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ITALIA E LITUANIA •

Signor Presidente l

Sono veramente lieto di porgere a Vostra Eccellenza il benvenuto n eJla capitale d'Italia e la ringrazio p er avermi dato modo, con la sua cortese visita, di fare la persona le conoscenza dell'eminente uomo di Stato che rivolge ogni sua cura al benessere e al progresso delJa LitUan ia. L'Italia segue con particolare simpatia e interesse gli sforzi èh e il Go· verna di Vostra Eccel1enza compie per organiz'zare saldamente la vita politica ed econ'omica del popolo lituano ed affermare vigorosamente l'autorità dello Stato; nella quale certo risi ede la più salda garanzia per l'avvenire della nazione. Questa simpat ia, che può trovare anche lonta ne origini in ·quegli elementi romani che emig rarono in lituania, è consolid ata dalle tendenze che spingono il vostro p aese, pu r da i lim iti del mondo orientale, ad avvicinarsi . alla cultura mediterranea e soprattutto italiana.

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Lo spirito di cordiale ospitalità con cui sono sempre stati accolti g li ital iani in Lituania e i vost ri connazionali in Italia, nasce appunto da ta le simpatia ed è destinato a raffonarsi.

Si ispirano pure a questi sentimenti le convenzioni che ins ieme oggi abbiamo firmato per regolare i rapporti commerciali tra i nostri d ue paesi e per risolvere amichevolmente ogni eventuale divergenza. che potesse sorgere f ca di noi.' Date le relazioni di amicizia esistenti fra la Lituania e l'Italia e le speciali condizioni geografiche, non esi to ad e$du· de re la possibil ità di reali contrasti tra idue paesi, tanto più ·che essi basano le loro relazioni su un coffiune interesse della pace e dell'equilibrio europeo Il t rattato di arbit rato da noi concluso, deve con siderarsi qu.indi principalmente come una chiara prova delle nostre comuni aspirazioni verso la pace dei popoli vic ini e lontani e del nostro fermo intendimento ·di creare le condizioni n ecessa rie per assicurarla stabilmente. Con tali sentimenti, levo il bicch iere a Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica di Lituania, alla prosperità del vostro paese ed alla sal ute di V ostra Eccellenza e della gentile sua consorte.

• A Roma, a villa Totlonia, il 19 settembre 1927, alle n.;o, in occasiOne della firma dei trattati di arbitrato e di commercio fra l'Italia e la Lituania 0 55), Mussolini offre una colazione in onore del professor August inus Va[demaras, Pre sidente det Consig lio di Lituania Allo spumante, Mussolini pronuncia il d iscorso qui riportato. (Da Il Popolo d 'lJetii.z, N . 224, settembre 1927, XIV).

ITALIA E ARGENTINA*

Eccellenza!

È col più vivo compiacimento che io le rivolgo il saluto del Governo italiano in questa Roma, dove ella ed i suoi tornano ospiti oJtremodo graditi. La· determinazione del Governo argentino di scegliere, nella presente occasione, V ostra Eccellenza quale suo rappresentante, non avrebbe p otuto essere più feJice, date le amicizie e le simpatie tuttora Vive che ella e la gentile sig nora Gallardo ha nno saputo acquistarsi durante il loro soggiorno da noi.

La _circosta nza che ha dato luogo al' viaggi<? di Vostra Eccellenza in Italia costituisce un nuovo atto di sincera amiciz ia ·e d i affratellamento fra il popolo a rgentino e quello itali ano, già legati da vincoli ind issolubili.

Le imm inenti feste di Genova p er l'inaugurazione del monumento al generale Belgrano rappresentano, infatti, la più spontanea manifestazione dei sentimenti che vibrarlo al di qua e al di là dell'Atlantico , nella comunanza di origine e di sangue. Esse seguono quelle svoltesi nel P aese vostro, in occasione della visita di Sua Altezza Reale il principe di Piemonte e del .volo del ge-nerale D e Pinedo, che ha aperto una nuova c grandiosa via fra l'Italia c l'Argentina.

