40 minute read

PRESENTAZIONE ÒI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE*

Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge: conversione in legge del regìo decreto. 14 giugno 1923, numero 1334, che reca provvedimenti finanziari p er l'anno 1922 a favore degli enti locali delle zone già invase dal nemico o sgombrate; conversione in legge del regio decreto 14 giugno 1923, numero 1449, riguardante gli esami di abilitazione alle funzioni di segretado comunale; conversione in legge dei règi decreti legge 10 e 12 settembre 1922, numeri 1387 e 1418, che recano norme per la concessione della cittadinanza italiana a talune categorie di stranieri ; conversione in legge del regio decreto legge 29 luglio 1923, nu: mero 1724, concernente la revoca della personalità giuridica al comitato per il monumento-ossario al fante italiano.

LE RELAZIONI CON LA RUSSIA **

Advertisement

I trattati che oggi la Camera è chiamata ad approvare, e. che cert~mente approverà, sono in un certo senso g ià scontati. Sono vecchi di due anni, e accetto per loro la definizione dell'onorevole Riboldi : d ~von·o essere .considerati come delle prefazioni di un libro _che non è ancora totalmente scrittO.

La discussione p rovocata dalla presentazione di questi due trattat i è

• P arole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 30 novembre 1923 (ore 15-18. 55). (Dagli Aui del Pifflamentr; forlia n,:t, Camera dei d e• putati, Seuione cit, Leghlatura <it. Dhomio,ii Volume XII, pag. 11087), u Alla. Càmera dei deputati, nella tornata del 30 novembre 1923, pr~gue la discussione genera le (iniziatasi nella t ornata del 29 novembre) del disegno di legge: «Conversione in legge del regio decreto 31 gennaio 1922, numero lF, col quale è stata data piena ed intera esecuzione dell'accordo preliminare concluso a Roma il 26 dicembre 1921 tra il Regno d ' Italia e la Repubblica fed erale socialista dei sovie1:i di Russia » . Parlano, nell'ordine, i d eputati Francesco Saverio D'A ya la, Stefano )acini, Costantino Lanari (interrotto da Mussolini per diciannove volte), Nicola Bombarci (interrotto da Mussolini per dieci volte), Ezio Riboldi (interrotto da Mussolini ~r d ue volte). lndi il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato (Dagli AJJi dr/ Pllf'lamenlo ilaliano. Camera dei d epu1a1i , Seufone rii L egiIJaumz rit, DimHiioni. Volume XII, pagg. 11088 -1111 4), stata interessante, a .rriio avviso, perché non è stata influenzata da preoccupazioni politiche di ordine interno. E credo che tutti si siano compiaciu'ti delle dichiarazioni dell'onorevole Bombacci,. e anche del discorso assai pratico, tecnico, aderente alla realtà concreta, pronunciato dall'onorevole Riboldi, Quando un anno fa io feci un'es_IX>sizione, la prima esposizione in materia di politica esterà, dissi che i rapporti con la Russia erano allora in uno stato di incertezza, e, diciamo la parola, di ambiguità. ro sono nemico delle ambiguità in genere. Dissi allora che non ci dovevano essere pregiudiziali di partilo. Il problema era squisitamente di ordine nazionàle. Appena questo Governo sa lì al potere, in taluni strati dell'opinione pubblica russa ci furono dei movimenti di sospetto e an che d i ostilità: ci furono casi di rappresaglie nel Mar Nero, non gravi: ci fu uno scambio 'di trattative: la situazione ritornò normale. Venne Krassin a Roma ed io ebbi u n lungo colloquio con lui ; trattative furono iniziate con Worovskij ed erano giunte già ad un buon punto , quando Worovskij fu assassinato a Losan.na. L' assassinio di Worovsk ij portò una sospensione nelle trattative dai tre ai quattro mesi. Le trattative sono state riprese con Jordanski. Ormai è il segreto di pulcinella, e facciamo pure della diplomazia a caite scoperte: una commissione partita da Mosca è a Roma e con questa commissione si sta · trattando da. alcune settimane appunto per stabilire relazioni normali d i ·ordine commerciale fra la Russia e l'Italia

Queste trattative non subiscono assolutamente influenze di ordine politico né da parte nostra, né da parte russa. Ma sono· necessariamente lente. Non dovete credere che i russi. corrano; sono dei minu ziosi e vorre i quasi dire p edanti - ma io li ammiro in questa loro pedanteria - minuziosi, zelanti d ifensoci di tutti g li interes.si del loro paese, e vanno coi piedi di piombo. Ragione per cu i è sagg ia tattica d a p arte nostra, se vogliamo fare un t rat tato di commerdo che sia giovevole a nçhe a noi, non mostrare soverchia, eccessiva precipitazione.

·Le trattative. sono giunte ad una· buona tappa: c'è stata una sospensione dovuta ad elementi di ordine puramente obiettivo.

· :8 inutile discutere per vedere che cosa sia la Nepa e quale · più o meno profonda trasformazione ·di ordine sociale ed economico abbia portato in Russia. Questo è affare di ord ine interno russo. Ma fino a questo momento, p ur avendo abolito il monopolio del commercio dell'interno della Russia 1 sembra che es ista, ed esiste in realtà, il monopol io del comme rcio per l'estero. Questo crea d elle difficoltà a mio avviso non insormontabili : credo ch e s i potrà trovare una soluzione che rispetti questo monopoli o russo e dall'altra parte dia a noi la pratica possibilità di stabilire dei Commerci e dei traffici.

Altra questione che è sul tappeto è quella dei danni subiti d a cittadini italiani in Russia.

Poi ci sono le inevitabili d ifficoltà inerenti à: questo genere dì trattative. I rapport i spirituali tea i due popoli sono eccellent i. Io non so se sorpre nderò Ja Camera, comunicando che nel mese di Corfù l'uni ca stampa europea orientata simpaticamen te verso l'ftalia è stata la stampa di Mosca.

Ci sono dei paesi, come ricordava l' on. Ribaldi, che hanno stabilito con la Russia relazioni normali; ce ne sono altri, come la Cecoslovacchia, che hanno scelto una formula intermedia; c'è fin alm ente un certo numero dì Stati -che non ha rapporti ufficiali di sorta. Non v 'è dubbio però che all'ora attuale tutti gli Stati europei, e anche non europei, d irettamente o indirettamente , cerca.no di riallacciare rapport i economici" con la Russia. Ing h ilterra e Francia e Stati Uniti sono assai avanti su questa strada.

La missione De Monzie in .fondo era una missione governativa francese e h a portato in Fra ncia delle conclusioni piuttosto ottimiste. In fond o, questa faccenda del riconoscimento dei S 0vièts1 è una famosa foglia di fico, con la quale si vuol nasco nd ere la realtà concreta dei fatti. D al mio pun to di vista e nazionale e politico è più conveniente che io abbia a Roma un ambasciatore in perfetta regola, con tutti gli usi, i costumi e Je leggi che regolano questa materia nei rapporti internazionali, piuttosto che un rappresentante che non si sa se sia -commerciale, se sia diplomatico, se sia politico e che però viene a palazzo Chigi a tra.ttare di affari concreti con me1 e che quindi è nel fatto e neJla pratica quotidiana pienamente iiconosciuto.

Pe r quel che riguarda il riconoscimento cosid detto de jure della Repu~blica ·russa, nessuna difficoltà da parte del Governo fascista.

Il problema deve esser posto in q uesti termini di schìetta e, oserei d ire, brutale utili tà naz ionale: è u t ile per l'Italia, per la economia italiana, per la espansione italiana, per il benessere del popolo italiano, è utile il riconoscimento de jure della Repubblica russa, in quanto questo ricon05Clmento faciliti le relazioni economiche e quindi la espansione del popolo italiano? Io risi,ondo sl. (Approvazionr).

