5 minute read

LA LOTTA ELETTORALE ITALIANA

L'annuncio dello scioglimento della Camera e della convocazione dei comizi elettorali al 7 marzo, non suscitò una grande emozione in Italia. Si può dire che gli inizii della agitazione elezionistica furono oltremodo calmi, quasi che il paese si rassegnasse di mala voglia a esercitare il suo diritto di voto. Per chi conosce almeno un poco l'anima del poj>olo italiano, non trarrà da questa constatazione, il motivo per me ravigliarsi. Il popolo italiano è scettico, come tutti i popoli del me• ridionale - fatalista quindi e disposto a subiti enh.ls iasmi e a ingiusti• 6cate, improvvise diffidenze. La ex Camera italiana aveva trascinato sempre una miserabile vita d'impotente, la nuova Camera sarebbe stata diversa? Questa domanda che è venuta nel [iic ] labbro a migliaia e migliaia di elettori, mentre i giornali di quasi tutti i .partiti, l'hanno divulgata, ci _spiega come l'attuale lotta elettorale si sia svolta, non solo senza incidenti gravi, ma senza neppure quella vivacità verbosa che accompagna il nostro movimento politico. Poi le posizioni dei diversi partiti, la confusione dei loro programmi, la stra1:1-ez:za dei loro atteggiamenti, hanno contribuito ad alimentare nel pubblico la s.6.ducia e il disgusto. A ciò si è aggiunta in questi ultimi giorni la gravissima crisi fra Austria e Serbia, che ha volto l'attenzione pubblica italiana sui problemi della politica estera e messo in seconda linea le elezioni generali. Ma coll'aura di pace che sembra spirace sulle opposte rive del Danubio, l'opinione pubblica italiana è tornata ad interessarsi del prossimo av· venimento politico interno. Da domenica l'agi tazione elcttor.tle si pcesenta movimentata e man mano che la data si avvicina, la lotta a base di discorsi, di manif~sti, di promesse e di banconote, va facendosi più accanita. Le urne daranno poi il loro responso che, come sempre. non mancherà di suscitare qua e là j( grido della più ingenua sorpresa.

Dopo questo sguardo restrospettivo, ci sia permesso di esaminare alcuni dei caratteri peculiari che danno specjale figurazione all'attuale agitazione politica.

Advertisement

An2itutto la mancanza di sincerità nei programmi di molti partiti. Non parliamo de1le promesse dei candidati: l'aspirante a Montecitorio promette molto, perché sa di mantenere poco. Ma è triste constatare che alcuni partiti cosidetti sovversivi o semplicemente anticostituzionali ~alludi~9 11,i radicali, ai repubblican i, ai socialisti riformisti) non ab-

OPERA OMNIA DI BENITO MUSS()LlNI

biano saputo improntare la battaglia sui principìi, ed abbiano invece esibito il solito cartellone da 6era, colla solita lista di specifici a effetto ìnunediato

Notevole pu re la partecipazione diretta dei cattolicì alla battaglia elettorale. La formuletta suggerita dai gesuiti del Vaticano -deputati cattolici sì - ca~olici deputati no - non ha avuto alcun seguito tra il gregge dei fedèli. Ci sono dei candidati non solo cattolici, ma nerissimi e il loro programma di reazione e di oscurantismo è un documento prezioso che rivela la mentalità dei feroci sostenitori degli eterni diritti della chiesa.

Accanto ai nerissimi vengono i democratici cristiani. Il loro leader don Romolo Murri è candidato, appoggiato apertamente dai socialisti riformisti. Come si vede il concetto di cooperazione di classe, penetra dovunque e da l uogo a meravigliosi connubii di anime e di corpi. Il programma dei democratici cristiani è incoerente, caotico, fanciullesco ! Ci aspettavamo qualche cosa di meglio dai modernisti italiani che seguono asmaticamcnte l'yrrel e Loisy.

Prima di terminare questa rassegna, non dobbiamo dimenticare il programma col q uale si presentano i deputati della ex-futura maggioranza min isteriale. Progranuna polìtico? Ndle matematiche v'è una cifra che esprime la negazione dell'unità. Ebbene, lo zero riassume il progranuna, la mentalità, la tendenza degJi ascari analfabeti che sono almeno trecento, sui cinquecento e otto della Camera italiana Eppure a costoro sarà affidato il timone della barca politica e su costoro farà assegnamento la. Mon.archia Sabauda! N essuna meraviglia in un paese dove il governo vende il prefetto e compra il deputato.

