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CHIARIMENTI

La precipitazione con cui, sotto l'assillo della « concorrenn )), le AgeOZie giornalistiche diramano le notizie è cagione spesso di equivoèi e d ì false interpretazio ni, come è accaduto nella .recente intervist a data da Mussolini al giornalista americano Simms. Si è parlato cli un invito a Roose velt per la convocazione di una conferenza mondiale. Niente di ciò. Un invfro del genere sarebbe stato assurdo e, forse, ridicolo. Il g iornalista ha chiesto quale fosse il pensiero di Mussolini, nel caso che Roosevelt si decidesse a convocare una conferenza su gli armamenti e Mussolini si è limitato a dichiarare che una iniziativa del genere avrebbe potuto avere successo e che, in ogni modo, era ad essa ass icurata l'adesione dell'Italia. Successivame nte Mussolini ha specificato anche g li eventuali obie ttivi di tale c o nfere nza, onde evitare quals iasi mist ificazione o illusione eccessiva, t ipo di quelle elargite rico.rrentement e dalla cooperativa « venditori di fumo » di stanza a Ginevra.

Non si tratta di « disarmare )}. Ciò è impossibile. Teoricamènte e praticamente. Lo si è t e ntato quattro anni fa inscerui.ndo b. grande conferenza di Ginevra, la quale, dopo centinaia di futili d iscorsi, si è chiusa nel più piramidale e funereo dei fiaschi. Gli stessi pacifisti dì pro fessione non vogliono sentire parlare d i disarmo. La « pace » è una parola screditata negli ambienti societari. Quelle che una volta si chiamavano, e si chiamano a ncora per gli allocchi le << sinist.rc », sono ferocemente guerrafondaie allo scopo di sterminare il fascismo. Osso duro da rodere ques to, che romperà i denti a colo ro che voi-ranno correre siffatto rischio.

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Non si tratta, nemmen o, di ridurre gli armamenti att~ali o q uelli in corso. Più praticamente si tratta di vedere se sia possibile limitàre i programmi dei futuri armamenti e per ciò che concerne la qualità e p er quanto riguarda la quantità.

La lo"gica che ha guidato Mussolini nelle sue dichiarazioni al giornalista americano è inoppugnabile : la gara degli arm~menti non può andare, per nessuna p otenza, all'infinito: ad un certo punto bisogna fermarsi e allora o si fa la guerra o. si smobilita piombando nella crisi sociale. Un programma collettivo di una pratica e razionale Jj. mitazione futura degli annamcnti permetterebbe: di cvhare e l'uno e l'altro co rno di questo tragic;o dilemma, già avvertito dalla coscienza dei popo!i.

Le « 5in istre » europee, che attraversano da qualche tempo un pc- riodo cli delirio bellicista, hanno o minimalizzato l'intervis ta o dato di essa S?iegazioni. superfic iali. tendenziose, arbitrarie.

Si è detto che l'Italia non può « reggere >> nella gara degli armamenti per i soliti motivi che conosciamo· a memoria. La realtà ha smentito regolarmente, anno per anno, questi profeti balordi che non conoscono l'Italia. Gli stessi pronostici si fecero prima dell'impresa africana, che smenti clamorosamente tutte le profezie dei « competenti», da quelle militari a quelle finanziarie e politiche.

L'Italia fascista è già oggi formidàbilmente armata per terra, sul mare, nel cielo. La mole dei suoi armamenti si accresce, giorno per giorno, r~golarmentc, metodicamente. Un criterio unitario presiede a questa preparazione organica e profonda, che investe t utti i settori della vita nazionale.

Un programma quadriennale di armamenti è in corso di realizzazione. L'Italia avrà contro chiunque le armi per difendere il suo impero ed ha inoltre due privilegi che nessuno può contestarle: lo spirito del suo popolo e la sua posizione geografica, che condiziona e favorisce la sua strategla, sia per terra come per mare.

Non è dunque col pensiero rivolto esclusivamente· all'Ita1ia che Mussolini ha fatto le sue dichiarazioni, ma piuttosto per considerazioni di ordine generale. Il gioco polemico dei nostd avversari è vecchio e puerile. Quando i ·capi de lle democrazie autoritarie tactjono, i nostri amici diffondono l'inquietudine e il sospetto. I dittatori taccio no? Dunque essi preparano qualche tenebrosa macchinazione, qualche attentato alla sicurezza collettiva, alla pace indivisibile e altrettali gassos i luoghi comuni. I dittator i parlano e si dichiar"ano pronti a trattare per una pace che meriti tal' nome e allora i nemici del fascismo si divi dono' il compito: g li uni diranno che si tratta di un trucco , di una « offensiva di pace » per cloroformizzare le vigilanze altrui, m entre gli altri insi nueranno che i re5 imi fascisti, sull'orlo della catastrofe economica, agitano l'olivo per avere un p restito, per rinunciare all'autarchia, per evitare Ja crisi. La malafede dei « sinistri» non potrebbe essere più evidente col respingere ~ualsiasi possibilità di pace. Essi si assumono una responsabilità che pesa dinanzi alla storia. Quanto all'Italia fascista, constatata la vanità di ogni tentativo di accordo, proseguirà nella sua preparazione.

Il popolo jtaliano desidera ardenteÌnente la pace, ma ha dimostrato, e, se necessario, dimostrerà ancora, che è pronto a rinunciarvi quando si ~Ntta di d ifendere i suoi interessi e il suo futuro.

D.!, li Popolo d'Ira/in, N. 149, 30 maggio 1937, XXIV (g, 2?~) .

Storia E Luoghi Comuni

Anche sull' Ac/ion Franraise, come già su quasi tutti i g iornali di sinistra e di destra, è riportato il luogo comune che « la Germania ha sempre avuto una m ediocre opinione del valore dell'Esercito it aliano ». Ù. incredibile e anche penoso vedere che un popolo d otato di intelligenza vivace e varia come il popolo francese, stia incretinen do a larghe falde sotto la pressione di un centinaio di luoghi comuni messi in circolazione da Jibri e giornali. Questo deH'opinione tedesca sul valore dell'Ese_rcito italiano è uno dei più stolidi luo ghi comuni che non ha alcuna base, n emmeno indiretta.

Noi citeremo, perché l' Adion Françafrt ne prenda atto, i giudizi d ati dai generali tedeschi sull'Esercito italiano durante la g ue rra mondiale, Sono generali che si chiamano Ludendorff e Hindenburg. Ma, prima d i citare questi che furono i capi delle armate germaniche, vogliamo ricordare ali' A,tion FranfaÙe che il generale tedesco von Schultz, 0:ccupandosi degli italiani sulla fronte di Francia, dichiara che « a Bligny la terza divi sione italiana s i è battuta merav ig lio samente».

Avete inteso, signori dell' Adion Françaitd Si tratta di Bli gny e dJ quella divisio.ne del Corpo d'Armata Albricci, che, secondo Pétaìn, « contribui con la sua condotta eroica a sbarrare ai tedeschi la strada di Epemay )}. Condotta eroica; e lo dimostrano le seimila croci del cimitero di Bligny, sotto le quali dormono . un sonno no n sempre tranquillo seimila fanti italiani.

E v olete ancora conoscere, signori dell' A rlion Franraùe, il giudizio del generale Ludendorff sulla undicesima bauaglia dell'Isonzo, che" portò allo sfondamento classico del fronte austriaco della Bafosizza, una delle poche battaglie manovrate di tutta la guerra? Leggetelo nelle memorie del Ludcndo rff, il quale scrive:

({ Sulla fronte d cirisoruo era cominciata alla fine d'agosto la undicesima battaglia _dell'Isonzo, su settanta chilometri di estensione, terminala col successo degli italiani. Gli eserciti austro-ungarici avevano, peè ve-ro, tenuto tts1:1; m a le lor o perdite sul Carso erano state così gra,·i e il loro spirito n·eu ~scilo talme-nte scosso che, nei competenti circoli austro-un,l;uici, si cominciava a credere che- gli eserciti austro-ungarici non avrebbero potuto sostene-re né un proseguimento della battaglia, né un dodicesimo attacco · sull"lsonzo. L'armata austroungarica sul fronte italiano aveva bisogno di aiuto da parte de lle truppe ted esche».

Si t ratta dell'agosto del 1917, ciuando gli Alleati non avevano ancora mandato un solo uomÒ in Italia,

Volete infine sapere, illustri colleg hi dell' AtJion FranfaÙe, dove, come· e quando e da chi è stata vfota la guerra .mondiale? Non ve lo diciamo noi che siamo parte jntcressata. Ve lo facciamo dire da quei generali germanici che, secondo voi, avrebbero sempre avuto u~ mediocre stima dell'Esercito italiano.

Questi generali sono espliciti. La guetta mondiale è stat a vinta sul Piave dagli italiani, nel giugno del 1918, precisamente quando l'Italia stroncò lo sforzo supremo tentato dalle armate austro-ungariche.

D iamo senz'altro la parola a Ludendodf e a · Hind~nbur g :

« Il Comando austriaco - scrive Ludendo rff - si diceva sicuro delta vittoria; il genl"rale Arz indka\'a come meta la va lle del Po. J miei prc-s:agi divennero più neri quando appresi che l'offensiva austro-ungarica era stata differita a[ 1 giugno. In qud giorno e nei seguenti tutta l'attenzione di Hindenburg e la mia erano concentrate su lla fronte itali ana. Intuivamo che colà avveniva qualche cosa di dC<isivo, forse la decisione per l'ulleriore corso d ella guerra. Quando ci giunse, fin da l secondo giorno della battaglia, la notizia che l'offensiva era falli ta e che le truppe austro-ungariche del gruppo di eserciti del maresciallo Conrad, sulle quali facevamo il massimo assesnamento, ccano state così duramente provate cd avevano subito perdite cosl gravi· che erano incapaci di un nuovo sfon:o, sentimmo che la partita era perduta. La decisione che fino allora era da 11uendeni sulla fronte di Francia. improvvisamente si spostava, assumendo proporzioni assai vaste per le sue ripercussioni, sulla fronte italiana, che, lino a quel momento, non poteva essere considerata che un teatro secondario di operazioni. Più gravi notizie su lle proporzioni d ella sconfitta austriaca ci giunsero nei giorni successivi. L'Austria aveva riportato una sconfitta che poteva essere decisiva. Non si poteva più fare asscgnammto su trasporti di contingenti austro.ungarici ·sulla fronte tedesca. Eu. dubbio che l'Austria stessa potesse resistere a un forte attacco italiano. Est l'Austria, come avevamo ragione d i temere, cadeva, la gu" ra ffa perd111a. Per la prima volta avemmo la sehsazione della nostra sconfitta. Ci sentimmo soli. Vedemmo allontanarsi fra le brwne del Piave quella vittoria che e ravamo già certi di cogliere sul front e di Francia Colla morte nel cuore vidi che le nostre speranze cadevano come fogli e morte».

Non meno perentorio è il giudizio di Hindenburg:

« La calamità del nostro alleato - dice Hindenburg - era una disgrazia anche per noi. t·avversario sapeva al pari di noi che J°Austria-Ungheria aveva con questo att;1.cco gettato tutto il suo peso nella bilancia della g uerra. Da questo momento la monarchia danubiana aveva CC$sato di esse-re un pericolo per l'Italia».

Avete letto, o norevo li colleghi dell' A&tion Franraite, o vi· sono completamente ig note, nell'egocentrismo fcenctico che è una delle forme tipiche della decadenza intellcttw.le francese, le memo.rie di guerra di uomini che si chiamano Ludendorff e Hindenburg, ai quali si può a ggiungere l'arciduca Giuseppe d'Unghetia? Vo]ete ora cono- scere l'opinione di un civile e, per giunta, inglese?. Vi serviamo questo periodo di Trcvelyan:

« L'Italia era salva. Ma non sapevamo che l'Austria-Ungheria fosse con altrettanta ccrtena spacciata. La vittoria difensiva di Dia.: nd giugno 1918 può es.sere aggiunta al lungo elenco dd lc battaglie mondi:,ili d~isive ».

G rifiutiamo di credere che la pretesa op inio ne tedesca, inventata e diffusa dai giornali francesi , voglia riferirsi a giornate g ri gie di insuccessi, che tutti- nessuno escluso ! - gli eserciti impegnati nella guerra mondiale conobbero e al principio e alla fine della g uerra. È evidente che gli scrittori dcll' Actù,n Françafr~ ignorano le memorie di Ludendorff e i giudizi di Hindenburg; ma n oi non ig noriamo q uel c he s uccesse nell'esercito francese d o po la disfatta di Nivelle. Noi apriamo il libro di Paul Allard, Lu dusoHs dt la gutrre, a pagina centosettanta e seguenti , e vediamo che, tra aprile e giugno del 191 7, l'esercito francese corse pericolo di completamente liquefarsi attrave1So lo sbandamento, la fuga e le rivolte che imperversarono in ben settantacinque reggimenti d i fanter ia, ventitrè battaglionì di alpini e dodici reggimenti di artiglieria.

Non v ogliamo insistere jn questi particolari, che devono essere specialmente dolorosi per J ei p atrioti dì sicura fede , come sono i gior nalisti dell' Action Fra11;ai.u Ai quali, però, sarà mandata copia cli questo giornale, nella speranza che si prenda lealmente atto una volta p er sempre che i soldati italiani, quando siano ben comandati e bene armati, non sono inferiori a nessu n altro soldato d el mondo. Questa era anche l'opinione di N apoleone, che in siffat te materie aveva - bisogna riconoscerlo - una certa tal qual competenza. Del resto l'Esercfro italiano si è battuto contro-l'Esercito austro-ungarico e n essuno vorrà contestare le brillanti qualità militari dei magiari e degli austriaci, che sono cli razza tedesca. Recentemente ha distrutto le ar mate abjssine, che p ure m olti francesi, e non soltanto francesi, r itenevano in vincibili o v incibili solo in venti anni d i gueira. Mettere, dopo queste prove, a n.che soltanto in dubbio i l valore d el soldato italiano, signìfica ingiuriare sanguinosamente l'intera nazione.

