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IL MONELLO RISPONDE
Gli scrittori del quotidiano foglio clericale non potevano farmi complimento più gradito. Solo io temo di non esser degno di appartenere alla schiera dei monelJi, dei monellacci che hanno lasciato traccie di sé nella storia. Vorrei essert monello come Gavroche - romantica creazione del genio victorughiano - vorrei poter imitare Balilla· - Io scamiciato genovese - che voi austriaci non potete aver ancora dimenticato. Un giomo, a Genova, si trascinavano certi cannoni per le vie della città... La soldatesca brutale volevi far violenza ai passanti.... Bastò il sasso lanciato da uo monello, p erché.... Genova scuotesse il giogo nemico. Per maggiori particolari consultate una qualunque Storia d 'Italia.
Ma qual superbia spinge me - ultimo monello degenere che non conosce le barricate e rispetta le pietre dei selciati cittadinì - a considerarmi degno della compagnia di Gavroche e di Balilla? No, io non lo merito ancora !'ambitissimo titolo e voi, o giornalisti clericali, mi tentate, senza effetto, mi lusingate, ma invano. Tuttavia mi propong o di diventare un buon monello. Non crediate che per raggiungere q Ltesto scopo io mi eserciti, nei càmpi, a rubare i nidi e le frutta, a tirar sassi agli storpi, a dir oscenità alle donne. Per diventare un « buon monello » io passo molte ore in Biblioteca, curvo 5u vecchi libri dalJe pagine grige, per diventar un « buon monello » non rifuggo dalla lettura di libri c ristiani e anche cattolici, per diventar un « buon monello » accumulo note, appunti, osservazioni, accumulo la breccia scb egsiata viva col mio lavoro ostinato, il materiale cioè da cui trarrò i ciottoli per allontanare le bestie rognose a qualunque gradino della scala. 200Jogica appartengano.
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Le melense leziosaggini del trafiletto di cronaca del 9 aprile 1909, non sono una risposta al mio articolo. Silenzio non fu mai più eloquente. L'allegoria del treno rosso, del macchinista rosso non depope a favore della vostra fantasia, Il motivo fu già sfruttato. Se i miei inviti ai passeggeri non sono incoraggianti e vi sembrano villanie attribuitene la ragione al mio temperamento e alle mie convin2ioni che mi portano a preferire il piccolo nucleo ci.soluto e audace alla maua numerica, ma caotica, amorfa, vile.
Opera Omnia Di Benito Mussolini
Nel nostro treno (mi dispiace proprio di dover continuare in questo secolo di r itardi nella sciocca immagine ferroviaria) non accettiamo che i volontari. Non ci mettiamo noi allo sportello, truccati e inverniciati a tinte rosse per non sgomentare i timorosi dei colori vivaci. Noi lasciamo questi sistemi di boniment alle prostitute e ai preti. Il nostro treno non vuole accogliere tutto il bestiame minuto e t imido. Rinunciamo alla soddisfazione di potèr mettere l'avviso: « carico completo » Pochi, ma coraggiosi. 'l'anta più che voi ci prevedete molti disastri e ci augurate che altro bestiame:: rimasto a piedi, faccia saltare le nostre rotaie e le nostre macchine. Il « yìetoso » desiderio non potrebbe essere più « pietosamente » cristiano
11 vostro patriottismo poi, o scrittori clericali, è una grande ipocrisia. Il fondatore della religione che difendete, fu un genu ino interna2iona1ista. Egli deluse l'aspettazione messianica del popolo eb reo, poi· ché, invece di rivolgersi ai suoi connazionali ed esclusivamente a loro, spezzò il cerchio ~ngusto dello sciovinismo giudaico e predicò la buona novella per tutti gli uomini a qualunque nazione apputenessero, qualunque lingua parlusero. E qui forse sta la ragione int ima per cui Gesù seppe lo spasimo di Getsemani e il martirio della croce Ma non è forse organizzazione internazionalista la ecc/eJia cristiana ? Nel compimento dei riti, nelle locuzioni pontificie, n ella corrispondenza fra g li alti mem bri della gerarchia, non impiega la ecdesia cattolica u na lingua interna: zionale? V 'è poi un'altra ragione immediata, non ideologica, ma pratica, anzi polit ica, che impedisce a voi clericali di essere campioni Jel na2.ionalismo. n tempo di gettare la maschera....
De mi11imis norr rurat praeJor, ecco l'adagio superbamente romano. che applicano al riguardo dei miseri mortali i giuristi dell'Alto A dige, Malgrado l'altezza delle loro sei colonne di autentica spazzatura, q uei dell'A.A. ci muovono un senso d'infinita pietà. Anche costoro non discutono, non si difendono e non difendono sopratutto fattegg iamento degli amici. Davanti alfa verità brutale, gettata in faccia, noo a scopo reclamistico, è sempre un comodo sistema quello di riti rarsi in uno sdegnoso silenzio. Vecchio g ioco, amici miei, e come tale ha fatto il suo tempo.
Poveri radicali-nazionali! Povera lingua italiana! Povere muse ! lo non ti riconosco più o vecchia democrazia, attraverso la condotta opp ortunista dei tuoi deputati che votano pec l'Austria guerrafondaia e minacciante, non ti riconosco più, mia bella lingua del « sl », attraverso ali'italiano dei tirolesi o al, tirolese degli italiani, e sopratutto io non vi stimo più o abitatrici del sacro Elicona, da quando settimanalmente, come avvizzite zitelle in fregola, vi abbassate aJ punto di fornicare con Spino*. Ripugna veramente il vuoto alla natura e non vi ,arcbbero, per caso, delle ecce~oni?
MUSSOLINI BENITO
Da 11At1vmire d,I Ult10,11Jor1, N. 15, 15 aprile 1909, V.