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ALLA RIUNIONE
DEL COMITATO PERMANENTE DEL GRANO•
Ii Dua e,po11e le sue comiderazioni .sul racco/Jo granario dd ·193.5. Dai rilevamenti statistici definitivi, ,compiuti con la consueta esattezza dall'Istituto centrale .di statistica, il raccolto granario nazionale del 193:S è stato di quintali 77,144.700, su una superficie di ettari :S.026.731. La produzione media per ettaro è stata, perciò, dì quintali l:S ,3.
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Con la campagna 1934-'3:S si è conduso un decennio da ll' inizio della battaglia per l'indipendenza granaria della nazione. ll bilancio di q uesto periodo di tempo è ìn perfetto attivo. Bastano poche cifre a dimostrarlo. Nel qu.inquennio 1921-'2:S 1a .produzione media di frumento in Jtalia fu di quintali '.53.973.000. Questa media è sa lita a quintali 6 0,74 :S.000 n el quinquennio 1926-'30, e quintali 72.743.000 nell:uttimo quinquennio 193 1:35 , le tre medie quinquennali stanno fra loro come 100 a 112, 54 a 134,78.
Le corrispondenti produzioni medie unitarie sono aumentate da quintali 11,:S (quinquennio 1921-'2:S), a quintali 12,4 (qu.inquennio 192:S-'30), a quintali 14,7 (quinquennio 1931·'3'.>), e cioè nel rapporto d i 100 a 107,8 2, a 127,8.
È con ciò confermato, ancora una volta, che l'incremento della produzione g raO:aria in Italia non è da attribuirsi all'aumento ·della superfici~ coltivata, ma all'adozione di sistemi colturali più progrediti .
QU:esto progresso non ha soste. Difatti, nel 193 1, con una annata mediocre, si raggiunsero i 66.520.000 quintali; nel 1932, con u n 'annata buona, i 75.367.000 qui ntali (e cioè circa ci nque milioni in più del raccolto ottenuto nel 1929, annata favorevolissima); nel 1933, con un' annata ott ima, gli 81.2'.52.000 quintali; nel 1934, con un'annata pessima, i 63.430.300 quintali ( cioè di eci milioni di quintali in più della produzione ottenuta nel 1927, diciassette mi lioni di quintali in più della produzione del 1924, diciannove milioni di aumento rispetto al 1922, quasi venticinque milioni di. quintali più del 1920, per cita.re le più sfa- vorevo li annate dei periodi precedenti); e nel 1935, con un'annata non troppo favorevole, i 77.144 .000 quintali, che cost ituiscono, dopo q~ello a bbondantissimo del 1933, il raccolto più elevato consegu ito in Italia.
• In vista del prossimo inizio delle operazioni militari contro l'Etiopi;i, ormai deciso per i primi di ottobre del 193~, Mussolini aveva continuato e continuerà a mandare disposi~ioni a De Bono (277, 29~, 296, 297). L' l} settembre, aveva ordinato l'adunata generale delle forze del reg ime per una d a.ta yicina, ad un fine non indicato, ma che eta stato bene intuito dalla na;zione (351). 1112 settembre, a Roma, a palano V~nezia, presiede la riunione del Comitato· permanente del g rano In tale occasione, fa le dichiarazioni qui riportate. (Da li Popolo d' Italia, N. 219, 13 settembre 193}, XXII).
La qualità del prodotto può considerarsi buona ed ·ottima per tutta l' Italia cont ine nta le. Eccezioni riguardano Ia provincia di Spezia e pa rte di quella di Savona, la provincia d i Sondrio e qualche piaga montana d ella provincia di Potenza, dove è risultata mediocre.
Jn molte provincie dell'Italia settentrionale e centrale si- è oltrepassato il peso specifico di 80, giungendo .fino a 82,84 ed oltre, nonostante i danni della ({stretta» . Nell'Italia insulare, invece, la qualità del prodotto è risultata : in Sicilia tra buona e discreta; in Sardegna tra mediocre e l,)uona, ma, in prevalenza, d iscreta. n da notare che questi due u ltimi compartimenti sono stati particolarmente colpiti dalla <<stretta >> .
Per ,il frumento marzuolo valgono le stesse indicazioni, tenendo però presente che-, anche nella Lucania e nelle C:i.labrie, la mat"J.razìone è stata avversata dai vent i caldi, che hanno sensibilmente p eggio rato Ja qualità delle cariossidi , Rispetto ad un andamento stag ionale mediocre, ed in taluni casi negativo, la produzione di 77.144.700 quintali di frumento, con una media unitaria d i quintali 15, 3, rappresenta un vero successo della tecnica razio nale affermatasi per effetto della battaglia del grano,
Tutti" i compartimenti hanno avuto una produzione superiore a quella del 1934, tranne la Sicilia, dove la produzione complcssi,•a e quella u nitaria, che, nel 1934, furono rispettivamente di 8.867.700 e 11 , 1 quintali, si sono ridotte quest'an no . a 6.029.000 e a 7,8 qui ntali, e compresa Ja Campania, che, se pur presenta u na lieve fless ione n ell a produzione u nitaria (da quintali 10, 5 a 10,3), può registrare un ~odesto incremento in quella complessiva a causa di una maggiore estensione della colt ura.
La Lombardi a, d a una produzione unitaria di quintali. 21,8, ottenuta nel 19 34, è passata a quintali 29,6; l'Emilìa d a 16, 5 a 2 5,8; il Veneto da 18,2 a 22,7 ; il P iemonte da 13,7 a 22,6; la Venezia Tridentina da 15,8 a 17,8; le Marche da 15 a 17,6; la Toscana da 14,6 a 15,6; l'Umbria da 13,4 a 15; la Venezia Giulia e Zara da 10,5 a 12,8; g li Abruzzi e Molise.da 10,9 a 12,6; la Lucania da 9,5 a 12,4; la Liguria da 10,4 a 11 ,9; la Puglia da 9,4 a 11,1 ; la Calabria da 8,4 a 11 ; il Lazio da· 9 ,9 a 10,9; Ja Sardegna da 7,2 a 8,4.
Rispetto alla precedente annata, la produzione compless iva nel Reg no è aumentata nel 1935 del 2 1,6 per cento è quella unitaria d el 19 ,5 per cento.
Da questi raffronti tra il 19 34, annata sfavorevo lissima, e il 1935 risu lta che sia la produzione nazion ale, sia quella d i tutti· i singoli com- partimenti presentano nelle d iverse annate un campo d'oscillazione ancora notevole. .
Per consolidare le posizioni raggiunte occorre pertanto che nelle annate favorevoli venga superato il limite dello stretto fabbisogno per bilanciare gli scarti che dovessero verificarsì in quelle sfavorevoli.
Nella situazione presente, tenendo anche conto d_el prevedibile aumento di consumo e del normale aumento di popolazione, occorre decisamente puntare, come obiettivo prossimo, verso la produziOfl.e complessiva media di ottanta milioni di quintali e, cioè, verso quella unitaria di sedici quintali sui cinque milioni di ettarì attualmente investiti a grano.
D'altra parte, nella organizzazione delle vendite collettive a mezzo degli ammassi, il cui ulteriore sviluppo sarà incoraggiato, e nell'assistenza del Governo, gli agricoltori possiedono un mezzo efficente di difesa contro l'eventualità della discesa dei prezzi al di sotto di una misu ra equa, che pot rebbe essere d eterminata da un raccolto notevolmente superiore al fabbisogno dell'annata,
Come nei riguardi della coltura granaria, cosi in tutti gli altri campi, si deve proseguire sulla via intrapresa, che noo ammette soste, nè deviazioni. In particolare òcc"orre che gli agricoltori intensifichino le loro cure per quelle produzioni tutt'ora. deficenti in rapporto ai bisogni della nazione; per tutte le colture foraggere in primo luogo, ·che costituiscono la base di ogni ulteriore e duraturo progresso tecnico ed economico della azienda agricola cd alla cui diffusione ed intensificazione è legato 1o sviluppo d eg li allevamenti e il miglioramento d ella situazione zootecnica; per Jc tessili-nazionali, la cui semp re magg iore utilizzazione avrà tutto J'appoggio del Governo; per le colture suscettibili di maggiori impi eghi industriali.
L' assetto agricolo-colturale di un paese come l'Italia non può evidentemente subire brusche scosse da un anno all'altro, ma non può neanche essere concepito in senso statico. Esso deve adeguarsi al mutare . di situazioni ed a nuove esigenze. Da ciò la necess ità di una azione costante, diretta ad imprimere nuovi orientamenti tecnici. ed economici
Dopo_i soddisfacenti risultati di questo primo decennio della battaglia del g rano, occorre proseguire nella più ampia opera, con rinnovata lena, al fine superiore del potenziamento massimo dell' agricoltura italiana.
365' RIUNI ONE DEL CONSIGLIO DEI MIN ISTRI•
li D uce ha / alto al Comiglio· rm'ampùi relazione sulla J Ì/11,ni o 111: militare e polit ica, q11alt si è ;vi/11ppa1a in qunJe ultime setJ_iman e, dal Comig lio dei minish"i di Bol zan o in p oi ,
Dal pu nto di viJta mi/ilare, la nost ra preparazione O ri eùtale procede con maggior inlemità1 onde garantirci di f ronte alle prepondetanti forze_ etiopiche, ·la "'i m obilitazione è già in ·al/o. D ata la _ irrequietudine tlJanifestata da taluni ambienti f11orusciJi cirenaici, sono in corso rafforzamenti delle no stre difese in Libia.
Sulla ha.u di d ati deuaglù:1i , il D uce ha dim ostralo che il compl essf? d elle n ostre forze militari ,erreJt ri, ·marilti m e e aeree è tale d a p oter rispondere a qualsiasi mi naccia, da q11alu11qut pane venga. . '
Col f u nzionam ento d el Comm ùsarial o P.er le f abbricazioni di guerra, affidato al generale D allo/io, il q11ale ha la preziosa eJperienza d i tale carica tenuta d urante la g11erra mondialt:, le f orniture belliche procedono con un corso inJensificaJo, ma. regolare li Co mig!Jo dei ministri, d opo aver com/alal o che1 allo rno alla vicenda italo.etiopica, si Jlan no cottgula11do tutte le fo rze d ell'antif a· scis,110 straniero, sente il dovere Ji rico11fermare, nella maniera più e.spliàta, che il problema italo-eJiopico non ammelle .soluzioni di comprome.s.so, dopo . gli ingenti .sforzi e · i Jacrifici 1opportali dall1ltalia e dopo la documentazione irrefuJabile contenuta nel «memorandum» ilalùmo presenJato a Ginevra.
Dal pu nt o di vùta politico, il capo d el Governo ha riferito sulla co1tit11zione d el Comilato dei cinq11e e sui discorsi Hoare e LJfvaf, diu orsi che non pptevano eJJere diversi da q uelli che sono stati, per ragioni evidenti, data la p osizione i ngleu e francese nei riguardi del Pattò 1odetario1 ragione per cui sono i tali accolti con la pitì grande calma dai cfrcoli re.1ponu1bili e dalle man e d el popolo italian o.
Il Consig lio dei miniJJri prende tuttavia atto con 1oddiJf.:1Zio1n delle cordiali P.aro /e che nel 1110 dù corJo il miniitro !.Ava/ ha d edicato agli acco rdi franco-italiani d el gennaio 1935 e all'amiciz ia che eui conhtcrano,· am icizia ch e l' I talia i nt end e sviluppare e f ortificare, non solo netl'interene dei due paesi, ma anche 'in · q uello della collaborazione e11ropea, che n on può eu ere Jpezzala da un con flitto di caralle re colo. niale, o dt1.ll'im pìego d i sanzioni, , he non f u rono mai specificale e mai appli.ate nelle ben più gravi cont rovers ie p recedenti, f ra membri della Lega delle nazioni.
A tale riguardo, il Comiglio d ei ministri ha esaminaJo i11 qtJali t'asi si renderebbe imp oJJibile /'11{/eriore permanenza dell'Italia ,u(/a Lega delle nazioni.
• Tenutasi il 14 settembre 1935 ( ore 10-12J O). (Da li Popolo d' llaUa, N. ·22 1, 15 settembre 1935, XXH).
11 Comiglio Jeì minisJrì ha deci.so di mandare un telegramma di plauso e di saluto· al generale De Bono, Quindi, su proppsta del capo de( Governo, primo minÌ.stro, sègretario di Stato, il ConJiglio dei ministri ha approvato:
Uno schema di decreto legge recame norme P.er la diJciplina dei co11gre1si da t enersi nel Regno, degli interventi ufficia/i ai congreui internazionali al/'e1terò, del/e pubbliche manife1/azioni di JCienza, ù1tel/et111alit.:Z, beneficenza, 1p_o rt, delle commemorazioni ed onoranze Il provvedimento, mentre coordina in te.sto unico le dùpo1izioni Vigenti nella maJeria, stabili.sce la compilazione del calendario ufficiale dei congressi, da tener1i nel Regno in cia1cun an1101 e regola la coJJituzione, nonché l 'allivilà d elle delegazioni italiane nei congreui internazionali, al fin e di auirnrare /'efficace dilfu1ione del pensiefo italiano afl'eJ/ero. li provve· dimenlo diJciplina inoltre le altre manifestazioni d 'arte e d 'intèllellualit.:Z, inquadrandone lo svolgimento nell'ordinamento Jindacale e corporativo,
Uno 1chema di_ regio decreto legge per la conceJJione alla ;ignora Edith Razza di rma pemione Jtraordinaria di lire dodicimila annue, a riconouimenlo dei 1ervizi re1i dà! comp/anto ministro al regim e ed ai/a nttzione e come attestazione di omaggio alla sua memoria.
Uno Jehema di regio decreto legge drca il Ira/lamento da f ar1i ai dipendenti statali in caJo d'infortunio o di malattia contratta in Jer.viziO li provvedimelJlo ha lo Jc opo di ;tabi/ire, anche nei caJi Juindicati, un lrattamenlo uniforme per tutti i dipendenti civili e militari di qual1ia1i amminiilrazione dello Stato.
Poi il Consiglio dei miniitri, Jtf proposta del capo del Go verno, ministro àegli Affari Eiteri, ha approvato i seguenJi provvedimenti:
Uno 1chema di regio decreto legge per l'adesione e l'eiecuzione de/t'accordo di Madrid del 14 aprile 1891", concernente la repreuione d elle false indicazioni di provenienza délle merci nel testo riveduto a/ - i'Aja il 6 novembre 1925, IV.
Un disegno. di legge che approva la convenzione internazionale per l'unificazione dei metodi di analisi dei vini nel commercio internazionale, stipulata in Roma il 5 giugno 1935 , XIII.
Un diugno di legge per l'approvazione dei testi riveduti a Londra il 2 giugno 1934, Xl/, della com1enzione d'unione di Parigi del 20 marzo 1883, p er la protezione della proprietà ind111triale, e dell'accordo di Madrid d el 14 aprile 1891 p e r la rcgisJrazione internazionale dei mar· ,hi di fabbrica o di ,ommercio. :
Uno 1chem a di feg io decreto l egge per l'approvazione del/a COJJ· venzione m onetaria fra il Regno d'Italia e la Repubblica di San M arin o, 1tip«la1a in Roma ii 15 giugno 1935 1 Xlll.
Uno schema di regio d ecreto legge che approva l'accf!rdo fra il G overno italiano e il Governo dell'U.R.S.S, per la garanzia JUi crediti p er affari d'esportazione, 1tipulalo i n Roma ii 15 giugno 1935, X/Il .
Uno 1chema di regio decrelo legge per l'approvazione del prolocol/o fra l'Ita/;a e l ' A111Jria del 1° luglio 19531 Xlii, che m odifica e c01ripleta l'accordo fra i due paesi d el 14 magg_io 193 4, XII, ed i l reJa1ivo « avenanl » del 4 gennaio 193.5, XIII. ·
Uno :rchema di r'eg io d ecreto legge che appro va la conve11zio11e con;olare fra l'Italia e la Polonia, stipulata iu Roma il JQ luglio 1935 , anno Xlll .
Un dis egno di legge P.er l 'approvazio11e della convenzione ' comolare fra il Regno d'Italia e la R ep,,bblica di Lituania, 11ip11lata in Kau11a1 il 13 luglio 193.5, X III
Uno ffh ema di regio decreto legge per l'approvazione del protocollo fra l'Italia e la Ceco1lovacchia del 26 luglio 193.5, Xlll, complementare alla Convenzione del 1° marzo -1924, li, addizionale al t rattalo di commercio e di navigazione Ìtalo..cecoslovacco del 23 marzo 192 I.
Uno 1chema di regio decreto legge che approva /'a(Cordo fra l'/lalia e la Svizzera1 1tip11tato in R oma il 31 luglìo 193.5, XIII, mediante Hambio di note, per il re ciproco e!onero dal/a imposJa indireJta delle scuole primarie e 1erali.
Uu disegn o di legge per l'approvazione del tra/Jalo d 'e.stradizioue e di as1islenza giudiziaria in materia peuale , 11ip11lato fra l '/Jalia e l'El tonia in Roma ii 10 agosto 1935, Xlii.
Un disegno d i legge che approva il protocollo1 1tipula10 a Bmx el/e1 il 24 maggio 1934, XII, fra l' Italia cd altri Stati, addizionale alla convenzione internazionale del 10 aprHe 1926, IV, per l'unificazione di alcune regole .tOnfernenti l'imm1111ità delle navi di .Stato .
Uno 1chema di regio deueto l egge per l'aumento di frmzionarì comandati pre110 il minisJero degli A ffari Esteri da aiJre ,1mmi11ist razio11i dello Slato, per il servizio delle Scuole italiane all'es/ero.
SuueJJivamente, dal Consiglio d ei miniJtri Jono 1tati approvati, 111 propo11a d ei capo del G overno, minùlro de/l' Interno, i seg11e11Ji prov· vedimenti:
Uno JChema di decreto legge co11cernente il sèrvizio 1anitario a bordo d elle navi m ercantili. Il pro vvedime nto mira ad agevolare l'a1111nziOne di reduci da parie delle società di navigazione, allo JCopo di aJSicurare il ;ervizio .sanitario a bordo delle navi mer(anti/i dirette al. J' Africa Orientale
Uno J(hema di decreto legge re(ante norme P.er regolare la am(euionc, da parie de/J 1/.stit1110 nazionale fa.sci.sta p_er l'a.uiJ'teuza dei dr· pendenti degli Enti locali, delle indennità premio di .servizio ai sani• tari collocati a ripoJo, a norma dell'articolo 364 del /e.sJo uni(o delle leggi sanitarie, prima del compimento déi Jei anni di iJcrizione alJ'I;tituto.
Uno ;cbema di decreto legge recante agevolazioni a favore dei /uriJli J/ranìeri, per qt1anto riguarda il pagamento delle impo;Je di sog· giomo e di cura. Con tale provvedime11lo, allo scopo di facilitare l'afJiuuo e la permanenza degli .stranieri" nel Regno, J'ùtitNiJce u11 corri1pe11i110 de/te imposte di soggiorno e di cura a carico della Federazione 1utzionale fa JCÌJ/a alberghi e turùm o ragguaglialo al prezzo dei buoui alberghieri emeui dalla Federazione medeJima.
Uno khema di decreto legge con mi, melllre .si delimita il perimetro del capoluogo del coinune di Sa baudia, si ;Jabilùce il Ira.s f erì· memo in proprietà del comune stesso delle aree ivi comprese apparte· 11enti _all'Opera nazionale combatlenli. Il pfovvedimento (analogo a quelli già previsJi dalla legge 6 giugno 1935, XIII, 1111mero 1152, sul piano regola/ore di Littoria, e dalla legge 13 giugno 1935, XIII, numero 1082, fui/a co;tituzione del comune di Pontinia) mira ad assi. (tirare un nt(eJJario sviluppo del centro urbano di Sabaudia.
Uno schema di decreto legge (on età si dùponc la conce;sione all'Unione ilaliana ciechi, con .sede a Firenze, de/l'esclu1ività della fab bricazione e vendita ai comuni delle piasJrine di contra.sug110 per le impoJ/e Jui cani. T aie co/Jcessione, accogliendo i voti del benemerito IJJiJuJo, va rrà ad as.sicurargli i maggiori mezzi neceuari per lo s viluppo delle nobili finalità assisJenziali da e110 peruguite.