Ed ora, al!e urne l'ardua risposta. Gli elettori operai qui residenti e tutti quelli che leggeranno queste rig he - non trascu rino di partecipare alla prossima battaglia elettorale. Votando per i candidati socialisti, votando p er i candidati del popolo gli operai daranno colla loro scheda Wl severo monito al governo. 11 numero dei voti che convergeranno sui candidati anti-governatìvi, potrà essere considerato come un indice di un nuovo orientamento della politica e della coscienza italiana. E qualora i mezzi della legalità si dimostrassero imufficienti a svecchiare i sistemi governativi della dinastia sabauda, il popolo italiano che oggi corre alle urne, domani occuperà le piazze, sospenderà la vita nazionale, colpirà le fonti della ricchezza borghese colla proclamazione dello sciopero generale e porri agli uomini alla testa de!le istituzioni il supremo dilemma : o rinnovarsi o morire!

MUSSOLINI ,~no

M1111olini accenna aJ diJJidio fra i catto/;ci intransigenti che non ammettono che il 1acerdote debba occupar1i di affari terreni e i caJtolid modernt!ti che ii preoccupano delle cose materiali e fanno questioni economiche, Dice che la Chiera può essert- organismo teologico, non mai partito po/iJico.

I clericali moderni sono stati molto tempo senza preoccuparsi direttamente della questione operaia Solo quando han visto che le pe· carelle fuggivan dal chiuso hanno cominciato a interessarsi di cose materiali e profane. Leone XIII è il papa che conosce i tempi, e corre a.i ripari. Pio X parve invece il papa. che vorrebbe essere sacerdote e non condottiero politico. Il campo cattolico è diviso. Vi sono q uelli per esemp io che approvano la condotta del cristiano-sociale don Romolo Murri che si presenta agli elettori di Porto San Giorgio con un programma quasi socialistoide e vi sono coloro che scaglian contro Don Murri ogni sorta di anatemi, La democrazia cristiana è un misero tentativo destinato al fallimento. E! un organismo ideologico irto di contraddizioni. I democratici cristiani sono dei credenti e quando fanno ddla politica. rinnegano la fede. Poiché se nelle cose di q uesto mondo il dito di Dio è onnipotente - i giornali neri hanno attribuito al dito di Dio l'orribile catastrofe di Sicilia! - anche l' attuale situazione economica è prodotta o almeno vo!ula o tollerata dalla divina provvidenza che nei suoi impenetrabili misteri vuole che l'umanità sia divisa fra ricchi e poveri, fra padroni e schiavi. Modifiai. re, tentare di modificare ciò che la divina provvidenza ha stabilito significa commette re un sacrilegio. Poi, un'altra contraddizione pratica. J democratici cristiani ammettono i miglioramenti parziaU della classe operaia, ma non tollerano la scomparsa del padronato: non giungono ad eliminare la borghesia ; la loro azione è un compromesso, come la loro teoria è un equivoco e un falso.

Noi invece, affermò il ,ompagno Mussolini, ìn una forma recisa

• Riassunto della confercma pronunciata I Untermais, nella sala della bit· ttri.1 Corona, jJ pomeriggio dd 7 marzo 1909 (285). (Da L'A1111enir# del LA· voralor,, N. 10, 11 marzo 1909, V)

OPERA OMNI A DI ~ENJTO M USSOLINJ

e quasi brutale, diciamo agli operai che i piccoli miglioramenti quot i· dian i non tolgono la causa fondamentale del disagio economico della classe prolehuia, disagio p rodotto dal dualismo fra detentori dei mezzi di produzione (Grandi applausi 1al111ano Ja fin e del dis,vrsc, dei çomp. MussoJim) *.

• « D opo Mussolini, parlano Aldde De Gasperi e il mcialista Silvio Flot, segretario ddlll Federazione muratori di lrulSbruck. Infine Mu"°lini prende ancora la parola (28)), concludendo il suo dire nei termini seguenti: «"O m u ratori, voi che 1Ji11ele i R q ,u11a à JJJ. dove ki borghe1ia del N ord mandd i JJ:oi u .:rti a enure un r11ggio di sole e 1m po' d'aria pura, 11oi eh e aveu eo1lnltlo q1u11i imme,u i hou /J che schiatft.ggi11no col lortJ l uuo la 110,stra miuria, voi date co!la fJO!lrJJ. l olla un ,umpio alla rl<11s1 oper<1i1t a11striac<1, 4 (!Nella Jj JMlli i paesi. Dim'oslMlt eh, si può vincere, ,i dn.·r vinrtrl u nza cc;rnpro nussi ; senra viltJ ". ( U na grande ovazione che dura qualche minuto accoglie queste pasolt ) &. ( Da L' A vv1nir1 d el Lavc, raJo re, N. 10, 11 marzo 1909, V),

This article is from: