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APPELLO AG LI STUDENTI DI 11.JTTA EUROPA
L' Europa sta scivolando sul piano sempre più inclinalo d elle sanzioni, in fondo al quale è fa talmente la guerra. t tempo di inchiodare al mwo <leJla loro responsabilità i polit icanti assetati di sangue. Essi p reparano la più spaventosa delle conflag razioni. Se Je sanzioni sà.ranno estese, se si darà partita vinta alla satanica pressione degli imperialisti e delle sètte sanguina.rie, l'Europa marcerà fatalmente verso Ja più terribile e Ja più ingius~iJicata delle guerre che l'umanità abbia ma i visto. Ma non saranno precisamente 1 politicanti a battersi. La mobilitazione chiamerà la gioventù e inna nzi tutto la g iovinezza unive rsitaria . Saranno g li studenti di ··Par ig i, d i ~ruxelles e d elle altre grandi città europee che , insi eme alla gente dei campi, dovranno, s in dalla p r ima g iornata, sin da l p rimo segnale di g uerra, marciare verso 1a fornace I vari Blum p referiranno pre dicare la crociata settaria dai soliti seggi della solita estrema sinistra, da i soliti parlamenti, protetti ancor una volta dalle mitragliatrici.
Sono dunque i politicanti che varino sin da o ra denunciati , per la carneficina che essi pretendono d i imporre all' Europa.
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Non è l'Italia che vuole la g uerra. Ciò è nettamente stabilito. Mussolini, sin dalla memorabile dichiarazione di Bolzano, prcrisò che l'Italia non intendeva avere alcuna ragione di conflitto europeo. La vertenza etiopi ca era questione coloniale, lontana e circoscrittà, T ale doveva rimanere. Roma si impeg nava a rispettare g li interessi imperiali britannici e s i dich iarava disposta a concludere acco rdi con Londra, in una atmosfera di lealtà e di a rmonia. Nella storica adunata del 2 ottobre, il capo del Governo ita liano assunse l' « impegno sacro» di ev itare og ni atto per cui il conflitto coloniale potesse assumere i caratteri e l'estensione di un conflitto europeo.
Nessuna persona d" onore p uò .dunque in buona fede accusare I'Jta. lia di respOnsabilità nella guerra che si minaccia.
L'Italia vuole sicurezza in A frica, pace in Europa._
Se le sanzioni saranno estese, se si marcerà verso la gutrr;i , la gioventù d'Europa deve sapere sin da ora da qual _parte è la terribile responsabilità.
Perciò intendiamo lanciare un allarme e un appello alla gioventù universitaria di Europa. Sono g li st udenti che .dovrebbero marciare all'avangua rd ia dei battag lioni nelle primissime ore del conflitto, e ciò per la difesa di un capo di schìavisti africani. Sono g li studenti ch e do- vrebbero per primi, e non i politicanti sanguinaci, sfidare la mitraglia e i gas, per Ja sub1ime, nobilissima, umanitaria nonché g inevrina ideal ità di impedire che i ceppi dell 'ultima schiavitù africana siano s pezzati e che due milioni di sch iavi angariati dai negrieri amhara siano eman· cipati. ì menzogna che le sanzioni contro una nobile e generosa nazione europea siano d estinate ad abbrevic1.re il conflitto .colonia le. ' Esse lo ren· dono più aspro. le vili forniture di proiettili dum-dum ai selvaggi amhara Io rendono più crudele. '
Che le sanzioni significhino la pace in Europa è mistificazione di criminali. 1! mefistofelico inganno di settari, che si ripromettono d i bolscevizzare il continente.
L' embttrgo terminerà a un certo momento nel blocco e i l blocco sarà b. gue rra. Non più una limitata operazione di sicurezza coloniale, ma la guerra di sterminio in Europa. La guerra sulle Alpi, e sui vari fiumi europei , la guerra che sarà di vendetta pe r le sètte e di ultima rovina per il vecchio continente la sentenza d i Ginevn è una frod e. I ~ iud ici furono -sottoposti a p ressioni e minacce. L'Assemblea e il Consig lio, o rgani costituzion:il i, non furono richiest i di un g iudizio, perché si temeva la non unanimità. I vari Comitati cui si ricorse sono organismi non contemplati nel Coventtnt e perciò incostituzionali . lo Stato agg ressore, costituziona lmente de dito alle aggression i, è l'Abissinia, soltanto l'Abi·ssinia, e nessun altro all'infuori dell'Abissinia. . Essa aggred} nel 1886 ')e popolazioni del limmu, del Gimma e del Ghera, nel 1887 il Guraghiè e l'emirato di Harrar, nel 1889 il Combatta, nel 1890 il Giangere e il paese. dei Leca-Galla, nel 1893 il regno di Uolamo, i Galla Tulama e il Sidamo, nel 1894 l'Jmi e l'Ogaden , nel 1897 iJ regno del Caffa, il Conso, il Durgi, il Jambo e il Ghimirà, n el 1899 i Galla Borana, i Beni Sciang ul, il paese dei Gunza e dei Gubba, nel 1900 le popolazioni nilotiche d el sud-ovest Verso ì laghi equatoriali, nel 1909 il s ultanato del Teru, il sultanato de l Biru e il sultanato degli Aussa, e infine, precisamente nell'anno ginevrino 1935, il sultan ato del Gimma.
Taluni pensano che una gue rra di molti cont ro l'Jtalia pos sa esse r facile . Si ingannano. L'Itali a si difenderà con le ungh ie e coi _ denti e già da tempo s i è preparata a fronteggiare ogni eventualità.
Si dice che non si può premiare l'aggressore. Ma chi è l'aggressore?
Sta di fatto che i sanzionisti premiano con i proiettili d um-d11m i selvaggi razziatori abissini, responsabili di d ecine e decine d i aggressioni contro le colonie italiane, francesi e britanniche d ell'Africa Orientale, responsabili del massacro del funzionario francese Berna rd e de1la sua sco rta, nell'anno di g razia 1935, anno ginevrino, societario e filoetiopico !
Queste popolazioni sono tuttora depredate, ang"ariàte, e: a g loria di Ginevra, anC:or oggi forniscono carne umana per i mercati d i schiavi nell' inte rno dell'Etiopia e al ,di là del Mar Rosso,
Vi è un « prerilio all'aggressore» e questo è dato da Ginevra ai selvaggi abissini. Essa fornisce loro armi. La ditta londinese Eley Brothers per essi fabbrica proiettili dflm -dum, violando le più sacre leggi internaiionali. Per essi la Croce Rossa Svedèse trasporta casse di munizioni, sotto l'inganno dei segni ospitalieri, n l'Italia che intende liberare gli schiavi nelle zone asservite al barbarico giogo scioano ed è Ginevra che difende i negrieri. '
L'opinione pubblica europea può. legittimamente ··domandare se è St ato «agg ressore» l'Italia, che libera sedicimila schiavi nel ')'igrai, che è attesa e invocata dalle popolazioni martoriate e a fia nco della quale i liberati pren dono le armi.
Può domandare per quali imposizion i imperia liste l'Etiopia ne. griera è djfesa a· Ginevra e l'Egitto, paese di a ntichissima civiltà, escluso dalla Lega.
Può domandare perché si riforni scono di armi gli abiss ini tag liatori di teste e si usi la mitraglia rontro gli studenti egiziani, nella capitale stessa del loro·. Stato libero,_ sovrano e indipendente.
St dice che occorre salvare l'ind ipendenza di uno Stato. Menzogna! Ginevra ha già riconosciuto la necessità di sottoporre la barbara E tiop ia ad un controllo civile. la terra d el Negus e dei ras, dei ceppi, d elle catene e dei mercati di schiavi è già virtualmente sotto mandato. L' un ica controversia è di stabilire se questo debba essere affidato all'ltal ia 1 che ha diritti di priorità e di sangue, e a favore della quale Ing h ilterra e !'.rancia sottoscrissero « impegno d'onore» o se l'accaparramento tot~· Iitario, esoso e illegittimo di tutti i ma ndati, g ià praticato a Versailles, debba avere un codici llo finaJe sulle te rre del N egus, con la compl icità di Gine_vra e con la violazione di t utti gli impegni di sa ngue e d 'o n ore !
Tale è· I~ controversia, tali- i nobilissimi ideali di giustizia, per cui l'Europa dovrebbe essere messa a fuoco e fiamme. · t. per evitare questa mostruosità: che gli studenti d'Europa devono stringersi in unità spirituale, al di sopra dei politicanti. le diplomazie preannunciano il supe rsanz ionismo, l po liticanti agitano le torce incendiari e Al di sopra .dei diabolici intrighi, la g ioventù d'Europa pu~ gettare il ponte della comprensione e della salvezza. I giovani diranflo la parola definitiva di condanna cont ro l'ignominia delle sanz ioni, che minacciano di scatenare in puropa la più stupida, fratricida e catastrofica delle conflag razioni.
Per la solidarietà europea, contro g li incendiari, contro i petro~ )ieri, contro gli imperialisti insaziabili, contro i bolscevichi sovvertitori, che p er la prima volta entrati a Ginevra, vi preparano la catastrofe.
La giovinezza d 'Europa deve coprire d 'ignominia i propagand isti sanguinari che vorrebbero conda nnare altri milion i di g iovan i, di slu· denti, di contadini, di operai, di artigiani a non rivedere più H sole.
Da. il Popolt;, d'lttt!ia, N. 32, 1° febbuio 1936, XXIII (gg, 35).
ALLA PRIMA RIUNIONE DELLA CORPORAZIONE PER LE COSTRUZIONI EDILI*
A questo p1111to, il Dure illlervime nella diJrunio11e1 1piega11do che il JÙ/ema delle afllo rizzazio11i preventive, alieno dalla rig idezza di 101 proVvedimenlo legùlalivo, permett e l'es,vne e la valttlazione di ciasama domanda; perciò eSJo ha ben f11nzio11ato e <juasi tutte le ,khùute d'a11torizzazio11e 10110 arcettate1 anche perché gli italiani, nel loro vi vo senso di civùmo, uo11 chiedono permeSJi se 11011 per le co st ruzioni realme111e e 1/l"ellamente ·necessarie.
• A Ro"ma, a pj,lano Venezia, j[ pomeriggio Jcl 1-0 febbraio l93 6, Mus· so lini presiN!e la prima riunione della corporazione per le cosi rozioni edi li.
IJ Duce, accollo dal saluto vibrante di tutta la corpora.i.ione, invita il vicepresidente, onorevole Morelli, a riferire sugli argomenti posti all'ordine del giorno. L'on. Morelli rileva che il funzionamento dellé corporazioni, che ha avuto il suo iniz.io in un momento d'eccezione, ha dimostrato di poter raccogliere e suscitare le foize e i mezzi mig liori di resistenza all'offensiva sanzionista. Afferma che il ritmo detrattività edilizia, pure risentendo le difficoltà del periodo che si attraversa, continua, Il 6ne da perseguire e il problema. da risolvere sono quelli di ridurre le importazion i, specialmente di ferro, rame e legname, potendosi fare ricorso al nostrO legno e ad altri materiali nazionali, almeno per molti 1ipi di costruzioni. Esaminando la possibilità delle costruzioni tradizionali a. mattoni e travature di legname, riconosce che essa non può corrispondere, in modo totalitarfo, all'edilizia moderna, ma può essere applicabile, ad ~pio, nelle ricostruzioni delle case ru rali, nell'attuazione del grandioso piogramma già pieannunziato e delineato dal Duce» . Indi il Presidente del Omsiglio fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d' ltalict, N, H, 2 febbraio 1936, XXIII).
161" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO •
Erano presenti De B0110 1 Balbo, De Vt:cchi, Federzo11i1 Cian o Co· J/au zo, So/mi, Di Reve/1 RoJJ011i 1 C iano Gttleazzo1 Buf/arini, Rus, o, Alarconi1 Serena, Morigi, MarineJ/i, T ringaiì, Volpi, Grandi, i\fozzari11i, Cianetti, A11geli11i, De Stefani, Farinacci, ·Acerbo Segretario, il segre· tario · del Partito. In servizio 11elt'A frica Orientale Bottai.
Il Gran Consiglio del fa scùmo , ricorrendo il Jredicesimo a ,muaie de//tt fondazione della Milizia, ha ri volto tm vibrante saluto .ttlle camicie nere che Orientale com battono con lo stesso spirito eroico della vigilia e con simra f ed e nella civile miuio11e dell'J1alia f ascista.
li Duce ha quindi parlato. per circa due ore d ella sit uazione polilicomililare, Jlll!a quale hanno p reso la pa rola D e 8 0 110 e C ra11J i
162" RIUN IONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano presenli De Bono, Balbo, De Vecchi, Fedrrzoni, Ciauo CoJld11Z01 So/mi, Di Revel, R ou o ni, Ciano Galeazzo1 B11ffari11i , R ,uw, 1\.farco11i, Serena, Morigi, Aidri nelli, T ringali, Volpi, Gran di, M r1zzari 11i, Cianelli, Angelini, De S1efa11i, Farinaai, Acerbo. Segret ario, i l ,egretari o del Partito. In u rvizio nelt' Africa Orientale B ollai.
Il Dr1ce ha co11li11uato la ma rele1zione sulla siluazi one politicomilitare.
Al · termine d el/« rele1zi one, d 11r,1/a cirrn ,m'oTd, è stt1ft1 t1pp ro 11t1la la seg11enJe m ozione :
« li Gran Comiglio del fasrism o, dopo avere souo posto ad esame gli av venimrnli politici 1vo/Ji1i nel dicembre _ scors o, vi t rova pienamente gùuJijirnJa la sua linea di condolta, ispirata da tma. prelimi11are riser va di fronte al p_iano franco-ù1gleJe,· comidera le recenti vitJorie delle no11re armi ml fronte eritreo e 1omalo come fa/Jori prevaltnti e ·deter111i11ant i della 1it11azione; rinno va la sua f erma derisione di rag giungere gli
• Tenutasi il 1° febbraio 1936 (ore 22-0 30) (Da Il Popol,; d'! Jdlia., N n , 2 febbraio 1936, XXJII). · obietJivi pei i qudii Jo 1forzo milit11re fu inizidto, sirnro di interpretare in questo modo lo spirito delle lr11ppe <omballeJtli e la volontà <onsa· pevole del popolo "iti::liano ». li Gr11n Comiglio del fascis mo ha q11indi èsaminato 111 JÌlflazione interna, quale riJ u/ta al t ermine del terzo mese di auedio econo mico, e, dopo avere eM!tata la calma, mirabile resistenza del popolo i taliano, 11na11ime nei ranghi del Littorio, ha fiuato le linee della c011Jrodzione deJf'ltafia '!e/ caso' di fin ulteriore inasprimento delle ;a11zio11i.
0 Trnutasi il 4 febbraio l 9}6 (ore 22-0.30). (Da Il Po polo d' 1Jalù1, N . 36, ) febbraio 1936, XXIII).
Il miniJJm d efle Finanze ha qflindi riferito m ila 11eceSJità di Jj• .rciplinare il commercio con l'estero ed ha propo J/o la u g11e111e mozio ne, che è 1/ata a ppro vata:
« Il Gran Comiglio del fascismo, preso in eJame il problema del commercio con l'nlero, in conformità alla d otll'ÌIM eumomica faut!ta , ,avvalorata d alle presenti circo1tanze, ricon oJCe negli uambi con /'es/ ero ,ma f1111zio11e di intereJJe p11bblico, che gù,uifica il <o lllrollo dire/fa d!l!o st ato rorpor~Jivo >>.
Hanno parlato G rm1di, Di Revel, Rossoni, Volpi, D e Stefa ni.
Il Duce ha illfi11e ri'll o!to 1111 saluto al ca mera/a Galeazzo Ciano, che va a riprendere il comando della Sll(t sq11adriglia, al segrelario del Partito, che asJl/merà il comando di ,m reparto di una di visione camicie nere, e al <amerata Farinacci , che entra a far parte di 1111a · squadrigliti di aviazione dell'Africa Orientale.
Il Gran Co miKlio del fascismo 1i è aJiocù,Jo al Jt1!11to CMI tm vi1-'issimo pla,1Jo.