Uno schema di d ecreto legge reca!lle nòrme per la disciplina d el servizio delle guardie particolari giurale. Con tale provvedimento, allo scopo di assicurare 1m pùì regolare funzionamento d el servizio, si pon• gono le g uardie particolari giurat e ;olio la diretta vigilanza del queJtore, de.mandando1i ad esso /!approvazione · delle modalità di servizio e di impiego, nonché Ja facoltà d'imporre, con sanzioni disciplinari, quelle presJazioni che ritenga 11ecn;ario nel pubblico il1feresse.
Uno schema di decreto recante alcune modificttZioni al regolametJlo per l' esecuzione della legge 2 7 maggio 1929, V11, numero 845, mg/i E,;ti ecdeJiastici e JUlle amministrazioni dei patrimoni destinali a fini di c11llo. Il provvedimenJo mira ad eliminare dubbi sorJi nell'applicazione dellt disposizi oni concernenJi l'ordinamento giu~idico delle fabbricerie, chiarendone e precisandone la portata, in ar,nonia con Jo spi- rito de/t'articolo 29, /e/tera A, d el concordato con la Santa Sede, e dell'arlico lo 15 della legge 27 maggio 1929, VII, numero 848.
Uno schm1a di regolamenJo per l'eucuzi one del regio decreto legge 11 otJobre 1934, XII, 111tmero 1884, 1111/a situazione · del/' Ent e nazionale di lavoro. per i ciechi con sede in Firenze.
In seguito, SII proposta del capo del Govemo, miniJtro delle Colonie, if·Comiglio dei miniJtri ha app rovato:
Uno ;chema di regio decreto che m odifica la tariffa d ei ddzi doganali della libia, aggiungendo apposita voce, con Jenue dazio, per le ttcque ·gauose di origine italiana conlemnti zucchero in m iJllra non mperiore al quindici per cento.
Uno schema di regio dure/o per l'eunzione dell'imp OJltt JJti fabbricali degli edifici di mlOva w1truzio11e nella Somalia itdlùma. Per fil· le via re la crisi di alloggi che Ji ma11ife1ta mila Somalia e, 1oprat111Uo, in MogadiJcio, si e1tende alla Somalia l'ese11zione delle impo1Je 111i fedditi procedenti ·da fabbricati di nuova cost mzione, analogamenle alle dispo· Jizioni vigenti nel Regno, di wi al regio decreto legge 8 marzo 1923, mmtero 69.5, limitalamenle al periodo di anni venti.
Uno schema di regio decre~o legge che appo rla modificazione aliti tariffa speciale dei dazi doganali da applicare nel Regno alle merci di origine e provenienza dalle Co lonie italiane. 111 relazione alle nereuità ma11ife1tatesi, si aumenta il contingente ann110 di dal/eri e pasta di dal · Ieri da amme1Jer1i nel R egno dalle colonie in e1enzione dal dazio doga,wle, a termini del regio decreto legge 30 110,iemhre 1933, Xl, 1111mero 1717, da 1ettemila a dodicimi/11 q11i11!11li, e quello di olio d 'oliVft da seimila a diecimila q11i11tali.
Uno 1chema di · regio decreto per /' esteniione alle col onie della legge 14 giug no 1925, Ili, numero 938, che riforma la l egislazione marùti11111 in maleria di urto di navi e aJJiJtenza ai mari/limi.
Uno schema di regio decreto che appor/a modificdzìoni alla tariffa d elle taise mgli affari in Eritrea. Si è ritenuto n eceJJario apportare alame modificazioni alla taJJtt affari i11 vigore in Erit rea, per iJtituire al· erme nuove ·voci e per elevare, sia pflre leggermente1 la mis!lra di almne altre. li provvedimento mira ad asJÌCNfare al/i Erario un aflmmlo delle entrale coloniali, aumento che le migliorale condizioni economichr: di quella colonia consentono di realizzare, senza danno per lq 111iluppo dei t raffici, ·
Uno 1chema di regio decreto che modifica la taua affari della Somalia, per quanto concerne la circolazione degli au/oveicoli. Si dà una clauificazione più completa dei tipi di autoveicoli, e Ji eleva la m imra della tana in rapporto a quei/a vigente nel Regno e nelle a/Ire colonie, p11r contenmflola in limiti, che, men/re auimrano un notevole bene- ficio al bilancio coloniale, non potranno pregiudicare lo JViluppo alllO· m obilisticò della Somalia.
Uno schema di regio decreto che delta norme per l'applicazione in Libia delle disposizioni ml/a disciplina di gNerra. Si provvede a coordinare le norme relati ve alle colonie mila disciplina di guerra, conte111Jle nella legge 14 dicembre 1931, IX, numero 1699,- con il ntmt10 ordi11ame11to organico per la Libia.
Uno schema di regio decretO che e1/ e11de alla Libia le modificazioni delle norme rifleuenti la vigilanza mlle società cooperalive1 appor/ate con legge 4 giugno 1931, IX, nflmero 998, '
Uno schema di regio decreto concernente la rid11zione del l aSJO delle obbligazioni emeSJe dalla Cassa di RiJparmio della Tripolitan ia per l'esercizio del credito agrario e fondiario-agra rio. L'inJ eresse sia · b;/i10 in ragione d ei cinq11e per cnzlo netto annuo a favore d elle obbligazioni speciali della Cassa di Risparmio dei/a Tripolilania conlem· pia/e nel regio decrelo 26 fehhraio 1928, VI, numero 614, viene fiuaJo, a decorrere dal 1° aprile 1936, XIV, in ragione d el 4,50 per cento t11m110,· e quello 1/abilito in r,1giom del 6,50 per cento neJlo annuo a favore delle ohbligazioni 1peciali cont emplate nel regio decreto legge 18 gi11gno 1931, IX, nmnerq 1011, viene f11sato, a decorrere dal Je gen· naio 1936, XIV , in ragione del cinque p er cento annu o , Il beneficio derivante della ridttzione dei tassi d'intereJJe sard d evoluto alla riduzione dei laJJi che attualmente gravano i mutui fondùtrio-a.grar1 atcesi dagli agricoltori per la Caua di Risparmo della Tripoli1ania 1 ad eccezione di una aliquota del 0,25 per cen!o mi mutui conceJJi con la se· conda em i11ione di mi al regio decreto legge 18 giugno 1931, IX, numero 1011, che è devoluto a favore del bilancio della colonia.
Uno sch ema di regio decreto per /d JOJtituzione della denominazione dell'EnJe per la colonizzazione delJa Tripo!ita/1ia e Cirenaica in Ente per la colonizzazione della Libia.
Uno schema di regio decreto che reca vt1rùm1i alle norme 1111/e licenze ordinal"ie al per1onale d el regio Corpo territoriale coloniale. Si consente, in via di temporanea deroga alle vigenli disprùizioni, che la licenza ordinaria non god11ta allo scadere del biennio di servizio coloniale, pona eSJere concesJu nel biennio mcce1sivo1 senza pregiudizio del 1;10/0 alla ,onceJJione per q11e1to biennio. Si estendono inoltre alle tmppe coloniali dell'Eritrea le disposizioni d el/lordinamento mi/iJare per il regio Corpo d ella Somalia, in materia di. cum1do delle licenze per il personale impiegato in caso di operazioni di guerra o di grande polizia CO· loniale.
Uno schema di regio decreto che antorizza l'emiuiorie di francobolli commemora1ivi della decim" Fiera campionaria di Tripoli.
Uno schema di regio decreto che autorizza I' emis1ione di franc obolli da i.ire cinquanta commemort:tthJ.i dell'orrupazione dell'Eritrea.
U no Jchema di regio decreto reca nle va riami alle norme 111i con• gedi ordinari al perso nate civile in servizio in Eritrea ed i n Somalia. A 11alogaf1!enle a quanto Ii dispone pttr il per1onale mi/ilare, si apport ano varia nti alle di.rposizioni relative al personale civile, jn servizio m Eritrea ed in Somalia1 il mi conged o sia necew1rio rinviare a tempo Jll(CeJJivo per 1t1gioni attinenti alle n.!tuali condizioni poliJiche e di 1imrezza del territorio delle rnlonie del/'Africa Orientale, Uno JChema di regio decreto per il con/rollo delle induslrie i n Libia Sono e1tese alla Libia le norme ema11ate nel Regno con la legge 12 gennaio 1933, Xl, mmtero 141, e con i regi decreti 15 ..maggio 1933 , XI, numero 590, 1° marzo 1934 , X li, numero 630, e StlCUJsive mod ificaiioni, i11tegrate, per qmm(o rigua rda le ind111trie fondamen1t1li per la fa bbricazione dei prodotti e1umiali per la dife1a della 1utzio;1e, da( regio d ecreto legge 18 novembre 1929, V /11 nmnero 2488, L'11utorizzazio11e per nuovi impianti ind1111riali o per /'ampliamento di q11elli già esiJJenli viene concessa dal ministero delle Coloni e, di cOncerto con quello delle Corporazioni, Jenlìlo il parere del Consiglio mpcriore coloniale. Qualora, poi, si tratli d elle industri e di mi al sopracildto regio decreto legge 18 novembre 1929, V ll, n11mero 2488, dovrà anche nsere sentito il parere del Com itato mperiore di dife1a .
Uno schema di regio deffeio recante provvedimenti di car.tltere conJingente in materia di traJtamento economico ai militari i ndigeni dell'Eritrea. In seguito alla mobilitazione d elle truppe coloniali dell'Eritrea, Ji rend e necessario di conferire ali'alto commissario per l'A fricd Orientale a/enne. fac oltà, in deroga a dùp osizioni de//'ordinttmento militare per delfe truppe, in materia· di Ira/lamento econo mico dei militari indigeni e di provvid~nze in f avore delle loro famiglie. Tali dero'çhe rig11ardano l'aumento della mfrnra del premio d'ingaggio, la conce11ione di speciali licenze agricole tU militari indigeni che debbono atJendere a lavo ri di semina, I'altrib,,zione a/11alto comrniuario delle facoltà di regolare la conceJJione e la compo1izione. della razione viveri per le truppe i ndigene mobilitate e la conceuione alle famig lie dei militari indigeni, enlro determinali limiti, di disJribuzioni gio rnaliere di farint:1.
Uno schema di regio decreto du m odifica il regio decreto 3 luglio 1931, I X , numero 1207, riflelJente gli Uffici fondiari della Libia. In se· .(!,llilo a!Favvemita unificazione della Tripohtania e della Cirenaica, e al n11ovo anello politico-amministrativo dato alla libia con il regio decreto legge 3 dirembre 19341 Xlii, nu~ero '20 12, 1i rende necessario di armo· nizzare i servizi fondiari di qnella colon ia, prevhti dal regio decreto 3 /11glio ?931, I X, ,111mero 1207, con le· disposizioni contenute nel regi o decreto legge sopracitaJo, per ovvie ragioni di unicità di critefi e di funzionamento.
Uno JChema di regio decreto relativo al trattamento dei governatori e segretar1 generali · di colonia. Il provvedimenlo, mentre nulla innova alle vigenti dispo1izioni per q11anto riguarda il tratJamento coloniale dei segretari generali, prevede per i governa/ori l'auegnazione d'una indennilà coloniale da fissarsi nel decreto di nomina.
Uno 1chema di regio decreto legge che apporta modificazioni all'ordinamento giudiziario militare per le colonie dell'Africa Orientale. In seguilo alla presenza nelle colonie dell'Africa Orientale di con/ingenti cospimi di truppa metropolitana, si è manifeJtala urgente la neceuità di modificare almne disposizioni del vigenfe ordinamento giudiziario militare.
Uno JChema di regio decreto che fissa la paga giornaliera coloniale per militari di truppa in servizio in Africa Orientale. Secondo gli ordinamenti vigenti, i militari di truppa in urvizio in Africa Orientale nei reparti metropolitani del regio Esercì/o, in ·quel!i coloniali e nelle divisioni camicie nere, hanno dirillo ad ima paga giornaliera e ad 1tn wprauoldo giornaliero coloniale, regolati da norme d;verse . E stata perciò stud;ata l'istituzione per detti militari, con provvedimento di carattere contingente da prorogarsi in caso di neceJJità, di un unico assegno, denominato « paga giornaliera rolonù:tle », in misura corrispondente all'imporlo complessivo degli at111ali assegni arrotondato in più. In tal modo si viene a concedere tm lieve miglioramenlo economico ai caporali e soldati ed ai pari grado della .M.V.S.N. ed a realizzare 11n'ind11bbia· umplificazione contabile,
Uno uhema di regio decreto per l 'istit11zione di comandi militari in Africa Orientalt in rapporto alle att11alì esigenze militari.
Uno schema di regio decrelo che determina le indennità di rappresentanza e di carica· agli ufficiali in Africa Orientale',
Uno schema di regio decreto relativo alle indennità di equipaggia· mento agli ufficia/i e Jottufficiali destinati in Africa Orientale.
Uno schema di regio decreto rhe deroga alle disposizioni dell'artfrolo 28 de/l'ordinamento mi/ilare per le truppe coloniali della Libia. In come• !!,!lenza del recente inquadramento di d1te battaglioni di camici'e nere permanenti lihirhe nella quarld divisione camicie nere destinata in Africa Orientale, appare neceuario d'autorizzare a contrarre matrimonio i graduati e militari di del/i batta!(lioni, come è già staio fatto per i regi Corpi territoriali coloniali dell'Eritrea e della Somalia. Si consente allo tcopo una temporanea deroga dell'articolo 28 dell' ordinamento mi/ilare della Lihia. ·
Uno schema di regio decreto legge per la revoca delltf concusione ali'« A u t omobile club» di Tripoli di elfettf(are una lotteria a11JomobtliJtùa e per la riorganizzazione della l oJteria sJew:.
Uno s_chema di regio decreJo legge che atJtorizza /'aIJ1mzione di cinquantacinque tecnici avventiz i per l'uecuzione di lavori della Litoranea libica,
Uno schema di regio decreto per il riordi11ame11/o dei urvizi meteorologici della Libia.*
IL CONFLITIO ITALO ABISSINO**
Sal ut.tndo alla romant1, /'11uiere ha aperto la porta d ella 111/a immema dove il Duce lavora.
M ai avrei poluto credere che potesse esur cOJÌ ltmgo l'ttllra versare q11nta interminabile stanza del palazzo Venezia, Mi umbra di camminare da 11n'etemità, in mezzo alla luce diffu 1a d i q11esla 1ala, verso que1t11 Javol~ che ; 'intaglia, sola, n el vi vo cono di luce del paralrlme.
M11110lini, con la testa china, senza moJJrare di aver i11do11inalo la presenza eJtranea, annot a, a rapidi / occhi di lapù, un dowmento.
E già da qua/rhe minuto 10110 q11i, di fr onte a qtteJ/a tavola, come mli'<< al/enti!», q11ando il D11ce solleva, infine, ve rso di me, la sua maschera di <<impera/or» med itabondo,
Un geJto cortese, ma breve, m'i n vita tt sedermi.
G li océhi negli occhi di quest o terribile uomo, parlo. Evow riwrdi lontani. OJJobre 1922,· la marcia JU Roma,' le schiere fa sciJJe che scendono, con impeaabile disciplina, le pendici del Pincio.
M11uolini si ricorda che sono Jtalo il p rim o giornaliJ!a Jlraniem ch e gli ha chiulo ,m'interviJta
Evochiamo allora, que/J'albergo « Snvoia )>, che il delirio dei fasci sti anedia-va. Ll, egli mi d elle p er il << Matin )) la prima affe rmazione di quella potenza che aveva conquistalo. Erano passate na/Jaml!nte due ore, dal 1110 ingreHo in Roma, chiamato da ,m 1ovra110 la m i cbit.roveggenza eil Clii patriottismo salvarono il p opolo ;f(,/iano dalla guerra ci vile
• Nella 36&- riunione, tenutasi i l 18 settembre 1935 (o rè 10-13), il Consiglio dei· ministri approverà « lmportanti provvedimenti fioanzi.:l ri » ed « una larg:i serie d i deliberazioni nel campo dell'Educazione». (Da It Popolo d 'l1alia, N , 224, 19 settembre 1935, XXII).
** Intervista concessa a Roma, all'inviato speciale del MaJin d i Parig i, Leo Gcrvillc-Réachc, il 15 ( ?) settembre 19)5 (Da La T1·ib11na • L' l dM Nazi<malt di Roma, N. 223, 18 seuembrc 1935, 53°) , li rapo del Governo iJalùmo ri flett e.
All'e voc11zione di questi ric ord i, il vi10 d el Du<e 1i diJtend e, si 1ra1f orma. Un sorriso è 1ulle 1t1e /ah bra: e v i è nei moi occhi, a JraJti, rma così strana d olcezza, da farmi finalm enJe capire perch é quelli che han untiJo pau are m di sé un tale i g11ardo sono oggi de voti al loro Duce fi no alla m orte.
Parliamo. So l e condizioni ch e 10110 stat e po1!e a qtte.rto imonrro : rtn colloquio, n on un'intervista. .
Q11e1to n o n è chieder poco a tm giorn aliita.
T ent o un' ultima strada. Evoco, soprat111tt o, l'a/l(ICCO f orsen nato e fer oce, scatenalo da tulfe le forz e d ell'inlem azionalismo, in certi giornali . Segnalo la pYopaganda furio 1a ch e i servi dei d iretlori d' orche1l ra di M o1ca - pitì o meno cam11ffa1i - f all110 da noi, 11e r10 Nn'opinione pu hhlicd tro ppo 1p e1so ingt1nnaJa.
A p oco a poco ade rùce alla rispetto1a i nsislem a, Parla li capo del G overno fa un ge1Jo di d ubbio.
- Si, lo so: lotta aperta o lotta coperta. Si è voluto, a ttraverso all'Italia, umiliare il fascismo. Si è r iuscit i semplicemente ad esaspera rlo Ma , ricordatevelo, il r ancore durerà a lungo, molto a lun,::o in un popolo che, se è sensibile ai gesti di amicizia, non ha mai potuto, al contrario , dimenticare un'ingiuria.
Muuolini 1i arre1ta. C'è ancora 1111' erildzio 11e i n /rii.
- Ho già dato troppe interviste Che· cosa posso dire di nuovo ? Ho un tale orrore del!e chiacchiere.
Esprimo la 1peranza che i lentaJi vi ap paJJionati dei fe d eli am ici del/'/Jalia poJJano condurre tulla via ad 1111a J()/uzione parifica.
- Anche l'Italia ama b. pace, vuòle Ia pace, ma non la vuole se non è fondata sulla g iustiz ia.
L'Italia andrà dunque diritta verso ciò che considera la g iustizia, ed :1nche una v itale ne cessità. Si è creduto , in un primo t empo, che io g iocassi una partita d i «poker» . N on vi è n essuno ogg i che possa a nco ra fiub itare dell'incrolla bi le d ecisione d i q uesto popolo, e di colo ro ch e lo conducono.
Voi siete in Italia da quakhe giorno. Avrete ce rto potuto aCCorgervi che il morale e le forze material i .di q uesto paese sono al l'altezza dei suoi d e stini.
Abbiamo avuto per il popolo ing lese u n'amicizia sincera, un'amicizia fedele iiel corso degli anni, ma troviamo oggi semplicem~nte mostruoso che questa nazione c he domina il m ondo ci rifiuti un povero lembo di terra, a l sole africano.
A più ri p rese, e sotto tutte le forme, ho d ato assicu razione :i.Ila Gra n Bretagna che i suoi interessi in Abissinia sarebb ero stati scru polosa- mente salvaguardati. Ma g li interessi in nome dei quali essa entra così duramente in opposizione con noi, sono diversi, e non li dice.
No, non è una partita di « poker », ma tuttavia l'Ital ia ha, ne1 suo gioco, una carta in cui s'iscrive tutta la sua vita; e questa carta la giocherà.
Noi tireremo diritto. Siate sicuri che mai, 'da parte nostra, un atto di ostil ità sarà fatto contro una nazione d'.Europa; ma se s i commetterà contro di noi un atto di guerra, ebbene, sarà la guerra. L'Italia non la desidera, ma non la teme. Jnvece delle perdite che s'iscriverebbero in una semplice operazione di polizia coloniale, come ne hanno fatte, volta a volta, l"InghjJtern1 e Ja Francia, si vogliono dei milioni di morti ? Ma in questo caso, coloro i qu:ili av ranno scatenato la catastrofe, n e porterin no la responsabil ità d i fronte alla storia.