Naturalmente quando si tratta no i problemi della politica estera su lla base della utilità nazionale, ci vuole il d o- tlf des. Io, Italia, Governo italiano, dando prova di sp regiudicatezza politica, riconosco il vostro Governo, vi introduco di nuovo nella circolazio ne politica e di· plomatica delle società occidentali; e voi, russi, datemi un corrispett ivo concreto (approvazioni ttll1e1t remt1 sinùtra), datemi u n buon trattato di commercio, datemi delle concessioni per le materie prime, di cui la nazione italiana ha sommamente difetto. (« Benhsimo ! ». Ap provttziom).

Se la Russia entra in quest'Ordine; di idee, se la Russia ci concede quello che noi chiediamo, non vi è dubbio che le trattative attualmente in corso arriveranno ad una feli ce conclusione.

, Non dico e non posso di re che questa c.onclusione sarà sollecita , perché, vi ri peto, ci sono delle difficoltà di ordine obiettivo inerenti alla situazione generale ed anche alla diversità, sia pure oggi attenuata , delle due economie. Ma il Goyerno italianò ha la buonà. volontà di concludere, e, se è vero quello che si è detto da quella parte della Camera che uguale volontà è anche dalla parte dei russi, non vi è dubbio che anche il trattato di commercio italo-russo sarà rapidamente concluso.

Interrompendo un oratore che mi pàrlava della ricostruzione dell'Europa, ho detto che bisognava. cominciare dall'Italia. Mi sono ricordato d i ·u na frase di uno deg li autori che formò un po· la mia mentalità , parlo di Gio rgio Sorel, il quale diceva che prima di interessarsi delle dogane della Cina, si interessava dell'octroi d i Parigi.

Ma tutta la politica fatta dal Governo fascista, pur partendo da critert di utilità nazionale, contribuisce anche a realizzare questo scopo generale di ricostruzione europea. Perché si fanno dei ~rattati d i commcrciO? Appunto per ci.Stabilire quel tessuto di relazioni economiche che la guerra e le crisi del dopoguerra hanno più o meno profondamente lacerato.

Le due economie, l'economia italiana da una parte e l'economia russa dall'altra, sono destinate a completarsi.

L' Italia per necessità di cose va verso un potente svi luppo industriale Chiusa la ·parentesi jugoslava, io credo che abbiamo le strade aperte, anèhe d'ordine continentale, verso il Sud Oriente europeo. Sta· biliti dei ra pporti di normalità con la Russia, avremo aperte le grandi strade del mare.

Ciò, io penso, sarà nell' interesse d ei due paesi. (Vivissimi appla11si, ,he si ripetono a destra, quando il Pre.ridente del Consiglia esre JaJ. l'ault:1)

• La discussione generale del disegno di legge: «Conversione in legge del regio decreto H gennaio 1922, numero 157 », si chiuderà nella tornata del l <I dicembre 1923. Nella .stessa tornata sarà approyato l'articolo unico della legge.

68' RIUN IONE DEL CONSIGLIO DEI . MINISTRI*

Al principio della Jedutt11 il Pre1idente, dopo aver invidio · il commouo Jtt/uto del Governo alle villime · dell'inondazione e dopo dtler elogiato l'azione del/1Esercito e della M ilizi~ nell'opera di Jouarso e rilevata la magnifica sensibilità con la quale la nazione si è appresta/a a fornire i Jocçorsi per lenire afle con1eg11e11ze del disartro, dà /(l parola al minhtro. dei Lavori pubblici, che riferisce eiaurientemente SIA/e indagini da lui espletate per incarico del Presidente. (+)

Ad in vito del Presidente del Consigliu, il ministro della Pubblica htr11zio11e, on Gentile1 riferisce 11J/la origine e .u,tl'andamento della presente dgitt1zione degli sl!{denJi universitari ed informa il Comiglio dei pfo1wedimenti e della sua recisa volontà di ricondurre la più rigida disciplina in Ju/Je le SCl(Ole, p,m endo severame,rte gli a11tofi di disordini e organizzaJori di agit azio.,,i deplorevoliuime, dannosissime al prestigio delle nostre università ed agli int eressi morali ed economici della nazione.

Ii Pre1idente approva le dichiarazioni del minhtro Gentile e gli esprime, a n<>me d1;l C()1uiglio, !tJ so/Marietà - proprhl. e dei colleghi nella severtJ politica scolasticrJ da. lui 1eg11ita per restaurare con volontà in ftes1ibi!e nelle università la neceuaria Jhcip lina, base non meno necessaria, Je si vuole creare una dasse dirigente cap,ice di guidare Id nazione verJo Id s11a grandezza morale e materiale. ( +)

IL PROBLEMA DELLA BUROCRAZIA **

L'on. Muuolini1 dop o aver discor10 di altri numerosi argomenti, così si espresse Jul problema della burocrazia :

""7'" Io sono l'imperatore degli impiegati. E facile l'ironia sulla « pratica». Ma Ja pratica è una petizione, è un bisogno, è una giustizia. Si dice molto male deIIa burocrazia. Ma la burocrazia è in molta parte lo Stato. In fondo, il Presidente del Consiglio è colui il quale si impone di venire ogni mattina alle dieci davanti . al proprio tavolo e di

• T enutasi il , dicembre 19B (ore 10·13.Ì5). (Da Il Popolo d']t.Jia, ' N. 291 , 6 dicmibre 1923, X).

•• Da li Gi(Jfnal~· d'/Jaiia di Rom3, N. 289, 5 dicembre 1923, XXIII, è qui riportato il resoconto di un colloquio avvenuto tra Mussolini ed i gi ornalisti Gino Calza-Bedolo e Adol,fo Tin o « par«chie settimane addietro»

' studiare e di controllare le pratiche. la burocrazia è sempre migliore di quello che si dipinge. t una forza continua e quot idiana dello Sta to, che va sapientemente secondata, con amore e senza falsi disprezzi. t come un motore g igantesco, il quàle, nei primi anni del suo funzionamento, h :i. un suo ritmo regolare e fervido, che è suscettibile di un improvviso arresto.. .. Allora intervengo io. Spingo u n a leva ed il motore c he si era :arrestato oppure g irava a folle, sotto l 'impulso di ·quella leva si ingrana .e i l ritmo .ripiglia regolare.... Bisogna controllarla, questa mac~ china, ch e in fondo è lo strumento m irabile e agile _ attraverso il quale lo Stato si perpetua e si realizza.

Volete un esempio? lo ho risolto recent emente un grave problema d'importanza nazionale qui in questa stanza Erano riun iti degli uomini tutti compete nti, tutti in buona fede, tutti armati delle loro proprie buone ragioni. Ma, naturalme nte, per il contrasto di quella l oro competenza e di quella loro stessa f ede, la ri soluzione del problema, in una diversa concezione dei dove ri del Governo che non sia la mia, avrebbe richiesto tempo sufficente a ridurre ed eliminare quel contrasto medesimo. Ebbene, che ho · fatto io ? Sono andato a quella porta che voi vedete, l'ho chiusa, mi sono messo la chiave in tasca e ho detto: « Signori, voi non uscirete di qua prima che il problema sia risolto ... . ». E in poche ore si ebbe Ja soluzione.

- Pre,;dente, ma talvolta 110n b(l.Jfa J'impo sizione del fare; uaorre la sicurezza di ben fare ....

- Appunto Con la stessa facilità con cul ho chiuso quel g iorno la porta d i quella stanza, io andrò u n giorno sul posto a riconoscere · se si è « ben fatto» Perché un mucchio di p ietrisco, una palat a d i calce, u na distesa di rotaie, non rapprese,ntano p er me che jl segno rivelatore e necessario della progressiva elevazione di questo nostro paese, che, quando avrà la sua ag ricoltura prospera, l a sua industria operosa, il su o traffi co sicuro, il suo sottosuolo esplorato, Je sue mille forz e natural i ben dirette e sfruttate, solo allora avrà acquistato il valore d ella sua vita ·e il rispetto del suo destino Oggi io sento che l'Italia è su questa via e· che si spezza una rete tessuta d i menzogne demagogich<! per cui era soffocato e fatto incerto j{ bisogno e il desiderio degli uolTlini al lavoro e alla valorizzazione immediata del loro lavoro.

