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LA REALTA E LE FINZIONI

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CHIARIMENTI

CHIARIMENTI

L'Europa dovrà dunque perire avvolta nel sudario delle sue finzioni?

Ecco una domanda veramente · angosciosa e che gli spiriti riflessivi si pongono da oramai vent'anni. Poiché è soprattutto dal dopoguerra che l'Europa è governata e irretita da finzioni perduranti e rinascenti ad ogni storico evento.

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Finzione gravissima, ad esempio, quella delle riparazioni di guerra. Si « finse » in un primo momento di credere che la Germania avrebbe potuto pagare la cifra astronomicamente sbalorditiva di mille miliardi. In prosieguo di tempo, queste allucinazioni manicomiali r idussero il loro volume, m·a per molti anni, da Londra a Spa, da Spa a Losanna, si continuò a trastullarsi con questa finzione, che oggi appare finalmente sepolta sotto le montagne di carte inutili che ha fatto stampare.

Mentre questa finzione delle riparazioni è liquidata, è r imasta in piedi quella dei debiti interalleati. Si continua a fingere di credere che tali debiti saranno un giorno pagati. Ora tutti sanno che ciò è materialmente e soprattutto moralmente i mpossibile. Cionondimeno, quando scoccano le fatidiche date del I j giugno e del t j dicembre, i Governi euro~i fanno sapere all'America come qualmente si trovino nell'impossibilità di pagare. L'America ne prende atto e passa all'ordine del giorno. La finzione tuttavia rimane e porta nel grembo i danni di tutte le finzioni imbalsamate.

L'o rgano che crea, coltiva, esp ande, apologizza il sistema della (< finzione >1 come metodo e pratica di vita, è la Società delle nazion i.

Finzio ne è la sua universalità, poiché vi mancano numerose e pote'ntì nazioni del mondo. Ma il paradossale della faccenda è che a ferire il principio della universalità, è stata precisamente l'America, che, dopo avei: inventato la Società delle nazioni ad uso esterno, si è sempre r ifiutata energicamente di prendervi patte.

Il padre abbandonò la sua creatur.a appena nata e la trovatella ha iniziato la sua vita col marchio di questa permanente infelicità.

Finzione è nella Società delle nazioni il principio della uguaglianza fra gli Stati a derenti. Quando nelle sale o negli ambulacri ginevrini si dice che gli Stati sono uguali e che; quindi, il voto della Gran Bretagna vale quello della Liberia, la gente si mette a ridere Vero è che di quando in quando si danno ai rappresentanti dei piccoli Stati delle soddisfazioni di carattere formale e spettacolare, come redigere un rapporto sui danni della mosca tropicale o presiedere un'assemblea, ma chi dirige effettivamente la macchina, chi prepara tutto - discorsi e mozioni - sono gli uomini del Segretariato, che sono gli uomini delle tre grandi potenze societade, e precisamente Francia, Inghilterra, Russia, Finzione somma il pacifismo della Società delle nazio ni. I popoli si angustiano tutte le volte che di una questione di una certa g ravità viene investita la Società delle nazioni. Può scattare l'art icolo 16, il quale reca fra le sue pieghe il p rincipio e l'applicazione della guerra universale.

Due finzioni di bruciante attualità aduggiano e complicano la situazione europea. La prima è 1a « finzione » cli non rico noscere il fatto compiuto della conquista dell'impero africano da parte de ll'[talia. Per questa « finzione » T afari fu invitato alla incoronazione, per questa «finzione» la Società delle nazioni restò impicttata davanti alla mozione polacca . Ci si badalucca fra il de }«re cd il de ja(/o; sottigliezza che arriva a. q uesta conclusione divertente e manicomiale: l'impero del Negus è diventato l 'impero di Vittorio Emanuele III di Savoia. Ciò è pacifico ed irrevocabile; però l'impero del n egus esiste ancora in grazia della fin zione del non avvenuto riconoscimento de j11re. Non ffieno importante e con riflessi dr,ammatici è la questione del non riconoscimento de lla belligeranza a Franco, che si vuole assolut amente legare alla questione dei volontad. Quest'ultima è praticamente inesistente. Non manda ndo più complementi, è chlaro che il problema s i risolve da sé attraverso la terribile usura della guerra, Viceversa la « finzione >> per cui si n egano a Franco i diritti di belligeraò.za è di tale natura da complicare veramente le co~, mentre tale riconoscimento le. semplificherebbe in una maniera radicale, N~gare i diritti di belligeranza a un generale che ha un esercito che combatte da dodici mesi, che governa· e controlla due terzi del territodo della Spagna e la totalità delle colonie, che ha dietro di sé quattordici sui ventidue milioni di spagnoli, è talmente assurdo che lo stesso Eden recentemente alla Camera dei comuni vi si è ribellato.

« Non ci sono soltanto nobili e preti, dietro Fi:anco >>, egli ha detto:

Ma poteva aggiungere che dietro Franco c'è tutta la Spagna migliore di oggi e di domani. Nell'attesa si continua a fingere di credere che Franco è soltanto un generale insorto, che ha organin:ato un « pronunciamento » di proporzioni maggiori dd precedenti, e sì continua a fingere di credere che il vero governo della Spagna è quell9 di Va~ lcncia, che è governata.... da Mosca....

, La p o litica che dovrebbe essere ;ealistica, e cioè affrontlilce i pro-. blemi come sono, diventa un gioco di irrcalità e cli sofismi, talo ra ma- schcrato nei paludamenti - rosi dalle tarme oramai - degli immortali principi.

Un giorno questi astclli di carte saranno travolti dalla realtà, che in tuttì i tempi ha avuto un solo grave> insostituibile n ome.

Da li Popolo d'lta/i4, N. 204, 24 luglio 19~7, XXIV (g, 297).

Delusioni

I sette aviatori russi, già in servizio attivo nell'esercito ·sovietico, recente.mente liberati dalla generosità di Franco e ritornati in Francia, hanno dichiarato che <( non torneranno in Russia e vogliono rico• mindate una n uova. vita in un altro paese dell'Europa»: Rifugiatisi a combattere in Ispagna, perché ne avevano abbastanza in Russia, hanno completata la d olorosa esperienza, e, carichi di delusioni, fanno proponimento di mettersi sulla via della saggezza.

Non è la pdma delle delusioni, delle quali tornano carichi i rossi che riescono a tagliar la corda dalla Spagna, e non sarà l'ultima. Già · un nipote di Francisco Ferrer, gravemente ferito, pdma di m orire, scrisse queste parole:

« Purtroppo, da questa guerra, ho imparato che le realizzai.ion i degli ideali sono difficili d a avverarsi e più difficili ancora da con(juistani. Se un risultato nascerà da questa guerra, certamente sarà molto lontano dal n osl:Io idc:ale. E bisognerà controtarsenc »

Era anarchico. E la sua ultima lettera è s tata pubblicata in tutti i fogli del sovvcrsivis'mo internazionale, ~enza commenti. Forse, per· ché sarebbero stati troppo amari

La G_m"a di Clam di Barcellona porta nella testata queste parole :

« La Spagna è e resta l'unico paese in cui il movimento anarchico potrebbe tentare una esper ienza propria)>.

Ogni teorizzazione rossa ha scelto il « corpo vile » per le sue costosissime esperienze: il comunismo, la Russia; il Fronte Popolare, la Francia; le democrazie occidentali, la Spagna. Ma lo stesso giornale, riferendosi alla « lista dei nostri morti, che si allunga quotidianamente », riduce del novantacinque per cento le sue aspirazioni. E, d opo aver protestato contro la « M11N1tr assassina dei sicari delia rivoluzione, cioè dei comunisti e dei socialisti », conclude amaramente:

« Tutto q11csto sangue generoso serva almeno a fecondare il terreno rivo lu:zioaario rivoltato dall' antro simbolico del 19 luglio •

Si riferisce al massacro b arcellonese degli anarchicì, consumato in quell a giornata dagli « assassini di Valenza ».

Lt Librrtairr, commemoundo quell'anarchico, caduto al front e, che ba la gloria dì avac scoperta la Spagna quale corpo vile alla esperienza anarchica, scrive: ·

<'I Felici coloro che cadJero.nei primi combattimenti pensando di morire per il trionfo della libertà ! Coloro che cadono oggi e coloro che cadranno domani sanno g ià più o meno che non sarà per la nostra vittoria .A.Jtri, più furbi e più provvisti di scrupoli, raccogìieranno il fru tto della nostra abnegazione e getteranno sulla nostra lomba, oltre le gvattro p al_ate di terra, tutto il peso d el loto meschino disprez.zo e del loro egoismo».

Qui sjamo già al patetico dispera to.

,!?.ebellion di Bruxelles sfoga la sua delusione sentimentale filosofica con questi accenti:

« Si può prevedere che i difensori fedeli del socialismo dovranno btn presto fo rma/e Sii ultimi " quadrati " e forse non potranno sa lvare che l'onore della coscienza del mondo, che il mondo avrà perduta ». ·

Neanche R ebellion crede più alla ribellione di dto e m eno ancora alla guetta del militarismo bo lscevko. ·

Siamo ancora lontani dall'autunno, ma le illusioni spagnole cadono, ad una ad una, come le foglie. Intanto, l'esperimento della guerra contro « i fascismi » va mettendo in luce la sua fallacia, non meno tremenda di quella degli ideaii generati dagli immoi:tali principi.. La realtà li smantella inesorabilmente, giorno per giorno, ora per ora, e si accumulano le delusio ni sanguinose.

D a. U Popolo d'lla/ia, N. ~08, 28 lug lio 1937, XXIV (ww biJ).

AGLI ALLIEVI CAPICENTURIA AVANGUARDISTI DEL NONO CORSO NAZIONALE•

V i siete presentati a me cosi come l'impero fascista vi vuole : for ti nello spirito, gagliarcli nei muscoli, con nelle pupille il lampo della fede, che costituisce la religione della nostra vita e per la quale siamo pronti in ogni momento a combattere e a morire.

• li 24 luglio 1937, Mussolini .ivev.1 vissuto u'na siornala tipicaqm1te dina, mica (303, 309). Il 26 luglio, a Ue 9'.05, « partito alle 8 dall'.ieroporto d~I Littorio pilotando un apparecchio trimotore », era atterrato all'aeroporto di Rimini, « dopo avere ispei ionato in volo alcuni aeroporti della valle del Po», Salito in auto, sì en recato a Riccione. La mattina del 27 luglio, ancora in volo, era andato a

AL POPOLO DI MESSINA •

Dopo tredici anni sento nel vostro gcido Ja passione inesausta che vi anima, sento nel vostco ·gddo il saluto di tutto il popolo siciliano. Col cuore schietto io ricambio il vostro salutò e v i comprendo tutti. I siciliani che vivono nelle altre provincie del Regno e dell'impero, tutti i siciliani che tengono accesa la fiamma dell'italianità sulle rive del Mediterraneo e i siciliani che oltre Atlantico, r ivelando le qualità fondamentali della nostra razza, sono g iunti sino alle più alte magistrature di quella grande repubblica.

