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DAL VIAGGlO NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 89
Nella relazione d el PresidenJe, e11endo Jlato incidentalmenJe toccato il problema dei . rapporti fra (ombatlenti, fas(isti e mutilati, appen4 finita la chiara ed esauriente esposizione del President e, è staia subito affrontata, invertendo l'ordin e del giorno, la queJlione dei rapporti tra faJ(ÌJli e (omballenti.
Aperta la dis(11J.rione, vi hanno partedpaJo S. E. Giuriati, M ichele Bian(hi, /'on. Giunta, S. E. Federzoni, S. E. Pinzi, S. E. Acerbo, Ma11rÌ· zio Maraviglia, Rononi e, rip.et11/amenle, il Presidente.
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Alle 12,4), la disc11s1ione ha atmto termine.
Prima di togliere la seduta,• il Presidente ha proposto ed il Gran , Coniiglio ha approvato il seguente "Ordine del giorno:
« Il Gran Consiglio, tenendo la sua · prima sessione all'inizio del secondo anno ·della rivoluzione fascista, saluta i gruppi di tutta Italia che hanno offerto alla .nazjone ed aJ mondo, nelle recenti g iornate di ottobre, uno spettacolo incomparahile di forza e di disciplina e li esorta a stringere sempre più saldamente le file in vi~ta di nuove battag li e e di nuove vittorie ».
Durante la riunione del Gfan Consiilio, ha,zno prestalo servizio i moschellieri di. MtJssolini al comando del (apomanipolo Si/eoni.
PAROLE AI GENERALI*
La ringrazio delle gentili parole e di questo gesto che i generati d'Esercito e i comandanti d'Armata e di Corpo d'Armata compiono oggi dinanzi a me, capo del Governo. Voi sapete che questo Governo ha, in cima ai suoi pensieri, le so rti dell' Esercito nazionale. Le sorti morali
• A Roma, nel salone della Vittoria di palazw Chigi, la mattina del 13 novembre ·1923, Mussolini rireve i seguenti generali, membri della commìssione centrale di avanzamento dell'Eserrito, convenuti nella capitale per parteripare ai lavori della sessione invernale della commissione : Alberico Albricci, Antonio Basso, Pietro Badoglio, Giovanni Cattaneo, Enrko Caviglia, M aurizio Ferrante Gonzaga, Francesco Saverio Gru:ioli, Umberto Montanari, Guglielmo Pecori-Giraldi, Carlo Petitti di Roreto, Pi etro Ravaz2a, Mario Sani, Giulio Tasrnri, Gius~ Vaccari. Il ministro A rmando Diaz, che accompagna i generali, rivolge al Presidente del Consiglio le seguenti parole: « Sono generali d 'Esercito, comandanti di Armata e di Corpo d ' Armata. Ognuno di loro ha scritto, in guerra, pagine di cui il nostro p4ese si onora. Sono dei valorosi, dei forti comandanti. Essi hanno compiuto tutto il loro dovere in guerra e compiono oggi; in pare, per la ricomuzione n on meno ardua dell'Esercito, tutto il loro dovere, con un so lo ideale, che è quello d ell a grandcna della patria e della forza dell'Italia nostra. Sono fiero di averli avuti a coll aboratori fedeli durante l'ultimo anno di guerra in cui ten ni il comando dell'fuefci to, sono .6.ero e le sorti materiali, ~ rché, a mio ·avviso, non bisogna mai" disg iun'gere le due cose, perché lo spiri to h a i suo i diritti impr escrittibili ; ma anche la materia ha le sue esigenze nC'Cessarie Non vi è du bbio ch e g iaffimai comè in questi ultimi te mp i l'l talia e~be uno spirito militare così e~e\'ato. Ho l'impr essione, e cr edo che questa mia impressione possa ~sere confortata dalla vostra tes~imonianza, che i l morale dei quadri e quello d ella tr~ppa sia in questo momento superbo. D al punto di vista morale siamo quindi a posto. Non si potrebbe prete ndere un materiale umano più elastico, p iù preparato di quello che oggi è affidato al vostro comando. A queHo_che riguarda 1a materia, cioè 1a preparazione dei mezzi, pensa incessan·temente il ministro della Guerra, pensa continuamente il Governo fascista. dà" averli nell' attuale periodo al 6ne della grandena del nostro paese~. Indi Mussolini i,ro9uncia le parole qui ri portate. (Da Il Popolo d'l1alia, N. 272, 14 .novembre 1923, X).