Un giorno sarà levato il velario su quel che succede i n Spagna. Il m ondo vedrà allora, nclJa maniera più luminosa, che j legionari del fascismo hanno scritto in terra iberica una nuova pagina di st oria e di g loria.

Da // Popolo d'Italia, N. U4, 4 g iugno 19}7, XXIV ( g , 276),

Si è sempre sentito dire che gli ebrei siano dotati di un particolare spirito «profetico)). Il Vecchio Testamento è pieno di lamentaz.ionì profetiche e anche il Nuovo. Come tante r eputazioni, sembra che anche questa dello « spirito profetico » ebraico sia alquanto usurpata. In ogni ca.so è dimostrato che il signOr Blum è assolutamente sprovvisto di tale spirito, quantunque egli non rinneghi m a ostenti le sue ·origini semite.

Nel P opulairt dell'r r novembre del 1932, il signor Blum scriveva un «fondo» intitolato La fine di Hitler. Era un c ommento a u na elezione nella quale il nazismo n on eca uscito vittorioso dalle urne, quantunque la socialdemocrazia avesse v eduto diminuire il numero dei suoi suffragi. 11 Blum rit eneva assolutamente spacciato il m ovimento hitleriano e del p ari impossibile una partecipazione di Hitlec a un gov:emo di coalizione. A un certo punto del suo ispiratissimo actìcolo~ che ritroviamo riprodotto in un ebdomadario satirico parigino, Blum proclamava:

« Per quanto incerto e misterioso sia l'avveni re politico della G ermania, si può dunque, io credo, tenere per acquisito questo dato fondam entale : !' a.scesa legale o d illegale di Hitler al potere gli è oramai preclusa La socialdemocrazia "ha avulo ·• Hitler Comp rendo la gioia del V orwaerts e comp rendo anche che alla decomposizione attuale e futura del razzismo, la socialdemocrazia oppone la solidità quasi intangibi le de lle organizzazioni di claS5e del proletariato germanico».

Il Vor11-·aer/J è sparit o, la socialdemocrazia più che decomposta è de funta, e appena tre mesi dopo le pwfetiche r ighe cli cui sopca, Hitler a ssumeva il potete, che ha tenuto indisturbato da allora a d oggi; Bisogna pur concludere che Blum come profeta vale me no della tessera sfio che port.i in tasca.

Cifre

Bisog na considerare come molto confortanti i dati del censimento del 1936, concernenti la . ripartizione della popolazione per categorie economiche. &coli:

Categorie di attività economica s. Credito e aSsicucazione .. .. . .

1. Agricoltura, caccia e pesca ..

2. Industria .......... .

3, Trasporti e comunicazioni ....

4. Commercio ...... .

6. Libere professioni e culto ...•

7. Amministrazione pubblica

8. Amministrazione privata ed economia domestica

Per popolazione attiva si intende quella cli età s uperiore ai dieci annì. Dallo specchietto di cui sopra risulta che la categoria di gran lung'il più numerosa è quella agricola. Segue, con uno scOnto del venti per cento, la popolazione industriale. Jl carattere fondamentale dell'economia italiana continua ·ad essete rurale. Vi una certezza per il domani.

Dà Il Popolo d'Italia, N. 06, 6 giugno 1937, XXIV (ww).

Al CARABINIERI IN CONGEDO *

Camerati dcll'Associazione carabinieri in congedo I Voi ~ietc venuti a Roma per, celebrare l'annuale della fondazione della vostra gloriosa arma.

Tale annuale coincìde con l'inaugurazione del Musco che do cu-

• Il 2) maggio 19H, alle 7.45, 11 pilotando il ,proprio apparecchio trimo· tore », Mussolini era partito da ll"aeroporto del Littorio di Roma. lspnionati in 'tolo g!i aeroporti di Vi1erbo, Orvieto, Arezzo « e attraversato l'Appennino al passo dei Màndrioli », alle 9 era atterrato al ca.mpo d"aviuione LJligi Ridolfi di Forll, donde si era portato s ubito in auto alla Rocca delle Uffiinate. Trascorsa lassù una settimana di relativo riposo, il t 0 giugno, alle 6.~0. « partiva dal· menta e consacred. n ei secoli le v irtù che sempre distinsero la vostra arma: spirito di sacrificio, dedizione perfetta al d overe, fedelrà assoluta alla patria.

Io sono sicuro che anche nell'avvenire voi sarete sempre degni di questo vostro fulgido passato. (/ presenti gridano ,on una sola voce : «S!/ Si»).

Camerati carabinieri in congedo I Salut o al re I (Ri.tponde ,on un solo grido pouenle la fo lla,· cht rinnova l e m e altissi HJe acclamazioni).

Trecentoventi

Stra no destino della Spagna. Ha av uto l'inquisizione. Va pazza p er le co rride. Da dieci mesi è insanguinata dalla più feroce delle g uerre civili, E i frate lli meno rqssi fanno strage dei più r ossi e viceversa. Fra le notizie più recenti: i plotoni de lla brigata internazio nale Dimitrov pene trarono nell'Arena dei T oti a Madrid, dove erano ammassati trecentoventi anarchici prigio nieri. F urono fucilati in massa, al grido di ~< Viva Stalin! n, Alle fami glie fu concesso di andare a recuperare i cadaveri> fra i morti e fra i semimorti.

In Catalogna a migliaia> a Madrid a centinaia. Tre nt'anni fa, un re ne fece fucilare uno, Ferrer, per spaventate g li altci . Oggi sono i compag ni che massacrano i compagni pet l'esperienza della conquista rivoluzionaria del potere. Con la solidarietà delle democrazie e con le h.crime della Società delle nazio ni Sarebbe la civiltà di domani, in nome della quale da tutti i comizi internazionali si i nvoca la c r ociata antifascista.

l'aeroporto di Forll, pilotando il proprio apparecchio trimotore. D irigevi. quindi 5u Gubbio, Assisi, Foligno, Spoleto, Terni, atterrando all'aeroporto del Littorio alle ore 7.)0 11> Il 2 gi ugno, dalle 18 alle 19, a Roma, a palazzo Venezia, aveva avuto u n colloquio con il maresciallo W emer von Blomberg, m inistro della Guerra dei Reich Il } giugno, alla furba ra, avevl. assistito, assieme al sovrano e a von Blomberg, ad esercitazioni aeree, ed aveva portato quest'ultimo in volo sulla bonifica pon tina. 11 4 giugno. a Tor di Quinto, aveva presenzfa to, con il ministro tedr sco, « una srrie di superbe evoluzioni di cavallr ria, di carri veloci e di reparti di bersaglieri motociclisti » La mattina del 6 giugno, a Roma , sotto j balconi del Quirinale, i carabinieri in congedo convenuti nella capitale in occasione del centoventitreesimo anniversario della loro arma improvvisano una dimostrazione di omaggio al sovrano. Indi, incolonnati, muovono verso piazza· Venezia. Quivi giunti, si schierano con i loro vessilli « acclamando a gran voce il Duce ». Il capo del Governo appare al balcone centrale del palazzo e pronuncia le parole qui riportate. (Da Ii Popolo d 'Italia, Nn. 14), 152, 153, 1)4, 1)), 157, 26 maggio, 2, 3, 4, 5, 7, giugno 1937, XXIV).

Deleg ati della Federazio ne anarchica libera e della Confede razione nazionale dei lavorato ci (sono i crittografi cli due delle varie o r ganiz~ zazioni) si recarono a pcotestare a Parigi in com.izl, in rumo cosissimi bombardamenti orat o ri:

« t chiaro che q uesto complotto fu ispirato dalle democrazie O(cidentali, i cui strumenti furono il Putito Socialista e q uello Comunista, che servono n ella Spagna la politica degli imperialismi inglesi, fran cesi e russi».

Cosi ce la racconta il L ihrrlaire di Parigi, uno dei tanti fogli dalla duplice funzione di imbottire i crani proletari e di fare denar i per i professionisti della r ivoluzione sociale. E ci dà anche altre informa~ zioni, d opo la strage delle c inq ue· giornate, la Serie degli assassini isolati, sulle strade e nelle case :

« Sono ancora dodici corpi di giovani libertari, buttati da un aulocarro nelle vicinanze d i un cimi lcro Prima di venite fucilati, ad alcuni dei nostri comp:tgni fu .stN.ppata la lingua, staccate le orecchie, tagliati i te$tkoli e messi nclfa bocca de!! cadavere•.

Già, Cosi si faceva anche ad Adua nel 1 896 contro i soldati italiani. L a bestia umana è SC!llpre la s tessa, si tratti di un cannibale, di un selvaggio abissino, di un ghepeù russo o di un miliziano spagnolo.

Aspetti della rivo luzione anarchica, della controrivoluzione socialista, dello (< stalinismo » nell'esperimento spagnolo , D evastazioni, massacri, sang ue, r ovine sono sempre stati, nella s toria, i sintomi e i p ostumi della dissoluzione.

« Dopo dieci mesi, (1;1 quando il p opo lo spagnolo crC"de di m:ttciare verso la rivoluzione».

È il gemit o tragico degli illusi. che illudono e tradiscono. E il prole tario spagnolo, come quell~ russo, c rede e muore. I nuo vi padroni capitalizzano sul lavoro, sul dolore, sulla distruzione e s ulla m orte. La loro civilt à: quella antium ana, della negazione e del delitto.

D a Ii Popolo d'l t"lia, N . 161, 11 g iugno 1937, XXIV (ww biJ) .

Crepuscolo

Il 193 6 è passato nella storia ormai effimera del bolscevismo, come l'anno delle stragi dei grandi capi politici della rivo luzione r ossa. In due ondate, furono massacrat i, come cani idtofobi, q uelli che erano stati i primi segu aci di Lenin, i suoi collaborat'ori più intimi, gli artefici della dott rina bolscevica, i campioni della Terza Internazionale, gli uomini nei quali milioni e milioni di proletari di ogni parte del . mondo avevano ciecamente creduto e giurato'. L'accusa in base alla quale essi ricevettero nella schiena una razione congrua di sonante e liquidatrice mitraglia, ~ra quella di tradimento I D opo essere stati gli apostoli banditori del nuovo vangelo che doveva redimere la povera nonché sofferente umanità, essi lo avevano tradito , questo vangelo, p erché, invece di Stalin, avevano creduto d i seguire un altro evangelista, il 'fcotzky, unico superstite della « vecchia guardia)) di Lenin, superstite perché scappato in tempo utile dal paradiso moscovita.

L'impressione suscitata dai primi massacri nelle masse dell'occidente, anche se abbrutite dalla propaganda bolscevica, fu immensa. Fu come se il tempio fosse d'improvviso cro llato sulle tes te dd fedeli. Stalin giusti6cò la strage. I fucilati erano dei « trotzkysti ~: dovevano qufodi perire, poiché in Russia, qualsiasi eresia, anche puramente teorica, non ammette che una soluzione: la morte immediata d ell'eretico. Oggi, · dopo i grandi capi del Partito e della politica bolscevica, è la volta dei grandi capi militati dell'esercito rosso, consegnati in gruppi ai plotoni di esecuzione. Scoppiato il bubbone Jagoda, Stalin è stato preso dal panico. Ossessionato dal « trotzkysmo )), ·dopo i l Partito, ha in.izìato l'epurazione dell'armata rossa. Gli uo~ni c he sono stati condannaci a morte ieri notte, dopo un sommario processo, erano marescialli e comandanti supremi delle armate rosse, capi attorno ai quali la propaganda bolscevica aveva creato un alone di popolarità. leggendaria. Erano i generali che a un certo momento avrebbero dovuto guidare alla vittoria le armate r osse, per il trionfo de6nitivo della Terza. lntcrnazionale. Erano i generali venuti dalla e con la rivoluzione. Non e rano cioè cx-ufficiali delle armate zariste. Prima di assumere co mandi e gradi nell'esercito rosso, erano stati capi poHt.ici del bolscevismo, come il Fc:ldmann, che aveva passato venti anni in esilio, come il Kork e l'Eidemann, che appartenevano ai bolscevichi del 1917 e venivano considerati come immacolati eroi.

Malgrado le « confessioni)), si stenta a credere che uomini saliti a tali p osti di comando e di responsabilità. abbìano potuto (< tradite)) e nei termini precisati dalla sentenza di condanna. Nessun dubbio che questa condanna è un altro indice segnalatore della crisi mort2le che il bolscevismo attraversa non soltanto in Russia, ma ovunque esso sia riuscito ad appestare dei poveri cervelli di primitivi o degli intellettuali degenerati.

Il dilemma da cui non si sfugge è il seguente: o questi alti ufficiali dell'esercito rosso sono degli autentici traditoti, e allora che cosa pensare, che cosa penserà l'armento umano, che, in Russia, si chiama proleta..riato, di un esercito socialista, nel quale i generali e i marescialli fanno la spia, to llerano il sabotaggio dei materiali e lavorano in collaborazione col ncm.ico eventuale di do mani e preparano, essi, capi dell'esercito socialista, il dtorno dei capitalisti e dei latifondisti? (Quest'ultima accusa è veramente paradossale). Una tre menda crisi di sfiducia è destinata a impadronir si dell'animo di tutti i quadri alti e bassi dell'armata rossa. A chi si pu ò credere più? Il comandante di oggi non sa rà il traditore d i domani? Questo « marcio » moscovita, al paragone del quale quello di Danimarca è un'olezzante aiola d i sb occianti gardenie, non pllò essere soltanto in alto, ma dève ramificarsi fino ai g rad i minori. Se cosi è , come non è stat o possibile avvertirlo p.rima? Quali sotterranee solidarietà lo impedivano? N on minore ripercussione disgregatrice deve verificar si nei qu;dri dell'armata rossa, se s i' p r ofila l 'altra ipotesi: che cioè Tukacevski e i suoi colleghi fosse ro innocenti, che le confessioni siano false e che di u n solo reat o fosse ro colpevoli, quello di « trotzkysmo >>. Ma i n questo caso bisogna pensare che i seguaci di Trotzky siano innumerevoli, che essi siano giu nti sino alle alte più delicate catiche e che per qu esto solo siano stati votati allo sterminio. Ma Trotzky n on si proclama ancora comunista, anzi l'autentico interprete del pensiero di Lenin?