- In verità, Presidente, ci semhrà che questa realtà cominci a farsi strada anche nel nostro paese e' - singolare a dirsi - proprio per ef· felto di un fenomeno rivo·luz;onario qua~e fu il fasdsmo.

- Bisogna che l'ltalia rapidamente guarisca dalle sue secolari intoss icazioni per porsi sul piano d ei g randi paesi. Io no n sono di coloro i q uali pensano che la funzione e la m issiOne storica del cap italismo siano presso ad esaurirsi. Io sono, anzi, d'avviso tota lmente opposto.

Opera Omnia Di Denito Mussolini

Noi non siamo ancora nella storia, ma solamente nella preistoria del capitalismo. Quando si pensa che in Europa, oltre alcuni nuclei capitalistici in Inghilterra, in Fra ncia ed in G ermania e, con un po' di ritardo, ancora embrionalmente in Ita lia, esistono regioni immense e ricche come la Bakania, come la Russ ia, assolutamente estranee a i coefficenti della moderna organizzazione capitalistica, è facile capi re come la vera e propria storia del capitalismo non sia ancora incominciata o sia appena all'inizio, Ma non basta! Pensate che vi sono nuovi · contincnt~ che il capitalismo ha appena lambito Pensate al giorno in cui si potrà attraversare a volo l'Africa dal Med iterraneo alla colonia del Capo, al giorno in cui nella sterminata immensità dell'Asia saranno territo ri d i rapido . e intenso sfruttamento industriale e commerciale da parte di questo capitalismo che appena oggi - come ho detto - in izia la sua funzione storica e ipevitabile. Ed allora sa rà chiaro che questa potrà maturarsi e svolgersi interamente: nel giro d i quàlche secolo. Quando il capitalismo avrà valorizzato le immense possibilità e capaci tà del nostro paese, allora soltanto l'Italia prenderà il suo posto ed assumerà la s~a propria fisionomia nel quadro delle forze componenti l'equilibrio mond iale.

· - Ella h a ragione, Presidente_ Q11e.J/o fe rvore mirabilmente iniziato dal f ascilmo è ori:rm~i in/eJo all'eJ/ero.

- L'Eurcpa sente oggi che in Italia governano uomini di salda mano e di sicura volon tà. Quando nei gio rnali stranieri leggo lung hi articoli ded icati al fatto tanto semplice e tanto spontan~o che I'on. Mussolini attraversa il paese v.olan<lo p er otto o re ininterrotte su un apparecchio, io mi re ndo conto che que lle cronach e significano che l'Europa non si è ancora avvezzata a considerare la possibilità che il capo di un Governo abbandoni il vagone .sa lone o la comoda poltrona pres idenziale per la. carlinga disagevole di u n apparecchio aereo.

1l fascismo a ll'estero h a ancora diffidenza a sinistra e a dest ra. A sinistra, perché si dice antidemocratico ed antisocialista; a dest ra, perché esso è l'affermazione dei valori nazionali in contrasto con a ltri opposti e coflcorrenti valori dello stesso genere. Ma tutto ciò non dispiace, anzi conforta chi avverte che, proprio attraverso questa _diffidenza per il sistema politico, si fa strada il riconoscimento delle vi rt ù e dei va lo ri ·nazionali che il fascismo rappresenta.

- E vi è chi cerlttmente 1i i//iide ml/a 111a caducità.

- Le illusion i che fino a ·qualche tempo fa furono alimentate nel nostro paese, ebbero un'eco anche all'estero, e vi fu ch i condivise quelle iJlusioni ed aspettò ingenuamente d i ora in ora l' aprirsi della crisi. Ma ora è faci le avvertire dovunque, alla Camera e fuori della Camera, che il mio Governo durerà bene a lungo. N on vi è maggiore forza per un

Governo che la sua certezza di durare. Nulla recide più i nervi dell'opposizione che questo senso della in eluttab ile stabilità di un Governo, lasciatemi . dirvi qualche cosa che vi sembrerà singolare: la stessa capacità di resistenza in Russ ia .consiste, soprattutto, in questa d eterminata sicurezza che è dei suoi governanti di durare e di resistere....

- Il paese ~ppdre già partecipe di quuta necessità....

- Sl. Il fascismo ha suscitato e riveb.to quella éoscienza nazionale italiana in cui è per la prima volta implicita l'idea della coscienza dello Stato forte e sovrano. Risaliamo un poco nella storia di questa noSt ra Italia, la quale fu dapp,rima una popolazione, che, a p«?CO a poco, si trasforrriò in popolo. Allo scoppiare della guerra, non tardò a sentirsi nazione e fu proprio qqesta coscienza della nazione che vinse il cimento tremendo, Oggi questa coscienza d ella nazione diventa insieme coscienza dello Stato, Che cosa è, infait i, lo Stato? !! la coscieriza g iuridica della nazione. Il fascismo è sorto ad attuare e regolarizzare questa necessità nuova ed estrem.i che instintivamcnte h a presentito: che una n az ione tanto è forte e tanto .vale quanto più è forte e vale il suo Stato. Per questa ragione, io mi sono preoccupato di costituire con ogni mezzo quella coscienza. Sono gli strw11ent i attivi dello Stato che conferiscono al popolo la certezza della sua solidità. Pe r esempio, io sono il primo Presidente del Consiglio che si dica orgoglioso di essere insieme il capo della polizia.

Per questo, io ho migliorato con ' ogni cura le condizioni degli agenti rappresentativi della disci p lina e della fo rza statale. Voglio e spero di a rrivare a suscitare la stessa convinzione popolare pe r la quale, per· -esempio, in Ing hilterra, il policeman e lord Curzon possono ad un certo · momento t rovarsi a llo stesso livello ed esplicare una fu nzione egu:11mcnte nobi le ed importante, Il carabiniere è lo strume nto form idabile e sicuro attraverso cui in ogn i continge nza, g iorno per g iorno, l'uomo umile ed il potente possono vedere reali zzato a .benefi cio della supe~ riore armonia sociale la volontà e l'impè cio dello Stato.

Il Governo è un fatto di Volontà e io opero senza smarrire mai il senso freddo e preciso della destinazione di quella volontà. Ecco perché io non nutro mai fiducia, ossia non mi abbandono mai ad Una fiducia aprio ristica e sentimentale. Dopo avere Jungamente vagliato la realtà attraverso un esame implacabile ed assiduo, allora soltanto io sono capace di provocare la gioia e l'orgoglio della fiducia.

Il mio Governo è solido ed è forte, non ~olo per la immensa forza che attraverso H fascismo lo nutre, ma soprattutto perché esso sempre ·più appare e si rivela interprete ed esponente di quella magnifica e g iovanìle volontà nazionale che volle, fece, patì e vinse la guerra Il mio può dirs i veramente Governo nazionale .

69' · RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *

Il Presidente, on. Mmsolini, comun~ca che, in relazirme alla facoltà deferitagli dal Consiglio, ha deciJo, dopo accurato esame della Jitua:zione generttle, di nor, presentare al Parlamento le richiesta di proroga dei pieni poteri, Pur avendo già approntali tutti 'gli elementi e d oa,menti relativi, compre;o il d ecrelo che n e autorizzava la presentnione alle d11e Camere; e ·nomutante che I.a maggioranza della Camera, attraveno le deliberazioni dei vari gruppi, si foue già manifestala fa vorevole pet la cancessione della proroga steu a. li Presidente comunica che di q11a11/ o sopra non ha mancato di informare la Corrma,, alfa qt#tle ha ~appresentato altre;ì la consegue" / e neces;ità delfa chimura della sesJione pt:rlame11Jare, ottene ndone il pienQ. com e>u o Questo a/lo,, evidenlemenle, non pregiudica. l e sorti definilive d ella legislatura. (Il Comiglio ha approvato alla unanimità la derisione del Presidente) ( +).

Su proposta del Presidente del Comiglio, minislro degli Affari Esteri, il Consiglio delibera la costruzione di u mt sede propria per il regio consolato Ìn Tuniri ( +).

