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« NOI TIREREMO DIRITTO! »
La giornata s'annuncia poco promettente. Partiamo da Roma sotto un cielo plumbeo e la pioggia ci accompagna lungo la via Appi:i. sino all'Agro. Ma sono gueste le giornate che mettono a lla prova, con un collaudo severissimo, il successo della bonifica pontina.
Sotto la cappa grigia del cielo l'Agro si distende tra nqui llo, senza uno stagno d'acgua, con tutti i suoi campi emersi da quella che fu un giorno la palude, diffondendo tutt'intorno un chiarore quasi fes tivo, in cui il c ilestrino delle case nuo~e, sparse a mig liaia , assu me toni teneri di-pastello. ·
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L'acqua è ormai pri~ioniera n ei 1;randi canali, che intersecano la pianura come lucenti nastri metallici e non potrà p iù mortificare la terra riscattata. Lun~o la via Appia i paesi sono imband ierati per celebrare b. « giornata d ella fede» e s:dutare il passagg io del Duce. A Cisterna, <:'gli passerà sotto archi e pavesi trico lori, dominati da una grande st riscia di tela, su cui spiccano a caratte ri cub itali le parole: « Noi t ireremo d iritto!». ·
Tutte le case colonich e d ell'Agro sono in festa, imbandierate e tappezzate di m:inifesti con i motti mussoliniani più significativi, esaltanti ' il lavoro delb terra e la gente rurale. la prima tappa è a lla stazio ne di Littoria, ove sta sorgendo un grande zuccherificio. ( +)
L'ARRIVO DI MUSSOLINI
Alle 9.30, Mussolini giunge nella località in cui si sta costruendo lo zuccherificio. ERli indossa l'uniforme invernale di orbace ed è accomf,~fen~~ot1:i'ai~;m isSl rio dell'Opera nazionale dei combattenti, ono re -
Ossequiato dalle autorità, passa in rivista ,gli operai addett i al lavoro, che lo accolgono con un ent llsiastico << A noi! ». Egli chiede informaz ioni sulle cond izion i <li vita dei lavoratori, a favore dei qua li fa dist ribuire una somma, Poi, dato un rapido sguardo a i grafici degli impianti esposti in una baracca, sale di corsa sull'impalcatura del grande edificio in costruz ione, su cui è issato un grande cartello con la scritta: <e Duce a noi! »; e, ragr,iuntane la sommità, chiede ragguagli sull'!3-ndamento dei lavori.
I dati vengono forniti al Duce dal commendator Cianciarelli, procuratore ~encrale dell'impresa esercente la nuova industri:1.
Lo stabi limento, ai lavori del quale sono adibiti circa quattrocento ~rcr~~· :~:tru~!~~:~toi:r~tatr:lc~:som:~e,di~~;~ie s~~nu~u~~io~t:1d~chci;;t~ metri, con un a cubatura di sessantasettemila metri cubi . Potrà lavorare quindicimila quintali di barbabietole al giorno, con 1.1na pcodu zione di ottocento q uintali di zucchero.
Le barbab ietole vecranno coltivate sul posto. Si comincerà nel p ros- simo febbraio, su una super.ficie -di mille ettari. In un secondo temp~. sorgeranno la raffi.neri.a e la distilleria .
Questo zuccherificio è fa prima industria che sorge nell'Agro Pontino e conferma la vitalità economica e la capacità produtt iva cfella p ro,·incia di Littoria ad un anno appena da lla sua creazione.
Il Duce si compiace dello sviluppo <lei lavori e della metodica realizzazione dell'iniziativa e si allontana tra rinnovate acchimaziOni degli operai.
Presso la stazione dì Littoria, davanti alla Casa del Fascio, è sch ierato un reparto di militi e di giovani fascisti, che elevano possentemente il saluto al Duce.