E non è stato Trotzky il fondatore dell'armata rossa e come tale osannato, fino a pochi anni fa, come il preparator e della rivoluzione mondiale bolscevica che le baionette dell'esercito rosso av rebbero portato ai confini della terra?

Ora un esercito nel quale i capi ven gono fucilat i o spie o innocenti, è un esercito che non può dur are, è u na massa che deve disintegrarsi , è comunque una for za che n on può più intraprendere alcunché o lt re le sue frontiere e sul cui a iuto la Francia, ad esempio, deve ormai essere r assegnata a no n contare. minimamente.

È questa Russia, d ove il massacro è all'ordine del g iorno e dell a no tte, che le cosiddette grandi democrazie dell'occidente h anno corteggiata; è questa Rus sia che av rebbe voluto, con la complicità morale e materiale delle sunnominate g randi democrazie, trasportar e i suoi usi e cOstumi di autentica ancestrale barbarie nel Mediterraneo latino, e ci sarebbe riuscita, se la pane migliore della Spagna non fosse insorta e se i legìonari italiani n o n fossero vo lontariamente acèorsi a lottare erokamente nel nome di ·Roma, contro Mo sca. È questa Russia che noi v ediamo sprofondare nel baratro delle Sue utopie assurde, del suo supercap italistico caos sociale, della sua miseria in6nita, dei suoi cr imini a ttoci e innumerevoli, che disonorano il genere umano, anch e q uello approssimativo ed ai[Ct rato che li vede compiere.

Dava nti a questo spettacolo, quale orgoglio deve vibrare nei cuori delle camicie nere d'Italia, che sono state le prime a combattere il bolscevismo, che vi hanno opposta la b arriera dei loro petti, che hanno guarito l'Italia e dall'Italia segnato la via della salvezza all'Europa, che ha nno compiuto e compio no una rivoluzione costruttrice e umana, che abbraccia e trasforma gradualmente e profondame nte t utte le manifestazioni della vita del popolo, dallo spirito alla materia.

L'astro, ormai spento, di Lenin, declina all'orizzonte in un m are di sangue foutilmente versato, mentre sempre p iù alto s plende nel c ielo il sole ab bagliante e fecondatore di Roma.

Da Il Popol o d'Italia, N. 16}, 13 giugno 1937, XX1V ( g, 2R1).

PER L'ADUNATA NAZIONALE DEGLI ARTIGLIERI•

Came rati artiglieri I

Vi ri ngrazio del vostro saluto , c he ticambio con schie tta simpat ia, e soprattutto vi ringrazio per il gesto di cameratismo soldatesco che voi avete testé compiuto sull'Altare della pat r ia .

La ·vostra arma ha splendide t radizioni guerriere di valore e di gloria: s iatene orgogliosi. Vostro compito e vostro d ove re è di conservarle, di tramandarle e di accrescerle.

Io sono sicuro che voi lo farete (IHlli gli artiglieri gridano con una sola IJ()U : « SJ I>}), e come artiglieri e come camicie nere; (« Sì I S i !)}),

Artiglieri I

Saluto al re I "(« Viva il rt I », rùpondt l'adunata 11d una sola voce. P oi la dù1101trazitmt torna a rivolgersi al D11ct t il grido marttllanft d 'invocaz.iont t"Ìent ripetuto ron ardenlt . pauione) .

• Il 7 giug no 1937, all<" 7.10, << pilotando il suo id rovolan te o , Musso!ìni era parti to dall'id roscalo del Lido di Roma alla volta di G aeta, d ove era am· marato verso le 8. Dopo aver assistito, assieme al mart'$,cia llo von Blomberg, ad e&Crcitazioni nava li svoltesi nelle acque fra Gaeta e Napoli, alle 17. 50 avèva lasciato N apoli in idroplano per far e ritorno all'id ro~alo del Lido di Roma, giungendovi alle 18. 55. La mattina del 13 giugno, nell' Urbe, sulla. scala d el Vitto· riano, die<imila artiglier i, convenut i nella C:lpitale in. occasio ne delradunata na2ionale J ell"arma, assistono alla conscBna di una batteria di mortai, dono della lo ro Associazione, all'arma di fanteria Indi si schierano in piazza Venezia ed elevano « a Bran voce il loro grido di invocazione al Duce » 11 capo del Governo appare al balcone centrale del palazzo e pronuncia le parole qui ripor tate (Da Il Popolo d'l1alia, Nn, 158i 164, 8, 14 ~iuJnO -19}7, XXIV).

« SIAMO NOI DECAD ENTI ? »

Questo terribile interrogativo, diciamolo subito, non riguarda gli italiani , ma gU inglesi. Lo ha lanciato, dal pulpito della cattedrale di Winchcstcr, il revecCndo Ingc, già decano della cattedrale di San Paolo a Londra. Il signor Ingc è, quindi, un personaggio abbast anza importante ed ha perciò una certa importanza il suo sermone contro la nuova generazione inglese.

« Stiamo diventando - egli ha detto una r.nz.t molle, :.ma nie <lei pi~· cere, senza spirito di intraprendenza, che corre alle grandi città ahbandonando incoltivati tratti eno rmi di b uona terra L'unica co5a che tutti d esiderano è · q uella di lavorare meno Le sempre maggiori ore di ozio a (lisposizione vengono trascorse in di11ert imen1i che non implicano un qu:ilsi,Hi sforzo fisico o menta le».

Può darsi che, ai fini pedagogici, ci sia alquanta esagerazione in questo quadro dipinto. dal reverendo Jnge, ma un po' di ~ecità c'è. I rappresentanti di un certo numero di domini, che assistevan"o alla predica, sono rimasti, a quanto sembra, un po' male. Ragione per c ui la Morning Poj/ si è affrettata, con un articolo di fondo intitolato appunto Siamo noi decadenti ?, a dare sulla voce a l reverendo l nge. ,?,,fa lo ha fatto senza molta convinzio ne, quasi per dovere di u fficio. Rimane il fatto che, malgrado l'incoronazione e il resto, la discussione è aperta in Inghilterra sulla d ecadenza o meno della medesima.

D a Il Popolo d 'Italia, N. 166, 16 giugno 1937, XXJV (z, 10)).

Guadalajara

·Mattina dcll'8 marzo dell 'anno XV, sull'altipia no della vecchia

· Castiglia, flagellato dai vent i, pietroso e nudo come il Carso d ella g uerra mondiale. Trenta chilometri di marcia <li avvicinamento, sotto il n evischio e con le uniformi adatte al mite clima mediterraneo di Malaga. M_olte notti passate all'addiaccio. Quando i pri mi plotoni dei legiona ri scattano, il t ermometro segna cinque gradi sotto zero e il cielo .è coperto da nubi di tempesta, che impediscono alla mera vigliosa - r ipetiamo meravigliosa I - aviazione legionaria di inal~rs i in volo.

Prima domanda: si poteva ritarda re l'azione per attendere giornate migliori? Certo, ma quals iasi variante a piani stabiliti nel tempo e nel modo, pone delle nuove incogni te, presenta difficoltà e co mpl icazioni.

Era lecito anche prevedere che il malte mpo no n sarebbe durato oltre il ragionevole, quant unque nelle Sierre del centro tutt'affat to continentale della Spagna la st agione invernale .sia particolarmente r igida e lunga. Per disporre di una giornata ideale, quanto sarebbe stato necessario attendere?

I teS:ionari italiani ebbero da affro ntare u n primo terribile nemico: g li elementi. Cio no nostante essi travolsero nelle prime giornate tutte le difese cosse, presero d'assalto una posizione dopo l'alt ra, fecero letteralmente «rotolare)) reparti e battaglioni di mil iziani, l'avanzata raggiunse in profondità ben quaranta chilometri dal punto dì pat"tcnza: le aVanguardie si attestarono nei dintorni di Guada,a jara. Tutto ciò accadde co n rapidità fulminea, marciando nel fango, sottò il nevischio, con rifornimenti aleatori di viveri, senza appoggio sistematico di artiglierie o di card armati.

Il Comando franco-russo di Madrid comprese il pericolo mortale rappresentuo d alla perdita d i Guadalaj aca. Qualora i ·legionari si fossero impadrq niti di questa piccola ma strateg icamente impo rtantissima città, Madrid avrebbe d ovut o capitolare La calma regnava in quei giorni su tutti i fronti spagnoli e specialme nte su qu ello sud-est di Madcid, dove l'offensiva nazionale aveva ottenuto successi d i sem- · plice natura tattica. I legionari non potevano e no n d ovevano che contare su se stessi. Jl Comando franco-russo poté quindi ammassare le brigate internazionali· con una forza valutata tra i quind ici-vent i" mila uomini, bene comandati, potentemente armati, e lanciarle al contrattacco.

La battaglia ebbe allora momenti durissimi. Alcune p osizioni passarono più volte dai rossi ai legionari e viceversa. Un battaglione di car_nicie nere. che aveVa perduto i collegam!nti, vide cadere quasi tutti i suoi ufficiali. Ci furorlo le oscilhzio ni, le mischie, il diso rdine furioso e inevita bile .che in t utte le battaglie acco mpag na gli at tacchi e i contrattacchi all' arma bianca. N el bosco della Villa Ibarra si lottò coi pugnali; gli episodi di eroismo ai quali assistettero osse rvat o ci stranieri furono moltissimi e· splendidi. Il carattere assolutamente offensivo 'che i Comandi avevano impresso. all'azione, a veva provocato sulle immediate retrovie l'intasamento d egli automezzi carichi d i camicie nere, che avr<:bbero dovuto sostituire la prima divisione. imp egnata ormai da una settimana. Ma la operazione del coSiddetto « scavalcamento » delle divisioni , che sembra abbastanza facile sulla carta, non lo altrettanto nell'inferno della battaglia. Così accadde che le colonne ferme sulle ,arre/ere, o meglio sulla unica carrtlt ra, cioè strada roca.bile esistente, fossero facile bersaglio d i ondate successive dell'aviazione da bombardamento e da caccia bolscevica, che util izzava, fino alla notte, i vicinissimi campi di Madrid, mentre quelli de i ·nazionali erano molto lontan i, e, ciò che è più g rave, essendo campi di fortuna, imp raticabili.

Fin qui il Comando. n on aveva commesso errori, se no n di circostanza; ma ad un certo punto diede l'ordine alle truppe d ì retrocedere e questo fu un e rro re, un g rande er rore. Lo stesso Comando lo ammise pochi gfomi d opo, effettuato un più calmo esame della situazione : i legionari italiani si erano battuti da leoni, ma non erano stati battuti, Ragioni o biettive per ripiegare non ce n'erano. Si t rattava di superare un momento di crisi di natura morale e che riguardava i Comandi. Le truppe sì consideravano vittoriose. Inoltre c'erano migliaia di uomini di riser va che non erano stati minimamente impegnati. I legionari di un generale che ba dato prove di coraggio sino alla temerarietà, il generale c he i suoi legionari hanno battezzato « barba elettrica », e rano impazienti di muoversi e di lanciarsi, ma dovet tere obbedire al movi mento generale di r ipiegamento . Dei quaranta chilometri dell'avanzata, venti rimasero tuttavia in possesso dei legionari. .

·Ottenuto lo scopo di allontanare l'immediata m.ina.ccia su Mad rid, i rossi· no n osarono prudentemente spingers i al di là. E ssi a vevano perduto oltre cinq uemila uomini. La battaglia dei died giorni si esauriva così il 1 8 marzo e su quel tratto di fronte da aUora regna la st asi deUa g uerra di posizione.

I ·morti legionari non euno stati ancora sepolti, i convo gli d ei feriti erano ancora in viaggio verso gli ospedali, quando la stampa antifascista .internazionale scatenò la sua vituperevole campagna di invenzioni e di calunnie. In questa impresa b rigantesca primeggiò la stampa inglese, senza eccezioni di sorta, e tutta la stampa francese d i sinistra. Lo scacco di un b attaglione diventò una disfatta. Un r ip iegamento imposto da un Comando e che si svolse in ordine quasi pe rfett o, fu bollato come una catastrofe ; furo no nell'inchiostro <(suicidati » dei generali che sono vivissimi; si trassero da un episodio gene ralizzazion i o ffensive p er tutto l'Esercito italiano, dimenticando quel ch'esso aveva dato di contributo r isolutivo alla vittoria degli Alleati nella g uci;ra mondiale; le jene in sembiante umano si gettarono sul sangue puris. simo della ·gioventù italiana come se fosse 111/Jisky e perdettero ogni ~esiduo di pudore, come fanno le canaglie e i vigliacchi quando la paura è passata. Noi abbia mo raCcolto con diligenza tutte queste pubblicazioni perché un giorno ci serviranno.

Oggi, dopo tre mesi, si leggono diverse valutazioni e giudizi più equanimi. Si parla tutt'al più di un « insuccesso >), che no n poteva avere e n on h a avuto conseguenze di carattere militare, un « insuccesso )) che la speculazio ne antifascista riuscita a gonfiare per un momento, onde rialzare il morale depresso delle masnade bolsceviche sul fronte spagnolo e sul fronte della tena internazio nale. Più che di un insuccesso, deve padarsi di una vittoria italiana, che gli eventi non pccmiseco di sfruttace a fond o

Ma ben al di sopca di questi, foc se tardivi per quanto obiettivi riconoscimenti stranieri, sta l'azione deì vivi, dei legionari, che, successivamente, sul fronte di Biscaglia, hanno compiuto azioni degne di storia. Anche pe r Bermeo la turpe canea della stampa antifascista abbozzò _ un tentativo di speculazione, ma i fatti lo stroncarono immediatamente con sco~no e vergogna di coloro che lo avevano osato.