Il Presidente del Consiglio ha t olto la Jeduta alle ore 12, comÙnicando che la sessione ordinaria di dicembre del Comiglia dei m inistri avrà inizio venerdì 14 corrente p er· /!name ed approvazione dei provvedimenti rig11arda111i la rifof m a della p11bblic~ amminislrttZion e, già preparali dai vari ministri**.

• Tenutasi il 10 dicembre 1923 (ore 10,12). (Da li Popolo d'Italia, N. 295, 11 dicembre 1923, X).

•• Nella 7ff' riunione, tenutasi il 14 dicembre 1923 (oi·e 10-n:15), il Consiglio dci ministri iniz.ierà « 1,'esame dello schema di decreto contenente )::i. riforma della:legge comunale e provinciale~. Nella 71"' riunione, tenutas i il D dicembre 1923 (ore 10-13.D), il Consig lio dei ministri apprnverà -:la riforma ddla legge comunale e provinciale ». Nella 72a riunione, tenutasi il 17 dicembre 1923 (ore 10.13), il Consiglio dei ministri approvecl « la riforma della legge sul Consiglio di Stato e sulla Giunta provinciale amministrativa~. Nelh 73n riunione, t enutasi il 18 dicembre 1923 (ore 10-13), il Consiglio d ei ministri npproverà « la riforma delle leggi sull e istituzioni di beneliceflza e sulla Sanità pubblica». Nella 7411. riunione, ten utasi il 19 dicembre 192; (ore IO· 13. D), il Consiglio d~ ministri approverà « alcuni schemi di decreto rig uardanti l'amministrazione postelegrafonica » N ella 7yl riunione, tenutasi il 21 dì· cembre 1923 (ore 10-13 .D), il Consiglio dei minist ri. approverà « la r iforma dello staio giuridico dei funzionad governativi ». (Da li Papolo d'l1alia, N n. 299, 300, 301, 3,02, 303, 305, 15, 16, 18, 19, 20, 21 dicembr e 1923, X)

PER L'AGRICOLTURA*

Vj ringrazio molto d ell'omaggio e, soprattutto, delle parole gentili che avete pronunziate per il re, che ha avuto l'idea prima di costituire questo Istituto molto utile 'e fecondo Io ne comprendo bene l'enorme importanza, perché comprendo l'importanza che ha l'agricoltura nella economia di tutte le nazioni. Ogni sforzo d eve essere fatto per rendere l'agricoltura più prospera e più grande. L ' Istituto, che ha un grande passato,_ d ovrà avere anche ·un grande avvenire. I vostri desideri saranno, quindi, da me esaminati con la massima buona volon tà ed ho il piacere di dirvi che sono completamente a vostra disposizione per quanto sarà ut ile decidere.

LA RIFORMA DELLA SCUOLA**

li Preiidente ha approvato. pienamente la p roposta, che egli appoggerà, e, tfattando dell'agitazione, in .sul finir e, ha invitato i presenti a dire ai compag ni che eui pouono agilarsi all'infinito, ma in tal modo non o/terranno a.uolutamente n11/lr1- dal Governo fascista, Di tutte le rifo rme che abbiamo votate - ha detto il Presidentela legge Gentile è l'unica veramente rivoluzionaria, perché ha trasfor-

• A Roma, a palazzo Chigi, I' l1 dicembre 1923, alle 11, Mussolini riceve i membri. del coniitato permanente dell' Istituto i nternazionale dell'agricoltura. Il senatore Pantano, presidente del comitato, esterna al Presidente del Consiglio « i sensi di omaggio dell'Istituto per il Governo nazionale e per il suo capo». Quindi Luigi Dop, delegato per la Francia, ricordando che « l'Istituto, sorto per precisa volontà del re e del Governo italiano, è un potente mezzo di cordiale collaborazione e di pacifica intesa tra le nazioni nel campo dell'agricoltura », espone brevemente « i desided di ordine tecnico e morale » dell'Istituto. Ai due, Mussolini risponde con le parole qui riportate. ( Da Il Popolo d'llalia, N. 296, 12 dicembre 1923, X) mato uno stato di fa tto che dwava da l 18)9. Anche alla legge Casati si f ecero allora mille critiche, ma io sono di una intransigenza assoluta s u!Ia sostanza della legge G entile. Fra q ualch e mese, quando quest a cÒ. s iddetta agitazione sarà un semp lice" e disgraziato ricordo, si potrà esaminare se taluni se<:ond ari p articolari della rifo rma sia no più o meno adeguati alle necessità dei casi. Il carattere di questa agitaz ione è r ivelato dalla stampa france se ed italiana che l'appoggia. Se, per ipotesi, g li stu- . denti avessero t utte le ragioni possibili, finché sono sulle p iazze e finché saranno appoggiati da questa stampa di opposizione, non otterra nno la benché m inima soddisfazione.

0 A Roma, nel salone della Vittoria di palazzo Chigi, la mattina del 13 dicembre 1923, Mu ssolini riceve i rapp resentanti dei Gruppi universitari fascisti convenuti a Roma per concretare una r eazione contro le recenti agitazioni studentesche e per studiare i mezzi per la ricostituzione della Federnione studenti universitari fascisti. Il deputato Francesco Giunta, che accompag na i rappre-. sentanti, spiega al Presidente del Consiglio il « significato della visita e, a nome della Federazione studenti f ascisti, gli presenta la proposta di conferire la laurea. ad honorem agli studenti fascisti c.1.duti nella rivoluzione fascista ». Indi Mussolini pronuncia il discorso qui · riportato in riassunto. (Da li Popolo d'J1alia, N. 298, 14 dicembre 1923, X).

~ on si facciano, quin~i, alcuna illusione. Ditelo chiaro e tondo ai vostri collegh i d'Itali a. ··

, Sono dnquaot'anni che si dice che la scuola va riformata e che la si critica in tutti j modi. Si è gridato, in mille toni, che bisogna ren• dcre finalmente la scuola seri a, formati va dei ca ratteri e . deg li uomini. Il Governo fascista h a bisogno della classe di rigente. N ell'esp er ienza di questi quattordici mesi di Governo, io ho veduto che Ia classe di rigente fascista non c'è. Non posso improvvisare ì funzionari in tutta l'amministrazione dello Stato. Tutto ciò deve venirmi g rado a grado dalle Università.

Meditate sul fatto che la lotta per l'Jtalia è oggi difficilissima nel campo naz ionale ed internazionale. Non è più il tempo in cui si poteva essere imprep:ltati. Appunto perché siamo poveri ed ultim i a rrivati, dobbiamo . a rma re potentemente la nostra intelligenza. t qu indi necessario che g li studenti studi no sul serio, se si vuol fare l 'Italia nuova. Ecco le rag ioni profonde della riforma Gentile, di q uella che io chiamo il p iù grande atto rivoluzionari o osato d al G overno fascista ja questi mesi di potere. I fascisti hanno l'obbligo di agire, perché le Università diano la classe d irigente degnamente preparata ai suoi grandi e difficili doveri.

Il P_re;idente ha poi invitato i preuntì a lav01'are su bito per mett ere in perfetta efficenza la Federazio ne 1t11denti u ni versitari f ascist i, perché, Je si 11!10/ f are l o S tat o fascista1 ,occorre che gli elemen# ven gano dalle Uni ve rsità Si p o1t·a1mo çoJi avere i funzionari preparat i, ter1aà, coraggiosi e f edeli, che lav oreranno coscie-ntemente per la gra" dezza d ella nazione.

I presentì hann o ascoltato con viva attenzione l e parole del PresidenJe, che li ha poi congedati incaricandoli di portare ai colleghi df tutta ]ta/i.:l iJ 1al111a fraJ erno di caP.P del Governo e del f a-sti.rmo.

AI FASCISTI ROMANI*

Fascisti !

La notizia che l'onorevole Giunta mi reca mi allieta, ma non mi sorpreÒde. Io sapevo, ero sicuro, che al disopra degli umani e forse inevitabili dissensi, il fascismo romano, che è il fascismo della cap itale intangibile, avrebbe ritrovato la sua superba unità di forza e di ani mi.