Più in là, ai limit i di un campo O\'e si 'dispiega un vasto ammassamento di bufale, che i contadini hanno tutte infioccate e inghirlandate, i butteri eretti sulle loro cavalcatu re, con il pun,golo innastato nella sinistra, sollevano il braq::io nel saluto romano. Dalle soglie delle (lSe coloniche donne e fanciulli si avanzano Yerso fa strada gridando fes tosamente : « Duce! Duce ! >).
LA TERZA ClTIA DELl'AGRO
Si ritorna sulla via Appìa e si prosegue fino all°ottantesimo chilometro.
Sulla destra, a qualche centinaia d i metri dalla _grande strada roman3, sorge Pontinia. la terza città dell'Ap:ro, ad un anno preciso dalla posa della prima pietra, è C]Uasi ultimat:i , Manca ancora Cjll:llche edificio in istato d'avanzata costruzione. Ma il nuovo comune, nei suoi clementi essenziali, è in piedi, la pietra di fondazione, che Mussolini pose il 19 dicembre dell'anno XIII, sembra essersi moltiplicata come un seme miracoloso, dando vita e forma 3 case, pal:tzzì, strade e piazze.
L'architettura del nuovo comune è di uno stile moderno, sobrio, quasi sereno. e di fr czzotti, il costruttore di littoria. Il palazzo comunale, dalle lince severe, nitide, con la sua bella torre solida, domina imponente 1a vasta, quadrata, piazza XXVIJI ottobre (su cui s'affacciano, già compiuti, g li edifici delle Poste e dei Tek,c;rafi, del q,:>pol:woro, del cinematografo, Jell'albc rgo e le sOrJ:;e nti «mura» de ll' Istituto nazionale delle assicurazioni), dalla ~uale partono i viali del re e del Duce e sì ramificano le arterie cittadmc int itolate a,gli impcratorì, ai consoli romani, ai pontefici, agli studiosi precursori della redenzione f.ontina.
Sull'ampio portale, sormontato ·Jal!o stemma araldico de nuovo comune, sono incise, nel travertino, le scgll e nti parole, che sanno più di ammonimento che <li commemorazione:
« Regnando Vittorio Emanuele lii - Duce &:nito Mussolini - il 16 dicembre Jelran no XIV era fascista - trentunesimo giÒrno (lcll'.:useJio economico - Pontinia - terza città. fon<l:i.ta nell' Agro r edento - iniz.ia la s u:i. vita consa.· crando la vittori:i. dell'Italia fascista - sulla. ribelle mortifer.t palude - mentre k· legioni di Roma - sorrette dal la volontà indOm3bile del popolo it.tli:m oconquistano all:1. patria - nel continente afric:ino - con l.t spada, l'ar:i.tro e H piccone - una nuova provincia».
La bella p iazza si è inaugurata con un'adunata im ponente. D all' alba essa ha accolto, in un pellegrinaggio festoso, le rap presentanze di tutti i comun i <leJla prov incia di Littoria: i podestà, i seg retari del Fasci, tutte le ge,archie locali e h• va rie organizzazioni fasci ste convenute in ordinate schie re con le loro musiche e i loro vessilli.
L' ENTUSIASTICO SALUTO AL D UCE DEI PIONIERI DELLA BONIFICA
L'attesa della moltitudine è durata impaziente per qua lche ora e all'arrivo del Duce, annunciato dagli squilli delle t rombe, esplo de in una formidabile ovazione.
Un damore assordante di acclamazioni, di canti ~uerrieri , di suoni marzial i s i leva a salutare il capo, che, disceso dall' automobile, sosta pe r un a tt imo dava nti al portale d'ingresso del pa la zzo podesta ri le, i cui batten t i sono chiusi e compie il ~esto simbolico della loro apertura.
Dopo a\,ere ammirato la bella facciata, davanti alla quale troneg· sio.no clue tratt rici, il · D uce _ si reca a visita re il munic ipio, acca mpa· gnato dal primo podestà di Pontin ia, dottor De Rosa, e da tutte le autorità, alle qua li si sono aggiunti i pres identi del Senato e de lla Came ra, o norevoli Fede rzoni e Ciano .