Ora, ben più alto e solenne parlano i morti. U orrùni di tutti i paesi non insensibili alla bellezza di chi muore per un ideale, ascoltate questa sacra testimonianza come la ascoltiarrio Òoi, in reverente silen zio I

Nella battag lia del marzo i caduti fascisti furo no centinaia e cent inaia e ben duemila i feriti. IL fascismo, che ha abituato gli italiani a vivere una vita di ardimento e di verità, no n ha t aciuto le perdite, ma ha pubblicato ·in questi giorni i nomi, additandoli all a riconoscenza della nazione e alla esaltazione vendicatrice delle camicie nere.

D ove, quando, come non è oggi possibile dire. Ma una cosa è certa; certa come un ·dogma d i fede, della n ostra fede: anche i morti di Gua<lalajara saranno vendica.Li.

Da Il Popolo d'Italia, N. 167, 17 giugno 1937, XXI V ( g , 28~).

Paregg Io Demografico

Riferisce uffi.~ialn1cnte Le Temps:

"Questa matt in:1 il p refetto di Charentc-lnférieure, signor G iacobbe, h:1 avuto un colloquio col sig nor Berincov, primo segretario di ambasciata delr U.R.S.S in Francia, e col signor Khosiaineov, direttore- del servizio dei trasporti di q uella ambasciata, per il trasporto in Russia di m illecinque-cento bambini, evacuati da Bilbao S stato convenuto che il piroscafo SontaJ delle M. M., noleggiato dal Governo sovietico, che arriverà alla Pallice Roche!le, prenderà in consegna u n materiale di letti, <li refettorio e sanitario, trasporta to da automobili. Il S0lll<1J pntirà domani per PauiUac, dO\"C imOOrChc-rà i millecinquecento bamhini t rasportati da Bilbao dal piroscafo spagnolo A.balia, e poi farà rotta per Leningrado». '

Da quando infuria. la guerra bolscevica spagnola contro il fascismo, questi trasporti si susseguono con tragica regolarità. Prima da Madrid, po i da Malaga, o ra d a Bilbao.

A quanto pare la Russia è diventata, ufficialmente e di fatto, il paradiso d ell'infanzia spagnola, P roprio la Russia, dove le donne sono smaternizzate, dove la famiglia è stata soppressa, dove lo spazio abitabile è ridotto a duè mccci quadrati per persona in una promiscuità repugnante e antigienica, dove mancano pane ,e indumen9. dove la wodka sostituisce la g io ia della vita. Funzionano già appositi campi di concentramento, dove i bambini spagnoli vengono sottoposti a espt-rimenti scientifici di puericoltura bolscevicamentc modernissima.

A quest'opera cosl raffir:ia tamente antìumanitaria partecipa il Governo francese, come vi partec ipò quello inglese, in commovente solidarietà delle democrazie occidentali, le _quali hanno in comune col Governo di Stalin il raggiungimento di uno scopo solennemente proclamato:

"li disegno stori<O che la Spagna compie in que-ste o re fatidi che cosl vasto che può essere orgogliosa di lottare e cli soffrire per la dif<-Sa delle- conccrioni p iù uni\•crsali e p iù umane : la gius1izia e la libcn:l ~.

Ma, con tutta probabilità, la di rezione degli uffici stati stici di Mosca, attraver so i1 giornale ufficiale Prat·da, annunzierà che si tratta di un ben meditato ·provvedimento, dire ttò a rag giunge[e il pareggio demografico. Uscita: le esecuzioni in massa degli adulti. Entrata: l'importazione dei bambini spagnoli, Da Il Popolo d'!tali.z, N. J68, 1fl giugno 19}7, XXIV (ww)

«DAVAR»

Con questo titolo esce da molti anni a Milano una « rassegna istaelitica illusttata di cultura, arte e attualità >), Nel suo ultimo numero di maggio-giugno è'è un articolo di fondo de dicato a celebrare .la fcs'ta della rivelazione del Sinai, rivelazione che fu fatta da D io esclusivamente al <( popolo >> ebraico, perché gli altri popoli interpellati, l'assiro e l'arabo, secondo la leggenda, non vollero accettare i comandamenti di Dio di non uccidere (l'assiro) e di non r ubare (l'arabo). ~·articolista dice che il « popolo )) ebraico si era preparato a ricevere .la legge mosaica attraverso la perfezione dei patriarchi, e che tale legge doveva. essere diffusa fra tutte le genti, poiché il « preteso ·esclusivjsmo ebra.ico è un'invenzione di quanti vogliono denigrare il "popnlo " ebraico ». Fatto della legge mosaica lo scopo della sua vita, il « popolo » ebraico ha sfidato secoli di torture fisiche e morali.

« Solo un'idl!a profonJnmt ntc spir ituali! - dict l'articolista - ha la possibilità di rc:sistc:rl! al cozzo di tutlo il mondo riunito a sopprim!!rla ; solo un'idl!a può sopravvivl!re ai diversi momenti storici del "popolo" che ne: è possessore »

Diamo atto che questo è veto.

E , pjù o ltre, l'autore, co n bell'impeto lirico, cosl scrive:

« li denig ralo Israele, il vilipeso "popolo" ebraico ha sorpassato solo millenni d i stori1; ma d ue millt'Oni di vita e rrante e frazio nata ».

L'articolo cosl conclude:

« Malgrado le incertezze interne, e m algrado le ostilità es te rne, con la legge e pe r la kgge, Israele continuerà la " sua" storia».

Q uesto articolo è un atto di sincerità che noi apprezziamo m~lt issimo e che prefe ria mo ai contorcimenti polemicì e ag li equivoci che si diffondo no -astutamente - su lla materia. Non meritevole di bias imo, ma degn o di lode è questo ebreo che si sente tale, no n come t eligione, ma come razza; questo ebrèo che sente dj appat• tenere ad u n altro « popolo », che ha avuto e che avrà la « sua >> storia e che no n si è mai fus o o confuso con gli «altri» popoli. Fa· cendo co incidere la re ligione con la razza e la razza con la religione, Israele si è salvato dalla << contaminazione» con gli altri popoli. I rap· porti-d'Israele con gli altri popoli coi quali è venuto a co nt atto, furono definiti co n immagine c~rattedstica dal dottor Magulies, già rabbino di Firenze. L' ebreo - egli disse - sta agli altri popoli come l'olio che sta nell'acqua, ma non si confonde coll'acqua. Que llo d'Israele è un riusciti ssimo esempio di razzismo, che dura da millenni, ed è un fenomeno che suscita ammirazione profonda, Gli ebrei, però, non h anno diritto alcuno di lagnarsi quando gli altri popoli fanno del razzismo.

D.::,. Il Popolo d' Italia, N. 169, 19 giugno 1937, XXIV ( ww).

Naturalizzazioni

È noto che la Francia cerca di .riparare al suo crescente e disa· stroso deficit delle nascite con la politica della «naturalizzazione » spinta aH'estremo. La Francia ha una popolazione g lo bale che tocca i quaranta~ue milioni. Di questi però tre miliorù sono sttarùeri. Sui rimanenti trentanove quanti sono i naturalizzati? Molti milioni e basta scorrere i giornali francesi per trovare n omi di tutte le desinenze, salvo le frances i.

Ma anche le naturalizzazioni fatte su vasta scala, a macchi na, pre· sentano inco nvenienti molto seri. Nel suo nume ro d el 11 giugno, La Libert i ci narra che, or è u n anno , u n mo lto noto professore del1'Accademia di medicina di Francia aveva proposto che l'esame delie condizioni di salute di coloro c he volevano diventare fcancesi fosse severo ed esteso a t utti i membri della famiglia. Fu nominata naturalmente una commissione, che e mise un voto e pare che non si sia fatto altro Tant'è che un consigliere municipale di Parigi, il signor Torchaussé, è ritornato sull':agomento, prendendo a motivo talu ni dati statistici del prefetto di Polfaia di Parigi, dati veramente signifi cativi. Nel 19 36, su 17.971 stranied nat uralizzati a Parigi, vi erano: 7462 benestanti o -pensìonati, 4:z89 detenut i nelle carceri, } Z. Jo "ricoverat i negli ospedali, z790 ricover at i nei ma nicomi.

Non è con questi. c~mpioni che la Francia sfuggi rà al suo fato demografi.cc. Il consigliere municipale T orchaussé ha fatto sapere al prefetto di Polizia che collaborerà con lui « per la difesa e la protezione della· razza» D ove si vede spu ntare un razzismo francese, sia p ure in r itardo.

D:i li Popola d' llalù,, N . 170, 20 _itiugno 19H, XXIV (ww)

ALLE DONNE FASCISTE*

Donne fasciste I

Questa d'oggi, 2.0 g iugno d ell'anno XV dell'era fascista, è la vostra g rande giornata. Voi Siete ogg i, in questa Ro ma tornata nuovamente imperiale, le protagoniste di un event o politico. Per lo stile, per la sua vastità e soprattutto per il vostro ardore, questa adunata con ha precedenti nella storia del mondo.

• Il 14 giug:no 1937, alle 6. 10, « pilotando il proprio apparecchio tr imotore 1> 1 Mussolini. era partito dalraeroporto del Littorio d i Ronia a lla vol1a di Rimini , dove na giu nto all e 7.20, atlerrando all'aeroporto di Mirama re. Ispe· zionati i lavori <li ampli amento ed i nuovi impianti del campo, alk 7 .3' era proseÈuito in auto p er Riccione. li ·19 ( ?) giugno, era rientrato in volo a Roma. La mattina del 20 giugno, lungo la via dd Trionfi e l:t. via dell'lmpero, passa in rassegna sessantamil a donne fa sciste, convenute nella capitale da ogni parte d' Italia per l' in:i.ugura.zione della Mostra delle colonie e5tive e dell'assistenza a l!'infon2i:1. Indi rient ra a palano Venezia, m('ntre le donne si (oncentrano n c-114 piazza invocandolo. « Il Duce appare ed il grido ddla fo lla lo in veste <ome una fo lata impetuosa. In alto tulle le insegne, in alto tutti i cuori Sessantamila donne sono ora tutte solle"Vate, protese 'Verso Ji lui , iQ un palpito solo, che esplode in un grido altissimo: "Duce ! D uce! Duce !" Squillano le trombe, ma il clamore non si placa. Le donne fa sciste vogliono ùire al Duce la gioia di essere linalmt-nte in Romn al cospetto di lui e di poterlo sa lutare in nome di tutte le donne d'Ital ia. Le acclamazion i formidabil i p rose· guono per akuni minuti. Finalmente il Duce, rnn ripetuti ( enni, ottiene il silenzio. Starace ord in:l il " S.1luto al D uce, fond:itore dell'impero !;, Sessantamila voci irrompono in un possen te coro : "A noi !". Poi, silenzio r eligioso • . E Mussolini rivolge aJJc donne il diS<orso qui riportato. (Da Il Popolo d'lta/itJ, Nn. I 6~, 171, 1~, 21 giugoo 1937, XXIV).

Se venire d a tutte ]e prnvincie d'Italia a Roma e in questa p iazza Vcnczi~ che è il cuo re di Roma, può cos tituire per voi un premio, io desidero di dirvi subito che voi lo avete pe[fettamente meritato.

Ed è g iusto che il Partito vi abbia fatto l'alto o no re di inaugurare la Mostra del Circo Massimo, la quale documenta quanto ha fatto a quanto fa il regime fascista per tutelare la salute morale e fisica delle giovani generazioni del popolo italiano.

Come donò.e italiane e fasciste voi avete dei pirticolari doveri da compie re : voi dovete essere le custodi dei focolari (/a folla grida con lllla sola wce : « SJ I Sì! »); voi dovete dare, con la vostra vi gilante attenzione, col vostro indefettibile amo re, la prima impronta alla prole, che no i desideriamo numerosa e gagliarda. (La 1110/tit11dint grida an(ora appassionatal!len/e : «SII S) ! »).

Le generazioni de i soldati, dei pionier i, necessarie pe r difende re l'impero , saranno quali voi le farete. O ra io vi domando: l 'educazio ne che darete sarà romana e fascista? (La moltitudine urla ancora« SJ I Si!»).

Questa è la risposta che io mi attendevo da voi. Durante questi quindici anni, duri e magnifici, le do nne italiane hanno dato prove infi nite del loro coraggio, della loro abnegazione : sono state l'anima deUa_ resistenza contro l'obbrobrioso assedio ginevrino, hanno dato gli ane) li alla patria, hanno accolto i sacrifici necessari p er attingere la vittoria co n quella _ fierezza e quel contenuto dolore che è nelle trad izioni delle e roiche madri italiane.

Donne fasciste J

Per la sua azione d'assistenza nazionale e sociale che d eve andare dalle città ai campi, il r egime h a contato e conta su di voi.(« S I I SJ I))).

Per le opere di domani, che noi ci 2uguriamo pacifiche, il regime potrà sempre co ntare su di voi? (La moltitudine g,rida ancora una volta: «Si! Si! »). Sulla vostra disciplina? ((< Si I Si!»). Sulla v o stra fede? (Le donne faJciste gridano NII entffsiastico, vibràntissim o : « Si I»). ·

Allora io vi dico che non ci saranno più ostacoli nella marcia tri onfale d el p opolo italiano. (La parola del Duce, ascoltala con commoua allenz.ione> ha sUJcii alo nella moltil11dine frunili incontenibili di fiere zza e di eniusiaJmo. Tutto il discor10 i staio continuamente interro/lo co me da raffiche i111petuo1e di applausi t di acclamazioni e da potenti Cori di « SJ ! >), con Clii le donne riaffermavano al eapo, come in un giKramento solenm, la purezza della loro fede, la Jaldezza dei loro propositi. La .dimostrazione alla ftnt del discorso ass11me la grandiorità di una apoteo1i La passione delle donne fascl!te dit1a111pa con un ardore più intenro. R aggi4nti di gioia, freme nti di enlNJÌasmo, use dicon~ ora al Duce la riconoscenza gioiosa di Jul/e le tkJnne italiane, che hanno vùsulo verammlt ou,i la loro grande giornata nello splend(}rt di Ron1a in,periale. La piaz.z_a è ,m /ripudio balenanlt di vw illi, ll!t dan1(}f't di ,anli e di aula,vazioni. D all 'alto il Duce sa/1'/a ron,anamtnlt , sorride. Poi rienlra, l!JO le Ùlv<KazJtmi 1'incalz.ano ten,prt più appa11ionale ed eg li è cos/rello a rù1.ffaaiar1i ftm, a died volle, 101/ando a _lungo 111/ balcone ptr rispondere al fervido, scbietlo saluto delle donne italiane, /1 madri, le tpo1t , le fanciulle, cht co1litnisNno la fedele milizia f en1111inile della rivoluz ione fascista. A 111ezzogionw, dopo cioè ,mzz'ora dalla fine del dimmo, la folla sosta ancora nella piazza sol/q il sole ardente, lo acc/01110 con il JHO entu.rias,no inesal(J/o. E M11uolini è coslrtllo ad a!Ja((iani anrora d11e, Jre volle. Il grido i< D11re ! DHce ! » torna ad innalzar1i ripetutamente, finrhl la moltitudine con11i1Cia a diradarsi al canto rii <i Cioi•imzza »).

392• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

Su propo1/a del Duce, di concerto col ministro delle Fi!lanzr, il Comiglio dei 111inistri ha approvalo uno sche111a di decreto legge p er la rt vùione dri tratla111tnti uono,nici del p er1onale. (+)

Il Con1iglio dt i 111inùtri ha 1urreuit•amtnle approvato, JU propo11a dr! Duce, i 1eg11rnti provvedi111enti:

Uno schaJla di derrrto lesge conctrntn# l'ordina111mfo dei servizi della Corte dei C onti nel/' Afrùa I taliana. Lo sviluppo rlell'orgallizzaz.ione a1J1ministrativa ddla Libia r /a completa padjicaz.iont dell'Etiopia con 1:estrnsione ad eua, salvo sutceuivo p erfez.ionavirnlo, degli ordina11:mli già in vigore nell' Eritrea e nella Somalia, (tndono l'Africa Italiana ormai matura per. 1m provvrdimrnlo in 01i si contreta 11na delle più eleva te uprruionì dì civiltà e tioì l'iJtituzìonr in luogo del 111agùt rato cui co,nprt r il controllo 111gli alti del potere tJrcutivo, aiftnchl questi siano sempre 111antrnutì ntll'a,11bito dr/la legge, e la giHTisdiz.ione s11 t111ti gli agmti delle amministrazioni aventi 111amggio di denaro o di materie. A tale ejfello, con lo schema di decreJo legge .oggi approva /o dal Con1Ìglio dd nni1ùtri, vengono istituiti, rispellÙ'amente in A ddù Abeba e Tripoli, due sezioni della Corte rki Conii, composta di un presidente di stzione, un consigliere ed un primo referendario. A queste sezioni, compeJenli rispettivamente per i lerriJorf dell'Africa Orientale I taliana e della Libia, 1ono affidate le funzioni giurisdizionali in 111ateria di contenzioso contabile, compresi i gì11diz.l di responsabilità a carico dei f1mzionari responsabili di un danno ver_so l'amministrazione dell'Africa I taliana V engono inoltre isllluile delegaz.ioni della Corte in: Addis Abeba, Tripoli, A smara,

• Tenutasi il 21 g iugno 19}7 ( ore 10-B). {Dli; li Popolo d'l1a/ia, N. 172, 22 pugno 1937, XXIV).

MogadiHio, Gondar e Gi111ma ptr l'uerdzio · dtlla fu:nzione di , oniro/I() di legillimità, ,11i viene delegato in ogni 1tde rm ,onsi'glitrt, ,oadiuvalo da primi referendari o referendari preposti ad appositi lljfid. Tale f1111zione si svolge su lulla l'allività finanzian·a di quei Governi; in via prtventiva mi provvtdi111enli da tifi tmanali che approvino norme di carallere finanziario o che co11111nq11e auloriz.zino spm e SII tu/li i ma11dati e r11oli di pagamento,- in via tons1111IÙ'a .r11i rendiconti dei f11nz/onarl ddtgati e Su ogni altra ronlabilità. Nat11raln1tnlt, in Hfl pri1JJ0 tempo, sarà il penonale stesso della Corte metropolitana ,he avrà l'onore di adempiert all'alto co!Jlpito. La ,ompetenza e l'esptritnz.a di q11tsto personale, la fede da mi è animato nella sua azione rigida ed austero, il suo spirito di collaborazione ton gli organi amnJinislrativi, danno la pima sicurezza che i nuovi ardinamenli troveranno fati/e applicazione senza ,nare intralci di alcun genere. Sarà cosi più tj/fracen1e11/t garantito il rùpetto dtlla legge, mentre potranno avere più pronta applicazione le giuste . t11is1m: a ,arico dti respon1abili di danni veno l'amminislraz/one.

Uno Hhema di dttreto legge cht approva un nuovo ordi11at1m1to del Consiglio nazionale delle. rùerche. Per effe/lo delle nuove disposizioni, il Consiglio nazionale delle ricerche, CIIÌ è affidato il (()NJpito vitale della ricerca e delle indagini JCÙnliftdu applitale alla risoluzione dei problemi riflellenli la produzione nazionale, entra _ a far parte delle forze operanti nell'ordinamen/o (orporafiJJ(J del rtgime.

U110 JChen1a di decreto legg/ che apporla modificazioni a/i 'alluale ordina111enlo dell'btilulo centrale di statistica per qllanlo riguarda, Ira l'altro, la materia dei ,on/ralli d' in1piego e l'i!liluzione di un ujfìdo con ruolo pt r11Janenle dd ttnsùnenli, che cosliluiftl l'orgatlo fondanuntale. per l'esecuzione dei ,ensimenli stessi.

Uno J(htn1a di dt(re/o let,ge col quale vient c<mferita la perso1111/ità giuridica alla fondazione << Villoria/e degli italiani», retente111enlt co1tit11ila al fine di C()llservare alla memoria degli italiani, nella sua consistenza afluale e nei s11oi svil11ppi futuri, il Villoria/e, e di promuovere e diffondere in Italia e all'estero la conos(tnz.a ·delle opere di Gabriele. d'Annunzio.

Uno schema di detrelo Ù,f,!!/f che revoca il divieto di co1tiluire auociazioni per d1/ern1inate ,ategorie di dipendenti !lata/i.

Uno schema di decreto legg,e riguardante la concessione di un congedo straordinario agli impiegati dello Stato e delle altre anin1inistraz.ioni p11bbliche, nonché agli impiegali prfrati, che ne facciano richiesta, per contrarre matrimonio. Tale dispoJizione s'inquadra Ira le provvidmz.e che il regi1J1t va at/11ando ai ft11i dell'imremmto demografie().

Uno Ùhema di decreto legge col quale, allo sropo di favorire il pctenziamento di indNstrie di interem nazionale, si fadlita la ,on,,m·one di m11l11I da parte dell'Istituto di u edito pù· le imprtst di p11bblita utilità, modificandone la stat11tc,.

Uno Hhuna di demlo legge c01tttrnente la tosliluz/one t il f11nzionawrnlo

· di un E nte per l'esercizio del trt dilo alberghiero e lurùlico.

Uno schema di regio decreto legge ton m i l'Oµra nazionale comballenli è autorizzala ad estendere, ai t errit ori del/' Afrka Orientale Italiana , della Libia, l'azione ad wa dtftrila ntl R egno dal regQ/amento legis/a,;vo 16 Jt ll embre 19.1 6, IV, numero 1 606, nel campo della bonifica agraria e della ,olonÌzzazione, Il provvedimento è determinato dall'opportunità di metter in grado l'Opera, rmrtè la part ù olare attrezzatura tecnica e amministrativa cht wa pou iede e che le ha ~onmllilo di auolvere nel Regno alti e imporfa11li compiti di bonifica, di concorrere .rolluitamenle e profima111ente, cOII la p ropria azione, alla valoriz.z.az.ione dei t erritori dell'impero.

Uno schuna di regio dure/o riguardante la valuiazione del p eriodo di p rova ai fini della determinazione dell'anzianità di servizio prn crilla dall'articolo !J, (Odu!la p rimo, del regio deérrlo 11 novembre I !J2J, XI, numerO 2J!JJ, su/. l'ordinamenlo gerarfhùo delle amministrazioni dello Sia/o per le promozioni dal grado 11ndiwin10 al g rado duimo del personale d vi/e dei gruppi A e B.

Uno JChet11a di regi o decreto r ecante norme per l'mcuzione della legge 26 dicembre I!JJ6, XV, relativa all'E1posizione tmiversalt ed inl ernazionale indma in Ron1a per l'anno I!J,fI, XX.(+)

Su proposta del Duce, ministro dell'Interno:

Uno .uhema di dure/o leggi con cui, allo scopo di dare una ,nigliore orga · niz.zazione ed incremento al servizio di auùlenza dell'infanzia nella provincia di Palermo, .ri stabilisce di devolvere a qu~lla amministrazione provinciale il patrimonio dell'Opera pia « l sti/11/0 dei trova/e/li» ivi esistente.

Uno schema di decret o legge che aumenta di centoventicinque unità l'orga· nico delle guardù scelt, di Pubblica. Sicurezza, rid1mndo di 11gual1 numero i posti di guardia '!en1plke. li provvedimento, oltre a soddùfare alle esi,gen ze dei 1ervizl d'istituto, 1i prefigge anche ftnalilà demografiche, in quanlo le guardie mite pouono ronlrarre n1atrimonio .renza alcuna limitazione.

S,htma di regio dunla /et,g,e ,o/ q11ale, in relaziam allt esigtnz.e dt i mviz.i, viene dùposfo il riordinamento dtg/i organici dell'amministrazione dvi /e del· l'Interna. Si /rafia di un notevole provvedimento, dire/lo ad apportare al(lmt sorfanzìa/i modificazioni alla carriera dei funz.ianari dell'Interno, i n re/a· z.ione alle acrresdule uigmze dei servizi t alle umpre più elm1/e fun zioni che il personale J chiamalo ad assolvere. Si provvede ad una migliore dirtri· buz.ìone fra le due dossi di prifello, ad una riparliziom precisa di funz ioni tki viceprejelli, ad un mig,lioramtnlo nella progressione della carrùra dei con· siglieri. Si contempla anthe quak he n·to,co nei posti direi/ivi 'delle ca legori, B , C.(+

393• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•

( +) SHuwivan;ente , il Consiglio dti 1JJi11islri, 111 proposta del rapo dd Governo, di ronrerto ron i 11Jinùtri per le F,:nanz'e e per le Corporazioni, ha appro1:alo uno uhen1a di regio decrelo leg;,e rol qHale 1i propvede a regolare in via per111anente le funzioni dell'lstitfflo per .la rico1tr11zione ind111lriale. li decrelo in parola de/er,11ina in lil'e 1111 ,niliardo il fondo di dolazione e Jfabi~ liJte rhe, fino alla concorrenza di tale somma, l'lslih1to potrà am(l)ltre nuové parlteipazioni in grandi ifllprm ind111triali aventi per oggello alli11ità ronnem colla difesa dello Stato o con la attuazione della polilka di 1111/archia e ran la 11alorizzaziane agricola ed ind11slrialt In relazione al cara/~. /ere di conlirlflilà che am1111e l'Ente, vengàno in/rodo/le modificazioni nella s/r1,11/11ra amministraliva dello stesso, dispomndosi ·rhe le deliberazioni piiì ùnporlanli 1iano sollopo1/e all'approvazione del minislro per le Finanze, e, in casi eomportanli l'acquisto o la vtndila di maggioranze azionarie, sianò stJl!oposte alla approvaziom del capo del Governo. ( +)

Ne/l'odierno Consiglio dei 111inistri è sfato inoltre approvalo uno srhe,ua di deerelo legge inteso a favorire la produzione dtllà goJ1Jma sintetica Al rigwrdo sono intervmuti accordi fra l'/Jtitulo per la ricostmzione industriale e la Socielà italiana Pire/li per dare ù1w1ediala at/t1az.ione al progra111ma ,he ti J vo/11to favorire con il provvedimento di mi .ropra. A condizioni p arit etiche fra i'Isti/11/0 e la Sorùtà italiana Pire/li, vmgono costih1ili due Enti: 1111 lsli/1,4fo per lo IJJiluppo degli studi e delle ricerche ed ,ma Sodetà p er iniziare la prod11tione della gon1111a sintetica.

S11 propsta dtl Duce, miniJtro della Guerra, il Consiglio approva quindi: Uno sche,ll(J di disegno di ÙJ!l!,e che, in conseguenza della pratica applica· zione MIia legge IJ dimnbr"e 1j2S, Vll, nr1mero 3086, relativa all'alleva~ mento ed ù11piego dei ro!o,nbi viaggiatori, reca aJ!l!,iorna,venti alla le!!,f,e stessa.

Uno sch,1Ha di tli.1egno di legge col quale, ronfor111emenle a quanto è sia/o disposlo nei ronfronti t,,.//a Crorc roJJa italiana, si disriplina il funzionamento dei servizi del/' Associazi~ tki cavalieri italiani del Sovrano Mi/ilare Ordine di Malta, si pongono i lit1i-ti e le condizioni c11i deve essere subordinata la facoltà p er l'Ordine di arr11oi...-c personale volontario rispellivamente. per il tempo di piue o di guerra, ed inft111., si stabiliscè il tra/lamento amministrativo da farsi al personale medesimo. ,_

Uno JChe1J1a di decrito legge che in~ra il regio de.re/o legge 28 settembre 1,;,1, Xl!; numero r6J!, sul decentr...,,,n/o ed avviamento alla sistemazione dei. servizi d,ll'amminislrazione cenh,le della G11e"a.