Nessuna
MUTILAZIONE DELL' IMPERO
I d iscorsi p ronunciati alla Camera dei Comun i da Lansbury, g ià capo del Sruppo pa rlamentare laburista, da Salter, laburista dissidente, e dall'ex-primo m inistro Lloyd - George, sono di inte resse europeo e mondiale. Sono dichiarazioni di verità e di giustizia, che si leggono non senza compiacimento, dato che ·l'Europa del 1936 e di Ginevr a è forse più jpocrita e ingiusta di quella di Versailles o <lei congresso di Vienna. Lansbury e Lloyd GeOrge sono due vegliardi, che, giunt i presso al tramonto della l~ro vita, vedono con preoccupazione l' orizzonte Ca· ricarsi di tempesta. Essi invocano una riparazione a lle ingiust izie, che allontani in tempo l 'uragano. Forse sono voci clamanti nel dese rt o, ma sono le voci stesse dclia coscienza europea.
H a detto il vecchio L1nsbury:
<t La Società delle nazioni fu fondata dopo la guerra e dopo una pace punitiva. Il risultato è che la Società tlelle nazioni non è una vera Società delle nazioni. Essa è ba~ata su un g ran numero di piccole n azion i, con una o due soltanto predominanti».
Il dottor Salter h.a precisato:
« l'ltalia ha una popolazione più numerosa dell:t Funcia, con un territorio inferiore della metà le necessità d~ll' Itatia sono state r iconosciute <la Sir Samuel H oare e dag li altri membri <lei Governo attuale, « Giappone, G ermania e Italia potrebbero qualificarsi come le nazioni ' nullate nenti del mondo e p resto o tardi si sfoneranno disperatamente d,i a~ere il loro posto a l sole, a meno che noi e g li altri non ci dichiariamo dispost i ad acct11are u na giusta distribuzione della superficie mondiale e ad adottare una condotta p iù elevata e più crisli:ma •·
Lloyd Gcorge non è stato· meno caustico:
« Tanto il Giappone quanto l'Italia si muovono perché hanno necessità di sfogo per le loro popolazioni e pèr la loro economia Alla fine della guerra, l'Italia non ebbe ch e l'Oltre Giuba, cio~ centomi la chi lometri quadrati d i deserto o quasi. Invece la Gran Bretagna ebbe 2.620.000 chilometri quadrati, con una popob,zione di nove milioni e meno ; la Francia 92 2.000 chilometri q uadrati, con una popolazione di quattro mi lioni e mezzo. t! inutile asserire che queste disuguaglianze non significano nulla, e che le materie p rime delle colonie acquisite dalle potenze pili. fortunate sono a disposizione di lutti. In rea ltà sono 2 disposizione della sola Inghilterra, che può comperarle con le sue sterline, e della Francia, che può acquistarle con i suoi fra nchi. Ma l'Italia dc,1e pag:u lc in oro. lo credo ch e non vi sari pace finché questo problema non sarà affront::ito e risolto .Appunto per questo la questione dei mandati è urgentissima. Il Belgio, con il suo minuscolo territorio, con la sua piccolJ ' popolazione, possiede la parte migliore dell'Africa Orientale tedeua, oltre a tutto il Congo, Il Portogallo e l'Olanda possiedono milioni di chilometri quadr:iti di territori ricch issimi ».
Il quadro è ·esatto. Ak~ne potenze priv ilegiate, g ià ricche di abbondante bottino, hanno esosamente .accaparrato tutti i mand ati coloniali dispon ibiJi , ch e esse non potranno mai colonizzare, ·per deficeoza di energie demografiche. Altre nazion i esuberant i di vita mancano di spazio. l o ·s la/111 q110 di Ginevra è .uno sla/111 di forza, di' minaccia e di ricatto, non di giustizia. L'accaparramento delle colonie significa accaparramento delle mate rie p rime e imposizione d i tributi in o ro alle nazioni pro!etarie.
Lord Crambournc, sottosegretario agli Esteri, ha dichiarato che « l'impero britannico non h a alcuna intenzione di mutilarsi ». Noi comprend iamo pi:rfettamente queste parole e in un certo senso le giudichiamo legittim~. Gli imperi si coStru iscono col sang ue e con dure fatiche e chi Ii ha costru iti non accetta do mande di parlage A nche noi italiani, se avessimo un impero, l o difende remmo 1mg11i b111 et rostri!.
Maè precisamente per non richiedere sacri fici a ll'i mpero britan· nico che l'Ital ia si è orie ntata verso l' Etiopia, dove un'o peraz ione d i sicurezza. coloniale si rendeva necessaria per le continuate aggressio ni d i orde selvagge.
L'impero britannico non deve essere mutilato, m a la storia non può esser mwnmihcata.
Gli italiarii non chiedono territori britannici ," m a intendono di agire come g l i ing lesi hanno proceduto per secoli. Anche l'Italia ha diritto ad un posto al sole.
L'Inghilterra ha particolari diritti su una par te del t e rrito rio et iopico e tali privilegi l'Italia intenùe lealmente, integralme nte r ispettar e. M a è altresi vero che Ing hilterra e Francia hanno riconosciu to all'Ital ia speciali ,d iritti su a ltre zon e del territorio eti op ico. Sono impegn i d 'onore Lond ra li ha confermati nel 192.5, d opo il Covena,lf e dopo l'ing resso dell' J:.t ìopia n ella Lega. Q.iesti P atti furono riconosciuti tutto ra << in v igore » d al Comitato societario <lei cinq ue. Essi vanno r ispettati anche :i favore d e ll' Ita lia. S i tratta dunque non di m utilare l'impero b ritannico, ma di man terie re gli impegni assunti, i qua li ebbero a nch e l'o nore della r atifica d a pa rte della Camera dei Comuni.
Da Il Popolo d' lfali.t, N. 38, 7 febbraio 1936, XXIII ( u•)
«I NOSTRI EROICI SOLDATI AVANZA NO
, I l'ATI! PARLA N O .E Più ANCORA PARLERANNO» *
I nterp re to i sen ti menti che v ibrano ne ll'an imo vostro i n questa g rande g io rna ta di rivendicazion e e di vitto ria c he l a rivoluzio n e delle camicie nere ha volu to , d icendovi: i nostri e roici soldati avanzano, i
"' Il 3 1 gconnaio 1936, Badog lio aveva preannunciato un'ann.zau ver so l'Amba Aradam, co nt ro le truppe di r.tJ Mulughìetà, ex-ministro et iopico della Guerra, li 4 febbra io, M ussolini a~eva approvato la prossima n ione _(312). Il 9 febb raio, su richi esta della Francia, aveva vietato al maresciallo di far bombardare la ferrovia di Gib uti, che pur serviva a rifo rni re g li armati abissini, ed aveva anche vietato azioni aeree su Addis Abeba (3 12). D al 10 al 1 ) febbraio, .si era. svolto la g rande battaglia dell'Endertà, che si era conclusa con la piena vittoria italiana: l'armata di r11s .Mulug:hietà era stata d is1rutta e- l'Amba Aradam espugnata, Il 17 febbraio, i l capo del Governo si eta congratulato con Badoglio per il successo della battaglia (:H:\). Il 18 ed il 20 febbn io, g li aveva 1elegrafato àncou ('.¼13).· li 27. febbra io, si era inì2iata la seconda . battaglia del fatti pa dano e p iù ancora parleranno. (Le brevi parole di M1m olini s11uitano ,ma n11ova1 tra volgente fiammata di enl11sia1mo)
374"' RIUNIO NE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Prima di p11JSare a!ltt parte ordinaria dell'otdine dei giorno, il Duce ha fallo le seguenti com1111iwzio11i di 11at11ra politica:
Dall'ultimo Consiglio dei min istri ad oggi, le nostre truppe dell'Eritrea, agli ordini del mares.ciallo Badoglio, hanno riportato una serie di grand iose vittorie - da quella di Amba Aradam a quelle del Tembien - che hanno fatto crollarè "il fron te abiss ino del no~d. L'occupazione di Amba Alagi ha fatto vibrare il cuore degli ita li:mi, che ricordano il sacrificio d i Toscll i e dei suoi grega ri, sacr ificio subl ime, oggi pienamente rivendicato. "'
Il Consiglio dei ministri, inte rp rete d ell'anima d ella nazione, invia al comandante e alle tru ppe una f ervida esprcssìone d i plauso e d i grat itudine · i deputati e senatori americani i quali hanno negato ogni embargo sul petrolio e sulle altre materie prime hanno reso soprattutto un prezioso servizio alla causa della pace mondiale. l1 t entativo affiorato in questi ultimi tempi di risolvere la cosiddetta questione danubiana senza l'Italia, quindi contro l'Italia, abbozuto a Parigi, ma non dal Governo fran cese, né approvato da esso, è già fallito; né poteva essere a ltrimenti .
Mentre nel mese di febbraio le nostre operazion i nell'Africa Orientale acceleravano il loro ritmo, il Congresso americano, dopo rapida discussione e a maggioranza schiacciante, h a approvato la proroga pura e sempli(e delJ'attuale legge di neutrali tà fi no al 1° maggio del 1937 .
·Ha quindi respinto og_ni proposta di allargare la li sta d elle merci attu almente sottoposte ad embargo e non ha tenuto conto d ì tu tte le sollecitaz ion i societa rie.
Come italian i non possiamo non p rendere atto con sodd isfazione di q uesta -di rettiva po litica degli Stat i Unit i, ma desidero aggiungere che Tembim. La mattina dd 28 febbraio, le nostre truppe avevano già conquistato r Amba Abgi. All'a lba del 29 febbraio, era incominciata pure la battaglia de llo Sciré. La mattina del 1° mar.zo, a Roma, 1icorremlo il quarantesimo anniversario Ji Adua, Mussolini rend e omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Indi, dal balcone centrale di pa lazzo Venezia, a lla folla che lo acclama, rivolge le parole qui riportate. (Da JJ PoJJo/0 ,J'll,1/i,r, N 62, 2 marzo 1936, XXJII).
• Il 2 marzo 19 36, dopo accaniti cOmbatt imenti, si era conclusa, con una travolgente vittoria italiana sulle armate di fdJ Cassa e d i r.:rJ Seium, la seconda battag lia del T embien, mentre quell:1 de llo Sci rè er:1 giunta nella fase risolutiva Lo s tesso 2 marzo Mus~olini aveva inviato un vibrante te legramma a Badog lio (314) n 3 marzo (ore 10- l H ), presiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale è q ui riportato il resoconto (Da li Popolo d'lralùt , N. 64, 4 marzo 19;6; XXJJI).
.i':: quasi superfluo ripetere che una sistemazione «collettiva)> del bacino danubiano non può prescindere dalla nostra presenza, né ignorare i nostri interessi, né quelli degli· Stati legati all'Italia.
B in relazione a t utta questa materia che nei giorn i 18, 19, 20 del corrente mese avrà luogo a Roma un incontro italo-austro-magiaro. Saranno ospiti grad itissimi della capitale e del Governo il cancelliere austr iaco Schuschnigg e il ministro degli Esteri Waldenegg; il capo del Governo ungherese Gombos e il ministro degli Esteri Kanya. L'incontro si svolge sulla linea dei p rotocolli romani, che hanno ·avuto, nel primo biennio della loro vita, una indubbia efficacia nel fortifi care le relazioni pol itiche ed economiche fra Budapest, Vienna, Roma
Quanto alle vicende della conferenta navale, il nostro atteggiamento non può sorprendere coloro che ricordano le dichiarazioni fatte dal capo_della nostra delegazione, nella seduta iniziale, Un acco rdo di natura politica non può essere firmato dall'Italia quando viene minac· ciato e patrocinato un inasprimento delle sanzioni.
Giunto nel pieno del quarto mese di assedio, il popolo italiano ha ancora raffo rzato la sua compagine politica e morale. I lutti della guerra sono sopportati con v irile co raggio, che si impone all'ammirazione dc! mondo. Il popolo ital iano comprende e intuisce la portata storica di questo sforzo c he Ja. nazione compie, non solo pe r vendicare i morti del 1895-'96, ma per garantirsi le vie del futuro.
L'Italia oggi serve la ca':lsa della civi ltà umana.
Dal punto -di vista economico, ferve dovunque il lavoro per realiz· za re il· massimo della autonomia economica, senza della qua le u na na· zione "può domani essere violentata dalla prepotenza di nazion i p iù ricche.
Il popolo è pienamente consapevole di questa necessità, e tutto lo sforzo del regime è indirizzato al conseguimento di questa mèta.
Dopo le dirhiarazioni falle dal D11Ce ml/a siluazione inlernaiionale, il Comiglio dei minisJri ha approt1aJo, m propos/a del capo del Governo, /1rimo ministro, segrefa,in di Sia/o:
Uno srhemd di dure/o legge che lìmil:t il prouimo umime11to della popolazfone delle colonie alla Libia ed .ai pouedimenti ilaliani, esr/11dendo /'Eri/rea e la Somalia, al/eJa /'a1t11ale 1iluazione militare
Su proposta del capo dti Governo, miniJtro dell'Interno:
Uno 1chema di decreto l egge conurnenle l'istituzione di uni1 divisi one 1puia/e di Polizia nella città di Napoli. Con tale provvedimento, ana/o g11mente a quanto venne diJpouo per la ct1pitale, t11lli i urvizi di Polizia 11rbana nella città di Napoli vmgono am,hti da tma speciale di visione del corpo degli ag enti di P11bblica Simrezza.·
Uno schema di decreto legge con cui si f a obbligo agli l s1il111i di rlJJÙ/enza e di educazione 11mminislrali da Enti p11bblfri di acquiltare , per i propri hùogni, solltmlo Jeu11ti di tipo 1111ificato, wstil11ito preferibilmente di rnnapa. Il provvedimento, mentre favorisce lo-smercio di ,m prodollo nazionale, conunle, con l'rmifitazirme dei tipi dei teJSflti, 11nt1 riduzione del prezzo di vendila, a vantaggio degli Enti com11ma1ori
Uno Jthe"mi:t di deerelo legge ton cui, allo uopo di dare auel/o 1111itario all'assiJJenza delle vedove e dei figli degli miiaJori, . Ji dispone /11 fruione dell'Opera pia nazionale per le 111:dove e i figlr degli t1ero1M11ti ton sede in Loreto, 11ell'Js1i11110 « Umberlo Maddalena >> ,-0,1 ude a Gorizia,
Uno schema di decreto , con rni, in armonia alla politica dem ografica del regime, sì dboliscono, per. i sou uffiriali di Pùbblica Simrezza, e si rid11cono, per le g11ardie Jce/Je di Pubblica Simrezza1 le limitazioni a conJrarre m atrimonio.
Uno uhema di decreto legge recante norme per /,:1 prima t1pplicazione del regio decrelo legge IO oJJobre 1935, Xlll, numero 2472 , mll'o rganizzazione provinciale, e la. coordinazione 11azio1Mle dei urr•izJ pompieristid,
S11 proposta del capo del Go verno, miniJtro delle Colonie:
Uno schema di decreJo che 1tabiliue n11ove denominazioni delle 1mità indigene de/J'Erilrea.
Uno Hhema di decreto che ,aflribuiire t1l comandante J/Jperiore in Africa Orientale ed .al comandante delle Forze Armate in Somalia, l,1 f acolr,ì di concedere ml campo rico mpeme al valor militare. I n relazione ,:11/0 111il11ppo delle operazioni militari in ·Africa Orie111ale, Ii è 1',wvùata l a necessilà di comentire ai predetti comm1danti di contedere Jfll · tampo "1edaglie e croci di guerra ' al va/or tnililare agli ufficiali inferiori, ,:1i Jo/111/ficiali ed ai militari di truppa che 1i diJting11ano per r11/i di valore meritevoli di immediata ricompenM.
Uno 1chema di decr et o concernente l'a11mento de/J'indennit?, di operazioni ai militari eritrei in 1ervizio preJJo refiarti mobilitati.
Un diuv,o di legge· relalivo all'ammiSJinne ai concorJi per 11ffitiali 1anilari e 1anitari condoni de/ R egno , indipendentemente dal limit e di età, dei 1anitari coloniali che hanno comeg11iro l'idoneità a parteci· pare ai comor1i steJJÌ.
Uno JChema di decreto legge con cui vengono e1lese alla Libia, con opportuni adallamenti, le diJpo1izioni contemae nella legge 3 giugno 193J, Xlll, nume,ro 1281, 111/ credito peuhereccio. Il Go verno d el/a Libia viene autorizzato a concedere 11n contrib11~0 d el d11e per cento 111/ pagamento degli intere11i dei mutui de1Ji11ati alle opere di impianto e dì miglioramento.