Dopo u n rapido giro a i vari uffici municipali, il Duce, nella sala consolare, riceve, d alle mani del podesta di Tortono., lJ bandiera nazionale, offerta alla nuova città del popolo tortonese, che s i vanta discendente di una colonia romana d'o rigi ne pontina.
ll p residente dell'fstituto di studi romani fa omaggio a l D uce di un volume sullo. bon ifica delle paludi pontìnc.
Dalla piazza, inta nto, le acclamazioni giungono a raffic he sempre più intense. Un'invocnione appassionata sovrasta il clamore: « Duce! Duce ! Duce ! ». Rispondendo all'appello del popolo, Mussolin i lascia fa Ca~a comunale e nappare sulla piazza, accolto da una nuova ovazione.
E,c:li monta su un palco, ove è ad attende rlo il vescovo di T erraci na, monsignor Navarra, col C1pito lo. ·
La folla si p rotende verso il Duce in un im peto di amore, levando in a lto la selva dei vessilli e cent inaia di cartelli, che recano scritte fras i d 0 cntusiastico saluto a l D uce e che attesta no lo spi rito con cui anche i rura li dd l' Ag ro P.ontino sono armati per la più tenace resistenza contro l'iniquità dell'assed io econom ico.
Sulla sommità de~li edifi ci che guardano sulla piazza s i leggono altre scritte: « Duce l'Ital ia è in piedi». « Duce l'Ita lia è con te ».
Ai p ied i del palco si schie rano le madri e le vedove dei caduti, ch e, rappresenta nti d elle donne di tutti i comuni pontini, hanno recato al Duce la propria o ffe rta e quella d elle Iorn compagne. Su lla tribuna ove sono le autorità prende posto anche il labaro del comune di To rtona.
NOBILI PAROLE DEL. VESCOVO DI TERRACINA
Monsignor Navarra, con gesti solenni, procede alla benedizione della nuova città. Quindi pronuncia un elevato e infiammato discorso. Dopo avere invocato per· la nuova città il benessere, la prosperità e J.i pace, il prelato esalta l'unione incrollab ile di tutti gli italiani al Joro Duce; ur,ione che oggi, a un mese di distanza delle criminali sanzioni, assurge a una manifestazione ancora più alta e consapevole.
« Coloro che si illudono di piegare, comunque, il nostro porulo - soggiunse mon5ignor Navarra - si ingannano, o Duce! Essi compiono sfor,zi vani, perché i tempi per l'lta]ia sono mutati. Oggi l' Italia è fascista e il cuore di tutti g !i italiani batte alrunisono col vostro, e lutta la nazione e pronta a qualunque- sacrificio per il trionfo della pacl!' e r.ld la ciYihà romana C' cristi ana».
E il Vescovo, tra g li scroscianti applausi deUa foll a, conclude: et Jddio vi benedica , o Duce. Vi sostenga nel giorna litro, titanico kworo e vi conceda che, come voi oggi assislt tc a un'altra vittoria del l.woro, possiate :rnche assistere ~!!a vittoria, che non può mancare, delle armi ìtalia.nt ».
Le nobili parole del Vescovo, continuamente interrotte da a pplausi, sono .soffocate da un'acclamazione im petuosa quando si rivolgono a D io per invoca re la benedizione sul Duce.
LA RELAZIONE DELL'ON. CROLLALANZA
Prende qu indi la pa rola !'on. Crollalanza, il quale, dopo aver rilevato lo spettacolo superbo di v irile resistenza e d i se rena certezza che fa nazione offre al mondo nel trentunesimo giorno <lcll'asscd io economico, sottol.inca l'importanza che assume l'inaugu razione di Pontinia e soggiunge; ·
« Dopo aver risratlato p:ilmo a pa lmo, con le opt·re di bonifica, i territori improduttivi della penisola e delle isole, a llo scopo anche di soddisfare, nci limiti del possibil e: alla crescema demografi.ca dd!a nazione, diamo oggi, con la reJen. ~.ione dell'Agro Pontino, nd quale vive già una popolazione di oltre sessantamila abitanti, la più eloquente testimonianza dello sforzo gi~antesco compi uto da l regime sul territorio nazi on.1 lc, per assicurar, pace e lavoro al popolo iuliano.