Mi rifiuto di capire questa gente, che, perché un:1 casa brucia, decide Ji mettere ·a fuoco t utta la città. Qua lunque cosa possa succèdere in Africa - fosse anche nell' Afrìca intera - è assurdo che per questo s'insanguini l'Europa, votando al p iù spaventoso de i catacl ismi tutta una dviltà.
La maJChera di «impera/or» si è, sotto i miei occhi, Jragicame111e solcala. M11110/ini si arresta 1111 momento e riprende:
- Noi, sl, abbiamo detto, con piena franchezza, ciò che volevamo ottenere con questa operazione coloniale: la nostra sicu rezza, prima di- tutto, e la possibilità di espandersi per rin popolo prolifico, il quale, .1venào coltivato il coltivabile sulla propria terra spesso ingr:ita, non si rassegna a morire di fame.
D'altra parte, non possiamo vivere in Eritrea e in Somalia senza precauzion i. In questi paesi bizza rri, secondo le stesSe ammiss ioni, <lelb Commissione di U al-Ual, che non ha potuto determinare nessuna responsabilità internazionale, i fuci li sparano da soli.
E M11uolini aggiunge:
- Or.l, laggiù, ci sono quattrocentomila abissini armati e ducrcntocinquantamìla itali ani, che anche loro, hanno d ei fucili ... .
Tuttavia avete visto come nel nostro paese la gente è calma. B calma perché è cosciente della sua forza, e perché è decisa ad avere fa sua parte di sole.
Avete potuto valutare le indo~abili forze deti·1talìa nuova. Abbiamo un milione di uomini mobilitati. Il paese è pronto a ~arne tranquillamente di più. Ad un segno che darò, assisterete alla più formid abile m.mifestazione di un popolo risoluto : dieci milioni <li uom in i, mobilitati i:-. un giorno.
E notate che ho esentato d a questo esercizio di allarme i sindacati e gl i operai, per i 9~a li anche i minuti sono prèziosi da che lavorano per la difesa naiionale. :B. una semplice mobilitazione delle forze politiche, delle forze del nostro Partito.
Dieci milioni di uomini; è già abbastanza. Se sarà necessario, si vedrà qualcosa di meglio.
Di nuovo il Dttre si arresta. Ul JJM ma1rhera 1i tende, la ma mauella volitiva umbra 1gre1olare le pa,-ole che pe1a, e 1trappa dal profondo .
• Si vedrà quakosa di meglio, se si osa, per esempio, decidere contro dì noi le sanzionì militari.
La Francia, di cui riconosco lo sforzo amichevole e largamente europoo, Ja Francia v~rrà le sanzioni militari? Questo è tutto q uello che, nella sua .posizione, Che io so delicata, vogliamo chiederle.
Ma per gl i altri, che lo sappiano bene, le sanzioni significano il ri.~chio di una rifUSione della carta d'Euròpa.
Ecco i l. risultato più brillante, che otterranno coloro i qu:il i, per puro egoismo, prete ndono di negare all'Italia il diritto d i v ivere.
Il Dttce esita 1111 ucondo, il mo viJo 1i illumina di ,a~ 1orriso che umbra venir da lontano, e che gli brilla ora negli ocèbi.
- Eppure, sarebbe stato interessante,. sarebbe stato altamente poli· tico, mettere il nostro .paese fra quelli che vogliono conservare, e si vedrà invece che cosa può costare respingerlo tra quelli che reclamano una diversa distribuzione, e, chissà, forse .una migJiore giustizia....
SUGLI SVILUPPI DELLA VERTENZA AFRICANA*
- PoJele dirmi Eccellenza - ha domandalo il giorna/iIJa - perché il Governo italiano non abbia aperto il 1110 incarJamenlo mll' A bi11i11ia vari meJi or .10110, invece di aprirlo 10/tanto di ,ecente?
À qrie1ta domanda· dirella1 if. Dure ri1ponde, JOllolineando le Jtte parole, con una dichiarazione di mi Ji mi111rerà Jlllla l'importanza .
.;_ Il 29 gennaio io ho fatto sapere a l Governo britannico, per il tra· mite dell'ambasciatore d'Italia a Londra, che il Governo itali ano invitava l'Inghilterra a stud iare la possibilità di accordi precisi p er lo sviluppo armonioso degli interessi italo-britannici in Etiopia. lo ero p ronto ad aprire il mio incartamento. Volevo aprirlo. Il vostro mini st ro degli Affari Esteri, il ministro , degli Affari Esteri d ell a Gran Bretagna, h:i dato rispasta evasiva.
• Intervista concessa a Roma, al corrisponJente della M Mning Po1t d i Londra, il 16 ( ?) srttembre 19}5. (Da 1/ Popolo d'Italia, N. 224, 19 srttembrc 19:n, XXH)
Dinanzi a questo silenzio non mi rimaneva aperta che u na sola st rada. Io l'ho presa. Tuttavia sono sempre rimasto disposto a discutere Ja questione di rettifica d ella posizione italiana in Abissin ia. Vi ero specialmente disposto durante I~ conferenza di Stresa.
}I Duce Ji interro mpe t1n momenlo ,· indi ripr ende: li Duce fa rm geSto di rau egnazione, alza le .rpalle e cond11d e :
- La risoluzione comune pubblicat a alla fine di questa conferenza, dichiarava che l'Inghilterra, l'Italia e .la Fl'.ancia avevano esam inato la s ituazione europea. Sono io che ho fatto inserire b. parola « europea » nel testo. L'ho fatto per ben most rare che la situazione in Africa e ra stata lasciata da parte.
L'atteggiamento preso dal Governo britannico subito dopo Stres:i, a Ginevra, il 15 aprì-le, doveva r ivela re la tendenza del Governo britannico a sbarrare la .strada a qu alsiasi g iusta domanda de ll'Italia. U na. volta di più ho dunque preg ato l'ambasciatore d'It.ilia a Londra (era il 1° magg io) dì invitare il Governo inglese ad apri re conversazio n i àmichevoli col Governo itali an o sulla questione etiopica , a1 fine di fa r collimare g li interessi d ell' Inghilterra e dell'ltalia. Come l e precedenti, questa. proposta non ha condotto che a conversaziOnì ch e n on h :m no avuto conclusione.
- Poiché era decisame nte impossibile esporre la tesi italiana e sostenere il suo buon diritto in A frica, io ho deciso di marcia re innanzi L'Italia regolerà dunque essa stessa il problema della sua posizione in Africa , problema di sicurezza e di espansione:
EJaminando le dùcmsi oni allflali di Ginevra, /' on. M1m olini q11a. tifica di « vaghe all11sioni )> i progeJJi di ridishib11zione delle materie prime.
-Po tete immaginare un solo momento - domanda egli JII 11n tono di amara ironia - che l'Ing hilterra, la Francia o quals iasi altra potenza offra d i· rinunciare ad un pezzo so lta rlto d elle sue colonie o de i suoi d omini? Nori vi è nessuna uscita da quel lato per l' Italia. Quest a h a int rapreso attua lmente la sola soluzione, l' az io ne d iretta per la sua p rotezione _e 1a sua espansione.
- E q11ale è la siJ11az io11e 11!/1111le ?1 ha chiesi~ il corriJpondeute' della << M oming Posi».
- Vi è un esercito italiano nell'est africano; oggi le spese relat ive sono di due miliardi di l ire. Potete voi pensare - ba chiesto il D u ce - che noi abbiamo speso q uesta somma per nulla? N o i siamo in m:ircia. n troppo tardi per d irci di fenna rci : quattrocentomila neri fanno fronte a i nostri duecentomila solodati italiani. 1n Eritrea, la nost ra situazione coloniale domanda una soluzione radicale. Quàli ragioni avremmo noi di spendere dei milioni per fa colonizzazione d ella Somali a o per le truppe in Eritrea, se la vita dei nostri coloni non è al riparo delle aggressioni di selvaggi vicini e se il nostro sviluppo economico è CO· stantemente intralciato? btchinand"o1i i1111anzi, il D11ce ha aggùmlo:
Quando la sicurezza delle nost re colonie sarà stabilita coll'eli mina. z ione del pericolo abissino, un g can numero dei nostri soldati e dei nostri lavoratori potrà stabilirsi su questo territorio.
11 momento d ell'espansione deve pure venire. Vedete: il Po rtogallo, il Belg io, l' Olanda, queste piccole potenze hanno tutte delle co lonie fruttuose. Anche l'Italia vi ha diritto.
- Quando l'Italia avrà ottenuto anch'essa delle colonie equivalenti , l'Italia diverrà un paese conservatore come tutte le potenze coloniali, e l'Inghilterra e la Francia non hanno nulla da temere , perché l'Ita lia si unirà ad esse per la natura delle cose, in vista di una coll aborazio rl;e di sicurezza.
Ma - e qui il 011cc Jcandiic e l eulamc~1~e l e parole - fino a qua ndo l'Italia sarà senza le colonie che le sono necessarie, essa deve rimanere una fonte di agitazione.
- Ritiene V ortra Ecce/Je11za che l'Italia accetterJ tm mandato ml l'Abiuinia?
A q1iert a domanda, il Duce 11011 riJponde.
- Una guerra conlro l'AbiJ1inia è dunque inevitabile?
- Ciò non dipende dall'Italia. Ciò dipende dall'Abissinia e dalla Società delle nazioni.
Ad appo1ita domanda, il D 11ce paua dopo ad 11n argomento penoso p er le due nazioni, Inghilterra e I talia, e cioè.alle relazioni che i l problema abiuino ha fatto narcere fra i popoli delle d 11e nazioni alleale
- Al disopra di ogni polemica - ha detto il D11ce - io desidero affermare che ho stima per le partirnlari qualità fondamentàli d el carat· tere britannico. Lasciatemi di re che considero, dopo venti secoli d i pa· cifiche relazioni, che un conflitto fra le nostre due nazioni è una cosa assurda.
Nessuno pi.ù di, mc si feliciterà nel giorno in cui ·saranno felicemente disperse le nubi che oscurano per il momento la nostra am iciz ia.
367" RIUNIONE D EL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
Jt CQpo del Governo hu fall o 1m 'ampia reldzio11e1 durala 1111'0,a, ,u/la situazione politico-militare, quale si è vem,ta d eterminarido i11 q11e1ti ultimi giorni. Ha q11i11di /elio e illmtrdto il ,apporlo co11umicato dal p rofessor Madariaga, pre,iden/e dei cinque, al capo d ella deleg azione itdliana a Ginevra,
La decisione presa dal Comiglio dei minùtri è la ugue11le:
« 11 Consiglio dei minùJri ha pre;o co11o;cenztl delle proposte co11lenute nel ,apporlo dei cinque. IJ Comiglio dei ministri le ha fa tte oggetto di atte nto esame. li Comiglio dei miniJll'i, pure apprezzm1do il tenlalivo compiuto dai ci11q11e, è vem,to nella determinazione di comiderare tali propo1/e inacceuabili, i,, quanto esse 11011 offrono tmd bt1Je mi11imd mfficm!e per conclu1ivi realizzazio ni, che tengano {t11almente ed effellivmuente conto dei diriJJ i e degli illl ereJ;j dell'Italia».
368" RIUNIONE DEL CONS IGLIO DEI MINISTRI••
Il Duce ha fatto ,ma breve relazione mila sit11azio11e poliJica quale ;i è d eterminata da 1abato dd oggi.
Ha precisato che l'Ita lia 11011 ha presentato controproposJe a Ginevra, ma umplùemente e1poslo oralmente i motivi per wi erd110 int1ccelld· bili le proposte dei cinque.
Tullo quanto è tJCCad1'to da Mh(l/0 in poi sta a dimostrare che J'atJegg iamento del Governo ilalùmo 11011 po1eva esure diverJo .
Ha q11indi prospen aJo le poJSibiliJà di sviluppo della Jil flazio 11 e ;,, baJf! ad alcuni afticoli del Patto ginevrino e /'at1eggiame1110 che l'Italia aSJumerà a secondd delle circo;Janze,
Su propo1!a del capo del Governo, ministro della Guerra, il Con1iglio dei ministri ha appro vato:
Uno schema di regio decreto legge relalivo all'aggiomamenlo dellt1 u Tenutasi il 24 mtembre 1935 (ore 10-13 ?). (Da Il Popolo d'I1t1lit1 N . 229, 25 settembre 1935, XXII). legge 20 novembre 1932, X , nJJmero 1849, JJJIJe servit ,i mi/ilari. Viene is1ituila1 in aggi1111ta alla Commiuùme conwltiva Jemica generale per l'esame dei progett~ di imposizione di servilù militari, Ja CommiJsione speciale per gli aeroporti e campi di fortuna, e si diHiplina la co mpetenza delle dJJe Commiuioni.
• li 18 settembre t9n, il Comitato societario dei cinque ave...a present.1to le sue proposte: una specie d i mandato della Società delle nazioni, J:la jstituirc s ull'Etiopia e da deferi re in prevalt'az:a. all'Italia , li 21 settembre (ore 11- 13), Mussolini presiede la riunione dt'I Consiglio dei ministri della q uale è qui ripor.lato il resoconto, (Da Il Pop()/o d'llttlia, N, 227, 22 settembre 193,, XXII).
Uno schema di regio d ecreto legge conJe11en/e norme per l'avanzamento a11ticipttlo ed a 1celta speciale, nonché per l 1ammiuio11e alla Scuola di g11erra degli 11fficiali del regio Esercito in 1ervizio nelle colonie dell'Africa Or;entak Col regio decrelo legge 28 f ebbraio 1935, X/1/1 numero 2261 furono 1ospe1i gli eJami per l '11v,wz1111u11/o anticipato, per la scelta 1pecùde e per l'ammiuione t1.lia Smola di guerra nei riguardi degli 11ffidali in servizio nelle colonie dell'Africa Orientale. Si offre ort1. la pouibilùà di sostenere egualmente le suddelle prove, nelle colonie 1teue1 agli ufficiali che ne facciano domand a.
Uno Jchema di regio decfeto legge concem,nte /'a11me11to de/l'o rganico d,,; soll1'/ficiali dell'arma dei cm·abinieri reali. Le mw ve e1igcnze determinal e daJ/d. siruazio11e verificataJi ueile colonie dell'Africa Orienlale hanno reso 11eceJJdYio a11me11tare, i11 via trawiroria, di d11ece11/o rmità, l'organico com pleJJi vo dei Jo1t11ffeciali de/J'arma,
Uno Jchema d i regio d rc reto legge reltllivo alla co11unio11e di 1111a rpeciale iudennilà giornaliera ai militari del regio faercito durante il periodo delle esercitazioni continuative e delle grandi 1J1a11ovre p er l'ultima decade di ilgo1to 1935, Xll/, 1A Jpeciale indennità viene autorizzata, in aggiunta all'indennità di marcia doV1Jta ai semi delle dùposizio11i vigenti, a lito/o di rimborJO spe1a per logorio veJtiariq e vit'eri di con/orlo al campo, per il solo periodo delle esercitazio ni contintldli ve e delle grandi manovre che hanno chùuo il periodo d elle eJercilazioni esJive nei reparti del regio Esercito
Uno schema di regio decreto legge concemente il tralliimento, in caso di mobilitazione, dei militari ;ottoposti d procedimento peuale o condannatì, li provvedimei,to è iuleso a det erminare preventivamente il trallamento al quale d o vranno essere auoggettati in caso di m obili tazione generale i militari sottopo1ti a procedimenJo penale o condannati e sarà emanalo solamenle all'atto d ella mobilitazione generale, 1101t ritenendo opportuno estendere l'applicazio11e ai casi di mobilitazio ne parziale, dato il limitato n1'mero di classi che vengono richiamale per tali esigenze.
Uno JCbema di regio decreto legge concernente la nominà a soltote11ente di compl emento dei l1'ogotenenti generali, dei consoli e dei seniori d ella M .V.S.N. Si prevede la ponibilità di comenlire ai /uogotenemi generali, ai consoli d ella M.V.S.N. ed ai seniori che cop rano la carica di m iniJtri o 101/osegretari di Stato o di me,7:bri d el Gran
Comiglio o dei due rami del ParlamenJo, la nomina a JoUoJenente di complemento, prescindendo dai l'equiJiti richie1ti (limiti di etd e titoli di studio) dalie vigenti diJpo;izoni sul redutam'ento degli ufficiali..
Uno schema di regio deaeto l egge relativo all1aggiomame11Jo delle diipo1izio11i 111J/'ordinamento de/l'Eiercito.
Uno schema di regio de creto legge relatù,o all'aggiomamento delle dùposizioni 111lt'avanzame11/o degli ufficiali d el regio Eurcito.
U n o .schema di regio decreto legge relativo all'aggiornamento d elle dùpo1izioni 1ul uclutamenJo degli· ufficiali del regio faercilo.
Col regio decreto legge 20 giugno 1935, Xlll , mmiero 1257, fur ono a1m1enlati gli organici degli ufficiali delle varie armi del regio Esercito, esd111a quella dei reali carabinieri. Jn conseguenza di tale provvedimMlo, che è stato necnsario Jitt per amnentare gli organici delle armi di fanteria e di artiglieria iu dipendenza dei m,ovi mezzi di fuo co ad esse dùtribi,iti, JÌa per la f ormazione del Corpo degli ufficiali automobilisti e del ruolo degli ufficiali de/J'/Jtituto geografico m ilitaie, ii è proceduto ora all'agg iom ame,110 delle disposizioni sull'ordinamento (per quanto rigua rda la d elerminazìone pal'ticolare dell'aum ento degli organ ici), mll'avanzamento ( per regolare /lavanzamemo degli uffiriali del nuovo Corpo auJomobilisJico e del nuovo ruolo J;Jiluto geografico militare) e ml recllltamento ( per detJare le norme nece.sJarie per il reclutamento degli ufficiali J/eui)
Uno schema di regio decreto legge co ncernente il JratJamento econ omico al personale m ilitare mobili/dio . li provvedimento è inteso ad eliminare la disparità di lra/Jamento Jra ufficiali i11 servizio aJJi vo permanente ed ufficiali richiamati dal congedo , mobilitati, consentmdo a questi ultimi, anche nei primi tre mesi di richiamo, il medesimo lraJJam ento econ omico dei pàri grad.o · in Jer vizio permanente effe1ti110, anch e per q11anJo rig11driia la i11den11iJà m ilitare, che finora veniva corrisposta "gli N/ficiali" richiamali dal conged o e per tulla la durata del richiamo nella misura stabilita per i pari grado celibi in servizio permanente effellivo.
Uno schema d i regio decreto legge conteneme n orme relative al matrimonio_per procura dei militari in servizio nelle colonie d ell'A frica
Orientale Nella considerazione che la permanenza _nelle colonie del• l'Africa Orientale di 1111 to11ti11gente di trnppa superiore al normale potrà protrarsi per lung o Jempo e ch e difficoltà di vario genere pot,-anno non permei/ere la concessione ai mi/iJari e militarizzati in servizio i n quelle colonie di licenze per tonJrarr e maJrimonio o per regolarizzare unioni i/Jegittime, si stabiliJCe, col provvedimento anzidetlo, Ja pro~ ced ura da seguire da parie degli i nleresJali per conlrarre mtJt ri monio per procura
, Uno schema d i regio decreto legge per /'armo/amento vol ontario di Jpecializzati per il regio EJercito. Il provvedimento con.tellle al miniJtero della Guerra la faco/t~ di indire particolari arruolam; nli di militari specializzati indispemabili per /'efficetiza dell'Esercito.
Uno JCbema d i regio decret o legg e ,be apporta modificazioni alle norm e i n vigore per l'amminiJJrazione della g ùntizia penale mi/ilare Il provvedimento è inteJo a rimuovere i non lievi inconvenienti d eri1J(Jn/i dalla mancanza di coordinamento' t ra la ,mova legillazione penale comNne e quei!a penale militare, ormai a11Jiqliata 1pe,ie in relaàone alle eccezio11ali contingenze del momento ed in atteJa della i~1tegral e riforma dei codici penali militari, di prossima attuazione
Uno uhema di regio decreto concernente la costituzione di grandi unità d ella M.V.S.N. e l'equiparazio11e dei servizio prestaJo dalle camicie nere nei reparti inviati nell'Africa Orientale al urvizio presJato nel regio eurcito. Con tale provvedimettJo si dùpone la formazi one di di visioni di camicie nere per le necessità tfell'Afrùa Orientale ed analogamente a q11anto stabilisce /'articolo 14 del t esto unico ml rec/11lamenlo d el regio EJercito per gli arrNolati nelle formazioni libiche della M.V.S.N., viene 1anciJa a /NIii gli effe/li' l'equivalettza del servizio preslalo uei reparti del~e camicie nere destinali all'A frica Orie111ale, a quello prestato nel regio Esercito dai giovani iscrilli di leva e non ancora chiamati per l'esame personale ed arruolamen.to e dai militari in congedo da richiamare alle armi e ciò pe,- evitare a loro carico la dichia· razione di t'enitenza e di dùerzione.