ì pure di ieri l'accoglienza cordiale che il libro ital ia no ha nelle vostre classi colte durante la mostra di Buenos Aires, ed il g razioso intervento a qu_ella mostra del Pres idente della Repubblica ha avuto uno speciale sig nificato , che noh è sfuggito ad alcuno in Italia.

Le comuni origini tra i due popoli sono rlnsald:1 te anch e dai nume-ros i ita lian i ch e portano in Argentina il contributo dell a loro inte lligenza ed un'operosità sicura e d instan cab ile .

11 generale Belgrano è uno dei p iù p uri artefici d ella vostra indipendenza e d ella vostra g randezza, e noi s iamo o rgoglios i che eg li discenda da famiglia ital iana; e perché le generazioni future ne serbino viva memoria, sorge a Genova il monumento che sta per essere imiu - gurato alla presenza di Sua Maestà il re e dell'Eccellenza Vostra, in rappresentanza del Presidento: della Repubblica, quale simbolo di unione itala-argentina, mentre accantQ alla band ie ra tri colore syento le rà bandiera azzurra c b ianca che lo. stesso Bdgrano lasciò in sacro retaggio al popolo argentino.

• Il 26 settembre 1927, Mussolini era partito improvvisamente in auto :a lla volta di Carpena, dove, nella notte tra il 26 e il 27, era venuto alla luce il suo quartogenito, Roinano Il 1° ottobre era rientrato a Roma. La sera del 6 ottobre, all' « hòtel Excelsior », offre u n banchetto in ono.re · del dottor Angelo Ga lbrdo, min istro d egli Affari Esteri d ella Repubblica Argentina. Allo il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso q ui ripo rtato. (Da TI PQpolo d'lJa/ìa , N n 231, 23:5, 239, 28 settembre, 2, 7, ottobre 1927 ," XIV).

N ella piena convinzione che queste due bandiere saranno per l'avvenire spiegate in molte altre liete occasioni, a rappresentare l'affratellamento delle due nazioni, alzo il mio b icchiere alla prosperità dello Stato e d el popolo arientino, alla salute del- Presidente della Repubblica, dell'Eccellenza Vostra e della sua famiglia.

PER LA MOSTRA DEL GRANO *

Agricoltori!

Considero questa riunione , di cui mi p iace subito consta· tace e sottolineare il, carattere nettame nte fascista, come una specie d i g ran rappo rto, seguito dalla premiazione sul campO, d ei più meritevoli tra i soldati. (Grandi applaFJJJ). Parlerò dunque breve e schietto, come vogliono i tempi.

Prima domanda: Come sono andate le stagioni? Le ·vicissitudin i atmosferiche, alle quali è fatal mente legata l'agricoltura, sono state buone? O mediocri? O cattive? Rispondo : non buone e più Cattive che mediocri. Già all'atto ·d ella semina, pioggie prolungate ritarda rono i lavori e in talune località dell'alta Italia non li permisero. Ragione pe r cui io raccomandai, con apposita circolare ai prefetti, di sollecitare semine d i g rani primaverili. M a quella pioggia , che non mancò nel· l'autunno, cominciò a difettare in aprile. Se nella prima quindicina d i maggio non ci fossero state alcune giornate di p iogg ia ristora trice, il raccolto del grano sa rebbe stato irreparabilmente compromesso.

Dal g iug no è incominciato un periodo di siccità, ch e è durato esat. tamente tre mesi, ed ha, specia lmente nell'Italia centrale e meridiono.le , inaridito le·campagne. La persistente siccità con prevalere di venti sci. roccali, è stata comune a tutta l'Europa centro·sud·orientale. Il f enomeno va attentamente considerato. Affermo che una delle cause di questa ricorrente e sempre più lunga siccità, consiste nel rovinoso, incosciente disboscamento operatosi lungo tutta la catena appen ninica. (Viviuime approvaziom). Disboscamen to che altera il regime delle acque e produce poi le alluvioni , i cui danni sono sempre più rilevanti.