« Dai monti lepini eJ Ausoni a l mare, da l promontorio del Ci rceo a lle ultime propaggini dei colli lazfali, l'immensa regione si presenta già profondamente trasformata.. Quella che era, alle porte di Roma, una vcrgo!=na nazionale, è diventata, ne,J giro di pochi anni, una superba reahzzazione delritalia fascis ta, ind issolubilmente legata a lla storia del progresso e capace, da sola, di indivi d uare la civiltà del tempo di Mussolini.
« Nella titanica impresa, per q uanto , manchi ancora un preciso coordinamento di tu tt i i J ati, fr a quote C contributi a carico del lo lato, Jq;li Enti, Jei pri ati, si p uò calcolare che sia impegnata un.i spesa di o lt re un mi lia rdo e mezzo t< Per la realizzazione ùi essa hanno opèrato, agli o rdini vostri, con pa~sione e con fede sicura, i Consor:d della bonificazione pontina e quello di Littoria, l'Opera nazionale per i combattenti, il commiss:1riato delle Migrazioni interne, l'Istituto antimalarico pontino p rima e la Croce Rossa poi, la Milizia N:izionale <;! Forestale, le U niversità agrarie e, nei limiti ddlc lo ro possibilità, i singoli proprieta ri.
"'Dagli sfoczi tenaci di questi Istituti, in nobile gara d 'emubzione fra dì loro, dalla fatica fC'to nda degli operai e dei colo ni, dalla vo lontà preci sa e ch iaro: veggente con c ui voi a vete guidato l'impresa, è balzata fuori la r ealtà s up erba di oggi, della ~ua le possiamo sintetizzare gli aspetti con le cifre più significative.
"'Sulla Suf)frficie territoriale dell'Agro, che si aggira sui s<:"tta nta,·inquemi la ettari, e dalla quale bisogna detrarre qudla occupata dai laghi, dai corsi d'a cqua, dalle strade, dalle c ittà e dalle borgate, i Co n~orz i di bonifica hannò intessuta una vastissirna rete di co llettori e d i canali, che è valsa a rrosr iusare compk1a· mente quelle che furonn le paludi pontine.
« Su ta le superficie ri~u luno ,::i:i. appode rati circa ci nquantamila et!ari, dei q u ali ben l'ottanta per cento dall'Opeu nazionale per i combattenti, e costruite 2173 cm~ colo niche dall"Opcra e st·icento da llt: Uni ersità e da i privati. D a.i:;li Enti interessati sono stati anche costruiti cinquecento chilometri d i strade Ji honilica e quattrocento ch ilometri dl strade podi:rali ed inte_rpoderali. ·
« S ul te rrito rio dell'Opna nazionale per i combattenti, ammontante .ad oltre qu;1rantamila e ttari, prima ddla bonifica si re,i:;istrava una superficie seminativa del venti per cento ed u na popolazione agricola cli una unità per chilomet ro quad rato, rari aJ una unità lavout i..,a per ogni (cntocinqua nta e tt:id. O~i::i, su t:tle terri torio, si ha una superficie seminativa dell'ottantatrè per cento, con una popolazione agricola d i c inquantasctte rcrsone, corrispondente a 0,4 unit.i p e:r ettaro, con un carico di OCstiame bovino di 16.470 unit.ì, che si puè> calcolare ripa nito in ragione di Jue quintali ad C'tlaro .
