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DAL DISCORSO DELL'ASCENSIONE AGLI ACCORDI DEL LAT ERANO 231

Partendo da questo incontrovertibile dato · di fatto si h a immediatamente una bussola di orientamento per quanto concerne l'attività p ratica dd giornalismo fascista . Ciò che è nocivo si evita e ciò che è utile al regime si fa. Ne consegue cht:, sopra tutto e potrebbe dirs.i esclusiva· mente in Jtalia, a differenza d i altri paesi, il .giornalismo, più che professione o mestiere, d iventa· missione di una importanza grande e delicata, poiché nell'età contemporanea, dopo la scuola che istruisce le gene· razioni che montano, è il giornalismo che circola tra le masse e vi svolge la sua opera d'informazione e di forma2 ione.

Non è quindi affatto assurdo che, trattandosi di continuare l' educazione formati va delle moltitudini, i giornalisti debbano essere moialmente e tecnicamente p reparati. :e evidente che nelle scuole non si fa «il giornalista » come non si fa il «poeta)), Ciò nondimeno, nessuno vorrà negare l'utilità delle scuole stesse.

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Questa prima adunata d ei giornalisti del reg ime, vuole esse re premio e riconoscimento. Le vecchi e accuse sulla soffocazione d ella libertà di stampa, da parte d elia tirannia fascista, non hanno più cred ito alcuno. La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana. Altrove i giornali sono agli ordini di g ruppi plutocratici, dì partiti, di individui; altrove sono ridotti al compito gramo d ella compravendita d i notizie eccitanti, la cui lettura feiterata finisce per det"erminare nel pubblico una specie di stupefatta saturazione, con sintomi di atonia e di imbecill ità; a ltrove i giornali sono ormai raggruppati nelle mani dì pochissimi ind i. vidui, che considerano il giornale come un'industria vera. e propria, tale c quale come l'industria del fcrro e del cuoio.

11 giornalismo italiano è perché serve soltant o una causa e u n regime; è libero perché, nell'ambito delle k gg i del regime, può eser· citare, c le esercita, funzioni di cont rollo, di critica, d i propulsio ne . Io contesto nella maniera più assoluta che la stampa italiana sia il regno de lla· noia e dell ' uniformità. Coloro che leggono i giornali stranieri d i tutti i paesi dd mondo sanno quanto sia g rigia, uniforme, stereotipata fin nei dettagli la loro stampa. A questo punto, io affermo che il giorna lismo italiano fascista deve Sempre più nettamente differenziarsi dal gior. nalismo degli altri paes i, fino a costituirne, non soltanto per la ba ndiera che difende, la riso luta , visibile e radicalissima antites i.

Questa differenziazione non ne esclude una seconda, non meno importante. Permettetemi qui di impiegare un paragone musicale. Io con· sidero il g iornal ismo fascista come una orchestra. 11 «la)) è co· mune. E questo << la non è dato dal Governo attraverso i suoi uffici stampa, sotto la specie d ell'ispirazione e d ella suggestione d avanti alle conting enze quotidiane ; è un «la)) che il g iornalismo fascista d à a se stesso. Eg li. sa come deve .servire il regime. La parola d'ord ine eg1i non

J'attenàe giorno per giorno. Egli t'.ha nell a sua coscienza, ,.M a dato il «la», c'è la diversità che si evita ·Ja cacofonìa e si fa prorompere inVece la piena e armonia; o ltre ag li slruJ!lenti, c'è poi la d ivers ità dei e degli artisti; dive rsità n ecessaria, poiché si aggiunge, eJe. mento imponderabile ma vitale, a-rende re sempre p iù perfetta l'esecuzione.- O g ni g iornale deve diventare uno st rumento definitivo, cioè indivi dual izzato, cioè ·riconoscibile nella grande orchestra, l classici archi non escludono, nelle moderne orchestre, i « flauti » dalle forme inconsuete. Ci può essere, cioè, il giornale fascista dall'aria seria, con t inta magari di ufficiosità,. e il giornale d'assa lto, battagliante e Ci possono essere giornali che prediligono determinati problemi: que lli che h anno la Statura per essere nazionali e altri, invece, che devono rassegnarsi a essere degli ottimi fogli regio nali o provinciali.

:P., per ·esempio, assurdo ch e un g iornale di circolazione provinciale voglia imbibire. i suoi lettori con pagine intere di politica estera mondiJie. La differenziazione dì cui parlavo è legata quindi· a una vera e p ropria divisione del lavoro, affidata, più che a misure dall'alt ò, al buon senSo dci giOrnali fascisti.

Ciò precisato, la stampa nazionale, regionale e provinCiale serve il regime illustrandone l'opera quotidiana, creando e mantenendo un ambiente d i consenso intorno a quest'opera ,

:E g ra nde ventura per voi di vivere in questo primo straordinario quarto di secolo: è grande ventura per voi di poter seguire la ri voluzione fasci sta n elle sue progredienti tappe. Il destino è stato particolarmente benigno con voi, cui ha concesso di essere g iornalisti durante una g uerra e una rivoluzione, eventi çnt rarnbi iari e memorabili nella storia d elle naz ioni.

