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EVOLUZIONE SOCIALE E LOTTA DI CLASSE

Il 14 marzo, 26 anni si compiono da quando Carlo Marx, in un povero villaggio alle porte di Parigi, chiuse il ciclo mortale della sua vita di agitatore e di pensatore. Ricordando la triste data, non intendiamo di scrivere la solita commemorazione. Solo diremo che a malgrado deì critici e degli ipercritici del socialismo, a malgrado degli idiot i stipendiati, la dottrina marxista è oggi viva come nel 1848, quando J'Eu ropa cent rale era in fiamine e Marx lanciava il Mani fe,Jo de' comunhli, sintesi meravigliosa del pensiero socialista Non escludiamo che alcune parti - l e seconda rie - d ella dottrina economica marxista siano manchevoli, ma i concetti basilari del marxismo sono ancora intatti, e la critica ha p rovato invano a smentirli.

« L'emancipazione d ei lavoratori dev'essere opera dei lavoratori stessi! Proletari di tutti i paesi unitevi! La lotta di da55e è l'internazion ale! ».

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Con queste parole, l'agitatore di Treviri, il buon Mohr, come lo chiamavano .i profughi tedeschi a Lcn<lra, ha segnato la via 'al proli!tariato, la via maestra che conduce fatalmente alla meta.

Ci piace ripo rtare dalla MiJeria della Pilo10/ia di Proudh on, la pag ina· seguente* e invitiamo a pensarci su tutti i tiepidi e g li sfiduciati e le fcmminettc dcUa cooperazione di classe:

« Una classe oppressa è la ·condizione vit ale d i ogni società fondata sull'antagonismo delle classi La redenz ione della clasSC' oppressa implica dunque necessariamente I,, creazione di una nuova società. Perché la classe oppressa possa redimersi, è d ' uopo che i poteri produttivi già acq1Usiti e i rapporti sociali esistenti non possano più esisteic gli uni a lato degli altri. Di tutti gli strumenti di produzione, la più grande forza produttrice i!: la stessa classe ri\fOlu:zionacia, L'organiua:zione degli clementi rivolu:zionari come daS$e, suppone !"esistenza di tutte le forze produttive che potevano generarsi nel seno della società antica. Può supporsi die dopn la caduta d elrantica società, vi u d uiu OU(l'II dominazione di classe riassumentesi in un nuovo potere politico ? No. LA red,ru:ione della r/a11e lar,a,a1,he J l'abolizione di ogni rlaue, allo stesso modo che la redrnrione del Terzo Stato, dell'ordine borghese, fu la abolizione di tutti g li stati e di tutti gli ordini. e La das.se lavoratrice sostituirà nel corso del suo sviluppo, all'antica società civile, un'associazione che escludcr:l le classi e il loro antagonismo e non vi !Mà piM poure politico propriamente Jellv, poiché il potere politico è precisamente il compendio o fficiale qeirantagonismo nella società civile.

• Nel numero successivo Mussolini rettifica:: « Nel n11mero uorw per il fallo di aver ;aitato nel rompo"e una riga di manou,iJJo è inco,to nell' arJicolo Evoluzione sociale e lotta di cfasse, "" erro11 eh, mi p,, m, di r11tifit11re. Proudho11 sailu la Filosofia della Miseria e non giJ lit Miseria della Filosofia uri/la ;,.. 1/ece dit C'"lo Marx in ,itpoua appunto IU/'r1pera pro11dho11i11na. V11 da , , quindi che il !,, ano riportalo ne/J'artiro/c è di Carli> M.trx. Q1mUJ per "feJof.JUt::a Jtorfr• e pe, u11,polo di roJtien:.a. m. b. l). (RBTl"ll'ICA, da L'A1111111ir, del l.A J1ora1ore, N 1I , 20 mano 1909, V).

In attesa, l'antagonismo fra il proletariato e la borghesia è una lolla d i r/411 1 contro classe ; lotta che portala alla su a più alta. espressione, è una rivoluz.ione totale. o·altra parte è il caso di _meravigliarsi che una · società foodata sull'opposizione delle classi, vada a finire in una "contraddizione" brutak, in un urtn corpo a corpo come llcioglimento 6nt1le?

« Non di1e che il movimento sociale esclude il movimento politico. Non v'è mAi movimento politico che oon sia nello stesso t empo sociale. Soltanto in un ordine di cose in cui non vi saranno più classi e antagonismo di classi le ··evo. luz.ioni sociali " cesseranno d"esscre "rivoluzioni po litiche"

« Fino allora, alla vigilia generale d"ogni grande riforma della società, l'ul· tima parola del la scienza sociale sarà sempre: Il combattimento o la mortela lotta Hnguinosa o il nulla! ».