Il Comiglio dei miniltri, 111 proposta del capo del Go verno e· del ministro per le Finanze, ha approvato un comple110 di provvedi ment) diretti alla « difesa del risparmio e alla d iuiplina della ftm zion e credùìzia ». ( +)
Suae11ìvamente, il Consiglio dei ministri ha approvalo, 111 proposta del capò del Governo, ministro della G11erra, 1Jno 1chemd di decreto legge che e1tende tJi Comandi di difna territ oritJle le allribuzioni i nerenti al deferiment o di 11/ficiali al Comiglio di disciplina, n onché la convocazione dei Comigli.
Uno uhema di decreto l egge col quale 1i provvede, per nece11ità determinat e d all'applicazione pratica de~la l egge s11Jl'ava11zamento degli "{fidali del regio Elercito, ad apporlttre a della legge taluni ulteriori aggiorntJmenti, i11te1i a meglio chiarire ed integrare la effettiva portala in a/enne sue d isposizioni.
Uno schema di d ecreJo con il quale vengono considerali f(ti/;, ai fini del conferimento della medaglia militare al meriJo di lungo comando, anche i periodi di tempo paSJali al comando di reparti d i camicie nere ud unità J.ella M.S.V.N. mobilitale in Africa Orientale.
Su propo11a del capo del Governo, minisJro della M arintt:
Uno 1chema d i decreto legge riguardante l'avanzam ento pe r m erili eaezionali d i 11/ficiali in congedo d ella regia M arina .
Su propo11a d el capo del Governo, m iniltro de/l'Aeronautica:
Uno schema di decreto legge con mi si autorizza, in via lran1itoria1 il m inistro dell'Aerona11tira ad effet111are i peciali corsi di allievi urgenli d ell'Arma aerona11Jica, ruolo specializzato, categoria governo, da rec/11. tarsi tra i ci/ladini italiani che abbiano compiuto il diria11e11esimo e no n s11pl'rato il ven/Ìleiesimo anno di elà1 e · si siano forniti dei requisiti prercrilti dalle vigenti n orme.
375• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
li D11<e ha comrmicaJo al Com{glio dei ministri i 1e,mini d ella rispo1ta all'appello dei Jredici nel 1emo d i accoglierlo i n linea di maIJima. ** li Co~Higlio dei ministri h11 poi app rovato, JU prnposla del capo del G overno, minùJro delle Co rporazioni:
Uno ubem11 di decreto legge per la eJlemione de/l' auimrazione ,oniro la tubercolo1i ai mezzadri ed ai co/011i, Finora 10/1,mto i lavoi·a/ori 10110 sta/i tutelati contro il riJrhi o della t11bercol osi dall'arrimraz/One ohbligaJoria ùtil11ita con i ,·egi decreli legge 27 ollobre 1925, V , numero 20)) . Il 1111ovo provvedimenJo, adollato in base alle ,direJJit•e ·u gna/e dal Comitato corporaJitJo renlrale nellft sn.sione dt/ gennaio, estmde l'aJJimraz ione ohbligt1Jo rù1 ro nlro ltt t11b errol osi ad tmtt maJJtt di o/Ire 3.800.000 individ11'J, romponenti la grande r11,tegoria dei roloni e dei mezzfldri, tanto benemerita dell'agricoltura italiana, Tale a11im. razione 11ìene alluat a media11Je disposizi oni pa J"t irolari, per le q11ali il rontrib1110 (ii mi o,ure è pariteJiramenJe ripartito fra il proprietario d ei fondo ed il mezzadro o colo_no) è {malo i n una q11ota anntut per cùuom compo nente la famiglia rolonica avente età JN{'eriore ai dodici t1mti. L'auùtenza in ra10 di malallia è e1leM a tutti i rompo nenli il n11deo familiare, unza limitazione di g rado d i parentela, p11rrhé ronvit 1a110 rol metzadro o colono e lavorino abit11almente ml fondo, Uno JChema di decreto legge 1111 traltam ente giuridico ed economirn
• ·11 3 mar.:zo 1936, si er:i conclus:i la b:111:i.g[ia dello Scirè: l"acm:it:i di. Ml Jmmrù era stata sbarag li:ita da lle truppe italiane. « Con la vittoria Jello Sci rè - aveva. "tel egrafato tra l'a ltro il maresciallo Badog lio - il crollo dell'intero fronte settentrionale abissino è completo. Delle q ua ttro armate etiopiche che il Negus aveva minacciosamente mobilitate, n ell'ambi ziosa .illusione di battere la forza mi litare ita lia na e sburare il cammino :i.Ila civiltà, no n rimangono che miseri avanzi in fuga verso il suJ ri. Sempr e il 3 marzo, il primò ministro Flandin aveva telegrafato a Musso lini p e r sollecitarlo ad accetta re di discutere un · n uovo piano di acco"rJ o, secondo u n' iniziativa da lui stesso p roposta a Gi nevr.1, della qua le s i e ra subito occupato il Comil:ito societario Jei tredici. la mattina del 5 marzo, le nostre truppe avevano raggiunto il T acauè, Il 7 marzo, fa Germania annuncia la rioccupazione militare della Renania e den uncia il patto di Locarno, in quanto viol ato dalla Francia con la firma Ji un trattato con la Russia. Lo stesso 7 marzo, dalle 10 alle 12, Mussolini p resiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale è qui riportato il , esocon to. (Da Il Popolo d'lhilùt, Nn. 65, 66, 68, 5, 6, 8 marzo 1936, XXIII} dei vo/onJari e dei richiamati alle armi per e1ige11ze miliJari di carallere eccezionale. lii conformità alle deriJioni preu .nelle recenJi seuioni del Comitalo corpQrativo cemrale, Ji diJciplùza, in (aso di richiam o JolJo le armi o di arr11olamento volo11Jario neJJe Forze armi:1te o nella M.V S.N., per esigenze militari di carattere eccezionale, . lo Jtalo degli impiegati pritJati e dei la voraJo ri aJJimi/ati e .si 1/abiliue a favore di q11e1ti 1m tratJameuto gihridico ed economico che sostithiJce quello prevùto dalle disposizi oni della vigente legge wlt'impiego privato e dei coulratri collettivi di lavoro. Con tale provvedimento si concede, in luogo della retribuzione slabilila dalla legge s11lt1impiego privato per il 10/o periodo di Ire mesi, un'inde1111ità continuativa per lu/ta la drm1.ta del servizio mi/j. lare, il cui ammontare sard determinato in relazione al grado militare riveslito dal lavoratore ed al_ 11111nero delle persone· che egli ha a 1uo çarico. lJ provvedime11Jo auicura inoltre anche tti volonlari, o!Jre che ai richiamati, la wmervazione del posto, e, quindi, la ;icurezza della co11ti1111ità dell'impiego. li p,1gam e11to delle indennità verrà effeuuato da una Cassa ammìnislrala dall'Istitr,10 nazionale fauista della previdenza S O· eia/e, alla qr"tle affl11ira11110 i versamenti dei datori di lavoro. lii relazione alle disposizioni coJ11e1111Je nelia legge lG gi11g110 1932, X nmnero 834, riguardanti lt1 co1tit11Zione e il f11nziona11wJ10 di Co11Jorzi fra esercenti uno sJeJSo ramo di allività economica, si diuiplinano i Comorz1 volontari, sJabilendo pitì slreJli cCJnlatti fra qunli da un lato e le corporazioni e i. Comitati corporat ivi dall'altro. Mentre, in/ani , gli /Jtit11Ji corporatjvi regolano, co n ailerio di c,1ra1Jere ge11erale1 l'attivittì produtt"rice e dùtributrire delle :,·arie categorie economiche, i . Comorzi provvedono a ilisàplilldre, ne/J'ambito di ogni uttore, l'allività de/Je sùrgole aziende. li contatto fra i due iJtitutì ( corporazioni e Comorzi) richiede che l'attività comortile sia opporJJmamente imerita nel pitì ampio quadro ·dello Stato, ( + )
•• (372).
Uno uhema di decreto legge relati1,10 alla disciplina della produzione del mercato delle euelize agrumarie. In accoglimenlo delle proposte formrdal e dalla corporazione della fru11icoltrm1, si Je11a110 parlicolari norme intese ad oJJenere che si proceda ,tlla fabbricazione delle essenze agr111narie con metodi_ ed impiami razionali, per assia11are la gc11ui11iJà dei prodotJi ed impedire le adulterazioni e wfi1Jicazio11i.
Uuo schema di decreto legge conleuenle norme per fa vo rire la produzione degli oli pe1a11ti ricavati dalla disJillazione delle rocce a;faltiche o biJ11mi11ose e dei comb111tibili joJJili nazionali. In co11/ormilà dei voli e1pres1i d_alla corporazione delle i11d11J1rie eslratJive e dal Comitato tecnico corporativo per i combustibili liq11idi, si stabilisce, Ùl aggiunta al premio già precedenlemente accordato nel 1934, · X li, per ; prodolli l eggeri petroliferi e per i lubrificanti di origine nazionale, un altro premio per i prodotti petroliferi pesanti della stessa origine, dando modo di più largamente 1/mllare Je rison e nazionali, in particolare gli ol'i provenienti dalla distillazio ne delle rocce asfaltiche e bituminose e dei combustibili foJJili nazionali.
Uno sduma di decreto legge pèr il coordinamento d elle alti vità degli lstit11ti ed Enti operanti neJ campo della produzione nazionale. li provvedimento, ùpirato ai 110/i espressi dagli organi corporativi, è i nteso a coordint:l re, altra verso la corporazione compeJenJe1 l'attività di Jali Enti allo scopo di assimrare, ne/J'intereue della prodJJzione 11<1zio11ale, unità diretJive.
Uno ·Jchema di prov11edime11to riguardante i Co nsorzi volontari.
Su propoJta del rapo del Gov,•mo, mìniJlro delle Corpor,,zirmi:
Uno Jthema di decreto legge che stabiliJce le modalità per il wlloramenlo fuori ru olo degli addetJì alla 1\-fìlizia Pol'fflaria inviati i n Africa Orientale, dùpo11end o an,he che euì vengano sostittJÌ/Ì con p ersom,fe in sopra11111111iero1 coJÌ co.me è sia/o f,1110 per la Milizia Nazio11a/e della Strada.
Uno uhe111a di decreto l1Jgge che a11torizza l'e111iJsìo11e dì speciali fra11roboili co1111J1emorativi in occa sìo 11e della JnoJJÙl/a
Fiera campionaria di Milano.
dicùmefleJÙ!la
Uno schema di decreto che 11pporl a due modificazioni alle normo vigenti per l'ampliamento e la ma1111te11zio11e degli edifici postali-telegrafici, a11torizzando l'amminì;trazio11e a provvedere direJtamenle ai lavori d i lieve entità e st11bilendo che i f ondi per i lavori estg11iti dalle Fer• ro vie dello Stato vengano a111icipati semestralmente, anziché trimestralme11te. Il programma di ntJove linee è stato notevolmente ridono ed il n11ovo provvedimento h1ira d f acilitare l'ultimdZione di quelle sole linee 4 Jronrhi di mi 11011 è sia/a abb,mdonaJa la co1Jr11zione, Uno schem(1 di decreto legg e che apporta pre ci1azio11i ml/e n orm e relati v e alla durata d e/ l avoro p er ìl perso11t1le dei pubblici Jer vizi di trasporto in concessione . ( + )
GAETANO POSTIGLIONE•
Il Governo si associa alle commosse parole che in memoria <lei camerata Gaetano Postiglione sono state pronunciate da l Presidente di questa Assemblea. Per noi uomini della vecchia guardia più acuto è il rimpianto.
• Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 9 marzo 1936 (ore 15-19), dopo la commemorazione del deputato Gaetano Postiglione (ottobre 1892-25 dicembre 1935) fatta dal Presidente dell'Assemblea. (Dagli A rti del
DOPO LE COMMEMORAZIONI* ·
Il Governo si associa alle alte parole di cordoglio e di rimpianto pronunciate dal Presidente di questa Assemblea.
PREFAZION E A « VOMERE E SPADA»**
Una fascista della prima e di tutte Je o~e, la principessa Lena Triyulzio della Soma.glia, ha voluto raccogliere in un volumetto un certo numero d i pensieri e di massime tolte dai miei troppo numerosi scritti e discorsi. Non spetta a me giudicare la scelta, ma, conoscendo lo spi· rito che l"ha guidata, oso credere che s ia a ll'a ltezza del momento e d el pubblico quale è dìretta.
Desidero esprimere il mio ringraziamento alla principessa Trivulzio, non solo per la fatica da .lei compiuta con questo ~ibro, ma_ per t utta quanta l'opera da lei svolta con vero intelletto d'amore, per rea lizzare, andando verso il popolo, i postulati profondamente umani della rivoluzione fasc ista.
Vomere e Jpttd4: modo di vita di questo grande tempo delle camicie
MUSSOLI NI
Roma, 14 marz'o XIV [ 1936].
Pt1r/,:me11to it.JitJno. Cam era dei deputati. Diuuu ùmì. LegiJlat ur,r dt. S t JJ fo 11e dt. Volume li, pag. 2136.
• Parole pronunciate al Senato, nella tornata del 12 ma rzo 19 }6 ( ore . 1516.30), dopo le commemorazioni di alcuni senatori scomp.arsi fatte · dal Presidente dell'Assemblea. (Dagli Atti pa,/,rm,nJ,rri dr/la C4mrra d ei senatori DifCUIJioni. L egùltttu ra tit. Sessione rii. Vo/11mr Il, pag. 180).
•• Vomere e 1pad,1, Pensierj e mass.ime racc.,olti dagli scritti e discorsi di Benito Mussolini a cura di l ena Trivulzio della Somaglia • Ulrico Hocpli, Milano, 193~ .
DOPO LA COMMEMORAZ IONE DEL DEPUTATO LEÒNJ *
.t con profonda tristezza che il G overno si associa alle commosse parole che in memoria del' camerata Leoni sono state pronunciate d al Presidente delJa nostra Assemblea
ITALIA AUSTRIA E UN GHERIA**
Sig nor Presidente del Consiglio! Signor cancell iere fed eule ! ·
E con profondo compiacimento èhe. saluto, a nome del Governo italiano, la vostra p resenza a Roma, insieme a quella de lle Loro Ecce!· lenze i minist ri degli fateci del Regno d ' U ngheria e dello Stato f ederale d ' Aust ria. Essa coincide con il second o anniversario della firma d egli accordi di Roma. I due anni trascorsi sono, nell'atmosfera dell'Europa di oggi, un lasso di tempo sufficiente per saggiare alla prova dei fatti il valo re di un a linea politica.
N elle conversazioni di questi giorni, noi abbiamo potuto constata re i soddisfacenti risultati ragg iun ti d alle direttive politiche, econorriiche e cu ltural i segnate dai protocolli di Roma, tanto da convenire- sull'o pportun ità, ·non solo di confermare solennemente il contenuto, ma di r ibad ire la finalit à e rafforzare pe rmanentemente le b asi, creando p iù stretti e . durevoli legami fra i tre Stati. La nostra comune volontà d i fi ssare in un piano reale ed o rganico i bisogni, g li in teressi e le aspirazioni dei nostri p aesi assicura così aglì accord i di Roma del marzo 1934 nuove possibilità di svilupp'i f econJì per la nostra collaborazione e per l'opera di ricostruzione eu ropea, di cui costituiscono C sono destinati a costituire sempre più un fattol e fondamentale.
* Parole pi:onunciatc alla Camera Jei dep utati, nella tornata del 20 ma rzo 19 36 (ore l '.5 -1 7), dopo la commemora2ione del deputato .Antonio Leoni ( 29 dicemb rè 1877- 19 mar.zo 1936) fatta dal Presidente dell'Assemblea. (Dag li Alfi del Parldm r11to ilalia,w. Camua dei deJi11tati, D iromio11i Legisla1uri1 cit SeJJione cii Volume Il, pag. 2382).
*"' A Roma, j! 21 mano 1936, aveva avuto luogo il convegno jtalo-austroungherese (373). Il 22 marzo, i! convegno p rose-sue (373). Lo stesso giorno, a lle 20.30, a palazzo Ve-nezia, Musso lini offre un prall%o in onore del cancelliere Schuschnigg e del generale Julius GOmbos, Presidente del Consigli o ungherese. .Allo sp umante, il capo del Governo pronu ncia il br indisi qui riportato. ( Da li PQ;,Q/u d'I1alia, N . 83, 23 ma no 19)6, XXIII).
Questa volontà comune e la amicizia che unisce i tre Governi e i tre popoli continueranno ad ispirare la nostra condotta e a guidare i nostri sforzi. Essi hanno Vittoriosamente superato le vicende di questi due a nni di avvenimenti. Queste g iornate romane ne sono la consacrazione .solenne e defin itiva.