I l Duu prosegue dicendo che ,gli si riserva di pronunciare a Palermo, a manovre ultimate, un discorso conclusivo di natura politica, 111a che tgli sin da ora duMera fugare alcuni allarmi intempestivi e assurdi che ancora offuscano l'ori zzonte e afferma eh, il suo viaggio ha scopi pacifiçi e c ostruttivi.

Io sono venuto per constatare quello che si è fatto, ma soprattutto per vedere quello che resta da fare,

Il Duce ajfer!lfa che gli ultimi baraccamenti àncora esistenti a Messina dovranno assolutaménte essere scomparsi per la data del 28 ottobre 193 9, epoca nella quale dovrà essere inaugurata anche la nu ova stazione marittima e terrestre.

Vicenza, Padova e Ft'rrara, titornando poi a Riccione (310). Il 28 luslio, alle 18, era d«ollato « con un S. 66 al largo di Riccione» aveva .sorvolato, • lungo il litorale da Cervia ad Ancona, tutte le colonie dd bambini ». Il 29 lug lio, alle 8.30, si reca a bordo ddla nave ammitaglia Zara, ancorata nelle acque di Rie. cione. « Gli equipaggi schic-rati in parata hanno reso il saluto alla voce, mentre sono state eseg uite le salve di artiglieria ». Alle 17, proveniente da · Riccione, °giunge in auto a Fori!, dove visita il campo Sandr/) Munolini degli allievi capi· centuria avanguudisti del nono concorso nazionale ed assiste dia loro sfilata. Ind i rivolse ai gio vani le parole qui riportate. (Da Il Popolo d' Tlalia, N n. 207, 209, 210 27, 29, 30 luglio 1937, XXIV).

* Il 29 luglio 1937, verso le 18, proveniente da Forll, Mussolini era giunto in auto a Predappio, dove aveva inaugurato la nuova Casa del balilla. Indi era ritornato, St"mpre in auto, a Riccione. Il 30 lug lio, era rit'ntrato a Roma. Il 9 agosto, alle 11.30,- si era imbarcato a Gaeta sulla r egia nave Aurora diretto in Sicilia. Il 10 ag osto, alle 9.10, sbarca a Messina. In qut"Sta città inizia i lavori per la nuova sta:r.ione mista ferrovi aria e marittima, visita la base nava le, !:a. nuova salleda stradale che congiunge il rione dl Santa Marta con via. Protonobro, inausura un gruppo di case rurali nel rione Bisconti e la Fiera. Indi, in piazza del Municipio, da « una spede di simbolica prora grigia d i torpediniera», pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da ll Popolo d' I1alia, Nn 210, 22l, 222, 30 luglio, 10, 11 agosto 1937, XXIV).

D opo avere affermalo ,ht Messina deve vivere del suo mare e d ella sua terra rapidamente ricondo tta alla sua antica fertilità, il D11ce roncbde dicendo che, come sempre, it regime manterrà scrupolosamente le sue promesse ed è sicuro di çontare sulla fedeltà della gente siciliana, cosl come essa sa di poter contare sul regime.

Il D,m termina il mo dùcorso col saluto al re. (Ad ogni p eriodo, la folla prorompe in acclamazioni entusiasti.be. Quando il D11ce pronuncia l'inm1rnbile sentenza che condanna a morie le Nflime baracche del t erremoto, la folla grida la ma riconoscenza. Qnando il Duce afferma la funzione mtdilerr,:mM di Mwina, la folla g li urla la .1ua volontà di battaglia e di-ucrificio. Quando il Duce chiede alla folla 1e treda alla .tlla pro,JJt.ua, la folla gli N;la, insie,ne al 1110 aJJJort, la 1ua irritazione che tgli possa al!t rt un 1ù11ilt dubbio. Tale è /'mhf.!ia1n10 della folla, ,oJ1 1chiello, cod vero, tos) 1e111plitt, tos} spontaneo, tos} fa,11iliare, che il DtlCt, il qualt J già smo dr1' podio 111arinaro, dtve ritor· narvi 111. La folla lo uigt. « Saluto al re I )), ordina il D11ct, e la ,11olli. /udine, dopo aver ardan1ato il rt in1ptratort, ordina. a st 111edu ima il « Saluto al D11re f))). .

AL POPOLO DI CATANIA*

Il Duce inizia il 1110 dùrono rivolgendo al popolo di Calania Nn caldo saluto e rileva ,he la giornata odierna. conferma l'ardente fede fascista del popolo siciliano, il quale respinse sempre da sé istìntivamentc le torbide teorie negatrici della vita e della storia.

La rivoluzione delle catrucie nere ha spezzato per sempre le incrn• stazioni che intristivano l'anima ardente dei siciliani.

Afferma quindi dn egli noti intende ajfallo, come qualcuno vociferava, di creare alti commissari. Il tempo dei regimi speciali è finito p er sempre: funzionerà il Provveditorato alle opere, munito di mezzi ne· cessarì.

Dopo di aver riaffermalo la n ecessità della prepacazione del popolo italiano alla vita militare, perchè i popoli che non a.mano po rtare le propde armi finiscono per portare le arn:µ degli altri, il Duce auenna al/'111/enz,ione e all'inleressanu nlo che le manovre militari e il Ùo viaggio hanno dovNJtque ,onuntralo t11/la Sici/;a, le mi ardenti giornale da l11i vimlle costituiscono ancora una riprova che d opo l'Italia. sono st ati fatti gli italiani, per i quali non esiste- più né nord, né sud, termini diventati meri riferimenti di ordine geografico, senza alcun significato n ella vita politica italiana. li Duce, dopo avere affermalo che oggi s'inizia un nuovo periodo di stoda, caratterizzato dalla creazio ne d ell'impe ro italiano, ri,orda che il suo più grande pioniere in tempi oscuri fu appunto un siciliano: Crispi; e condude il suo discorso dim1do1i sicuro che l'impeto potrà sempre contare ·sulla fedeltà assoluta e incondizionata d ell'Isola. (ù n pru1ioni del D11,t che rendono omaggio al popolo siciliano nella s11a _ vitalità possente e ,u/ suo patriottismo ·genero10 JO!tO per la folla riccl.1t di ,arez.ze e di 1timoli. La parola dei capo '-tagliente e !Onanfe, r1Jn 1111_ non so rht di inlin1ammlt rommouo nella f rase, pur dura e gagliarda. U11a b,ifera di (ttclamazioni corona le ultime frati del D11u ).

* Il pomeriggio del 10 agosto 19}7, Mussolini aveva proscgui10 nella visita a Me11sina. L'll agosto, alle 7.30, lascia Messina in treno per Acireale, gi ungendovi alle 8.30, « a,co[to da un'entusiastica ovazione di popola ». D a Acireale, prosegue in auto alla volta di Catania, <1 dove è atteso per le 15. Vi arriva, invece, poco pdma delle 14, mentre sta ocganizzandosi l'ammassamento della· cittadinanza. L'annunzio dell'anticipato arrivo di Mussolini determina un'animazione indescrivibile». Ricevute le autorità e compiute le visite in programma, il capo del Governo si reca al papano della Federazione provinciale fascì st:& sito in piana del Duomo, e dal bdcone pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d' J1alia, Nn. 222, 22;, li, 12 agosto 1937, XXIV).

Prendendo lo sp11nto dall'inauguraziom del palazzo di giustizia,_il Duce prougue soffernuindosi partfrolart11entt sull'in1portanza e sul valore che ha la gi1'11iz ia. : parola sacra e solenne, che il popolo accoglie nel suo cuore con emozione sempre profonda; specialmente il popolo che lavora e di cNi tgli ,onoStt i bisog ni, le necessità, i disagi, non g ià per averli letti sui libri, ma p er averli vissuti.

AL POPOLO DI SIRACUSA *

li Duce rivolge al pojxlfo di Siracusa 1m soluto di viua sin1patia, i fl cui I espressa. la !NtJ soddisfazione di ritrovarsi, dopo molti anni e dopo tanti eventi destinati a rimanere, incancellabili nelle memorie della patria, tra la fedele gente dell'antichissima Siracusa.

Dopo aver rapidamente rittwa.fo le realizzazioni compiute durante quindici anni di regime fascista in ogni parte d'Italia ed in particolare nella Sicilia, oggi più che mai cara al cuore di tutti gli italiani, il Duce il/Juira l'intimo legame spirituale che unisce la costituzione dei Fasci per l'intervento con la costituzione dei Fasci di Combattimento, preludio alla marcia su Roma.

• A Catania, la mattina del 12 agosto 1937, Mussolini inaugura la Caserma di Finaf\1;a Ang6lo Maiora11a, ispeziona l'aeroporto, visita l'Università., i n uovi lavori del po rto, la colonia D11x, Ricevuta « un"imponente manifestu:ione Je1\e forze rurali catanesi », si porta in auto ad Augusta, dove, visitate le difese ,nj. litari, si imbarca sulla regia nave Pola diretta a Siracl\sa. Vj giunge a lle 18.l ~; .e, circa le 19, da un podio appositamente erettn in pianti dd Duomo, pronuncia il discorso qui riportato in ri assunto, (Da Il Popolo d' Ilmia, N. 224, n agosto 1937, XXIV).

Il grande evento stodco fu la condizione essenziale per la conq uista dell'impero, che è veramente una conquista voluta e realizzata da tutto il popolo italiano.

Cosi poterono svolgersi le gigantesche e mai viste al mondo mobilitazioni del 2. ottobre, del , e del 9 maggio; cosi si pOcè rivelare l'anima nuova del popolo italiano, che seppe trionfare contto una coalizione mondiale senza precedenti.

Bisogna risalire ai tempi del primo impero di Roma, è precisamente all'epoca di Augusto, per ritrovare uno spettacolo quale · è quello che offre l'Italia in quest'epoca cosl ardente di passione, cosl ricca di avveninenti, e ringraziamo la Provvidenza che lo ha concesso.

Muso in rilitvQ ,he nell'Italia fascista non ci sono p iù privilegi, né politici, né economici, ma esistono soltanto i privilegi che sorgono W.lle più dutc responsabilità e dall'adempimento più rigoroso del dovere, il D11ce conc/11de il 1110 diuorso affermando che nello Stato fascista, oggi fermamente unitario, cosl come lo aveva sognato Francesco Crispi, non ci sono provincie preferite o provincie neglette, ma tutte sono eguali dinanzi a Roma, ritornata centro e cuore della patria. Ecco perché non solo dalle piazze della Sicilia, ma dalle piazze di tutta Italia, si eleva un grido possente, attraverso il quale il popolo esprime la sua ferma volontà cli essere pronto a ogni cimento, preparato a ogni sacrificio, deciso a strappare in ogni caso la vittoria. (Quando il Duu finisti di par/art, la folla erompe in una di quelle uplrJiioni di en tusitJ,Jmo rhe sQ/amm/1 M1molìni sa dt1er,11inan, t che spùgano lanll ,01t della tlo ria moderna dtll'llalia. Varie volle il Dur, lam'a il podio, ,na i ,oslrello a ritornarvi dall'enhmf111110 delirante rhe ha scalena/o, Ed ogni qual volta il Duce appare, la mollil111#nt diPtJmpa come un inundio 111/ quale toj/i ii vento).