Questa pagina che ci suo na nell'orecchio e nel cuore come una fanfara di· ,guerra e una diana di resurrezione, questa pagina e innumerevoli altre ci testimoniano la profondità, la Versatilità, l'acutezza inte llettuale dell'uomo che i soc ialisti di tutto il mondo riconoscono qual padre e maestro. Carlo Marx - lo ricordino bene i compagn i - era sopntutto un uomo d'azione. L'ult ima delle sue tesi su Lodovico Feuerbach, è una 6ne rampogna e un incitamento insieme. Non si t ratta ormai di studiare il mondo, si tratta di t rasformarlo !

Figure Di Donne

NEL W!LHELM TELL DI SCHILLER '

Edvige e Gertrude vengono introdottf; nel dramma accanto alla casa. Stauffacher sta seduto pensieroso sotto un tiglio, quando Gertrude gli si avvicina e gli chiede la Cagione di tanta malinconia.

So ernst mein Fre1md? lch kenne dich nichl mehr

Sch on viele Tage seh' irh ' s uhweigend an, Die finsler Tt'ii bsinn d eine Stirne furcht .

Auf deinem Herzen d riickt ein sJi/1 G ebreslen

V ertra11' es mir; ich bin dein lreueJ W eib

Und meine Ha!fte fordr' ich deines Gram's.

« Pe rché sei cosi serio, amico mio? Non ti conosco più. Da molti giorni osservo - silenziosamente - che una cupa tristezza grava sulla tua fronte. Una pena segreta ti opprime il cuore. Confidarne~ io sono la tua sposa fedele ed esigo la mia metà del tuo dolore >>.

V 'è in queste parole tutta l'affettuosità semplice di una buona com· pagna. Ma la bontà si accoppia nen animo di Gertnrde a una gra nde virilità di propositi. E si spiega quando si ricordi che Gertrude discende dalla nobile schiatta degli Iber,g e che - fanci ulla anrnra - mentre di notte tesseva insi eme colle sorelle - porgeva l 'orecchio intento ai pa rla ci dei capi deJJe comunità radunati a con~iglio e ven iva in tal modo a conosce re 1a situazione' politica della sua patria, In questo mo· mento s'avvcde che la colle ra del Landvogt minaccia Stauffache rl'uon;io che G ertrude stima ed ama. Il tiranno - c':)me il maggiore degli dei antichi - non può vedere nessuno felice appieno, non può tollerare che qualcuno possieda più di lui, che Nich11 nenni er sein, aJ1 1einen RitlermanJel.

1 Qu,110 ,,,tiro/o è un fr.immtnto dtgli Studi i.:dtici di letteratura tedesca eh, 11iU/o prtpdr11ndo t pubblicherò, 1pero, ,,,, b,H,. A.lire f ,11mm,,,,c dal titolo La poesia di Klopstock dal 1789 al 1796 fu pubb/ic,,,o ntl novembrt uo,so ,1: Pagine libere, dvi1t4 di LNgano - dirmd p1, pam Jmer11rù1 d.J pru Praiu, uo Chi11a M. B.

Trentino

« Nulla egli può dir suo, all'infuori del suo mantello da cavaliere». E Stauffacher domanda alquanto comicamente:

W as ist zu thunì

Gertrude gli consiglia d'intendersi cogli amici sul modo migliore onde liberarsi dalla oppressione del Landvogt, ma Stauffacher che sembra non :i.vere un carattere eccessivamente bellico rimprovera e deplora le audacie della moglie.

Und was ich mir ZII denken Jtill 11ef'bot du sprichJl's mii leichler Z11nge kecklich aus. Hat du auch wohl bedacht, u 1a.1 d11 mir ri.iW?

Wi, wagten es, ein u hwacbe; V olk de, Hirten, In Kamp f zu gehen mit dem Hnrn du Welt?

« E ciò che proibii a me stesso di pensare tu lo esprimi audacemente, con frase leggera. Hai ben pensato a ciò che mi consigli? Oseremo noi, debole popolo di pastori, di scendere io lotta contro il signore del mondo?».

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Stauffacher è un po ' comico nella sua timid ità quasi fanciullesca. Egli pensa che la guerra condurrà all 'annientamento delle libere ultime pat riarcali istituzioni e mentre la mogl ie lo incita e gli offre ad esempio i valorosi che sanno maneggiar l'accetta, Stauflacher - pacifista in fondo e, lasciatemelo dire, piccolo-borgbese come tutti coloro che vivono a contatto della terra e ne traggono il loro pane e il loro orgoglio e il loro misoneismo - ricorda a Gertrude che la guerra distrugge rà armenti e pastori. Anche la casa, la casa da poco eretta e nella quale Stauffacher confidava di passare - in onesta e laboriosa quiete - la sua vita; la casa - che per lui è una conquista e un nido e rappresenta la sintesi di molta opera materiale - andrà distrutta, incendiata dalle orde nemiche. Ma tutte queste saggie considerazioni d'ordine personale non intiepidiscono i furori guerreschi di Gertrude che prorompe minacciosa:

Wiisst'ich mein Herz an uitlich G11t gefenelt1

Den Brand wUrf' ich hinein mii eigner ·Hand.