Uno schema di regio decreto legge che eleva a cinq11anJacinque a1111i il limi/e per le dom,mde di ·,evoca de/te dichiarazioni di riforma e reca norme per la nomi11a a soJtotenente di compleme11to di ·talune categorie di militari. Il provvedimento concede ai militari o iscriJJi di l eva già riformati di chiedere la revoca della riforma sino al cinquan/acùz . qru;imo anno d i età anziché fino al trentaduesimo anno di età, come è stabililo dal decreto legge 9 maggio 193.5, Xlll, numero 812, e di chiedere, se ricono1cùlli idonei, la nomina a soltolenenle di compie. mento, anche con la dùpensa da qualsiasi f erma di levai consente ai membri del Governo e del Gran Consiglio del fasciJmo, ai Jenat ori e deputali in carictt e ad altre personalità di chiedere ed oltenere la nomina a sotto tenente di complemento 1ù10 al ci11q11antacinq11esimo 61mo di età, prescindendo dalla presentazione. dei titoli di s/11dio; con· 1e11te infine la nomina ad ufficiale di com plemento a coloro che abbiano Jflperato il normale limite massimo di età e ,be chiedano ed oJJengano, in tempo di mobilitazione generale o parziale, la destinazione a reparti m obilitati i.A situazione ·creala· dall'invio di truppe mobi/Jtate nel/'A/rùa Orien111/e ha reso indispensabile provvedere alle neceuità dei quadri ço1l' l'affidare a numero;i ufficiali le funzioni del grado superiore. Si ritiene ora opportuno ed equo stabilire per i dclii ufficiali un parlicolare JraJla· mento economico1 attribuendo loro le Indennità fi11e ed eventuali corri1pondenli al grado di cui esercitano le funzioni.
Uno schema di regio decreto legge concernente il traltamen/o economico degli flfJiciali inveJliti def/e f11nzio11i del grado 111periore.
10.. XXVII.
Uno schema di regio decre/o concernente il pauaggio degli imegnanti civili degli Jstituti militari nei ruoli dei pro/cuori delle scuole medie dipendenti dal ministero dell' Eti!!cazione ndzionale. li provvedimento ha lo JCopo di migliorare la carriera del personale civile ime• gnante negli lstiluti militari (ruolo ad e1a11rimento), (Omentendo la poHibilità di raggiungere il grado _!l!Jlo (preside), come il per10nale imegna.nle de/le Jcuole medie. I n caJo di nomina a. preJide, i profeuori saranno de1linati agli !JJitut i scola1tici dipendenti da/l'Ed11(azione naziona.le.
Uno schema di regio dureto che eJtende ai JOtl#/ficiali del regio E1ercito il conferimento della medaglia al m erito di lrmgo (Oma,;do. Il conferimento della medaglia 111ddella, istituita per premiare gli ufficiali che abbiano dedicalo le loro migliori energie all' eurcìzio ed al perfezionamento de/l'arle del comando, viene eJteso a'nche ai Jot111fficiali che abbiano raggiunto, anch e in più ripreJe, i seguenti periodi di co· mando di reparto: medaglia d'oro, 1,·enti anni,· medaglia d'argento, q#Ìfl· dici anni,• medaglia di bronzo, dieci ,umi .
Uno uhema di regio decreto concernente l'istituzione in Ali/ano -di 1111 collegio militare. Il nuovo collegio militare, istiluito ..i detorrere dal 1° ollobre 1935, Xlll, comprenderà rm regio liceo dauiro su d11e Je· zioni, ed 1111 regio liceo 1cientifico con ,ma Jezìo11e.
Uno schema di regio decreto concernente modificazioni all' articolo 29 del regolamento per /'eucuzione della legge 11 ma rzo 1926, anno IV, numero 416 . Si estende ai militari in s ervizio reJidenti all'estero la proced11ra previJta per gli accertamenti medico legali concernenti militari in congedo illimitato del pari residenti all'estero.
Uno !Chema di regio decreto che modifica le norme Jul reclutamento d e/ perwna/e dei dùegnatori temici d'artiglieria e genio. A llo uopo d 111uicurare ai d1Je servizi dei dùegnatori tecnici d'artiglierit1 e gen io p ersonale temicammte preparato in cùuctma branca di specia· lizzdzione, si conferisce all'amminùtrazione della G11erra la facoltli di coprire le vacanze nei relati vi moli, mediante /',m11nzione di specialisti nel ramo lecnologiio meccanico ed in quello archilellonico edile, previo distinto accertamenJo delle capacità nei due rami di specializzazione.
Uno schem'! di regio decrelo relati vo al fondo maSJa vitto dei ca· rabinieri reali. Il fondo vitto dei carabinieri reali ;arà co;tiluÙQ CQll JOmme d 'esdtui va pertinenza dei militari, raccolte ,on opportune rit enute 111i premi di rafferma o sugli auegni, in ragione- di lire duece11to per . ognì militare, ,mzirhé con anticipazioni de/l'amministrazion e Uno Jchema di regio decreto legge con il quale ve11go110 chiamati <I nuova vùita triJli i rifo'rmati delle claJSÌ dai 1901 ai 191 4 ((} mpreso Il provvrdimento è stato determinato da ragioni di giaslizia, in omag· gio al priuàpio baJi/are che la qualità di mi/ilare è i m cindibde da que/Ja di cittadino.- La revisione potrà effettuarJi grlkialament e, i11 re· /azione alle e1igenze_.di carattere militare.
~oi, il Comiglìo dei ministri ha approvato, Jtt propmta del capo del Go verno, miniJtro della Marina:
Uno uhema di regio decre to legge con il quale, in Jost ituzioue del regio decrelo legge 16 Jetlembre 1926, I V, 11mner-o 1784, si detta 110 n11o ve normè circa l'imbarc o di 11/fici,di nella regia Marina Jff piro• Hafi d ella Marina mercantile, per migliorare l'islruzione profesJionale degli 11/iciali di vaHello, del genio navale e delle ,apiMnerie di porl o M entre, in/alfi, col d ecrelo che .ri abroga, era p,·evìslo l'imbarco di 11/ficiali di vari Corpi in m,mero non Jllperio re a Jei co 11 1111 capo gruppo romune, ora si prevede l'imbarco di ufficiali di determinati Corpi cou ìl rùpeuivo capogmppo.
Uno .rchema di regio decreto che, a modifica di quello n marzo 1928, anno VI, numero BDO, dispone che i JOllfflficiali- della regia Marù1tJ., per esure ammessi alla regia Accademia navale, debbon o poJsedere lo Jleuo titolo di studio P,rescrillo dallo slatuJo d ell'A ccademia, cioè lo JleJio titolo richiesto per l'ammissione alla Facoltà di 1cie11ze matematiche, fi; iche e naturali e alla Smola di ingegn eri,1, 0 1 per glì allievi uffiriali di t81srello, affr Facoltà di srìe;,ze e<ono mirhe e rom· merciali.
Uno Jchema di regi o decreto legge rirca il /ralla me"to economico spellanle al perso"ale militare della regia M arina destinato a terra in colonia. Con tale pro11vedimenJo .r'ntende al perJona/q milittlre della re· gia A{arina deJlinalo a terra in colonia il tratJamenlo economico previsto dalle vigenli disposizioni per il personale appa rfrnente ai regi Corpi dì !ruppe coloniali.
Uno JChemtt di regìo decreto legge che apporft1 alcune _ varianti agli orga11ici d'alami corsi e gradi di ufficiali de/Ja regia Mal'ina. li provvedimento è in relazione alle provvidenze reccntemeJJle adottale per il potenziamento della flotta.
Uno u hema di dùegno di legge per la ra1ifi ca di cessioni graJuite di materiali ed effelti ·vari da parte di a111orilà della regia Marina.
S11ue~sivame11te, dal Consiglio dei ministri, sono stati app ro11t11i;
JJt propostd del ,;ap o del Governo, mi11ùJro dell'Aeron,mtùa, i segtJenJi provvedimenti:
Uno uhema di regio deaelo legge ,;011lene111e emendameJlli al regolmuento per la' navigazione ae rea. Viene modificato l'ar1icolo 70 dei regola11ie11to sulla navigazione aèrea, uella parie 1·ig11ardante i conlru!li a mi 101io 1ò1toposli, preJJo gli aeroporti d 'approdo, gli aeromobili che abbiano IOrvolato le zone vie/ate, o v i •ero colltravvem,Jo alle prescrizioni relalive alla qflota e alla ro/Ja, Lo 1chema sleJJo prevede altre modifiche ,li regolamento per la navigazione aereai modificht: rese neceuarie per adeguare la legislazione iulema ~Ile determinazioni normative inter·11azionali.
Uno schem,1 di regio decret o legge che detta norme circa il recl ft· lamento, lo sJalo, il trattamento economico e di. quieuenza d ei rotto· Lenenti m aestri di scherma della regia Aerona11tira. Nella vigente l e· g/Jlazione aero11t1utica1 non esÌJ/0 110 le norme per il redutameuto, lo staio gi11ridico e il trai/amento ero11qmùo e di qlfiesrenza dei so/loie· n enti maestri di .scherm a. AIJ'11opo. si è predisposto rm a pposito prov· vedimento che regoli la materia.
Uno schema di regio decreto legge che il1legra le norme rig11ard,1111i la conceuione di 1111 premio a favore degli acq11ire111i d ' aeromobili da i11rismo, Le vigenti norme escl11do110 dalla conce.rsfone dei premi gli Enl i e Auociazioni, ma tale eiclmione non appare gitntificata nei confronti di 11n Eme come il« Reale aero club d'/Ja/ia », che, come è nolo, esplica, nel/e pùì svariale forme, la propaganda aero11a111ira, al fine di form are una coscienza aviatoria nei giovani. Si vuole, pertanto, integrare, con lo schema anzidetto, le norme i n vigore, (Wmtette11do il benemerito Ente al godimento del pre mio a f avore degli acquirenti d 'deromobili da wriJ mo. 1 • :
U110 schema di regio decret o che approva la convenzione p er la cessione d'alami beni patrimoniali dello Stato al go vernat orato di Roma per procedere all'aperlllra d'una tmo va strada d 'acceIJo alla ci/là u11i versiJa,-ia dal viale pretoriano.
Uno !Cbema di regio decreto legge inteso a derogare, in vi,t tram iJo ria, ad alcune norme del regio decreto 28 genn.1io 1935, XIII, num ero 314, stil redutammJo ed avanzament o degli ufficiali d ella regia A ero11a11tica. In considerazione delle particolari ed eccezionali esigenze dei reparti, in relazione a/11aJJ1Jale m omento politico militare, si rende neceu11rio derog11re, in via transitoria, ad alwne norme che rei olano il recl11tame11to e l'avanzamento degli ufficiali. della regia A eronautica. A ciò si prov vede con il predetto schema di regio de crelo legge.
Uno schema di reg{o decreto legge con iJ quale si comenJe ai membri °del G overno e del Gra n Comiglio del fauiJmo la nomina ad u f - ficiale d elle rt1Jegorie in congedo nel r11 0 /o nt1vigt1nti dell'Arma aerot1a1J!ica, con g rado non u,periore a quello di capitano. ( +)
Precedenti E Dati Di Fatto
La crisi attuale della Società delle nazioni non è la prima e non è la più grave.
Quando il Giappone spinse innanzi le sue armate nella Manciuria e nella Cina settentrionale, Ginevra fu a u n pericoloso bivio. Ma. n es. suno allora parlò di sanzion i e tan to .Qleno furono avanzate proposte per applicarle. Non entriamo nel merito della quest ione. La spedizione nipponica poteva o non poteva essere condannata. Sta d i fa tto che Ginevra la condan nò, senza tuttavia fare il minimo passo sull a via peri· colosa dell e sanzioni. T utto s i ]imitò all a nom ina di una com missio ne, il cui resp onso, dopo essere stato approvato, fu, con rego lare procedu ra, p assato agli a rchivi.
Nessuno a Ginevra ha più pensato a riap rire Ja d iscuss ione sug li affari manciu riani e ~inesi. Alla Camera .dei Comuni fu persino dichiarato che la situazione in Cina era «mig liorata». E i giapponesi perf ezionano tale mig lioramento, estendendo l' occupazione a d aJtre zone.
La Germania, in materia di a rmamenti , si sottrasse agli obbl ighi spe· cificati n el Co vena nt. Anche su questa verte nza noi non intendiamo dare giudizi. Il f atto si è che le decision i tedesche del 16 ma rzo scorso furono apertamente condannate dalla Lega. Tuttavia nessuno fece verbo su lle sanzioni.
D ue mesi dopo, il 18 giugno, l'Inghilterra concludeva un accordo con il Reich, precede ntemente cond a nnato a Ginevra, e d estran iatosi perc iò dalla Lega. Le sanzioni si tramuta rono in un accordo.
Si parla ora dell'impossibilità di risolvere la verteriza etiopica fuori del sacro recinto societario. La g raviss ima vertenza tedesca fu invece risolta assa i lontanto dai muri d e lle lamentaz ion i ginevr ine . Chi la risolse fuori d e lla Lega, fu p recisamente l'Ing hilterra.
Per la Boli via e il Paraguay, in guerra nel Chaco, n iente sanzioni.
Si dice che un'occupazione militare in Etiopia violerebbe la sovranità <li quello Stato, che è un non Stato.
Sta d i fatto che l'Jrak, paese assai p iù civile dell'Etiopia , nonché indipendente, è sottoposto all'occupazione mil itare britannica
La stessa India, m embro della Società delle nazioni, è sottoposta all'occupaz ione militare inglese.
L'Egitto, paese d i civiltà antichissima, nonché St3.to cosiddetto in· dipendente, è milita rmente occupato d agli ing les i.
Quali ragioni sì, oppongono a che l'Etiopia, di cu i Ginevra h a riconosciuto Je condizioni di anarchia e di schiavismo, non sia riordinata secondo i sistemi adottati dall'Inghilterra in India, in Egitto e ncll' Jrak?
In conclusione: le sanzioni non _furono mai né specificate, né proposte, né appli~ cate in precedenti e più g ravi casi; Ginevra, se le avesse appltcate, avrebbe sca tenato tre guerre, una in Asia, una in America, una in Europ.i.; la crisi per gli armamenti tedeschi fu risolta dagli inglesi, per quanto direttamente li concerneva, cioè per Ja flotta, fuori Ginevra; esiste un'occupazione britannica in paesi indipendenti e sovrani, non· ché più civili dell'Etiopia.
Da Il Popolo d'Italia, N. 231, ·21 St"ttcmbrc 1935, XXJT (w}.
SINO A QUANDO?
L'Etiopia ha presentato a Ginevra assicurazioni di pace, ma p roprio in questi giorni conduce innanzi la mobilitazione generale delle sue forze. Il Comitato della Lega umi lia la dignità europca sino a r ingraziare il f aJ dei ras e stabilisce la congiura del silenzio sulla mobilitazione, la quale .è confermata da giornafoti fratlCesi, tedeschi, americani e inglesi~ testimoni di quanto accade nel paese societario d ella barba.r ie schiav ista. ·
Si è rumorosamente protestato contro le misure precauzionali italiane, Ora si tace sulla mobilitazione delle orde etiopiche, che aggrava b. minaccia contro le nostre colonie dell ' Africa O r ientale.
Il N egus, costantemente ispirato, e non dai suoi stregoni, ripete le sue false assicwazioni. Ma la stampa mondiale ri produce circostanzi ate not ìzie circa preparati vi di imminente attacco d a p arte di rttI etiop ici, specialmente contro Ia Somalia.
Quale ga ranzia dà la Lega all'Italia contro questa minaccia di barba ri armati, che ogn i giorno si aggrava ? A Ual-Ual gli italiani erano sessanta e gli etiopici millecinquecento. .E. evidente che i sessanta non potevano aggredire . i millecinquecento e che gli etiopici si erano presentati in massa per un'aggressione premeditata. Tuttavia la Commissione incaricata di decidere ·tra i millecinquecento aggressori e i sessanta agg rediti, emise un responso che evitava a ll'Etiopia la qualifica d i Stato «aggressore». l .delegati italian i fu rono posti in minoranza. Ormai s iamo di fronte a un.:t presa di posizione societaria, da rui è perfettamente vano sperare un minimo di giust izia e anco r più vano attendere un min imo d i garanzia per la \•ita d ei nostri soldati.
In una vertenza tra uno Stato che ha dato tre civiltà a l mondo e un coacervo di orde barbare, riconosciute incapaci di ordinarsi civilmente per fon:a propria, Ginevra offre lo spettacolo stupefacente di d ifend ere apertamente lo schiavismo.
N ello stesso Co venanl, all'articolo 22, capitolo 5, è espressamente dichiarato che il grado di sviluppo in cu.i si trova no alcuni popoli , « specialmente dell'Africa centrale, es ige» c he u n mandatario << vi assuma l'amministrazione del territorio in condizioni che - con Ja proibizione di abusi, qua li la tratta degli schiavi, il traffico delle armi e dell' alcoolgarantiranno la libertà d i coscienza e di r eligione, senza altre l imita· zioni che quelle che può imporre il mantenimento d ell' ord ine pubblico e dei buoni costumi, l'interdizione di stabilire fort ificazio ni o basi militari o navali e di dare agli indigeni. un' istruzione militare, che non sia per la Polizia o la d ifesa d el territorio, e che assicureranno equamente ag li a ltri membri della Società condizioni di uguaglianza per gli scamb i ed il commercio ».
Questo articolo, che avrebbe potuto esse re appÙcato all'Et iop ia, è de liberatamente ignorato da Ua Società.
L'Etiopia è uno di quei t erritori dell'Africa centrale, in cui, per riconoscime nto societa rio, .prosperano la t ratta degli sch iavi, il traffico delle armi, ecc. Ma la Società difende questo paese schiavista e pretende vietare all'Italia, anche a costo di scatenare un conflitto europeo e mond iale, di stabi lirvi l'ord ine.
Ha_g iustamente rilevato Sir Edward Grigg, membro del P arlamento britannico, che l'arpm inistrazione dell'Etiopia dovrebbe essere affidata ad una sola nazione, sotto fo rma di un qualsiasi mandato.
« vi . è una nuione che ha il diri tto di rivendicare questa re,ponsabilità - ha aggiunto Grigg - essa è l'Italia, che fu alleata della Gran Bretagna in guerra cd è stata ingiustamente trattala ».
Ma .l'Italia è ancora una volta << ingiustamente trattata» Coloro che vorrebbero sovvertire l'o rdine europeo sono contro di noi, ed è log ico. Ma è stupefacente che s iano contro di noi coloro che beneficiarono della vitto ria « comune » e che ci negarono altri mandati, obbliga ndoci- conseg uentemente ad orie ntarci verso fEtiopia.
Lloyd George predica la bella guerra del Covenanl. Dopo aver provocato il conAitto armato in A sia Minore, che portò al bombardame nto d i Smirne , a rivo lg iment~ in Grecia, nonchè a lla caduta del Partito liberale Ing lese, il vecchio demagogo sogna altre 6amme O ttantenne, egli spera d i essere ancora in te mpo per scatenare un nuovo ronAitto, questa volta in difesa degli schiavisti.
Prendiamo atto di queste aberrazio ni , che degnamente si accompagnano alla mobilitazione ordinata daJ rdJ dei raJ contro un paese il quale d iede settecentomila morti e cento m iliardi per una vittoria comune, da cui l'impero britannito uscì ampliato di oltre due milioni e trecento mi la ch ilometri quadrati di territorio.
Sino a quando l'ltalia potrà rimanere a Ginevra ?
Da li Popul<J d'Iralùr, N. 232, 28 settembre 1935, XXII (111).
369" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Il D ure ha riferito ampiame nJe .ml/e fasi della situazione dal/' 1,/Jinto
Consiglio dei minùtri.