Uno .1chema di derrtlo legge t ol quale, dal 1° gennaio lJ)J , 'xv, .1i concede al reparto « Gia, o,no M edici» l'amministrazione auhm onu1 e J!.li ti asstgnano i ,ompiti che il vigente regolanu nto per />annninislrazione e la t ontabilità dei corpi a.f!ìda alle amminùtrazioni r eggimentali, sia nei riguardi della tenuta dei dQrNnmtti 111atricolari relativi al p enona!e, ·1ia nei rig11ardi delle spese. Uno schema di decrelo lege , ht, nell' ùrlmto di riordinare · il 1i slema di a111111ù1ùtrazione delle rappruentanze militari al/'e;tero, Jlabilisce il trattamento economico degli addelli mi /ilari, navali ed aeronautici, degli addelli aggiunti ed as.si1tenti ad&lli navali e degli archivisti in servizio nei loro l<j]ici. Uno schen1a di ·decret o le,gg,e con cui, allo scopo di precisare la portala di p arte dell' articolo IJ dr/la legge 16 gennaio 1p36, XIV, n11mero 77, circa l'applicabilità ai cappellani militari delle aliq110te di q11iescenza sJabilite per gli ujjiciali, si dà alla u nna /a p arie dell'articolo IJ du orrenza 1° aprile

Uno 1(/Jema di decreto ltgg,e che stabilisce il Jrallan1tnlo uonon1ico da Jar1i al p ersonale in sm,izio presso il Corpo di Armala libfro.

Uno schema di regio dure/o intu o ad islilllire un po.rio di dùegnalort /u nico di carloni animali dnemaJograftci mi/ilari, Uno schema di regio durtlo che approva il n11ovo Iulo unico delle dùpo.ri z ioni sul reduJammlo degli ufficiali del regio EserPito. L o schema coordina in mudo organiC(), portando anrbe nu usarie innovazioni di carallere fo r,11"'( e sostanziali, dettate dall'uperienz a, tulle le vigenti dùpo.rizioni di legge sul rul11tanunto degli uJJidali del regio E u rcito.

Uno schema di regio dttrtlo col quale, nell'intento di auùurare la migliore su lla' degli aspiranli ai corsi allùvi 101t11fidali dell'arflla dei carabùi èl'i reali, ti agg/ornano le norme del regio dure/o J aprile 1926, IV, nume,<) 6Ip (modificalo dal regio du re/o 4 ollobre 1p28, VI, numero 2JJJ),

.Uno ;chtma di regio dure/o che integra l'articol o 74 del regola,11en lo ptr la amminislrazione e la contabilità dei Corpi, approvai, ron regio decreta 1 0 f ebbraio · Ip27, V, n11mero 443. /

Uno schema di regio decret o con cui, a seg11ita de;;1 pratica app licazione "41/e vigenti !eg,gi s11/J'ordina111ento dr/le Sc110/e'lnlle Aaadt fllit militari, si recano_ aggiorna,mnti alle legg/ s/e.ue.

Ii Consiglio htJ poi approviJlo, su propo1t · el Duce, winùtro na11tica:

Uno sduma di ngio du re/o inteso a ahi/ire la n11ot•a drcoscriz ione mili~ tare t erritoriale della regia A erona11 a

Uno schema di decrtlo legge inl ad autorizzare un rtdutanu nto slraardinario di 11.ffciali in servizio p er ente ef/elliuo nel rua/o sptda/ùti dell'arma aerana11/ica, rategoria a11Jamob · li.

Una schema di decreto e riguardante i con1pensi agli inseg1111nli della regia. Accademia a,ronaM a.

UM J(bem a di dtcrtt o Ieggt che approva alcunt modifiche alle vigtnli norme sul red11Jamt11lo e avanz.anu nto degli 11.ffedali della regia A eronautica.

U no 1che1na di regio decreto legge inteso a prorogare a / 11/10 il 1937 , XV, le dispo1izioni di cui al regio decreto legge 9 mar zo 19; 6, XI V nnmero J!6, riguardanti il ru lut.uncnto straordinario di sergenti di t,overno dell'arma atronautk a. ( +) *

Vilta E Disordine

La contabilità dei morti anarchici nelle cinque g iornate di Barcellona continua a su scitare vio lentissime polemiche nel campo antifascista internazionale. i cui centr i più attivi sono a Parig i. a Nuo v a York, a Londra, e, complessivamente, a Ginevra.

Nel Risveglio di Ginevra· , un foglio che in t rentacinque anni di v ita è diventato un fogliucolo, si legge:

« La Polizia internazionale, reazionaria e vile, come si suol <lire, fe(e sopportare J. Bcmcri ogni so rta di vessazioni, tribolazioni, iniquill, ma non attentò mai alla sua v it:1 Questa grande vita doveva cs5crc sop prcss:i d a una Polizia sedicente r i voluzionaria ».

Si allude alla Polizia cli Valencia e, p er este nsione. a quella di 1-fosca. Conclude, poi, mestamente :

Non per voi, comp agni, .caduti ed eroi, avete fatto ìl nido -» .

Non ::,,.i. il g io rnaletto an archico che il cuculo <lepone le uova nel nido aluui1

[ liberta[i ie la prendono col « controrivolu 2ionari )), c io è conn:o i socialisti, comunisti e socialcomunisti del Frente P oprdar, i quali lavoran o ·per una vile repubblica borghese. Vend uti! T radit ori I Pr ofittato ri del sangue o:,roletario !... Sono q ueste 1e invettive cor renti. Gli altri, definiti d all:.. Adunata dei Refratlad di Nuova York co me « pretoriani marxisti dell~-controrivoluzione borg hese)), accusano gli anarchici di essersi alleati, a prezzo d'oro, ad elementi monarchici spagnoli manovranti all'esterv. reato cli tradime nto ben d egno d i esecuzione sommada.

Secondo l'Adunala, i morti ai..rchid sarebbero duecentotrentatrè e trecentoquaranta.nove · i feriti, senza contare i trecentoventi fucilati a Madrid, i dispers i e i prigionieri. La Solidariedad Obrera scrive:

" Nella 3941. riunione, tenutasi il 25 giu~,o 193 7 ( ore 10 -12.~0), il Consiglio dei minislll approverà, « su proposta del D u..., uno schema di regio decreto che approva il testo unico delle disposizioni 5ulrot'i namento delle Casse rurali e artigiane». (Da Il f oP,olr, d' Italia, N. 176, 26 g iul!lO 1937, XXIV).

« Nelle sentine della prefettura di Polizia SOM drta trecento compagni nostri. Tra gli arrestati, sono bambini, donne in istato interessanie, pres i a casaccio».

Non è privo di interesse ciuesto fenomeno della lotta interna tra i diversi gruppi dell'antifascismo internazionale, che si accusano rcciprncamente di tradimento, che si sopprimono a vicenda, inscenano qualche guerre tta intestina ai margini della gueua civile, e ciascuno cerca di impadronirsi o di vantarsi, e sempre di servirsi, di un diritto di legalità contro l'illegalismo altrui. Il fenomeno ha già perduto da un pezzo ogni importanza dal punto di vista sociale. Ne ha, certo, da quello patologico, nei riAessi della psicosi deg li elementi antisociali. Ma supera ogni repug nanza morale, nella realtà impudente, la solidarietà d elle cosiddette democrazie con tutta la feccia deg li elementi antisociali, che è ag li ordini dei filibustieri di Valencia ed al se r vjzio di Mosca.

Gli econonùsti borghesi insegnano che ogni realtà politica ed ogni fenomeno sociale trovano la spiegazione soltanto nel movente eco~omico. In questo caso hanno ragione. Qui c'è, allo stato di denominatore comune, il fattore economico rappresentato dal profitto Jel mercato delle armi e dal piogctto, accarezza~o da ciascun g ruppo, di costruirsi un dolce e coO'lodo nido.

Mai la viltà cd il disordine si sono trovati stretti ad un cosl tremendo patto di sangue. Nel nome della sanu democrazia, la quale .->ffre tutti i servigi ancillari al bolscevismo ricattatore e mir:iacciaf"l(e .,.

Da li Popolo d'/lalia, N. 175, 25 giugno 1937, XXIV fww).

IL GRIDO E'LA VALA!\~

Nevillc Chall1b~dain, nel suo debutto <: • eri quale capo del Governo britannico, ha raccomandato il ssimo sangue freddo data l'attuale tensione delle faccende Curo e la più grande moderazione nei gesti e nelle parole. Il suggerirne non potrebbe essere più saggio e tempestivo.

« Jn certe situazioni politiche egli ha detto - può avvenire come ndl'alta montagna, dove basta un O a provocar'-" una val11.nga ».

Anche questo efficac aragone è esatto, Accade cioè, talvolta, che la. semplice, quasi i rcettibile vibrazione hSica della voce umana, determini lo sfaldamento cli blocchi di neve il cui equilibrio sulla parete a picco è precario e il blocco rotoli poi a valle come una valanga.

Neville Chamberlain dovrebbe domandarsi se per avventura nell'attuale situazione europea non ci sia troppa gente che grida e se non vi siano troppi e lementi determinati a _spez7.are gli equilibri es istenti. Se bastassero le grida e le menzogne del mondo antifascista, a quest'ora non valanghe, ma catadism.i e rovine devasterebbero l'Europa. Non grida isolate, ma cori vociferanti si levano al ciclo in ogni parte d'Europa, diretti dai maestri del Cremlino, che ce rcano di annegare in un più grande disordine la confus ione che imperversa nel paradiso bolscevico. Tutto è posto in opera t.lai sedicenti apostoli della pace per avvelenare l'atmosfera tra i pOpoli. ·Tutto viene tentato pur di creare uno stato di emozione e di panico. Qualsiasi menzogna viene inventata e lanciata per rendere ancora riù torbide le acque e favorire i disegni palesi della Terza Internazionale.

Un deputato conservatore ha avuto finalmente il coraggio di chiedere :1\la Camera dei comuni se non fosse g iunto il momento di proibire ai giornali la cli/fusione di false notizie. 11 Governo, in nome d ella cosiddetta libertà di stampa (libertà assolutamen te ines is tente nei paesi delle grandi democrazie, com' è stato irrefutabilmente documentato), non ha ..usato rispondere, ma taluni ministri hanno accolto con applausi la p roposta, indice signi!icativo di uno stato di cose non tollerabile pill oltre.

V'è nel mondo una stampa che vive della menzogna, ch e prospera sulla menzogna, che fa immondo quotidiano commercio della menzogna. E questa è la stampa antifascista di tutti i p aesi e di. tuue le tinte.

D opo le r ecenti logiche de cisioni di Berlino e d i Roma, c'è stata una vera e propria gara di invenzi oni Si è patiate di un b locco italo tedesco delle coste spagnole. Falso. Si è detto che quindicimila soldati italiani erano sbarcati a Malaga o a Cadicc. Falso. Gli informatori inglesi pullulanti nei porti dei nazionali spag noli sanno che è falso. Taluni corrispondenti americani -che hanno bisogno di « dro;arc >) ad alto potenziale le notizie europee destinate ad un pubblico che nel suo « grosso,» ignora l'Europa e se ne i nfischia del suo destino, hanno inventato un concentramento di cinquantamila uomini nei pressi di Civitavecchia, pronti a salpare pe[ la Spagna. Falso. Arcifalso. Accanto a queste grossolane menzogne, ci sono -quelle più sottili, ma non meno perfide, neJle quali si distingue la. stampa francese e si riferisèono quasi tutte e quasi sempre all'azione dell'asse Roma-Berlino, .di cui si spia ogni gesto nell'attesa vana di potere scoprire un allentamento della solidarietà c ompleta dei due Stari;

11 mondo antifascista si agita nella finzione e nella menzogna anche politico-diplomatica, quale quella, ad esempio, di riconoscere ancora come Governo legal e della Spagna, il Govcrn~ di Valenza, c he dal luglio del I936 ad ogg\ non rappresenta più nulla, se non una banda d i locali profittatori e di a utentici criminali agli ordini d i Mosca. Se fi no ad oggi i gridi non hanno, come sembra temere Chambcrlain; fatto precipitare le valanghe, lo si deve unicamente al senso di responsabilità -veramente .europeo - della Germania e dell'Italia, paesi nei quali il G overno non è schiavo di una opinione pubblica che può essere manovrata in ogni momento per - loschi fini, con più loschi mezzi. Se l'Europa non è sino ad oggi entrata in un periodo di p iù acuta crisi, lo si deve all'atteggiamento degli Stati aut0ritarì, che non hanno voluto spingere le c ose agli estremi.

La cri si sar à definitivamente r isolta jl giorno in cui> sgominate le ultime resistenze dei baschi, il generaliss imo Franco potià portare sul fr onte centrale tutto il peso delle s ue fo rze temprate e galvanizzate dalla v itto ria, Ci sarà, come spesso accade, una accele razione dei te mpi. Anche il cinturone di Madrid sarà sfondato, come q uello che se mbrava ines pug nabile a Bilbao. D entro al cinturone di Madrid c i sono delle truppe demoralizzate , una popolazione sfinita d:1gli stenti e delle «retroguardie» che si battono fra di loro, sotto le band iere dei diversi partiti. Nella letteratura spaccona dei rossi fu proclamato che la Spag na sarebbe stata la t0mba del fascismo. È o r mai più p robabile, infi.nhamente p iù p robabile, l'ipott":si contrar ia: la Spagna sarà la tomba del bolscevismo.

In questa g ran<le 1otta, che ha messo di fronte due tipi di c iviltà e due concezion i del mondo, l'Italia fascista non è stata neu trale, ma ha combattuto e sarà quindi anche sua la vittoria I

Da Il Po/1 0/0 J' /1,i/i,1 , N. 176, 26 g iugno 1937, XXJV (g, 290).

Psicosi

Blum ha finito. Il suo G overno, secondo le tavole apologetiche del Fronte Popolare, sarebbe stato destinato ad autoelt":ggt":re « legalmente )> il r egime de i Sovièt di Franc ia. Per q uesta rivoluzione legalitaria sarebber o bastati un paio d i decreti repubblicani e qualche voto p arlamentare. Al resto, avrebbero pensato il vecchio patriotta rdo r osso J ouhaux e il comunista legislativo Thorez. Invece, al momento .buono, sulle misteriose g inocch ia di Giove, tutto a /raljllé.