Questa adunata dimostra che al d isopra dei piccoli transfughi e di coloro che sono incoercìbili e irriducibili nei loro meschini rancori (applauJI), il fascismo rimane una forza formidabile e può permettersi il lusso di sorridere dinanzi a tutte le opposizioni più o meno coalizzate. (ApplMII). '

Io ricevo con lieto animo e con sicura coscienza il vostro giuramento, perché se voi giurat e qualche cosa a me, io giuro qualche cosa a .. voi ed all'Italia; serrate le file e preparatevi a tutte le battaglie p erché vogliamo riportare tutte le vittorie. (Applatur). Viva il fascismo! (Una aalamazione f ormidabile accoglie le ultime parole de/l'on. M,uwlin11).

AGLI ALLOGENI DEL FRIULI **

Signori!

Ho appena bisog no di dirvi che il vostro omaggio mi è particolarmente gradito perché io credo ch e fra i due elementi che vivono nella provincia del Friuli si debbano .stabìlire rapporti .di piena cordialità e

• A Roma, ::i.ll'Augusteo, b mattina dd 16 dicembre 1923, ·si t iene l'assemblea del Fascio Romano. Term inala l'assembll'a, i fascisti, dopo aver shla to lungo cOuo Umberto, si fermano davanti a pal:m;o Chigi improvvisando una dimostrazione d i simpatia e di devozione» a Mussolini. li Presidente del Con~ siglio apJ)are al balcone centrale del palano assieme ai membri del Direttorio del P .N.F. e, udita la relazione de ll'assemblea fatta dal deputato Francesco Giunta, pronuncia le parole qui riportate. (Da I/ Popoh, d'Italia, N. 302, 18 dicembre 1923, X).

•• A Roma, a palazzo Chig i, il pomeriggio del 18 dicembre 1923, Mussolini riceve una commissione' di sindaci e di notabili sloveni della provincia dei Fduli. La commissione è accompagnata dall' avvocato Piero Pisenti, prefetto di. Udine, e dall'onorevole Caprara, segretario politico del Fasci o di Gorizia. Il prefetto Pisenti fa presente al Presidente d el Consiglio « l' atteggiamento fervidamente devoto dimostrato da molti mesi dai fascisti e fiduciari allogeni del Friuli ». Quindi il professore Giuseppe Peternel, commissario d i Canale, espone a Mussolini « la situazione politica d el conhne orientale esprimendo, oltre ai che sia nell'jnteresse degli elementi sloveni di collaborare con lo Stato italiano, che non vuole sopraffare e, pure rivendicarido i suoi diritti di Stato sovra no, tiene conto dei bisogni e degli interessi particolari. 1 L'on. AfttJiolini ha invitalo quindi'i pre;enti a fargli noli i derideri delle p()polttzioni rappresentate. Q11indi ha soggiunto: · Tenete presente che voi siete cittadini italiani; quindi avete gli stessi diritti e gli stessi doveri dei cittadini italiani. Fra voi e gli altri qua· canta milioni di cittadini italiani non c'è d ifferenza. Appunto per questo avete il diritto di rivolgervi al Governo tutte le volte che sono in gioco i vostri interessi. Ritornate ai vostri paesi e dite ai vostri amici fascistt e non fasci sti, alle popolazioni tutte, ai vostri conterranei che a Roma c"è un Governo il qua.le vi vie ne incontro con animo generoso e franco*.

PRIME BASI DELLO STATO CORPORATIVO**

Se in questi . ultimi tempi non si fosse fatto un Uso eccessivo ·d(parole solenni, ·si potrebbe forse dire che questa riuniòne ha una importarlza e ·un valore storico certamente tal i da trascend~·re il semplice fatto sensi d ella più ferma disciplina civica e della più profonda devozione, la gra. titudine di quelle popolazioni per il fatto che neg li ultimi tempi il Governo fascista, riparando al disintenssamento dei preçedenti Governi, le ha a.ssistite e tutelate. Le nostre popolazioni - ha concluso il prof. Peterncl - vedono nel fascismo, in voi e nel Governo di cui siete capo, j fattori della restaurazione dello Stato italiano al •quale essi si onorano di appartenere i>, Ai due, il Pre. sidente dcl Consiglio risponde ·con le parole qui ri portate in riassuri.to. ( Da Il Popolo d'lfa{ia, N . 302, 19 dicembre 1923, X).

• « Il prof. Peternel ha poi ricorda to al Presidente del Consiglio la sua promessa Ji visitare la zona di confine. L'on. MuSsolini ha risposto assicurando che il suo viaggio avverrà. nella prossima primavera e che è suo vivo desiderio di visitare quella regione che eglì già ha avuto occasione di conoscere p er avervi vissuto durante la guerra. L'avv. Caprua, infine, ha portato al Presidente il giuramento del Fascio di Gorizia· e lo ha intrattenuto su alcuni problemi goriziani, annunciandogli la costituzione di. un comitato esecutivo per l a erezione del monumento alla vittoria sul colle del castello di Gorizia. Il Presidente ha approvato pienamente la iniziativa, promettendo t utto il suo più cordiale appoggio. I.a commissione, che. è rimasta vivamente impressionata per le accoglienze e le parole del ca.po del Governo, si è congedata saluJandolo romanamente, (Da Il Popol o d'It.dia, N. 302, 19 dicembre 1923, )9. '

•• . A Roma, nel salone della Biblioteca di palazzo. Chigi, 11 pomeriggio del 19 dicembre 1923, Mussolini presiede una r iunione fra i rappresentanti della Confederazione delle corporazioni sindacali fasciste e i rappresentanti della Confederazione dell'industria. In tale occasione, il Presidente del Consiglio pronW1cia .il discorso qui riportato. (Da li Popolo d'l lalù:,_ N. ~03, 20 dicembre 1923, X)

DAL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITIO MATTEOTTI 133

di cronaca politica sociale N on so se ci siano Precedenti del genere, se nella nostra storia di nazione vi sia stata una riunione come. quella che avviene oggi jn questa sa la: la riunione, cioè, di tutte le forze .produt· tive della nazione presieduta dal capo del Governo. Essa è certamente importante; ma, a mio avviso, è più importante l'ordine del gforno nel quale si riassume quella che si potrebbe chiamare la dottrina economica del fascismo, Non vi è d1;1bbio che la sìhlazione psicologica ·delle classi lavoratrici di oggi è mutata. t! certo che sulla psicologia della massa hanno influ ito l'esper imento russo e l'azione fierissima del fascismo .

L'errore del marxismo è quello di credere che vi siano due classi soltanto; l'ertore maggiore di credere che q ueste due classi siano in pc.renne contrasto fra di loro. Il contrasto vi può essere, se mai, in un momento e non è sistema. L'antitesi sistematica sulla quale hanno giocato tutte le teorie socialistiche non è un dato de lla realtà. La collaborazione è in atto. Si è visto che c'è un limite per il capitale ed un limite per il lavoro Il capitale, sotto p ena dì suicidio, non può andare oltre un certo segno, cioè esso non può agire oltre una certa cifra sul dato lavoro,. ed H dato lavoro non può andare oltre un certo segno nei confronti del capitale.

Siamo in una situazione difficile e bisogna rendersene conto. Non possiamo permetterci il lusso di avere dei capricci. Solo un lungo ·pe· rjodo di pace sociale ci rirrietterà in piedi. ·Nei mercati internazionali, si lotta accanitamente ditta contro ditta, economia contro economia. In sintesi, siamo in un a cond izione di in feriorità e dobbiamo lottare, perché dobb iamo vivere. Rinunciare alla lotta sig nifica rimmciare alla vita e ciò è impossibile Affermo che è neéessario per l' Ita lia un lungo periodo di pace sociale; senza di ciò, noi saremo irreparabilmente perduti nel campo della concorrenza internazionale. la pace sociale è un compito del Governo, prima di hltto, ed il GoVemo ha una linea di condotta· nìolto esplicita : l'ordine pubblico non deve essere turbato, per nessun motivo, .a nessun costo. Questò è il lato politico, ma c'è anche il Iato economico, quello della collaborazione. Vi sono, poi, i problemi dell'esportazione. Essi riguardano particolar.mente l'industria italiana, che fino ad oggi è stata troppo individualista: è un vecchio sistema che bisogna abbandonare. Bisogna costituire il fronte unico dell'economia italiana, almeno nei confronti dell'estero, come fanno g li altri che hanno un fronte unico finan ziario ed un fronte Unico industriale-economico. Per quel che riguarda l'interno, bisogna eliminare, con reciproche intese1 tutto ciò che può turbare il proct?sso produttivo. Non vi è dubbio che tutti i dirigenti delle corporazioni fanno il possibile perché il movimento segua quei criteri di p roduttività e di naziona lità che sono alla sua base.