• A Roma., nel pala.zzo delle Esposizioni, il 9 ottobre 1927, alle IO, Mus· solini inaugura la prima mostra nazionale del grano. In tale occasione, d opo i d iscorsi del deputato Giacomo Acerbo, presidente del Comitato ordinatore dell.1 mostra; e del commendator Gino Cacciari, presidente della Confederazione n:uionale fasci sta degli agricoltori, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d'Italia, N . 212, ll ottobre 1927, XIV) .

Nell'attesa che la ri nvigorita politica forestale dia i suoi risultati, nell'attesa che decine d i milioni di alberi siano piantati e ri piantat i, occorre regolare le acque e tesoreggiarle per l'agricoltura. Il problema dell'i rrigazione balza qui ndi al primo piano. Il Governo fascista aiuterà tutte le serie iniziative che verranno organizzate a tale scopo ( « Benissimo! Bravo! »).

Sono lieto che si sia recentemente finanziato il completamento del Cana le della vittoria, che darà l'acqua per irrigazione a ben trentacinque comuni della Marca trevigiana. Ecco una zona che non avrà nulla a temere dalla siccità.

Dato l'andamento deJla stagione, quanto g rano si è ottenuto? Le rilevaz ioni non sono per anca ultimate. Alle denuncie del g rano trebbiato si è aggiunto un alt ro elemento di maggiore attend ibilità. Alcuni dati richiedo no ulteriori controlli . Scarto l e induzio ni pessimistiche e quelle ottimistiche. Il raccolto del grano dell'estate 1927 è, in cifra tonda, di 55 milioni di q uintal i, dì ottima specie dal punto d i vista qualitativo. D eve essere ritenuta soddisfa. cente tale cifra-? D:tfa la stagione sfavorevOle, affermo di sì. Un raccolto proporzionalmente ben peggiore del nostro si è avuto in Jugoslavia e pare che la Francia, mentre stimava u n· raccolto di 79 milioni di quintali , non toccherà che i 67. H o citato q uesti due paes i perché sono pro· duttori di g rano e confinano coll'Italia Aggiungo che anche per il 1926, .come per il 1927, il raccolto soddisface nte si deve al fervore che la battaglia del grano ha suscitato in tutti i rurali d 'Italia, fervore che ha condotto all'applicazione de i più razionali metodi di coltu ra.

Stabilita con maggiore approssimazio ne possibile la cifra del raccolto, viene in mente una terza domanda. Il p rezzo d el grano, oscillante tra le 115 e le 120 lire al quintale, escluse le precipitoS:e svendite dei grani precoci, dev'essere considerato soddisfacente? Se si fanno dei confronti con gli anni immediatamente p recedenti, no. Se il termine del confconto si allarga, sì. Vi prego· di prendere il bollettino di statistica del mese di settembre 1927, di aprire il fascicolo a pagina 573 e vedrete qua nto segue, circa i prezzi del grano negli anni del dopoguerra . Nel1919, lire 69 al q uintale; nel192D,lire 90 al quintale; nel 1921, li're 11 5 al quintale; nel 19 22, lire 118 al q uintale; nel 1923.- lire 102 al qui ntale; nel 1924, lire 121 al quintale. :e. solo in periodo di massima svalutazione che il p rezzo del g rano sale a 18 1 nel 192.5 ed a 200 nel 1926. Si tratta di lire-carta, jl cui va lo re ha oscillato in q uest i ulti mi a nni, e q uindi le cifre sono opinabili. Convertiamo la c:trtà in oro, che non è opinabile perché non è elastico, ed avremo che il p rezzo d el grano a l quinta le e ra di lire-oro 29 1922; lire-oro 20 nel. 1923; lire-oro 21 . nel 1924; lire-oro 30 nel 1925 ; Jirc-oro 43 nel 1926; l ire-oro 30 nel 1927.

Queste cifre sono eloquent i. Tuttavia sono pronto a riconoscere che il prezzo del grano non è stato ri munerativo: a) in r a pporto alle spese sostenute dagli agricoltori ; b) in rapporto alla quantità di raccolto minore di quanto si sperava.