La vostra visita è stata accolta dal popolo italiano in questa grande ora della sua storia con- manifestazioni di profonda s impatia, .di cu i non vi sa rà sfuggito il particolare significato.
La cavalleresca e concreta prova di amicizia che l'Austria e l'Ungheria hanno dato all' Ita li a in circostanze particolarmente diffici li non sarà d imenticàta né dal Governo, né dal popolo italiano e non p otrà non influ ire su quello che sarà il corso dei futuri rapport i fra i due paesi, basati su evident i ragioni geografiche ed economiche e confortati <la una sincera, cordiale comunanza di vedute e di sentimenti.
Levo il bicchie re a lla salute di Sua Al tezza Serenissima .il Reggente di Ung heria e · d i Sua Eccellenza il Presiden te d ello Stato f edera le d'Austria; alla prosperità del popolo austriaco e del popolo ungherese; alla felic ità personale degli. osp iti ins igni.
IL PIANO REGOLATORE DELLA NUOVA ECONOMIA ITALIANA **
Camerati!
Solenni sono le circostanze nelle quali l' assemblea delle cor po· r:izi oni si riunisce, una seconda volta, su questo colle che r jcmpì del suo nome il mondo. Siamo in tempo d i g uerra, cioè nel tempo più duro e più impegnativo d ella vita di un popolo. U n altro e ve nto accresce la solennità e la gravità <li quest'o ra: . l' assedio che cinqua ntadue p aesi dec isero contro l'Ita lia , che un solo Stato volle e impose, ch e alcun i, dopo aver votato, non applicaiono, obbedendo a lla voce delle loro coscienze, che tre Stati, Austria, Ung heria e Albania, respinsero, poiché, oltre i doveri dell 'amici zia, ripug nò loro l'onta del procedimento che
* Il 23 marzo 1936, a conclusione del con11egno tripa rtito, sara nno fi rmati a Roma i nuov i accordi ita lo-austro-ungheresi (373), espressi in tre protoco lli , addiziona li a quelli del 17 marzo 1934 (374).
** A Roma, in Campidoglio, nella sala <li Giulio Cesare; la mattina Jel 23 marzo 1936, Mussol ini presiede l'assemblea nazionale d elle corpora zioni. In tale occasio ne, pron uncia. il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d' lralirs, N. 84, 24 marzo 1936, XXIJJ) metteva sullo stesso piano l'Italia madre di civiltà e un miscuglio di razze autenticamente e irrimediabilmente barbare, quale !'.Abissinia.
J6. · XXV II.
Nel quinto mese dell'assedio - che rimarrà. nella storia d'Europa come un marchio di infamia, cosl come gli aiuti materiali e morali ali' Abissinia vi rimarranno come una pagina di disonore - l'ltalia non solo non è piegata, ma è in g rado di ripetere che l'assedio non la piegherà mai. Solo tin'ignoranZa opaca poteva pensare il contrario.
Nostro stretto dovere era di tir.tre dì~itto.: lo abbiamo fatto, ma più di noi, incomparabilmente più .di noi, -l'ha nno fatto i soldat i e le camicie nere, che h anno spezza~ la tracotanza abissina, schiacciandone le forze armate.
La vittoria bacia ·1e nostre bandiere e quel che i soldati. conquistarono è ormai un territorio consacrato a lla patria. Parta da questo. colle verso i lidi africa ni il sa luto della rivol uzione alle fal~ngi y ittoriose dell']talia fascista! · nel 1936 che si riprenderà la cultura del cotone. Manchiamo di semi oleosi. Nell'attesa di lana sintetica prodotta su scala industriale, la lana naturale non copre il nostro consumo., La dcficenza di talu ne materie prime tessi li non è tuttavia preoccupante: è questo il campo dove la scienza, la tecnica e l'ingegno degli italiàni possono più largamente operare e stanno infatti operando. La ginestra, ad esenipio, che cresce spontanea dovunque, era conosciuta da molti italiani soltanto perché leopardi vi dedicò una delle p iù patetiche poesie; oggi è una fibra tessile che può essere industrialmente sfruttata, I quarantaquatt ro milioni di italiani avranno sempre gli indumenti necessari per coprirsi: la composizione di questi tessuti è, in questi tempi, una fa ccen<la assolumente trascurabile. ·
L'assedio economico -ch e è stato decretato p er la prima volta contro fltalia perché si è contato, secondo una frase pronunciata nella riunione di Parigi del I O marzo, su lla <e modestia del nostro potenziale industriale » - ha sollevato una serie numerosa di problemi che tutti s i riassumono in questa proposizione: l'autonomia politica, cioè la pos· sibilità dì una politka estera indipendente, non si può più concepire senza una correlativa capacità di autonomia economica. Ecco la lezione che nessuno di noi dimenticherà ! Coloro i quali pensano che finito l'assèdio s( ritornerà alla situazione del L7 novembre si ingannano.
Il 18 novembre 1935 è oi-mai una data che seg na l'inizio di una nuova fase della storia italiana. 11 18 novembre reca in sé qualche cosa d i definitivo, vorrei d ire di irreparabile. La nuova fase dcJla storia italianà sarà dominata da questo postulato: rea lizzare nel più breve termine possibile il massimo possibile di autonomia nella vita economièa de lla nazione.
Nessuna nazione del mondo può realizzare sul proprio territorio l'ideale dell'autonomia economica, in senso assoluto, cioè al cento pe r cento; e, se anche lo potesse, non sarebbe probabilmente utile. Ma ogni nazione cerca di lib~rarsi nella misura più larga possibile delle servitù straniere.
Vi è un seltorc nel quale soprattutto si deve tendere a realizza re questa autonomia: il settore d~lla di fesa nazionale. Quando questa autonomia manchi, ogni possibilità di difesa è compromessa. La .politica sarà alla mercè delle prepotenze st raniere, anche solta nto econom iche; la guerra economica, la guerra invisibile - inaugurata da Ginevra cont ro l'Italia - finirebbe pe r aver rag ione dì un popolo anche se composto di eroi. li tentati vo d i questi mesi è ammonitore a l rig uardo.
Per vedere se e in quali limiti l'Italia può realizzare la sua autonomia economica nel settòre della difesa nazionale, bisogna procedere all'inventario delle nostre risorse e stabilire inoltre quello che ci può dare Ja tccnic.:a e Ja scienza. Per questo abbiamo creato e dato le agevolazioni necessarie al Consiglio nazionale d elle ricerche. Giova premettere altresl c. he, in caso di guerra, si sacrifica no, in parte o al completo, i consumi civiJi. .
Cominciamo l' inv_entario dal lato più negativo: quello dei combustibili: li<juidi. Le ricerche del petrolio nel territorio nazionale sono in corso, ma fino ra senza risultati apprezzabili. Per sopperire a l fàbbisogno di combustibili liquid i contiamo, specie in tempo di guerra, sull'tdrogenazione delle ligniti, sull'alcool proveniente dai prodotti agricoli, sulla distillazione delle rocce asfalti fere. Il patrimonio lignifcro italiano supera i duecento milioni di tonnellate. Quanto ai combustibili solidi non potremo fare a meno, allo stato attuale della tecnica, di alcune qualità di carbone pregiato destinato a s,pecia li consumi; per tutto il resto si impiegheranno i.carboni nazionali : i l liburnico, .il sardo, l'aostano. L'Azienda carboni italiani ha già realizzato importanti"progressl: la produzione è in grande a umento, con piena soddisfazione del conswno. Io calcolo che potremo, con le nostre risorse, più l'elettrificazione delle ferrovie, più il controllo della combustione, sostituire in un certo lasso di tempo dal <jUaranta al cinquanta per cento del carbone straniero. Passi amo ora ai minerali metallici e altro. Abbiamo ferro sufficiente per il nostro fabbisogno di pace e <li guerra. La vecchia Elba sembra inesauribile; il bacino di Cogne è valutato a molte decine di milioni di ton· nellate di un minerale che, dopo quello svedese, è il più puro d ' Europa. Unico inconveniente , la quota di duemilaottocento metri al la quale s_i trova; inconveniente dico, non impedimento. Altre miniere di ferro sono quelle riattivate d ella Nurra e di Valdarsa. Aggiungendo a lle miniere di ferro le piriti, da <jUesto lato possiamo stare tranquilli. Altri minerali ch e l'Italia possiede in grande quantità sono: la bauxite e leucite per l'alluminio, zinco, piombo, mercu rio, zolfo, manganese. Stagno e ni• chelio esistono in Sardegna e in Piemonte. Non abbiamo rame in quan· tità degna di rilievo. Passando ad altre materie prime, non abbiamo sino ad_oggi - ma avremo 5ra non molto - la cellulosa; non ahbiamo gomma.
La questione delle materie prime va dunque, una volta per tutte, posta non nei termini nei quali_ la poneva il liberalismo rinunciatario e rassegnato ad una eterna inferiorità dell'Italia, riassumentesi nella frase, ormai divenuta abusato luogo comune, che l'Italia è p overa di materie prime. Deve dir~i invece: l'Italia non possiede talune materie prime, ed è <JUesta una fond amentale ragione delle sue esigenze coloniali; l'Italia possiede in quantità suffi.cente alcune materie prime; l'Italia è ricca di molte ·altee materie prime. Questa è l'esa tta 1ra!,prescntazione della realtà delle cose e questo spiega la nostra· convinzi one che l'lta lia può e deve raggiungere il massimo livello di autonomia economica, Jler il ·tempo .di pace e soprattutto pe r il tempo di g uerra. Tutta l 'economia italiana deve essere orientata verso questa suprema necessità : da essa dipende l'avvenire del popolo italiano
ArriVo ora ad un punto molto importante JeJ mio discorso: a quello che chiamerò <( il piano regolatore» dell'economia italiana nel p rossimo tempo fascista. Questo piano è dominato Ja una premessa: l'ineluttabilità che la nazione sia chiamata al cimento bellico. Quando? Come ? Nessuno può dire, ma la ruota del destino corre veloce. Se così non fosse, come si spieg herebbe la politica di colossali armamenti inaugurata da tutte le n azioni? Questa drammatica eventualità deve guidare tutta fa nostra azione N ell'attuale periodo storico il fatto guerra è, insieme con la dottrina del fascismo, un elemento determinante deIIa posizione dello Stato Ji .frÒnte all'economia d ella nazione.
Come dissi a Mila no nell'ottobre 1934 , il regime fa scìsta non intende statizzate o, peggio, funzionarizza rc l'intera economia d ella nazione; gli basta controllarla e di sciplinarla attraverso le corp orazioni, la cui_ attività d a me Seguita è stata di grande re ndimento ed offre 1c condizion i di ulteriori metodici sviluppi. Le corporaz ioni sono organi dello Stato, ma non o rgani semplicemente burocratici dello Stato.
Vado all'analisi. ll fondamentale settore dell'agricoltura non è, nella sua struttura, suscettibile di notevoli cambiamenti. Nessuna innovazione sostanziale alle forme tradizionali dell 'economia agricola italiana: esse rispondono b ene alJo scopo, che è quello di , assicurare il fabbisogno al imentare del popolo italiano e fornire talune materie prime alle industrie. L'economia agricola resta quindi un 'economia a base privata, d isciplinata e aiutata dallo Stato perché raggiunga medie sempre p iù alte di . produzione, ed armonizzata attraverso le corporazioni con tutto il resto dell'economia nazionale. V'è da affrontare e risolvere il problema . dell 'avventiziato agricolo o b racciantato , su linee ch e il fascismo ha g ià tracciato. Quanto all'attività corTlme rciale, bisog na distinguere i due aspet ti: quello esterno, che è diventato funzione dirett~ o indiretta d ello Stato e nient'affatto contingente come qualcuno potrebbe credere; e quello in· terno, che, ottenuto l'alto disciplinamento delle categorie, non cambierà di molto la sua fisionomia. ll campo del commercio resta affidato all'attività individuale o dei gruppi o delle cooperative. n perfettainente log ico che nello Stato fascista questi gruppi di industrie cessino di avere anche de jure quella fisionomia di imprese a carattere privato che de facto hanno, dal 1930-'31, d el tutto perduta.
Per quanto riguarda il settore del credito - che sta all'econom ia come il sangue all'organismo umano -i recenti provvedimenti lo hanno logicamente port1to sotto il controllo diretto dello Stato. Questo settore è, per mille ragioni, di assoluta perti nenza dello Stato.
Passando alla produzione artigiana e industriale, dichiaro che l'artig ianato s:aà aiutato: esso, specie in It:i.lia, è insostituibile. Non è so lo per omaggio ad una gloriosa tradizione che lo difendiamo, ma per la su:i utilità presente. Piccola e media industria rimarranno nell'ambito dell'iniziativa e della responsabilità individuale, armon izzata in senso naz ionale e sociale dall'autodisciplina sorporativa.
Quanto alla grande industria che lavora direttamente o indirettamente per la difesa della nazione ed ha formato i suoi capitali con le sottoscrizioni azionarie, e per l'altra ·indust ria sviluppatasi sino a divenire ca pitalistica o supercapita listica - il che pone del problemi non più di ordi ne economico, ma socia le - essa sarà costitu ita in grandi unità corrispondenti a quelle ch e si chiamano. le industrie-chiavi ed assumerà un carattere speciale nell'o rbita del lo Stato. · L'operazione in Italia sarà f acilitata dal fatto che lo Stato già possiede, attraverso la I.R.I. , forti aliquote e talora la maggioranza del capitale azionario dei principali gruppi di indu strie che interessano la difesa della nazione.
L'intervento statale in queste g randi unità industrial i sarà diretto o indiretto ? Assumerà fa forma d ella gestione o del controllo? In taluni rami potrà essere gestione diretta, in altrj indiretta, in altri un efficente controllo. Si può anche pensare ad imprese miste, nelle quali Stato e privati formano il capitale e organizzarlo le gestioni in comune.
Queste industrie, e per il loro ca rattere e per il loro volume e per la loro importanza decisiva ai fini della guerra, esorbitano dai confini dell'econom ia privata per entrare nel campo d e ll'economia statale o parastatale. La produzione che esse forniscono ha un unico compratore: lo
Stato. Andiamo verso un periodo durante il quale queste industrie non avranno né tempo né possibilità dì lavorare per il consumo· privato, ma dovranno lavorare esclusivamente o quasi per le forze della nazione.
V'è anche una ragione di ordine squisitamente morale che ispira le nostre considerazioni : il regime fascista non ammette che individui e .società traggano profitto da quell'evento che impone i più severi sacrifici alla nazione. Il triste fenomeno del p escecanismo non si vf'rificherà p iù in Italia. ·
Questa trasformazione costituzionale di un vasto importa nte sc;tto re della nostra economia sarà fatto senza precipitazione, con calma, ma con decisione fascista.
Vi ho cosl tracciato su grandi linee quello che sarà domarli il panorama della na zione dal punto d i vista dell'ewnomia. Come vedete, l'economia corporativa è mult iforme e armonica. Il fasci smo non h a ma i pensato di rid url a tutta a un massimo comun denominatore statale: di trasformare cioè in « monopolio di Stato» tutta l' economia della nazione. Le corporazioni Ja disciplinano e lo Stato non la riassume se non nel settore che interessa la sua difesa, cioè l'esistenza e la sicurezza della patria.
In questa economia dagli aspetti n ecessa riamente va ri, come è varia l'economia di ogni nazion e a<l a lto sviluppo civi le, i lavoratori di\'entano, con .pari diritti e pari doveri, collaboratori nell'impresa allo stesso t itolo dei fornitori di capitali o dei dirigenti tecn ici. Nel te mpo fascista il Ja,•oro, nelle sue infinite mani festazion i, d iventa il metro unico col quale s i misura l'util ità sociale e nazionale degli individui e dei gruppi.
Un'economia come quella di cui vi ho t racciato le Jinee maestre deve poter ga rantire t r:1nqui lliti , benessere, ele\'::izione m.at e riale e morale a lle masse innumeri che compongono la nazione e che hanno d imostrato, in q uesti tempi, il loro alto g rado di còscienz.:i nazionale e la 1oro totalit::iria adèsione a l reg ime. D evono raccorciarsi, e si raccorceranno; nel sistema fascista l e dista nze fra le diverse categorie d i produ ttori, i qual i riconosceranno le gerarchie del più alto dovere e della più dura respon· sabil ità. Si -realizzerà ne ll'economia fascista quella più alta giustizia socia le che dal teinpo dei tempi è l'anelito delle moltitudini in l<;>tta aspra e quotidiana con le più elementari n ecessità del la vit::i.
