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ANNIVERSARI STORIO

I Clubs

« N on siete, come mc, p~fondamentc commossi dal grande spettacolo che ci offre Parigi? Un mese d 'assedio, un mese di reclusione. Quesu. Parigi che ignoiava se stessa; questa, a81i occhi del mondo, città di piaceri, laboratorio di mode, vestibolo di teatri, egoista e fri\'ola, non è oggi che un u sena!o?, una caserma, un accampamento».

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Così, un onesto cittad ino scriveva sulla cattolica Revue des deux M ondes nell 'ottobre del 1870. E Parigi era divenuta veramente un vasto campo m ilitare. I prussiani prima di piantare le loro bandiere trionfanti nella cosidctta metropoli del vizio, dovevano fiacca re la resistenza di un popolo deciso a ogni grande prova.

L'assedio aveva spinto alla massima tensione il patriottismo popolare, rievocate tutte le energie, esasperate tutte le passioni e g li odi e gli amori. L 'impero era crollato e la Francia aveva voluto - colla repubblica del 4 settembre - cancellare l'ignominioso ventennio dell'ultimo Bonaparre e uscire dalla necessità di una spaventosa situazione.

Col 4 settembre si soppressero tutti gli ostacoli burocratid e polizieschi che violentavano le manifestazioni popolari. I clubs si moltiplicarono; la propaganda dei prnfughi reduci da Bruxelles, da Ginevra, da Londra raccosJieva e manteneva nei dubs un'atmosfera satura di rivolta. Parecch i dei cl ubs prese ro il nome delle sale dove si stabilirono. Si ebbe un club delle Folies Bergères (teatro monda no), un club del PréJ a11:x. Clercs, un altro del Coliège de France, uno dell'Eco/e de Médecine. Altri clubs ass unsero denominazioni più significative. La Palria in pe· ricolo era il club presieduto da Blanqui. Il club Ld liberazione, quello ùi Vendei/a e altri rappresentavano le idee più avanzate.

La chiusura dei teatri durante lo stato d'assedio aumentò la foJla che interveniva a queste riunioni quotidiane dove si d~cuteva di cose interessanti, la difesa di Parigi e la questione sociale.

Ne' primi tempi anche i soldati andavano nei clubs a denunziare i loro capi e nel club di Belleville fu pronunziata la sentenza. di morte all'unanimità contro il generale Bazaine e furono invitati tutti i cittadini presenti a eseguire la sentenza Nello stesso club degli oratori gridavano: «Ci occo u e un '93 ! Ebbene il ' 93 tornerà, siatene sicuri, citta• dini ! Noi ritroveremo dei Robespierre e dei Marat ! »

L'eloquenza dei tribuni era carica del vecchio g iacobjnismo tramandatosi attraverso le insurrezioni del '32 e del '48 : si ripetevano ad un secolo di distanza le fras i dei montagna rdi: tutti gli atteggiamenti spi~ rituali e, più tardi, molte disposizioni politiche della Comune, dimostrano che c' era neg li an imi una preoccupazione che soverchiava e fai. sava la visione storica: la presunzione d imitare quanto più fosse pos· sibile la prima rivoluzione. la cannonata di Valmy era ancor viva nelle memorie. II popolo di Parigi aveva vinto allora contro gli stessi nemici. 11 popolo di Parigi avrebbe, dopo il secolare intervallo, trovata la virtù di spezure la prussiana siepe di ferco, che lentamente, ma continua· me nte, si stringeva attorno alla grande città. E nei dubs la difesa di Parigi era l' inesauribi le argomento di discussione Alla tribun a si succedevano oratori di og ni genere. Accanto a quelli che recitavano poche frasi mandate a memoria, v'erano i liberatori di Parigi - inventori, cioè, di mezzi portentosi per sgominare il nemico Si trattava di bombe, di fucili nuovo modello, di sistemi d i trincee inattaccabili. Si proponeva l'avvelenamento dell'acqua della Senna e , aU- ultimo, l'uscita in massa, la sortita « torrenziale » o di «disperazione» come la chiamavano i frequentatori del club blanquista.