T utti gli uom ini' di buona fede del mondo hanno riconosciuto il diritto dell'Italia nell:t ripulsa delle suggestioni del Comi tato dei cinq\le.
Le proposte avanzate non solo non tenevano conto alcu no d elle necessità d i espansione e di sicurezza dell'Italia , ma ignoravano completamente tutti i trattati che hanno, in di verse epoche, <lai 1889 al 1906, al 1925, riconosciuto la priorità degli interessi italiani in Etiopi a.
Il Governo italiano non prenderà alcu na iniziativa su di un te rreno e in un ambiente dove i suoi diritti sono p regiudizialmente misconosciuti.
D "altro lato, mentre la Lega delle nazioni si racchiude nei labirinti formali d elle sue procedure, l'Etiopia ha còmpletato in questi g iorni la mobilitazione di tutte le sue forze, nell' intento dichiarato d ai « ras» d i° attaccare le fro ntiere delle colonie ital iane
L'annuncio dato d al Negus a Ginevra di a,•ere ordinato un arretra· mento delle sue t ruppe di trenta chilomet ri, non può esse re assolutamente preso sul serio dal Governo italiano e da nessun G.overno degno di questo nome.
T ale esped iente ha un obiettivo strategico e non uno scopo pacifico : mascherare meglio i preparativi all'interno e fortificarsi su posizioni più solide.
• Il 26 settembre 1935, a Ginevra, in un complicato :1.«avallarsi di pto· cedure, un Comitato societario di tredici membri aveva avuto l'incarico di studiare le m isure da p rend ere nel caso J'Jtalia avesse iniziato operazioni militarì contro l'Etiopia ed il Negus aveva annu nciato alla Lega delle na.zioni il ritiro delle sue truppe a trenta chilometri dalla frontiera, disposizione in realtà non applicata {352). Il 28 settembre, il Negus conferma ufficialmente :1. Ginevra di aver già ordinato la mobilitazione generale delle forze etiopiche (n2) lo stesso 28 settembre, dalle 10 a lle 12.30, Mussolini presiede la riunione del Consig lio dei ministri dell a quale è q ui riportato il resoconto. (Da Il Popol o d'llalia, N 233, 29 settembre 1935, XX II).
Data questa situazione, Ja· partenza delle nostre division i ha preso in questi ultimi giorni un ritmo notevo lmente accelerato. Prima di 1epararsi, il Comiglio dei ministri ha coJÌ precùato le linee della sua condona nell'immediaio domani:
I. - L'Italia nou abbandonerà la lega delle 11azio11i, sino al giorno h1 mi la Lega sJeJSa non si sia asmnta in pieno la responsabi lità di «misure» che colpiscano l'Italia.
2. - Dopo aver avuto comunicazione dei cordiali Jermini del messaggio verbale di Hoare,. trasmeSJo da/l'ambasciatore inglese t1 Roma, Sir Eric Dmmmond, il Consiglio dei minislri dichiara amara tma volta, come già à Bolzano, che la politica dell'ltttlia non ha mire immediate o remo/ e che possano ferire gli intereni d ella GMn Bre1t1gna. Il Go vèrno inglese, dal 29 gennaio ad oggi, è sia/o informa/01 nella maniera pi,ì leale, d egli obiettivi roloniali d ella politif4 italiana e d egli interessi che la guidano, intereui rùo1101ci11ti i n a((ordi bilaterali dttlla stessa Gran Bre/ag11a. Il popolo ingle1e deve sapere, al disopra di ltft:e le mistificazioni a11tifaui1le, che il Governo iJa/iano btt com11nira10 a quello britannico di euere promo a Ira/lare per 11/Jeriori accordi che tranq11il· lizzino per qNanlo concerne gli intereui legillimi dell'Inghilterra nell'Africa Orientale.
3. - li G overno fasciJta dichiara nella maniera pùì solenne rhe eviterà //Ilio qflello che può allargare s11 11n pùì vaslo /e ffe11 0 il conflitto ihtlo·eJiopiro.
Prima di Jogliere la seduta, il Comiglio dei ministri ha inviato ai comandanti e ai gregari delle divisioni eritree e somal e il pitì caldo saluto e il più fervido 11010.
Tale Jalt,to estende tt t111ti i soldati ·d'Italia che presidùmo la ptttria ffllla terra, ml mare, nel de/o. ·
Addita 111/a gratiJJ,dine d ella nazione i trentamila operai, che hanno, col loro lavoro di p ochi mesi, e in rondizioni es1retna me111e difficili, compiuto la preparazione loght ica delle nosJre d11e rolonie dell' AJ,-ica Orientale.
Infine, ·il Comiglio pl"ende atto della calma, della diICiplina di wi dà prova il popolo ilaliano in que;Ji giorni cos) carichi d i eventi, co ntegno che è la ra ra/Jeristira di rm popolo forte.
1/ Comiglio dei mini1tri constata che in ql(eJ/o periodo, di v erament e alta Jensione spirituale, il popolo italiano, temprato da tredici mmi di regime, è Jotalmenle compa110 attorno alle imegne della ritiO· luzione fa1cis ta.
Prossimamente Jo dimostrerà al mondo <on una mobilitazione <ivi/e unza precedenti nella storia,
Su proposta del <apo d el Governo, minùtro della Gu erra, il Comiglio dei minùlri ha approvato :
Uno schema di regio decret o legge concernente il trai/am ento economi<o al personale delle Forze Armale deJ/o Stato ne/J'evenluatità di 1/a/o di guerra nelle <afonie dell'Africa Orientale. Il provvedimento diJ(iplina in maniera organica il Jratlamento economico da corrùpondere al per1011ale militare e miliJarizzato delle Forze Armate dello Staio nell'evenl11alità di dichiarazione di stai o di guerra nell'Africa Orientale. Il t ra/lamento economico di mi sopra sostit11irà, all'allo della dichù1ra· zione di stato di gtmu, quello aw,alm en/e vigenle.
Un o schema di regio dure/o legge con il q11ale, in seg11ito alla n11o va orgt1nizzarioni mi/ilare delle isole ilaliane dell'Egeo, si de!ermina i l trai/amen/o eco'1omico !pellante al generale <Oma11dante le 1ruppt> dìs/o . raie in dette iJole, nonché tp1e//o dei comandan1i i presidi di Rqdi e di Lero,
Infine, il capo del Governo ha preuntato i uguenti provvedi menti di competenza del ministero per la Stampa e la Propaganda.
Uno schema di regio decreto legge rela!ivo al seq11estr-o di Jtampati. Viene alfribflila al miniJJero la fac o/Jà di impartire ordi11ì ed ìstruzioni an<he direttamente alle a11torilà locali in materia di 1eq11niro di stampati nei caJi previJti dall'arJicolo 112 della legge di P11hblica Simrezza.
T aie facolJà Jarà eurcilafa in concorro col miniJJero del/' /nl erno
Uno schema di regio dure/o legge riguardante il <ollocamento del reper/orio drammatico. li provvediment o wbordina à und speciale auto• rizzazione del ministero per la Stampa e la Propaganda J'esercizio dell'aJJività profeJJionale pel collocamento in reperJorfo d elle opere dramtrintiche non musìcali italiane e Jtraniere, Ogni infrazìone è punita co11 un'ammenda da mille a cinq11~mila lire, Viene istituita ,ma commiSiione di vigilanza ml col/ocamenJ~, prnieduta da//1ispet1ore per il teatro, e compo1ta di qffattro membri, deJignati dalle organizzazioni ed Enti intereuati,
Un o JCh;ma di regio decreto legge riguardante i compensi mauimi ,comentili 11gli t1rJisJi lirici ed ai manlri direllori di orchestra nei teatri lirici e per le stagioni liriche Jovvenzionate dallo Stato, dai comuni e dagli E111i pubblici. Il decreto ùti1t1iJce ,ma commissione, che ha il "compito di determinare annualmente i compemi mauimi che pouono euere prelesi dagli artisti lirici e dai maestri direttori d'orcheJtra, laJCiati fin ora alla privala contrai/azione. Le deliberazioni della commis1ione Jaranno rese di pubblica ragione e sm·t11mo comrmicale a mezzo ·delle organizzazioni competenti agli arti.rti, ai mae1tri direi/ori ed all'Ufficio nttZionale di coJ/ocamenlo. Le infrazioni rilevate dai prefelli e dagli iipettori corpora/ivi saranno segnalate al ministero, che provvederà, a m ezzo del/a co,pmùsione, ad applicare le sanzioni relative.
Uno J(he'ma di regio decreto legge rig11ardan/e la pt1bhlicità dei prezzi di albergo. Vengono modificate, completamente, ed in parte anche innovale, le dispotizioni vig enti relative alla pubblicità dei prezzi degli alberghi, pensioni e locande. Il decreto contiene n orme m l/e denunce, rese obbligatorie per gli eurcenti, e contiene le S4 nzioni che il mi11ù/ero può app_licare 1ulle incomplete o falu denunce e m ila mancala applicazione dei prezzi dichiarati. Viene re1a obbligatoria la compif4zione di un bolle/tino di tipo unico per IIJJJo il R egno, nel q11ale ogni albergo deve comprendere tulli i dati relativi al 1111mero delle · camere ed al prezzo comple1sìvo dì cia1ama dì eue, comprensivo di 1111/e le prestazioni abìt11ali, con la aggiunta del diritto fi 1so e dell'impo!la di mra e soggiorno, quando 1ia !lata applicata dal comrme rispeuivo.
Uno schema di regio decrelo legge l'ig 11ardante la vigil~nza Jt1 i rifugi di montagna. Data la notev ole im porla nza che tali esercizi vann o acquistando per la maggior partecipdzione d el pubblico allo· 1po rt esmr1ioniltico, 1i è reJO nl!CeIJario provv edere ad ,m'adeguala vig ilanza rnll'impia11Jo di nu011i rif11gi e sul frmzio11amenlo di eui.
Uno schema di regio decreto legge relaJivo alla ta11a di doppiaggio delle pellirole 1traniere. Col provvedimenlo J11ddetlo, il d ivieto d i proietJare nelle 1ale cinematografiche del Regno le pellicole 1onore non nazionali, il cui adallamento stJpplemenlare in ling"" italiana sia stato eseg11ilo all'e1lero1 viene e.Jte10 alle pellicole di lunghezza inferio re ai mille metri. LA ta11a di doppiaggio, dovuta finora nella mis11rd fiu a di lire ven1ici11q11emild, viene Jtahilita in ragi one del dieci per cento s11ll 'intero imporlo delle quote spellanti alle dille distributrici Per le pellicol e 111periori ai mille metri, delta / aJSd non p otrà in ogni ca10 e11ere inferiore a lire 'Juindicimila per cia1ama p eJlicola. LA rùcoS.Jione del d iriJto è aff idala alla S ocietà degli aulori ed editori. I produ/lori di pellicole nazionali proiellal e in p11bblico per la prim a v o/Ja dop o la data di ·emanazione del pro vvedimento, av ran no diri J/o ali'esonero della t a11a predeJJa in confronl o di cinque d oppiaggi in lingua italiana di p ellicole tlraniere, fino alla concorrenza di lire q1'indicimi/a per ciauun doppiaggio. Le dille importalrici che invntono nella produzione di pellicole nazionali le somme ad e1se 1pe11anti per diritto di eJ(/u1ività, avranno rm abb110110 nella mÌJura del cinquanta per ceuto della laJJa di do ppiaggio, Il provento della JaJJa 1arà per due terzi destinalo ad ù 1cremetttare e migliorare la produzione cinematog rafica nazionale
Uno·sch em a di regio decret o che porla m odificazioni allo statfllo d el R.A.C.T. In uguito a tali modifiche, il R.A .C.1. viene p osto ·solfo la vigilanza del miniJtero Per la SJampa e la Propaganda. L'organizzazione delle ma11ifesl azioni 1portive a11tomobilùtiche viene demandai" ai C.O.N.I. li presidente generale d el R.A.C.I. è nomirutJ o ron regio d~creto, !Il proposJa del miniJtro per la Stampa e la Prop<1ga11da.
ALLA PRIMA RIU NIONE DELLA CORPORAZIONE DEI CEREALI*
lJ D11ce con d11de la dùmSJione ml ()rimo comma dell'o rdine del .giorno con almne osservazioni circa il 1ùfema degli 1m1maui, che de11e eJiere manovrato in modo che po1st1 giot•are al prodfltlore, evild11dogli la iatt11ra della Jf!endita preripitt1Ja, ed al constimatore, tende,,do a raggiungere l'eq11ilibrio d ei meJ"Cati 1~11z11 amnenti m1orn1t11i dei prezzi al minut o .
AI DELEGATI AL TREDICESIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE D EGLI ARCHITETTI***
Il D11re h,1 risposto ricambiando il S(fÙJ/o cordiale ai rappresentanti l'architelttll'a ~i llllfi i paesi, auictmmdo particolarmente la ma simpatia per gli architeffi che sono degli arli!ti e dei realizzatori e per l'archite/111ra, che egli ritiene la vert1 regina delle t1rti,
• A Roma, a palazzo V enezia, il pomeriggio del .28 settembre 193), 1fussolini presiede la prima riunione della corporazione dei cereali. In tale occasione, aJ termine della discussione sul primo comma dell'ordine del giorno (Li dif1;a del prnzo d el gr.rn o}, fa Il!' dichiarazioni qui riportat e in r iassunto. (Da li Popo/Q d'Italia, N . 233, 2!fsettembre 193S, XXJJ).
** « Il Duce apre q uind i In discu$sione sul secondo comma dell'ordine del giorno: · Revùione delle nMme 1ig11drd.rnti l.r dùdp/ina della m4Cin4Uont del granO'. (+) Il Duce riassume la discussione mettendo in rilievo gli uSpetti più importanti; ,quindi, salutato alla voce, chiude la seduta, rinviandone il seguito a lunedì mattina presso il ministero dd[e Corporazioni ». (D::i li Popolo d'Italia, N. 233, 29 settembre 193~. XXII),
••• Il 29 settembre 1935, Mussolini aveva trasmesso a D e Bono le ultime disposizioni per l'avanzata (297). Il 30 settembre, gli telegrafa ancora (298). Lo stesso 30 settembre, a Roma, a palazzo Vene-zia, riceve j « centotrenta delegati ufficfa li di tutte le n azioni del mon(IO convenuti al tredicesimo congresso intema2ionale degli architetti. Essi er:ano accomp;1gnati da ll'on. C:al:za Bini, che li ha presentati al Duce, ri~ ssumendo le impression i entusiastiche, ·specialmm te
Co,zJinuaudo, il Duce ha e1p reuo tutta la 11ta profo11dt1 (Oll t1i11zio11e mJ/a 1,eces1ilà (be l'ar(hiteltJJra l"isponda 111/a umibilità d ei tempi mo• demi e (be esprima ,ieuamente la f1111zione d egli edifi(i.
Dopo avere accennalo ai (011cetti che lo hanno guidalo nelle opere di riJa11ame11Jo e di messa in valore nei grandi monmnenti romani, ha rilevato con 10ddisfazione (he gli ospiti non hanno so/Ja11Jo ammfrato le opere antiche e moderne, ma anche gli uomini della nuova It alia, che lavorano 1ermi e disciplùMti. (Applatt!i vibrami ed interminabili hamw ac_cotto le parole del DPce).
Diritti Di Un Popolo
I corrispondenti stranieri da Roma segnalano la calma e la serenità del popolo italiano. n una constatazione di fatto, superflua per noi, ma opportuna per l'opinione pubblica mondiale.
Di fronte alla vertenza etiopica, il popolo italiano è calmo e sereno, perché ha coscienza del proprio buon diritto.
I. - li nostro Governo ha denunziato a Ginevra, docwnentandole in un lungo elenco, Je- aggressioni etiopiche. Le nostre colonie nell'Africa Orientale sono in uno stato di insicurezza. La politica italiana di collaborazione con l'Etiopia è stata resa vana dall'ostruzionismo, dal malvolere e dalle aggressioni di cui l'Etiopia stessa si è resa respon· sabile. L'annunzio della mobilitazione aggrava la minaccia già in atto.
2. - L'It alia offrì « spontaneamente » un eroico, decisivo contributo per la vittoria degli Alleati nella conflagrazione mondiale, ma non ebbe in compenso alcuna colonia. In t redici anni di regime abbiamo bonificato a ll"inkrno tutte le zone bonificabili. La necessità della nostra espansione - che di tutta evidenza dovrà essere « colon ia le » - sono state riconosciute da Sir Samuel Hoare alla Camera dei Comuni. In un recentissimo docwnento inglese si dichiara che il mondo non può essere «statico». f. questo il convincimento di tutti gli italiani, ed è questa una verità storica, cui è stata sempre ispirata, realisticamente e idea- della loro visita alle grandi opere di Sabau~ia e Littoria, da cui gli a rchitetti stranieri provenivano direttamente. Il presidente del C.P.J.A., archite tto Vischer di lkma, a nome di t utti i delegati, ha portato al Duce il ringra ziamento per l'accOgHenza che il Governo italiano ha. voluto fare agli archìcetti stranieri convenuti e ha manifestato la sincera ammirazione pe r le superbe opere compiute in Roma, facendo l'augurio per lo sviluppo ed il trionfo del progiamma del popolo italiano sotto l"egida del regime. fascista o, All'architetto Vischcr, il capo del Gov('mO risponde con le parole qui riportate in riassunto, (Da Il Popolo d' 1111/ia, N. 234, 1° ollobre 1935, XXII) listicarnente, la politica del nostro Governo. · Il princif>io statico non potrebbe dunque essere applicato all'Italia, negandole i diritti ad essa già riconosciuti in Etiopia, dopo che l e fu rifiutata l'assegnazione d ei mandati sui territori ex-nemici, resi disponibili in seguito alla vittoria comune e tuttora « di proptietà societaria».
3. - Il Covenanl fu violato già da altre nazioni, anche con atti di guerra. Il popolo italiano legittimamente domanda perché mai, in tali precedenti violazioni del Patto societario e dello status quo, non si parlò mai di sanzioni e perché mai queste dovrebbero essere proposte, definite ed applicate soltanto nei suoi confronti, per una lontana e localizzata vertenza coloniale.
4. - la Società delle nazioni ha riconosciuto la necessità di sottoporre l'Etiopia a una specie di mandato esterno. L'Italia ha su territori etiopici speciali diritti, riconosciuti da Inghilterra e Francia, e confermati in documenti diplomatici, anche posteriori all'amÌnissione J cll'Etiopia a Ginevra. Il popolo italiano domànda perché gli si rifiUta l'àttribuzione di uno ~peciale compito - altamente civi le - in Etiopia, e gli si nega il riconoscimento pratico di tali diritti, specificati e confermati_.
5. - L'Italia ha seguito una politica di leale collaborazione in EUropa. Il convegno di Stresa è dell'aprile scorso. La collaborazione presuppone un minimo di comprensione per le nostre necessità di vita. Il nostro popolo ha, pertanto, pieno diritto ad una leale riparazione d egli errori commessi nell'attribuzione dei mandati.
6. - La permanen2a· dell' Italia nella Società delle nazioni rappresenta una necessità: per la collaborazione in Europa e .per la vita della Lega. L'applicazione di ((misure » nei nostri confronti obbligherebbe la nostra nazione ad abbandonare la Società, No.o si può dunque asswnere la responsabilità di nuovi e rrori contro fltal ia, senza colp ire la politica di collaborazione europea e senza colpire la Lega.
Da I/ Popolo d'll.dia, N 235, 2 _ ottobre 1935, XXII ( w)
IÌ.. DISCORSO DELLA MOBILITAZIONE*
Camicie nere della rivoluzione! Uomini e donne di tutta Italia ! Italiani sparsi nel mondo, oltre i monti e oltre i mari! Ascoltate! Un'ora solenne sta per scoccare nella storia dellà' patria. Venti milioni di uomini occupano in questo momento le piazze di tutta Italia. lo mi rifiuto del pari di, credere che l'autentico pùpolo di Gran Bretagna, che non ebbe mai dissidi con l_'ltalia, sia disposto al rischio <li gettare l'Europa sulla via della catastrofe per difendere un paese africano, u niversalmente bollato come un paese senza ombra di civiltà.