OPERA OMNIA DI BENITO ,MUSSOLINI

Non vi dovete stupire se qualcuno, alla 'periferia, non risponde- esat. tamente al centro, perché il gioco si svolge sopra un'area molto vasta e qualche . volta gli interessi locali prendono il sopravvento su quelli generali. D'altra parte, devo dire però agli industriali che i datori di lavoro devono andare francamente incontro agli operai. La coJlaborazione deve essere reciproca. Nari deve essere frequente il caso di datori di fa. varo che dicono e pensano che, ora che c'è il fascismo, si può fare il proprio comodo. Questo no. Anzi, ora che c'è il fascismo, bisogna orientare l'attività dei singoli e dei gruppi in vista di scopi generali, non soltanto individuaJi.

In quest'ordine del giorno c'è un riconoscimento concreto. Rossoni non si dorrà se constato che i1 tentativo del sindacalismo in ~egrale, Jj. mitatamente :il campo industriale, non è riuscito; e, del resto, Rossoni ha ben compreso fin dal!e prime battute che queJlo che si può fa re nel campo dell'agricoltura, , che ha un'economia speciale, non si può fare ·nel campo dell'industria, dove il gioco dell'ecoriomia è totalmente diverso. In quest'ordine del giorno è constatato che la Confederazione dell'industria d eve vivere, prosperare, raccoglìere tutti coloro che dell'industria fanno una ragione d ella loro attività e, soprattutto, fare di questa Confederazione dell'industria una unità completa, organica con d elle direttive precise e soprattutto capace di costituire quel fro nte unico che è la condizione essenziale perché noi possiamo esportare all'estero. Per mettere in pratica le idee, occorre creare un organo di esecuzione: e questo è la commissione permanente di cinque membri della Confederazione e di cinque membri delle corporazioni, la quale deve riunirsi tutte le volte che c'è da dis~utere questioni di interessi generali, oppure anche soltanto una questione di interessi locali.

Inoltre, constatato Che quando es iste la lealtà reciproca, è possibile discutere e ven ire ad una conclusjonc, bisogna considerare gli uomini nella loro rea ltà e veramente g ettare alle ortiche. tutto il bagaglio del passato, Bisogna che il sindacalismo operaio e capitalistico si renda conto della nuova-realtà storica, che cioè bisogna più che mai evitare di portare le cose al punto dell'irreparabile. Bisogna evitare, più che sia possibile, la guerra tra le classi, perché essa, nell'interno di una nazione, è distrug· gitrice. Noi abbiamo una esperienza, che si potrebbe dire tragica, Jn. somma, l'episodio non deve diventare sistema ed il contrasto d i i nte• ressi non deve diventare la norma costante di tutte le attività. D'altra parte, al di sopra ,di quelli che sono contrasti di interessi umani e Je. gittimi, c'è la autorità del Governo, il quale è nella condizione propizia . per' vedere Je cose sotto l'aspetto di ordine generale. Il Governo non è agli ordini degli uni, né degli altri : è al di sopra di tutti, in quanto riassume in se stesso non soltanto la coscienza giuridica della nazione

Dal Viaggio Negli Abruzzi Al Delitio Matteotti Jj5

nel presente, ma anche tutto ciò che la nazione rappresenta nel futuro, 11 Governo ha dimostrato in q ue:sti primi quind/ci mesi di tenere nel massimo conto le forze produttive della nazione. Un Governo che segue queste direttive ha il diritto di essere ascoltato dagli uni e dagli altri Esso ha un dovere da compiere e lo compirà : la difesa d egli interessi mprali e materiali della nazione. (Applami vivissimz) *.

• Parlano poi il deputato Antonio Stefano Benni, prc-sidente dC"lla Confederazione dell'industria, cJ il commendator Edmondo Rossoni, segretario gene-raie della Confederazione delle corporazioni sindacali fas ciste, Quindi il sottosegretaiio Giacomo Acerbo legge r ordine del giorno concordato, che è il seguente: , '

« La Confeder ii.zione genera le dell'i nd ustria italiana e la Confederazione generale d elle corpor azioni sind:icali fasciste;

« intendendo armonizure la propria azione con le direttive del Governo nazionale, che ha ripetutamente dichiarato di ritenere la concorde volontà di lavoro dei dirigrnti le industrie, dei tecnici e degli operai come il meno più sicuro per accr c-scere il benessere di tutte le classi e le fortune della nazione;

« riconoscendo la completa esattezza di questa concezione politica e la necessità che essa sia attuata dalle forze produtti ve nazionali;

« dichfa rano che la ricchezza del paese, condizione prima della sua forza politica, può rapidamente accresce.r5i e che i lavoratori e le aziende possono evitare i d anni e la perdita delle interruzioni lavorative, quando la còncordia fra i vari elementi della prod uzione assicuri la continuità e la tranquillità dello sviluppo industriale;

« affermano il p rincipio che la organizzazione sindacale nOn des:.e basarsi sul criterio dell'irreducibi le contrasto di inter essi t ra industriali ed operai; ma ispirarsi a lla necessità di stringere sempre più cordiali rapporti t ra i singoli datori di lavoro e lavorato ri e fra le l oro organizzazioni sindacali, cercando di assicurare a ciascuno degli elementi produttivi le migliori condizioni per lo sviluppo delle rispettive funzioni ed i p iù (!(Jui compensi per l'opera loro, il che si rispec· chia anche nelle stipulazioni di contratti di lavoro secondo lo spirito del sindacalismo nazionale;

« e decidono :

« a) che la Confederazione dell' industria e la Confederazione delle corporazioni fasciste intensifichino la loro opera, diretta ad organizzare rispettivamente gli industriali ed i lavoratori col reciproco proposito di co!Iabocazione;

« b) di nominare una commissione permanente di cinque membri, la quale provveda alla migliore attuazione dei concetti suesposti, sia al centro, sia alla periferia, collegando g li organi diretti"i delle due Confederazioni, pecché l'azione sindaca le si svolga secoq.do le direttive segnate dal capo del Governo».

« Dopo alcune osservazioni di Edmondo Rossoni, l'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità ed il Presidente del Consiglio dichiara chiusi i lavori dicendo:

« "/!, infeso ,he q11eSfo ordine del giom o i 11J,prova10 ed i inteso ,be essO ugna una dafa dft!la quale deve ,diflartirsi un n110110 periodo della noslra storia"». (Da Il Popolo d'Italia, N . 303, 20 dicembre 1923, X). · ·

Camicie nere! Popolo dì Monterotondo!

Ho voluto, partecipando 'a questa solenne cerimonia, chiudere de· gnamente il primo anno delle mie dure fatiche di Governo. Sono pas· sati appena quattordici mesi dai giorni in cui convennero attorno a Roma, marciando da tutte le regioni d' Italia, centomila camicie nere, che erano pronte a tutto dare;a tutto osare. Qui, a Monterotondo, si svolse un'altra pagina .della storia e non è senza un profondo significato che il figlio dell'Eroe d e i ·due mondi, il generale Riccìotti Garibaldi, sia qui" presente a questa cerimonia. N el 1867, egli, proprio a Monterotondo, aveva i l comando di quegli int repidi garibaldinì che puntavano disperatament e su Roma per restituire all'Italia la sua intangibile capitale (Ap plr:11u i. « Viva Garibaldi.' » ).

