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DAL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI AL DELITIO MATTEOTTI 217

tarìo esiste, oserei dire che esiste da quando il fascismo ha innalzato i suoi gagliardetti di battaglia e di vittoria. Voi siete la t estimonianza che Io Stafo in Italia esiste, voi che rapp resentate tutte le città, che rappre· sentate tutti i comuni, dalle Alpi alla Sicilia,. anche i comuni cosiddetti allog eni, dove stanno dei cittadini che devono essere devoti all'Italia per· ché ormai le loro sorti sono legate ind issolubilmente alle sort ì della patria comune. ·

Sig nori sindaci!

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Ritornate ai vostri paesi, convocate il popolo nelle piazze, portate ai fascist i ed al popolo tutto i l saluto del Governo. Agite con me, colla. barate con me per dare agli italiani il senso gioioso,. e umano, e eroico della vita . Suonate a stormo 1e vo!tre gloriose Campane, innalzate nel cielo ·p urissimo i vostri gagliardetti e i vostri gonfaloni e dite: Giovi. nezza d ' Italia, anche nella g iornata del 6 aprile, noi ti vogliamo v~dere incoronata coi lauri della vittoria!» (O vazione prolungata e ripetuta).

Al GIORNALISTI ESTERI •

M uuolini ha detto di ~on t 'Oler pronunciare un dhcor;o. Accettando - ha soggiunto - d'intervenire ad un banchetto, ero andato contro la mia consuetud ine, ma ho voluto far ciò, in primo luogo, perché mi era grato potermi t rova re fra colleghi. Io non dimentico - ha d etto - di essere stato un giornalista e la nostalg ia della professione m i tormenta tuttora. In secondo .luogo - ha prouguito - io ho voluto testimoniare b. mia simpatia ai g iornalisti esteri, che possono essere utili al Governo ed a lla nazione. ln un modo semplicissimo: di cendo la verità. Sentite - egli esclama - vedete e sc'rivete. COSl farete opera di collaborazione assai importante.

Il Presidente del Consiglio ha concluso eJprimendo il ItlO saluta fra· · t èrno e cordiale ai giornalisti eJteri. ( Il breve -brindisi del PrcJidenlc è Jtat o .reguito con viva simpatia dai preunti ed è Jtato alla fine accia ~ malo) **.

"' A Roma, all'« hOte l Exce lsior », la sera del 24 ma.rzo 1924, Mussolini interviene al band1~ to annuale dell'Associazione della stampa estera. T erminato il banchetto, parla il barone De Nolva, p re5idente d ell'Associazione. Indi i l Presidente del Consiglio p ro nuncia le paro le qui r iportate in riassunto. (Da Il Popol o d'Italia, N 7', 25 m:,.rzo 19.24, Xl).

0 « Dopo il banchetto, gli invita ti si sono riuniti in una saletta a ttigua rimanendo p er guakhe tempo in cordia le convers;uione col Presidente del Con· siglio, ìl qua le volle conoscere personalmente i g iornalisti e la.sciò in tutti una schietta i mJ)ressione ». (Da // Popolo d'Italia, N. 73, 25 mano 1924, XI).

NICOLA BONSERV!Zl *

Camicie ne re !

Tutto un popolo ha partecipato commosso -a1 nostro _ rito di amore e di compian to pet Nicola Bonservi~i, un fascista dì purissimz fede, coraggio indomito, c he ha santificato 1a causa con la v ita e con la morte._ Se l'omaggio di tutto un popolo.non rendesse superfluo il mio discorso, vo rrei tessere uri lungo elogio di questo mio g iovàne amico, che mi fu f edele e devot o du rante dieci anni, non solo nelle ore grandi, ma anche nelle ore mediocri e ingrate. · Egli praticò la vera, la saggia, la san ta disci plin~ che consiste nell'obbedire quando ciò dispiace, q uando ciò ra ppresenta sacrificio.

I responsabili non sono soltan to Sli assassini di Parigi Ce ne sono altri e ce ne sono anche fra noi ; fra coloro che in questi ultimi tempi si sono abbandoòati al litigiO fazioso dando l'illus ione al_ nemico che poteva riprendere la Sua offensiva di massacri e di agguati." Se un monito sale da questa bar~. è un monito che ci richiama tut ti ·al senso austero del dovere e della disciplina . Altri, respons_abili sono co loro che vanno.

