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AGLI OPERAI MILANESI*
Operai milanesi !
Credo che sia la p rima volta nella storia del mondo, e certamente 1a prima in quella d'Italia, che una massa così imponente di lavoratori si muove p er incontrare un ,capo del Governo, il capo_ del Governo fa· scista, il capo di quel regime invincibile (« beniJJimo! »)contro il quale invano Si muove l:t turpe calunnia o la inacidita filoSofia o la tecnica dei crimina li. (Acclamaziom).
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Ciò che rende eloquente e suggestiva la vostra man-ifestazion e è il carattere cristallino, documentabile della sua assoluta spontaneità . ( «Sì1 è vero!»).
Dopo quasi sei anni di regime io affermo, co n piena coscienza, · che li.cssun regime d el mondo è andato incontro alle masse operaie con la frate rnità pie na e profonda del regime fa scista (Applarm)
Abbiamo cercato di dare case decorose al popolo e quando si abusava della libertà ho promulgato la legge sugli affitti. (Acclamaziom).
Abbiamo, per i primi, ·stabilito per legge la giornata delle otto ore di lavoro , mentre Stati più ricch i e che hanno la vaga nomea di demo. cratici ne discutono ancora. (Ripetute ovaziom).
Abbiamo messo sullo stesso piano il e il 1avoro, abbiamo creato la Mag istratura del lavoro, "che riconosce il diritto quando il. do· vere è sta to compiuto ( «Bene!»)
N é insisto su tutto quello ch e è stata la nostra attività per controlla re, per contenere, per d iminu ire, là do ve era possibile, i p rezzi a l minuto . (<(E vero!»).
Se qualche p icco lo sacrificio ve Io abbiamo richiesto, voi Io avete acco lto con quella p erfetta disciplina di cui dà p rova il popolo italiano da cinque anni a· q uesta parte. Ma, accog liendo queste r inunce, vi siete messi nella condizione migliore per ottenere dei miglio ramenti quando le condizioni lo permettera nno. ( «Bene/ »).
Operai!
Chi è testimonio immediato della mia fatica sa che non ha che una passione: quella di assicurarvi del lavoro, di aumentare iJ vostro benessere e d i elevar Vi moralmente c·sp iritual mente. (AalemU1zioni ripe!ti/ e ed enJuJÙJJiiche).
• DiS<orso pronunciato a Roma, al Colosseo, H 29 aprile 1928, verso le 13, davanti a diecimila operai mi lanesi. (Da TI PQpo/Q d' Italia, N. 103, 1 maggio 1928, XV).
Pieno. di profondo sig nificato è questo vostro viaigio; siete i la''ocatori d ella più industriosa · e della più potente città d'Ita lia, che ven gana in pellegrinaggio devoto alla capitale Ciò serve per conoscerci meg lio, ciò serve per conoscere quale è stata l'ineguagli abile storia dd popolo italia no Sono sicuro che, dopo aver pellegrinato per le strade di Roma, voi, ritornando a Milano, sentirete con maggiore orgoglio il privilegio di essere italiani. («Sì!» Ovaziom).
Quando riprenderete la vostra quotidiana e feconda fatica, d ite ai vost ri compagni di banco, di officina e di casa che contro il fascismo non c'è nulla da fare (eriJmùtJJich e acclamazioni), perché esso senta un progresso nella storia d ella civiltà umana, tanto è vero che tutti i vècchi partiti , tutte l e vecchie ideolog ie, nessuna esclusa, sono contro di noi . Noi, la rivoluzione; essi, la cont rorivoluzione. (Applausi jrago· roJùsimt). . '
Operai milanesi!
Vi ri nnovo l' attestazione della mia simpatia, che è rude, ma sincera.
PER LE VITTIME DELL'ATIENTATO
DEL 12 APRILE 1928 *
Onorevoli Senatori!
Il Governo si associa alle al te c commosse parole pronunciate dal di questa Assemblea. Parole di esultanza, di rimpianto, di esecrazione. Di esultanza perché lo scempio micidiale lasciò illesa la sa· era persona del re ; di rimpianto per le vittime innocent i, falciate im· provvisamentc da lla morte, e vi fu rono tra esse donne, fanciulli, sold ati; di esecra,zione per g li auto ri di tanta strage. All' annuncio del luttuoso evento, la nazione f u profondamente rattristat a. M ilano non meritava tale mo rti ficazione e tale dolo re, pwprio nel giorno in cui si apprestava a mostrare al mondo, con una esposizione superba, presenti ben seimila espositori, i progressi compiuti in quèsti ultimi anni dall' Jta-
• A Milano, il 12 aprile 1928, verso le 10, poco Prima dell'arrivo del sovrano per l'inaugurazione della Fiera internazionale campionaria, un o rdigno esp losivo, collocato dentro la base di un fana le in piazza Giulio Cesare e desti· nato a colpire la persona del re, era sco pp iato provocando la morte d i- q uat. tordici persone ed una quarantina di feriti (333}. A l Senato, nella tornata del 3 maggio 1928 (ore 16·17. 1 S), l'onorevole Tommaso Tittoni commemora le vittime. Indi il Presidente del Consig lio pronuncia le parole qui riportate. (Dagli Alli parldmentari d ella Camera dei u na/ori Dùomioni dJ. Seuione dt. VIli, p:ag. 9854)