« Se sapessi il mio cuore incatenato a un bene terreno, di mia stessa mano vi appiccherei il fuoco ».

L'apostrofe incendiària nella quale ci sembra di udire un accento di quel dispreuo dei beni fugaci della terra - predicato dal cristianesimo

OPERA OMNlA DI BENITO MUSSOLINI

- non convince allora il mite Stauffachec. E allora Gertrude vieppiù infiammata incalza con una 6era rampogna:

Sieh' vo rwàrtJ W ern er u nd nichl hintn dirh!

« Guarda in avanti Werner e non dietro a te! .».

Stauffacher si decide. Le ultime parole di Gert rude sono un chiaro proposito di suicidio.

D it letzte W ahi stebt auch dem Schwàt h1tm offen

Ein Sprung 1Jon die1er Briicke macht mich /rei.

« Anche pel debole è aperta un' ultima via di salvezza. U n salto da questo ponte mi rende libera ».

Schiller d ha dato in Gertrude il tipo della donna d'eccezione, la donna eroica. La psicologia di Gertrude è q uella di G iovanna d'Arco, di Caterina Segurana, di Adelaide Cairolì, di Luisa Miche!; disprezzo della vita e sete di libertà.

Qual contrasto caratteristico fra i bellici entusiasmi di Gert rude e l'affettività ingenua e timorosa di Edvige, la moglie di Teli ! Edvige è più umana e nelle sue parole vibra l'affetto vigilante della madre e della sposa Edvige trema di paura e tristi presentimenti le attraversano l'anima, ogni qual volta il marito va a caccia per l'alta montagna. Conosce Tel1. Il fo rtiss imo tiratore affronta senza paure e pericoli, le tem· peste e la collera degli uomini. Ora ha manifestato il proposito di recarsi ad Altdorf. Perché questò viaggio? Edvige sospetta. Sa che qualche cosa sta ordendosi contro Gessler Forse tra i cong iurati c'è Guglielmo, e a lui, come sempre, sarà affidato l' incarico più difficile Se Gertrude fosse 1a moglie di Tel1, probabilmente lo incoraggerebbe all'azione, al sacrificio per la ,libertà della patria, ma Edvige invecepiù donna - cerca distogliere Wilhelm dal viaggio progettato. Ma Guglielmo alla sposa che lo prega di lasciare almeno l'arco a casa risponde:

Mir feh lt der Arm, wenn mir die Waffe fe hll.

« Mi manca il braccio, se mi manca l'arma».

E racconta un 'avventura capitatagli un giorno durante la caccia. Il Landvogt - sulle altitudini solitarie - ha tremato davanti all'umile Teli.

Escwna allora Edvige :

Wehe dir! Da.s du ihn swach gesehen, vergiebt er niel

« Guai a te! Se tu l'hai visto debole, non te lo perdonerà mai! ».

A nulla giovano le implorazioni angoscjose di Edvige, v.na la preghiera perché il piccolo Walther resti a casa. Padre e figlio se ne vanno e la madre e la sposa li segue lungamente coll'occhio pieno di lacrime. Anche Berta, la fanciulla che Rudenz vagheggia di far sua, rassomiglia a Gertrude ed è fremente di amor patrio. Le ripugna l'uomo che non ama, non vuole difendere la terra ove nacque, come un figlio ingrato che rinnega e vilipende la madre Piuttosto che accondiscendere alle nozze con un traditore, Berta preferirebbe di dare la sua mano di spasa allo stesso tiranno, a Gessler. Rudenz, che dovrebbe essere il campione della libertà del suo popolo, è un miserabile mercenario ai servizi di una nazione nemica Berta esclama:

Mtin Herz bezwingen , dttss ich e11ch nicht hasJe.

« lo debbo per non odiarvi, forzJ.re il mio cuore ».

Ma l'amore è più forte di tutti gli impegni che Rudenz ha preso con l'Austria: l'amore di Berta ha vinto. E mentre il corno - sempre p iù sonoro - annuncia l'approssimar della caccia, Berta dà all'amante riabilitato il supremo consiglio:

F.irs Vaterland, du kiimpfst fii r deine Liebe!

BI ÌJI ein Feind, vor d em w ir aJJe zittern, Und eine Freiheù mttcht uni ttlle frei!

« Lotta per la patria, tu lotti per il tuo amore! C'è un nemico davan ti al qua.le noi tutti tremiamo e una sola Jibe,tà ci rende tutti liberi ! ».

Trtnto.

MU SSOLINI BENITO

D a Vùa Trentinll, fa.se. (fascicolo) 11, 13 marzo 1909, VII•.

• 11 Viid Tr1ntin11 (« esce una volta. alla settimana; è data in dono agli abbonati trimestrali, scmC$trali ed annuali del Popplo ~), era di1etta e di propricti di Cesare Battisti.

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