La presenza dell'eroico generale, che aveva nel 1867 il comando delle camkie rosse, sta a significare che tra la tradizione garibaldina, vanto e gloria d'Italia, e l'aziofie delle camicie nere, non solo non vi è antitesi, ma vi è continuità storica e ideale Invano i nostri avversari si attardano ne11e loro piccole manovre : noi abbiamo il dovere dì combatterli e iI diritto, se sono in malafede, di disprezzarli. Essi sanno che se la marcia della camicie nere non avesse riscattato la nazione, m olto p robabilmente l'Italia sarebbe predp itata nella miseria e nella rovina. Si dimentica troppo presto in Italia! Ma noi abbiamo il dove!e di ricordare! Siamo pronti a stendere la mano all' avve:rsario, purché la mano di questo avversario sia disarmata e d venga porta con spirito di sincera lealtà. ] fascist i tutti, non solo colo ro che han no le dure respon sabilità di Governo, devono essere orgogliosi deffopera compiuta.

Cittadin.i di Monterotoado, che avete assistito alle gesta delle camicie nere, voi oggi ·potete ripetere il giwamento che i fascisti tùtti levano ancora un~ volta verso il cielo riconquistato della patria. Questò giwamento dice che p er tutti i morti dell a giande guerra, per tutti i mutilati, per tutti i combattenti, per tutti coloro che alla grande guerra hanno d ato del sangue e delle lacrime, p er t utti i martiri del fascismo, giuriamo di essere sempre più d egni nel pensiero e nell'opera di questa nostra superba patria, che dobbiamo avviare ai suoi immancabili, gloriosi destini . (FugorO'Ji ttpplausi h11nno, più volte interrotte, il discO'rJO del Presidente del Comiglio, che è stato alla fine a,ronttto da· enltniastiche acclamazioni di « Viv<' Muuolini! ») *.

• A Monterotondo, in vfa Chiave, il 23 dicembre 1923, alle 15, . Mussolini presenzia la cerimonia per l'inaug uratione d i. una lapide commemorativa della marda su Roma. 1n ta le occasione, "dopo i discorsi del cavalier Del Moro, sindaco di Monterotondo, e del genera le Ulisse I gliori, il Presidente del Consiglio pronuncia le parole q ui riportate (Da J/ Popolo d'Iralia1 N ;01, n dicembre 192;, X).

PER L'INAUGURAZIONE

DELLA NUOVA SEDE DEL « POPOLO D' ITALIA » **

Signori!

Si può passare dalla tenda al palazzo a condizione che si sia pconti a passare dal palazzo alla tenda. Altrim enti avremmo ricchezza di mezzi e povertà di spirito. Bisogna avere l a massima ricchezza di spirito, cioè essere ricchi del n ostro coraggio nel senso d ella fedeltà, del dispregio dei luoghi comuni e di tutte le scempiaggini ideologiche di un mondo che noi abbiamo irreparabilmente d isfatto.

Approvo che mi sia dato questo fucile perché dovete sapere che se domani fos se necessario, per difendere_ la nostra rivoluzione, di impu· gnarlo ancora una volta, io vorrei essere Come sempre il primo, e sono sicuro che accanto ,a· me, pochi o molti (un grido: « Tutti/ T111ti i »), trove rei degli italiani capaci di gettare la. vita come si getta un fiore,

• « Appena terminato il discorso del Presiden te, Viene scoperta la lapid e, che reca la seguente scritta: "Monterotondo. - dove rifulse l'eroismo delle camicie rosse garibaldìne - e sostò la giovinezza delle camicie nere - addita ai futur i· il suo duplice o rgoglio - per u n'Ita lia che rinnova la grandezza 4i Roma - XXV ottobre 1867 - XXIX ottobre 1922, Roma o morte" ». (Da IJ Popolo d'Ira/id, N. 307, 25 dicembre 1923, X).

0 Il 23 dicembre 1923, alle 20.30, Mussolini era partito in treno alla volta di Milano. Il 24 dicembre, alle 8.30,' arriva a Milano e raggiunge subito la propria abitazione. Alle ~O, visita Ja nuova sede dd Popolo d'llalia sita in via Moscova (angolo via Lovanio), Alle 16, presenzia la cerimonia per l'inaugurazione di questa nuova sede. Nella sala della direzione, l'avvocato Santarnbrogio, seniore della coorte di Monza della M.V.S.N., consegna al Presidente del Consig lio il fucile modello 189 1 da questi imbracciato il 27 e 28 ottobre 1922 a Mitano, durante le giornate dejJa mobilitazione ·fascista, li fucile porta una placca con la seguente dedica : ·« Al Duce, semplice camicia nera nell'azione difensiva del Popolo d'Itlllù1, l'arma usata riconsegnano i camerati monzesi». Parlano poi Arnaldo Mussolini, direttore de]. P()p olo d'Italia, e Sand,o Giuliani, redattore.capo, .il quale offre al Presidente del Consiglio e al fratello la medaglia d'oro corrune• morativa d el novennio del quotidiano, Mussolini, « dopo avere ammirato Ja bella coniazione e dopo avere stretto calorosamente la mano a l suo fedele colla. boratore » , pronuncia il discorso qui riportato, (Da Il Popolo d' Italia, N . 307, 25 dicembre 1923, X). · perché la vita è beJla ed è degna di essere vissuta purché si sia pronti a rischiarla tutte l e volte che sia necessario.

Dopo ~i che, abolendo i discorsi, che sono inutili, specie in questa cerimonia, passeremo al vecchio covo di v ia Paolo da Cannobio, ,dove ve. ramente si è fatta della :Storia, dove yeramente si sono forgiate delle anime, si sono raccolte delle forze, si sono impeg nate delle battaglie, che, senza esagerare, qualche volta appaiono leggendarie, perché eravamo un pugno di audacissimi contro una caterva di insensati.

Non dobbiamo dormire sugli allori.

Noi dobbiamo essere i silenziosi e gl i insonni.

Vigilare: perché -dall'avvenire della nostra rivoluzione dipende in massima parte l'avvenire d ella patria e se tutti i fascisti italia ni, come mi auguro, avranno questa alta coscienza del nostro dovere storico, voi potete avere anche la certezza che noi a qualunque costo att ingeremo la m~ta e faremo veramente grande questa nostra adorabile patria; grande, virtuosa, forte, degna di stare alla pari con tutte l e altre na2:ioni del mondo, degna di superarle.- (Uno JcroJcio di applami seguì alle concùe e vibranti parole del Dt1ce1 che si avviò m bito all'111cita, mentre « alalà! » ent111iàsthi ri levavano dalla folla). ·

76• RIUNIONE. DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI •

Il Comiglio, ad ummimitJ, JII proporla del Prnidente, ha accolto la domanda [del comune di Venezia perçhé il palazzo Durale, con l'attiguo edificio delle prigioni, venisse conceuo dallo Stato al comrmeJ, defe· rendo ttl ministro delle Finanze d i concretare il relativo decrelp di ce11ione. Inoltre1 111 propo1J4 dello 1teuo Pre1idente del Con1iglio1 mi 1i aJJ.()CÌa, con copia di argomenti, il ministro della Marina, senatore T haon di Revel, e di concer/CJ col miniJJro ,!elle Finanze, Ji delibera la cancelltJZione a favore dello 1/es10 comune di Venezia del mutuo ài J~t/antano-ve milio-ni, che furono dallo Staio co nce11i per le crmdizioni 1peciali mi /11 101topo1ta la cillà drmtnle la guerra, e che 1i era falla, rùetvti di 1ùlemare appena ceSJale le rame che avewmo determinato la conces-

" Trascorso il Natale con la famiglia, i l 26 dicembre 1923, a lle Ì0.45, Mussolini era rip:ulito in treno alla volta di Roma, dove era giuntq il 27, alle 20. li 28 dicembre (ore 10-13), presiede la riunione del Consiglio dei ministri della q uale è qui riportato il resoconto.· (Da Il Popolo d'Ir«lia, Nn. 308, 309, 310, 27, 28, 29 dicembre 192 3, X).