Proprio in questi giorni, attual ità contingente, un grande setti- manale parigino, che ha lo stile d i quei g randi po lemisti della « patrie en danger » che furono Rochefort, O emenceau, Maurras, ha p ubblicato un art ico lo riassumente vita, m orte e miracoli dei maggiori uomini del reg ime di Stalin, che sono finiti, d opo legale e regolare condanna, a colpi di rivoltella sulla nuca, nei sotterranei d ella Lubi anka. L2 legge la legge, anche, e specia1mente, n ell'Eldorado bolscevico. Il g iornale cita nomi e relativi stati di servizio di alcuni fra i numerosissimi alti papaveri stroncati dalla falce dell'ex-se minarist a georgiano, rinchiu so nel Cremlino: Zinoviev, presidente della T erza Internazionale e del. Sovièt di Pietrogrado; Radek, animato re della politica esteta sovietica, il Perlinax del ·giornalismo moscovita; Kamene v, pres idente del S oviU d.i Mosca e del Co nsig lio di difesa ; Jagod a, capo della P olizia, c ommissario del p opolo a vira: Rosem berg , primo segretario dell'ambasciata b olscevica a Parigi, negoziatore d el t rattato franco-russo, ambasciatore e dittatore nella Spagna r ossa ; Tukacevski, vincitore d elle guerre de lla rivo luzio ne contro i generali b ianc hi, maresà allo, ca po di Stato Maggiore, generalissimo in caso di g uerra. Imputazioni : tradimenti, servizi pagati dallo straniero, furti, concussion i, truffe, sabotaggio e terrorismo co ntro il G overno di. cui erano ministri od altissimi" funzionari.

Sarebbe stata logica, dopo questa lista della disintegra:done, la d o manda : se tutti questi altissimi gerarchi e collaboratori del capo so no s tati quali forono giudicati e condannati, che cosa sarà, secondo le leggi delle p rop orzio ni, il capo, che la Pravda defini sce il più g rande genio de ll'umanità?

Ma il grande settimanale parig ino, ~I quale nella sua battaglia contro l'asservimento bolscevico della Francia non può far e t acere il suo o rgoglio n azio na le, si li mita .a riconoscere:

« Questa roba, Sono i nostri alleati D

E videntemente, non ha avuto il coraggio di co ncludere p iù realisticamente che « quella roba » sono i loro padroni.

Sentiamo e comprendiamo le sfumature d el penosissimo dramma. Profondamente triste. Tanto più triste, quanto p iù luminosa è la storia di una g rande nazione quale la Francia.

N oi, italiani e fascisti, siamo molto obiettivi e sere ni. Sappiamo fortemente o diare, q uando l'odio pesa come ineluttabile necessità di lotta e di disttuzione. M a sappiamo anche amare, qua ndo l'amore rifulge co me fiaccola di adunata e di incitamento per le g randi costruzioni. N e abbiamo dato prove e riprove. Il che può au torizzarci a formulare l'augurio, a r isonanze di fiera sincer ità, che la co nsapevo lezza possa trionfare sulle illusioni, e l'istinto della vita possa r iprendere contro le minacce della disso~uzione.

Contro la nevrosi e la psicosi degli altti, dall'invincibile baluardo del fascismo italiano, si aderge, strumento di creazione e di potenza, la calma dei forti.

Da 1r Popolo d'Italia, N. 176, 26 g iugno 1937, XXJV (w'.u,),

PER L'ADUNATA DEI CAVALIERI IN CONGEDO*

Camerati cavalieri I

Tutte le volte che, dal Risorgimento all'impero, l'Italia chiamò j suoi figli al combattimento, la vostra arma scrisse pagine stupende di eroismo. Venuta l'epoca dei motori, essa diede fanti alle uincce e l'asso degli assi all'ala trico lore. Chi dice cavalleria, dice, infatti, dimestichezza al rischio e devozione alla patria fino a l sacrifido. Con. servate e tramandate queste romane virtù, che furono, sono e certamente saranno il privilegio, l'o rgoglio e la gloria dei cavalie~i d'I talia.

Camerati I

(Sa1uto al re I (Lt parole del D11u, interrofle (Onlù111a11m11, da appla,ui, s,milano alla fine una fJll()Pa, grandioia dimOilrazione. Più volt,, rùhia111alo dalla fervida e appassionata invo(aziom della massa, il Duce, (he aveva la1dalo ii balcone, torna ad ajfacdani, e umpre lo Ialula, alla ed inltn1a, n1eravigliosa lnfil;;onianza di f rde e di. an,ore, l'acclamazione deglì adunali).

Morti Che Camminano

I giornaletti e le rivistine del f11or11Idtùmo internazionale accusano una febbre che salita sopra i quaranta. Un chiarimento: il j110ru.sdlùmo ~limenta un'accozzaglia di stampa, che serve alla disoccupazione di una larga categoria di poltroni e di p seudo intellettuali, Tutta gente che ne vive pitoccando, che p itocca vivendone, nella esasperazione isterica di imbottire i crani agli evolut i e coscienti della bassa bi~ gotteria.

• I\ Roma, sotto i balconi del Quirinale, la mattina del 27 giugno· 1937, i cavalieri in congedo, convenuti nella capitale da ogni parte d"Italia pe r il raduno nazionale indetto dalla loro Associazione, compiono una dimostrazione di omasgio al sovrano. Indi si amm:usano in piazza Venezia acclamando a Mussolini. I! capo ciel Governo appare a l balcone centrale del ·pala220 e rivolge ai cavalieri le parole qui riportate. (Da li Populo d'Ji11/i11, N. 178, 28 giugno 1937 XXIV).

Le vecchie formazioni antifasciste, che avevano lo scopo principale di mantenere i g rossi capi, ora morti o dispc~si, sono svuotate di ogni credito. G li e migrati italiani han no altro da pensare pc! poter credere alle loro panzane e sono già o rientat i verso le istituzioni del regime. I pochi t onti, rimasti attaccati al simbolo, reclamano del nuovo. Perciò i parassiti dei margini inventano un congresso e provvedono.

- È nata cosl, malgrado l'opposizione dei socialist i, de i comunisti e degli anarchici, l'Unione popolare di Parigi, un calderone dove si sono fusi i rifiuti degli sparuti circoli sovversivi, compresi, naturalmente, i popolari bÌanchi e i democrat ici verdi. Aderenti ; t rentamila, salvo la tara degli zeri. Pe r la b uona compagnia, si è affianc~ta la nuova Associazione fcanco-italiana degli ex-combattenti, settemila ade rent i fca renitenti, di sertori, ex-prigionicci di stabilimenti di pena e falsi g acjbalclirti.

L'A.P.I., associata alla A.F.I.A.C., annuncia un fùturo, prossimo grande quotidiano, La Vott degli Italiani, che la CorrtsptJndar,çe lnltrnalionalt cosl presenta:

•l..4 V ort detli Italiani esce in un'ora particolarmente g raYe, i n un'ora nella qu:i.Je tuui g li italiani Onesti ( !...) sono scomo lti da l barbaro assassinio dei Rosselli . Il quotidiano antifascista degli ita] i:mi che si uniscono ne lla lotta f't'r i l p:uie, per la p2Ce e per la libertà, a un popolo che, rnn il suo Governo di Pronte Popolare, offre loro osr,ita li tà, non può che st imolar<', in Ita lia, la stes,~ lotta, per-gli stc-ssi ideali».

Alla p roclamata solidarietà fra Governo fra ncese, fuoruscitismo italiano e relative demoC!azie, s i associa Romain Rolland, i l più autentico interprete di un decadentismo vile sino al tradimento, lo stesso che nelle o re drammatiche della g uerta scrisse ·e s i collocò a11 dem11 dt la mt !lt:

« Democratici, voi n on sapete difendere i vostri Jifenso ri . Voi non sapete difendere voi stess i. V oi non avete piu la statura atta a dirigere la lotta. Voi perirete, ve lo dico io, se non vi salveranno le forze popolari, organizzate malg rado voi stessi& .

L'opportunista di tutti gli ismi, dal riformismo all'a narchismo, autoproclamandosi pitonessa della Società delle nazioni, è legittimamente al suo pos~o nella sinistra co mpag nia di t utte le forze della dissoluzione sociale. Solo che le «forze» si disintegrano, ora per ora, dal mucchio demobolscevico dei morti che camnùnano. Nella pietosa illusione di poter menare la lotta, essi che sono i negatori della vita1 contro il fascismo, che è la più alta espressione di vita, di v ittoria e di potenza .

D a li Popo/() d'I talia, N. 179, 29 giugno 1937, XXIV (ww bit).

I Volontari E Londra

Che c'osa effettivamente è questa faccenda del richiamo dei volontari stranieri dalla Spagna, su cui sembra fissata in questo momento tutta l'attività diplomatica della Gran Bretagna, fissata fino ad assumere gli aspetti di una non innocente mania? Si tratta, secondo i progetti inglesi, di procedere al richiamo, magari a scaglioni, dei volontari stranieri che combattono pc.e Burgos o per Valenza. Ma perché esiste oggi una questione dei volontari? Per rispondere a questo interrogativo è necessario tornare all'agosto del 1936, quando i franco-inglesi proposero alle potenze europee il non-intervento neg li affari di Spagna. Sta bene, dissero allora i rappresentanti dell'Italia e dellà G ermania, ma perché il non-intervento sia efficace e non si riso lva in una tragicommedia, bisog na impedire l'arruo lamento dei volontari, vietare le sottosccizìo ni pubbliche e ogni altra forma di aiuto indiretto, ivi compresa la propaganda, e non limitaisi soltanto al diviet o di mandare armi e munizioni ai contendenti. Inghilterra e Francia risposero che non potevano andare oltre, perché, in omaggio ai principi non più tanto immortali dei loro regimi, esse non avevan o mezzi per impedire partenze di volontari, raccolte di denarn, comizi di solidarietà. La Terza Internazionale, o meglio il Governo di Stali n, che ha più volte pubblicamente esaltato l'aiuto dato, in ogni forma, ai bolscevichi di Valenza, tracciò nei seguenti termini il programma d'azione : dalla Russia sarebbero partiti quadri ed armamento, mentre dai paesi dell'occidente l imitrnfi della Spagna dovevano arruolars i tutti gli antifascisti e costituire brigate· internazionaU ag li o rdini dei Com:,andi ross i. Il caratte re che, sin dal principio, i r ossi impressero alla lotta, fu chiaro, net tamente proclamato: si trattava dì sch.iacciare H fascismo. Pr endete le collezioni di tutti i giornali antifascisti di Europa e non avrete più alcun dubbio al riguardo. Si calcola che nel secondo semestre del 193 6, non meno di cinquantanùla siano stati i vo!ontari che da ogni parte d'Europa sono accorsi in Spagna, soprattutto dalla Francia. Fu solo verso la finC del 1936 che cominciarono a partire i primi volontari italiani p er la Spagna. Dati gli sviluppi spagnoli e internazio nali della guerra che si combatteva in Spagna, ·le ca.micie nere non poteva.no rimanere più oltre indifferent i : anche se Franco non avesse avuto bisogno di u omini, occorreva darg li u na prova cli solidarietà e scendere in campo contr o l'antifascismo Furono i r ossi a imprimere alla guerra civile di Spagna. il carattere d'una guerr a europea di dottrine : non raccogliere il guanto di sfida sarebbe stato suicida.

A un e.erto punto, nel febbraio di queSto ;inno, j ) Comitàto del non-intervento di Londra, su prop osta di quegli stessi franco-inglesi che n on avevano voluto saperne nell'agosto, decise il divieto di partenza dei volontad per la Spagna. Da allora l'Italia ha scrupolosamente rispettato l'accord o Se il servizio di informazioni ing lese è - come si riteneva una volta - una cosa seria, e sso deve avere riferito a Lo ndra che volontari italiani non ne sono più sbarcati, né a Cadke, né a },.falaga, né altrove. Viceversa l'embargo sui volontari non è mai stato rispettato dalla Francia: Marsiglia fu ed è ancora il centro b ase di acruolamento, mentre moltissimi altri centci di arCll olamento esistono a Parigi, in altee città de lla Francia e operano assolutamente indisturbati, sotto l'occhio più eh.;: benevolo, protetto re della Poliz ia del F.ronte Popolare.

Ora, mentre non si· è riusciti a impedire il continuo passaggio di volontari dalla Francia alla Spagna, si vorrebbe richiamare quelli che g ià vi sono. Ci s i domanda : perché?

Gli inglesi rispondono che l'esodo dei volontari abbreviereb be la guerra, perché sono i volontari stranieci che pro lungano la g uerra. lutto ciò è di una puerilità desolante e denota una ignoranza s torica insuper:lbile. Le due m.1sse armate che lott ano in Spagna si aggirano sui trecent o mila uo mini l'una; le due tnasse di volontari stranieri sono rid ot te oggi a circa venti-venticinquemila uomini l'una. Si tratta di una più che modesta percentuale. Credere che d ieci volontari stranieri riescano a impo rre a novanta spag noli di batte rsi, anche controvoglia, è semplicemente g rottesco.

Prima che i membri dd Comitato londinese del non-intervento sottopongano i loro cerve lli a una severa, nonché estenuante . distillazione attraverso gli a lambicchi della procedura e d egli eventuali contro lli, noi diciamo loro> a guisa di preg iudiziale, che il r ichiamo dei volontari stranieri è talmente complicato da risultare impossibile Chi ha poteri di richiamare, ad esempio, quell'accozzaglia d i espatriati, italiani, francesi, svizzeri, ebrei, apolidi, che sfuggono all'azione di qualsiasi governo ? Per quanto rig uarda i volontari italiani, essi non furono mandati dal Governo; il Governo non ha quindi i mezzi per richiamarli. Dal giorno in cui sbarcarono in Spagna e sì inqu~drarono nelle fo rze nazionali spagnole, ess i dipescro e dipendono da Franco. So lo il generalissimo spag nolo, prima o dopo la vittoria, può esonerarli dal loro imperativo obbligo m orale; il Governo italiano non lo può fare e allo stato degli atti non lo farà.