AL POPOLO DI RAGUSA*

li Duce, dopo aver elogialo lo spiri/o fatdsta dtlla genie di q1mla /erra, rileva come la stor!a dell'!tola potJa dMdersi in due periodi ntllamenle di-

• A Siracusa, la mattina del 13 asosto 1937, Mussolini ina ugura il Pa'ntheo n dei· caduti in guerra, la Casa deol mutilato e l'aeroscalo civile. Alle 9.30, lascia la città in auto diretto a Ragu~ 4' A poca distanza da Siracusa, dinanzi a llo stinti: quello che va dal 1860 al 1912. e quello che va dal 1911 ad oggi e che continuerà per tutto il secolo. · li Du« ricorda quindi come la g11erra ntl IJIJ sia sia/a imposta dal popolo, superando le riserve e le paure di coloro che nella vfrà n on sanno che tre mare e sottolinea il grande significato storico della fondaziom dell'Impero ponendo in rilievo come oggi, dopo un tale evento, i problemi siciliani debbono essete prospettati appunto sul piano dell'impero, splendort ddla spiaggia, jl Duce esprime il proposito di fose un bagno di mare l va ri ministri che accompagnano il Duce si sfidano scherzosamente a una gara di nuoto. Il Duce, che ascolta, li prende in parola. E l'insolita gan ha avuto luogo in u n a ngolo della spiaggia di Maddalena. Mussolini, che è di ottimo umore, dà il via ai segretari di Stato dall'alto di uno scoglio Il risultato della vigorosa gau è il seguente; primo arriv;1.to il seg retario del Putito, clic nuota robustamente a srandi bracciate gagliarde; secondo arrivato S. E. Cobolli Gig li; teno il ministro delle Finanze Thaon Di Revel, che, alru himo momento, con quattro energ iche bracciale, supera di mezza lun,ghe:zza il sottosegretario di Stato Buffarini Guidi; quarto Buffa.rini Guidi; quinto S. E. Alfieri, ministro della Cultura popolate. Frattanto prendono il bagno di sole sulla spiaggia S. E. Bottai, S .E. Benni, S. E lantini e S. E. Rossoni. Jl Duce, dopo aver presenziato sortiridendo alla ga.ra, si tuffa in acqua e ouota vigoros;1.mente al largo ~ r circa me,zz'ora, lieto di questa breve parentesi di sport e di azzurro nelle sue intense giornate siciliane. Dopo il bagno, si asciuga pt>r qualche minuto a l sole. Q uindi il capo del Governo si riveste in un battibaleno e, rimontato in ;1.utomobi le, si di rige rapidamente su Ragusa» , dove arriva alle 12.30. Atte 17.0, visita la sede del · gruppo rionale fascista Luigi Raz.:a; indi « una delle più importanti miniere della regione» ed inaugura, in piazza dcli' Impero, la nuova Casa del fascio . Subito dopo « appare a una grande bakonab (che ha l'arfa di un vero e proprio aren• ga°rio) r, <!ell:i stessa Casa e pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d' /Jalia, N. 22', 14 agosto 19}7, XX[V). in quanto .la Sicilia è oggi, più che mai, una frontien della pllotria e ha per l'impero W11impo ttaza assolutamente vitale.

Nel primo periodo, susseguente alla costituzione del Regno d'Italia e alla rivoluzione garibaldina, a cui i siciliani dettero il loro sangue più generoso, la Sicilia fu trascurata e negletta. Era l'epoca Hberalc o demoliberale, che considerava il popolo non come una vivente realtà umana, ma come un armento da dividersi in tanti g reggi elettorali. Oononostante, anche durante questo periodo la Sicilia ha fat to il suo dovere : ha sentito in tutte le fibre del suo essere l'amore per la patria; e, n ella battaglia di Adua, i serventi delle batterie siciliane rimasero inchiodati ai loro cannoni, magnifico esempio di eroismo.

N el 1912 si chiude il periodo dei governì demoliberali e se ne apre un altro, che verrà ricordato come quello della rivo luzio ne delle canùcie nere. Sono eliminate le vecchie classi politiche, che avevano diverse colpe, sopratutto una, imperdonabile: quella di non aver creduto nella virtù ·del p opolo italiano.

Il Dure 011, rva poi come la magnifica c ompatteua di cui dà prova da quindici anrù il p opo lo italiano dimostra che il regime fa scista ha sempre mantenuto le sue promesse.. E sso volèva uno Stato unitario e lo Stato unitario esiste in tutta la estensione della sua realtà. Si era parlat o, sin dai primi tempi, di regime sindacale corporativo, e tutto ciò è stato realizzato . Si voleva infine venire incontro ai bisogni co ncreti del popolo ed all'elevazione morale e materiale della massa, e tutto qucst·o il regime fascista ha fatto.

· Il Dure, fra mtusiaJ/ùhe t interminabili aala,nazioni, condud1 invitando il }'>polo di Rag1aa ad inalz.an le inseg11e per salutare la fiorente Sicilia e la più g rande Italia imperiale di d o mani. (ln1pone,rte i la manijtsldz.ione finale con la quale U popolo di Ra"guta talula il D11ce, che laHia la Cata dei fat d o).

AI MINATORI DI GROTTACALDA *

li Duce rivolge agli operai a!rWJe parole per etprimert ltm,, p rima di pa.l!are alla dittribuz.ione dei premi, la 1114 fraterna timpatia e come mir,al ori e come lavora/ori Jidliani. Il D11u aggi11nge che egli conservmi il piuo11e offerJog/i come un gradito rùordo. (Q11ando il D11ce ha t ermina/o di parlare t accenna ad andarsene, 11,illt op erai gli .ti precipitano in/orno bt nedùtndolo, chiamandolo, invocandolo. E 11na .rfma commo11t nlt, impossibile a dacrivere).

• A Riigusa, la mattina del 14 agosto 1937, Mussolini inaugura la Casa del balilb., il ponte del Littorio e visita la Mostra del bestiame. Poi prosegue in auto per Enna. Durante il percorso, sosta a Comiso, Vittoria, Gela, e visita la miniera di -zolfo di Grottacalda, situata nelle vicinanze di Piana Armerina. T erminata la visita, da « un caratteristico podio (la cui ampia balconata ! formata d a grandi blocchi di zolfo} » cretto sul piazzale della miniera, davanti a mille operai, distribuisce a molti di essi « dei premi di lavor o e rendimento che hanno meritato, consegnando a ciascuno, con un largo gesto vigoroso, il relativo plico "Ti1ni ", dice fraternamente a ciascuno, mentre gli operai applaudono. I lavoratori della miniera di Grottacalda fanno omaggio al Duce di un piccone a s.solutamcntc identico a ll"utensile che essi Qdopcrano per sca"'.are i l minerale ». Indi « col piccone in pugno i l Duce, appo88iato alla balconàta dei blocchi di zolfo », rivolge ai minatori Je parole qui riportate in riassunto (Da' li Popo/c, d'Itltiia, N. 226, I:i agosto 1937, ~V).

AL POPOLO DI ENNA*

Il D11tt si dichiara molto lieto di Jrouarsi fra il p()polo di Enna, ricordando ,on1t dal· 1860 i11 poi mai ntmm 11omo di governo 11ar,asst lt mura di que.rla vetusta dllà, alla quale invece va tutta l'attenzione del r egime fascista, poiché l'interessamento di Roma si rivolge soprattutto a quelle provincie dove il popolo è più prolifico e laborioso ed è rimasto fedelmente attaccato alla terra, ·

Il Duce ri,orda quindi la sua .fimpatia da lunga data per i rurali t 1oggi1111ge che qm110· 1enlinu nlo acquista una forza ancora maggiore quando si volge ai contadini in Sicilia, che lavorano in condizioni specialmente ingrate, ma con fermissimo spirito di sacrificio, tipico esempio del popolo italiano, che è il popolo più lavoratore del mondo.

Ajft rf/Ja d;e ogg;, con la creazione dell'impero, il I.avaro italiano non andrà più a fecondare la tecra altrui, ma quelle conquistate alla patria dal valore dei suoi figli. (La piazza i gremita di stendardi e digagliarde/li, di balilla e di piccole italiane, di avanguardisJi t di giot'ani italiane, Enna J una delle regioni più prolifiche ddl'lta/ia. M11ssolini vi parla infalli di grandezza italiana, di ·impero italiano, di potenza italiana. La manife!lazione di amore, di mlusiasmo, di devoz.ione che rhiude ft parole del capo non Jinim mai. Il D11ce deve affacciarsi ripetutamente al ba/(one, (OI suo volto più .rorrìdentt , p er rispondere all'ovazione della folla t deve poi insistere nel non farsi vtdtre più p erehi a po(o a poto la gente di Enna si dedichi a sgombrare a 1nalinc11ore la piazza).

AL POPOLO DI CALTANISSETTA••

Dopo aver_ manifestalo il 1110 compiacin1tnto per usere ritornato a vedere Callanissdta t il 1110 popolo, il Dutt dichiara tht non parlerà a hmg(), fan/() più che le frasi wmziali dd suoi discorsi le vede stampate nelle ca.re t l11ngo u JI 1' agosto 1937, alle 8 30, Mussolini lascia Enna in auto diretto a Caltanissetta, dove giunse verso le 10. Inaugurato il nuovo acquedotto, « da una ·specie di podio che sovrasta la fo lla» appositamente eretto sul viale regina Margherita, pronuncia il discorso qui riportato in ria"ssunto (Da li PÒpolo d'Italia, N 227, 16 agosto 1S>:n, XXIV).

• Il pomeriggio del 14 agosto 1937, lasciata la miniera d i Grottacalda in auto, Mussolini sosta a Pergusa, dove, prima di assistere alla celebrazione di cento matrimoni, consegna ad ognuna delle coppie « un premio di nuzialità- di millecinquecento lire e una polizza di assicurazione, donata dall'fstituto nazionale delle assicurazioni 1>. Verso le 18, giunge ad Enna; e, poco dopo, « dal bakonc <l i uno de-i palaz.zi della città», pronuncia il discorso qui riportato in riassùnto. (Da Il Popolo d'Italia, N. 226, 15 1tgosto 19n, XXIV).

I, i/rade di q:asla cill,l (Una voce Ira il popolo grida: « E nei nostri o,ori ! ».

11 D1m sorride e ra((oglù l'interruz.ùme, dando allo del vivo spirito fasds la che 11nù11a q,mla p rovincia),

Egli paua quindi ad elmcare qNelli cht sono i problemi fondamtnlali e concreli di Caltanisse//a, problemi che il regime fascista intende risolvere nel p iù breve tempo, secondo il suo costume.

L'annuncio da lui dato ,he Jarà provveduto all'immediata cost ruzione di case popolari, alla integrale bonifica del -piano di Gela e ai nuovi grandi impianti di fognatura della città., rusdla irrefrenabili aulamaziotti da part e d ella grande folla, che per alcuni min11ti maniftsta al D11a il suo vivissùno enhl!iasmo e la sua profonda gratitudine.