Voi conoscete le mie i dee. Per me l'Esercito ha un- com pito solo: i l compito supr emo di p repararsi per essere p rorit o in ogni momento a difendere gli" interessi della nazione. Tutti gli a ltri compiti passano in seconda lìnea. Q uesti concetti non debbono essere l imitati soltanto ai membri delle alte gera rchie dell'Eser cito, devono essere d iffusi in tutte le masse dei q uadri , questo deve essere l'obiettivo costante, il fermento animatore di tut ti coloro, dal più alto al più basso, che costi tuiscono n el- · l'Esercito la gara nzia sicura ed infrangibile dei d estini della patria, lo vi prego, signori generali, di portare a tutti gli ufficiali ch e da voi dipendono e alle truppe di cui avete il comando, l'attestazione della m ia devozione, della mia simpatia e della mia ammirazione, e l'assicurazione anche che le sorti d ell 'Eserci to stanno sommamente a cu o re del Governo nazionale fascista.
Il minfrtro della Guerra h4 vivamente ring razirtJo il Pre1idenJe per le parole direlle all'Esercito ed infine l'on Mussolini .si è intratlenu/o con a/Cimi generali, afferma11JQ1 anche nelle conver1azioni personali, t111to il 1110 vivo comphtcimento per la 'gr~ila visita e la JtltJ. 1oddi.rfttzione per lo spirito che animta oggi /'E sercito, sollo la sapiente e inflessibile guida dei suoi comandami.
32• RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO D EL FASCISMO*
L'on. Gi11nta e i'o11. Giuria/i hanno riferikJ mi toJJoqui avuti oggi nel pomeriggio ton i rappresentaJiti del comitale, centrale de!PAIIociazione nazionale combal/enti, Il Gran Consiglio ha preso atto con piacere delle comllnìcazioni ed· ha approvato un ordine del giorno, che verrà comunicalo domani.
I/ ugretario generale, on. Giunta, ha poi riferito s11lla a/Juale .ri!uazione del Partito, s11i metodi che il Direttorio ha adottato per rimettere il Pal·tilo steno in piena efficenza e .ri è stabilito di convocare i congressi provinciali n elle prime tre domeniche del mese di dicembrei: la prima d omenica ne/l'/tt1lia sette11trio11aie; la .reconda 11ell'ltalita centrale e la Jerza nell'Italia meridionale e n elle iJole.
Re1ta fmata definilivamente per il 12 gennaio fo conV(Jcazione pie-' 11t1rùt del Gran Coniigiio e del ConJigiio nt1zionale composto dei 1egretari provinciali e del gruppo parlamentare.
I RAPPORTI ITALO-SPAGNOLI**
li 1ignor Maza,, dopo aver rilevato la grande impo_rtanza che aSIU· mono I# parole dèli'on. Mussolini al/;1 vigiiù, dalt'arrivo del re di Spagna~ riferhce the, avendogli detto di non ,!ubitttre dei sentimenti d el pOpolo italiano 1:1erso la Spagna, il PresMente del ConJiglio, gli htJ co1ì rispouo:
- Il popolo italiano ha appreso con alta soddisfaùon e e con la più profonda gioia l'annunzio della visita di Sua Maestà. il re di Spagna al nostro sovrano. Esso ha sentito che non veniva a Roma questa volta soltanto il capo di una grande nazione, ma il rappresentante ed il simbolo dì un popolo, al quale l'Italia è legata da vincoli irldissolubili di civiltà. Nessun popolo, più dell'italiano, può comprendere a fondo la Spagna, Noi italiani possiamo pe,netrarc facilmente, profondamente la lingua di
• T enutasi a palazzc> Venezia (?) il t; novembre 1923 (ore 22·24 ?). (Da Il Popolo · d'halit1, N. 272,' 14 novembre 1923, X).
** Riassunto delrintervista concessa a Roma, all'inviato sp«iale dcll'A, B.C. d i Madrid, Papel Maias, il 14 novembre 1923. (Da Il Popolo d'llalia, N. 274, 16 novembre 1923, X).
Castiglia. La nostra cultura e la cultura spagnola sono intimamente legate da una tradizione secolare ed oggi le manifestazioni del pensiero e del· l'arte sp'agnola sono più Che noti in Italia.
L'on. Muuolini ha quindi ptfrlato delltt politfra mediterranea ed ha dello che, col suo intuito politico, raffinato attraverso i secoli, il popolo italiano ha compreso quale funzione sia asseg nata alla Spagna nella storia europea, quali riserve di energie la Spagna possieda, quale avvenire le possa essere aperto, 11 nostro popolo ha compreso che la Spagna non è affatto il paese che cattive e tendenziose leggende hanno dipinto; llla un giovane paese mediterraneo, che ce rca faticosamente e fermamente, come cerca l'Italia, Ja sua via. L'antica e pura civi~ di un popolo è la più grande forza dalla quale esso possa sperare quella antichissima e pura civiltà latina che è la base della storia.
Ìa Spagna deve di nuovo e a ncora mostrare ]a sua potenza. Si è dimenticato troppo facilmente, quando si è parlato di d ecadenza della Spagna, quello che la Spagna ha creato di là dall'Oceano, dove le nostre due razze si sono fuse per creare un nuovo· mondo fatino.· 11 popolo italiano ha la più chiara visione di quello che la Spagna può e deve essere nell'Europa moderna, e, particolarmente, nel Mediterraneo.
Io credo - ha soggiunto l'onorevole M11uolini - che noi abbiamo un compito grandioso e comune. Le giovani società dell'America meridionale sono nate da noi; è quasi un simbolo e un prestigio che la terra d'oltre Oceano sia stata toccata per la prima volta da un italiano, che navig;i.va sotto le.insegne gloriose di un re di Spagnà, un italiano audace ed ardente nella sua fede ed un re chia roveggente. Noi abbiamo laggiù il nostro sangu e. La nostra civiltà ha creato una civiltà nuova, il nostro lavoro tenace e quadrato come ci hanno insegnato e lasciato in eredità le leg ionarie colonie ramarle, ha spezzato Je foreste ed il deserto. Noi spagnoli ed italiani non possiamo ch e guardare con orgoglio laggiù. Non possiamo non · sentire in comune 1a gioia di contribuire alla valorizzàzione di quelle giovani nazioni, nelle qu:i.li noi abbiamo impegnato il patrimonio secolare d eUa nostra civiltà_
Avendo i/ -sig, M.tzo:ts detto:« Noi crediamo, Eccellenza, che soltant o il fascism o abbia reso possibile il viaggio~ di S11a Maertà Catt olica a Roma, », /'on. MuJSolini ha rhpoJJo;
- Il popolo italiano è felice che il re di Spagna visiti in forma so• Jenne il pontefice. Noi siamo una nazione cattolica, non solo perché il cattolicesimo è inseparabile dalla nostra sto ria. Gli italiani venerano il pontefice, · il capo della loro re lig ione, ma venerano in esso anChe il simbolo di quella Chiesa di Roma1 senza la quale, dal Medio Evo in poi, la nostra storia sarebbe incomprensibile. Mai in Italia si è compreso cos] lucidament e che il problema delle relazioni fra la Santa Sede e
DAL VIAGGIO -NEGLI ABRUZZI AL DELITTO MATTEOTTI 93 lo Stato italian~ è un problema di ordine Spirituale e superiore. :È indubbio che, dopo Ja guerra, la coscienza italiana ha avuto u na rinascita religiosa. Moltì _ fe nomeni della }>Otitica italiana con l' Estéro che non sono interJ· mente compresi e che cominciano ad esserlo appena ora, sono fenomeni spirituali, fenomeni di un rinnovamento religioso. li popolo ital iano sente in questo . rinnovamento l'urgente bisogno di superare il conflitto tra la coscienza di cattolico e la coscienza di cittadino che aveva tormentato alcune d elle più nobili esistenze italiane. La politica religiosa dello Stato italiano doveva essere ricostruita interamente su nuove basi. E quello che ha fatto il fasci smo. Esso ha abbandonato il sistema d ei meschini accomodamenti e si è messo sulla strada· maestra risolvendo il vero problema, .il problema essenziale.
D op() aver ricordato quanto il jttJCÙmfJ ha fallo per la religione n ella vita civile, l'o f!. Mt1ssolini ha (ondt1Jo dic endo di comiderare il viagg io di Sua Maestà il re di Spagna come uno dei migliori avven imenti nella storia delle relazioni fra i nostri due paes i. Concepisco q ueste relazioni fondate sul mutuo rispetto e sulla coscienza che i due grandi popoli, spagnolo ed ita)i.Ìno, hanno del loro compito nell'Europa e nel mondo.
33' RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
A /l'inizio d ella seduta, S. E. Aterbo ha chiesto lrt puro/a per rir ordttre (he or sono n ove rtn11i uuiva il primo numero del « Popolo d'Italia»· e ne~l1esprimere i più ferv idi aflg11ri al aealore del glorioJo giornale, proponeva di inviare il telegramma che Ji trmmelle a pttrte e che /11 aao/Jo con applttusi da lulJi i membri d el G ran Comiglio, che Ji son() levati in piedi.
Il 1egrelarifJ g eneretle del PttrliJo 1piega quindi ai Gran Consiglio, le basi delle lra/tative intercorse fra il comitato nazionale dei comballellli e il DireJJorio del Partilo Fascista e legge il teJto della convenzione_ approvalo e fir mai(} dai rappresenlanli delle due paiti.
li Gran ùmsiglio approva la cfJn venzione e o-rdina che cò pia di e1i11 sia mandata a tutte le Federazioni j aJ~iJte, per(hé ad eua informino la loro azione nei riguardi dei combaltenli e_ in~ftirro i n umeroJi com-ballenJi iuritli al Partito d entrare a far parie dell'A uodazione combattenti
"' Tenutasi a. palazzo Venezia ( ?) il t-4 novembre 1923 (ore" 22-24 ?), (Da li Po polo d'l1alia, N. 273, l ~ novembre 1923 , X)
Q11i11di è sin/o approtJt1JQ all',manimilà il .reguenJe ordine del giorno proposto dall'on. Arerbo:
· « li Gran Comiglio, 11ditc1 ltt relazione de//'on. Giunta s11/ prim., meie d i alli vità del Direttorio provvilorio nazionale, ne prende allo e ton viva JoddisfdZione approva i crìleri che g11idano l'on. Giunta ne/. l'opera d; organizzazione e sel ezione del Partito e tributa all'intero Direttorio rm volo di plauso, esorft:mdolo tJ per1e11er(tf'e sulla via intrapresa ».
Si inàia, poi,· la disc11JJione ml sindacalismo fauùta um la rel1tZio11e di Edmondo Roisoni, al q11ale il Gran Comiglia tributa un plauso per la magnifica condotta ten11Ja di recente al convegno di Ginevra i n difesa del conceltt.> e ·delle diretJive del JÙtdacalismu jasciJJa.
Finita lt! relazione, si apre la discuJJione, (fii partecipa in larga mium, iJ Pre,idenle del Comiglio, che, con chiarezza e con sq11ùila sensibilità ftolilica, inquadra e guida la dùau1ione, limitandola ad almni punti di urpitale intereue.
Alla dùcrusione hanno preso parte anche Mich ele Bianchi, S. E. Federzoni, Maurizio M araviglia1 / 'on. Giu nta.
L' argomento saril concluso domani con ,ma mozione che verrà presentala da Edmondo Rossoni
IL SISTEMA PARLAMENTARE E IL FASCISMO*
/J Presidente del Consiglio it,tlùmo ricorda rapiddmeflle lo sJdlo in cui Jrovò l'Italia ai suo avvento al potere, quando la ribellione perman ente, l 'abbassamento progressivo morale, il sentimento di rinunzia ad ogni ideale erano gli clementi fondamentali della di sgregaz ione d el paese. Bisognava dunque· d istruggere il materialismo che si èra impadronito dell'anima itali ana, che è l'anima più spirituale e più sotti le, e restituire al cittadino isolato l a fid ucia in sé.
Il Presidente .si ,mgttm che si comprenda che il compito del fascismo è soprattutto psicologico e che non h a esercitato la su.1 dottrina sug li atti, ma sulla volontà. Il fascismo non è insorto contro il comunismo per iniziare una lotta meschina, ma ha voluto vedere più oltre e più l u ngi: esso ha intrapreso una crociata p er la riconquista del vecchio s pirito , italiano, al fine di raggiungere, attraverso il sacrificio degli anni di g uerra, Io stato d 'a nimo del Risorgimento. E vi è riuscito.
* Ri ass unto delrinte!Vista concessa a Roma, all'inviato speciale de-ll'I1t/orma1ion dì Parigi, Francesco De Homen Christo, il 15 novembre- 1923. (Da li Popolo d'/falia1 N, 275, 17 novembre 1923, X).