Parliamo ora francamente - esclama con forza il Duce -senza pietosi" eufemismi. l a crisi c'è stata. l a crisi è stata g rave. l a crisi era fatale, poiché era in relaz ione co n la politica monetaria voluta ed attuata dal regime e della quale il regime assume in p ieno - duramente - tutta la responsabilità. (Ot,azioni prol11ngate).

Giove rà dire , intanto , ch e nessun paese ha stabiliizato Ja p ropria moneta al estremo al quale poteva ave rla spinta la specu lazione. D ico, nessuno. Non mi occupo dei paesi anglo-sassoni, baltic i e scandinavi, che h anno rivaluta to al cento per cento. M a cito la Francia, che ha r icondotto il suo f ranco dalla quota di 250 alla quota 124; c lo stesso BeJgio, che ha stabilizzato de jure, ma dopo avere ricondotto il suo. franco dalla quota d i 240 alla quota di 175 Solo de i miserab ili traditori, degni delle sanzioni più severe, possono pensare ch e il regime fas cista avrebbe· dovuto stabilizzare a 1'54 solo perché durante alcune ore d i una sola giornata la lira fu 'spinta dal pani co e d alla speculazione a q uel livello. f o ,-midabilt).

Come le altre nazioni dell'occidente, inchc noi abbiamo ricondotto lira ad una più decente posizione . Naturalinen te ci sono stati dei do lori , ma dolori infin itamente p iù g ravi ci sarebbero ·stat i se la lira foss e precipitata; se la l ira si fosse polverizzata, se avesse p reso la fan tastica velocità svalutativa del marco tedesco, ch e ad un certo momento stava in questo rapporto col dolla ro: « 4200 marchi di carta per compera re"un dollaro solo! » . (Impreui01te; . «e vviva! >> generalt).

Ora in tutti i paesi dove si è attuata una parziale rivalutazione, Ja prima a soffrìrne è stata l'ag ricoltura. E le ragioni sono cosi ovvie, che non voglio far torto alla vostra intelligenza elencandole.

Non solo in Italia , dovunque. Ecco; ad esempio, che cosa scriveva un giornale francese n el luglio sco rso, e p recisamente Les TravailleurJ deJ

Alpes:

« I piccoli prodtlttori che, a corio di dana,-o, Jono obbligati a vendere all'allo d ella raaolta, sono abominevolmmle danneggiati : Jo Stato non ha fall o nulla e si è viJJO il prez zo del grano precipitare fi n o a fra n chi

(franceJi) JjQ l prezzi attuali del grano 11011 ;ono faui per incoraggiare la coitkra del gra no e ;iamo ;icuri che, Je que;ti prezzi rimangono, ;i vedranno molti terreni pauare ad altre colture» .

Dunque se l'Italia fascis"ta piange, g li altri paesi no n ridono . (Approvaziom). ·

Determinatasi la c risi, il Governo fascista ha agito per attenua rla. L'azione è stata imm<!'diata e concreta. Scartato ogni intervento Ufficiale sui prezzi, l 'azione del Governo fascista ha dete rminato, a sollievo immediato dell'economia rurale: a) una d iminuzione dci sa lari; b) una diminuzione del prezzo dei fertilizzanti; c) una sistemazione del credito agricolo; d) una riduzione delle t asse ed imposte pagate .allo Stato che non raggiu ngevano il totale di mezzo miliardo ; e) la composizione equitativa delle ver tenze per le affittanze agrarie. Affe rmo senza. fals e modestie, in faccia a tutta la nazione, che il Gove rOo f ascista ha fat to nei mesi estivi del 19 27 per l'agricoltura ita· liana quello che non è stato fatto in cinquant'anni dagli altri Governi. (Voci unanimi: «B vero! 8 vero!»)

Accanto a questi provved iment i concreti, e trascuro i minori , il Governo fascista ha dich iarato la sua volontà circa la stabilità della li ra Volontà che nessuno deve mettere nemmeno vagamente in dubb io, a nche perché è stata g ià messa alla prova tutte le volte che la speculazio ne ha tentato inutilmente d i viola re i ter mini fissati tra ottantanove e novanta Gioverà dire, per gli spiriti eterna me nte pencola nti e dubitativi, che, mentre non è (aci le c può essere impossibile t ra ttenere una mo neta che precipita, è molto p iù faci le tenere ferma una moneta che abbia tendenze opposte, pe rch é, in questo caso, la tecnica non h a miste ri. L' economia agricola può du nque adegua rsi a questa f e rma e lunga stabili tà. (Vivi applattu).

A che pu nto è la crisi? mia convinzione ch e il punto culmi nante sia sorpassato. N e i camp i si lavora . I contadini non sono stupidi come quel tale che c redette di punire la moglie tagliandosi gli att ributi della virilità. Chi non semina non raccoglie, né poco né molto. I contadini non sono dei disertori, né in pace né in g uer ra. Ma lavorare non basta : bisogna prepa ra re il terreno, con le necessarie concimazioni. Ma seminare non basta: bisogna semi nire bene e in tempo. Jo che conosco da vicino i contad ini , io che li st imo e li a mo fraternamente , non ho mai creduto , an:zi non h o m;1i dato peso alcuno a talune voci disfa ttistiche che si faceva no circola re artata mente nelie campagne e nelle città, :a llo scopo di deprimere g l i animi e d i sabotare il reg ime. (A ppro vazioni caloro;is;ime).

La verità confortante è che i contadini sono tranquillamente al lavoro in ogni parte d'Italia. Ho qui i rapporti in data l ottobre ma ndat imi dai direttori delle Cattedre ambulanti d i agricoltura. C'è ancora qua e Jà qualche zona g rigia o qualche residuale incertezza, ma l'eno rme massa del sano esercito rurale è solida nei ranghi e pronta pei qmpi , p er la nuova sacra f atica. (Applatw). La lettura di queste risposte è assolutamente necessaria a premio dei buoni c a confusione d ei malvagi. Comincio dalla Sicilia, il g ranaio di Roma 'c d'Italia.

Da Siracusa, il cattedratico Di Mattei comunica :

«LA classe agricola, fiducioJa nella rana politica del GovernO , p,-eparari attivamente alla nuova campagna, come è confermato da cmJfor lanti prenotazioni fertilizzanti e acquùti macchine» .

Da Castrogìovanni, il catted ratico Copra :

«Preparazione Jemine procede alacremenle e regolarmtnJe A g ricoltori fid ucioJi provvedimento G overno, prenotano largam ente concimi, · parecchie macchine1 e u m fruiJcono age volazioni cred ito agra rio &mco Sùilia» .

D a Trapani, il direttoce Alag ra:

« AcquiJti · fertilizzanli fatt i!i alli vi lt:ucùmdo 1perare quantitativi annata decorJa. Impegno macchine lavoraZione e1tiva ba a11orbito tu tte q11elle esÌJ/enti zona ».

Da Lucca, il direttore Bonucelli :

« Preparazione Jemine g rmw o/lime A cqui!ti e prenotazioni umine elette e fertilizzanti uounali >>.

Da Firenze, il direttore Follori :

«La vorazione e preparazione terreno per proJJima Jemina procedono ottimam ente. Impiego razze e/elle diicrele. Pre,wtazioni concimi a tut · t'oggi circa il uttanta per cento an nata p ,·e"cedente. Prevede1i però inleliJificazione qtJeJto meu Pren Otazio11e macchine limitata per mancanza o Jimilata riduzione prezzo ».·

· Da Livorno, il direttore Fassi : ! , «Preparazione terreni umine JoddiJfacenti. Finora prenotazioni concimi ascendono a due terzi anno pauato Accrerciuta la motoaratura. Avviato il credito agrario presso la Caua di Rilparmio e Mont e Pietà »_.

Da Pisa, il direttore Mazzei :

« Preparazione semine JoddisfacenJe . Norma/e . /a prenoJazione . e l'uso dei concimi chimici, uminati e Jeminatrici ».

Da Girgenti, il diretto re Ag ug Jiaro: ·.

«Mezzi /emici di produzione e credito agrario notevolmente tali» .

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