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DAL DISCORSO DELL'ASCENSIONE AGLI ACCORDI DEL LATERANO 213

Se H dott. Korherr farà un viaggio in Italia si convincerà: a) ·che non è vero che le campagne del Piemonte, Lombardia, Toscana, Romagna, Sicilia siano in particolare decadenza demografica; b) che non è vero che i negri si spingano sino in Sicilia.

.E vero invece - nettamente - il contrario. :2 vero cioè che i siciliani si sono piantati in masse numerose e compatte nell'Africa romana, mentre in Sicilia di gente di colore non ci sono che mezza dozzina di deportati senussiti e di origine semita.

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SITUAZIONE DELL'ITALIA

Ma qua!' è, a prescindere da questi particola ri, la situazione dell'ltalia della quale Spengler si occupa, elogiando le prime fasi della mia politica d emografica, ri assumentesi nella formula netta, chiara, vitale: massimo di natalità, minimo di mortalità?

Sino al maggio del 1927, al mio d iscorso che per mera coinci· denza cronologica fu chiamato dell'Ascensione, gli italiani furono vit· time del luogo comune della« loro straripante natalità». Toccò a me di spezzare, ai pari di altri, anche questo luogo comune. La verità è diversa ed è triste; anche in Italia .diffiinuiscono le nascite; anche l'Italia soffre del male comune alle altre nazioni europee.

Coloro che hanno una specie di abito mentale ottimista osservano tuttavia che il decorso della malattia in Italia sembra benigno. Anche questo è un luogo comune e basterà per eliminarlo, esaminare le cifre nel loro totale e nella loro composizione.

Cominciamo dai totali Il massimo cocfficente di natalità si ebbe nel quadriennio 1881 -1 885 con trentotto nati per ogni mille abitanti. Poi cominciò la discesa lenta, ma continua.

Le fasi di questa discesa ognuno può vederle nella apposita tavola del BoJ/etJino dell'!JtiJ11/o cenJrale di JlaJiJtica. Nel 1915, a!I'atto della guerra, il quoziente di natalità è già al 30.5 per mille.

In trent'anni circa, abbiamo perduto otto punti. Nello stesso periodo il quoziente di morta!ttà scende dal 27 al 20 per mille: non arriva, cioè, nemmeno a compensare la diminuita natalità. Gli anni di guerra ed il 1919 seguito immediatamente, non possono dirci gran che.

Nel1920 il quoziente di natalità si spinge a 31.8 per mille, con una mortalità del 18.8 per mille: il quoziente di eccedenza dei nati sui morti è del 13.1 per mille. n più alto che si sia registrato dal 1870 in poi:

Ma dopo questa punta cominda ·H movimento regressivo, che giunge al quoziente di 26.9 per mille nel 1927. Mentre per perdere otto punti ci sono voluti prima deJia -guerra trent'anni, sono bastati sette del dopog uerra a farne perdere quattro.

Ciita E Campagne

Il moto di diminuzione non è soltanto ma si accelera ogni anno di più. Nei primi sei mesi del 1928 le nascite. sono diminuite in cif ra assoluta di oltre 11 mila n ei confronti del 1927; con questo fatto aggravante, che si è una specie di crollo in quelle provincie dell' Italia meridionale che sembravano ed erano il vivaio demografico della nazione. Il solito ostinato ottimista potrà osservare che la pro porzionale -diminuzione della mortalità compensa la diminuita natalità e che in ogni caso uri coefficente d el 26 .9 per mille è confortante. Tanto è vero che la popolazione italiana è aumentata al netto di 414 mila abitanti nel 1926, di 457 mila nel 1927, di 239 mila nei primi sci mesi del 1928. L'ostinato ottimista è pregato di seguirmi n ell'esame più in· timo delle c ifre, e gli f arò vede re q uale spaventosa agÒnia demografica si nasconde sotto il coefficente globa le del 26.9 per mille. Questo coe ffi· ce nte lo si deve esclusivamente aJJa prole dei rurali. Tutta l'Italia cit· tadina o urbana è in deficit. Non solo non c'è più equilibrio, m a i morti superano i nati. Siamo alla fase tragica del Ìenomeno. Le culle sono vuote ed i cimiteri si allarga no. Tutte le città dell'Italia centrale e settentrionale accusano Io stesso d eficit . Ma una. città particolarmente ' cara al fascismo italiano sembra d etenere il lamentevole primato : Bologna. ·