Ora, tutt i coloro che credono di servi re il fascismo ed ìl reg ime lo servono effettivamente e utilment e? Non sempre Non rendono un sec-. v izio al regime coloro i quali abbondano _ di aggettivi laudativi e cantano a rime obbligate, e quindi alla fine convenzionali, ogni atto e fatto, anche se di piccola por tata, ogni uomo, anche se di modesta levatura. Bisogna defb.zionare e saper tenere le distanze. Sei anni di fatti dell a ri voluzione fascista sono più grandi di ogni parola, e· soprattutto di molte p arole. I sostanti'vi rendono superflui g li aggettivi.

Non rendo no un servizio al regime coloro i quali dànno uno eccessivo alla cronaca nera e la« sens ibilizz.1no » ai fini dello smercio di copie, o i quali tr.iscucano la (ocm:l.z ione ·materiale del giornale, che deve essere attentamente vigilato ne i t itoli e nel testo, soprattut to nei tito li. Ho letto, ad esempio, ri portata la notizia d i un p'remio dato · a uno scrittore che f a .la spoletta f r a il carcere e l'ospeda le, co n questo titol o : Ge!7ÌO e fo!Ua , come se il genio fosse irremissibilmente domiciliato nei manicomi; un ·infortun io Sul lavoro diventa una terrificante catastrofe; si sente il bisogno di far sapere che·« un giovane professore ha sparato sulla moglie », come se ·ciò interessasse particolarmente il genere umano, oltre i portinai e i più prossimi parenti; si. ricucina per la milioncsima volta il mistero di RÙdolfo a Mayerling, e si ristampa sino alla · noia la storia della Bake·r, o sedicente « venere nera». Tutto ciò è diseducativo. Tutto ciò è giornalismo vecchio regime. t ·necessario che il giornalismo nuovo regime, cioè fascista , si disincagli da queste posizioni mentali e muova alla ricerca e all'illustrazione ·di tutti gli altri vari e grandi e problemi della yita degli individui e della vita di un popolo.

La cronaca nera deve essere Iascia"ta ai commiSsari verbalizz.anti Questure, salvo casi speciall nei quali l" interesse umano o sociale o politico sia prevalente.

Non servono il regime coloro i quali non tengono la misura della · dignità di fron te agli stranieri, sia quando sono ospiti "dell'Italia, sia quando esprimono giudizi sul regime o su Mussol inl. Ripeterò dunque che i dieci in condotta con lode o senza che mi vengono rilasciati talora da illustri personaggi, mi lasciano perfettamente indifferente. Bisogna esaltare i grandi quelli che rendono veri servizi all'umanità, non i ' ' anitosì che vOgliono vedersi sul giornale fotografat i nell'atto in cui salutano romanamcnte il Fante Ignoto. Non servono il regime coloro mancano di discrezione, specie in materia di politica estera o di finanze, che sono inesatti nei riferimenti, che fa nno del « barzinismo » in ritardo, che si autoincensano e che nella polemica scendono al personalismo diffamatorio e cannibalesco.

Non servono il regime coloro i quali si abbandonano al lusso del cato nismo generico, del moralismo irresponsabile, che riguarda tutti e nessuno, mentre in siffatta materia, per vie pubbliche o coperte, bisogna precisare f atti e nomi, onde sia_ poss ibile provvedere in tempo. Non servono il regime coloro i quali non controllandosi neg li articoli, nelle informazioni, nelle notizie, nei giudizi sugli uomini, fo rniscono alimento alla ci.usa degli avversari.

L'elenco dei «casi» nei quali, volutarriente o no, non si serve il regime, potrebbe allungarsi, ma voi mi 3\'ete già inteso e avete anche inteso, per la necessaria ant itesi, come sì « serve» il regime. ·

QUi voglio affermare che tolte le quest ioni strettamente politiche, o quelle che sono fondamentali nella rivoluzione, per tulte le altre questioni la critica può limitatamente esercitarsi. Io stesso, prima della riforma monetaria, non ho vietato la polemica fra i rivalutisti e l svalutatori, non solo nelle cattedre, ma nelle riviste e nei quotidiani.

Nel campo dell'arte1 della scienza, della fi losofia, la tessera non può creare u na situazione .d i priv ilegio o di immunità. Come devé essére permesso di dire che MussoJini , come suonatore di violino, è un dilettante molto modesto, così d eve essere permesso di obiettivamente g iudicare l'arte, la prosa, la poesia, il teatro, senza che ci sia un «Veto» per via di una tessera più o fieno retroda.tata. La discip lina di partito qui non gioca . La rivoluzione qui non c'entra. Quando uno chiede di essere g iudi cato come poeta, drammaturgo, pi ttore, romanziere, non h a il diritto poi dì richiamarsi alla tessera se. il giudizio gli è sfavorevole. ·

Un T izio ·p uò essere un valoroso fascista ed anche della prima o ra , ma come poeta può essere un deficente. Non si deve mettere il nell'a lternativa di passare per antifascista fi schiando, o di passare p er stup ido o vile plaudendo a tutti g li aborti lettera ri, a tutti i centoni poetici, a tutti i quadri degli imbianchini. La tessera non dà l'ingegno a chi non lo possiede.

Non vi ho detto tutto quanto potrei d ire, ma ritengo di avervi detto alcune cose 'esse.nziali. La maggiore d i tutte è questa: i l vOstrç compito diventerà sempre p iù e ai fin i interni e a quelli internazionali. Ai fini interni , perché, tra l'altro, t ra pochi mesi, jl popòlo italiano sa rà chiamato ai comizi plebiscitari, attraverso i quali esso dovrà documentare, in faccia al mondo, il suo effettivo consenso al regime Bisogna p reparare questa grande manifestazione, e voi avete, · coi vostri giornali, il mezzo di fa rlo degname nte.

Nel mondo internazionale n oi non andiamo verso tempi facil i. Più l'[talia a umenterà la sua st:ltura politica, cc;onomica, morale, più l'Ita lia f ascista"« durerà », e maggiori sara nno le inevitabili reazioni nel mondo ant ifascista, ch e sembra quasi offeso di dove r constatare che ancora una volta è l'Ital ia che dà un a parola d'ord ine nuova nel campo politico e sociale. Occorre, per questo, che la stampa sia vig il e, p ronta, modernamente attrezzata ; con uomi ni che sappiano polemizzare con g li avver· sari di oltre fron tiera, con uomin i, sop rattutt9, che siano mossi, non d a obiettivi materiali , ma da fini ideali.

Mi auguro che, quando vi convocherò nuovamente, io si a in g rado di constatare ch e avete sempre p iù f ermamente e fie ramente servito la causa della rivoluzione. Con questa speranza, accogliete il mio cordia le saluto, nel quale v'è una punta di ricordi e di nostalgie. (Le parole del capo del ascoltate "in profondo raccoglimento, sono slale frequenleuiente ùzlenolle da/ comemo dell'auemblea e wronate da tm applatno che è durato minulo, tra grida d P: «Viva il Dme! Viva Il fascismo!»).

AI DEL GRANO*

Camerati agricoltori! Signori!

1! questa h. terza volta che si svolge in Roma la cerimonia della_p remiazione ai . bravi rurali che, combattendo nelle prime linee1 si sono meritati il nome di « vèliti » dell'agricoltura italia na. Cerimonia la cui significazione morale non ha bisogno di essere illustrata; cerimo.nia che ha, tra l'altro, l'obiettivo di concentrare l'attenzione di tutta la nazione sui problemi fondamentali deJI'agricoltura e permettere a me di tracciare il consuntivo dell'annata.

Come siamo andati nell'anno agricolo 1928 ? Tutto sommato, discretamente. Gli inizi oltremodo promettenti. C'è stato un raccolto di bozzol i soddisfacente anche d al punto di vista dei p rezzi; u na p rima fie nagiOne abbondantissima, ma p oi le piogge eccessive di aprile e di maggio danneggiarono i frume nti in talu nc ·piaghe. Tuttavia se la «stretta>>, dovuta a i venti delJa prima decade di g iugno, venti che i poeti chiamano favoni, e noi prosaicamente sciroccali, non avesse danneggiato ì frument i prossimi alla maturazione, il raccolto del grano avrebbe probabilmente toccato quel to_tale di 70 milioni di quintali che fu annunziato un po' troppo in anticip:> dag li ottimisti. Le definitive risultanze lo riducono a 62.214.800 quintaH.

:E, quindi di dieci milioni di quintali esattamente superiore al raccolto del 1927. Date le contingenze avverse o non compiutamente favorevoli, il raccolto è buono. Anche i prezzi non sono precipitati all 'atto del raccolto. C'è stata una provvida resistenza alle svendite immediate, resistenza che bisognerà sempre meglio org anizzare.

Il raccolto d elle bietole è stato mediocre, come quello della canapa. Riso, uva, ulivi e agrumi bene, anche come prezzi. Raccolti minori, male. Granturco, specie nel Veneto, distrutto dalla siccità.

E<:co, in sintesi, l'annata agricola 1928, che sì chiude in attivo, pur non essendo l'attivo sperato e meritato. Il danno maggiore è stato provocato dalla siccità, che ha imperversato in tutto il baCino mediterran'eo, dal maggio al settembre. Per tre lunghi mesi consecutivi non una goccia acqua è caduta sulla terra italiana. Ciò risulta dal mio diario meteora- logico, che curo con diligenza particolare. Si comprende perfettamente .i.l fervore irrigatorio da cui sono animati gli' agricoltori italiani, f ervore che darà ottimi risultati, poiché lag hi, fiumi e sorgenti sotterranee non mancano in·Italia. ·

• A Rori1a. al teatro Argentina, la mattina dd 14 ottobre 1928, Mussolinì presenzia la cerimonia per la premiazione deg li agricoltori vinci tori del quarto concorso naziona.!e de!Ja battag lia del grano. In tale o<casione, dopo i discorsi del ministro Alessandro Martelli e del commendator G ino Cacciari, p residente della Confederazione degli ag ricoltmi, il Presidente del Consig lio pronuncia il discorso q ui ri portato. (Da Il Popol o d' Italia, N. 246, 16 ottobre 1928, XV).

COme già dissi, l'acqua c' è, bisogna soltanto trovarla e condùrla sposa col sole. Le cause della prolungata siccità., non mai interrotta da preciatmosferiche (salvo alcuni·rovinosi cicloni), sono da ricercarsi nella penosa e totale calvizie deJia nostra catena appenninica. Mancano le grandi foreste dalle quali si_sprigionano le correnti che coagulano, congestionano il vapore acqueo sospeso alti strati dell'atmosfera e lo fanno prccipitarc sotto forma di pioggia. Nc11'attcsa che gli alberi piantati a centinaia di milioni compiano (fra le molte altre) anche questa funzione fondamentale di equilibrio atmosferico, e l'attesa sarà lunga e non inferiore a mezzo. secolo, è necessario creare senza indugio impianti di irrigazioni. N e sono avviati taluni, in lombardia e nel Veneto, che riscatteranno amplissime piaghe c sono, per la loro imponenza, degni dell'Italia fascista. :E noto che il Governo f ascista, non solo incoraggia, ma appoggia tangibilmente queste iniziative.

Da quando io ho posto l'agricoltura al primo pia"no dell'economia nazionale, da quando ho dimostrato coi fatti che l'agricoltura doveva essere la preferita su tutte le altre forme della produzione, u no spirito nuovo, fatto di ·fiducia, di tenacia, d i orgoglio ha sollevato i rurali da un capo all'altro d'Italia. Gli eserciti sì p erfezio·nano combattendo, così avviene dell'esercito rurale italiano, il quale, dopo questi anni di battaglia, si presenta migliorando· nei suoi quadri, compattissimo nelle file e deciso a marciare. La bella sfida tra i ru rali di Brescia. e quelli di Cremona è la prova di un· morale resistente a tutte le difficoltà e ansioso di supcrarle.

Non tocca a me di rielencaré le provvidenze del Gove rno fascista a vantaggio dell'agrkoltura. Vo i le ricordate, anche perché ve ne sono di molto recenti. Solo vi dirò che io seguo le vicende dell'attività agricola italiana quotidianamente e vi dirò che ho fatto e farò tutto il possibile per. rendere più prospera l'agricoltura ·e per aumentare il benessere dei rurali silenziosi e fecondi. La bonifica integrale del territorio nazionale è una iniziativa jl rui compito basterà da solo a rendere gloriosa, nei secoli, la rivoluzione d elle camicie nere.

TaJe iniziativa, che sarà tra poco legge dello Stato e troverà immediata,' organica, regolare applicazione, è l'indice ·di un orientamento d el régime che io esprimo in questa formula : H. tempo della politio prevalentemente urbana è passato. Del resto, tutte le città hanno avuto somme che si .cifrano a miliardi per cose utili e anche per abbellimenti e bellurie superfiue; ora è il tempo ( e gran tempo!) di d ed icare miliardi

DELL'ASCENSIONE AGLI ACCORDI DEL LATERANQ 237 alle campagne, se si vogliono evitare quei fenomeni di crisi economica e di decadenza demografica che già angosciano paurosamente altri popoli. Io vi dico, senza fi lse modestie, che l'ag ricoltura italiana, nei sei anni del regime fascista, ha compiuto passi giganteschi, prima di tutto per la pace garantita alle genti dei campi, in secondo luogo per i progressi tecnici realizzati in ogni ramo, in terzo ed ultimo luogo, per il prestigio ed il posto che il regime fascista le ha conferito, Prima di passare alla consegna dei premi, io voglio tributare un elogio ai dirigenti delle grandi organizzazioni sindacali, che hanno dovunque fatto opera di verace, leale, fascistica collaborazione, ai tecnici agricoli e ai catted ratici, che considero (insieme coi proprietari intelligenti ed attivi) i quad ri dell'esercito. Voglio ricordare i professori ·delle scuole agrarie, i maestri delle scuole rurali, gli ufficiali dell'Esercito e, infine; i parroci, i quali hanno organizzato quaranta adunate di propaganda per la battag lia del g rano, mentre ottantadue di essi sono stati premiati. Il che dimostra che la saggia, religiosa cura delle anime può andare ben issimo congiunta con un'attività pratica rivolta ad awnentare il benessere delle popolazioni rurali.

Finalmente, il elogio, il mio plauso va alla massa dei grandi e modesti agricoltori, dei piccoli proprietari, dei mezzadri, i quali tutti hanno risposto alla mia parola d'ordine con unanimità che si può chiamare «commovente » , dato Io stato di lontananza e di trascuranza in cui, per troppo lungo tempo, fu tenuta la gente dei campi. Nei vWaggi, nelle fattorie, nei casolari, questa parola d'ordine è penetrata come un coman· damento, e la massa innumere delle fanterie rurali si muove innanzi solenne verso le conquiste. Di questa massa una p iccola avan· guardia di cinquantamila uomini si raccoglierà a Roma nel decimo annuale della vittoria, che fu conquistata soprattutto col sangue dei contadini. Spero che la radio mi abbia concesso la g rande gioia di far giungere · la mia voce e il mio fraterno saluto agli agricoltori che, in molte località d'Italia, si sono riuniti per ascoltarmi. Il mio saluto va- anche ai ·rurali che, in Tripolitania, in Cirenaica ed in Somalia sono intenti all'opera dci pionieri che dissodano la steppa e riconducono la vita c la fertilità dove per secoli fu l'aridità e la morte. Questi camerati meritano una speciale menzione, perché la loro fatica si svolge in condizioni più aspre e sotto un clima più avverso. Tutti gli agricoltori e in Ita lia e nelle Colonie sanno come i loro interessi mi stiano profondamente a cuore; essi non ignorano che io sono specialmente pensoso del loro destino. AwneÌltare fino al possibile la fecondità della terra italiana, elevare la sorte dei milioni e milioni di ru rali che lavorano Con dura c sacra tenacia, ecco uno dei fini fondamentali del reg ime fascista al quale non ·mancheremo.

Ed ora, o camerati, la parola d 'ordine pe r il quarto anno della bat'taglia del grano è la seguente: diligente del terreno; sementi elette; semina a righe dovunque sia possibi le; concimazioni naturali e chimiche secondo le indicazioni dci t ecnici. Un altro qu intale in più di m edia per ettaro, e saremo aiia vigilia della vittoria. Un altro quintale ancora e avremo raggiunto ciò·che sembrò, sino a i eri, un sogno o un prodigio: la terra italiana che dà il pane per tutti gli italiani! .( Il diJcorso del Duce, segnìto con tJiviSJùno intereue, è stato interrollo so vente da applausi frag o ro si e calorOJÌJSimi, I p ecialm ente nei punti in cui S. E . il capo del Governo ba elogialo la si l enziosa e t enace fatica degli la'!orat ori d ei campi ed ha enunciato g l i rtlteriori della politica agraria del Governo f(ucista . Alla fine, la d imostrazione ha raggiunto la m assima inteitJità, con rinnovate accltnnazioni al Duce).*

AI METROPOLITANI**

Ufficiali! Sottufficiali! Metropolitani!

1

Ho voluto che questa rivista ricordasse e solennizzasse il terzo anniversario della costituzione Jel vostro Corpo. Dovete essere fieri di appartenervi, perché questo è il Corpo di Polizia speciale delia capitale del Regno. V i esprimo il mio più vivo compiacimento e il mio elogio per il modo co) quale avete sfilato dinanzi a me. Sono oltremodo .lieto d i consta tare che su molti dei vostri petti b rillano i segni del valore Vog lio ricordarvi che dal vostrO co nteg no, d alla vostra attività, dalla vostra tenuta, si valutano lo Stato e il regime. I n og ni momento ri cordatevi che rappresentate Ja legge e che avete il dovere di difendere il re, il reg ime, la patria.

* «Terminata la dimostrazion e, S. E.' il capo del G overno procede all'ass.egna:z:i one a.i vincitori dei primi premi del quarto concorso della vittoria del grano. S. E. Mussolini legge ad alta voce i nomi d<'i vincitori, con i dati della produzione unitaria media della zona, della produzione unitaria media conseguita da ciascun concor rente e della superficie coltivala. 'Ciascuno dei premiati riceve dal capo del Gove.rno un diploma, mentre i presenti applaudono. Alle 11.20, la cerimonia ha termine edil Duce lascia il teatro, fatto segno a nuove acclamazioni, mentre la musica, tra ince-ssanti app lausi, intona la Marcia e l'inno Gitn:innra ». (Da Il PopolrJ d'Italia, N. 246, 16 ottobre 1928, XV).

** A Roma, all'ippodromo di villa Glori, il 18 ottobre 1928, a lle 10 }0 in occasione del terzo anniversario della fondazione del Corpo di polizia metropolitana, Mussolini passa in rivjsta il Corpo stesso. Terminata la rivista, il Presidente del Consiglio pronuncia le parole qui r iportate. (Da 11 Po polo d'llalia, N . 249, 19 ottobre 1928, XV)

A «STORIA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA»*

Questi volumi, nei quali è narrata, giorno per giorno, con una documentazione impressionante per la sua. mole e per la. sua esattezza, tutta la storia della rivoluzione fascista, nelJa sua prima indimenticabile fase · di combattimento, che va dal marzo del 1919 all'ottobre del 1922 , non vogliono una introduzione, né io la farò. ll filosofo della storia, che trae dagli eventi l'interpretazione dci medesimi attraverso la loro concatenazione nonologica e l'azione e il temperamento dei protagonisti, verrà poi e potrà scrivere pagine insignì su questa che è la rivoluzione più importante del mondo c6ntcmporaneo. Io mi limito a consigliare vivamente la lettura di questo libro alle seguenti categorie di persone

Prima di tutto, alle camicie nere della vigilia e deJia marcia s u Roma, le quali rivivranno con emozione profonda il periodo della se<onda guerra liberatrice che fu condotta dalle loro formazioni squadristiche con tanta dedizione, con sacrifi.cio anche della vita. Chi ha combattuto può vantarsi di a vere combattuto e sofferto per' una grande causa.

In secondo luogo, alle camicie nere di dopo il 1922, perché t rovino nelle pagine della storia della rivoluzione soggetto di riflessione e di incitamento a meritare sempre più il grande privilegio di essere fascisti. ·

In terzo luogo, ai giovani delle più fresche gene razioni, i quaJj, no n avendo vissuto la g rande p rova, ne hanno vaghe notizie, mentre invece è necessario che gli adolescenti sappiano che per d3.re, attraverso u na r ivoluzione, le possibilità di vita e di potenza alla p atria, c'è voluto molto sang ue. Cosl essi impareranno a venerare i segni del Littorio ed a rispetta re i vete rani che fecero la guerra e l a rivoluzione, nonché a sentire tutta la be llezza _e la g ravità del compito che viene loro assegnato : quello di conse rvare e di trasmettere l'idea e gli istituti d ella rivoluzione,

In quarto luogo, questo libro va segnalato come meritevole d i lettura attentissima a tutti coloro che hanno dimenticato; agli innumeri smemorati. ch e non ricordano o fingono di non ricordare il disordine cronico, cruento, mora le e materiale in cui" la nazione visse gli anni dell'immediato dopoguerra e dal quale fu liberata dallo sforzo eroico d elle camicie nere.

* G [IORGIO] A [LDER.l'O] Cmunco - Storia della rivoluzione fascista (1 9 19·1922) - Vallecchi, Firenze, 1929.

240 Opera Omnia Di Benito Mussolini

In quinto ed ultimo luogo, questo libro deye essere letto d3g li stranieri che non vogliono rimanere deliberatame nte in istato di deplorevole cecità mentale di fronte al fascismo, alle sue lotte,' alle sue conquiste, aJie sue dwature creazioni politiche e sociali.

11 camerata Chiurco, che ha per quattro anni lavorato attorno a questa opera, con una diligenza ed una pazienza Hluminata dalla sua grandissima passione di fascista della_ vigilia, il camerata dottor Chìurco merita il più grande elogio. Ma l'opera non è finita. Questa è la storia della prima fase della rivoluzione fascista, la f ase insurrezionale, ma poi dovrà essere scritta Ja storia della seconda fase, quella che viviamo da sei anni e che ha cOsì radicalmente trasformato volto e spirito della patria.

MUSSOLIN(

Roma, 27 oJJobre 1928, anno VI E. F.

246' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI

In di il capo del G o verno ha comunicato di avere proceduto alla nomina d'un comitaJo per il perfezionamento dei metodi di controllo dell'amministrazione dello Stato.

Del comiìaJo, sono stati chiamati a f are parte fon. profeuor DeSte· fani Alberto, presidente/ l'on. Mayer, Quartieri, l'on. frfazzini, il commendator Aldo Lusignolì ed il commendator Alberto Pirelli, membri.

Il comitato dovrà preunlare le sue proposte al capo del Governo non oltre il 31 marzo prossimo.

Indi il Consiglio dei ministri ha approvaio il disggno di itgge pre· senta/o d al capo del Govemo per l'ordinamento e l e allribuzioni del Gran ConJiglio del fascismo. Questo d isegno di legge sarà presentato al Senato nella prima ud11ta della prossi ma riapenu ra.

Egualmente su proposta del capo del Governo, il Cof!siglio dei mi· nÌJiri ha approVato un dùegno di legge cbe delega il Governo ad emdnare norme aventi la forza di legge per la completa tttt11azione della Cttrta del Con questo provvedimento, si ri conosce formalmente valore d i legge alla Carla del lavoro e se ne tt!Jida J'atJuazione dei principi t:l potere esecutivo, che ha possibilità di provvedere in relazi one ttlle diverse sif11azioni giuridiche ·ed eronomiche, cui può dare luogo lo J tJÌ· luppo dei shtema corporaJivo.

• Tenutasi il 30 ottobre 1928 (ore 10·13). (Da Il Popolo d'llalia, .N. 259, 31 ottobre 1928, XV).

Infin e, sempre su proposta del capo del Governo, sono stati approvati:

1. - Uno schema di provvedimento concernente l'ordinamento d ell' l!tituto centrale di statistica al fine di il funzionamento sveltendone l'amministrazione, in relazione ad esigenze pratiche manifesta/esi nei primi anni di funzionamento dell'Istituto e alla più vasta opera di azione ora 'auegnatagli.

2, - un disegnO di legge che dispone il passaggio al minislero della Pub blica istrUzione dell'Istituto superiore navale di Napoli e digli Istituti nautici dipendenti dal minhtero della Marina.

3. - Un dùegno di _legge che dichiara fesJiv o, a lutti gli effetti civili, il giorno 19 marzo, dedicato a San Giuseppe.

Su proposta d el capo del Governo, ministro delle Corporazioni, il Consiglio ha inoltre appro,vato:

1.- Uno schema di provvedimento con cui si provvede al mento degli uffici per il collocamento gratuito dei prestatori d'opera disocwpati.

2. - Uno schema di regolamento per l'attuazione del regio decreto 29 marzo 1928, numero !lilla disciplina nazionale della domanda e dell'offerta de/lavoro. ·Queùo provvedimento tmde ad integrare e completare. le norme generali già emanate, in modo da auimrare, anche 'rei particolari, il pù) p erfetto funzimramento e la maggiore disciplina negli istit11endi 11/Jici. CiaJCun ufficio cofnprmde una commiu ione amminùtrativa, con carallere prevalentemente direttivo, presiedula da fin ra ppresentante del P.N.P., e composta da rapprese111anti dalle Auociazioni Jindacali di datori di lavoro e di lavoratori;,, egual numero. Questo rapportp di parità fra rappresentanti delle due parti, appare, infatJi, come la pitì equa a chi11nque ronJideri il problema co"n spirito fascista, cioè sgombro da pauioni di parte. L'ufficio ha poi, accanto alia commiuione, alami co/locatori co11 mamioni esecutive. Questi co/locatori sono scelti fra i dirigenti d elle organizzazioni dei lavoratori Bui soli, infatti, pos.sono intendere i bisogni e le aspirazioni dei lavoratori dalla cui compagine provengono. Gli obblighi çfei datori di lavoro e dei la voratori di fronte agli 11/fici di collocamento sono sostanzialmente due: comunicare l'a.sumzione in servizio, -denunciare la ceuazione del servizio. In q uesto modo, ogni ufficio di co/Jocttmento può sapere, in ogni istttnl e, q uanti e d ei lavoratori sono disponibili nella zona o nella categoria mi è compe!enle.

Successivamente, il capo del Governo, ministro dell' Interno, ha presentato al Comigli o, che li ha approvaO, i seguemi provvedimenli :·

1 - Uno schema di disegno di legge recante modifiche all'ordi namento del di Roma

Il regio_decrelo legge del 28 ottobre 1925, n;merO 1940, conceinente l'ùtiJuzione e l'ordinamento del governatorato di Roma, costituì un note· vole tentativo di attuazione dei principi direllivi del nuovo diriJJo pubfmcùla 11ei campo degli ordinamenti amminùtralivi degli Emi locali.

Ma il progreJJo ulteriore che la rivoluzione fascista ha mcceJiivamente realizzato nel campo generale della legislaZione consiglia di aggiornare il decreto del 28 oJ/obre 1925 in quelle parti che non appari.Jcono più i rùpo ndenli alle nigenze della situazione ed al senlimenlo della coscienza pubblica, la quale umpre più si è a11data convincendo della necesrità di dare alla capitale d el Regno tm'amminiJJrazione, che, nella 111n peculiarità, ri1pondnu alle esigenze particolari di una città dove gli intereJJi locali Jono superati dalla premi11ema degli i nteressi nazionali. Già le dùposizioni vigenti hanno cercato di corri!pondere a questo bisogno stabilendo che il governatore, i vicegovernatori, il segretario generale del governatorato 10110 funzionari statali.

Ciò non eu lude che il comune di Roma mantenga, come difalli marztiene, il carattere giuridico di corporazione t erritoriale e di Ente morale, e che i moi amminiJtratori, pur rive11endo la qualifica di funzionari dello Stato, 1Ùnangano Jempre rappresentanti della persona giuridica « governatorato. )). Le princip"ali modifiche dpportate al decreto legge del 28 ottobre 1925 con lo schema apfrovato del Consiglio dei minùlri nella Jeduta odiema 10110 le Jeguenti: a) i due vicegovematori vengono ridolli ad 11110 in omaggio a quel principio generale della legislazione che vieta di moltiplicare organi senza evidente neceuilèt," b) le funzioni del vicegovernatore vengono rigo roJamenle definite, per evitare anche il pericolo di dtldlimzi auo/utamente indeJide rabili,il vicegovemtttore coadiuva il governat ore in tuili gli affari nei quali il governatore ritenga utile tale collaborazione e lo JoJtituisc e in caso di asunza o d'impedimento,· c) 10110 aboliti i retloti, jigim1 impreciJa di «quasi amminiJtraJori )) con competenZe e reJpomabilità non ben definile," d) lutti i provvedimenti del governatore netle materie nelle quali non sia richiesta una speciale ttpprovazione solto dichùtrati definitivi; ed in neJJun caso è ammeJJo che i con111/1ori abbiano faco/JJ. di impugnare i provvedimenti del governatore," e) la Consulta di Roma è compoJ/a di dodici mem.bri, con decreto reale, 111 propo!la del ministro de/t'Interno, di concerto co1z · q11ello delle Corporazio11i. ESJa è convocata dal govemtttore.

La ragione per cui si è ritenuto di adoliare il JiJtema speciale per la nomina d ei consultori del governatorato di Roma è molto evidente. N ella società municipale di Roma, non si verifica quella differenziazione ·e localizzdZione di inJereui che si verifica in ogni altra società comunale., poiché gli· inrereSJi dell'Urbe sono legati a quelli della nazione così str.ellamente da non potersi distinguere e separare da essi. Percù} era naturale e logico di stabilire che i conmltori di Roma, anziché essere designati, come quelli di ogni altro comune, dalle Associazioni profeJJionali, espressione d'interessi ragguardevolissimi, ma pure sempre di carattere differenziato e parJicolare, siano nominati direttamente dal Governo · fascista, che, ne//'atluale momento storico, rappreIenta in pieno la coscienza della nazione e la personalità dello Stato e assumano dal Governo steno la direJ/a investit11ra della propria competenza.

Ciò non eJclude che si possa as;imrare alla Conmlta di Roma la partecipazione di alcuno dei pir> diretti rappresmtanti delle Associazioni professiowli, 111/ia biue di quelle personali designazioni che le varie Confederazioni potranno bt11 enere indicate a fare in via amministrativa.

· Con lo schema di provvedimento i n eJttme, l'ordinamento del go vematorato di Roma può comiderarJi d efinito in conformità Jostauzia/e ai principi dù·ettivi del regime, che, essendo libero da ogni soggezione a partiço/ari.nnì di rarallere locale, ba potuto auimrare ttlla capitale la Jpeciale organizzazi011e giuridica alla quale usa aveva diritto.

2. - Uno schema di dheg110 di legge recante l'ampliamento d ella provincia di Viterbo, alla quale vengotlO aggregati i ronumi di M atzan o Romano, Monltllto d i Castro, Monterosi, Nepi, Crio/o Romano, Ponzano Romano, Sani'Oreste e Tarquinia, eu/usa la pttrte d i terrilorio situata a siniJJra del fiume Mign on e. Il provvedimmto è girutificttJo dd esigenze pratiche o mnministrative, che la esperienza ha messe in evidenza; e sarà p er riuHire assai utile allo sviluppo agricolo e commerciale della provitlcia di Viterbo.

3. - Uno uhema di provvedimento legislativo cbe coNferisce al podeJ1à di ,Milttno poteri Jtrao rdinari per portare d compimento, entro il 30 giugno 1929, il riordinamento degli uffici e servizi della città.

4. - Uno schema di provvedimetzlo in virtù del quale, per ragioni di opportunità finanziaria e amministrativa, una parte "del territorio del comune di San Giovanni T eatino della prot'incia di Chieti è aggrega/d al t"omune di Pescara.

5.- Uno schetnd di regolamento per l'esercizio osietrico delle levatriei, già approvato dal Comiglio 111periore di sanità. In questo regola7 mento sono de/Jale norme chiare e precise di ordine tecnico e di ordine amministrativo ronce menti l'esercizio di un'arte sanitaria qual'è quella delle levatrici, delicatiJsima e molto impor/anta anche dal punto d i viJta dell'increm ento demografico. Il provvedimento è ml nuo vo indice del inlereuamento del Governo fascilla per tu/lo ciò che si atliene alla tutela igienica e sanitaria. .

Il Consiglio ha poi approvato, su proposta del capo del Governo, m_inhtro per gli Affari Esteri:

1. - Uno schema di decreto relativo all'abrogazione, a datare d al 14 luglio 1927, del regio decreto 1 marzo 1926, numero 431 (Pa!enle direi/ore per _il nord America).

2.- Uno -Jc hemtt di decrelo concernente l 'app rovazione del tratJato di conciliazione e di regolamento giudiziario, firmato a Helsingfors fra l'l/alia e la Finlandia, il 21 agosto 1928

3.- Uno schema di dure/o relaJivo aJJ'approvazione della convenzione radiotefe.grafica ed anmuo regolamento generale e regolamento addizionale, riveduti tlella conferenza internazionale di Waihington del/'ollobre-novembre· 192_7 ed ivi firmati il 28 novembre 1927.

4. Uno Ichema di decreto per l'approvazione dell'accordo per lo Jcambio degli alli di Stato civile, firmato in Helsingfo r:r fra l'Italia e la Finlandia, il 21 agoito 1928

5. - Uno schema di provvedimento relativo a/l'euctizione del trattato di amicizia e conciliazione ed arbitralo fra il Regno d'Italia e l'Impero etiopico, firmato in Addii Abeba il 2 agoiiO 1928.

6 .- Uno schema di provvedimento cir(a l'eumzione d ella convenzione fra il Regno d'Italia e l'Impero etiopico, firmr:tla in Addii Abeba 'il 2 dgOJto 1928, mmo VI, per la MJimz ione, da parte del regio G overno, di una Jlradtt automobilùtica da AJJab al confine etiopico, e, da parte del Governo etiopico, di una str11da ttftlo mobiliitica da detto confine a D eJJiè, e per la conceuione da parte d el regio Govemo etiopico di una zona franca ttd Auab.

7.- Uno srhema di provvedimento circa /'nemzione dei ug11enti Jchemi di note fra l'Italia e ltt Persia: a) uambio di note neg11ito in Teheran i/25 gi11gno 1927, per condiid ere un accordo provvhorio fra l'Italia e la Penia, allo JCopo di regolare i rapporti fra i d11e paeii fino al IO maggio 1929, con allegata dichiarazione in materia· fatta dd/ gerente il ministero degli Affdri Esteri perJÙmo al regio minùtro in Teheran, a/l'allo dello scambio delle nole di cui sopra,· b) scambio di 11ote eseguito in Teherdn, in data rispettivamente d e//'11 e del 24 luglio 1927, per l'interpretazione del penultimo dlinea della nOid italiana del 25 giugno 1927, relativo dlle esportazioni da/le colonie e ddi fto!udimenti italiani verso la Persia.

8. - Uno Jebema di provvedimento per l'approvazionè del tra/lato d i amicizia, di conciliazione e di regolamento giudiziario, firmato a Roma fra J' llalia e la Grecia; il 23 ullembre (+) ·

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