Mano mano però che la fat idica data del 18 marzo [ si] avvicina, le di scu.ssioni dei clubs risentono l'influsso delle idee soc.:alistiche rappresen· tate in Parigi da forti e numerosi nuclei dell' Internazionale. Nel club delle Halies Cenirales s'invocano m isu re socialiste e cioè la requisizione di tutte le sussisten:z:e e distribuzione egua le a tutta la .popolazione, la confisca dei beni dei bonapartisti e dei trad itori, la incorporazione im mediata di tutti i semi naristi nell'esercito, la destituzione di tutti i generali e la sostituzione con « fig li del popolo ». Nei clubs si comincia a dubitare della sincerità della Repubblica borghese. Si parla di tra· dimento. Si fanno delle accuse. Si te me che la Repubblica di Thiers e consorti voglia sacrificare Parig i, come l'impero ha sacrificato la Fran· eia. Quasi all'indomani della pace, scoppia - sotto l'occhio dei Prussiani - la guerra civile fra Parigi e Vcrsaglia, fra la repubblica dei rurali, dei massacratori, dei codardi. e la Comune del popolo. Parigi operaia, Parigi dei sobborghi - che esprimono nelle viscide stradette, fn. le altissime case, gli eroi della ba rricata - Parigi si dispone al cimento supremo. Dalle colline di Montmartre discendono ì battaglioni neri : rivivranno Marius e Gavroche.

In queste copdizioni i dubs prendono uno sviluppo eccezionale. Lo dimostra la composiiione stessa della Comune dove i clubs hanno il maggior numero di eletti, cioè 21, mentre l'Internazionale ne ha 17, il Comitato Centra le U, il g ruppo blanquista 7, la stampa radicale ed il partito rivoluzionario 9, il partito borghese o moderato 15. Costoro, poi, non frequentarono 6 scdu.te e dopo pochi giorni rassegnarono le dimissioni coJlettivamente. ·

Anche le donne formano dei clubs. I dubs femminili diventano un'organi:uazione rivoluzionaria. Le componenti sì pongono al servizio deUe ambulanze; lanciano un appello vibrante d' internazionalismo « aUc cittadine di Parigi», esce una dichiarazione (che porta, fra le a ltre, la firma di Luisa Michcl), nella quale le donne delle ambulanze della Comune affe rmano « che la loro vita è consacrata tutta alla causa della rivoluzione, a curare sul luogo del combattimento le ferite prodotte dalle palle avvelenate di Versaglia, di prendere, quando l'ora lo esiga, il fucile come tutti g li altri.... ».

I clubs intanto invadono le chiese.

Scrive Benoit Malon nella sua Storia della Comu ne :

« Jl pulpito, dal quale sì era fi no allora predicato il rispeuo dri forti e la rassegnazione della miseria, s'inghirlanda di bandiere rosse. Da esso gli oratori improvvisati predicano, alla luce delle lampade profane, la ~anta rivolta delle m::use affamate; nosomìzzano uomini e fatti, narrano e stigmatizzano g li orrori scoperti nelle case religiose ; si enumerano i cadaveri d i giovani donne e di neonati trovati nella Chiesa di S. Lorenzo; si descrivono gli strumenti J i tortwa rinvenuti nel cpnvento di Piepus ».

Chiama Benoit Malon - i dubs del '71 - focolai ardenti della passione popolare e lo furon o. Gli operai della Comune si mostrarono degni epigoni dei gloriosi sanculotti. I soldati che componevano i battaglioni della Comune, i Vendicatori della Repubblica, i Vendicatori di Hourens, i volonta ri di Montrouse, i Figli del Père Duch~ne erano « poveri ed e roici figli del popoJo l:he andavano agli avampost i colle vesti stracciate, ma colla cartucciera munita e colla volontà di vincere» .

All'avvicinarsi della catastrofe i clubs divennero le grandi scuole del disprezzo alla vita. Gli operai seppero morire.

Ogni barricata fu difesa dai vivi, fu coperta dai morti. Gli assassini di Versaglia conquistarono Parigi palmo a palmo e :solo attraverso i cadaveri di 36.000 comunisti, 'fhiers poté celebrare la vittoria deU'Ordine.... consolidare il principio d'Autorità.. .. ristabilire il dominio della Legge.... abbandonarsi al tripudio della Vendetta.... lavare « l'onta all'Umanità » .

Trenlo.

Da 1J Popolo, N. 2662, 24 mano 1909, X.

BENITO MUSSOLINI

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