* Il 28 marzo 1924, alle 15.30, in vista delle elezioni politiche (394, 396, 397) Mussolini era partilo a lla volta d i Milano in automobile da lui personalmente guidata. Alle 23, era arrivato a .Pistoia, dove aveva pernottato . Il 29 marzo, alle 6.30, aveva lasciato Pistoia. Alle 15, er a arriv:ito a Milano ed aveva raggiunto subito la prop ria abita zione. All e 18, si era r ecato a palano Monfo rte, dove, n ei l ocali d el!a D ep utazione provinciale, aveva fissato provvisorfamente i propri uffid. l a mau iaa d el 30; alla « Scala », aveva pr esenziato j) d iscorso p ron un:z:iato dal ministro Al.berto De St efani per ìllumare il bilancio d ello Stato. A lle 18 . lO, era sta to presente all'àrrivo· del feret ro che recava la salma di Nicola Bonservizi, corrispond ente da Parigi del Popolo d'Italia, spirat o nella capitale francese il 26 marzo-_1 924 (380) in seguito all'attenta to subito il 20 f ebbraio da parte del cameriere Ernesto · Bonomini, giovane fuoruscito italiano. Poi aveva seg uito a piedi il feretro, trasportato a spalle dalla st:a:zioae alla sede del Popolo d'Italia, dove era stata approntata la camera ardente.-·Don Croci aveva porto H saluto ailo scomparso. « Quindi il Presidente, con i parenti del· l'estinto, sall al p rimo p iano, e, dal tavolo deJ Direttore, se.risse di proprio pugno le disposiz.io ni per i funerali dell"indomani, che egli intendeva si svolgessero solenni e ordinati. Confortò ancora una volta i parenti del cad uto e si allontanò salutato rispc-ttosameote dalla folla che fuori sostava ancora e si rinnovava dinanzi l'ingresso d ell'atrio Jasci atO ap c, to e adorno di piante e di fio ri. Un registro s ubito pos to s11 un tavol o ai piedi dello scalone andò coprendosi di fume Il Presidente del Consig lio appose per primo la propria fi rma» : li pomeriggj o del 31 marzo, partecipa ai funerali di Nicola Bonservizi. In _ td e occasiòné, il Pre· sidentc del Consiglio pr onuncia il discorso 'qui r iportato (Da I l pqpo/() d'Itali a, N n . 45, 78, 7~, 2 1 febDraio, 30 marzo, 1 aprile 1924, XO.

raccogliendo in tuttl i vmaggi d ' Italia p iù o meno osoui la cronaca di violenze insignificanti per montare l'opinione pubblica e per armare il braccio ai criminali che in questi ultimi tempi hanno ucciso cinque de i nostri migliori amici, cinque dei nostri migliori gregari.

Io vi dico che n el mio spirito stanno forse maturando le decisioni gravi ed irrevocabili.

Salutate questo nostro caduto. Egli lottava a Parigi, dove è difficile fare il fascista. Egli lo ha fatto per tre anni sfidando tutti i pericoli tino al giorno in cui l'ha colt0"1a morte e la g loria. · li D uce ha appena frandito l'ultima frase, che J11bito, d ' impeto grid a : Camerata Nicola Bonservizi. (Un grido e pi~ che un grido- 1m urlo, che ha risonanze lontttne e che si ripercuote come un'eco, rùponde dttl popolo e dagli armttti: « Preunte! »). li Duce g rida anco ra l'ordine : Fascist i! In ginocchio!

1 . gagliardetti 1i pieiano e Jtttti i pre1enti1 il Dua p er primo, 1i inginocchiano nel/'acqua che 1ferza ancora implacabile.

Per un minufo il silenzio pana mite feste piegate in raccoglimento religioso Poi il Duce balztJ in piedi e rivolt o alle fa nfare grida : Si suoni « Giovin ezza!» '(Dagli 1trumenti _le note dell'eroico inno fauù ta squillano veloci e il coro viene ripreio da tutti gli astanti. Le 1trofe dell'inno della gioventù d ell'Italia nuova sono cantale con fervore. Nulla di più solenne e d i più ·commovente del canto della "giovinezza in 11n recinto di 'morti dinanzi alla bara di 11n martire).

1 N Duce scende lentamente la_ Jealinata, si rofferma un istante dinanzi alla bara 1al11tando per l'ultima volia, poi, in mezzo alla calca del popolo che vorrebbe avvicinarlo, si dirige al piazZAle esterno1 d 01Je sale 111 1111a automobile dirigendoti alla 111a abitazione.

Medaglioncjni Al Cromo

L'EX MISURI

Veramente questo signor Misuri è uno spudorato « senza misura ». Una b aldracca da strada avrebbe meno variazioni uterine che non questo emer ito pasJiaccio, che si dime na sui palcoscenici provinciali in cerca di un po' di réclame.... nazionale a mezzo dei compiacenti ,giornali di op· posizione .

Prendo il pennello e poiché H signor Misuri - ex di molte cose e 4i molti partiti - ha la.: sublime facciat osta di . lanciare un discorso

OPERA OMNIA Dl BENITO MUSSOLINI

<( agli italiani», io mi sento autorizzato a presentare agli italiani ii signor Misuri con un quadro di poche linee, ma di una Ìedeltà e realtà assolut~.

Prima pennellata.

L'ex .Misuri è stato durante la guerra· un vigliacchissimo imboscato. Quella Voce Repubblicana, che oggi, invece di volgarizzare Mazzi n i volgarizza, ai quattro gatti che la leggono, il verbo dell'ex M isuri , una volta rimproverava a Misuri il suo ripugnante imboscamento nella Croce Rossa. E badate ! Non la Croce Rossa che aveva delle sezioni distaccate in zona di guerra, ma la Croce Rossa di Firenze.

Mentre g li italiani si sve nav3.nO nelle trincee, il patriottone M isuri se ne stava negli uffici amministrativi della Croce Rossa a Firenze . Venne Caporet to. Nemmeno la sciagura della patria valse a rimuovere il va~ lidissimo Misuri, nonché futuro salvatore di « patria l ibertà » dai comodi trinceroni di piazza della Signoria .

Secon da peClnellata.

L'ex Misuri non è stato un fasci sta della prima ora, ma della seconda e come fascista è stato di una banalità criminale. Le sue gesta grondano sangue. Questo odierno frate evangelico della democrazia ha esercitato il terrore n elle forme più delinquenti. Tutti Jo ricordano ancora con l'elmetto in testa, un grosso teschio da morto sul medaglione, scorazzace per l'Umbria e semillare la morte e il terrore. L'On. Mattal i ne sa qualche cosa. Se l'opposizione avesse un minimo di pudore, si guarderebbe bene dal valorizzare lo squadrista· ex Misuri.

T erza pen nellata.

• L'ex Misu ri ha avuto una beg a con Pighetti. Chi avesse rag ione o chi avesse torto non importa oggi di stabilire. Lo dirà la storia, se la storia vorrà occuparsi di queste spazzature umane. Ma conviene fissare che l'ari· g ioe dell'opposizione misuriana è tutt'affatto materiale, pe rsonale, ban ale Si tratta di un ripicco ant ipigh ettian o Q uel g rosso b ue va nitoso dal muggito cavernale che risponde al nome di ex Misuri voleva res~are solo in Umbria ad esercitarvi il suo« rassismo » di perfetto<< schiavfata ag ra rio». Altre pènnellate che potrebbero lumeggiare l'apostolo Misuri d al lato privato della vita io le teng o in serbo.

Voglio finire il quadro in tribunale, quando avrò. ricevuto - questo giornale ha u n direttore - una querela dell'ex Misuri, perché gli ripeto, buttandoglie la sul grugno, un'ultima zaffata di colore: è stato un vigliacchissimo imboscato, un violentissimo randellatore e che p erciò l'unica cosa che gli converrebbe chiedere agli italiani sarebbe il silenzio mortale e , possibilmente, l'oblio.

Medaglioncini Al Cromo

L' EX GAETANO

B risorto anche lui. Chi? Gaetano Salvemini, professore di storia moderna. Sarebbe più esatto dire di storie moderne Questo personaggio, repellente anche dal punto d i vista fisico, oltre che da quello morale, scompar>ve dalla circolazione immediatamente dopo la marcia su Roma. Forse ' un po' p r ima. Certo è che i fascis~i non si occuparono di lui. Dove si cacciò, in quei fran ged:ti, il nostro integerrimo Salvemini? L'interrogativo ebbe w1a rispost a quando la Questura di Tor ino p rocedé ad una pe rquisizione del signor Piero Gobetti, feroc issimo, nonché impotenti ss imo nemico del fa scismo.

Piero Gobetti è un disgraziato, reso maligno dagli esercizi solitari all' inchiostro. Egli si illude di creare qualche cosa.... Si trovò allora, fra molte ca rte sudicie di sudicia gente, una lettera -del s ignor Salvemini, r iparato, per motivi di igic'ne politica, a Parigi.

, 11 signQr Salvemini scriveva presso a poco q'uanto segue: la lettera coòtinuava su questo to no plumbeo di iettatore a dic io tto carati, per ben due facciate fittissime.