« La produzio ne d<.'I frum ento, che, nel 1932, fu Ji ventisettemi la q uinta li no nostante le condizioni sfavorevoli locali <lcll'ultima annata :t8ricola, salit:i, nel 193), a centodiecimi la quintali, con una res,1 .li quintali 12, l per e tta ro e con punte- <li trentuno qu intali ~r elt3rO
<i Non meno sig nificati..,j sono i dati c he si riferiscono a lfa lotta an tim al arica, d fi c1eemeote condotta. dalla Croce Rossa Ita liana. Mentre nel 1932, con una popo lazione di poco più di quatto rd icimila unità, si registravano quarantasette d ecessi, nel 19n, sino a l }O ottobr e, con una popo la.zione Presente d i Se5santaduemila persone, non si è verifica to alcun caso di mortC' )). ·
Accennato, quindi, all'opera che ancora resta da compiere, !'on. Crollalanza cosl conclude:
(< Duce! Co n l'attuale cerimonia, con le rC'll lizzazioni che oggi abbiamo registrate, con le ulteriori mete che vo i ci avete fissato, l'Ita lia fa scista testimonia al mondo la su a i nesa uribile vitaliU, la. tenacia: dei suoi p roposi ti, l'arditezza d elle sue battaglie, ed, infine, la volo ntà decisa cli persistere, nonosta nte le coalizioni inte rnuiooali, nella marcia che la condurrà ad un sicuro primato, degno del suo passato, ma, più ancora, del s uo certo e luminoso avvenire »
Il Fiero Incitam Ento Del Capo
Dopo l' applaudita esposizion~ d ell'on. Cro llalan za, il Du~e fa cenno Ji vole r parJare. La piazza echeggi a di una ovazione ardente, che si r.Jaca d ' improvviso. Il silenzio è solenne Tutti i cuori sono protesi verso il Duce che parla.
Continuamente interrotto da · applausi, il discorso del Duce, che ha parlato con voce squillan te ed an:ento energico, è salutato, alla fin e, da una dimostrazione interminabile.
La moltitud ine s i solleva e si protende verso di lui come un m are. Tutta la passione del popolo fiammegg ia in questo momento intorno al capo, in un tr ipudio di vessilli, in un clamore di canti, in un coro al· t issimo : «Duce ! Duce ! Duce ! >>.
Ai lati della p iazza, d ue palpitant i siep i di piccole italiane, schierate sulle impalcature dei palazz i in cost ruzione, so llevano simu ltaneamen te gra ndi lettere formanti, nel loro insieme, il g rido di amore di tutti i · fanciulli d'Ital ia : << Duce ! Tu sei il nostro cuore !». Jn guesto momento il t ricolore viene issato sulla to rre del comune.
Il fiammante d rappo si s pieg a al vento con un fr emito fest oso, salutato d a mi.gliaia di voci accia.manti e dal canto di tutte le battagl ie e di tutte le vittorie mussoliniane: Gio vinezza.' Le nuov issime cam pane di Po ntinia aggiungono i loro rintocchi squillanti al clamore g iocondo e marziale che continua a salire dalla p iazza, sempre sormontato dal ritmo potente di due sillabe: « Duce ! )>.
La Sacra Offerta Delle Fedi
ll.frntrc la Jimostrazione che saluta fa nascita Jì Pont inia e il suo . artefice prosegue, si inizia sul palco il rito della « giornata dell a fede ».
Il vescovo di T e rracina apce la serie d elle offe rte d ell 'oro alla p~t ria: si _tog lie dal dito l'a nello pastorale e lo consegna al D uce, t ra ,..,_ vissimi appfausi, Q u ind i f o n . Crollalanza, a nome dell"Opera nazionale dei coml::iattenti, offre centosedici ,t;rammi di oro, rap presentati da vent isette medagli e con fer ite all'Opera stessa per le sue beneme renze e dalla spiga aurea di grano , che le fu conferita qu ale premio del D uce in ocèasione della Mostra romana. del g rano dell'anno 1926
Poi sfilano. le rappresentanze f emm inili di tutti i comuni della nuova provincia. Ogni donna reca in un elmetto di guerra, adorno d i nas.tr j tr icolo ri e di foglie di lauro, l'oro o fferto da l proprio p:tcse. Mussolini ne vuota il pre zioso contenuto in u n g ran cofano ornato di elmi e d i baionette.