I l Duce conclude dicendosi simro ,he la g io rnata o dierna rimarrà ricordo incancellabile nel cuore de i cittadini di Caltanissetta, cosl come rimarrà nel suo. (L'mlluiasmo di Calt,mi.mlla i pari a quello del/, allrt rillà sidliane. Trt vo!tt il Duce devt rilomare !lii JX>dio p,r rispondere al grido dtli,:at1/t dtl popDID che v11olt vederlo).

AL POPOLO DI AGRIGENTO*

l i D11u rivolge 11n fervido 1a/ulo di 1ù11patia alla popolaziom di Agrigento e ricorda come in q11u ta città 1ia fiorita una delle più g cand.i civiltà del Medite rraneo, della quale rimangono_ ancora ogg i testimonianze insigni.

Un'altra civiltà si irradia oggi dall'Italia, la civiltà fascista, che ha caratteri nettamente definiti, poiché essa è civiltà del !avoco e di chi è pronto a cOmbatterc e a morire se la patria chiama.

l i Ducé aggJ,mge che la civiltà fascista ha ridona·to all'Italia l'impero, quell' impero che fu sentita dal nostro p opolo come una necess ità dei destini storici della stirpe. Ciò spiega perché la guerra etiopica sia stata cosl profondamente popol:ue.

li Duce condude domqndando alla 1110/liludine st l'eroismo, la volo ntà, la tenacia che ·han;o condotto alla fondazione dell'impero saran no le vin ù anche degli italiani di domani (La folla, con un formidabile grido , risponde: 1< SJ, D11te! »). (M11uoli11i trae qua1i sempre gli elemmli delle 111e p arole dal quadro naturale e rm1ano fhe ha di fron te. La 1ua tJOfe era metal/ira e tonanlt.

• Il IS agosto 1937, alle 16, Mussolini lascia C:tltanissetta in treno diretto ad Agrigento, dove arriva verso le 17 Proceduto « all'inaugurlllione dei lavori d'importanti opere pubbliche», visita la nuova colonia marina di San Leone e la zona archeologica.· Indi, dal balctme del palazzo della prefettura, proo~ncia il discorso qui riportato in r'iassunto, (Da li Popolo d'Italia, N. 227, 16 agosto 19H, XXIV).

La folla fremeva e vibrava 10110 le 1ue parole. Ad fm fratto il D11ft ha interro/lo il suo dire e si i limitato a rhitdere alla ,110/lillldint 11n « sJ » fo rmidabile. Aveva sentilo fhe era 1/111/ile fontinuare. La gmle di Agrigento, fOflJe la ge11te di /11/10 il resto d'1talia, è pronta ! ).

AL POPOLO DI TRAPANI•

Il D1~ce, premwo che non farJ un discorso, dopo quelli giJ pronunciati ed in vista di qmllo che terrà prouimav,enle a Palermo, constata con fompiacimenlo il rapido, notevole wiluppo raggiunto da Trapani dopo la sua prmdente visi/a e si dice soprattutto lieto di vedere e di sentire come la temperatura de lla fede fascista della popolazione trapanese sfa altissi ma. lo so ch e un problema particolarmente vi angustià in questo momento: quello dell'acqua. Desidero dirvi che questo problema sarà affrontato e risolto.

In seguito alla fondazione dell'impero, la vostra è diventata u na provincia di fro ntiera, che interessa in p articolar modo la sicurezza e l' integcità della patria. Io sono sicuro che voi accettate questa nuova situazione come un privilegio e ~on orgoglio. (La mo/til11dine risponde ,on un Iolo urlo: «S}! SU»).

• Il 16 agosto 1937, alle a, Mussolini lascia Ag rigento in a uto diretto a Trapan i. D u rante il vi:aggio, sosta a Porto Empeùocle, Realmonte, Suculiana, M on1allegro (dove inaugura l'acquedotto), Ribera. Jn quest'ultimo borgo, rend e omaggio a lla rau nata le di Francesco Crispi. Verso le 11 , giu nge a Sciacca e si imbarca subito sull'incrociatore Poli:. « D urante la navigazione da Sciacca a Trapani, la regia nave Po/4 ha svolto, con le unità della terza divisione navale, esercitazioni tattiche ad alta velocità. Successivamente il Duce ha minutamente visitato la centr:i.le ·di tiro del regio incrociatore Pola interessand05i alla complessa e modernissima o rganizzazione de l calibro principale. Il Duce qu indi sa lito nella stazione del p rimo direttòre del tiro ed ha diretto 11na serie di dieci salve a prima ca rica da d11cccntotré millimetri contro un bersaglio rimorchiato a velocità e levata, eseguendo persona lmente i l fuoco col congegno elettrico di punteria. I cannonieri del Pof4, sotto una direzione cosl eccezionale, hanno superato l'abituale rendi men10 t'd il bersaglio, subito inquadrato da altissime colonne di acqua, è stato ripetutamente colpito • Alle 17, Mussoli ni sbarca a T rapani e si reca .11 palazzo del Governo, <i dinanzi al qua le si va sviluppando lo schieramento r.lelle forze del regime e si va ammassa ndo la folla. Chiamato a g ran voce dal popolo, l.fossolini appare al balcone centrale del palazzo verso le 17.30, soffermandosi a contemplare lo spettacolo della bella folla siciliana, pittoresca e fremente, che espr ime i suoi sentimenti con fitte e ins istenti acclamazioni al fascismo e a Muss~lini ,. , Indi pronuncia il discorso qui riportato in riassunt(?', (Da Il, Popo/q d'llaiia, N . 228, 17 agosto 1937, XXlV).

E vi domando: Siete voi pconti ad assolvere quei compiti che Ja patria può chiedervi? (L'enornie folla rùponde an,ora cOII lln nlo grido a/tiuimo: «SJ! SJ»). ·

Questa è la risposta che io mi attendevo dal vostro coraggio, dalla vostra fede e dal vostro patriottismo. (E inutile che il eronùta si ripeta a dcrcrivere il delirante entusiasmo che suuita in ogni località la tHNt di M u1sòlini. l i con1porfammto della folla ricìliana in IHIIÌ i emiri, grandi e pirroli, attraversati dal capo del Governo, ha dato al viaggio di Mussolini nell'Isola il carattere d'una vera e propria mobilitazione 1pirituale dr/la Sicilitl in/omo alla figura del fondatore dell'impero, D11tt del fastisJJJo).

« SI PUO AFFERMARE CHE I SOLDATI ITALIANI CHE HANNO CONQUISTATO L'IMPERO

La parola dtl D11ce J co,m sempre nella, precisa, pomnte t si ode disti11lamente anche nei punti più lontani dell'adunata; e su gunlo colle cht si inVtr111igliò del miglior sangue italiano perrhi l'unità e l'indipendenza della patria fossero raggiUnlt , sembrano congiungersi in 11110 !piri/o, in una volontà, in una lradiziom unica I, glorie del pasJa/o a quelle del prmnlt per indùare l'ima,ancabile maggiore grandezza e potenza del destino italiano li Duce ha fallo alume osservazioni di carallere emnz.ia/11unlt /unico, indicando l'oritnlamento della soluzione dei problemi q uali sono risu ltati dallo svolgimento delle manovre, per ciò che ·si r iferisce soprattutto all'uso e all'impiego delle grandi unità e dei reparti secondo le esigenze della guerra moderna.

• l a mattinil del 17 agosto 1937, Mussolini si era portato in auto da Trapani all'osservator io di Rapinzeri, ~r assistere, assieme al sovrano, alla fase conclusiva delle manovre dell'anno XV Indi, in località Sangino, aveva ispezionato il 1630 ed il 167° battaglione camicie nere; in località Fontana, le d ivisioni motorizzate Marmarica e Sìru in parterua per la libia; a !=astelvetrnno, visitato un campeggio.- Rientrato a Trapani, nel p<>rll('riggio aveva inaugurato il Sacrario dei caduti fasdsti, là Casa del mu 1ilaco, _is~zionato akUl'li impianti òella regia Muina e della regia Aeronautica, 'lisilalo il sanatorio Torrebia,ua di Monte Erice. La mattina del 18 agosto, att<"SO al disbrigo degli Affari ài Govemo ed esaminati i rapporti pervenutigli da Roma, si reca a pr endere un bagno su lla spiaggia di Piz20lungo. Alle 15, alla stazione di Trapani, sale. sul treno presidenziale per procedere all'inaugu m:ione del la linea direttiS3ima T rapani-Abmo. Alle 16.3', arriva ad Alcamo, donde prosegue in auto a lla volta dello storico colle di Calata6mi, giungendovi alle 17. Pochi minuti d opo, davanti al monumento-ossario, tiene il gran rapporto alle alte autorità ed agli uffidali che partecipano alle mà~ovre. In tale occasione, pronuncia [e parole qui riportate in riammco. (Da li Popolo d'~ttt!ia, Nn. 229, 230, 18, 19 agosto 1937, XXlV).

Mes.ra ìn rilievo l'ìmportanz.a &terminante della formazione dei quadri, il Dure ha riafler,nalo la necmilà ,he sia sempre più intensificata la preparazione professionale e che di pari passo con essa proceda la formazione del carattere, ri,hiamondosi in proposito ad al,uni premltnlì .florid. 11 Duce ha pro.reguìlo: li Duct ba poì rilevalo come le man~vre dt111oli abbiano concentrato l'attenzio ne di tutto il mondo su qu_esta Isola veraniente meravigliosa e ha ,ondu10 ditendosi si(Hro che gli ufficiali partecipanti alle manovre saranno fie ri di avere vissuto queste giornate di fatiche e di ardimento e di collaborazione fra tutte le Forze Armate dello Stato.

Si può affermare che i soldati italiani che hanno conquistato l'impero sono oggi i migliori del mondo. L'unione delle forze militari -e del popolo forma un blocco granitico, contro il quale sarebbero-destinati a infrangersi tutti i tentativi di offesa. Tale blocco ·è reso possibile dal clima creatQ da quindici anni di regime fascista.

Il D11a ha /er,11inalo elePando il sal11lo al re i1J1ptratore, a (HÌ ba riiposlo l'imponente 111atsa drgli ufficiali con :m pomnle « Vil'a il re! ». (Le parole del capo sono seguile con appaui()fla/q consenli111ento,, be appare dal i·olto, dagli ()(chì, dal sorriso appena abbozzato. Ancora una voi/a si co!Jlpìe ìl prodigio de/J'intima comunione spirituale degli ascollalorì con Mus;o/inì, che parla, ml 1t0me della patria Il Duce saluta il principe .di Pie1J1onle, il Duca d'Aosta, lancia ancora il saluto al re, ript111/o dai preunti, t/Je scattano nella posizione regola111e11/are, nre11fre le baionel/e dei fonti splmdono al sole).

IL DISCORSO DI PALERMO*

Cameratj palermitani I

Con questa vostra ·maestosa adunata di popolo si conclude il mio secondo viaggio in Sicilia. (Acdamaz.ion1). Ora posso dire di avere veramente visitato la vostra magnifica terra e· di avere veduto la sua laboriosa ·e .fierissima gente. (Acclamaziom). Nella prima parte del mio

• La mattina del 19 agosto 1937, Mussolini aveva lasciato Calat.tfuni in auto diretto a P.tlermo, dove era arrivato .tlle 11.30. Nel pomeriggio, avev.t inaugurato il Policlinico e i due padiglioni del nuovo ospedale, l:a. nuova !ede dell.t direzione generale del Banco di SiciJia, la Qiserma dei vigili del fuoco, .la 41; Casa della madre e del bambino», il sanatorio della Rocn; iniziato j lavori per la costruziooe dc-Ila Casa dc-I mutilato; visitato la Mostra dei lavori pubblici, discorso io parlerò di voi, d ei vost.ti ·problemi, dei « nostd problemi )> 1 poiché n on c'è nessun problema, iO nessuna parte d 'Italia, che non diventi immediatamente u n problema per l' intera nazione.

N e lla seconda parte prospetterò talune questio ni che si riferiscono all'attuale situazione internazionale . Prima di tutto desidero d i far sapere ai camerati delle a ltre ottantacinque provincie del R egno e aì superstiti antifascis ti che g irano per il mondo che la Sicilia è fascista · fino al midollo (tnlusiasli.ht a(damazùmì), che Sicilia e camicie nere sono una cosa sola, che Sicilia e fascismo costituiscono una perfett a identità. ( A cclamazioni).

A nche la Sicilia ha camminato vigornsame_nte durante q uesti qufodici anni della rivoluzione fascista.

Se mi fosse concesso di parlare per percentu ali, dirci che il vent icinque per cento è g ià fatto, che un venticinque per cento è in via di realizzazione, che un cinquanta per cento resta da fare e sarà fatto . (Applau,,).

Il problem a d ei problemi per la vostra isola si .ri assume in un nome breve, semplice, italiarùs simo: acqua (una tnlusitulica acclamazione saluta l'affermazione del Duce); acqua per dissetare gli uomini, acq ua da sistemare per evitare che per i p ericoli d ella m alaria le genti si racco lgano sulla cima delle montagne, acqua d a .raccogliere

Il latifondo siciliano, quantunque oggi sia stato spogliato dei suoi reliquati feud ali dalla politica fascist a, sarà liquidato dal villaggio rurale il giorno in cui il villaggio rurale avrà l'acqua e la strada. Allora i contadini di Sicilia, come i contadini di tutte le parti del mondo , saranno lieti di vivere sulla terra che essi lavorano. Finirà la coltura estensiv a e la vostra t erra potrà nutrire il doppio de lla popolazione che oggi conta, perch! la Sicilia deve diventare e dive nterà un a d elle più fer t ili contrade della terra. (A èdan,az.ioni).

Voi avete visto crescere sotto i vostri occhi l"apprestame nto militare, terrestre, marittimo e aereo che presidia l'Jsola. Solo per una s uprema follia si potrebbe pensare a una invasione, Qui non sbarcherà mai· nessuno, nemmeno un soldato. (Acdamaz.iom).

Ora ascoltate questo annuncio : s i inizia perla vostra Isola un'epo ca i lavori dd nuovo palazzo d i G iustizia, la Caserma Jci Fasci Giovanili J i Com· battimento, la sede della Federazione provinciale fa scista. La mattna del 20 agosto, visita l'impianto idroelettrico del Sosia e degli acquedotti di Montescuro; e, fra le 16.30 e le 18, ultima le sue visite a lle opere pubbliche cittadine. Indi, nel Foro Italico, da un podio alto quindici metri, alla presenza d i inez;o milione d i persone, pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d'ltaU11, Nn 231, 232, 20, 21 agosto 1937, XXIV). tra le più felici che essa abbia mai avuto nei suoi qu2ttro milleMi di storja, (Au/amazioni). Questa epoca è legata a un fatto storico che noi abbiamo avuto la suprema fortuna di vivere : la fondazione del secondo impero di Roma. ·

Le energie dello Stato saranno d'ora ìnnanzi con maggiore intensità convogliate verso di voi, perché la Sicilia rappresenta il centro geografico dell'impero. (Altisrùm ovazioni).

Quando io decisi cli fare le grandi manovre in Sicilia, ci furono degli allarnù ; ci furono delle interpretazioni estensive esagerate, intempestive. Tutto ciò è passato. Ormai tutti devono convincersi che l'Italia fascista intende praticare una politica concreta di pace. È su queste direttive che noi tendiamo a migliorare le relazioni, soprattutto co n gli Stati confinanti.

Non v'è dubbio che dal marzo ad oggi i nostri rapporti con la Jugos la via sono migliorati, quelli con l'Austria e l'Ungheria sono sempre intonati ai protocolli di Roma, che specialmente durante la « punta )> delJa crisi economica si sono dimostrati efficacissimi. Non ho bisogno di dire che con la Svizzera le rclazfoni sono più che amichevoli. Rimane, a proposito dei confi!li terrestri, la Francia. Se noi esaminiamo con mente pacata e raziocinante l'ins ieme di qu~sti rapporti, noi finiamo per concludere che non vi è materia per un dramma. Le relazioni s arebbero certamente migliori se in Francia taluni circoli abbastanza autorevoli non fossero degli idolatd degli idoli ginevrini e anche se non cì fossero altre correnti che da quindici anni~ con una costanza degna di miglior causa, attendono di gior no in giorno la caduta del regime fascista.

Se dalle frontiere terrestri passiamo alle frontiere marittime e colonialì, noi ci incontriamo con la G.can Bretagna. Ho detto ci 'incontriamo. Prego quindi coloro i quali si affrettano a tradUrre o a tradire i miei discorsi cli fare la dovuta distinzione fra un incontro e uno scontro. .

Quando ritorno a riflettere sull'ultimo biennio delJe nostre relazlorù con Londra, io sono portato a concludere che al fondo c' è stata una grande incomprensione: l'opinione era rimasta indietro, si aveva dell'Italia una concezione superficiale e pittoresca, di quel pittoresco che io detesto. Non si cono.Sceva ancora questa giovane, risoluta, fortissima Italia. Ora, con gli accordi del gennaio, ci fu un chiarimento della situazione; poi accaddero degli episodl incresciosi, sui quali in questo momento è inutile ritornate. Oggi c'è di nuovo una schiarita all'orizzonte. Considerando la comUnità delle frontiere coloniali, io penso che_ si pUò ari:ivarc a una conciliazione duratura e defirùtiva tra la via e la vita.

Cos1 l'Italia è disposta a dare b. sua collaborazione a tutti i problemi che investono la vita politica europea. ·

Bisogna però tener conto di alcune realtà.: la prima di queste è l'impero. Si è detto che noi desìderiamo un riconoscimento da parte deHa Lega delle nazioni: affatto) Noi, o camerati, non chiediamo agli ufficiali di stato civile di Gìnevra di registrare delle nascite. Crediamo però che sia venuto il tempo di registrare un decesso. C'è da sedici mesi un morto, che appesta l'arfa. Se non lo volete seppellire per la serietà politica, seppellitelo in nome dell'igiene pubblic a.

E per quanto noi non possiamo essere sospettati di eccessiva te"nerezza per l'areopago ginevrino, noi diciamo tuttavia che è superfluo di aggiungere alle infinite divisioni che tortw:ano quell'or ganismo una ulteriore divisione fra coloro che non hanno riconosciuto e coloro che hanno riconosciuto l'jmpcro di Roma.

Altra realtà di cui bjsogna tener conto è quella che si chiama ormai comunemente l'asse Berlino-Roma. (Imponenti maniftstazùmi).

Non si arriva a Roma ignorando Berlino o cont ro Berlino, e non si arriva a Berlino jgnorando Roma o contro Roma, ( Vivisrimi ap. pla,m). Tta i due regimi c'è una solidarietà in atto: voi mi intendete quando dico che c'è una solidarietà jn atto. Sia detto nella maniera più categorka che noi non tollereremo nel Mediterraneo il bolsceyjsmo o qualche cosa di simile. Quando .siano evitati questi perturbame nti di gente assolutamente estranea al Mediterraneo, perturbamenti forieri .di guerra, mi pface di concludere il mio discorso lanciando un appello di pace a tutti i paesi che sono bagnati da questo mare, dove tre condne nti hanno fatto confluire le loco civiltà.

Noi ci auguriamo che questo appello sia raccolto; ma_ se non lo fosse, noi siamo perfettamente tranquilli, perch é l'Italia fascista ha tali forze di ordine spirituale e materiale che può affrontare e piegare qualunque ·destino. (Applausi ,alorori, interminabili).

L'ELOGIO AGLI EQUIPAGGI VITTORIOSI

DELLA ISTRES-DAMASCO-PARIGI •

Sono vCnuto al vostro arrivo per portarvi l'espressione del mio compfacimcnto. Voi avete fatto H vostro dovere; avete vinto una bat-

• Il 20 agosto 1937, a lle 20.15, Mussolini aveva lasciato Palermo a bordo d ella regia nave Pola. Il 2I agosto, a lle 8 30, era sbarcato a Gaeta, donde era pro~guito subito in auto aJla volta di Roma, giungendo-vi alle 9. [I 25 agosto, vc-rso le 18, all'aeroporto dd Littorio, assiste all'arrivo degli equipaggi reduri dalla gara. aert"a internazionale sul percorso htres-Oamasco-Parigi, svoltasi il 2 1 taglia in un modo veramente brillante, come è s tato ricònosciuto da tutto il mondo.

Vi sono tre clementi che caratterizzano questo volo: la regolarità assoluta della partenza e dell'arrivo a Damasco, la velocità altissima tenuta nella prima parte del p ercorso e nella seconda parte e, soprattutto, la perizia c on la quale taluni equipaggi hanno potuto dominarc le difficoltà opposte dag li elementi

Voi avete bene meritato della patria, del regime e dell'ala fascista.

« ROMA DOMA»*

Camerati giovani fascisti I agouo e tenninata con la vittoria delle ali italiane « Dalle ca rlinghe, g lì equipaggi d<'i cinque trimotori balzano a terra, schierandosi a lato di ciascun apparC\'.chi o. lrri&iditi sull'attenti, i volti raggianti di gioia, i vittorimi, fca cui era Bruno Mussolini, sono stati passati in rivista dal Duce, mentre la musica dell'aeronautica intonava la Marcia reale e GiMinezza ». Indi il capo dd Governo rivolge agli equipaggi le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'ltttlia, Nn. 232, 233, 237, 238, 21, 22, 26, 27 agosto 1937, XXIV) .

Stamane avete svolto una brillante e ammirat a manovra t attica. Oggi un saggio ginnico-militare magnifico. E sprimo a voi tutti il mio plauso v ivissimo. Sono contento dì v oi.