• D iscorso pronunciato a Roma, dal balcone ccntule di paLa:n:o Vennia, i l 2 ottobre 1935, tra l e 18.30 e le 18.'.:iO (3)3). (Da li Popò/od' Italitt, N 236, 3 ottobre 193), XXII}.
Mai si vide nelJa ·storia del genere umano, spettacolo più gigantesco. Venti mil ioni di uomini: un cuore solo, una volontà sola, una Jecisione sola.
La loro manifestazione deve dimostrare e dimostra al mondo che Italia e fascismo oosti~scono una identità perfetta, .assoluta, inalterabile.
Possono credere il contrario soltanto i cervelli avvolti nella più crassa ignoranza su uomini e cose d'Italia, di questa Italia 1935, anno XIII dell'era fascista.
D a molti mesi la ruota del destino, sotto _ l' impulso dell~ nostra calma determinazione, si muove verso la mèta: in queste ore il suo ritmo è più veloce e inarrestabile ormai!
Non è soltanto un esercito che tende verso i suoi obiettivi, ma è un popolo intero di quarantaquattro milioni di anime, contro il quale si tenta. di conswnare la più nera delle ingiustizie: quella di toglierci un po' di posto al sole.
Quando nel 1915 l'ltàlia si gettò allo sba raglio e confuse Ie sue sorti con quelle degli Alleati, quante esaltazioni del nostro coraggio e quante promesse! Ma, dopo la vittoria comune, alla quale l'Ita lia aveva dato il contributo supremo di seicentoscttantamila morti, quattrocentomila mutilati, e un milione di feriti, attorno a l tavolo della esosa pace non toccarono all'Italia che scarse briciole del ricco bottino colon iale altrui.
Abbiamo pazientato tredici anni, durante i quali si è ancora più stretto il cerchio degli egoismi, che soffocano la nostra vitalità. Con l'Etiopia abbiamo pazientato quaranta anni! Ora basta!
Alla Lega delle nazioni, invece di riconoscere i nostri diritti, si parla di sanzioni.
Sino a prova co~trar ia-, mi rifiuto di credere che l'autenti~o e generoso popolo di Francia possa aderire a sanzioni contro l'Jtalia. 1 seimila morti .di Bligny, caduti in un e roico assalto, che strappò un riconoscimento di ammirazione allo stesso comandante nemico, trasalirebbero sotto la terra che li ricopre.
Alle sanzioni economiche opporremo Ja nostra d isciplina, la nostra sobrietà, il nostro spirito di sacrificio, Alle sanzioni militari risponderemo con misure militari.
Ad atti di guerra risponderemo con atti di guerra.
N essuno pensi di piegarci senza avere- prima duramente combattuto.
Un popolo geloso del suo onore non può usare Jing uaggio né avere atteggiamento diverso!
M a sia detto ancora una volta, nella maniera pi ù categorica - e io ne pre ndo in questo momento impeg no sacro davanti a voi. -ch e noi faremo tutto il possibile perché q ucslo conflitto d i carattere coloni ale non asswna i! caratlerc e Ja portata d i un conflitto europeo . Ciò può essere nei voti di coloro che intravvedono in una nuova g ue rra la vendetta di templii crollati, non nei nostri.
Mai come in questa epoca - storica il popolo italiano ha rivelato le qualità del suo spirito e la pote nza del sua carattere. Ed è contro questo popolo, al <J.Uale l'uman ità deve talune delle sue più gra ndi conquiste, cd è contro questo popolo di poeti, di artist i, di ero i, d i santi, d i navigatori, di t rasmigratoci; è cont ro questo popolo che si osa parlare di sanzioni.
I tali a p roletaria e fasc ista, Ita lia di Vittorio Veneto e J clla r ivoluzione ! In p iedi! Fa' che il grido de lla tua decisione rierripia il cielo e sia di conforto ai soldat i che attendono in Africa, d i sprone ag li amici, e di monito ai nemic( i n ogni parte del mondo: g rido d i giu• stiz ia, grido di vittoria!
LA NECESSITA DI ESPANSIONE DELL' ITALIA I N AFRICA*
Dopo un preambolo, il Duce ha rosì parlato :
· - Ho fatto rimettere a Sir Samuel Hoare, in risposta a lla lettera che egli mi aveva fatto portare Ja settimana scorsa, una lettera ind irizzata al nostro ambasciatore a Londra, il tono della qua le è apparso particolarmente amich evole. Questo dissidio che l'Ing hilterra h a con noi
• All'a lba del 3 ottobre 19n, i reparti avanzati dell 'Esercito coloniale italiano, incitati da un proclama del generale De Bono, avevano attraversato il Mateb per iniziare le operazioni militari contrv l'Etiopia. Forze abissine erano state presto incontrale e respinte; Adigrat occupata. la sera dd 6 ottobre, il generale aveva potuto avvertire telefonicamente Mussolini che Adua era stat a vendicata. 11 capo del Governo, a sua volta, si c:ra rallegrato con D e Bono (298) cd aveva telegrafato la notizia a G abriele d ' Annunzio ( 298). Nel contempo, in Somalia, jJ g enerale Graziani a,·eva occupato Dolo. Il 7 ottobre, Mussolini avverte De Bono che ha deciso cli inviare in Eritrea il maresciallo Pietro Badoglio, capo di Stato M aggior generale dell' Esercito, ed il sottosegretario Lessona ( 298). I.o stesso 7 ottobre, a Roma, all'inviato speciale del Parh•Soir, Jules Sauerwein, concede J'intervhta qui ripor tata. (Da li Popolo d'Italia, N . 24 1, 8 ottobre 1935, XXII) non ha ,·cramcnte alcun senso e un conflitto fra le due nazioni è davve·ro inconcepibile. Né da vicino, né d a lontano, né direttamente, né indirettamente noi vogliamo nuocere ad alcun interesse britannico. la Società delle nazioni, e più ancora il buon senso dei Governi, possono f~rni.rci molteplici solu zioni per regolare i rapporti fra una potenza occidentale di alta civiltà e uno Stato a frican o del quale sono stati ufficialmente riconosciuti ?l bisogno di assistenza e la necessità di una ricostruzione totale della struttura politica, economica e sociale Problemi di questo genere sono già stati posti nel passato e non sono mai stati insolubili.
La nostra azione colonizzatri<e nell'Africa Orientale non pot rebbe Comp romettere né. la prosperità, né le comun icazioni, né la s icurezza di uno qualsiasi dei territort imperiali.
Sono pronto in qualsiasi momento a dare prova e garanzie d elle nostre dìsposizionì non solo pacifiche, ma addirittura cordiali.
La prima cosa da fare è allentare la tensione che fa pèsare sul Mediterraneo la presenza di una grande parte della 8otta b ritann ica. Questo stato di allarme, questa mobilitazione di tante unità in tutti i punti shat~gici rischia di provocare qualche incidente, _ ma lgrado gli ordini severi <he sono stati dati, e la nostra preocrupazìone costante è quella di evitare qualsiasi urto.
Nel frattempo la Società delle nazioni è al lavoro, ma come la più bella ragazza -del mondo non può dare se non ciò che ha.
Sarebbe st rano che questa istituzione, che ha ·.per scopo Ji evitare 1a guerra, avesse per risultato una amplificazione della g uerra, al modo di un a ltoparJante. Sarebbe addirittura par1dossalc che dl una guerra colonia le nettamente ·circoscritta, essa àrrivasse a fare una guerra di ·d icc i o dodici pot enze.
- 1\fa come h11 pot11to scate1u1r1i i11 Inghilterra contro l' l taii11 f auiJta queJ/a ondata che è d i una viol enza Jenztt precedenJi?
- }'orse si deve vedere in questo fe nomeno una ignoranza fo ndamentale totale del cambiamento che si. è operato nd popolo ital iano.
L'Inghi-lterra non si è resa conto che noi non siamo p iù la nazione di una volta. Essa comincia tuttavia a sospettarlo. Il giorno in cui lo avrà pienamente compreso, ogni malinteso sarà dissipato. Fino ad oggi, l'inglese h a visto negli italiani della gente allegra, pittoresca, simp atica, tale da animare e da o rnare i nostri villaggi e le no.e.tre città, Si è divertito a venire da noi. L'JtaJia ha rappresentato per lungo tempo una parte importante ,4ei piaceri della sua esist enza.
Ora il nostro popolo è profondameqte cambiato. Anzitutto qua ranta mesi ·d i una guerra durissima gli hanno insegnato a sopportare stoicamente le privazioni e hanno creato su~ nostro suolo uomini grav i, austeri , rnnsapevoli del loro dovere nàzìonalc , uomini che hanno giurato a se stessi che i sacrifici immensi· d ella guerra non sarebbero stati compiuti invano.
N oi abbiamo.sviluppato dal 1919 in poi la nostra azione fascista su queslo terreno nuovo, dapprim.i nell 'opposizione, dopo con tutte le forze dello Stato, quando la rivoluzione ha trionfato. A partire da quel momento, a queste anime temprate dalle avversità, abbiamo dato una disciplina e una dottrina e la ma rcia su Roma è stata per loro l'inizio di una nuova esistenza.
Ma nello stesso tempo, e questo è il vero segreto de11a metamorfosi italiana, abbiamo diretto il nostro sforzo di ogni giorno sull'istruzione e l'educazione dell'infanzia lino all' età matura.
Abbiamo preso il p"iccolo italiano sin dai suoi anni pi(J. g io\•ani·li per forgiare i l suo pensiero e il suo animo in armonia col grande ideale deUa patria, formandone contemporaneamente il corpo cogli esercizi mi· litari. Le nostre organizzazioni abbracciano tutte le età e la più nobile è quella che nori conoscete abbastanza in Francia, i1 Dopolavoro, questo complesso di circoli, di campi di ricreazione, di sale di istruzione in cu i milioni di operai vengono .dopo il quotidiano lavoro a distrarsi, a impa· rare, a riposarsi.
I risultati di questa tripliCe disciplina deUa pr_ova del fuoco, della. rivoluzione e -dell'educazione sono q uesti magnifici soldati che avete visto alle manovre o sui pontili di imbarco. Sono questi combattenti che hanno iniziato la campagna in modo così brillante. Si deve sapere che il nostro popolo, che è il più laborioso dell'universo, e la nostra giovinezza arruoJata nell'Esercito, nell'Aviazione e nella Marina costituiscono un insieme fortissimo. Questi uomini sono nostri. Il fascismo fi può rivendicare come creature proprie E questo popolo forte non domanda. ,hc il riconoscimento del suo preciso diritto:_ quello di vivere
Dovete p ensare che in questo ,paese, nonostante il nostro grande sfono di bonifica, devono vivere, su centomila chilometri quadrati di terra coltivata, un sesto cioè della superficie francese, ben quara11taquat· tro milioni di abitanti. A,I mio primo segnale i nostri soldati dell'Africa Orientale scambieranno di buon grado il fuciJc con la zappa. Essi non chiedono che di lavorùc per poter sostenere Je loro famiglie, alle quali inviano già, con un meraviglioso 'spirito di risparmio, le loro modeste economie
- E e1at10 che sono giunJi dalla Francia n11meroii meuaggi?
- Sl e molteplici e confortevoli manifestazioni di simpatia , prove• nienti principalmente dagli ex-combattenti.
Voi avete visto con quale bella, spontanea manifestazione i nostri combattenti hanno risposto l'altro g iorno, cantando la <<Marsig liese » ed acclamando la Francia davanti a palazzo farnese. L 'a nima dei due popoli si ribellerebbe se -per una ragione qualsiasi dovesse nascere un conflitto t ra i riostri due paesi. e una ipotes i mostcuosa, che nOn si può nemmeno prospettare. . li colloqflio .,:ero e proprio è finito. Secondo la Jtta dbit udine, il Duce mi auompagna, allrdv erso l'immensa Jala, · fino d!la p or1ici11a rin dà st1 11110 dei grm1di sdloni d ove sono conservati i preziosi tesori artistiri di palazzo Ve11ezia, S fllla soglia, egli mi ripete:
- Sono lieto di parlare all'opinione francese attcaverso « ParisSoir », del quale conosco il sensazionale succeS50 e la immensa diffusione, Ed aggi1111ge parole di Jùnpc1tùt e di amicizia per la Frt1 11ria e per iJ Jign or I.A va!
Appeua varcata la Joglia, vedo venire ava nti un g mppo di 11omini iu cdmùia nera. S ono ,,omini matur;, che hanno il peno copert o di decof(1zio11i ed il volto pemoso. Sono i p resÌdenJi del~e Federdzio ni indust riali locali . La guerra con /' Et iopù1 impone lo ro dei gra vi sacrifici. Nes· JJmo di loro può Jperare di approfittarne per arricchinÌ, perché una 1111ova l egge ha limil ato i d ividendi al sei per cento Regolam e11li molto Jeveri peJ<1110 111/la loro attivùà quotidianit: eppure 11011 vengono q ui per lagnarsi. Anzi usi vengo n o, sotto la guida del conle V olpi , ad assiCllfdre al D me l a loro interd collaborazione e la foro obbedi enza assohlla.
POLITICA DI VITA•
La na~ionc: italiana ma i come in quest ' ora è e<>mpatta e fe rma nella difesa del suo buon diritto.
1, - L' Etiopia barbara e schiavista ha vìoJato g li impegn i assunti verso la Leg a de lle nazioni e verso l'.Italia. G inevra ha riconosciuto la n ecessità dì sottoporre il non Stato etiopico a l disar mo, al con trollo e ad un mandato esterno. L'Etiopia si .è resa responsabile di razzie, pro - vocazioni e ·aggressioni. L'avanzata ital iana oltre il M arcb è stal'a provocata dalla mobilitazione generale .delle fone etiopiche.
• L'B ottobre 1935, il capo del Governo aveva replica lo a De Bono (he la prossima venuta di· Badoglio in Eritrea era giustificata dalla competenza del capo di Sta to Maggior generale (299). Il 9 ottobre, constatato l'avvenuto inizio delle nosu c o perazioni contro l'Etiopia, con affrettata procedura, mai adottata in casi precedenti, simili o più g ravi, e con cinquanta voti fa vorevoli contro i due dell'Austria e d ell'Unghi:-tia, la l ega delle na.zioni aveva esaminato le san· zioni da infliggere all'lt_a lia, incaricando di ciò un Comilato societario di diciotto membri. La prima rep lica di Mussolini a\] a minaccia sanzionhta ! l' articolo qui rìpoclato.
2. - L'Italia ha adottato misure di sicurezza coloniale dopo aver pazientato per quarant'anni. Un g iudizio equanime s ulla vertenza non poteva partire dal 3 ottobre. Tra Etiopia e Italia un problema è aperto non da sette giOrni, ma da quattro decenni. Dei pre<:edentì, dei torti, delle responsabilità dell'Etiopia, non si è tenuto calcolo alcuno Che la mobilitazione generale etiopica abbia avuto decisi scopi aggressivi, è stato conformato apertamente daJlo stesso Negus, allorché, rivolgendosi ai suoi guerrieri, prometteva le teue ita liane in Eritrea e Somalia in compenso della 'loro fedeltà,
3. - L'Italia si è orientata verso l'Etiopia per parare aù una minaccia in atto, che sarebbe divenuta g ravissima in caso di torbidi europei. La nostra nazione ricerca' in Etiopia sicu rezza e possibilità di lavo ro 01e l'Jtalia abbia necessità di spazio per fesuberanza della propri:1 popolazione, è stato riconosciuto a parol e. Ci ·siamò o rientati verso l ' Etiopia , anche per non ci.presentare sul tappeto il problema dì una necessaria revis ione dei mandati. A Versailles, una grande ing iustizia e ra stata commessa ai danni dell'Jtalia. Una seconda nera ingiustizia si commette tentando di sbarrarle il passo in Etiopia. Niente mandato a Versailles , niente mandato per l'Etiopia. In qual modo si intende risolvere una necessità storica, ammessa e riconosciuta?
4. - L'Italia ha in Etiopia titoli di priorità, assicurati d al sangue versato dai suoi figli, garantiti d a acc?rdi diplomatici con l'I nghi lterra e Francia. I docwnenti del 1925 stanno a testimoniare il pieno vigore dei nostri diritti, anche dopo la costituzione della lega delle nazioni e dopo l'ing resso dell'Etiopia a G inevra.
5 - 11 Patto ha subito preceden ti e più gravi violazioni. Perché non s i è mai parlato di sanzioni? Il trattamento intrans ig ente cd ostile contro l'Italia non ha riscontro in quindici anni di procedura g inevrina Delegati britannki trattarono col G iappone anch ~ dopo la sua usc ita daJla Soc ietà, ed un accordo fu concluso « fuori della Lega » da ministri britannici colla Germania, dopo il clamoroso esodo tedesco da G inevra.
6. - Italia ed Etiopia sono due entità nettainente diverse. La p rima è una grande nazione, culla di tre civiltà, L'altra un cong lome~ato di tribù barbare. L'Etiopia è per l'Europa un elemento negativo, generatore di perirnli. L'Italia rappresenta, per contro, unà colonna blSilare della collaborazione europea: è la gene rosa e leale nazione di Blig ny, di Vittorio Veneto, di Locarno e di St resa . Sen.za l'Etiopia, la Lega può vivere. Senza l' Itali:1, non .potrebbe più aversi in Europa né collaboraz ione, né sicu rezza.
7. - L'Et iopia è costituita da un nucleo centrale di popolazioni, che nell'ultimo cinquantennio han no soggiogato, razziato, spogl iato ed oppresso i te rritori circostant i. G li ah ma rici rappresentano forze guerriere e neg riere. le papolazioni oppresse alimentano i mercati di schiavi. L'Italia h a denunciato questa situazione, che cost ituisce una ve rgogna per il secolo .ventesimo ed u n'offesa per la stessa Ginevra La l ega non ne h a tenuto conto.
8. -La Società delle nazioni, riconosciuta apertamente la necessità di sottoporre l'Etiopia a mandato, poteva ri solvere il conflitto a ffidando il compito di ristabilire l'ordine in quel te r ritorio ad un popolo che è il più fa. borioso e generoso dell'universo. L'Etio pia non può p iù vivere nel caos e nell'anarchia. Ciò è stato ammesso a Ginevra. La soluzione d e ll a vertenza poteva ottenersi con un m andato sull'Etiopia, non con odiose sanzioni contro l'Italia.
9. - l e sanzioni r appresentano un danno per quegl i Stati che intendessero applicarle. N ella stessa Gran Bretagna si rile\la che la sopp ressione degl i acquisti italiani di <:arbone inglese provocherà u n aumento d ella disoccupazione n elle zone mine rarie. Comunque l'Italia è prepa rata a f rooteggiare tutte le difficoltà,
10. - l a nazione italiana non diment ich erà gli amici di quest 'o ra. Notevole l' atteggiamento dell'Austria e dell' Ungheria , che, p ure essendo piccol i Stati, hanno rifiutato di aderire a ing iuste sanzioni Gli italian i non dimenticheranno.
11. - Il P residente Laval ha fatto appello ad una soluzione conciliativa, d id iiaran do che la Francia si dedicherà appassionatamente ad un'opera di pace. Egli ha affermato ch e per t ale o pera nessun concorso dovrà manca re.
12. - Il rappresentante ita liano, in una vibrata dich iarazione , che ha scosso il sentimento de ll ' A ssemblea, h a p recisato ch e la salvezza della politica d i collaborazione è ind icata dall'Italia. La politica itali ana è pol it ica di v ita!
D .1 li Popolo d'Italia, N. 24 4, 11 ottobre 1935, XXII ( w).
FALSE ARGOMENTAZIONI*
L'opinione pubblica britannica è montata contro l'Italia d a una propaganda frenetica, che per i vari settori si vale d i eccitant i e re agen t i d iversi.
• Il 10 ottobre 193S, il d rgiac H ailè Sdla!si! Gugsà, genero d el Negus e capo della vast3 regiont- del T ig rai o rientale, ed il d , iiac K assà A raià erano passati con i loro armati dalla noslrfl. parte. Il 13 ottob re, il capo del Governo
I laburisti, mobilitat i contro « il pericolo fascista », sono stati spint i a rinnegare in pieno la loro politica di pacifismo a oltranza. Il campo dei conservatori è tenuto in alla rme per la difesa dell 'impero.
Q uesta fo rmula dell'« impero in per icolo » , che vorrebbe legittimare un:1 politica di forza sul piano inclinato Jellc sanzion i, non ha fondam ento alcuno nella realtà stor ica. L' Italia non minaccia l'impero britannico, e l'impero britannico non è minimamente in pe ricolo. E ciò che intend iamo dimostrare con da ti d i fafto inoppugnabili.