:8 la seconda volta che si riunisce su l Campidoglio l'assemblea nazionale dell e corparazioni. Qualcuno ha Ia legittima curiosità di domanda re: che cosa accadrà di questa assemblea ? Quale è il posto ch'essa prenderà nell'economia costituzionale d ello Stato italiano? A questi interrogativi fu ,già data una risposta, e prccisament e nel mio disco rso de l I 4 novembre 1933, a nno Xli, col quale annunziavo che il Corisig lio naz ionale delle corporaz ioni poteva benissimo sostituire e avrebbe finito ·per sosti- tuire in loto la Camera dei deputati. Confernio oggi questo intendimento. La Camera, già promiscua nella sua composizione perché parte dei suoi rÌlembri sono anche membri d i q uesta assemblea, cederà il posto all'assem· blea naziona le delle corporazioni, che si cost ituirà in « Camera dei Fasci e delle corporazioni » e risu lterà, in un primo tempo, dal complesso delle ventidue corporazioni.
I modi coi quali la nuova assemblea rappresentativa e legisla tiva si formerà, Je norme per il suo funzion amento, le sue attribuzioni, le sue prerogative, il suo carattere costituiscono problemi di ordi ne dott rinale e anche tecnico, che saranno esaminati dall'organo supremo del regime: il Gran Consig lio.
Quest'assemblea sarà assolutamente «politica», poiché quasi t utti i problemi dell'economia non s i risolvono se non portandoli sul piano politico. D ' altra parte le forze che si pot rebbero, fo rse un poco arbitrariamente, chiamare ext racconomichc, saranno rappresentate dal Partito e da lle Associazion i riconosciute.
Ora mi domanderete quando questa profonda, tna già matura trasformazione costituzionale si verificherà, e io vi rispondo che b data non è lontana, pur esse ndo legata all'epilogo vittorioso della gue rra africana e agli avven iment i della: politica europea.
Con le trasformazioni economiche d i cu i vi ho parlatO e con questa innovazione su l terreno politico e costituzionale, la rivoluzione fascista real izza in pie no i suoi postulati fondamentali, ch e l'adu nata di piazza S:in Sepolcro, d iciassette anni or. sono, acclamò.
'Camerati!
Sicuro ent ro le sue frontiere grazie alla mole dei suoi armamenti e allo spirito dei suoi combattenti, munito di strumenti politici e sociali sempre più adeguati alle condizioni della sua vita e all"evoluzione dei tempi,.e in anticipo su tutti i paesi del mondo, il popolo italiano ha oggi dischiuso, graz ie al fascismo, le vie di u na sempre crescente potenza. L'assedio societario ha collaudato la tempra della stirpe e , come non mai, l'unità. delle anime. •
Il sacrificio affrontato dal popolo italiano in Africa è immenso scr· vigio reso alla civiltà e alla pace del mondo e ancora a q uelle vecchie, troppo sazie pote nze Coloniali, che hanno commesso l'incredib ile errore storico di ostacolarci. L'Italia, in Africa, conqu ista dei ter ritori, ma. per liberare le popolazioni che da millenni sono in b alia di pochi capi sanguinari e rapad.
Lo slancio v ita le del popolo italiano non fu e non sarà fermato dalle ret i p roceduristiche di un Patto ch e, invece della pace, reca all'umanità le prospettive d i guerre sempre più vaste. Trenta scx:ol i di storia, e quale storia! la volontà indomita delle generazioni che si avvicendano e sai- gono; la capacità di sacrificio più alta , q uell a del sangue, dimostrata tre volte in questo primo per iodo di secolo, sono elementi sufficenti per alimentare la nostra f ede e aprirci le porte dell'avvenire.
« IL DELLO NON PUÙ TARDARE.... » *
Diciassette anni or so~o si riuniva a Milano un pugno di uomini reduci dalle trincee, col proposito fermo di liberare l'Ital ia dalle scorie che la intristivano.
Questa operazione, almeno per qua nto rigulrda l'Ital ia, è pienamente riuscita.
Quel che g li audaci pionie ri vollero e noi abb iamo pertinacemente voluto, è oggi la volontà indomabile d i t utto il popolo ita lia no.
Non importa se oggi il cielo non è completamente sereno ; io vi d ico che il bello non può ta rdare e non t:lrder:\.
Cifre
Vie nna presenta all'attenzione europea le catastr ofiche cifre d ell a su a denata lità. :B un decresce ndo che fa r iflettere. Le nascite, che nel 1900 erano di 31,7 per mille abitanti , d iscesero nel 1925 a 13,9, La proiezione d ella crisi si distende ancora nel tempo: nel 193 1 i nati su mille abitanti furono soltanto 8,8. Sono note ogg i le cifre ri ferite a llo scorso anno. Si fa anche il confronto con i morti : duecèntotrentaquattro su cento nascite. Un supero d i ci rca quattordicimila bare. La co rsa continua, né si prevede per ora un tempo d i arresto, Vienna. è la tipirn città nel b qua le si sono manifestati cd accenh1.ati i f enomeni angosciosi de l dopoguerra : la crisi eco nomica ed il « confortìsmo >> . Vi concorrono i due elementi che minacciano di t ravolgere una intera razza: l'ingiusta sperequazione delle r icchezze fra i popoli e la crisi morale: Stretto nella morsa di questa t anaglia, i l popolo v iennese langue e, come se la linfa vitale che lo h a sostenuto nei secoli sia o ra venuta improvvisamente a manca re, lascia ch e le sue fila s i diradino ed i vuoti restino incolmati.
:È a questo punto che sop ra g li egoismi dei singoli e d elle s ingole nazioni si disegna e si im pone all'attenzione del mondo la necessità di una più intima solidarietà internazionale e di una nuova legge morale.
• Paro le pron unciate :a. Roma, clal bilcone centrale cli palazzo Venezia, il 23 ma rzo 1936, verso le 12, in occasione clella celebrazione ciel clicìassettesimo anniversario della fondazion e clei Fasci Itali:mi di Combattimento. (Da 1/ Popolo . d' llalia, N. 84 , 24 marzo 1936, XXJJI).
Vienna, e con essa tut~o il vecchio mondo europeo, ha bisogno di una nuova linfa, di un nuovo prin cipio di vita. fn molti paesi. del ccnt i· nente v i sono oggi poche nascite p erché si muore spiritualmente. La sterilità non d eri va certo dalla povertà,
In Francia, dove l'oro non manca e dove non scarseggia no le materie prime, nel. corso de ll'u lt imo triennio si è. registrata una dimin uzione di settantamila nascite. La china verso la quale p recipita la vecchia Europa mette paura.
Di fronte a questo pericolo, non v'è che un'unica via di uscita: un::t reazione morale che opponga alla visione abulica della vita - propria dei popoli in decadenza - una visione p iù presaga e p iù umana, b quale sia capace d i da re ai popoli quella volontà di potenza che solo nel numero può trova re lo. sua sicura affermazione.
D::i li PoJ,olo d'Iralirt, N. 88, 2A mu.20 19}6, XXIII (w l).
« PREPARATE I MUSCOLI E IL CUORE
Giovani italiane! Balilla! Avanguardisti!
Il vostro grido fresco e gagliardo arriva al mio cuore come il saluto della primavera.
• Durante !"ultima decade di marzo ci el 1936, Mussolini aveva conl:nu::ito a tenersi in cont3.tlO con B:idoglio, ed anche in merito :ti piano delle successive opernioni mi lita ri preparato dd maresciallo (} 15, 3 16). Il 31 marzo, avev3. spronato Graziani, che altro non attendeva, a muovere contro r,u N a.sibù ( 3 16) Lo stesso 3 1 mano il Neg us aveva impeÈ:nnto una gro.n<le battaglia, con le sue truppe migliori, nella .zona del lago Asciang hi, in direzione di Quoram. Ma l'armata imperiale era stata completamente schfantata. li 10 aprile, una colonna d i truppe celeri, comand::ita dal luogotenente generale Achille Starace, partita da Om .Ager i l 20 marzo, superati vari ostacoli, sopra un percorso <li oltre trecento chilometri dal Setit, era entrata in Gondar. Contemporaneamente, un'altra colonna militare italiana aveva raggiunto ,Masa i Dengià, proseguendo su Gondar; ecl" un::i terza, procedendo d:i Noggara, aveva occupato R3.fi sul fiume Angareb. l a mattina dd 4 aprile, g iorno in cui il capo del Governo inoltrn due tdegrammi a Badoglio {} 16), fa battag lia del lago Ascianghi ha il suo epilogo. Tutte Je truppe abissine, al comando del Negus, sono in fuga disperata. verso il sud. lo stesso 4 a prile, verso le 17.30, a. Roma, dal balcone centrale di palazzo Ve· nezia, davanti a « cinqua ntami la giovani. camicie nere in armi» convenute nell a capitale in occasione del decennale dell'Opera nazionale b.1litla, Mussolini pronuncia il discorso qui ripol'talo (Da Il Po polo d'It(llia, Nn. 9}, 94, 96, 2, 3, 5 aprile 1936, XXIll)
Oggi la vostra. organizzazione, che raccoglie cinque milion i di figli d'I talia, celebra il primo decennio della sua vita, il primo di una lun~ g hissima serie.
Tutto il. popolo italiano partecipa alla vostra g ioia e alla vostra fierezza, mentre il mondo vi ammira, perché vede nella vostra disciplina , nella vostra tenacia, nel vostro coraggio, l'espressione deHa perenne g iovinezza di Roma.
Siete fortunati perché· il primo decennio coincide con g iorni fausti di g loria per la patria. I vostri maggiori fratelli combattono in questo momento, proprio in queste ore, con valore supremo. Essi string ono nel loro· saldo pugno la nuova folgorante vittoria..
Se la patria domani vi dovesse ch iamare al cimento eroico, prep:i.ratc i muscoli e il ruore («Sì! SU»). Solo così sarete. degni di portare" la gloriosa camicia nera d ella rivoluzione (« Sì/ S)/ ») e di servi re, in ogni tempo, e con ogni mezzo, ritalia nostra .
Lo vol ete voi ? (LA mo/Jit11di11e di g;o 11a11i t1uogt;e ron fo r,nidabi/; <{ sì! >> le ttltim e parol e d el D11ce).
376• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Prima di pauare all'ordi ne d el giorno di ,arai/ere a mmi11is/Mli110 , il D11a ha jalf o le seguenti dirhiarazioni di ,aratlere politiro:
Le vitto rie superbe dei nostri soldati ed in particolar modo la ,.,ittoria del lago Ascianghi riportata sulle truppe del N egus, istruite, equipaggiate ed armate da europei, avvicinano l'Italia alla realizzazione del suo primo obiettivo p er il quale dovette ricorrere alle armi dopo l'avvenuta mobilitazion e delle for ze etiopiche , e cioè la sirnrczza delle nost re colonie.
Tale sicurezza sarà raggiunta in pieno col totale annientamento d clJe formazioni milita ri abissine, a nni ent~mcn_to che_ non può ma ncare né tar.dare.
Al rnmandante in capo, màresciallo Badoglio, a tutti i suoi collab oratori, alle truppe nazionali ed eritree il Consiglio dei niinistri rinnova grat itudine e plauso. '
N e i territori occupati dalle nost re divisioni le popolazioni hanno d imoStrato la loro simpatia :ill'Italia e sono tornate, ora che sono difese dalle depredazioni dei ra.r, alle loro occupazioni òormali.
• Tenutasi l's· aprile 19}6 ( ore 10-12). (D.J li Pr;polo d'I1:1/i11, N 100, 9 apri le I 936, XX III), la lotta contro le sanzioni procede dovunque con la massima ·decisione e con successo dovuto all'inventiva e allo spi rito di iniziativa dei produttori, all'azione svolta' da tutte le organizzazioni centrali e periferiche del regime e alla collabor;lzione intell igente e quotidiana delle donne italiane.
Nel frattempo l'Italia ha risposto affecmativamente a una domanda del Comitato dei tcedid.
Le nostre truppe nell'Africa Orientale sono intatte nei loro imponenti effettivi, il morale è semplicemente perfetto, mentre i preparativi ·delle forze metropolitane di terra, di mare, di cielo procedono con ritmo sempre p iù accelerato.
1l Consiglio dei ministri deve tributare un plauso speciale alle industrie aeronautiche e alle maestranze che vi sono occupate per il volume di produzione raggiunto in questi ultimi mesi e destinato ad aumentare -di settimana in settimana.
Jl popolo in tutte le sue categorie continua ad offrire al mondo uno spettacolo di romana tenacia e disciplina.
Dop o l e dichitJrnzioni del D11ce, il Comiglio dei minÌJlri ha approfltJlo, 111 propo11a de/ rapo del Governo, primo miniJJrn, ugreltJrio di S/tJIO:
Uno JCbema di decreto legge roncernente l'utilizznzione industriale dei graJii a11imtJ!i ai fini delltJ deglicerinizztJzione, 11 provvedimento è inteso tJ diuiplintJre la raccolttJ delle 101/tJnze graue tJ»imtJli per · ltJ ptod11zio11e della glicerina occorrer,te t1l fabbisogno del!tJ ntJzione, Su propo1!tt del ctJpo del Governo, minÌJtro degli A ffari EJteri :
Uno schemt1 di decreto legge rhe t1ppro11tJ l'tJccordo /rtJ /' Itt1litJ e l'A111tl'ia, stip11lato, mediante scambio di noie, il :; marzo 1936, XIV, intno a modifictJre !'1,ltimo tJlinea del precedente aaordo ittJlo-anitriaco del 17 dicembre 19351 XIV,
Un dìugno di legge relativo all'eiemzione del prolocollo per rfro11ouere "alla Corte permanente di giust izia inlemtJziontJle la competenza di interpreltJre le convenzioni dell'Ajti di dirillo interntJziontJle privtJIO, firmato all'Afa dall'Italia e dti altri Stati e porta111e la dala del 2 7 marzo 1931, IX.
Un diugno di legge ,.;g,1a'rdtJ11te /'esecuzione della co11ve11zione sii· prdtJta in Roma fra l'Italia e la Germania il 9 marzo 1936 , XIV , per il rfronoscimento e l'ese(flforietà delle decisioni gi11diziarie in mtJ /eritJ rii,ile e commerciale.
Uno schema d i decreto l egge che approva gli auordi commerciali, economici, finanzitJ ri e 1anitari stipulati f ra l'Italia e l'A lbania in Tirmur il 19 m arzo 19361 XIV.
Su propo;ta del capo del Governo, miniJtro dell'Interno:
Uno ,rhema di decrelo legge conce rnente la cosJilNzione del conume di Aprilia in pro:1ù1 cia di I.iJJorù1. li nuovo comune, che so rge in contrada Carrocelo, nei preui d ella f errovia Roma-Nettuno, .m di tm territorio di 16.434 e/lari, coslituùce, dopo Lilloria, Saba11d ia e Po11linit,, ·,ma mror•a t1ffermazio11e della giganlesca opera redenJrire d el regime.
Un o JChema di deO'elo con mi 1i approM il bilancio preventivo del governatorato di Roma per l'anno 1936, XIV.
S11 proposta del capo del Governo1 miniJtro delle Colonie:
Uno schema di decreJo l egge per la co.rtituzione dell'Azii!nda miniere Africa Orientale. Il problema minerario delle colonie dell'Afrùa Orientale viene affrontalo e risolto integralmente co11 la creazione di 1m'Azienda autonoma per la ricerca e la coltivazione dei giacimenti d ei minerali, denominlfld A zienda miniere Africa Orientale. Il 1111ovo Ente htt anrhe il compilo di tfJJislere le imprese mine1wie ni.JJenli nelle tolonie per ttumetJlarne l' e/fitenza prod1111iva ed eventualmente rilet'tfme la ge1tione.
Uno IChema di deO'elo legge t oncernente la ge.11ione d ell'auiam1zio11e contro gli infort,mi 111/ lrworo, i casi mortali di malallie tropicali ed i rischi di gTlerra per la mano d'oper~ impiegala in la 11ori eseg11iJi per ,01110 dello S!t1 /o in Afri ca Ori entale, I n hase alle norme vigenti, yJi opefr1i che lavorano in Africa Orientale nei la,,ori eseguiti per como dello S lato sono auimrati , ollreché per gli infortuni ml lavoro, a,uhe per il <a.ro di morie dovuta a feb bre pernicio.ra e a malallie lropirtt!i . L 'a1111ale prov11edimento eitende i benefici del/'a.uimrazion e ai riu hi derivanti da azioni mi/ilari ed a quel/; relativi ,1/ viaggio da o pe r l e tolonie Per me/lire la procedura frtmltoria 1ono stabilite spuit1li m odalùà per la gnlione d ell'auiam1zio11e da parie dell'/1/i/11/0 nazionale jasrùta per l'an;r't,razione cotJlro gli ùrfortrmi ml /r.111oro. Con q11e110 provz,edimenlo, il Governo fmcùta ha perfeziontflo e compie/alo · l' imporlante compleno di pro'/lvedimenli a fav ore d ella maSJa opnaia eh~ la ,,ora in Africa Oriental e a fianc o dell'Eurrito rombai/ente.