Oggi voi avete dimostrato d i mer itare l'altissimo privilegio e l'onore supremo che ogni uomo del tempo fascista deve soprattutto desiderare ed ambire: quello di portare le armi.

Sono sicuro che l'Italia, l'impero, il fasci smo p ossono contare su di voi, sul vostro valido braccio, sulla vostra dura tenacia, sul vostro intrepido cuore. E ricordatevi che Roma doma. (LB parole del D uce s11scitano una manifestazione di travolgente entusiasmo. Trentamila giovani fascisti innalzano la loro appassionata acclamazione ed il grido « Dim ! Duce I» si riperc11ote in ogni punto del campo, echeggia im1mn10 e lonante sii tutte le ol/Jm, ()l)e s' a111mossa la folla, mentre le farifart fanno squillare le loro noie gioiose e i lamb11ri r11/lano. ron rilJ!JO marz.ial~).

• Il 28 agosto 1937, alle 8, « partito alle 7 dall'aeroporto del Li ttorio di Roma pilotando WI apparecchio trimotore da bombardamento », Mussolini era atterrato all'aeroporto di Rimini, donde era proseguito s ubito in auto per Riccione. Il 31 ( ?) agosto, era rientrato ndla capitale. La mauina del '.j, settembre, in località Buffalotta presso Roma, dal terrazzo osservatorio della colonia agricola, assiste ad una tsercituione tattica svolta dai trentamila giovani fas cisti partecipanti al campo estivo. Nel pomeriggio, a Prato Giuliani, al di là di Monte Sacro, . dall'alto di un podio appositamente eretto, presenzia il saggio giMico-militare svolto dagli stessi giovaoi. lodi rivolge loro le parole qui riportate, (D:i li Po· polo d'l1a/i4, Nn. 240, ~48, 29 agosto, 6 settembre 1937, XIV)

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PER L'ATIUAZIONE DELLA BONIFICA INTEGRALE*

[J Duce ha dùpo1to che 1iaM g radua!HJtnle stanziati, nei prouimi esercizi ftnanz.iarf, i fondi nuwarf per il compimento tkll'optra, dando pruùe iftruzJoni perchl i flJIOvi mezzi 11engano concentrali mi compruuori che aJ.Iie11rano un più pronto ed e/epa/o rendimento, l entndo particolar111tnle presenti le finalità , sociali della bonifica, con particolare riguardo alla coloniz.zaz.ione.

Repressione

Ma che cosa succede nel mondo antifascista spagnolo che fa capo a Valencia? Cose orribili succedono, e per convincersene non c'è che dÌt leggere i giornali medesimi dell'antifascismo spagnolo cd europeo. Gli ammazzamenti fra socialisti, comunisti, anarchici, sindacalisti sono all'ordine del giorno e della notte. Le cose sono arrivate a un p~nto tale che il Libertairt di Parigi, nel suo numero del 16 settembre, prima pagina, quarta colonna. pubblica in grassetto un invito ad un grande comizio di protesta da tenersi alla Sai/e de la Mutua/ili 1'8 ottobre, contto « la repressione in Spagna ». La repressione di Negrin, beninteso, non quella di Franco, Il comunicato del Liberia/re dice che « quotidianamente anarchici e sindacalisti vengono perseguitati e assassinati; che è l'ora di finirla; che è tempo di parlare contro i·carnefici r ossi di Valenci a )>.

Occupandosi del patto massimalis ta-anarchico, il Prometeo, organo dei comunisti arcipuri, dice che non vi aderisce, perché si deve anche all'atteggiamento dei socialisti massimalisti e anarchici nell'estate del 1936 se ne lla Spagna rossa i rossi sono accoppati, oltre che dalla mitragl ia di Franco, da quella di Negrin,

<e G li assassinati del 4 maggio - dice il Prometto - a Barcellona, i scviziati di tutti i giorni a Valenci11, Barcellona, Madrid, gli imprigionati nelle carceri repubblicane devono contemplare sinistramente qu!;!sta farsa crudele che non cessa della rivoluzione spagnola l'>,

Avete inteso? Un foglio ultrarosso chiama « farsa crudele » quel la dittatura di Valencia che è stata ascoltata a Ginevra in pubblico e bocciata in privato. Per gli autori c!gli attori di questa «farsa crudele» h anno votato le grandi democrazie di Francia e di I nghilterra, spoccificando ancora una volta e più del necessario la « d emocrazia».

• A Roma, a palazzo Venezia, il 7 settembre- 19}7, Mussolini riceve, <e presenti i ministri delle Finame e d ell'Agricoltura, il sottesegretario alla bonifica integrale, il quale gli ha fatto un'ampia esposizione sullo stato dei lavori di bonilica l'> , Indi il capo del Governo imparti5ce le di.5posi.zioni qui riportate in riassun to. (Da Il Popolo d'Itttlia, N. 2m, 8 settembre 1937, XXIV).

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Prendiamo ora l' Ava11ti I dei massimalisti, numero del 19 settembre. Grande titolo in prima pagina, su quattro colonne: La vita dei no1lri tompagni è IHlfora in e1/remo perùolo I Per l'oMre del proletaria/o bùogna salvarli! :È. bene sempre precisare che non è Franco che minaccia la vita dei « compagni >), ma Negrin-Stalin. Quanto al proletariato e al suo onore, è quasi sicuro che il proletariato - entità vaporosa - se ne frega e lascerà che l'appello cada nel vuoto. V 'è nella stessa pagina dell'Ava nti/ u n'illustrazione suggestiva : si tratta d i due camion pieni di rossi.

« 1936: verso l:a iloria del fronte! 1937: verso la g loria del intibo!o ! ».

Tutto cit'> non ha bisogno, come si diceva una volta, di essere commentato. Ora questo regime di recip coco sterminio -viene gabellato come (< democratico » e trova anche a Londra delle indulgenze colpevoli. Ma è dest inato a tramontare nel·sangue dove è nato e v issuto. Se Franco darà,. con gli uomini e i mezzi necessari, un potente scossone sul punto giusto, l'impalcatura di Valencia crolJerà, Poiché le truppe ro.Sse non hanno più retrovie che ne alimentino lo spirito e il corpo. N elle retrovie c'è l'odio, la divisione, la fame, il caos.

La « farsa crudele » si avvia finalmente all'epilogo.

Da Il Popolo d' l tali,,, N. 266, 24 settembre 1937. XXIV ( w111).

BRIND.ISI AL CANCELLIERE DEL REICH • ~cellenza I

Le cordiali p arole di benvenuto che Vostra Eccellenza ha voluto rivolgermi mi t occano profondamente.

Sin dal.mio prìmo giungere sul suolo t edesco, ho sentito vibr are attorno a me lo spirito di un grande popolo amico, deJla Germania in camicia bruna, della Germania di Hitler.

• Il 24 set1embre 1937, alle 12.20, Mussolini era p artito" in treno da Roma alla volta della Germania, ospite dd cancelliere del Reich, Adolf Hitler La mat• tina del 2) settembre, era arrivato a Monaco, accolto da entusiastiche man ife. stazioni di popolo. li primo colloquio fra Hitler e Mussolini si era svolto nd. l'appartamentl> privato del Fiihrer dalle 11.20 alle 12.45. «Mussolini ha consegnate, al capo della Germania le insegne di caporale d'onore della Milizia fascista, che sono accompagnate dalla seguente motivazione : "Condottieto del popolo tede5C01 ha dato alla Germania !a fede nella sua nuova ,irande:.r:za. Ricostruttore

Saluto nel Fiihrer e cancelliere del Reich il condottiero che ha ridato al popolo tedesco la coscienza della sua grandez za. Saluto in lui il ricostruttore della nazione cui l'Italia fascist a è legata d.a tante affinità di spirito e di opere. ·

La rivoJuzione fascista e l a rivolu zione nazionalsocialista sono state e sono rivoluzioni costruttive, Germania e Italia hanno fatto sorgere sulla loro terra grandi opere di civiltà e di progresso. Altre ed altrettanto grandi ne faranno sorgere in avvenire. Queste opere di civiltà dell'ordine civile, sociale e politico tedesco, guida con fennissima mano l.t nazione germanica verso i suoi a hi <ltstini. Assertore e difensore della civiltà europta contro ogni tentativo di sovvertimento, ha dato affltalia, in o re di lotta, la sua più leale solidarietà ed amichia" ». Nel pomeriggio, reso omaggio ai templi votivi dei sedici caduti della rivolu2ione del 1923, Mussolini, accompagn:.tto d:.t Hitler, aveva visitato l:.t Casa bruna eJ assistito a lle manifesu.zioni org1niu:1te in s uo onore. Indi, al p:.tlauo del principe Carlo, residenta di Mussolini, Hitler gli aveva r eso la visita. Alle l7, Mussolini aveva bsciato Monaco in trmo. L, mattina del 26, aveva assist ito all:i. fase conclusiva delle manovre nel Medemb u rgo ; nel pomeriggio, in un loca lità poco distante dalla costa Baltica, a tiri d i artiglie ria pesante. La mattina Jel 27, visil:1 le officine Ji Essen. Verso le 12. parte in treno :i.Ila volt:i. Ji Berlino, p reced uto d:i. quello di Hitler. D a StaJken a Berlino, « i due treni col Duce e col FUhrer percorrono !"ultimo tratto del tragitto viaggiando parallelamente, vicinis$imi, le Jue macchine alla meJesima ahezza, quasi per significare il parallelismo delle due rivoluiioni Jt l'ingresso nella capitale del RC"ich è trionfale. « D ue milioni di berlinesi gridano i l loro entusiasmo a l Duce». Alle 20, al pala220 del Fiihrer, ha luogo un pranzo ufficiale d i duecento coperti in onore di M us.c.olini e dei ministri italiani. Al termine Jcl pranzo, Hitler rivolge a Mussolini i l seguente brindisi:

« Eccell enza!

« Quale Fiihrer e can celliere del popolo tedesco, 110 il gr:.tnde onore e la g ioia di, dare ogi i all'Eccellenza Vostra nella capitale d el Reich il più cord ia le benvenuto.

« Con me fa na zione tedesca saJuta in lt-i, in quest'ora solenne, il geniale creato re dell'Italia fascista, il fondatore di un nuovo impero. Durante il s uo viaggio attraverso la G ermania, l'Eccellcnia. Vostra avrà inteso, dal grande entusiasmo che a lei è salito da tutti gli strati del popolo tedesco, che la sua visita .rapp resenta per noi più di un semplice incontro diplomatico e quindi puramente convenzionale.

« In un'epoca nella quale il m ondo è pieno di tensione e P.i inquieta confusione e in cui elementi pericolosi tentano di aggredire e distruggere l'antica cultura d"EUJ"opa, ltalia e Germania si sono lrovate unite in sincera amicilia e in comune collaborazione politica.

41 Questa collabora.zione non poggia solta nto sull a medesima indistruttibile volontà di rito e sulla medesima volontà di affermazione dei popoli italiano e tedesco, ma bensl inoltre sopra ideal i politici strett:imence connessi fra di l oro, che, secondo la nostra convinzione, costituiscono la base d ell"intima forza e saldezza dei n ostri Stati.

« Se già queste comuni concezioni politiche fondam~tali rappresentano un robusto Jeiame fra i nostri popoli, anche il fatto che tra i reali intere5$ i d d- e di progresso ho visto e ho ammirato in questo mio soggforno t edesco. H o visto e ho ammirato il fervore di vita e di ricostruzione che anima il popolo germanico, la sua disciplina, la sua energia, la sua fede. l"Italia e della Germani a non esistono elementi di divisione, ma bensl soltanto elementi di completamento o di unione, opeu nello stesso senso Le convl!rsa· zioni che in questi ultimi giorni si sono svolte fra Vostra Eccellenza e me ne hanno dato nuova conferma.

La solidarietà. it11o-tedesca è una solidarietà attiva e vivente: non frutto di calcolo politico o di accorgimenti diplo matici, ma sbocco e risultato di affinità naturali e di comuni interessi. Essa non è né vuol essere un blo cco chiuso, irto di diffidenze e armato di sospetti verso il mondo esterno. Italia e Germania sono pronte a collaborare co n tutti gli altri popoli di buona volontà. Esse domandano il rispetto e la comprensione dei loro bisogni, delle loto necessità, delle loro legittime esigen ze Esse pongono all'altrui amicizia la sola condizione che non si tenti di sovvertire le basi stesse questa nostra gloriosa civiltà europea.

Le conversazioni che ho avuto in questi giorni con Vostra Eccellenza hanno collaudato la nostra a micizia, l'hanno immuni zzat a contro qu:alsiasi tentativo, d a qualunque parte esso venga, per intorbi~ darla o inquinarla.

Rientrerò in Italia portando nel cuore il ricordo delle vostre gagliarde truppe, delle vostre adunate di popolo, dell'opera di ricostruzione spirituale e materiale compiuta dal popolo tedesco sotto la guida del Fiihcec, deUa vostra enecgia, dell'accoglienza che mi avete t ributato e di cui vi sono profondamente grato. Porterò soprattut to nel cuoce il senso preciso e concreto della nostra amicizia.

Alzo il bicchiere alla salute del Fiihrer e cancelliere Adolfo H itler, alla prosperità e alla grandezza della Germania nazionalsocialista.

« Siamo pertanto convinti che il nostro lavoro politico non può esser considerato altrimenti che inteso ad assicurare la pace e il fiorire della cultura europea e non già a formare un blocco volto contro altri Stari europei. Noi siamo al contrario convinti di servire, attraverso questo nostro comune la voro, non soltanto gli interessi dei nostri paesi, ma, di là da questi; anche l'obiettivo che ri sta a cuore: una generale comprensione internazionale

« In questo spirito Italia e Germania, a fianco a fianco, esamineranno e svolge.anno i loro compiti politici, per opporsi in qul!no modo a qualsiasi eventuale tentativo di separare le due n.a.zìoni e di manovrare l'una contro !"altra.

« Abo il mio bicchiere e bevo a.lb. salute del re d'Italia, imperato re d0 Etiopia, suo augusto sovrano, come pure a lla saluti! pl!rsonale di Vostra Eccelle nza e alla grandl!u:a I! prosperità della nazione fascista italiana it

Al Fiihrer, MussoJini rìsponde con il brindisi qui riporlaco. (Da Il Popola d'Itttlia, Nn. 267, 26!1, 269, 270, n, 26, 27, 2S seUembre 19}7, XXIV).

IL DISCORSO DI BERLINO•

Camerati I

La mia visita alla Germania e al suo Fiihrer ed il discorso che sto per pronunziare dinanzi a voi, costituiscono un a'VVcnimento importante nella vita dei nostri_ due popoli e a nche nella mia.

Le manifestazioni con le quali sono stato accolto mi hanno profondamente commosso.

La mia visita non deve esser:c g iudicata alla stregua del1e visite

* la m~ttina del 28 sr:ttembre 1937, Mussolini visita l'Armeria òi Berlino, Potsdam, J'Amb.:uciata italiana, la Casa del fascio. Dalle 13 alle 16, ospite del ministro Goering a I<11rinhall. « Alle 18, il Duce e il Fiihrer, s~uti u no vicino all'altro in automobile scopena, partono dalla n·sidenza Jel OÙce diretti allo Stadio di Berino, dove l! stata indetta la grande adunata delle fone dd nazion:ilsod;i,lismo in onore del Duce del fascismo». Alle 18.20, attraversata b città fra due ininterrotti schieramenti d i popolo plauderite, i due G1pi giungono allo St:idio, g rem ito da « quattroccntocinquanumila penone. In alto, al podio ct'ntralt', vi è come una torr~tta di comando. t'. di Il chei il Duce e il Fi.ihrc-r parleranno successi"amente alla moltitudine, all'Europa, al mondo. Primo a salire sulla torretta di comando è il mi nistro della Stampa e propaganda dtl Reich, Goebbels, in uniformcélei battaglioni d'assalto. Nella sua qualitl Ji G.zulrilrr di Berlino, Goebbds porge al Duce il saluto della capitale dd Reich. Goebbels annuncil che sono presenti, sul Campo di Maggio, nello Stadio olimpionico e nelle immc-Ji:1te adia• cen ze, un milione di persone e altri d ue milioni sulil. vi.1 Triumphalis (b il a \X7ilhelmstnme fino allo Stadio stesso: in tutto tre milioni di uomini che si sono riuniti alla storica manifestazione. Poi continua: "lo sono felice ed orgoglioso di )>Oter interpretare i sentimenti che muovono i nostri cuori e ho l'alto onore di dare, davanti al popolo tedesco, il più cordiale benvenuto al Duce del fa . scismo nella capitale del Reich ". Quindi, rivolgendosi al Duce, il ministro cosl si esprime: "A nome dei milio ni e milioni di tedeschi che sono con noi uniti in questo momento, le esprimo la nostra lieta cJ entusiastica gratitudine pt'r la visita e le posso assicurare che la sua opera ha suscitato nel popolo tedesco la più profonda ammirazione. la città di Berlino e tutto il Reich salutano nel D uce de l popolo italiano l'amico della Germania, l'uomo di Stato coraggioso e lungi. mirante, lo straordinario forgiatore del destino di una nazione. Noi salutiamo il suo bel paese e il suo popolo valoroso. Vederla a fianco a 6anco col nostro amato Fi.ihrer uno degli eventi più lieti della nostra vita". Goebbels p ronuncia il suo discorso col braccio permanente~te teso ·nel saluto romano. Piove sempre. Ogni tanto i fendenti luminosi dei riflettori che si spostano sciabolano .la piog• gia. Dopo Goebbels sale sulla torretta di romando il Filhrer, accolto da un vero uragano di "Hei/1" &, e pronuncia il seguente discorso :

« Noi assistiamo oggi a una storica manifestazione, che in tale fo rma e in questa misura non ha alcun precedente. Oltre un milione di uomini sono pre• senti a quest:i manifestazione, alla quale prtndono 'parte, con sentimento vivissimo, i centoquindici milioni di cittadini d elle due nazioni, e che centinaia di milioni, appartenenti ad altri popoli, seguono in questo momento alla radio, Il nostro ~entimento più vivo è anzitutto la grande gioia di aVtte ospite politico-diplomatiche normali e il fatto che io sia venuto in Germania non s ignifica che domani andrò aluove. Non soltanto neUa mia·qualità di capo del G overno italiano sono v enuto fra voi, ma è so prattutto nella mia qualità di c apo di una rivoluzio ne nazionale che h o voluto dare una prova di solidarietà aperta e netta alla vostra .rivoluzione. E quantunque il -corso delle due rivo luzioni non sia stato uguale, l'obiettivo che entrambe volevano raggiungere, e hanno raggiunto, è identico: l"unità e la grandézza del p opo lo.

Fascismo e nazismo sono due manifestazioni di quel para1lelismo tra noi uno di qul!'gli uomini solitari che non sono protagonisti dell.1. storia, ma che fan.no essi ste-ssi la storia ! In secondo luogo noi sentiamo che questa mani(estuione non ! una delle consuete adunate, m.1. esprime un propon imento che sgorg.t da comuni i deali e <la comun i interess i, un pr oponimento che viene formulato d a due uorruni e udito qui da un milione d i p ersone, ma che era :itteso, col cuore commosso, da rcn1oquindici milion i d i cittadini

« Perciò questa non un'adunata di popolo, ma una manifestazione d i popoli. li s uo significato più profondo, però, il sincero dC"Siderio d i garantire a i nostri p:iesi quella pace che non è il p remio della viltà rinunciataria, m a il risultato d i una cosci{.'(lte difesa dei nostri valo ri ed elementi nazionali, spirituali, materiali e cultur.1.li. Con ci ò n oi crediamo Ji servire nel modo migliore anche quegli interessi che, al d i Il dei nostri popol i, dnvreblx-rn veramente essere gli intere-ssi di tutta l'Europa.

« Questa manifestazione ci dà l'esatta misura del cammino percono Nessun popolo può desiderare la pace più del pop olo tedesco, ma nessun popolo ha meglio del popolo tedesco conosciuto anche le terribili conseg ut'flze della debolezza e della cieca credulità!

« Quindici anni trascorsi prima dell'avvento del nazismo :ti potere sono, infatti, un'i ninterrotta catena di oppressioni, di r icatti, di ripube a riconoscere i no~tri diri!li, e quindi un periodo di indicibile miseria morale e materi.aie. Gli ideali del Jilx-ralismo e della democrazia àel nostro paese non hanno salvato la nazione tedeséa dalle più gravi violenze che la storia r i.cordi. Cosl il naziona lsocialismo dovette erigere un ideale diverso e più efficace per restituire al nostro J>Opolo quegli elementari diritti che, per oltre un decennio, gli erano stati n~ati. .

« In quel periodo di amarissime prove -e questo io d evo oggi prodam:a.rlo davanti a] popolo tedesco e a tutto il mondo -l'Ita lia, e in ispecie l'Italia fascista, non ha avuto alcuna parte nelle umili azioni inRitte al nostro popolo Essa ha saputo , in queg li anni, guardare con comprensione alle rivendicazioni di una grande nazione che ch iedeva. la parità di diritti, ai bisogni della nostra vita materiale e anche al nostro onore na.?iona le. Ci ha colmalo quindi di sincera soddisfazione il veder giunp;ere l'ora in cui poiemmo ricordarci di dò, come io credo che ce ne siamo ricordati

« Dalla comunanza fra la rivoluzione fascista e quella nazionalsocialista è nata oggi una comunità non solo d'idtt, ma anche di azione, Questa è una fortuna in un tempi? e per uri mondo nel quale sono ovunque visib ili le 1!."ll· den:ie della distruzione e della deformazione.