Talvolta _c:l i elmetti sono cosl colmi ch e il Duce li most ra alla folla: Sono in essi og~etti e g ioielli di ogni gene re e di ogn i va lore ; anel\1 e ca tene, orolo;.-:i cd orecchini, penc!agli e spi lle, medag lie e c1ondoil : t utto o ro di cui si adornava questa umile gente de i ca mpi nei gio rm di festa.
E oggi che essa se ne priva, è pure giorno di festa, festa di fede e d'amore, a g iudicare dal sorriso di letizia e di fierezia insieme, con cui ogni donna _presenta il suo dono.
Per lo più sono popolane, le semplici e ·sane donne delle n?stre campagne, qu('lle che dalla nascita vivono nell'Agro e che si sono p resentate nei loro ·pittoreschi costumi e quelle venute da poco da altre provincie, a dividere con i loro mariti la dura opera d ei coloni e dei pionieri, Donne dai -volti abbronzati e solcati da rughe, çhe conoscono l'asprezza e la g ioia del lavoro quotidiano, Esse danno lietamente H loro oro a ch i ha assicurato lavoro e pane ai loro figli, Qualche episodio suscita brìvidi di commozione e fiammate di entusiasmo.
Commoventi Episo Oj
Una Jonna offre al Duce una medaglia. Mussolini 1a mos tra alla folla dicendo: «n Ja medaglia del figlio cad uto in guerra ».
I presenti accia.mano, e g li applausi si ri petono, quando il Duce mostra la coUana del vescovo di Gaeta, la medaglia d'ar~eoto d"un alt ro . caduto,_ una sfavill ante colla na formata dalle « fedi >> di tutti ·gli abi·tanti di un comune, glì elmetti pieni d 'oro di Saba udia, di Litto ria e di tut~i i borghi d cll' Agro, il ricco medagliere d el Nastro azzurro d i Terracma.
Una contadina si toglie J;li orecchini e li porge umilmente a l D uce, con un gesto che sembra dire: « Non ho altro ». Una vecch ia di Se rmoneta, dai capell i bianchi, scopre, sotto un misero sc ialle , il petto decorato di medag lie di guerra.
Mussol ini la presenta alla folla: « Tre figli morti jn guerra », eg li dice, ed abbraccia la vecchietta tra una salva d'appia.usi. Un' altn donna offre una medaglia d 0 argento e Mussolini mostra anche quest'altro segno del valore colle .seguenti parole: « E la medaglia d 0 un cad uto in guerra, comandan!c di un reparto di arditi)). Poi è la volta d ' un balilla, ,he offre IJ. sua catenina; e di una piccola italia na, che si presenta a fare la sua offerta in un originale, Jc~giadro costume. Mu ssolini ammira la piccina e la presenta alla moltitudine dice n do; « E. il costume d i Littoria>>.
Il nuovo costwne delJe donne e de lle fa nciul le lìttoriane è formato da un g iubbetto nero con fascic dorate e da una gonna nera, da un coperto e da un g rembiu le azzurri con spighe dorate, da un fazzoletto legato alJa nuca con un piccolo fascio di spighe.
~11~ fin~ ~elle. ofJerte, il segretari~ fed_eralc ann_uocia i risultati : 1a provmc1a d1 Littona ha dato alla patna ch1logramm1 novantatre di oro, oltre a una cospiata quantità di argento e di altri metalli. · dan•i tutto! ». E dalle parole passa immed iatamente ai fatti: uno della folla si appressa al palco e porge a Mussolini la su:i. nuova offerta d ' oro.
. L'annundo viene salutato da una prolungata ovazione. L a folla g rida al Duce: « Se non basta, ve ne daremo anco ra! Siamo pronli a 24. • XXV11.
L'esempio si propaga fulmineo. Decine e de<ìne di persone, uomini, donne, fanciulli, si appressano al palco e consc~nano nelle mani d i Mussolini, che è costrett~ a restare per alcun i minuti giriocchioni per potere raccog liere le offerte che gli porgono centinaia di mani, medaglie, a nelli, catene, orologi t uno slancio che commuove e che ci fa sentire, in tutti la sua bdJezza, la spontaneità co n cui il popolo italiano risponde in q uesti giorni aJl'ap~Jlo d ell a patria.