Uno JChema di decreto l egge concernent e i JocrorJi giornalieri allt famiglie bisognose dei m i/ilari richia mati o tral!enNti alle mmi resident i in Libia, Con Jale decreto vengono stabilite le norme d i esecuzione d ei pro,, ,,edimenli emanali d fa vore delle famiglie dei militari richiamati o lf'tllle1111ti alle armi 1·nide11ti in Libia, provvedimenli gùi applicati in q11e/la colonia. Il decreto perféziont1 l'orgt111izzazio11e aJJÌStenziale per i congi11t1ti dei militari.
Un o uhema di dure/o per l'nt ensione temporan ea di dispo5izio 11i d egli ordinamenJi per i reali t arabinieri lerrit oriali coloniali dell'faitrea della Somali(, in materia di pensioni o di indennità ai militari i ndige ni riformali e di· JIIJJidi alle famiglie di quelli morJi. Con !aie provvedimento si es!endono ai per.sanale indigeno delle bande armal e mobilitate ,, impiegale in operazioni belliche le pro11vide11ze gid. in vigore per i wiliJari indigeni dei reali c,m1binicri territoriali coloniali in materia ;/i pensioni e di i11de1mità per riforma o per morte per cause di servizio. li va/oro.so comportam ell/o dei fedeli gregari delle bande ar111t1te viene ,wì ad avere 1111 11110vo ta11gibife ricono.scimento da parte del Govern o fa.scùJa.
Uno uhemt1 di decreto circa /'a11mento del/e indennità di operazioni ai militari i11dige11i in Jervizio in Somalia preJIO reparti mobilitati V engo110 estese t1lla Somalia le provvidenze precedentemente adotlale in Eritrea a favore dei militmi indigeni dei reparti regolari.
Uno schema di decreJo per la estensione alle colonie del regio deaeto ) dicembre 193) , XIV, m1111ero 2311, che modifica il regio deCl'eJo 28 Jellembre 1934, Xlii, nt1mero 1728, J11! divielo della di1111lgazio11e di 110Jizie di interene militare. ·
Uno schema di decreto cht porla modificazioni ad a/umi articoli d el codùe per la ,Marina mel'c1111tile della Libia,
Uno sche>na di decrelo legge che disciplina la peJca delle J{'{(g11e nelle acq11e della Libia e delle iJole italiane dell'Egeo. li pro v 11edime11Jo te11de II migliorare l'organìzz,.zione di ,m importante Jel/ore dell'aJJività economica dei nostri possedimenli mediterranei.
Uno Jchema di decrelo per la esle11sio11e all' EriJrea e alla Somalia del regio decrelo legge 2 dicembre 1935, XIV, numero 2134, relativo alla _pubblic_azione degli atti delle società commerciali.
Uno uhema di decreto per la estensione alle colonie dl!J regio deaelo 6 febbr,,io 1936, XIV, numero 265, che apporla modifiche al. l'applicazione nel Regno dell 1impo1ta mi celibi.
Uno schema di decret o legge· concernenJe la rappreJenlanza d e/i'Js1i11110 naziqnale per le case degli impiegati de/Jo Stato n elle colonie
Su proposJt1 del capo del Govemoi ministro delle Corpo,-azioni:
Uno Jche ma di defl'elo legg e concememe l'isJituzione, pres10 i Co,,. sigli provinciali dell' economia wrporativa, dì elenchi autorizwJi d ei produllori e dei conimercianti di marmi, pie/re, graniti ed affini, In relazione ai voli espreJii dalla corporazione delle indmJrie es/raJJive e d al Comitato Jemico corporativo per la diuiplina della produzione 11azio11ale dei marmi, graniti, pietre ed affini, .si istituiJcono elenchi autorizzali dei prod11Jlori e dei commercianti di Jali prodoJJi per anicurare tm pùì ordfnal(! · .S t!olgimen/o della prod11zio11c ma,-mifera e dei/a vendita dei prodoJti sia all'i111erno che all'estero.
U110 Jcbema di decl'eto legge co11cemente agevolazioni fiscali, doganetli e finanziarie allo .scopo di favorire la l,worazione m ediante ii prouuo dell'idrogenazione degli oli mi11e1·ali greggi o dei reJid11i della loro disttllazione e degli oli e catrami provenienti dal lrallamenJo delle rocce asfaltiche .o biJuminose e dei combustibili fo ui/i nazionali. Mentre prouguono le ricfrche dei petroli nel,sottosuolo 11azio11ale e si intensifica la campagna per la produzione de//1alco/ e dei gas, con /'alluazione d el programma cui tende il prov11edimento anzidetto, sarà aJSicHrala ;,, quahia.ii evenienza una certa disponibilità i11 patria dei prodotti pe1ro· li/eri indùpemabili alle più impellenti neceJJità della nazione.
U no JChema di decreto cbe m odi fica il 1aggio di interene 1111/e somme 1ommù1htraJe dal Banco di Sicilitt e dalla CaSJa cenlrale di risparmio « Viuorio Emanuele Il» per i biJogni della liquidazione al Co11 sorzio obbligaJorio per l'industria zolfi/era siciliana in Palermo.
Uno uheina di decreto ç/;e auo rda la proiezione temporanea alle mw/le i111m1zioni, ai diseg11i e modelli di fabbrica ·che figurerann o a/. J'ouava .Moslra efella radio, che avrà luogo a Milano dal 19 al 27 settembre prossimo venturo.
Uno JCbema di decreto che aaorda lfl protezione Jempora11ea alle nuove invenzioni, ai diJegni e m odelli dì fabbrica che sarann o pre1e11/t1Ji ,11/,1 Fiera d el Lel)ante, che avrà lflogo in Bari dal 6 al 21 ,__sellembre proIIimo -ve11Juro.
Uno JChema di deaeto che modifica la compo.1izio11e d el Comitalo e.1emJivo dell'l.JJituJo nazionale fauista per l'auicurazìone contro gli inforllmi .1ul lavoro, al fine di co11.1e11Jire di chiamare a f ,tr parie de/ Comitato Jles.10 anche i rappreseltlmlJi dei datori di lavoro e dei la vo• raJori del commercio: ·
Uno HhevM di decreto legge concernente il siJtema di riscouione dei contribuii .1i11dMt1li do vuti alle Federazioni 11azù;1111.li di cooperalive. (+)
Su propo s/a del capo del Govemo, minÌ.Jlro della Guerra:
Uno .1rhema di deCl'elo legge conle11e11/e dÌ.Jposiz ioni illlese ad eslendere ai militari del regio E.1erci10 e della regia M arina comandati a preslar servizio di volo preuo la regia Aeronautica ed ai m;/itari d elle altre Forze .().rmate dello Staio che ve11gono a trovarsi nelle stesse çondizioni, i benefici previsti agli efleJJi del lraltamento di pemio11e per i militari della regia Areona11tùa.
Un o sche111t1 di decrelo legge che comprende tra le ricowpeme ai valore militare anche i 1,QJjerime11Ji 1/raordinari per merito di g11erra dai ruoli del congedo a quelli dei mi/ilari in servizio permanen/e effeuivo.
Uno uhema di decreto legge con il quale vengono esJtJ.Je alle o/Je· razioni colonù~li ed ai territo ri in ÌJlalo di g11erra, ove manchino persone vo/11/e dalia l egge a ricevere gli alti 11otarili , le dhpo.1izioni d ella legge 9 aprile 1855, ,wmero 730, rc/aJiva ttgli fltli di procura, J i comemo e d i autorizzazione che poJS0 110 occorrere ai militari ed altro peTJo nale impiegat o1 addello o al uguito dell'Esercito in guerra, Il provvedi mento 1Jesso dichiara ino/Jre validi a llllli gli eff elli gli alli di cui innanzi po1Ji in e11ere in baie alla detta legge manero 7JO, a d e(orrere dal 1° luglio 193), X, da militari, impiegali dviii o q11ahmqJ1e a/J ra per10,ia, dHrante il 1ervizio al seguito di Fori.e Armale in Africa O rientale, ed e.senta gli alli in parola dalla taua di bollo e di legalizzazio11e d elle firme.
Uno uhema di decreto legge che COllJide,a iJ .servizio co11umque pre.staJo dagli 11/ficiali del regio EJercito in Africa Orientale valido agli effetJi d ella determinazione del periodo di comando di reparto, richie1JÒ per J'a vanUJmento t1l grado .superiore o per il 1ra1/erimento 11e/Jo Stato Maggiol'e, .
Uno u hema di decret o contenente i1orme di e,ecuzione della l egge 13 gi11g110 193), Xlii, 11111Nero 1446, relaJivo al riacq11ùto d ella capacit à mil itare perduta iu .seguito a condanna, alla riabilitazione militare, alla rei11teg razione n el grado, all'im piego d ei condannati incoi1F nella incapacità militare e alla iJJil11zio11e di re part i m ilitari speciali.
Uno JChema d; d ecreto col q11ale viene iJtituiJa la medaglia c,11m11em ora1iva delle operazioni in Africa Orientale.
Uno 1chema di decreto-ch e approva il regolamento inteso a discipli~ nare le _req11ÌJizioni per il tempo di guerra.
Uno J(hema di decreto che aggiorna il reg olament o 111/J'ava1tzame11to del regio E.sercito, approvato con regio decreto 31 luglio 1907, numero 6261 coordiJ1a11do11e almne di!posizioni con il/tre norme vigenti.
U no uhema di de~reto co11 il quale vengo no approvate le norme per la utilizzazione, come rico veri permanenti cont ro aerei, delle gallerie 11rba11e.
Un o JChema di decret o co11 ii q11ale viene approvato il regolamento ' per l'esecuzione defla legge 20 d icembre 1932, X, numero 1849, 111/le servitù militari.
Su proposta del capo del G overno , miniJtro per la Marina :
Uno uhema di decreto che porta m odifiche all'ordinamento dell'amministrazio"e centrale della regia Marina, di111do ai servizi del ministero ima ripartizione piri rùponden/e alle attuali e1ige11ze, 1enza alcun aumento di uffici e di per.sanale.
Uno uhema d i decreto riguardante a11menlo di capi operai del/ci regia M arina
Uno H h ema d i decreto legge rig11ardante il tra/lame nto al persona/e imbarcalo in Afrira OrienJa/e.
Su proposta del capo del Go,verno, miniJtro d ell'A erona111ica:
Un o Hh ema d i · de creto l egge riguardante la i1tituzio 11e d ella leva aeromwtica. Con questo prowedimenlo "!Ìf!lle sancito, per la primd vol ta. 11e/la lcgiJlazione mrmdùile, il principio del ser/!izio militare obbligalorio nell' Arma aerea. la leva anzideua trova le condizioni pùì favore voli per la ma al1!1azionc, pnché la gio r1e11Jii illllia11t1, cre1ti11t,1 11'!/ 1111o vo clima p olitico fmrisJa, è già d otata di ,m a salda ro1cienza avilftoria.
Uno schema di decreto che approva il regolame11to ml/o 1/ato gi11ridùo della gente dell'arù1 Con· il provvedù11e11to viene dùciplinato l'Ufficio nazio nale della gente dell'aria, che atte nde (ll/'iscrizio11e di es1.1 11ell'albo1 nella matricola e ue/ registro aerona11tico. Sono for11111lat e poi n orme per tale iurizione e per l a d etermii!dzione dei titoli di 1t11dio di cui deve eJSere provviJto il penonale aero11a11lico. Viene infine regolata /!aIJ1mzione in servizio, con la istil11zione dell'Ufficio di collocaminio della gente d ell'aria.
Uno JChema di derrelo legge rela1ivo all'assicim1z i on e contro gli inforllmi dei giovani forni ti del bre ve/l o di pilo1t1 premilitare n del breveJIO di pilota da lurismo, che, in atteJd della cbù111111/a """ armi, com· piono gli ,tfle1Mmen1~ previsli dalle uonue in vigore, nonché dei 111ilit11ri in congedo d ell'Arm a aeron,mtica ùuaricali dell'ist ruzione nelle Smole di volo a 11ela iitifuile dai/e organizza~iolfi giol'(l11ili jaJCÙlf:' ~ :
Uno JChema di ·derrcJo inteso a ;tabi/ire le indennità d,1 conùpo11dere agli 11fficiali della regia A erona11tica destinati come regi commiJ;ari di bol'do JII piroJC,tfi noleggiali o 1·eq11isili, i11 a11,1/ogia ti q1uwlo è previJto dal regio decreto 19 dicembre 1926, V, moncro 2422, per gli 11/fici11/i del regio faercito.
NATALE DI ROMA*
Oggi, Natale di Roma, noi celebriamo in sieme il lavoro e b vittoria. Dopo u~a diffici le nav igazione, siamo in vista del porto. Lo raggiungeremo a "de spitgate e porteremo, come sempre, la for za, la giustizia,
• Dopo fa battaglia <lei lago Ascianghi, fa stradl cong iungente Quoram a De.ssiè era orma i completamen te aperta a ll' avanuta italiana. Peròò Badogl io aveva fatto apprestare la g rande autocolonna destinata alla conquista di Addi s Abeba. li 9 aprile 1936, in un primo tel~gramma inoltrato a l marescia llò, Mussolini si era · d imostrato ormai certo del successo finale (31 7); in un se( oodo, d iffidando dei propositi ingksi, g li llVCva raccommda to <li studiare Jc misure da adottare contro una eventua le ai::sressione che fosse stata mossa dal Sudan verso le nostre forze impe{tnale in Etiopia (3 17).' Il 10 apri le, aveva impntito disposizioni a G raziani ( 317) : 1' 11 aprile, a Badoglio (318) Il 12 a prile, Pasqua, il maresciallo ave va emanato un bando cbe abo li va la sch ia· vi tù in tutti i tet!itori occu"pati r«entemente da lle truppe italiane, e le stesse la civiltà di Roma. ( la molti11,dine, che aveva ad ogni periodo del breve dùcdrso rispo1to ron frago ro1e acdamazioni, ne ha coronato la fine rinnovando con impeto ,ravolgente la manifesldzione del proprio e111usiauno; mm,ifestazione che, dopo l e parole de/ Duce, ha 1egnato una 1pettacolo1a grandio1il à, riempiendo la piazza di 1111 damOre immemo, tanto che, per Ire volte, il capo del Governo ha dovuto riaflacciani al balcone, accolto ogni volta da acclamazioni altiJJime e ogni volta egli si è soffermato salutan do romanamenle in t ulle le d i rezioni dell'adunata1 che è rimasla a lungo compatta nella 111a maJJa imponente, a lungo vib rante di 1m illcontenibile e11t11Jiam10, per_scioglier;i in fine al cauto- di « G iovin!zza »)
FONDAZIONE DI APRILIA*
li soko d1 fondazione di Ap rili a, quarto comu ne deÙ"Agro redento , viene tracciato nel tempo vittorioso dell' impresa african·a nel XIV anno dell'èra fascista, n el centosessantesimo giorno dell'assedio economico, obbrobrioso perché aumenta il disordine e la miseria del mondo.
La fondazione di oggi è ancora la prova che · la nostra volontà è metodica, tenace, indomabile. ·
Aprilia sarà inaugurata il 29 ottob re del 1937. Il 22 aprile del 1938 sarà fondata Pomezia . Pomezia sarà inai.1gu rata il 29 ottobre del 1939; avevano raggiunto il lago Tana. Il 14 aprile, il capo dd Governo aveva tele· grafa to :ancora a Badoglio (.H B). Il 15 aprile, le nost re tn1ppe erano entrate in D essiè. In quel mMtre, a Ginevra, si pensava a ncora di giungere ad u n piano di transazione, secondo la proposta Fl:mdin. l o stesso l apri le, il nostro rappresentante, Pompeo A loisi, aveva illustrato le condizioni preliminari p roposte dall' Italia per la p ace: t rnttative dirette con l'Abissinia, durante le quali le oper:azioni militari sa rebbero continuate. L'Abissinia le aveva rifiutate Il 18 aprile, Mussolini aveva in forma to di ciò B adoglio (318). la mattina dd 21 aprile, a Roma, « il Duce, fra imponenti acclamazioni di camicie nere e di popolo, premia i benemeriti d el lavoro ed inaugura le n uove opere dell"Urbe ». Po i, verso le 12, dal balcone centrale di palazzo V enezia, alla moltitudine amm:issata nella piazza, rivolge le paro le qui riport:ite. (D:i Il Popolo d'J"rlia, Nn. 103, I05, 107, 1n , 12, 14, 16, 22 aprile 1936, )OCIIO.