« La marcia delle camicie nere è un abbominio. Il Governo fascista è una infamia Musso lini è uno sèavezzacollo, che fra sei settimane farà la g uerra all a JugOSlavia Dopo di che, il Governo fa scista crollerà nel sang ue di una insurrezione di .popolo ».

Sfido l'obliquo Salvcmini a smentire l'es istenza di q uesta lettera. Non lo p uò. Non l o farà. Essa Jo bolla come prof essore di sto rie moderne. Le sue previsioni si sono infatti matematicamente avverate, come ogni fedel minchione può constatarC:,

Passa rono molt i mesi . Un bel giorno si seppe che-Salvemini faceva lo storico a Londra. Passarono altri m esi. E l'altro giorno il professore - constatato che delinquenti morali della sua specie possono ancora circolare impunemente in Italia - è sbucato da i suoi nascondigli diramando ai siJoi ex elettori di Molfetta un violento, quanto bestiale comunicato ~ntifascista.

Ma bravo, il p rofessore d) storia moderna.

M i piace di ritrovarlo nella sordrda canea degli ant ifascisti. Una sua eventua.le conversione o un semplice accostamento al fascismo, sa rebbe stata una iattura sen:za confini. Certa gente è molto meglio perderla che

Opera Omnia Di Benito Mussolini

trovarla. In ogni caso, trovarla per stamparle sulla cuticagna il marchio che non si cancella. Un:i volta si diceva:

E Salvemini l a rosa Che ti porta il pipistre/Jo

A vederlo non è bello Ma .re parla poi fa « schif ».

IL PJNTURICCHIO

Da li Po-pblo- d'll,s!i~, N. 80, 2 aprile 1924, XI (u),

Medaglioncini Al Cromo

L'EX CHIESA

Anche questo trombone sfiatato ·della r_epubblica ha taciuto Ìlei mesi prima della marcia su Roma e ha avuto un « bue sulla lingua» nei mesi successivi, quando nari si sapeva come sarebbe andata precisamente a finire. Chi si è ricordato mai, durante tutto il 1923, dell'esistenza del signor Eugenio Chiesa? Ha fatto egli qualche cosa per far sapere come qualmente fosse ancora al mondo per difendere gli immortali principi della repubblica ? Una volta volle aprir bocca a Montecitorio e fu subissato. Adesso, anche lui , profittando della oramai esaurita stagione elettorale, si fa vivo e naturalmente in veste di antifascista. Tanto non si corre più pericolo alcunol Ebbene, io mi rifiuto energicamente .di prendere sul serio 1:on. Eugenio Chiesa. 11 suo tempo è pa.ssatò. Egli appartiene all'altro secolo. Può dimenarsi fin che vuole, più brillantemente forse dei burattini di legno che escono .dalla sua fabbrica. Ciò n on toglie che egli sia un uomo finito. Può gridare, sbuffare, diffamare, imbestiarsi; è affare che lo riguarda. Quando il suo nome corre sui giornali, il cittadino ha l'aria di domandarsi: « Anca mò? C'è ancora al mondo un rompiscatole, in funziooe di moralista spulciatore, nonché scandalista deteriorato, che risponde al nome di Eugenio Chiesa? E crede, il signor Eugen io Chiesa, che l'wnanità in genere, e quella fascista in· particolare, sia coSì tonta da leggere i suoi articoli o ascoltare i suoi discorsi?». Se almeno Eugenio Chiesa avesse avuto l'accorgimento di cambiare il disco al suo ra.ganellante fonografo, potrebbe illudersi di fa re qualche vittima tra g li ingenui che vengono adesso a lla ribalta e non hanno l'obbligo di conoscere rutd i « vecchi legumi» della politica italiana; ma il disco è sempre quello. Tutti lo sanno a memoria e funziona ormai da « sfollagente ».

Povera repubblica italiana! Ha il suo rude[e, che è G hisleri; e il suo

Todeschini, che è Eugenio Chi~a, gran mangiatore e bevitore al cospetto di. hltti i ~argantua dell'universo. Se la repubblica ~i f.acesse a tavola, coi dindi ripieni e il Canelli spumante, il p residente a vita non potrebbe essere che l'e?C, molto ex, !'irremissibilmente ex-deputato di Massa Carrara.

Allegramente, Eugenio ! A domenica sera.

IL PINTURICCHJO

Da Il Popolo d'Itttlia, N. 82, 4 aprile 192-4, Xl (ii).

Medaglioncini Al Cromo

Eucardio

Che nome difficile e. che omino complicato l'avvocato Eucardio nonché Momigl iano! Egli è cand idato in quella ·disgrazia ta lista dell'opposizione piemontese, che ha perduto j[l un primo tempo il suo leader: l'on. Falcioni; e, dopo il discorso di Mussolini , anche un secondo candidato: l'avvocato Negro.