Del resto è tempo di dire che il non-intervento inglese è una favola nella quale p ossono credere soltanto gli sciocchi. La verità è che son_o partiti dalla Gran Bretagna volontad, ufficiali e soldati ; so~o partiti dalla Gran Bretagna armi, aeroplani e munizioni; sono· state indette pubbliche sottoscrizioni, che, fo verità, non hanno avuto d~i totali brillant i; una violenta attività propagandista e apologetica a favore dei bolscevichi di Valenza si è svolta in tutta la Gran Bretagna, con l'adesione di deputati e di alte personalità religiose e politi.che ; lo stesso sgombero delle popolazioni civili, pcima a Bi lbao e adesso a Santander, .non è, sotto la vereconda foglia di . fico umanitaria, che una form:1 dì intecvento diretto della Gran Bretagna a favore dei rossi spagnoli, di cui alleggerisce le difficoltà logistiche e facilita, perciò, la resistenza militare

A svalutare completamente la mossa inglese per quanto· concerne i volontari, basti il fatto che tale richiamo è chiesto a gran· voce d, Valenza e da ì\fosca. Quindi si conclude che esso giova soltanto o prevalentemente ai r ossi.

Noi diciamo che tutto que1 che· si poteva fare da panc -francoinglesc per dare la vittoria ai bolscevichi di Valenza fu _fatto; no i aggiung iamo che, da parte .italo-germanica, tutto quel c he si poteva fare per isolare l'incendio spagnolo fu fatto. L'ultima parola, la decisiva, spetta al cannone. Una nuova grande Spagna sta sorge ndo tra il sangue e le rOvine. 11 tentativo bolscevico di invasione del Mediterraneo è strnncato. La profezia di Leni n smentita, L'evento è di una importanza eccezionale per gli sviluppi antibolscevichi della civiltà e uropea.

Da ·11·Popolr., d ' !Jalia, N. 18 1, I lu~lio 1937. XXIV ((:. 293).

CAPISALDI PER L'ESERCIZIO DELL'AVVOCATURA*

Ii Duce ha rùmo:,a/o ai dirigenti del Sindamlo nazionale avvocati il suo co111piadmmto per la dignità e la .o,uapevolezz.a con le quali gli avvocati affrontano i loro problwd profusionali nel/'atluaù mo111en/o storico.

Ha determina/o i ((lpi!aldi prntid e lrorid dentro i q11ali deve wo{e,ersi, nel dima della riuoluzione fa!(Ù/a, la JunzJont d1/l'av11ocal11ra, riafftr!llando che, finchi e( sarà anm,inùlraz..ioru della gù1Itizia, ;arà indùpensabile la f!m· z..ione dtl/'avvocalo.

* A Roma, a pa[a,:zo Venezi;1, il 7 lug lio 19}7. Mus5olini riceve « il segretario clel Sindacato na2ionale avvocati e procur;1totì, onorevole Al,lo Vecchini, ed i componenti elci Direttorio naiionale, camerati, onorevoli .M:ioare~i. 'fecchio, Madia, Andrfani, Gianturco e avvocati Pinci, Orlandi, Romano. Era presente anche il direttore gencr:alc cklb Confederazione professionist i cd a rtisti, dottor C.Ornelio Di Marzio. L'onorevole Vecchini, nel recare al Duce il saluto devoto di tutti gli avvocati it:d iani, gli ha riferito sui lavori <lei r.«ente Consiglio nazionale di Bo logn:1. e ,:[i h:i sottoposto alcuni tra i più interessanti problemi della categoria i>. Indi il rnpo del Govt;'rnO rivolge ai presenti le parole qui ripo~ate in rìa5sunto. (Da li PoJ1Q/o d'll11li<1, N. 18A, A lug lio 19}7, XXIV).

Il Duce infine ha invitalo il Dire/Iorio nazionale del Sindacalo a rhmtl ergli gli atti del Con.riglio nazionale di Bologna, con i t'Oli che la categoria intende Jor11111/are per una sempre più larga 11tilizz..az/one dtgli avvocati nelle amminùlraz..io11i del regime e nell'impero.

Necrofori

La rivoluzio ne sociale continua a morire, giorno per g io rno. Da un quarto di secolo, ormai. Lo proclamano i bolscevichi stessi, di tutte le gradazioni.

Si legge nel Libcrlaire di Parigi:

« Il proleta riato internazionale, che p~ò e deve parlare il suo li nguaggio," finirà col dire la sua indignazione contro }a sorte fatta alla Sp~gna e saprà tra. durre questa indignazione in gesti? O non m·a1uro che per la guerra imperialista e p('r il giogo fucista?·».

È l'angosciosa domanda di chi non resiste più aÌla evidenza del disastro irreparabile.

Commentando la caduta di Blum, l'uomo che, « .come volevano i comunisti, non ha portato all'estremo il funesto gioco di Staliri. >), lo stesso g iornale soggiunge:

« Con la complicità di Stalin e di Jouhaux~ Blum ha attaccalo le organizzazioni operaie francesi al carro dell'imperia lismo, peggio di un nazionalista di professi~me ».

E co ncluJc:

« li un fa llimento di più da mettere in conio Ji questo socialismo riformista e imperialista, che uccise la rivoluzione sociale in Europa dal 19 14 al 1920 ».

Come si conoscono bene questi sfiatati capi della rivoluzione ·elevata. a mito e tradotta in titoli di grossa rendita I... Sono, per lo meno, una dozzina di gruppi e sottogruppi che si lanciano e si r itorco no l'accusa Ji necrofori della rivoluzione. E in ultimo appello, come dei reazionarl qualunque, o fanno funzionare le rivoltelle delle loro polizie speciali o rimettono la faccenda ai tribunali militari....

Sempre dal Libertaire, ~n foglio che ha più coraggio dei suoi numerosi confratelli:

« Con ogni meno gli agenti· russi cercano di sbarauarsi dei loro avversari rivoluzionari spasnoli ; i militanti vengono arrestati, perseg uitati, imprigionati, fucilati in mass.t e le donne dei ·latitanti prese come ost.tggi, ai fini della colonizzazione sovietica della Spagna».

L'adunata dei rifrallari rincara la dose :

« l comunisti in Spagna sono gli ag enti provoca tori della borghesia intcr nazionale, i gendarmi feroc i J dla restau razione della proprietà pri\·ata, i u rne/i.ci del proletariato e della rivoluzione ».

Questo fenomeno di decomposizione sociale, ai margini dei regimi democratici, non ha soltanto un valore documentario a sé, ma ha le· sue corrispondenze e le sue coordinazioni di influenze reciproche nelle gesta dei grossi impresad d ella guerra contro il fascismo . li filobolscevismo inglese ballonzola tra gli estremi di un conservatorismo pavido e di un laburismo che getta il sasso e ritrae il braccio. Anche la saggezza imperiale ing lese è andata a finire nel mondo dei mit i. L'asservimento della de mocrazia france se all'imperialismo inglese e al comunismo cli Stalin documenta una degenerazione irrimediabile cli nna de.mocrazia che spera di salvare le sue rendite, facendo a metà con chi le mette il coltello alla gola. Stalin, che s i era illuso di stabilizzare sui Pirenei il decisivo ·fronte bolscevico contro il fascis mo, irretito nella pazzia della fobia « ttotzkysta )), fa sterminare a una a una le fazioni sovversive, ai fini della sua politica interna.

E mentre la Seconda e la T erza Internazionale confessano di non avere a ltra risorsa oltre l'inte rvento di Ginevra, il Comitato del nonintervento se ne muore anche ]ui, come la famigerata rivoluzione so· ciale, assassinato dai comp agni

Tra carnefici, morti e moribondi, la compagnia degli i mmortali principi è al completo,

Da li Pop olo d' Italia, N. 188, 8 l uglio 1937, XXIV (ww bis).

Al DIRIGENTI DEL << TOURING CLUB ITALIANO »•

li Duce, prno allo cbt , subito dopo l'annuncio dtlla g rande villoria, il « To11ring > ) si J dedicato intmsamenle alla revisione della guida del/ ' Ajri,a Orientale ltaliana1 ha ra1:,0111andalo ,h, l'opera venga portata a compimento n el p iù bre ve tempo possibile, anche come dimostrazione che, dopo poco più di un anno· d~ll'occupa.zione1 l'organizzazione del

• A Roma, a palauo Venezia,. il 9 luglio 1937, Mussolini riche < • i dirigenti del To11ri ng Cl11b Jraliano, senatore Carlo Bonardi, ingegner Ma rio Bertarelli, ingegner Giuseppe Gorla e dottor Attilio Gerelli, che g li hanno fatta una relazione d elle pi ù recenti altiviti svolte dal Soda lizio e gli hanno' prescntato le opere n uovissime; tra esse, i l volume P11gUa, ùrania e Calt1bria della collezione territo rio e delle comunicazioni già compiuta o in via di compimento è tale che la mater ia sì può perfettamente trattare, come se si do vesse descr ivere l'ltalià nostra o un altro paese qualunque d'Europa.

A ttrave,10 /' llalia ». Indi il capo del Governo fa le dichiarazion i qui rìportate. in riassunto. (Da Il PQpo/q rllJalia, N. 190, 10 luglio 1937, XXIV).

Il Duce ha anche apprez.z.ato l'allività invernale dti villat,gio alpino del « Touring Ch,b Italiano», rappruentafo pure alla gamk Mostra delle ,olonit u live : attività degna di essere largamente imitata, perché, consentendo ai bambini gracili il soggiorno mo ntano col beneficio della scuola, arreca un notevole co ntributo alla battag lia dem ografica

N el ca,npo della g rande opera rartogra.ft,a, geografica e cHll11ra!t del Sodalizio, i l D11ce ha pruo visione dtll'atlanle .ftsico-1tonomiro d'Italia, in corso di uuuzJont 101/0 la direzione 1cientijùa di 1ua Eaellenz.a Ciollo Dainelli, ed ha dato 1u1,gerin1tnli per la rontinuazione dd la11oro. H a inoltre ua minalo un notevole progello per un al/ani~ J/radale d'Europa, opera di grandt n10/e, the ha pienamente app_rovato.

Infine il Duce, approvando le direttive del Sodalizio, lo ha incitalo a pro• seguire sempre più in profondo nell'opera per la conomnza del paese, dell'impero, dei possedi11Jenti e delle rolonit.

Sindacalismo Americano

Il movimento operaio degli Stati Uniti, dal 1890 sino alla cdsi, era rimasto nei limiti di un convenzionale totalitarismo nazionale, con la A111erka11 F ederalion of Labor, che raggruppava la massa dei sindaca ti chiusi a privilegio di lavoro e di salario. Questa organizzazione è stata sempre di retta da un grande capo (oggi si chiama Green), il quale figu;ava t ra i sommi gerarchi della Federazione degli Stati Uniti, come presidente e come capo della Chiesa. Costituiva anche u na imponente massa. ùi manovra elettorale, ed all'opposizione non vi erano che dei gruppi anarchici isolati ed una organizzazione sindacalista estremist a, la lnduitrial Work Fedtralion qf Wodd, che res t ò soltanto ai margini infecondi della protesta, Po i, con l'enorme sviluppo dell'industrialismo capitalista, si determinò la famigerata cri si, circoscritta fra due estremi: pochi m iliardari detentori della ricchezza e manovratori di rutta l'economia della nazione, da una parte; qualche decina di milioni di disoccupati, dalJ' altra, 11 fenomeno n on poteva non esercitare inAuenze eccezionali cd impreviste sullo stato d'animo delle masse e sul movimento sindacale. Nacque il (< Comitato di o r ganizzazione indus triale )}, conosciuto sotto la sigla C.1.0. 8. stat o fondato ed è capitanato da J. L . Lcwis, un formidabile organizzatore, che, in meno di due anni, è riuscito a costituire cd a mette!c in moviment o un\\ massa di tre milioni di organizzati. 1l fenomeno ed il n ome sono ben noti, anche fuori dagli Stati Uniti. :È di data re centissima l'assalto condotto da Lewis contro le maggiori agglomerazioni capitalistiche, prima fra tutte quella di Ford.

Programma,. dalle parole di Lewis:

(I li nostro movimento lende ad ottenere per i lavoratori una p iù larga partecipazione degli operai ai benefici dell'industria moderna Il diritto d i o rg anizzazione à troppo t eorico No i vogliamo imporre il riconoscimento 3j datori di lavoro e creare una democruia industriale»

Visione realistica, ben staccata dalle ideologie bolsceviche. Ed ha già vinto la prima battaglia: ha imposto il riconoscimento delle organizzazioni ed i contratti colletùvi di lavoro. Superamenti o ramai antichi p er il sindacalismo fascista.

Sua concezione:

« L'orsanizzazione sindacale deve t rasformare la classe operaia in un potente e lemento politico-nazionale, accan10 ai due partiti che si alternano al potere, i democratici e i repubblicani~-

Ai suoi organizzati n on domanda tessere politiche; non importa che essi siano socialisti o comunisti o « trotzkysti >1 o Hbertari. Basta che siano lavoratori.

Ha un tra ttamento di d odicimila dollari all'anno, con grave scandalo dei bolscevizzanti, c he perdono ogni' gior no terreno; sta a tu per tu con Roosevelt e con i magnati d ell'economia e della p olitica. !!. dc-· sig nato quale candidato alle elezioni presidenziali del 1940. Lo afferma, lo grida> lo scrive e lo fa scr ive re, ed è riuscito a persuaderne la massa lavoratrice d egli Stati Uniti: ·

« Con la nostra o rganiuazione e cun la nostr:1 passione, vogliamo fore una s rande nazione moderna di industriali e di Ja"oratori sopra un JJ.iede di eguag[ianu d i diritti e dì do'Yeti 1:>.

Evidentemente, Lcwis, il quale è un grande capo cd un uomo che ha una ricca cultura moderna, conosce bene i principi, la realt:ì ele conquiste del sindacaJjsmo fascista.

N on è senza significato che questo fenomeno sindacale si svolga parallelo a quello della cultura intensiva della d ittatura, a cui si d edica, con tenacia e risoluzione, il p residente Roosevelt.

Un processo, jl quale, indipendente mente dal fatto che fa fascistizzazione Str«ripa dal vecchio con tinente, può anche dimostrare che le tre grandi democrazie n on resteranno che due. '

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