1, - L'Italia fascista h a seguito fede lmente una p~litica di solidarietà e d i coll aborazione con Francia e Ing hilterra. Questa p olit ica t rovò le prime basi nel patto di Locarno, che reca, fra le altre, la firma di Mussolini, e che assicurava la garanzia a nglo.italiana per l'equilibrio sul Reno. Restava aperta fa ,d ivergenza franco• ita li:rna, che risaliva a Versailles e che aveva rea li motivazioni n elle nostre necessità coloniali, non risolte con la pace ç non tCnute in calco lo neJla riparti zione dei manda ti. Questa vertenza :ittravcrsò una fase acuta nella primavera del 1933. Il capo del Governo italiano, sempre fermo nelle sue diretti ve d i collaborazione europea, propose un Patto a quattro, che a vrebbe cf. fetti vament e ass icurato la tranquillità e b ripresa in Europa . I rappresentant i britannici si trovarono in quella conti ngenza ancora u na volta a fi anco dell' Italia, Il Patto a quattro f u ratificato a Roma e a Londra e se non poté entrare in. funzione, come il superiore interesse europeo esigeva, non fu per colpa dell'Ital ia, né, per verità, dell 'Ing h ilterra. La rivalità franco -ita liana riprese con la g ara degli armamenti naval i. La Fr:i ncia deliberò l'impostazione dei due D1mkerq11e. L'ftal ia, per n ecessità di equilib rio, .dopo avere invano soste nuto quella stessa politica di disarmo che era parallelamente propugnata d:il G overno britannico, fu costretta, dopo lunga attesa, a controbilancia re la nuova si tu12ion e sui mari. Ma. la politica del Governo d i Roma non camb iò nullamc no le p roprie direttive. Estran iatas i la Germania in u~a posiz io ne di chiuso arroccamento, la pace europea non poteva più oltre essere ga rantita se non dall'accordo fra l e tre .potenze occidentrl li, accordo che pregiudizialmente esigeva i l superamento delle d ivergenze franco-it:iliane. L'intesa a tre imponeva un riavvici namento risolutivo tra Francia e Ital ia. Il Patto di Roma, concluso il 7 gennaio d i quest'anno, fu effettivamente t1veva premuto su De Bono per un secondo ba lzo in avanti (299) Il 14 ottobrc( giorno i n cui, co n appo!i to bando, il generale aveva soppresso · b schiavitù nel territorio etiopico occupato), g li aveva telegr:i.fato ancora (299) Il 1S otto bre, alle 7 15, le nostre truppe erano entra te nella città s:mt:1 di Axum. Il 16 ou obre, Badoglio e Lc-ssona sbarcano a Ma:c;s.:m:1: I.o stes~o giorno appare l'articolo di M ussolini qui riportato. · inteso, dalle due parti, come pregiudiziale per un successivo accordo a tre, di cui si gettarono Je basi a Londra il 3 febbraio, e che fu realizzato nell'incontro di Stresa. In ciascuna fase di questa vicenda, l'Italia mai conside rò una contrapposizione alfa politica britan nica, e ma i intese che divergenze potessero determinarsi fra gli interessi nostri e quell i della Gran Bretagna.
2. - L'Italia si orientò verso l'Etiopia per necessità di sicu rezza ed anche per non presenta re sul tappeto il problema della revisione dei mandati. I nostri diritti su territori etiopici erano garantiti· da accordi italo-franco-inglesi e italo-britannici. Lo sbocco in Etiop ia poteva pertanto realizzars~ su basi già co_ncretate. l' intesa occidentale sarebbe stata raffo rzata con la totale soddisfazione delle necessità italiane Il calice amaro d i una revisione dei mandati a favore dell'Italia era a llontanato. Non aver valutato nel suo giusto senso l'orìentame~to ita liano fu errore g ravissimo. Esso non si contrapponeva agli interessi h ritannici e francesi, e poteva inquadrarsi in pieno nella politica di Stresa, cementandola sald.1mente. ·
3. - La struttura dell ' impero britan n ico poggia sulla flotta e sulle basi navali. Nessuna di queste forze basilari è mìni'!)ame nte minacciata dall'espansione italiana in Etiopia, 1a quale, per sua natura, è limitata, circoscritta, interna e non navale. Le nostre basi di 9<:alo sul Mar Rosso sono e resteranno quelle di cui cinquant'anni or sono pre ndemmo possesso in pieno accordo con la Gran Bretagna. Massaua e Assab sono semplici scali, Mogadiscio e Chisimaio non facili approdi. Cassala , porta del Sud:J.n verso l'Eritrea, fu conquistata dagli ita liani e « donata )> all'Inghilterra. Gli interessi inglesi sul Lago Tana, sul N ilo Azzurro e sui suoi affluenti, sono e saran no rispettati dall'Ital ia. J nostri confini nell'Africa Orientale sono e rimarranno lontani centinaia di chilometri dal Nilo Bianco e dalla linea imperia le Cairo-Sud Africa. L' Ita lia segue nell'Africa Orienta.le una politica d~ s icurezza, di legittima difesa e di favoro. Imperialismo è pretendere più di quanto s ia strettamente ·necessa rìo Il popolo ita liano non chiede se n on l'onore e l'onere di portare la civiltà del lavoro i_n territori ben delimitati, col pieno rispetto d ei diritti altrui.
4. - Anche e soprattutto per quanto riguarda l'Egitto, l'Italia non rappresenta alcuna minaccià. l confini orientali libi-ci furono delimitati d'accordo con l'Inghilterra. Una esperienza di oltre venti anni, in pace e in g uerra, h a dimostrato che nessun pericolo può determinarsi dalla Libia verso l'Eg itto. Contro le minacce senussite in senso inverso, l'Italia ha provveduto con una li nea dif ensiva di fil di ferro spinato, che è la linea di sicu rezza del nostro lavoro in Ci renaica. ·
Che dunque l'impero sia in pericolo, ed in peric<_>lo perché coloni italiani risalgono verso l'interno dell'impervio barbarico acrocoro etiopico, è argomentazione che non può essere minimamente sosten uta.
D a 11 Popolo d'Italia, N. 249, 16 ottobre 1935, XXII. (w J:).
Rivolta Ideale In Europa
Le sinistre decisioni di Ginevra tengono l' Europa in una inqu ietud in e grave. Le cosiddette « sanzioni » - contro una potenza che è colonna bas i.lare della sicurezza · continentale, in d ifesa di uno pseudo Stato barbarico e negriero, per una lontana e circoscritta operaz ione di carattere strettamente coloniale - reca no un nuovo perturbamento ne l travaglio della lunga crisi derivata dalla confhgrazione mond iale. Stati grand i e piccoli, la cui economia è para lizzata da lle mu raglie doganal i, dal depauperamento aureo e d a ll'onere di una disoccupaz ione che colpisce m ilioni d i uomini e che non h a riscontro nella storia, sono oggi colpiti da nuove limitazioni, imposte da una egemonia dittatoriale, in nome di interessi particolari e perciò stesso antisocietari e antieuropei, lim ita· zioni d i nuov issimo conto, di cui nessuno può prevedere le ri percussion i u ltime, ma che già g ravano come una oscura minaccia sulla vita eu ropea e mondiale.
Ri leviamo subito che l'epicentro d i questa inquietudi ne i: ormai nettamente spostato al di fuori della vertenza coloniale italo-etiopica M algrado le ipocrisie ginevrìne e la frode giuridìca di se ntenze coatte, l'Europa avverte che la questione in corso sul lontano acrocoro t igrino non tocca minimamente interessi di carattere generale. La vertenza poteva essere risolta p er v ia societaria, con un m andato di cu i . pi ù nessu no c~ntesta l'urgenza, e che spettava ,di giusto diritto all' Ita lia, per impeg ni g iuridici -sottoscritti da Ing hilterra e Francia, confermati dal Governo di Londra nel 192.5 ( cioè dopo il CovenanJ e dopo l'ingresso dell'Et iopia a Ginevra), e infine ratificati nel loro pieno vigo re dal Com itato d ei cin que, organo societario, con firme della stessa Inghilte rra e d e lla Francia. Resa impossibile una soluzione pacifica, per ,del iberati da cui l'Italia fu esclusa ( e che, confermand o nell' Et iop ia gli inte ressi anglofrancesi, misconosceva quelli italiani), si è iniziata un'operazione -di selfpl'olection, che di .per sé non turba né la tranquillità mondiale, né quella europea.
Ino ltre si è reso ormai evidente che le operazioni italiane sul lontano altipi ano etiopico r ecano la liberazione fra popolazioni oppresse, angariate e sistematicamente ~zziate, cosicché, se il sinedrio societario, sotto un'imposizione dittator iale, parteggia pe r g li opp ressori contro l'Italia, la coscienza europea·· in larghi settori comincia a prendere posi• zione per la causa degli oppressi, liberati dall'Jtalia.
L'inquietudine deriva, per contro, dall e oscu re minacce di un con· Ritto eu ropeo. La distensione invocata con l' abrogazione delle misure nel Mediterraneo, non ha trovato favore di ambiente. Quelle misure non sono state richieste dall'Europa e sono esse che turbano l'Europa.
L'incubo di un'estensione ,del conflitto agita soprattutto la Francia. Oltre ottocento persOnalità delle lettere, dell'arte, della pol itica, il fiore dell'intelligenza francese, ha lanciato un appello di solidarietà coll' Italia contro le fone osrure che vorrebbero spingere l' Europa verso una nuova catastrofe. La Francia, cavalleresca e generosa, .pronta_ ancora a battersi per la difesa e per la sirurezza dell'Europa, gr ida la propria i ndignata esacrazione di fronte alla minaccia di un conflitto, dietro cui si vede la manovra del bolscevismo. Stéphane Lauzanne scrive nel M a1i11:
<<No! Qualunque cosa avvenga, la Francia non si batterà ».
De Kerillis, che conduce nell'Echo de Paris una coraggiosa, diuturna campagna in difesa della sicurezza europea, dichiara che la Francia, non avendo·voluto battersi a Fashoda, quando erano in g ioco i suoi interessi, non si batterà per il NegUS dei negrieri.
Ginevra si è posta dunque nettamente contro la sicurezza europea, contro la collaborazione europea, contro il sentimento europeo.
La rivolta ideale dell'Europa contro le oscure forze della catastrofe - nelle quali figura logican~ente e apertamente in primo piano i l bolsce· vismo, cosa di cui va preso atto per l'oggi e per il domani - trovano eco nell'anima del g rande popolo italiano.
D ove va l'Europa? :e l'interrogativo formidabile che travaglia la coscienza morale di un continente, ancora to rmentato dal collasso d ell'ul· tima conflagrazione.
Alle , 1oci gene rose e risolute che giungono d'oltre fronti ere, l' Italia ha già risposto con l'impegno sacro del suo capo: «·Noi faremo tutto il possibile perché questo conAitto di carattere coloniale non assuma il carattere e la portata di un conflitto europeo)>. le responsabi lità sono nettamente definite.
D:i Il Popolo d'Ifa/id, N. 251, 18 ottobre 1935, XXII (w 3).
La Frode
L' ingranaggio sin istro delle sanzioni grava come un incubo sul· l'Europa Stati grandi: e piccoli - ancora in piena crisi e per g ran parte travagliati Ja una sit uaz ione monetaria quasi fallimeOt,ue, specialmente nel setto re danubiano e levantino - sf vedono minacciati da u na nuova improvvisa paralisi dei traffici.
D:1 molte parti si giudica purtroppo in ritardo sui tempi, i tjuali procedono spinti a passo di carica,- che l'ingranaggio antieur_opco è stato messo in movimento con la falsa p remessa di una « aggressione non provocata », e -che, se anche si fosse ammessa fa pretesa di «aggressione», un leale riconoscimento de lle ripetute e constatate aggression i avrebbe frenato e fermato la macchina. Il Covemmt imponeva una d ìscrirrunazione fra « aggressione non provocata» e « aggressione provocata». Era ingiusto non. ·condannare l'Etiopia per le sue cont inuate « aggress ion i » ai confini delle colonie italiane ed entro il territorio della stessa Som:ilia francese, in cui fu massacrata la colonna dell'amministratore Bernard, aggressioni ché non erano state minimamente « pro,·ocate >) !
Una p iù grave fro de giuridica fu compiuta condannando l'Italia, aggred ita e provocata, <ame responsabi le di aggressione, e di aggressione « non provocata»!
In real tà l'azione milit.1re italian .1 in Etiopia è una normale operazione di self-proleclion, ammessa .dalle riserve al patto Kellogg. G li Stati Uniti, ratific.1ndo l'impegno contro la guerra, avevano infatti esplicitamente avvertito che esso non p oteva riferirsi ad ini ziative locali di protez ione, di cui nelle vicende d 'oltre Atlantico s i e ràno avut i pre<:edenti. in isole delle Grandi Antille ed in Repubbliche dell'America centrale. Anche l'Inghilterra si riserva il diritto di autoprntezione i n determinat i territori extraeuropei. Era dunque di stretto dovere riconoscere all'Italia un diritto <li « protezione locale» in Etiopia, sia perché la · la vertenza era extraeuropea, con netto e preciso carattere coloniale, s ia perché era- stata « provocata » e non precisamente dall'Italia, sia infine perché i protocolli anglo-fmncesi - a Ginevra riconosciuti in pieno vigore e perciò societariamente convalidati - riconoscevano alb nostra nazione una priorità coloniale su terr ito ri etiopici. La frode giuridica di Ginevra - che per l'Italia è tanto più grave, in quanto si aggiunge a quelle pe rpetrate nel corso degli esosi accapa r. ramenti di, Vcrs.1illcs e all°atto .della ripartizione dei mindati -:- appa re a luce meridiana ove si conside ri l'atteggi amento di qualche potenza nei con fronti del Covemml su settori non africani, ma euro.pei.
N el corso d i recenti conversazioni diplomatiche, fu presa in esame l'ipotes i <li un'aggressione non provocata da .parte della Germania alla Russia. In quelle conversazioni fu precisato che la Fra.ncia non avrebbe avuto diritto di richiedere J"intervento d ella Gran Bretagna contro la G ermania.
Fu anche esaminata l'eventualità di un intervento francese contro la Germania , conseguente all'iniziativa tedesca contro la Russ ia e in applicazìone di impegni difensivi franco-sovietici, che furono po i effettivamente stipulati in data 2 maggio d ell'anno in corso. A nche per queste ipotesi fu chiarito che la Germania non avrebbe avuto dir-itto di richiede re l"intcrvento della Gran Bretagna. Di Conseguenza non avrebbero avuto pratica attuazione né gli impegni di Locarno, né quelli generali del Covenanl.
Se dunque il sacro e inviolabile Patto <leJia Lega no n sarà lpplicato dall'Ing hilte rra nel caso di un ciclone .di gucrr:1 ne l cuore stesso dell'Europa, in quan to il Governo di Londra limita i propri impegni continentali ai casi previsti a Locarno e no n li es tende a lle eventualità generiche d i cui il Co ve nant fa cenno ipotetico, come si può mi nacciare il finimon.do per un . fontana caso coloniale di.· stretta autoprotezione, di fronte ad aggression i ripetute, ele ncate e documentate?
n ciò su cui si -è stabilita la congiura del silenzio, ma su cui l'opinione p ubblica mondiale deve essere illuminata.
[1 concentramento navale del Mediterraneo non fu mi n imamente coocordato. Ora, co l metodo progressivo della ruota ad ingranaggi , si richiede che la Francia assuma impeg ni ai danni dell'Italia. In luogo di garanzie bilateral i, rispondenti ai principi di l ocarno, è un impegno uni laterale che si esige, e che per le sue conseguenze minerebbe le basi stesse di l ocarno. la Francia dovrebbe colpire, nel loco equilibrio e nell a lo ro struttura, non solo g li acco rdi di Roma, ma anche quelli per il Reno. la Germania si domanda se talune dichiarazioni di persona!ità britanniche non tendano a col p ire g li impegni bibte ra li per b pace francotedesca.
Dopo Il Discorso Di Worcester
J co lloqui diplomatici a palazzo Venezia, il discorso di Baldw in a Worcester e fa. proroga delle riunioni ginevrine, permettono all'opinione pubblica internazionale di avvertire, sia puc vagamente, la presenza di qualche elemento di distensione. L, sensibilità dei popoli , alla rmata dal passo accelerato ,de lla diplom~zia societaria, con stata con visibile soddi- sfazione il ritorno al procedime nto riservato delle canèellerie, c he possono preparare la. stori a al coperto dalle agitazioni demagogiche. visibile in Europa un po' di soll ievo, per quanto cond izionato 11 circostanze di cui non si h a ancOra esatta conoscenza. Il tempio di Ginevra è come quello di Giano. Quando è aperto, ·j segni della tempesta cominciano a delinearsi nel cielo. Quando una provvida mano, s ia pur temporaneamente, n e chiude i battenti, le nazioni respirano in lln orizzonte m eno nubiloso. Del discorso di Baldwìn va preso atto 90prattutto in quanto esclu de programmi di guerra e p roposit i di crociata contro il regime che l'Italia ha liberamente prescelto, svilùppa ndolo genialmente in una o rigi. n ale a ttrezzatura politico-sociale, che nessu na mente equi librata può pen· sare ormai di incrinare, di fronte alla granit ica unità mora le degli ital iani . La d ichiarazione di Baldwin non era minimamente necessaria per n oi, che abbiamo il senso e l'orgoglio di una indipendenza sovrana, ma essa è stata opportuna, perché h a segnato una netta precisazione ufficiale del Governo responsabile di u na grande nazione, nei confronti delle forz e sovvertit rici. Nel clima dellè imminenti elezioni britanniche, il Governo conservatore di Londra respinge dal proprio campo la coa lizione degli intrusi sovversivi. J labµristi , lasciato a terra il vecch io bagaglio pa<:ifista e disarmista, presentano ormai il fianco scoperto. Dopo aver han . dito con clamori incomposti una guerra di propag;1 nd a contro il fa . scismo, ma a nche contro la tranquillità dell'impero, la loro mentalità settaria è posta in piena luce, di fro nte ad un'opinione pubblica che accoglie con compiacimento gli elementi di distensione offerti d a Baldwin.
L'Italia, posta fra le aggressioni etiopiche e quelle societarie, si è rinsaldata in compattezza mirabile. Poch i e disorientati dispers i, ne ll'ora della minaccia, non hanno sentito b voce della patria. l a sçnsibiJ ità in· ternaziona le ne ha p reso nota, e più ancora ha preso nota de ll 'autodecisio ne dei popoli libe rati, che s i estende, con uno siiontaneo dilagare, da i copti del Tigrai ai musulman i della Somalia.
L'Italia reca in Etiopia la l uce della civiltà. G li editti di Ginevra non possono spegnerla, perché è la- luce" eterna di Ro ma, la quale iJl u mi na un' umanità che man ifesta combattendo la g ioia di redi mers i d;1 uno stato avvilente di barbarie millenaria.
L'Inghilterra ha avuto la p rova che accordi navali segreti non erano stati né considerati dalla Francia, né min imamente richiesti da lh le.1le e aperta pol itica italiana
Laval ha ottenuto due seggi in Senato, il che costituisce una ind i· .az ion e di o ri ent;1men to e d_i fiducia, per una n:izione che h a un solo m inistro per il Qua i d'O rsay ; .per G inevra.
Il laburista H enderson scompare a g iu sto tempo, dopo b morte della sua conferenza per il disarmo e dopo il riarmo societario di 1:10 0 n quanto il Governo italiano, fe rmo fedelmente alla solida ri età di Stresa, aveva dichia rato e confermato.
Stato, p er il q uale si riconosceva la necessità di ridurre l'armamento Scompare proprio alla vigilia della sconfitta del laburismo, che, ri nnc· ganda i postulati del disarmo, ha condannato irreparabilmente se stesso.
Il discorso di Baldwin pUò voler significare che, fra Gran Bretagna e ltalia, non si rìconoscono altre ragioni storiche di attrito, né per il Mediterraneo, né per l'Europa.
Senza ·facili o ttimi smi, l'ltalia attende la prova delle buone vo lontà, sul terreno concreto e tangibile dei fatti.
Da li Popolo d'l1a/;,1, N . 255, 22 ottobre 1935, XXII (,u 2).