Ma Eucardio, l'intrepido, è rimasto sulla breccia, sfidando l'inevitabile.... trombatura. L'altra sera, a Torino, Eucardio ha pronunciato i l suo discorso elettorale. Questa specie di na nerottolo che a Milano !}OO disdegnò in altri tempi di arrampicarsi alle scale fasciste, adesso è un terribile oppositore, che non risparmia niente e nessuno. La « sua » democrazia ha infinite ragioni di dissenso col Governo fascista. Niente va bene secondo l'integerrimo Eucard ìo. A com inci3.re dalla dittatura mussoliniana, che è insopportabile.

Questo piccolo cretino _ dimentica che i piefl.! poteri sono scaduti, e che Mussolini non ha voluto sapere di prorog3:rli, sebbene molta gente, anche democratica, fosse pronta" a concederglieli. Poi Eucardio, -il buffo, ha attaccato la politica scolastica e anche quella estera. A proposito di quest'ult ima,. ha avuto la faccia tosta di aggiungere che i paesi civili « non trattano con tranquilla siauezza col Governo fascista » perché sanno che « un Governo che si basa sulla forza è un fenomeno transitorio »

Dicci trattati di com mercio e un patto politico di amicizia non esistono per Eucardio, il democratico. Quanto al fenomeno transitorio, il signor Eucardio dimentica che il «transitorio» dura da oramai cinque anni. ·

Ecco: se c'era bisogno . di una confer ma delle qualità indiscutibili di vanitoso, bugiardo, « fregnacciaro » che contraddist inguonO Eucardio, il discorso di .Torino è decisivo in materia. Non è più possibile dubbio al-

Opera Omnia Di Benito Mussolini

cuno. L'avvocato Eucardio è un «democratico» calzato, vcstitò, e spudorato. Basta a. ripr"ovarlo la « mossa » finale del suo discorso, in cui parla del « diritto del popolo a governarsi da sé»'. f{ase p iù grottesca e più falsa di questa, è difficile immaginare, specialmente se s i considera che l'avvocato Eucardio si ritiene, naturalmente, depositario autentico dei diritti del popolo,

:E assai triste prevedere che il nome di Eucardio non uscirà dalle urne, e ch e resterà travolto nella spazzatura elettorale.

Peccato! Eucardio ha la stoffa di un Presidente del Consiglio. Ne riparleremo nel 1929.

JL PINTURICCHIO

Da Il Po-polu d' Italia, N. 83, 5 apr ile 1924, XI (.u).

IL FASCISMO E LE DONNE*

- L'organizzazione [~cista è completa dal ·milite al Balilla. Perché deve mancare ancora la donna? Organizzatevi e lavorate.

:- E que.Jto che vogliamo, EcceJ/enza. Ci ,occorre però la com pleta ,111/onomia, all1inflfori1 I' inJende, della d overosa dipendenza dalla Federazione provinciale.

- Io vi accordo qualche cosa di più: cioè uno o due posti· per voi nel consiglio della Federaz ione stessa.

- Vo rJra Eccellenza approva il prossimo congresso· f emminile f a· scis!a? ·

- lo approvo e lo stimo utilissimo. Vi consiglio a imperniarlo sui risultati ottenuti dal cong resso .delle tre Venezie, tenutosi l'a nno scorso a Padova. Cong ~esso che io ho approvato pienamente.

- PouiamQ d omandare Vostra Eccellenza Ie fa donna avrà il volo amministrativQ nella prosrima legislatura?

- L'ho promèsso e lo avrà. Intendo che la donna partecipi a tutta la vita pubblica italiana. Avverrà, in p rimo t empo, una selezione necessaria; quindi ·la coopernzione vera. Voi fa sciste dovete preparar\'i a lavorare, svolgendo i grandi doveri che vi spettano nell'organizzarione fasci-

• A Milano, tra iJ 1° ed· il , aprile 1924, Mussolini aveva r icevuto molte persone ed avuto parecchi colloqui. Il 6 aprile, alle 9.0), si. r«a. a votare nella sezione milanese alla quale è iscritto. Poi, a palai zo Monfortc, riceve le signore Elisa Mayer Rizzioli, Cognola-Mauri ed Elisa Savoia, rappresentanti dei Fasci femminili della provincia di Milano, con Je quali ha il rollO(luio qui ri portato. (Da. Il Popo/0' d'lhrlì.1, Nn 8~, 87, 8, 10 aprile 1924, XI) ·

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