con nobiltà di inte ndimenti, q uando non serve a interessi clandestini e meschini, quando s ia un 'arma in difesa di una idealità. E qui a T orino il giornalismo ha grand i trad izioni. Cavou r, voi lo sapete meglio di me, fu grande g iornal ista. Fu lui che p reparò lo Statuto, con a rt icoli di giorna li. Nel corso degli anni, la vost ra Associazione de lla stampa, io posso dirlo,- è sempre stata aII'avanguardia del giornalismo pr~fcssionale politico italiano. Sono contento di essere tra di voi. Sarei molto felice se d oman i, ad opera ultimata, io potess i ritornare al giornale. lo rin novo il mio augurio di prosperità per la vostra Associazione e credo che, ·al. di sopra delle piccole divergenze di partito, un grido ci possa accomunare: « Viva l'Italia !». (App lausi v~vissimi 1al111a110 l e parole del PreJidenle del Consiglio).

AI LIBERALI PIEMONTESI*

lJ PreJide,ùe d el Comiglio ha con cordialità rùposto rhe tornwa a lui di ringra2iare i liberali piemontesi dell'omf1ggio f at1ogli. Ha 1oggiu11to rhe accoglieva con la massima simpatia la leale collaborazione

• A Torino, allo stadio, il 24 ottobre 1923, a lle l), Mussolini assiste ad un carosello 5torico o rganizzato in suo onore. Al termine della manifestazione, « la sua voce tuona: •· Camicie nere! A èhì Romd? A rhi Ntalia? A chi la viJtoriai ". le parole sono p ronunciate e scandite con voce profonda Per l"rumiversario della conquista, egli domanda che i suoi uomini rinnovino così. il giuramento. Ma questa vo lta è una nazione, un popolo che gli risponde con la voce del Piemonte e di Torino d'oggi: "A noi!"», Poi, in prefett rua, riceve una rappresentanza dei liberali p iemontesi. L'ingegner Corrado Gay, membro della Direzione del Partito Liberale Jtaliano, rivolge al P residente del Consiglio il seguent e indirizzo: «Eccellenza! I liberali del Piemonte qui raccolti i n rappresentanza, riconoscenti a voi per l'onore reso alla città di T orino, la fed elissima a lla. monarchia. sabauda ·- ammiratori del vostro ferv idissimo amore all 'Italia, alla quale avete consacrata l"energia del poderoso ingegno e della ferrea volontà fatti va - vi ringraziano deu·opera pos~n te compiuta ad ottenere la riaffermazione dell'a uto- dei l iberali, avendo sempre protestato il massimo ossequio per il liberalismo, che ha avuto la sua culla nel Piemonte e si riattacca al nome gra nde di Carnillo Cavour, il quale ha governato con la costituzione e · con la libertà; _ma con la libertà unita alla salda disciplina, senza 1a quale i popoli vanno alla deriva e, talvolta, all'abisso.

Bisogna distinguere - ha ancora aggi11nto - tra il liberalismo e certi liberali, che non lo rappresentano effettivamente, e che, o per ambizioni deluse, o per rancori non sopiti, o per antipatie personali, cercano di contrastare il fascismo.

Coi veri liberali egli è amico e ne ha sempre accolta fa vo revolmente la collaborazione, si che nel J/1(} ministero vi sono stati due liberali, uno dei qudli Jorineu, e ;empre in perfeJto accordo.

Ma Ja collaborazione deve essere leale, sincera, disiritercssata, e soprattutto non deve avere l'aria d i mettere sotto tutela il fascismo. Ad un semplice tentativo in t~.l. senso, i fascisti, ed io per il primo, insorgeremmo e protesteremmo

AGLI « UOMINI DEL. LAVORO » DI TORINO *

Cittadini! Uomini d el Lavoro!

Non ricordo in vita mia di avere assistito ad uno spettacolo p iù superbo e più imponente di quelJo che voi mi offrite stasera.

Non ho mai visto una moltit ud ine cosl vasta e cosl bella. Vorrei ricà statale e la ricostruzione nazion:1 le. Essi, fiduciosi, vi confermano il lega le e pieno appoggio nella d iut urna vos tra fatica, intesa a guida re, a l di sopra delle competizioni, il paese a l grande posto bene meritatogli dal valore dei suoi meravigliosi soldati e dalla forza dei suoi tenaci lavoratori del pensiero e del braccio». All'ingegnere, il Presidente del Consiglio risponde con le parole qui riportate in riassunto. (Dalla Gazzetta del Popolo di TorinD, N. 254, 25 otlobre 1923, 7(})):

11 A Torino, ali'« Mtel Europe ~. il 24 ottobre 1923, alle 20, Mussolini partecipa ad un banchetto in suo onore offerto dal comune. Durante il bani:hetto, nella sottDStante piazza C".a.stello," affiuiscooo < ( i sindacati nazionali per la cerimonia del giuramento e una folla enorme di cittadini» . Verso le 22.30, dalla loggia dell' albergo, il Console Bagnasco pronuncia un breve discorso, « invitando i sindacati a giurare fedeltà alla nuova Italia» Terminato il discorso del console, la folla. reclama insistentemente Mussolini, al quale improvvisa una dimostrazione di simpatia e di entusiasmo, li Presid~te del Consiglio tenta sottrani all'invito; « ma, alla fine, tra le rinnovate e sempre più clamorose insistenze della folla "incalcolabi le ». cede all'invito e pronuncia le parole qui r iportate, (Da Il Popolo d'JJaJia, N , 255, 25 ottobre 1923, X).

VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DE LITTO MATTEOTTI 55

che la mia voce giungesse ad og nuno di voi, p er dirgli g razie pe r t utte le manifes tazio ni. L'anima di T orino è in questa piazza e vib ra in que· sto m omento come mai.

Ho ass~tito con commoz ione profonda a lJo sfilamento d ei vostri sind~catì. V i s iet e raccolti sotto i gloriosi gaglia rdetti del fasci smo e avete con ·ciò dimostrato che il fascismo non segue- gli interessi più o meno legittimi di categorie, ma solo gli interessi superiori e generali d ella nazione,

-ll G overno, il fascismo vanno sicurame nte verso gli uomini che faticano nel le officine e sui _camp_i, vanno con cuore aperto e sincero verso di essi. N on possoilo promettere il pa rad iso terrestre, ma essi sanno che g li operai debbono essere eleva.ti mo ralmente e materialmente perché una nazione non può avere grandezza se gli uomi n i del lavoro sono abbrutiti e mortificati. ·

Ebbene, o uomini del lavoro , il Govern~ compirà H suo dovere verso di voi. Ho visto inciso sui vostd g aglia rdetti che la patria non si n ega m a s i conquist a.

Conquistate l'Italia! Viva l'Italia ! (Il breve diJCono dell'on. M 11s;o/ini, interrotto spesso da grandi appla11si, è sia/() salutato alle- 11 /Ji me parole con una tri plice ovazione. li Presidente, quindi, si.è ritiraJo; ma subito d opo ha dovuto ripresentarsi per parecchie volte al balcone, per riJp o,idere ai saluti della follt1, che non voleva decidersi ad abbandon<1re la pinza).

AGLI OPERAI D ELLA « FIAT » •

Sena tore ! O perai!

H9 _ a ncora Je orecchie fra stornate e g li occhi abbag liati d allo spettacolo superbo ch e stamani si è offerto al m io sgua r do. Come capo del Governo e come italiano sono orgogl ioso di questa vostra splendida città del lavoro. Credo che non ci sia nulla di simile in Italia e forse nemmeno. in Europa . Tutto ciò deve rendervi orgogliosi e darvi quel che io chiamo l'o rgoglìo della fabbrica.

Voi, del resto, lo sentite questo o rgoglio, perché voi siete leg ati al succèsso della vostra opera, Non è indifferente pec voi che la vostra macchina giunga prima o secon1a in un cimento europeo o mond iale. t! nel vostro interesse che g iunga prima, perché ciò aumenterà le vostre possibilità di lavoro. Tutto si ottiene nella vita? C'è u n limite che non si può varcare, un l imite per g li industriali ed un limite per gl i operai. :8 cioè nell'interesse degli industriali che g li operai siano tranqùilli, che conducano una vita tranquilla, che abbiano il necessario alla vita, che non siano assillat i dai bisogni insoddisfatti, ma è anche nell'interesse degli operai che la produzione si svolga con ritmo ordinato,vorrei quasi _ dire solenne, poiché il lavoro è la cosa più solenne, più nobile, più religiosa della vita.

• A Racconigi, il 2~ ottobre 1923, dalle 8 alle 9.15, Mussolini ha un colloquio con il sovrano Rientrato a Torino, d alle 10.4S alle 11. 30 visita gli stabilimenti della Piat; dalle 11 .4, alle 12.30 quelli di Lingotto. T erminata la visita, il senatore Giovanni Ag nelli, fondato re della PiaJ, rivolge al Presidtnte · del Consig lio parole di saluto e d ì ringraziamento. Indi Mussolini pronuncia il discorso q ui ri portato. (Da li Popolo d' llalùr, N. 2, 6, 26 ottobre 192 3, -X).

E soprattutto non pensate di potervi straniare d.i. lla Vita, d all'anima e dalla sto ria deIJa nazione. Anche se voi lo voleste no n vi riuscireste, come non si può riuscire a rinne-ga re la propria madre. Lo vogliate o non lo vogliate sfamo tutti italiani e dobbiamo avere l'orgoglio d i essere italiani non solo p er' le g lorie del passa to, nobilissime glorie, ma sulle quali non vogliamo vivere di rendita come dei nipoti degeneri e· parassiti, ma soprattutto per questa Italia nuova che va sorgendo, che ha qui, in questa vostra fabbrica, raggiu nto un primato europeo.

Per questa Italia nuova io vi chi edo l'adempimento silenzioso del vostro dovere di operai e di cittadini. Solo col lavoro e con la collaborazione fra tutti g li ·elementi d ella produzione si aumenterà il benessere individuale. Fuori di questo, io lo proclamo solennemente, fuori di questi limiti c' è la miseria individuale e la rovina de lla nazione.

D opo di che io, che ho lavorato con le braccia e che vengo dal popolo e che ho questo orgoglio, d opo di che io !i saluto, no·n con la mentita simpatia dei demagoghi venditori d i fumo, ma con la sincerità rude d i un lavoratore, di un uomo che non vi vuole ingannare, di u n uomo che imporrà a tutti la discip lina necessaria, agli amici soprattutto ed anche agli avversari.

Ebbene, abbiatevi la manifestazione della mia simpatia più fra terna con l'augurio che il primato europeo e mondiale della vostra fabbrica non abbia !llai a cessa re. (Grandi e prolungati ttpplausi ;aiutano la fi ne del diuor10, che era stato qua e là sottolineato da vive approvazioni e da appltlllJ/ da parie degli operai e degli int.1itatr).

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