Solo allora la nost ra opera potrà qui dirsi compiuta e una nuova vittoria si aggiungerà a lle altre che il popolo ita liano in questi anni ha fermamente vol uto e pienamente merita to.
• Il 23 apri le 1936, Mussolini aveva telegrafato a Badogl io (319) e a Graziani (319). Il 25 aprile, verso le 9.30, dopo aver tcacdato, nella bonifica pontina, il solco della fondazione di Aprilia pronuncia il d iscorso qui riportato (375). (Da J/ Popolo d'lralitt, N. 117, 26 ttprile 1936, XXIII). 17 - XXVII,
AI RAPPRESENTANTI DELL'AZIENDA MINERALI METALLICI ITALIANI*
Il Dure ha pre10 atto con compiacimento del programma illuslrttlo dell'onorevole Tredici e dei riJ11itdti realizzali nel primo periodo di vita dell' Aziendtt, che ha ricom! JCÙ!lo operoso ed utile alla prodraio11e mineraria ndzionale.
Il Duce ha quindi rivolto al prnidente e ai J11oi collaboratori /1i11 vilo a perseverare nell'attività fin ora 1volta con la fede nereJJaria per rendere efficace e proficua /'opera dell' Ente, a rni è affidato ,m compilo di vitale importanza per la nazione,
AI RAPPRESENTANTI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA CONFEDERAZIONE DEI LAVORATORI DEL COMMERCIO**
Jt Duce ha preso allo co11 vivo compiacimento dei 1e11time111i _espreIJi e dei ·dati ilhutrati, so1toli11et111do . l'importanza della funzione commerciale, imostituibile nell'economia fau ù ta, e q11indi il delicaJiJJùno rom·
• A Roma, a palano Venezi a, il 26 aprile 1$136, Mussolini riceve « il Con• siglio d' amministrazione ed il collegio sindacale delt'Aziend.:i minerali meta llici ita liani, accompagnati dal sottosegretario all e Corporaz.ioni, onorevole Lantin·1. L'onorevole Vittorio Tredici, presidente dell'Azienda, ba esposto al Duce il programma .che l'Azienda intende realiz:ure prr lo svi!uppo della produzione dei minerali metallici nazionali ed fo particolare l'attivilà svolta nei primi due mesi di vita dell'Azienda, inteu all'incremento delle ricerche e delle estrazioni dei minerali che mags iormente interessano la difesa del p.:iese: stagno, anti· monio, rame, manganese, molibdeno, ecc. Il presidente dell'A.zienda ha aoche riferito sugli' altri provvedimenti che dovranno essere adottati per porre in grado l'Azienda di realizzare jl programma esposto, sia per quanto riguarda la ricerca che per l'estrazione e l'utilizz3zione dei materiali metallici». Indi i l capo dd Governo pronuncia le parole qui ri portate in riassunto. (Da li Popolo d' Ittdia, N 118, 17 aprile 1936, XXIIl).
•• ·Il 26 aprile 1936, quando Graziani era ,già .scattato contro l'armata di r ;1J Nasibù, Mussolini lo aveva incilato all'avanzata con un lusinghiero telegramma (319). Il 27 aprile, gli aveva impartito disposizioni (319). li 28 •prile, ·nostre colonne autocarrate pa rtite da Dessiè erano avanzate di centoquaranta chilometri lungo la « via imperiale» puntando su Addis Abeba, mentre sul fronte somalo era continuata la vittoriosa azione offensiva italiana. li 30 aprile, pito aDidato tt.i lavoratori che, in 1m grande 1111111ero di aziende, hanno continuo e dire/lo conlalfo col pubblico.
Dopo alcune con;iderazioni Jt, i principali problemi lraUati dal Con · siglio 11azionale, il Duce ha Jalo le direlfive per la loro JOilecita soluzione e per l'azione f11t11ra della Confederazione.
Verso Addis Abeba
Il rombo possente di tremila autocar!Ì -unità forlll idabile d i guerra manovrata, quale non era mai apparsa sui campi d 'Europa nella grande conflagrazione - si avvicina a.d Addis Abeba. Il conflitto sta per chiudersi. Il maresciallo Badoglio non ha ormai che la scelta d el giorno per cogli ere il « nuovo fiore». n il momento opportuno per alcune considetazioni sul p ano rama di una vertenza, ch e orma i p uò considerarsi g iunta a l suo epilogo storico,
1. - La campagna politica e g iornal istica antitaliana, che ha im, perversato in alcune latitudini europee con l'irruenza delle piogge tropi· cali in E tiopia , partiva da molti errori e da non meno numerose iilusioni, ma soprattutto ·dal presupposto che l'Italia avrebbe perduto la g uer ra. Ora g lì ultimi rJJ etiopici sono in rotta e gl i stateghi europei che avevano puntato sulla lo,ro vittoria stanno pur essi faticosamente ripiegando,
2. - - Gli italiani erano stati definiti quali « aggressori » Le popolaz ioni etiopiche li accolgono cc:m manifestazioni di gioia e con omaggio a Roma, a palazzo Venezia, Mussolini riceve <luna numerosa rappresentanza del Consiglio nazionale della Confederazione fa scista dei lavoratori J et commercio, accompa~nata dal sottosegretario a lle Corporazioni. Il pres idente della Confe. derazionl", onorl"vo!e D el Giudice, dopo avere espres50 al Due-e i sl"ntimenti di dev~ ione e di riconoscenzà manifestati con g rande entusiasmo in o ltre dieci. mila riunioni, tenute durante l'anno decorso dai lavoraiori r appresentati, fieri e compa!li come mai e pronti a tutti i cimenti, ha ill ustrato i lavori del Consiglio nazionale, presentandone le vent id ue mozioni conclusive e soffermanJ05j particolarmente sulla possibilità di istituire g li assegni famili ari per i lavoratori <lei commercio come sistema di .integrazione salariale per gl i ammogliati con prole; sulla opportun ità di diffon dere al massimo !a "polizza 24 aprile " col concorso dei d atori di lavoro; sul riposo domenicale Infine sono stati esposti a l Duce i favorevo li risultati del bilancio 193:5, chiusos i in avanzo, dovuto anche ad o ltre mezzo milione di minori spese, cd alcuni dati statistici per dim05lrare il continuo s vi luppo della Confederazione dal 1929 ad oggi». Indi il capo..del · Governo pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da Il Popoh, d' I111li11, N n. 120, 122, 29 aprile, I maggio 1936, XXIII}. di doni. Dessiè è in festa. Il Goggiam attende l'emancipazione. Là dove sono giunti gli italiani, è giunta 1a civiltà, in tutte le sue manifestazioni di ordine, di giustizia, di assistenza, di benessere.
3. - Coloro che parlavano di « nazione etiopica >> hanno d ato· prova di incommensurabile ignoranza etnica, geografica e storica. Non , •ogliamo oggi infierire sui pietistici telegrammi, astutamente diramati con la 1irma di più o m~no leggiadre principesse. Una « nazione etiopica » non· esiste L'impero dei Negus era un coacervo di popolazioni duramente oppresse da una capacissima casta feudale. 'fìgrini, dankali , somali, galla, goggiamiti, quando l'ora ddl'ema_ncipazione è scoccata sul quadrante della storia, hanno preso le armi contro il barbarico Governo dei ras. Capi del nord, sultani dell'Aussa e della Somalia hannO eroicamente combattuto contro le a rmate dell'oppressore. I galla, prima ancora che giungessero le colonne italiane, hanno liquidato con le armi i loro vecchi conti .. I mercanti di schiavi hanno potuto trovare solid arietà nell'antifascismo iriternazionale , non nelle popolazioni durissimamente vessate.
4. - I pacifisti gue rrafondai, nella crisi ultima di tutte le loro delusioni, invocano la chiusura del canale di Suez, cioè la violazione di accordi internazionali in nome del diritto, e la guerra in nome della pace.- A mente serena è facilissimo comp rendere i pericoli gravissimi e la perfetta inutilità. di . una simile misura. Il conflitto coloniale ·."è. ormai all'epilogo. L'Esercito italiano d'Africa è perfettamente rifornito.
5. - Mentre le operazioni di sicu rezza coloniale stanno per chiudersi, la gue rra in Europa è predicata dai pacifisti, dagli umanitari e da l disarmisli. Coloro che non volevano le polveri, vorrebbero dar fuoco alle medesime La coscienza pubblica europea può g iudicare e giudica.
6 - La falsa argomentazione di prestigi nazionali che sarebbero in causa è agitata da coloro che avevano sempre parlato di conflitto societario e sempre. escluso ogni con Ritto particolare. :E. il gioco di minoranze settarie, che, pCr imporre la propria politica, impug nano la bandiera dell'imperialismo, avendo sempre fatto professione di fede antim· perialistica e mirando a scopi perfettamente individuali di politica elettorale. La Gran Bretagna aveva assicurato i propri interessi in regolari accordi internazionali. Il prestigio e l'interesse sono nel rispetto di tali impegni. L'Italia ha lealmente confermalo quegli accordi e lealmente li rispetterà, nel loro valore integrale. Ciò è stato rivelato nella stessa Inghilterra, da giornalisti,·scrittori e uomini politici, che in mezzo alla tempesta non hanno mai perduto l'esatta visione della storia.
Da Il Po-polo d1 J111/ù1, N . 124, 3 maggio 1936, XXIII ( w).
Al « FEDELI ALLA TERRA » *
li Duce ha porlo il ù,o saluto ai rtJrali presenti, dichia rando che il 1,1/1110 ma lf11ti i r11rali italiani, a tÌJtli i co11t11di11i d'Ita lia, a tutti CO· loro che lavo rano la terra e che, per q11eslo fallo , gli sono parlirolarmenle vicini;
Poiché la 1e m1 e le razze sono inscindibili e aJtrave rso la terra 1i fa la storia della razZA e la razza domina e 1vil11ppa e f econda la terra, il D11ce ha dichiaralo che q11e1ti mrali devono rilenersi dei fo rl,mati di rice11ere il premio in q11e1to giorno, che è famto nella 1/oria della nazione, perché vede coronati gli sforzi del p opolo italiano, al quale 11t1 la gloria, perché ha meri/alo la piena i,11egrale villoria, t oi suoi sacriftti e tol s110 sangue.
Almeno qffaltrocentomila di q11el m ezzo milione di soldati che ab· biamo nel centro dell'Africa sono co111adini, i quali, marciando e comballendo, non dime1Jlicano mai di osÙrvare il Jerren o, di va/111ad o, di prenderne in nuwo qualthe zolla, di fat'e i confronti fra l'Itali a e l'AbiJsinia e prospellarsi la. pOJsibilità di portare in quelle /erre spopolate le nostre magnifiche e f econde famiglie rurali italiane li Duce h11 poi e1orta10 i preJenli a racconltire come si i s vol! a que.1/a cerim onia ai parenti e agli amici, non appena 1,1rmmo Jornati nei loro villttggi, e ha co11c/11so dichiarando che t11tti d ovranno essere fieri dei « fed eli alla terra», perché lt1 /erra ricof!lpema ump re coloro che le 10110 lenacemenle fede/, e perché le crisi pt1mmo e la Jerra rimane e rimangono i bisogni fondamentali dell'1wmo, che solo dalla /erra pouono trovare la loro piena soddisfazione (Ogni fraJe del diuorJO del Dure ba sollevalo acclamazioni altissime e, 11/ mo t ermine, 1i è ripelflfa ancora pùì grandiosa la dimostrazione d ell'enl11Jia1mo dei mrali, a cui il c11po del Governo ha rispo1!0 col salfll o roman o, 1orride11do còmpiacifl!o dei bellis1imo speltacolo).
,. A Roma, nella sala Re,sia di palazzo Venezia, la mattina del maggio 19~6. s i svolge b cerimonia pC'r fa premiazione dei t>rinli classificati del teno concorso n:azion,a.le della « Fonda2ione Arnaldo M11!!Q/i11i dei fed e li all a terra ». In tale occasio ne, prima di procede re alla premiazione, Mussolini ri volge ai rurali il diS<orso q ui riportato in riassunto. (Dal li Popolo d'Ttalh1, N 125 , 4 maggio 1936, XXIII).
•• « Si ! iniziata quindi la sfi lata per la premi:uione, fatta personal~en1e dal Duce. Primo è stato il colono Pierantoni Giuseppe, c:li Pesaro, la cui famigli(I risiede i ninterrouamente da 11ove<:eotodiciouo anni sullo 5tesso fon do. Ad e sso
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DICHIARAZIONI PER IL « DAILY MAIL » *
- Che occorra riorganizzare la Società delle nazioni è ormai universalmente ammesso. L'Italia aveva g ià presa un'iniziativa in mate ria G li avvenimenti hanno reso ancora più u rgente tale riforma, alfa quale l'Italia presterà · la sua collaborazi-0oe.
La mia tesi è che la Socic.tà delle nazioni può e deve esistere, ma con compit i che non siano superiori alle sue forze e con uno spirito diverso per quanto concerne le necessità dei popoli e le pos iz ioni dei popoli europei.
D ate le sanzio ni, l'lta lia non poteva avere che un atteggi:J.mcnto di estrema riserva dopo g li eventi del 7 rna rzo, n-u l'Il::i.lia è sempre prontl · :i collaborare per la realizzazione di un ri:1vvicinamento franco e con• creta t ra i g randi paesi dell'Occidente, i <JUali d evono finalmente int endersi , p erché non posso no combatte.rsi fra di loro, pena il crollo d e ll'intera civi ltà europea.
Dite nella maniera più formale a l pubblico dei vostri lettori ch e l'Ital ia vuole la pace e ne ha dato le prove e continua a sviluppa re con obiettivi pacifici la sua politica estera.
Sono st ato semp re pronto e sono e· sarò sempre pronto a riconfermare, nelle forme che si riterranno le p iù convenienti, che la mia po ·litica non ha mai inteso, né intende apportare qualsiasi danno :igli interessi dell'impero britannico. Solo ind ividu i accecati dalla malafede possono pensare jJ contrario.
e agli a ltri premiati, i l capo del Governo ha dato , fr:i vivj appla usi, oltre al Jiploma e al premio, una s ua offerta persona le-. B seguìta, quindi, dopo b revi p:irole de l segretario Jella Federn:z.ione naziona le salariati e b raccianti, la pfffl1iazione dei d ieci "primi uomini " dd le compartecipazio ni collettive mantov:ine, che hanno seguito i corsi d i istruzione s indacale corpor:itiva e tcrnica agraria. Anche ad essi iJ Duce h a consegnato un'offerta person1le Salutalo <la una m.:mifestazione di :ardente rntusiasmo, e al canto <lt'g li i nni fascisti, il Duce ha fasc iato quinJi la .sala Regia-», (Da Il Popolo d'Italid, N. 125, 4 maggio 1936, XXIII).
• All' avvicinarsi delle nostre colonne autoca rrate, il Neg us era fuggito <la Addis Abeba per rifugiarsi a Londra , La capit:ile era rimasta in balia dei s:iccheg gialori, che avevano infierito, per cui g li str:in ieri minacciati si erano indotti ad invocare l'arrivo degli italian i come liber:itnri I l 3 maggio 193 6, M ussolini :aveva a vvertito d i ciò Badog li o e g li aveva impartito anche nlcuni or<lini in vjsta de ll'occ upazion e di Addis Abma (.HO). La mattina de l 4 maggio, a Roma, a palazzo Vene:zi.1, :il red:i.tto re del D1-1il1 Mail d i Lond ra, \ '11.1rd Price, !a le dichiarazioni q \1i riporta te. (Da Il Popol o d' Italia, N 129, 8 maggio 1936, XXIII).
L'Italia non ha alcuna, nemmeno remota, aspirazione sull'Egitto, che io consid ero un paese indipendente, non africano, ma piuttosto m editerraneo e col quale l'Italia è stata e sarà sempre in ottim i rapporti.
N essun interesse polit ico ha l'I ta lia nel Sudan e nessuno in Palestina. t falso quindi attribuire all'Italia una qualsiasi responsa bili tà nei torbidi tra arabi ed ebrei.