Jione del mutuo. li ConJiglio htJ poi rironoICilllo la fondatezztJ delle ragioni addotte dal comt1ne per la cancellazione del m11t110.

Il Comiglio d elibera, poi, altri provvedimenti a favore de!fd J/eua lillà di Venezia e. del s110 porto. -

Tr RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

Al principio d ella uduta, il PreJidente del Coruiglio ha conJegna/o a S, E. Ciano li:J medaglia d'oro al v,1/ore militare, decretdla in rommu_tazione d i altra d'argento per il noto ephodio di B11m1l'i, ed un'alt ra medaglia d'drgento co,ueuagli per il fallo di Cortellazzo nel no vem bre del 1917.

Il PreJide11te ha accompagnato la comegna con parole di elogio per le alte benemerenze di guerra dell'on. Cùmo. Il 111ìnùtro della Marina, duca di Reve/1 si è auociato rico rdando che i due episodi cui Ji 1)/niscono le medaglie sono fra i pill gloriusi della no1tra guerra.

Su propo1ta del Presidente del Comiglio1 presidente della commissione 1uprema di difesa, Ji approva imo schema di decreto per mi è data facoltà al Presidente del Consiglio, Ju deliberazione della commiJJione Sf!prema di dife1a, di emanare, con successivi decreti pre1idenziali, udito iJ parere favorevole dei minù tri httereudti, dùposizioni tendenti a pretis(M'e le forme, le dimemioni, le caratterùtiche tecniche e 111/JÌ quegli t1ltri elementi che servono a definire ed individuare i m ateridii di mo occorrenti' a tutte le t.1m miniJtrazioni ;tatali1 nonché le n01'me per la compilazione dei diJ egni co;truttivi, e dò allo scq.p o d i raggiungere la normalizzazione dei de/li materiali e dei relativi criJeri di fabbricazione, di provvista e di collaudo.

Con queIIO provvedimento, iÌ Go verno risolve il pro bl ema della t101'malizuzione dei materiali di guerra, principio già ammuJO e codificato- da altre nazioni progredite in fatt_o di industrie, e che in Italia era Jt~to già prospeuato dagli .rJe1si indust riali.

Il Consiglio approva poi uno 1c_hemtJ di decreto relativo al calendario civile annuale.

Su proposta del Pruidente del Comiglio, miÌt/Jtro degli Est eri, è apprQVttto il nuovo, teJ/(J co01dinato per le dispo1izioni per la Cdfriera diploma#ca comolare, I! le1t o apporta a//1(}1'dinamento della carriera d iplomatica consolare le varùmti indùpemabi!; per intonarlo e melterlo ~/ ·

* Tenutasi il 28 dicembre 1923 (or~. 17·20). (Da Il Popol o 1' /lalìa, N. 210, 29 dicembre 1923, X).

C(lfrente col nu~V(} ordinamento generale m/Ja b11rocrttzia appro-vato con regio decreto Il novembre 1923, numero 2395, ·

Tra le. principali varianti introdotte è notevole queJ/a relativa al n11()'fJa grado di ambasciatore testé cre'ato, · la cui qualifica è !tata introdotta nel fe1to deli' ordinamen/() in 1111/e quelle disposiziani ove d oveva far1i riferimento al grado massimo della carriera diplomatica-consolare, Nel nuovo testo coordinato, si 10110 poi introdotte, con l'occasione, alcune modifiche sul congegno dei passaggi dalla carriera consolare alla diplomatica, l'opportunità delle quali è emersa in questi ultimi mesi dallo studio pratièo che 1i è preparai(} per i'applic(tZÌone dei passaggi 1teui .

B degno di nota 1111 articolo di carattere transitorio, che t'imelle a s11rre1si11e disposizioni da emanarf per decreto reale le norme par1icolari p er /'applicazione dei primi passaggi in blocco per i qudli quaranta } 1111ziomtri consolttri dovrmmo, entro 11n'anno, passare nel m ol o dip!Omtt-' · 1ico. ( + )

78' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *

( +) Su proposta de/ Presidente e ministro d egli Affari Elreri, è poi appro vato uno schema di decreto per la rifo rma del Comiglio del contenziuso diplomatico . Essa è ùpirata al concetlo fondtm1enJale di" rènder/o tm sensibile organismo consu/Jiw-giuridico-politico del ministero degli Esteri per le questiun! intemazionali. ( +)

Su proposta del PreJidente del Consigli o, è poi approvttto uno schema di decreto per !tt. riforma de!ltJ legge s11/J1t m1micipaliz:uzio11e dei pubblici urvizi. (+)

Su pr~OJJi:, del Presidente del Comiglio., è approvalo lo schema di decreto circa la devoluzione dei beni d i pertinenza di opere pie di culto e dì lasciti e legati di culto a favore di enti di culto. ( +)

Su propasta del Presidente, minùtro dell'Interno, il Consiglio ha approvalo 111cces;ivamente uno 1chema di d ecreto col quale· viene pro-rogata al 30-giugno 1924 l'applicazione della legge 2J giugno 1911, numero J86, sulle agevolezze per la provviJta di acq11a pctabile e per le opere igieniche, legge che viene anche oppommamente miglio-rata con nuove, importanti dùposizioni. ( +) ** o Nella 79a riunione, tenutasi il 29 dicem bre 1923 (ore 17-20), il Con· siglio dei ministri approverà, «su proposta del ministro delle Finanze, uno schema di decreto per la riforma d elle leggi sull'avvocatura erariale e t'istitu· ziooe del Foro erariale». (Da // Popolo d'Italia, N 3111 30 dicembr e 19:_3, X).

• Tenutasi il 29 dicembre 1923 (ore 10- 13). (Da Il Popolo d'/Ji:1/ù.1, N 311, 30 dicembre 1923, X).

80' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *

Su propo.rti del Presidente, m'inùlro degli Affari Erleri1 sono approvali i seguenti jçhemi di decreli rélalivi a crmvenzicmi internazionaU:

1. - ·Schema di. regio. decreto per la messa in esecuzione nel Regno del trattato concluso a Parigi il 9 dicembre 1919 tra le principali potenze alleate ed a~sociate e il Regno d i Romania per la protezione delle minoranze.

2. - Schema di regio decreto per Ja messa in esecuzione nel Regno del trattato concluso a Saint Gcrmain en I.ayc il 1() settembre 1919 fra le principali potenze alleate ed associate e la Repubblica cecoslovacca per la protezione delle minoranze. ( +) li Presidente comunica che la n11(lva Je.Jiione del Comiglio -dei nii- . nistri àvrà inizio verso la meJà di gennaio.

Il Consiglio eJfmri;çe la dis(lu sione degli oggetti po.rii all'ordine del giorno alle ore 20.30 , Questa è staJa la setldnlunesima seduta Jen111a dal Con.riglia dei ministri per l'ttJJutt:zione della legge sui pieni poteri, sulle ol/anla .redute complessive dal giornq dell'imediamenlo del Governo fasti11a.

Il Presidenlè1 rilevando ·che ço1ì si è chùua la prima fase del Governo fa.rctJta, quella cioè svo/t{Mi in regime di pieni P·oJeri, dopo aver inviato ancora una volta un commouo 1a/11to alla memorià del ,ompian/o collega on. Tangorra1 porge un (ordiale ringraziamento ai mem bri del gabinetto e anche a q11elli che non ne fanno più parte1 e tioè on. Cavazzonì, De CapiJani, Teofilo Ro.IJi, per il contributo che ha nno dato alla vasta opera dl riforina attuata in tutti i rami della pubblica anuninistrazione e in tutti i pubblici · uffici ed istituti. Il paese, con queste riforme, ha ormai una organizzazione amministrativa più agile, organica e rispondente alle reali. sue necessità d emografich e, economiche, politiche e mo.rali.

Il Governo fascista saprà completare questa grande opera di rinnovamento prOseguendo fermamente nella via che si è tracciato per il bene e la prosperità della nazione.

• T enutasi il 30 dicembre 1923 ( ore 15-20.30), (Da Il Popolo J'1J4/ia, . N. 1, 1 gennaio 1924, XI),

This article is from: