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A QUINDICIMILA EX-COMBATIENTI DI VARIE NAZIONI *
li DJfce rileva lt1 grt111de 1impt1!it1 con mi il popolo romano ha accollo gli ex-combattenli 1tranieri ed e1prime l' a11g11rio che eui co111er11ino a !tmgo il ricordo gradevole di que1te giornate tra1corse tra i l popolo 1taliam~, il quale de1idera la pace, purché 1/a accompagnala dalla gir11tizia. (Le parole del DtJce vengono 1al11late da una n11o va, grandio1a ova· zione. JJ D 11ce si 1offerma ancora q11alche ùldnle a contemplare la magnifica ad1111ata1 mentre conlim,a, intema, ent11Jias/Ùa, sale a lui l'acclam'!zione de/111 folla. Quindi farcia il balcone).
LE TRE PAROLE**
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Ecco le tre p arole che voi attendete alla fin e di questa ardente giornata: Noi tireremo diritto. (L'a ccim11azio 11e prorompe di 1111o vo gran· diosa, inconlenibile. fa .r,a si protrae, ancora, q11a11do il DJfce lasri11 il balcone; anzi raddoppia di intensità e di impeto).
41 A Roma, a palazzo Venezia, ra settembre 1935, verso le 10, Mussolini riceve una commissione di cx-combattenti p:mecipanti al convegno inter na?ionale dtgli .stessi. Intanto, nella piazza sottostante, sì ammassano q uindicimila cx-combattenti di varie nazioni, nuclei di avanguardisti del settimo campo Dux, una rappresentanza dei seimila ufficiali dell'Opera balilla convenuti nell'Urbe ~r la loro seronda adunata n azionale. « Il grido "Du(e! D uce !" ri suona sulla pi32:ta con formidabile eco e i combattenti stranieri fo ndono la loro voce e quella degli italiani. Nel più alto f ervor.e di questa manifesiaz ione le vetrate del balcone di palazzo Venezia vengono aperte e, poco dopo, sullo sfondo del vano, appare il D uce, dietro al qua.le si raggrup pano i compontntì la commi ssione che era salila nell' interno del palazzo Il g rido della moltitudine er ompe più impetuoso: labari, vessilli, gag liardetti, fiamm e, so llevati in alto, si vedono ondeggiare sulla massa raccolta, mentre, da un punto all'altro dell'adunata, le musiche fanno squillare le note di Giovinezza. li Duce avanza verso la balaustra del balcone; risponde con il saluto romano alla manifestazione vibrante; poi, quando lentamente il silenzio si è diffuso su tutto · lo schieramento, rivolgé agli adunati » le parole qui riportate in riassunto. (Da li Pupo/o d'l1a/ia, N 216, 1o·settembre 1935, XXII).
u A Roma, sulla via dell'Impero, da un podio situato all' alteua del Foro di Nerva, il pomeriggio del1'8 settembre 1935, Mussolini assiste all a sfilata de.-ll e ventiquattro leg ioni avangulrdiste partecipanti al .settimo campo D11x, e dei seimila ufficia li delrO~ra balilla convenuti nell'Urbe per la loro seconda adunata nu ionale. Al termine della sfilat.1, « il D uce, disceso dai pod io, si dirige, a piedi,
Ed il Duce ritorna, e, 1porgendo1i dalla ringhiera, come continuando le prime parole, soggiunge : · verso pa lazzo Venezia, fiancheggiat o dai moschettieri e seguito da l gruppo delle autorità, Lo accompagnano le acclamazioni della moltitudine; né meno v ibranti sOno quelle che elevano, al suo passaggio, gli ex-combattenti stranieri, che'. hanno :assistito, pien i d'ammirazione, allo spettacolo incomparabile loro offerto dalla giovinezza i taliana militante sotto i segni del Littorio. Passato il Duce, come se una risoluzione improvvisa e simultanea la sospingesse, la folla tutta, r imm~nsa folla che si aduna tra il Colosseo e r Altare della patria, vibra nelransia e ne l d~iderio di raggiungere pia22a Venezia, pe-r invocare ancora una volta il Duce, per ascoltarne la parnla; e, -in un attimo, la folla fa massa, irrompe da .ogni punto, supera i cordoni e, di corsa, con impeto incalzante, sì spinge in piazza Vene-zia, mentre un'altra poderO'la fiumana di popolo, che occupava i ripiani ed il colonnato del monumento, si incunea tra i sopraggiunti e, con essi, dilaga ovunque lo spa.zio lo consenta. Il centro della piazza g ià interamente gremito dagli avanguardisti, che, a l termine della loro marcia, si sono ammassati sotto il pa lazzo del Governo, ma rimangono per la folla ancora gli estremi lembi della gra nde p latea; rimangono gli slarghi c he fianch eggiano la piazza e, g iù, in fondo, la via Cesare Battisti, sino all'imbocco del corso.· Questi punti sono raggiunti i stantaneamente ed a lle p rime masse altre se ne aggiungono, sinché, hn dove l'occhio può discernere, a ltro non si disting ue che un' impressionante marea umana, la q uale, con formidabili ondeggiamenti, s i compone e quàsi si compenetra, hn a formare fina lmente un blocco unico. Sono oltre centomila per· sone quelle- che ora s'acca lcano su lla piazza e fra esse- s i trovano pure tutti gH OJ:·Combattenti stranieri presenti a Roma, trascinati da uno stesso entusiasmo, di venuti popolo col nostro popolo. Rare volte è stato consentito di vedere un"adunata cosl sigantesca, rare volte la passione della folla ba raggiunta una tensione cO"il :alta, un a rdore così avvampante. Con la for2a del tuono erompe la voce del popolo e su tutto i l clamore sovrasta il grido possente d i ··Duce! O~!". L'urlo diviene travolgente quando le invetriate del balcone di pa lazzo Venezia vengono aperte e il Duce appa re alla moltitudine che lo invoca In un'esplosione d'ardore e d'affetto, l'ad unata g li rinnova la sua entusiastica ovazione e per parecchi minuti è impossibile richiamare il sile n2io. Fina lmente; dopo ri petuti squilli d' .. attenti!", "fo dimost razio ne si placa e, ne l r:iccoglimento reliiioso di questo istante, scendono nettamente scandite, maschie e possenti le parole del Duce» qui r iportate (Da l li Popolo d'lralia, N. 216, 10 settembre 19}S, XXII}.
Non è forse questo che voi volete? (Gli risponde il form idabile «,; » deJ!a moltitudine e, men/re il D11ce, dopo avere 1a/11talo romana. mente, 1i ritira, si ;piega nell'aria il canto di<< Giovinezza ». E 111110 il popolo che intona l'inno d ella ritJol11zione, come l'esp reuione, /'affermazion e pitì virile, pitì profonda del JfJO un/imenio e della 111a volontà: E le noie del canto contimttmo a diffondersi finché lentamente la grandiota àd,mata si scioglie).