Ammetto che la stampa italiana ha polemizzato con quella b ritannica, ma ciò e ra inevitabile dato ratteggiamento assunto da molti circoli inglesi e che ha profondamente sorpreso la totali tà degli italiani
Le ambulanze inglesi non furono mai bombJrdate deliberatamente d agli aviatori italia ni; i missionari <le11e dive rse Croci Rosse sono stati uccisi o fe riti dagli abissini, i quali sono troppo arretrati per r ispettare dei s imboli.
Quanto ai gas, Aloi si, a Ginevra, ha . parlato molto ch ia ro sull'argomento. Il dottor Winkl er, della Croce Rossa Olandese, ·ha curato, su cent inaia di ferit i, << uno solo » che si riteneva colpito da gas.
Quanto ai metodi di g uerra impiegati dag li et iopi sono sempre g li stessi e hanno fatto inorri dire il mondo. Se 1a massa deg li ing lesi ve desse le fotografie degli operai massacrati del cantiere Gondrand, si farebbe finalmente una idea c~iara del livello di crudeltà a cui gli sc ioan i possono arrivare,
La pace sarà dettata nello spirito di Roma e non deve essere zoppa, poiché intendiamo di avere risolto, con soli nostri sacrifici, col solo nostro sangue, col solo nostro denaro, senza aver chiesto null a a nessuno, il problem:1 etiopico una volta per sempre.
RE FUAD*
Il Gove rno fasci sta si associa alle commosse parole con cui il Presiden te della Camera ha rico rdato la nobile fi gura d i Sua Maestà il re F uad.
Con il Governo (ascista è tutta la nazione italia na che sinceramente condivide il cordoglio del popolo egi?-iano.
In re Fuad, che aveva trascorso parte della sua g ioventù -in Ita lia, dove aveva assorbito la nostra cultura ed imparato la nostra lingua, mi piace di scorgere un simbolo di talune caratteristiche comuni all'Italia e all'Egitto; ambedue eredi di grand iose civiltà, .che furono di insegnamento al mondo intef'o e potentemente contribuirono al progresso universale; ambedue collegati da u n comune mare jntCrno, a ttraverso il quale hanno stretto ininterrott i legami di reciproca amicizia; ambedue interessati a sviluppare attraverso q uesto mare i loro rapporti ed i loro traffici.
• Parolt" pro nunciate alla Ulmera dei (.kputati, nella tornata del 4 maggio 1936 {ore 16-(6.40), in commemorazione Ji Sua .Maestà Fuad l ( 26 marzo IR68 • 2S :iprile 1936). (Dogli Ani del P,rrl,1menlt.> italùf1Jo. Camera d ei deputali. DiuuJ1io11i, X X IX Leg;s/atura. SeHione 1934 -'37. Vbl11me Il[ : dal 4 maggic, 193 6 al 18 ,n,m.o 193 7 - Rom.i, Tipografia della Came ra dei deputati, 19)7, r,ag-. 2)73).
Re Fuad ha acquistato grandi benemerenze verso il suo popolo. Insieme con i predecessori delia sua dinastia, la storia Io annovererà quale mecenate illuminato e quale geniale propulsore nel campo dei progressi civili e sociali, come in quello della cultura e dell'arte.
La storia riconoscerà anche le sue profonde benemerenze polit iche, in uno dei più· delicati e tormentati pe riodi della vita dell'Egifto. Egli seppe esercitare provvidamente ed accortamente la sua influenza nel!a guida de lla cosa pubblica) e seppe . affrontare nei momenti più grav i le maggiori responsabilità con elevato senso d el suo dovere reg.i le.
.Al giovane re, Sua .Maestà Faruk I, il Governo fascista, e con esso tutta la nazione italiana, rinnova i sensi del più profondo cordoglio e l'augurio sincero di un regno prospe ro e felice, che adempia ai vot i unanimi della nazione egiziana..
Ho ordinato l'adunata generale del popolo italiano.
Al popolo italiano darò l'a nnuncio che voi attendete, e al ·popolo italiano, come il 2 ottobre, io parlerò . (Vivissim e acclamazioni. Grida ripet11te di: « D#ce! Duce.'». L'onorevole Preside1ile ordina il saluto al Duce. S . E. il capo del Governo laJCin quindi l'Aula e la Camera lo accompagna con· una 1iuova, ardente ma11ife11azio11e).
• Parole pronunciate alla Caméra dei drputati, nella tornata del -4 maggio 1936, pochi minuti dopo la commemor.tzione di Sua Macst.ì Fuad I. (Dag li Alti d el Parlarrrmtc, il(1Jiano. Camera dei d ep11wi. Dirmrsio11i. L egi,lat11ra rit. Seuione rit. Vol11me Ili, pag. 2573).
« L'ETIOPIA E ITALIANA »•
Camicie nere della iivoluzione ! Uomini e donne di tutta Ita lia ! Italiani e amici dell' Italia al di là de i monti e a l di là dei m ari! A scoltate ! ll maresciallo Badoglio mi telegrafa:
« Oggi, :; maggio, alle ore 16, alla Inta delle truppe vi1torio1e, 1ono enJralo in A ddù A beba ».
Durante i trenta secoli della sua storia, l'Italia ha vissuto molte ore memorabili, ma q uesta di oggi è·certamente una delle più solen ni Annuncio al popolo italiano e al mondo che la guerra è finita Annuncio a l popolo italiano e al mondo che la pace è r istabilita.
Non è senza emozione e sen·za fi erezza Che, dopo sette mesi di aspre ostilità, pronuncio q uesta grande parola. Ma è . strettamente n ecessario che io aggiunga che si tratta dell a nostra pace, della pace romana, che s ì esprime in questa semplice, irre\'Oc:1.bile, defin itiva proposizione: l'Etiopia è ita liana! Italiana di fatto, perché ocC\lpata d11le nostre :umate vitto riose; italiana di diritto, pe rch é col gladio di Rom a è la civiltà che trionfa sulla barbarie, la giustizia che trionfa sull'arbitrio cru· dele, _la redenzione dei miseri che trionfa sulla schiavitù millenaria.
Con le popolazio ni dell'Etiopia, .la pace è già un fatto compiuto. Le molteplici razze dell' ex-impe ro del leone di Giuda ha nno dimostrato, per chiarissimi segn i, di voler vivere e lavorare tranquillamente all'ombra del tricolore d'Italia.
I capi ed i « ras » battuti e fuggiaschi non contano più e nessun a forza ·al mondo potrà ma i più farl i contare.
N ell'adunata del 2 ottobre, io promis i so len nemente che avrei fatto tutto i l possibile onde evitare che un conflitto a fricano si ,d ilatasse in una g uerra europea. Ho mantenuto t ale impegno, e p iù c he mai sono convinto che turbare la pace dell'Eu ropa sig nifica far crollare l'Europa.
Ma debbo immediatamente aggiungere che noi s iamo pronti a d ifendere la nostra folgorante vittoria con la stessa intrepida ed inesorabile decisione con la quale l'abbiamo conqui stata.
N oi sentiamo così d'interpretare la volontà dei rnmbattenti d'Africa, di quelli che sono morti , che sono gloriosamente cadut i nei combattimenti e b cui memoria rimarrà custodita per generazioni e generaz io ni
• Discor10 proouoci11to a Roma, dal balcone centra le J i palazzo Vene"Zia, la sera del '.i maggio 19% {382). (Da li Pop olo d' Italia, N 127, 6 maggio 1936, XXJJJ).
·nel cu9re di tutto il popolo italiano, e delle altre centinaia di migliaia di soldati, di camicie nere, che. in sette mesi di campagna hanno comp iuto prodig i tali da costringere il mondo alla incondizio nata ammirazione
Ad essi va la profonda e d evota riconoscenza d ella patria, e tale riconoscenza va anche ai centomila operai che durante questi mesi h anno lavorato con un accanimento sovrumano
Questa d'oggi è una incancellabile d ata per la rivoluzione de lle camicie nere, e il popolo italiano, che ha resistito, che non ha p iegato dinanzi all'assedio ed alla ostilità societar ia, mer ita, qua le p rotagonista, di vivere questa grande giornata.
Camicie nere della rivoluzione! Uomini e donne dì tutta· Ital ia !
U na tappa del nostro cammino è raggiunta. Continuiamo a marciare nella pace, per i compiti che ci aspettano domani e ch e fronteggeremo con il nostro ,coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà .
Viva l'Itali a!
ELOGIO ALLE DONNE D'ITALIA*
Sono veramente lie to di rivolgere a voi, donne d ell'Urbe, e con voi alle donne di tutta Italia, l'espressione della mia più profonda simpatia.
La fulgida vittoria ripo rtata dalle nostre truppe nell'A fri ca Orientale si de,•c all'eroismo dei \'Ostri fig lioli, dei vostri mariti, dei vostri fratelli, ma si deve anche a voi, o donne di Roma e d ' Ital ia.
L'Italia fa scista, cinta dall'assed io societario organizzato da cinqua ntadue paesi, vi aveva affidato un compito d elicato e decisivo : que llo d i fare di ogni famiglia italiana un fortilizio p er resistere alle sa nzioni
Con magnifica di~cipl ina, <"On patriottismo superbo, voi, o d on ne, ave te "assolto a questo com p ito che il regime vi aveva affidato.
La patria vi t ributa la sua gratitudine, mentre il vostro esempio rimarrà consegnato nelle pagine de lla st? ria italiana . ( Non appena il D11ce · ha finit o ·di parlare, 1m grid o i mmemo Ji leva dalia moltil11dine.
* Il 5 maggio 1936, MussOlini aveva inoltrato due telegramm i a Ihdogl io (321). Il 6 maggio, g li aveva teleg r,{fato ancora ( 32 1). Il 7 maggio, lo avverte che sarà nominato governatore dell'Etiopia con il titolo di viceré 0 22). Il maresciallo accetterà ( 322). Lo stesso 7 maggio, verso le 18, a Roma, da l balcone centrale di pal.izzo Venezia, d avanti ad « oltre centom ila. donne» ammassate nella piazza per acclamarlo, il capo del Gòverno pronunci a il discorso q ui ripo rtato (D:1 1 Il Popolo 'd'ltalùz, N. 129, 8 maggio 1936, XX III) donne d ell'Urbe sventolano bandierine e fazzoletti, e si abbandonano ad ,ma mani feslazione di affetto e di entusiasmo, che non ha sosia e che di aJJimo in aJtimo acquista ,m calore, una potenza ed 11n'imponenza sempre maggiori, tanto che ben selle volte il Duce è costretto ad aj. facciarsi, 101/ando ogni volta, 1al11Jando e sorridendo davanti ad 1111 co1ì · ,manime Jrib ut o di appauiontlta devozione. Si vedono mighaia di madri che alzano sulle braccia i bimbi flau denti, si ode ripet ere in coro: « Grdzie, D11ce! Grazie .'». Un balilla ed una giovane italiana, che nella prima fila de//'ammauamento sollevano verso il balrone due faJCi di fi_ori, vengono falli 1alire nel palazzo perché po11a110 consegnare per10nalmente al D 11ce il loro dono. Anche quando la ve/rata del balcone 1i chiude definitivamente, l'ondata delle ovazioni conlùma a prorompere, finché lentamente la fiumana de//'adrmata Ji tra1/orm a in 11na sfilala di deme colonne femminili direJJe per via IV novembre e via XXIV maggio al Q uirinale, ftt rni piflzza 1i è in pochi mitmti le/leMlmente gremita).
163" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano pre1enti D e B ono, Balbo, De Vecchi, Fede rzoni, Ciano Costanzo, Solmi, Di Revel, RoJJoni, BJJ/jarini , R.u110, Ma.rconi, M origi, M arin elli, T ringttli , Volpi, Grandi, MuzzarJni, CianeJli, Angelini, De Sie/ani, Acerbo. Segrelario, il vice.segretari o del Partito . I n u rvizio nell'Africa OrienJale Starare, Ciano Galeazzo, BoJJai, Farina(ci.' li Gran Consiglio approva l o 1chema di regio decreto l e,~ge che proclama la 10vra11ità p iena ed intera del R egno d' /Ùli a ml t erritorio e le genti che appart enevano all'impero di Etiopia e att ribui sce il filo/o di imperatore di Et iopia al re ed ai mOi s11creJJori
Al t ermine della riunione, !ti proposta di S. E De Bono, il Gran Consiglio approva, f ra acclamazioni viviJiime, il ug11e11te indirizzo:
« /J Gran Comiglio esprime la gratiJf(dine della patria al D11ce; fon - · datore de/l'impero».
, • Tenutasi il 9 maggio 1936 ( ore 22•22.U). (Da li Popolo d' llalia, N . 13 1, 10 ma88io 1936, XXIII}.
377'- RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
Il Comiglio dei miniitri, stt proposta del capo del Governo, primo m iniJtro, segretario di Stato, app rova rm o 1chema dì regio de<re/o legge che proclama la 1ovranilà piena ed intera del Regno d ' Italia wl territorio e le genti che appartenevano all'impero di Eti opia e allrib11ùce il titolo di imperatore di Eliopia al ,·e d' /1(1/ia ed ai moi JllffeJJori . **
Lo 1tesso Consiglio approvd, s11 p ,·oposta del capo del Governo, miniJtro per le Colonie, uno schema di regi o decret o legge concernente Ja nomina del mareniallo d'/Jt1/ia Pielro Badoglio a governatore generale di Etiopia, con il titolo di vicerè. **~
LA PROCLAMAZIONE DELL' IMPERO****
Ufficiali! Sottufficiali! Gregari di tutte le Forze Armate dello Stato, in Africa e in Italia! Camicie ner e della rivoluzione! Itafo1ni e it aliane in p atria e nel mondo! Ascoltate!
Con le decisioni che fra ·pochi istanti conoscerete e ch e furono acclamate dal Gran Consiglio del fascismo, un grande evento si compie : viene suggellato il destino dell' Et iopia, oggi, 9 maggio, quattord icesimo anno dell'èra fascista.
T utti i nodi furono t agliati dalla nostra spada lucente e la vittor ia africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari ,:aduti e superstiti la sognavano e la volevano. L 'Etalia ha fi nalmente il suo impero . lmpero fascista, p erché po rta i segni indistruttib ili della volontà e della potenza del Litto rio romano, perché questa è la meta verso la quale duran te quattordici anni furono soll ecitate le energ ie prorompenti e discipl inate delle giovani, gagliarJe generazioni italiane. Impero di pace, perch é l'Itali:1 vuole la pace per sé e pe r tutti e si dc- uu Discorso pronuncialo a Roma, dal balcone centrale d i p alazzo .Ventzia, il 9 maggio 1936, tra le 22.30 e le 22.4'.:i '(390). {Da .Il Popolo d' I1alia, N 131, 10 magsio 1936, XXIII). cide a lla gue rra soltanto quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Impero d i civiltà e di umanità per tutte le popoJazioni dell'Etiopia.
• Ten utasi a Roma, a pafa:z.zo Venezia, il 9 maggio 1936 (ore 22. 15 22 .25). (Da li Popolo d' Italia, N. 13 1, 10 maggio 1936, XXIIJ).
•• (388) ... (389).
Ques~o è nella tradizione di Roma, che, dopo aver vinto, associava i popoli al suo destino.
Ecco la legge, o italiani, che chiude un periodo della nostra sto ria e ne apre un altro come un immenso varco aperto su tutte le possibilità del futuro:
1. - I territori e le genti che appartenevano aH ' impero di Etiopia sono posti sotto la sovranità piena e intera del Regno d ' Italia.
2. - Il titolo di impe rato re d'Etiopia vien e assu nto pe r sé e per i suo i successori dal re d'Italia.
Ufficiali ! Sottu fficial i ! Gregari di tutte le Forze Armate de llo Stato, in Africa e in Italia.! Camicie nere! Italiani e ita liane !
Il popolo italiano ha creato col suo sangue l 'impero. Lo feconderà co l suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue a rmi
In q uesta ce rtezza sup rema, levate i n alto, o legionari, le insegne, il ferro e i cuori, a salutare, dop o quindici secoli, la riapparizione deJ. l 'imp ero sui colli fa tali di Roma.
Ne sarete voi d eg ni? (I.a f olla prorompe in 1111 fom1idabil e : «Sì! »).
Questo g rido è come un s;iuramento sacro, che vi impeg na d inanz i a Dio e dinanzi agli uomini, per la vita e per la morte!
Camicie nere! Legionari!
Saluto al re!