« L'Italia fascista, per merito della geniale attività creatrice di un cost rut- di posizioni storiche che. accomunano la vita delle nostre nazioni, risorte a unità nello stesso secolo e con la stessa az.ione, Come è stato detto, il mio viaggio in Germania non ha scopi reconditi. Qui non si trama nulla per dividere l'Europa già abbastanza divisa. La riaffermazione solenne dell'esistenza e della solidità dell'asse Roma-Berlino non è diretta contro :a.Itri Stati, poiché noi, nazisti e· fascisti, vogliamo la pace e siamo sempre pronti a lavorare per la pace, per la pace vera e feconda, che non ignora, ma risolve i pro-· blemi della convivenza fra i popoli.

Alla gente che, ansiosa, in tutto il mondo, si domanda che cosa può uscire dall'incontro di Berlino - guerra o pace - il Fi.ihrer e io possiamo rispondere insieme a voce alta: la pace.

Come quindici anni di fascismo hanno dato un nuovo volto ma. teriale e spirituale all'Italia, cosi la vostra rivoluzione ha d a to un nuovo volto alla Germania: nuovo anche se poggia, cOme accade in tore, è diventata un nuovo impt'ro. Ella, Benito Mussolini, avrà d'altro canto constatato coi propri occhi, in questi giorni, nello Stato nazionalsocialista, che anche la Germania è ri<livmtata, nella suà coscienza nazionale C' nella sua forza militare, una potenza mondiale.

« La forza di questi Jue paN i costituisce oggi la più sicura garanzia per la conservazione di un"Europa che possieda ancora il senso dell a sua mis.~ione di civiltà e che non sia disposta a cadere in dissolvimento per opera di dementi distruttori.

« Tutti coloro che sono qui riuniti in quest'ora o che nel mondo ci ascol1:ino, devono riconoscere che i nostri due regimi nazionali si sono ri trovati i n reciproca. fiducia e solidarietà, nello sle!òso tempo in cui le idee internazionali marxiste-democutiche ovunque registrano soltanto manifestazioni di odio e con ciò la divisione degli animi.

« Ogni tentativo di voler distaccare o sciogliere questa comunanza di popoli, tentando di manovrarli !"uno contro l'altro con sospetti o coll"insinuazione di falsi obiettivi, è destinato a infrangersi contro il desiderio di centoquindici milioni di uomini, che danno vita, i n quest'ora, a questa manifestazione, ma anche, specia lmente, contro la vo lontà d ei due uomini che qui stanno e pa rlano» lo credo che l a causa di molti malintesi e sospetti fra i popoli sia l'ignoranza, da p arte dei responsabili, delle realtà nuove ch e si formano. La vita dei popoli, come quella degli individui, non è statica, ma è un continuo travaglio di trasformazione.

Hitler «parla con voce forte e martellata. I suoi gesti secchi e pieni di vig:ore, condensati, denotano quanta energia sia concentrata nella sua vigorosa personalità di condottiero. La sua voce maschia e sonora ha intonazioni suggestive di un profondo velluto. Il Fù hrer indossa l'uniforme di ~upremo capo politico del nazismo, cosi c~ il D uce indossa quella di caporale d'onore della rivoluzione. Quando il Flihrer ha terminato di patlare, il Duce gli si avvicin~ e gli stringe la mano dopo averlo salutato romanamente. Poi il D uce monta sulla touetta di comando Le fanfare intonano la Marcia rt alt e Giovir11zza, Quattrocentomila braccia tedesche salucano romanamente il Duce del fascismo », che, sollo l'incalzare della pioggia sciabolata dai riBettori, pronuncia, « in lingua tedesca e con un accento perfetto » , il discorso qui riportato. (Da li Pop olo d'/lali11, N. 271, 29 settembre 19}7, XXIV).

Italia, sulle tradizioni più nobili e imperiture, che si possono conciliare co n le necessità della vita mo derna.

È questo volto della nuo va Germania che ho voluto vedere ; e, vedendolo. mi sono ancora di più co.nvinto che questa n uova Germania, forte, legittimamente fiera, pacifica, è elemento fondamentale della vita e uropea.

Giudicare un popolo coi dati e con le cognizioni o la let teratura di cinquanta o vent'anni fa, è un e rrore che può essere fatale. È q uesto un errore che si commette frequentemente nei confronti dell'Italia. Se le rivoluzio ni nazionali di G ermania ·e d'Italia fossero meg lio co nosciute, molte prevenzioni cadrebbero, molti mo tivi di polemica n on avrebbero pili ragione d'essere.

Noi. abbiamo in comune molti elementi della We/lanschau11ng.

Non solo na zismo e fascismo hanno do vunque g li stessi nemici, che servono lo stesso padrone: la Terza Internazionale ; ma hanno in comune molte concezioni della vita e della storia. .Entrambi credono nella volontà come forza determinante la vita dei popoli, come motore della loro storia, e quindi respingono le d o ttrine del cosiddetto materialismo storico e dei suoi sottoprodotti polit ici e filosofici. Entrambi no i esaltiamo il lavoro, nelle sue innumerevoli manifestazioni, come il segno di nobiltà dell'uomo; entrambi contiamo sulla giovinezza, alla quale additiamo le virtù della disciplina, del coraggio, della tenacia, dell'amor di patria, del disprezzo della vita comoda, Il risorto impeto di Ro ma è l a creazione di questo nuovo spirito dell'Italì a. La rinascita tedesca è ugualmente la creazione dello spirito, cioè della fede in un'idea nella quale prima credette. u no solo, poi un gruppo cli pionieri e di martiri, poi una minoranza e finalmente un popolo intero.

Germania e Italia seguono lo stesso indirizzo anche nel campo dell' autarchi a economica: senza l'indipendenza economica, la stessa autonomia politica della nazione è compromessa e un popolo di alte capacità militaci può essere piegato dal blocco econ omico.

Noi abbiamo sentito il pericolo in tutta la sua immediatezza qu ando cinquantadue Stati congreg ati a G inevra votarono le criminali sanzioni economiche co ntro l'Italia, sanzioni che furon o rigorosamente applicate, ma non ottenncrò lo scop o, anzi diedero all'Italia fascista l'occasione di mostrare al mondo la sua tempr a, La Germania, per quanto sollecitata, no n aderl alle sanzioni. Non lo dimenticheremo. Qui ·apparve per la ptima volta in manierll chiarissima l'esistenza di una necessaria solidarietà fra la nazista Germania e l'Italia fascista. Quello che è ormai conosciuto nel mondo come l'asse Berlino-Roma, nacque nell' autunno del 19H; e ha in questi due _anni magnificamente funzionato per un sempre maggiore riavvicinamento _ fra i n ostr i due popoli e per una più effettiva po litica di pace europea.

Il fascismo ha la sua etica, alla quale intende rimanere fedele, ed è ancbe la mia personale morale: parlare chiaro e aperto e, quando si è a mici, marciare insieme sino in fo ndo.

Tutti i motivi della polemica avversaria sono futili: in Germania e in Italia non esiste dittatura, ma o r ganizzazioni e forze che servono jJ popolo. Nessun regime, in nessuna parte del mondo, ha j consensi che hanno j regimi di Germania e d'Italia: le pjù grandi più autcn• tiche democr.azie esistenti attualmente nel mondo sono l'ita liana e la tedesca. Altrove, sotto il coperchio ·dcgH immortali principi, I.a poli. tìca è dominata dalla potenza del denaro, del capitale, delle associa· zioni segrete, dd gruppi politici concorrenti.

In G ermania ein Italia nessuna forza privata può in akun modo influire sulla politica dello Stato. Questa comunità d'idee italo.tede. se.a ha trov ato la sua espressione nella lotta contro H bolscevismo, forma aggiornata delle più feroci tirannidi bizantine, inaudito sfrot· tamento della credulità popolare, regime di servitù, di fame e di san. gue. Q uesta·forma di degenerazione umana, che vive sulla menzogna, è stat a combattuta in Italia d opo la guerra e con estrema energia dal fa scismo : combattuta con le parole e con le armi. Poiché, quando le parole non bastano, e quando sorge una grave minaccia, bisogna ricorrere alle armi.

È quclJo che abbiamo fatto in Spagna, d ove migliaia di fascisti italiani volontari sono caduti per salvare la civiltà d'Occidente, che può ancora rinascere se abbandona gli dei falsi e bugiardi di Ginevra e di' Mosca per riaccostarsi alle verità solari della nostra rivoluzione.

Camerati!·

11 mio discorso volge alla fine. Noi e voi non facciamo, oltre le nostre frontiere, propaganda nel senso banale della parola a scop i proseliristici. N oj pensiamo che la verità ha un grande pOtere di penetrazione e finisce per trionfare. L'Europa sarà.domani fascista per lo sviluppo logico degli eventi, non tanto per la noslra propaganda. Vent'anni or sono il vostro grande FUhrer lanciò il grido di riscoss a che doveva diventare il grido dì battagli a del popolo tedesco : « DeNI· Jchland, mvacbe l ». La Germania si è risvegliata. Il terzo Reich è sorto.

Io non so se e quando l'Europa si ri5vegliecà, come fu detto al congcesso de) P attito di Norimberga, poiché forze oscure, ma bene identificate, sono all'opera per proiettare la guerra dall'interno all'es terno. L'i mportante è che i riostri due grandi popoli, i quali forma no una imponente; sempre crescente massa di centoquindici milioru di anime, siano uniti in una sola ìncrollabile decisione. Questa manifestazione gigantesca ne dà la testimonianza al mondo.

UN'IMPRESSIONE PROFONDA E RICORDI INDELEBILI »

Camicie nere I

Riporto dalla G erm ani a e dai miei colloqui col FUhrcr un'impressione ptofonda e ricordi indelebili.

Vamkizi a italo-germanica, consacrata nella politica dell'asse Rom a Berlino, è in questi giorni discesa nel cuore delle due nazioni e vi rimarcà.

Obie ttivi di questa amicizi a: la solidarietà slletta fra le due rivoluzioni, la· rinascita dell'Euwpa, la pace fra i popoli degni di questo no me. (U brevi parole di Munoli11i, inten-olte contin11af/Jente da f ragorosi, entu.riastùi applausi, so no accolte da 11na nuova ovazione iOJpttuosa. L'entusiasmo della folla raggiunge il vertice. Ondtggjano sulla marea u111ana i vwìllì i le armi brandite da saldi pugni).

• A Berlino, sul v iale di Cha.clottC!lburg, la fflattina del 29 seltembre 1937, Mussolini aveva assistito, assieme ad Hitlc·r, ad una « spettacolosa parata mili· tare» ìn suo onore Alle 15.45, aveva lasciato la città in treno di,etto a Roma Nel varcare il confine della G ermani a, aveva inviato un telegramma al Fi.ihrer (27;i}. La mattina dd 30 settembre, alla stazione di Verona, trova Gabriele d'Annunzio, venuto appositamente da Gardone per salutarlo, ed è questo l"ultimo loro incontro. Alle 18.30 , arriva a Roma e sì reca subito in auto a palazzo Venezia; ma vi è appena giunto che una imponente musa di p opolo convenuta nella piazia lo acclama. Il capo del Governo appare al balcone centrale del palazzo e pronuncia le parole qui riportate, (Da Il Popolo- d'IJalia, Nn. 272, 273, .30 settembre, t o ttobre 1937, XXIV).

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