Basterà enumerare queSte cifre che n on hanno bisogno di commenti: ·

1873 al 1927, in un periodo cioè di cinquantacinque anni, si sono avuti in Bologna 26:58 nati vivi in pjù dei mcrti, con una media annua di 48 o poco più! )) (Rnto àel Carlino del 31 luglio 1928) ·

Bolog na ha quasi raddop pia to n ello stesso periodo di t em po la sua popolazio ne, rarefacendo la popolazio ne rurale della p rovincia, che, per for tuna, è ancora feconda. d i più umiliante che l eggere i bollet· tini quotidiani dello Stato civile di Bolog na, che accw;ano quasi invaria· bilmente il doppio del morti sui vivi!

Anche nell'altra grande limitrofa città emiliana, Ferrara, si passa da 1312 nati in più nel 1923 a soli 731 nel 1927: una dimi nuzione dei cinquanta per cento in quattro anni! N é m igliori sono le condizioni di tutte le altre città padane: da Parma a Maritava, da Cremona a Modena.

A Firenze i vivi compen sano a maJa pena i morti ; quindi aumento n aturale della popolazione : zero. In una situazione analoga o poco disi t rovano gli altri centri ur ba ni d ella T oscana A G enova, nei primi quattro mesi de l 1928, i n ati sono 3075 , ma i morti 3 338; quindi la popolazione è d iminuita di ben 263 unità !

A Torino la popolazione d iminuisce regolarmente da cinque anni a questa parte! E Milano? Nel .supplemento alla rivista Città di Milano d el g iugno 1928 e riferente i dati complessivi del 1927, leggo queste parole sinistre:

«La natalità milanese è una delle p iù basse d-:i grandi centri urbani, supe.riofe solo a Berlino e a Stoccolma ».

Il fiero e .nobile senso di civismo degli ambrosiani si è dunque rassegnato a questo mortificante primato di decadenza e di morte? Vog liono dunque essi che in un avvenire più o meno lontitno, piazza del Duomo, come già nel buio medioevo il Campidoglio, diventi luogo di pascolo per .gli armenti? No. Questo i milanesi non vogliono. Questo i milanesi non possono volere. Qualche chiarore rompe il grigio. della loro situazione demografica. Si d elinea una ripresa. I nati-vivi in più che furono la miseria di 295 nel primo semestre del 1926, salirono a 728 nel primo semes tre del 1927; sono aumentati ancora a 1148 nel primo semestre del 1928. La tendenza al mig lioramento c'è: segna!iamola ag li italianicome sintomo cOnfortante - cosi come la radio inglese di Rugby ha il 22 agosto u. s. annunciato. a tutto il mondo un leggerissimo miglioramento della situazione demografica inglese nei primi mesi del

Le Leggi E Lo Spirito

Non voglio trarre conclusioni affrettate dalla lieve ripresa milanese. La mia politica demografica non può avere dato ancora i suoi frutti . Ma qui si pone il problema. Le leggi demografiche - che in ogni tempo lcsislatori di ogni paese adottarono per arrestare il resresso delle nascite -hanno avuto o possono avere una efficacia qualsiasi ?

Su questo interrogativo si è discusso animatamente e si continue rà a discutere a"ncora. La mia convinzione è che se anche le legg i si f ossero dimOstrate inutili, tentare bisogna, cosl come si tentano tutte le medicine anche e soprattutto quando il caso è disperato.

Ma io credo che le leggi demograbche - e le negative e le positive - possono annullare o comunque ritardare il fenomeno, se l'organismo sociale al quale si è ancora capace di reazione. In questo caso più che le leggi formali vale il costume morale e soprattutto Ia coscienza · religiosa dell'individuo. Se un uomo non sente la gioia e l'orgoglio d i essere «Continuato» come individuo, come fam iglia e come popolo; se un uomo non sente per contro la tristezza e la onta di morire come viduo, come famiglia e come popolo, iliente possono le l eggi anche, e vorrei sOpratt utto, draconiane Bisogna che le legg i siano un pungolo al costume. Ecco che il mio discorso va dirittamente ai fascis ti e alle famiglie f asciste. Questa è la pietra più pura del paragone alla quale sarà saggiata la coscienza delle generazionai fasciste. Si tratta di vedere se l'anima dell' Italia fascista è o non è irreparabilmente impestata di edonismo, borghesismo, filisteismo. Il coefficente di natalità non è soltanto l'indice della progrediente potenza della patria, non è soltanto, come dice Spengler, «l'unica arma del popolo italiano» , ma è anche queJlo che distinguerà dagli altri popoli, europei, il popolO fascista, in quanto indicherà la sua vitalità e Ja sua volontà di tramandare questa vitalità nei se<:oli. Se noi non rimonteremo la corrente, t utto quanto ha fatto c farà Ja rivoluzione fascista, sarà perfettamente inutile perché, ad un certo momento, campi , scuole, caserme, navi, officine non avranno più uomini. Uno scrittore franCese che si è occupato di questi p roblemi h adetto: l settembre VI.

« Per parlare d i problemì nazionali occorre ' in primo l uogo ' che la nazione esista».

Ora una nazione esiste non solo come storia o come teHitorio, ma come masse umane che si riproducono di generaz ione in generazione. Caso contrario è la servitù o la .fine. Fascisti italiani : H egd, il filosofo dello Stato, ha detto: Non è uomo chi non è padre !

In una ltalia tutta bonificata, coltivata, irrigata, ·disciplinata, cioè fascista, c'è posto e pane ancora per dieci milioni di uomini. Sessanta milioni d'italiani fara nno senti re il peso della lo ro massa 'c della loro for za nella storia del mondo.

Da Gmrrrhia, N. 9, settembre 1928, VJII. Pubblicato anche come prefazione all'opera: R1CCARDO KORR EII.R- Regreuo d elle 'fTtndte : mort e dei popoli - Uniont' editori ale d'I talia, Roma, 1937.

PER LA BATTAGLIA DEL GRANO*

Il capo del Govemo si è compiaciuto dell'esauriente e precisa relazione d el mo ministro dell'Economia, aue rendo che nsa è il migliore elogio all'opera d el Comitato del g rano.

I r isultati dell'annata sçmo da .considerarsi oltremodo soddisfacenti,

• Il 28 agosto 1928, verso le 10.30, Mussolini aveva lasciato o.mino in autO diretto a T rino Vercellese. Circa le l l, era giunto a. Trino ed aveva proseguito subito in t reno alla volta della capitille. Il 3 settembre, a palazzo Chigi, p resiede la riunione del Comitato permanente del grano. Il Pres idente d el Consig lio, «dopo avere presentato con lusinghiere espressioni a tutti i componenti tanto più che g li a ltri paesi. ·europei che hanno avuto in comune con noi la d ella stagione, hanno avuto un· raccolto sensibilmente infc. riore al normale. La differe nza d el raccolto tra l'anno scorso e questo a nno farà rimanere in patria circa un miliardo. ed un quarto di lire, coefficente n on indifferente per l'econoffiia italiana.

Il Presidente afferma che esiste ve ramente un grttnde fervore trtt le mttJie rurali e che il Comitato ha oJtenuto quello che si proponeva e cioè di determinare nel paese un effettivo miglioramentO d ella t ecnica agricola Esalta il contri buto operoso ed entusiastico degli agricoltori, particolar· meute ponendo in evidenza i meriti e le virttì del contadino italiano, che vuole additare ad esempio per la sobrietà d ella vita, per la modestia delle abitudini e per l'obbedienza ttJJoluta a tutte le direttive del G overno E lieto di comtalttre che n el triennio ltJtti hanno compùllo il/oro d overe "ed è sicuro ch e, nel periodo che da oggi sì inizia, m1ovi successi coro· neranno la· t enace volo ntà dei nost ri agricoltori.

92" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

Erano presenti le U.EE. Federzoni, Belluzzo, Ciano, M artelli,. Giu· riati, Rocco, M ououi, Gìunht, Grandi, Bianchi, Bot/ai; S. E. il segretario del Parli/o, on. T urati; gli onorevoli Arpù1ati, Ricci, Starace,· il commenda/or Melchiori; il commenda/or Marinelli, segretario amminiJtra· livo del Parti/o; gli on. Blanc, M araviglia, M arghinotlii il generale Bazan; l'on. R ouoni; le U. EE. Balbo e De Vecchi,· J'on. A lfieri,· i senatori Gm· Ùle e Corradini; J'on. Fariuaccì; J'on. Samane/Ji; il dottor Roberto Forges. D t.vanzati e l'on 0/ìvetti.

Dopo l'appello fatto dal segretario del Parlito, S . E il capo del Governo ha rivolto un ;aiut o ai nuovi membri del Gran Comiglio ed ha iniziato la relazione sulla p olitica generale, che è durata per oltre due ore e che ha tra/lato di tutti i prob lemi del r"egime.

A conclusione della relazìoue, S. E iJ capo del Governo ha dato lei· il nuovo vicepresidente, ministro dell'Economia nazionale, on Martelli, gli ha subito la parola per riferire s ul primo n umero dell' ordine del giorno: R.iJuiiAii della politica grana ria d el Governo jA!CÙ/4 e dirntive per ramrata 1928-1929. T enninata la relazione del ministro, Mussolini p ronuncia le par ole qui riportate in riassunto {Da Il Popolo d'Italia, Nn. 205, 210, 29 agosto, 5 settembre 1928, XV). tura d el seguente programma. d i azione_ che ·il ;volgerà n egli u/Jimi meri dell'anno VI e durante l'anno VII: ,

* Tenutasi a palazzo Chigi i l 17 settembre 1$128 {ore 22-0.15). (Da Il Popolo d'Italia, N. 2231 19 settembre 1928, XV).

«Il piano dell'attività politica del regime d ei prossimi mesi è fissato da queste date.

«Come fu. annunziato da me nell'adunata d egli industriali all' Augusteo nel giugno scorso, ìl 1° ottobre un esercito di diecimila opera i, agli ordini dell'Azienda autonoma statale della- strada, prenderà d 'assa lto i _ primi milleseicento- chilometri di st rade. Altri diecimila operai saranno adibiti a lavori stradali straordinari. Saranno sisteuiati per cinquantamila chilometri tutte le strade che partono da Roma, quelle che vengono dal confine, la Fano-Rimini-Bologna-Piacenza, la Genova-Ventimiglia, la Napoli-Roma, la Settentrionale e !'Orientale sicula e altri t ratti minori.

«Così anche il formidabile problema delle strade è affrontato e risolto dal Governo fascista.

«Nel conte111po, sui tratti Berga mo-Brescia e Padova-Venezia, saranno iniziati i lavori della grande autostrada pedemontana Torino-Trieste.

« Il 10 ottobre, riu nirò a Roma tutti i direttori dei quotidiani fa scisti d'Italia; il 25 ot tobre, g ran rappor to a Roma dei novantadue segretari provinciali del Partito; il 27 ottobre, vigilia del sesto annuale d ella marcia su Roma, sarà caratterizzato dalle seguenti cerimonie: inaugurazione d ei ricOrdi marmorei in memoria di Mario Giada a Torino e di Armando Casalin i a Roma. Nel pomeriggio, a Roma, davanti all' Altare della patria, presenti tutte le più alte autorità dello Stato, verranno bruciati alcuni titoli del debito pubblico. La massa dei detti titoli verrà. immediatamente gettata alle fiamme nei gazometri osticnsi . Inutile sottoli neare l'importanza simbolica e pratica del f atto.

«Per jJ sesto annuale della rivolUzione, un messaggio sarà lanciato _ da me alle camicie nere di tutta l'Italia. Come negli anni precedent i, il carattere d ella g iornata sarà dato dall'inaugurazione delle opere dì pubblica utilità compiute neJl' anno VI. Tale importante elenco d'opere sarà reso pubblico a suo tempo. I d ettagll della celebrazione saranno definit i dal Direttorio del Partito.

« Jl 3 novembre, sarà effettuata a Roma T adunata dei rwali d'Italia. Si vi parteciperanno cinquantamila p ersone. Tutti i fascisti interverranno in masse compatte alla grande celebrazione del decennale della vittoria, celebrazione che sarà particolarme nte solenne a Roma con u na grande adunata di combattenti e colla inaugurazione della Casa màdre dei mutilati.

«IJ 6 novembre, il Senato· riprenderà i suoi lavo ri. Di Il a poco anche l a Camera. I lavori delle due Assemblee dweranno fino all' esauri;. mento completo di tutto l'ordine d el giorno. Nessun disegno di legge o decreto l egge dov rà rimanere in sospeso. L'ultima seduta della Camera sarà"dedicata all'approvazione, con voto solenne, di quattro disegni fondamentali del regime: quello del Gran Consiglio, quello della Carta del lavoro, ·quello della provincia, quello sulla bonifica integrale del territorio nazionale.

« Veiso metà dicembre, d'ordine del giorno sarà esaurito e con esso avrà fine la XXVI legislatura.

«Nel gennaio 1929, VII, conto di proporre a Sua Maestà il re una lista di senatori. Sciolta l a Camera, nel gennaio avranno luogo le designazioni da parte delle Associazioni sindacali. Nel febbraio, si effettuèrà la scelta del Gran Consiglio. Ai primi di marzo, convocherò a Roma l'assemblea quinquennale del regime, alla quale parteciperanno iutti coloro che hanno posti di responsabilità (qualche migliaio di persone), e pronuncerò un discorso resoconto generale di sei anni di regime: discorso ch e ho g ià incominciato a preparare. I comizi: plebiscitari sara nno convocati per il 24 m3.rza·, decimo annuale della fondaz ione dei Fasci Italiani di Combattimento. La celebrazione consiste rà principalmente nel plebiscito e nella diffusione delJ'opera veramente importante del camerata Chiurco di Siena (Storia delia rivoluzione fascista) in tre poderosi, illustrati e documentatissimi volumi.

«La legislatura sarà inaug urata il 21 aprile. Nelle ore pomeridiane dello stesso giorno; si effettuerà in tutta Italia la terza leva

«La nuova Camera, che sarà squisitamente politica, con funzioni che saranno a suo tempo definite, discuterà, nei mesi di maggìo e giugno, i bilanci e gli altri disegni di legge nel frattempo approvati dal Consiglio dei ministri. Anche per l'autunno d el 1929 e per l 'anno 1930, VIU, ho già fissato nelle sue linee principali il lavoro da fare. Cosl il regime dura e caCnmina ».

93• RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

Erano presenti le LL. EE. Federzoni, Belluzzo, Ciano, Martelli, Giuriati, Rocco, M osconi, Giunta, Grandi, Bianchi e Bollai; S. I!. il Jegre· lario del Partito, on. Turati; gli mzorevoli Arpinati, Ricci, Starace/ il com· mendator Melchiori,· il commmdator Marinetli, segreJttrio amminùtrativo del Partito," gli onorevoli Blanc e Maraviglia,· il commenda/or M arg hinolti," il generale Bazan,· l'on. Rouof!Ì," le EE. Balbo e De Ve uhi,- l'on. Alfieri,· i unatori Gentile e Corradini; l'on. l' an. Sttnsanel/i; il dottor Forges-Davanzati Roberto e l'on. Corrado Marthi.

• Tenulasi a palazzo Chigi il 18 settembre 1928 (ore 21 -24). (Da Il Popolo N 223, 19 settembre 1928, XV).

Iniziata la uduta, il .regretario del Partito ha svolto la sua relazion e mll'aJtivitrì del Partito, delle organizzflzioni dipendenti e degli organhmi dì carattere sporti vo o sotiale che ad euo fanno capo, illustrando particolarmente l'opera svolta attraverso i Comitati Jindacali1 i Gruppi universitari, i Fasci femminili con le loro opere aiJiJtenziali.

S. E. Turati, che ha parlato circa un'ora, ha concluJo affermando che i u gtelari provùuiali, in perfetla disciplina e devoti, Jono d egni di auo/vere al grdnde compito ad eJJi affidalo. .

S ulla relazione del ugretario d el Partito, hanno parlat o l'on R ouo ni, l'on. AY.pinati, l'on. Sansanelli, l'on. Farinacci, S. E. Balbo1 l' an. Maraviglia, S. E. Rocco e S. E. Biimchi

A Conclusione d ella dùcuJJione, è stato approvalo all'mnanità il Jeguenle ordine del giorno: ·

((Il Gran Comiglio nazio nale del fa ui.smo, udita la relazione del segretario del Partito, S E. Turati, relath1a 'all'attività svolta da lui e dagli altri membri del DireJtorio dal marzo ad oggi, /'appro va pienamente e constata con soddisfazione, sulla base d ei rapporti di tutti i prefetti dei Regno, che i ugretari f ederali coliaborano subordina/amen/e e volonterosamente con il capo della provincia; invita il segretario ed il Direttorio del Partito a perseverare nella linea ado/lata di u mpre più rigida intransigenza politica e morale nel confronto di dirigenti e gregari, nonché nell'opera di pene/razione educativa tra le masse del popolo . italiano1 in modo che il Partito sia umpre meglio capace di assolvere al suo compito fo ndamentale per la d ifesa e con_tinuità del regime» .

Quindi il G ran Comiglio ha il piA grande intereùe, la JeJJagliata relazione del capo d i Stato M aggiore de/Ja Milizia Volontaria per la Sicurezza N azionale, g enerale Bazan, sullo ;viluppo della Milizia ordinaria delle camicie nere.

D a es;a risulta che la forza di primo bando, al 1° ottobre 1927 era di 8074 uffiriali e di 251 .378 camici e nere, a/ agosto 1928 è di 9897 ufficiali e di 289.000 camicie n ere. Vi sono inoltre 195 1 ufficiali che preJ/ano servizio nei reparti giovanili e 11.280 ufficiali che Jono fuori quadro. In complesso, quindi, 24.326 u fficiali , Le armi in comegna 1ono: 11 autoblindate, 10 cannoni da montagna, 744 tnitrcJgliatrici, 252.902 f11ci /i e moschetti, 16.313 p istole.

Nel periodo di tempo di cui JÌ è occupato il rapporto Bazan, sono stati epurali dalla Milizia, pe; ragioni diverse, 308 ufficiali e 2 638 camirie nere. Oltre le fo rze della M ilizia ordinaria, ci sono l e forze della Milizia speciale: Ferroviaria, 'Porluaria, Postale, Forestale, Confinaria, Stra- dale, Libica, Controaerea ( quesl'ultima composta tu/la di uomini di età superiore ai quarant'anni).

L'organizzaziCme dell'istruzione premilitare ba già raggiunto il suo pieno sviluppo. l corsi furono 1131 nel 1925 e Jaliron o a 3744 nel 1927. Gli allievi furono 75, 117 nel 1925 e sono saliti a 222.931 nel 1927. Tutta la leva paua per la premilitare.

Il generale Bazan ha quindi parlato dell'impiego delle camicie n ere in caso di guerra.

Ultimata la relaz ione del generale Bazan, il Gran Consiglio ha votato il uguenle ordine del giorno:

« /J Gran Consigli(> nazionale del fascismo, udita la esauriente relazione del generale Bazan sullo Jviluppo continuo e la cresrente effice nza mi/ilare della Milizia V olo11taria Sicurezztt Nazionale, saluJtt JutJe le cttmicie nere di primo bando, sempre pronte a combattere in difesa deJla rivoluzione e della patria1 ed in particolar modO i due battaglioni di cttmide nere cbe o perarono nelle recenti manovre d ei M onferrato in perfella fraternità di spirito co"n gli altri reparti dell'Esercito ed ebbero l 'alto onore di euere comandati dal principe ereditario Umberto di Savoia.

«Il GratJ Consiglio invita lo Stato Maggiore della Milizia a perfezionare inceuantemente il grande orgauùmo militare delle camicie nere, Jicuro preJidio armalo del regime in Italia e nel mondo».

94' RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

Erano presmii l e U. EE. Federzoni, Bell11zzo, Ciano, M artelli, Giuriati1 Rocco, Mosconi, Giunta, Grandi, Bianchi, Bollai; S. E . il segretttrio del Partito, on. Turati; gli onorevoli Arpinati, Ricci, Starace; il comm endato r M e/chiari,- il commendator M arinelli, ugretario amministrativo del Partito; l'on. B lan c; l'on. M araviglia; il M arghinotti; il generale Bazan; l'on, RoJJoni; le LL. EE. Balbo e De Vecchi; /'on . A lfieri; i senatori Gentile e Corradini; l'on. Farinacci,- l'on. Stt1Ù1melli; il dollor e il doJJor Cacciari.

Aperta la seduta, è stato presentato il segumte ordine del giorn o :

«Il Gran Consiglio approvtt l'iniziativa del camerata Alfieri di organizzare, .a cura dell' Istituto faJCisltt di cultura di Milt:J.1t0 1 nel decimo an niversario della fondazione dei Fasci, la Mostra d el fascùmo 1 la quale, . attraverso una sin lelita rauegna di documenti, manifesli, autografi, meli, coJtiluirà la palpitanle rievocqzione del sorgere del faJ cismo, del srw faticoJo sviluppo così larg o di sacrifici, della conquista del potere e delle realizzazioni otte mlte; decide di appoggiare detta iniziativa, cbe soddisfa un vivo desiderio dei fascisti e impegna !111ti .i camerati che posseggano comunque materiale i11erente aJ/a Most r:a a consegnarlo poraneamente, secondo le richieste che verranuo falle e le garanzie che Jarmino date dal comitato organizzatore d elle i\fo;tra JteJJa, affinché ena riesca i n 111110 degna del grande evento Jlorico ».

• Tenutasi a palazzo Chigi il 19 settembre 1928 (ore 22·4). (Da Il d'Italia, N. 2 1 settembre 1928, XV). 17.

L'ordine del giomo è Jtato approvato all'untmimità. Quindi S. E. Rocco ha dato degli articoli del dùeg no di legge per la ci:Jstituziona/izUJzione del Gran Comiglio. Ogni articolo è stato oggetto di mimita diJCJJJsione da parte di tutti i membri del Gran Consiglio. S. E. il capo del Governo e Duce del fascism o ha riasmnto le dùms,Ji oni. /l t est o del disegno di legge è stato alla fine approvttto all'unanimità.·

Ecco il testo del diu gno di legge :

« Aoicolo I. - J/ Gran del fauùmo è l'organo supremo, che coordina tutJe l e atti11ità del regime Jorto dalla ri voluzio11e delJ'otto· bre 1922. Euo ha funzi oni deliberative ;ui casi stabiliti dolila legge e dà inoltre parere su ogni altra questione politica, economica o sociale di inte· resse nazionale cbe gli sia sottoposta d al Governo del -re.

«Articolo 2. - Il capo del Governo, primo miniJtro segretario di Stato, è il Presidente del Gran Consiglio del fascismo. Esso lo convoca quando lo ritiene necessario e ne fiJia l'ordi11e del giorno.

«Articolo 3.- Famw parte del Gran Consiglio, come membri ord inari, i Presidenti del Senato e della Camera dei deputati,· i ministri segre· l ari d i Stato; i quadrumviri della mania su Roma; i sottoseg retari di Stato atla Presidenza del Co1uiglio, agli Est eri, ttgli Interni e alle Cor porazioni; il comat1dante gene rale, ovvero ;t Capo di Stato M aggiore della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale,- il segretario, i vicesegrelari, il segret ario amminist rativo e i membri del DiretJorio del Partito Nazionale Fascista; i minùtri segretari di Stato tuciti d 'ufficio d opo il 1922 che abbiano avu t o almeno cinque mmi di i segretari del Partito Nazionate Fascista usciti d'ufficio dopo il 1922; il preJidente dell'Istituto nazionttle fascùta di w/tura; il pre;idente della Confed erazione generale degli Enti atltarchici,' il presidente della Confederazione gene· rale dei sindacati fascisti dei la voratori e degli esercenti una libera alli· vità; il presidente della Confederazione nazionale degli agricoltori e quello della Confederazio11e. nazionale degli industriali,' il de/J'Ente nazionale deJ/a cooperazione; il presidente dell'Opera nazionale il preside111e del Tribu nale Speciale per la difesa dello Stato . LA qualità di membro ordinario d el Gran Consiglio è riconosciuta con decreto reale, su proposta del Capo d el Govemo.

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