Un ragazzo, mostrando un orologio grida: « Duce, è oro!», e fa di tutto p er salire i gradini d ella trib una nel desiderio di consegnarlo egli sk.5so al Duce. Fermato, perché non fosse interrotta la regolar ità dell'affiusso dei nuov i offerenti, egli ritorna sulla pia:z.za e di nuO\'O, rivolgendos i al Duce, supplica che voglia dare ordine che lo lascino passa re.
La preghiera è accolta e, con indescrivibile gioia, il giovanetto può, fin aLnente, rimettere proprio a l Duce il suo· oggetto d 'oro.
Un ex-combattente, riuscito a g iunge re anche Jui sotto la tribuna, esclama commosso: « Duce, vivo da lunghi anni all'estero, e sono , •enuto in Italia per potcr\'i vedere prima di morire». E cosl dicendo, consegna la sua medag lia al valore.
La Premiazione Dei Coloni Fra Rinnovate Acclamazioni Al Duce
Al rito della << fede », segue la premiazione dei coloni.
Seicento nuovi pionieri· dell' Agro Pontino sfi lano davanti a l Duce e ricevono dalle sue mani una busta contenente la somma di lire m ille, prima. rata del premio d 'incoraggiamen to .
La cerimonia si svolge upida, mentt'e la folla Slluta fes tosamente i nuovi coloni , prim i abitatori di Pontinia, i quali, occupate le case coloni che sorte da poco nel territorio del comune, si sono post i già al lavoro per rendere f ertili i poderi.
Tra rinnovate acclamazioni, il D uce lascia il .palco, s ul quale rimane l'on N annini, che p rocede alla premiazione di altri millequatt rocento coloni, e torna a palazzo del comune.
lvi viene accolto dall' entusiastico sa luto di un gruppo di donne, in· dossanti i costumi nuovi di Littoria, e ciuclli tradizionali di altri comuni della provincia, e che g li offrono alcuni doni agricoli.
In una delle sale del palazzo, il Duce r iceve i giornalist i esteri, che, in gra n numero, hanno partecipato alla festa odierna e che hanno assist ito, con ammirazione, al superbo spettacolo che si è svolto ne lla piazza di Pontinia.
Dopo avere rivolto ai giorna list i un cordia le saluto, s'intrattiene con alcuni di essi in una affabile convcrsazi.one, alla fine dclla quale è salu tato da un vibrante applauso.
Il giornali sta polacco Kleibliercr offre a l Duce l a sua << fede » e quella della consorte. Un altro collega polacco, Lawic ìa, offre un og• g etto d'oro. li Duce Ii ringraz ia per questo g esto di simp atia , erso l'Italia,
Quando Mussoli ni lascia Pontinia, il popolo g li rinnova, con una manifestazione im po nente, il suo appass ion ato amore.
All'uscita d al comune, eg li passa tra mig liai a dì ca pi di lx-stiame che i contadini h an no ammassato ai due lati della stra.da per offr ire al Duce la testimonia nza del vig oroso ìmpulso dato alla produz ione zootecnica neir Ag ro, .
Si procede per la strada della Botte e per 1a :Migliara 54 , l ungo le qua li si allinea no le centocinque case coloniche occupate di recente , Oggi esse vcn,:;ono inaugurate alla presenza del Duce, e al suo passaggio i nuovi a bitatori pontini, schierati sui margini dei can ali e lungo b strada, agitano bandierine e salutano romanamente.
Mussolini Semina Il Gran O
La colonna automobilistica sosta d avan ti al podere lH B. Mu5solini scende d:illa macchina e si avvia r a pidamen te , ·erso Ja casa colo n ica, presso la quale pianta un alberello.