Sul Terr Eno Della Realta
Personalità autorevoli e responsabili hanno fatto accenno ad una onorevole sistemazione. ln luogo d i attardarci a smontare pezzo per pezzo talune affermazioni, di fronte alle quali l'opinione pubblica italiana non è la sola a non consentire, preferiamo pertanto scendere sul terreno pratico dei fatti e dei diritti. n il metodo che anco ra può permettere di salva re l'Europa dal rito rno ad una pirateria medioevale, p er ricondurla verso la collaborazione e la ripresa l. - Esistono impegni chiari ed espliciti riguardanti l'Etiopia, sottoscritti dall' lnghilterra, d all a Francia e dall' Italia nel 1906. Altri im· pegn i anglo-italiani furono conclusi nell'anno di grazia 1925 , dopo cioè il CovelJ(mt e dopo l'ingresso dell'Etiopia nella Società delle nazioni. Sono impegni di onore, che non possono non essere rispettati. Per l'lta· lia, che h a affrontato in Abiss inia dur i sacrifici anche in p recedenti cam· pagne, essi sono rafforza.ti da diritti di sangue. li Comita to dei cinque, organo dclJa Società d elle nazioni, li h a dichiarati tuttora « in vigore», con firme della stessa lnghilterra e della Francia. Se essi sono stati con· fermati in vigore in quanto conVeniva mette re a l sicuro gli interessi anglo. francesi, devono giu ridicamente intendersi in p ieno vigore anche· n ei riguardi dell'Italia. La ratifica giné aina è. definitiva, Essa non ammette revoche ed esige u na applicazione leale. Ing hilterra e Francia hanno l'occasione propizia per chiude re una lw1ga vertenza che risale a Versa illes ed alla ripartizione dèi mandati , dai <]Uali l'ltalia fu escl\J.sa. Alla iIJegalità esosa del 19 19-1920 non si può aggiungere l.:t violazione di a ltri impeg ni. N é si può da re l'impress ione ch e il rtCorso à G inevra, con l'inte rvento d i altre parti non interessate, sia stato determinato per defr aud are l'Italia, riconfermando gli interessi anglo-francesi e misco- noscendo quelli italiani. le insù;tcnz~ societarie non convincono l'opinione pubblica mondiale. La Lega d elle nazioni non ha funzionato pc_r la gue rra in Manciuria, non ha funzionato p er la guerra nel Chaco, non ha funzionato per il riarmo della Germania, la cui ve rtenza si chiu:ie con cordiali << esplorazioni >) a Berlino e con un accordo navale anglotedesco, _ concluso precisamente in senso anti ed extrasocietario. La nota britannica alla Francia circa eventuali applicazioni europee del Patto, attraverso accenni di necessarie discussioni e distinzioni, fa nettamente prevedere che un nuovo« caso etiopico» non sarà daU'Inghiltcrra aperto nei riguardi delrAustda. Anche per un eventuale conflitto nel cuore dell' Europa, tra Germania, Russia e Francia, un intervento britannico è, per dichiarazioni di clementi respqnsabìli, escluso. ! dunque evidente che 1a Società delle nazioni fuoziona come .la rana di Cartesio, solo cioè in quanto essa è sollecitata da!Je grandi potenze che nel suo ing ranaggio hanno funzione dominante. Che la Gran Bretag na abbia un posto preminente a G ine vra, risalta dai fatti ed è stato ammesso autorevolmente, con l'autoriconoscimento della funzione gerarchica dell'impero. Se dunque l'Inghilterra riconoscerà lealmen te i propri impegni, non Sari certo Ginevra che si contrapporrà all'impero britannico. 11 mondo avverte nettamente che la volontà d eterminante nel seno della LCga è quella britannica, e che, per la stessa influenza di una riconox:iuta funzione gerarchica, non potrebbe aversi a G inevra una risoluzione antibritannica o abritannica,
2. - Negli impegni del 1906 e del 1925, l'Etiopia non è « sog-_ getto», non è cioè parte consultata ed accettante. la ratifica ginev rina del Comitato dei ci nque sancisce, dunque, specifici accordi anglo-franco· italiani al .Ji fuori dell'Etiopia, e nella cui applica:zione l'Etiopi:i. non ha d iritto d i intervento. .JJ N egu.s non può essere tirato fuori dalla scatola delle sorprese, come una quacta parte non contraente, al solo scopo d i misconoscere, infirma re e smin uire i diritti che le alt re parti ha1100 riconosciuto all'Italia, che il Com itato leghista dei cinque h a ratificato nel loro insieme organico, e che pertanto devono essere applicat i. Il N egus è un personaggio che riceve t ributi di schiavi, anche mutilati, e che la stessa Società deJie nazioni ha riconosciuto in necessità di tutela. Le popolazioni, specialmente quelle non amariche assoggettate nell ' ultimo cinquantennio, non possono essere lasciate all'arbitrio dei suOi ra1 negrieri e mutilatori. Il suo regime va segnalato alle associazioni bri tannich e antivivisezioniste.
3, - D opo· l e inaudite deliberazioni ginevrine, sono intervenuti d ei fatti nuovi. Il panorama della storia von è fermo come i paesaggi di un vecchio quadro dL galleria. L'Italia non « agg redisce >> le popolazioni etiop ich e, ma le libera, emancipa gli s,chiavi , ridi stribuisce il g ra no raz- ziato dalle orde de l Negus, apre strade, istituisce ambulato ri, protegge j bambini abbandonati, dà pane agli indigeni ind igenti. Essa compie un"opcra «societa ria» nel vero senso della paro la Fa quello che la Società delle nazioni avrebbe dovuto fa re, e che n on ha fatto.
·4_ - Gli esperti e i giuristi d ella Società hanno ri petuto gl i crror! di . Versailles, dimostrando di. non avere conoscenza alcW1a della realtà. Essi devo.ho ora prendere atto dell'autodecisione dei tigri ni e dei somali del sultano Olol-Dinle. Si tratta di un' autodecisione combattiva, avvalorata dal sangue l'ersato sul campo di battaglia , contro aggressori, mutilatori ·e razziator i, 'Che non sono precisamente italiani. :B un 'autodecisione di alto, i ncontestabile valore umano, politico e storico.
Da li Po po/() d'ltdli11, N 2 58, 25 ottobre 19},, XXII ( w).
AI BONIFICATORI*
Prima di procedere alla distribuzione dei premi che voi avete meritato con le vosti:e fa ~iche. _ assidue e intelligenti, voglio dirvi poche cose e desidero che queste rimangano scolpite nella vostra memoria .
L'anno scorso a questa cerimonia partecipò i l camerata Luigi Razza. Forte combattente della grande guerra, uomo integerrimo della rivoluzione, la sua morte rimane avvo~ta in un profondo mistero. Ma per noi fascisti morire non è morire, quando si muore per l"Italia
Ora intendo dL rivolgere un saluto ai camerat i contadini che combattono in terra d 'Africa. la enorme maggioranza di quei sold1t i viene dalla terra: tanto quelli volontari, come queJJi regolari . Poiché la verità profonda è questa: che mai come ora tutto il popolo ita liano avvertì la giustizia di questa nostra causa.
Voi sentite, o camerati contadini, che io sono vicino al vost ro spirito.
• li 17 o ttobre 1935, 11.fossolini aveva impartito alcune disposizioni a D e Bono circa J'avanzata su Ma.callè ( 29<)). Il 20 ottobre, gli aveva telegrafato, fra l' altro, di occupare tutto il Tigrai sino a Macallè prima delle elezioni ingles i, stabilite per metà novembre (300). ln seguito a consultazioni con Badoglio, il generale si era impegnato per il 10 novembre, ma il 25 ottobre il capo del Governo l'aveva sollecitato ad anticipare al j (301) Il 26 ottobre, a Roma, nella sala Regia. d i pa lau:o V enezia, Mussolini presenzia la cerimonia per la p remiazione di cinquecento capifamiglia rurali, benemeriti della coloninazione interna e dell a bonifica. In tale occasione, dopo la relazione del deputato Nan. nini, commissario per le Migrazio ni interne, pronuncia il discorso q ui riportato. (Da li Popolo d'Italia, N. 260, 27 o ttobre 19_35 , XXII).
Ora vi voglio racconta re un fatto. Stasera, quando tornerete alle vostre case, lo racconterete alla vostra moglie, ai vostri bambini, poi ai pa renti, poi agli amici perché lo sappjano. Dovete dunque sapere che d egli individui, i quali vanno sempre a fruga re tra le vecchie carte, credevano di. farmi un grande piacere scoprendo che, fra i miei lontani nonni, bisnonni e arcibisnonni, ci sarebbero stati dei nobili.
Allora io ho detto: finitela! Tutti i miei nonni, bisnonni, arcibisnonni erano dei lavoratori della terra, e perché non ci foss e più alcun dubbio al riguardo, ho piantato una lapide sulla casa colonica dalla quale risulta che tutte le generazioni dei Mussolini precedenti la mia h anno sempre lavorato con le loro proprie mani la terra.
Ecco perché io vi conosco molto bene. E mi sento felice qua ndo posso scendere fra d i voi, a parla re con \'Oi dei vostri affari, dei raccolti, dei lavori, dell'andamento delle stagioni, quando mi è data roccasione di misurare l a \'Ostra forza , il vostro buon senso, la vostra paz ienza ed il vostro pat riottismo. Poiché siete voi che rappresentate la razza nel suo significato più p rofondo ed immutabile. Voi non fate i" matrimoni misti; i vostri amori non escono dall a ce rchia del v illaggio o tutto al p iù della p rovincia, E quindi quando arrivano le g randi crisi dei popoli, voi non avete dei pt9blemi da risolvere. :È anche per questo, noò soltanto per questo, che io vi add ito alla profonda gratitudine di tutta la nazione.
Ora passerò" a distribuirvi i premi. Questi premi sono modesti. Però, dati i tempi, non sono proprio da butta r via. Ma al <li sopra della somma di cinquecento o di mille lire, quella che sarà in queste buste che noi vedremo fra poco, \'Oi dovete vede rvi la manifestazione della profonda simpat ia che il regi me, nato dalla rivoluzione delle camicie nere, nutre per tutti i rurali d ' Itali a, per i ventiquattro milioni di contadini dai quali sono usciti ed usciranno i milioni di fanti necessari, quando il momento arrivi, a difendere gli interessi legittimi della nazione.*
"' « U~a i;ranJe J imostraiiune ha saluta lo h: parole Jel Duce e la premiazione ha avuto cosi inizio fra fervide e prolungate accla mazioni. Uno dopo l'a ltro, quindi, i cinquecento coloni h.inno sfilato innanzi al Duce, mettendosi sul1"'' attenti! " e salutando romanamente, Ad ognuno il capo del Governo ha consegna to personalmente la busta contellente il premio. La distribuzione du rata a lungo. L'ammontare complessivo dei premi conferiti dal commissariato per l'Emigrazione interna e che costituiscono la ricompensa ai benemeriti della. colonizzazione interna e della bonifica, ascende a lire cinquecentomila. Le zone di bonifica rappresentate erano quelle di Bolzano, di Catanzaro, di Cosenz11, di Fogsia, d i G rosseto, di .Matera, di Pisa, di Potenza, di Rieti, di Roma, di Salerno, d i Siracusa, di Terni, di T rieste, di Viterbo, della Sardegna. Altri duecento coloni dell' Agro
« STUDIUM URBJS » •
Signori! Camerati! Professori e studenti!
Questa che viv iamo stamane può dtfinìrsì un'ora storica, un 'ora <.:hc rimarrà consegnata all3. storia. Rinasce l'Unive rsitl di Roma, evento di straordinaria sig nificazio°'e e portata.
L'Unj,·crsità di Roma è nata il 20 o il 21 aprile ( questa <li ffe renza non ha molta i~nport anza) del 1303, essendo papa Bonifacio V III. Ha quindi seicentotrentadue anni di vita,
Ci sono in Italia delle Università che hanno una a n zi an ità m olto maggiore: ad esempio Pavia, Bologna, Pisa, Padova, N apoli. T uttavia
Pontino d ceveranno il premio, dd comp less ivo a mmontuc di circa due m ilion i, a Littoria, e circa settecento contadini J ella Tripolicania C della Cirenaica saranno premiati a Tripoli ed a :Bengasi. Terminata la prcmia..:ionc e r io rdinati i rurali in .ranghi serrati a l centro della sala, Mussolini [la d i nuovo r ivolto loro la parola. Eg li ha d etto: t'f " D esidero du<o ra dirvi due parole prima di chiudere queJla cori 1impatira riunion e. S1aura, to rnando alle vostre case, potrete fnteggia,e ltt pn:mia1:.ione hevendo qNal,he bicchiere di vino. State però bene dttenli, perdié ('è u,-, proverbio cht: dice : Chi n o11 beve mai vino è u11 agnello, chi ne beve giu llo è un leone, chi ne bc/'e tl'op po è un mino. Tenetrvi nella mirnrn gi,nta. Poi, pauata la p remiazione, ,,; 11pplidu reu u,hito al lavoro dei campi che vi alJende, cioè alle u m ine Dopo IIJ/ INJ1go periodo' di 1iai1J, qut?Ite piogg it /mmo TJ1u/Jo bene, di m odo che, Je l e 1ta,t;ioni ci 1aranno propizie, l'anno J1roui1110 do 111cm1110 avere u n raccolto u,perh,re a qhello di que1t'am10, in m odo che 11011 d 1arann o p,eouup11zioni da quel/,, parte " , (.Appla u>i prolung,1. tissiini, ca lor osi)." Jfo capito d a quts10 11011,0 applauw ch e come umpre rllJCte le 1urpe groISe ma il ctrvello fino . T ornate tutti al lav(!ro e da/e a tu ffi i v_o!tri rt1-mer11ti ima JenSazÌone. di fie,eua t' di orgoglio. Voi " on Jit'le 1111d categoria di !t'conda claue nella t:ita del//$ nazione. D ovete avert la ro,cienza di q11e110, dovete diffonderla fra t utti i rura/; d 'Italia, INi qNali la rivoluzioml' delle , amide nere. ha co"1ato i&i e conierà dom .dni ", Que5te parole hanno provocato una nuova dimo~lrnZiOfle di e ntuSiasmo Pareva che i rurali non volessero più abbandonare la sala. Rompendo le file, es5i hanno accla mato a gran voce, riempiendo la ula <lì un lieto irago1t e costringendo il Duce, che si era già aHontanato, ,a tornare e frrmar si in mt"lzo a loro». (Da Il Popolo d'Italia, N. 260, 27 ottobre 1935, XXII) seice ntotrentadue anni di età upprescntano un lasso di tempo rispet· tabile.
* Il 27 ottobre 1935, Mussolini aveva inoltrato due telegrarruni a Graziani (301). Il 29 ottobre, impazi ente e tutto teso verso la rnffl, aveva ordin ato a De Bono di iniziare il secondo ciclo operativo il 3 novembre O,o t , 302). La mat• tina dd 31 ottobre, a Roma, n el palazzo d ella città universilaria, i naugura la città stessa. In tale occasione, dopo le orazioni del magni6co rettore, P ietro De f'randsd, e ciel ministro dell'Educazione nazionale, pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il P opol o d'Italia, N. 26~, 1 novembre 1935, XXII).
11 problema del riassetto edilizio dell'Università di Roma si pose immediatamente dopo il 1870. Conformemente alla pratica dei vecchi re: gimi, il problema si trascinò da una generazione all'altra. Si aflacc_iarono delle soluzioni di compromesso, ma poiché neJia vecchia e venerabile Sapientia gli studenti non potevano più esservi oSpitati, i1 problema andava affrontato e risoluto integ ralmente.
Tre anni fa diedi la parola d 'ordine; e accanto alla parola d'ordine i cento milioni. necessari.
Chiamai l'architetto Piacentini, il quale raccolse attorno a sé g li a rchitetti di diverse provincie del Regno; agli architetti si unl uno stato maggiore di valentissimi ingegneri, decine di tecnici, migliaia di operai.
A tutti coloro che hanno tradottò nella realtà dei marmi e delle pietre Ja nostra volontà, va rivolto in quest'ora il nostro saluto.
Ma il nuovo Studi11m Urbis si inaugu ra in un particolare momento della vita italiana Non si può fare una celebrazione come questa, senza inquadrarla necessariamente nel momento storico che la nazione attraversa.
Si inaugura l'Università. di Roma nel momento in cui i nostri soldati , portatori di civiltà, avanzano con il loco coraggio, con il Jom sacrificio, senza chiedere niente a nessuno.
Né si deve ignorare che l'Università di Roma rinasce oggi, 31 ottobre, ment re a Ginevra la coalizione degli egoismi e delle plutocrazie tenta invano di fermare il passo alla giovane Italia deJle camicie nere. Davanti ad un asse-dio economico, del quale_tutte le genti civili d el mondo dovrebbero sentire l'onta suprema, davanti a un esperimento che si vuol fare oggi per la prima volta contro il popolo italiano, sia detto che noi opporremo la più implacabile delle resistenze, la più fe rma delle nostre decisioni.
Voi, ca merati goli ardi, sa rete sulle prime linee. ( «Sì! Sì»). Farete di q uesta, Come di tutte Je Università d 'Italia, una palestra, un baluardo, una fortezza. dello spirito e delle armi , che, quando siano associati, assicurano la vittoria.
QUATTRO NOVEMBRE*
Dkiassettc anni Or· sono, l'Esercito italiano com1uistava, in q uesto giorno, la pill luminosa d elle vittorie, non solo per sé ma anche per gli altri. · ·
Oggi noi siamo tulti impegnati in ~ma nuova battaglia ; ma, poiché il popolo italiai.io è infrangibilmente i.mito ed incrollabilmente deciso, conquisterà ancora una volta la sua. piena vittoria.
DUE VECCHI CONTI **
Avete \·eduto soltanto una minima p arte d elle fo r~c armate di cui dispo ne l'Italia all'inizio dell'an no XIV.
Tali forze, nei loro strwnen ti, ma soprattutto nel loro spirito, sono pronte a difendere gli interessi dell'Jta lia in Afr ica ed in Europa.
In un solo mese due dei vecchi conti sono stati regolati *** : il re.sto verrà.
• Il 1° no vembre 1935, Badoglio e Lcs.!iona erano rientrati in patria. Il 2 novembre, il Co mitato societario d ei diciotto aveva delibera to varie unzioni econom iche contro fJtalia, escluso l' embargo sul petrolio, a cominciare dal 18 dello stesso mese, Resteranno però assen ti dal fronte sanzionista l'Albania, il .Br.asile, la G erma nia, gli Stati Uniti e la Svizzera, La m attina del 4 novembre, a Roma, dal balcone centrale di pala.zzo Venezia, .Mussolini pronuncia le paro le q ui ri portate. (Da li Popolo d 1 fo1/ùt, Nn. 266, 26 7, 26?, 2; 3, 5 novembre 193:5, XXII).
0 & ft(hé i'avesse ritenuto prematuro, D e Bono s i e ra mosso a lla data J ei 3 novembre 193,, e la mattina dcffB novembre le sue truppe a vevano occupatu Macallè 0 02). Ma una n uova sosta era seguita, a causa dello sforzo enorme che: il f ronte avanzato ed a llungato a veva imposto ai servizì logistici. Inoltre, s ul fianco destro dello schieramento, si era creata una situazione pericolosamente fa vorevole ad a ttacchi nemici; tanto che, 1'11 novembre, De Bono nega la pos5ibilità di un nuovo ba lw in avanti fino all' Amba Alag i, chiestogli da Mussolini, il quale pare convincersi a lla sost a· (}02, 303). La mattina dello sleS5o I i novembre, a Ro ma, sulla via dell' Impero, ricorrendo il genetliaco del sovrano, il capo del Governo p.issa in rivisb. le truppe del presidio dell" U rbe, Indi nsiste alla loro sfilata. « Term inata la manifestazione militare, il Duce lascia il luogo d al quale aveva seguito lo sfilamento, e, a cavallo, ripercorre la via d ell'I mpero, sino a palazzo Ven~ia ». Poi, dal ba lcone centra le d ell'edi ficio, alla fo lla ·che gremisce la piazza, ri110Jge le parole qui riportat e. (Da Il Popolo d'/lalùt, N. 276, 12 novembre 193 ), XXJI),
$ Allusione alle conquiste ita liane di Ad ua e Macallè,