Poi, imb racciato un cesto colmo d i g rano M.e 11ta11a, s'inoltra in u na zona di terreno arato di fr esco, e con g esto ampio, sicuro, r it mico, scaglìa torno torno la semente , che un gru,ppo d i contadine, al suo seguito, armate di zappe, ·ricopre· immediatamente di terra.
Su questi solchi, il sem ìnator"e di oggi saluterà, nella prossima estate, come già a Littoria e a Sabaudia, il primo grano di Pontinia. .
Dopo una visita alla casa, Mussolini si allontana d a l podere, fra le .grida entusiastiche dei contadini.
Ora la v isita nell'Agro prosegue sotto una bufera violenta . le macchin e procedono fra nembi d'acqua e di grandìne e raffiche di vento impetuose. An cora un severo collaudo per l'Ag ro redento, ch e, sotto questo imperversare d i pio~ ia , ci appa re più che mai nella p ienezza della sua redenzion e defi n itiva.
N onostante la p ioggia, Mussolini ina ugura la borgata d i San Donato de ll'Università agraria di Bassia no, accolto d all'e ntusiasmo dei colo ni d i setta ntotto poderi.
Sosta quindi al Borgo Isonzo per visita re il covato io per l'allevamento dei polli, a cui anche l'Ag ro, secondo le direttive co ntrosanzioniste, ha cominciato a dare un notevole incremento
A Liitoria
Finalmente ragg iunfe littoria. Il cielo si è rischiarato e la pop olazione del capoluogo e tutta raccolta sulla piazza del comune pe r ac• damare il Duce
Eg li, dopo u na visita ai vari edifici in costruzione, passa in rivista la legione della Mili.tia. . .
Raggiunta la piazza f ra acclamazioni prolungate, si a llonta~a m macchina d a Littoria e si reca ad inaug urace una nuova ope ra d1 bo· nifica: il ponte che ailaccia J'A stura con il canale M!f!IOliui. Salutato da una imponente dimostrazione di operai, il Duce riprende la via del ritorno.
Si conclude cosl anche questa ardente giornata mussolìniana ncl1'Ag rò Pontino. Mussolini lascia la nuova provìncia in un tripudio di vessilli, passa ancora lungo l'Appia, ·fra due siepi palpitanti di bandiere, fino a Roma, che è una fiammeggiante selva tricolore.
Ogni casa d'Italia, ogni zolfa- s i direbbe, è oggi imbandierata per la « .iz.Jornata della fede>>.
Il popolo ha celebralo le sue mistiche ed eroiche nozze con la pa· tria. Ma, alta su tutte, vediamo garrire al vento la nuovissima band iera di Pontinia, issata sulla torre del comune, che reca in sommo, incise nella pietra, le felici parole mussol i ni;rnc: «i:: l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende».
L'aratro e la spada avanzano insiernc, oggi, vittoriosi l'uno e l'altra, sulle plaghe riscattate dell 'Agro e sulla conquistata terra dell'Afr ica Orientale, in una stessa opera bonificatrice, costrultrice , civ ili zzatrice.
. Questo è veramente « il tempo nel quale s i ri nnovano g li istituti, si redime la terra, si fonda no le città e le armi sono coronate di vitto• ria>>. li tempo dell'epopea di Mussolini.
L'ADESIONE DI MASSIMA DELL' ITALIA
ALL'APPELLO DEI TREDICI COMUNICATA A GINEVRA
LA RISPOSTA ITALIANA*
GINEVRA, 8 nolle.
(U.S.) Il segretario permane nte J clla delegazione italiana, commcndator &va Scappa, ha consegnalo ogg i al segretario gen era le de lla So· cietà d èlle nazioni la seguente nota, diretta al signo r Lopcz Olivan , presidente del Comitato dei tredici :
« D ' ordine del mio Governo ho l'onore J i portare a vostra conoscenza che il Governo ita liano, risponJcm.lo all'arpdlo che gli è sta to diretto, accetta in massima di entrare in negoziati concernroti il regolamento del conflitto italo-etiopico».
• Da Il Popolo J'Jlilli,1, N. 69, ? marzo 1936, XXIJ.