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IL « SACRO » OVILE

Agli ingenui che deplorano le polemiche personali, alle anime miti che vorrebbero le discussioni serene nel campo d elle idee io rispondo che le idee es istono in quanto vi sono degli uomini che le p rof essano. O gni lotta per un'idea diventa necessariamente lotta di uomini contro altri uomini. Deprecare questo fato umano è opera sciocca : non ci resta che g iudicare i metodi coi quali queste l otte vengono combattute.

C'è il metodo della sincerità, Allora n ell'ampio stad io scendono i l ottatori coi volti non cbperti da maschere, colle mani prive di a rmi insidiose: il gagliardo certame callistenico non inorgoglisce i vincitori n~ fa arrossire i vinti: la vittoria non è l'opera del tradimento, la sconfitta non è il risul tato della viltà. G li an imi n on s'abbeveran o d'odio, pur non rinunciando ad altre e più difficili prove,

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Q uesto è i l metodo nostro.

Ma gli « ignaziani », i seguaci di Loyola rifiutano di combattere ad armi pari : se sono più forti t i schiacciano, se sono più deboli t i calunniano. Vittoriosi, non hanno pietà; vinti, gridano alla sopraffazione, alla violenza !

La scuola di padre Ignazio .6.orisce nel Trentino. Alla bassezza strisciante del gesuita, qui s'accoppia l'impudenza di chi comanda. Qui si «osa» essere clericali e non ci sono scrupoli circa l'impiego dei mezzi per conservare la supremazia economica, politica, morale.

I clericali t rentini sanno che per abbattere un partito bisogna demolire la .personalità morale dei capi.

Ecco spiegato l'accànimento feroce contro Battisti, Flor, Gasparini e il sottoscritto. Accanimento feroce, ma vano. Dopo dieci anni d'esi• stenza il partito socialista trentino può ben tenere alta la fronte in cospetto degli avversari.

Le cronache h anno dovuto occuparsi di un don Felicetti condannato per atti osceni a tre mesi di carcere, di un prete d i Pinè scomparso coi d~ari rubati agli imbecilli che si quotarono per una scala santa, di un don Bonetti d i Levico fuggito per ignoti lidi a causa di irregolarità cattolico-finanziarie, di un zoccolante da Cognola allievo nonché seguace · dei co lleghi di Pallanza, di un don Plotegher rcvolventore, di un prete di Susi che prolifica in concubinato, di un....

Ma basta, o amici! Io non voglio solle\'are i centomila metri cubi di letame cattolico. Datemi del sublimato al 100/100.

Le crònache cittadine hanno trovato invece poca materia nelle gesta dei socialisti. Ci sono finora 7 giorni di carcere per Battisti, 48 ore per Fior e 3 g iorni per me. Atroce dis illusione dei dericali ! J giudici di Trento seguono il « buon » Magnaud di Francia. Che piacere, che orgia se ci. fosse domani il socialista condannato a 17 anni di reclusione per i delitti di Don Riva o a 13 per queUi di Don Zarri o all'ergastolo per gli effe rati assassini compiuti da Don Vittozzi e da D on Adorni!

Poiché g li «agnellini>> del «sacro» ovile tri pudiano attorno all'abbiezione umana quando non si esprima dalle loro file.

Ma io che li conosco, e la terra dove sono nato è ancora fresca del sangue delle stragi papali, io so che non bisogna essere corretti, misurati, con questa banda di filibus tieri che si sono gettati sulla re lazione {sic ] come su di una terra di facili conquiste.

Ancora una volta: « Guai ai p ietosi! >> Noi siamo pronti a scendere sul terreno delle idee, ma se gli avversari p referiranno invece l'attacco :subdolo, personale, anonimo, noi raccoglieremo il guanto di sfida. Continueremo la lotta sino alla noia, sino all'esasperazione.

Non esauriremo così facilmente le nostre riserve cerebrali. Forse riusciremo a ridurre al silenzio gli agnellini bianchi e i montoni ner i del «sacro » ovile.

Da li Pop ol o, N. 2720, 5 giugno 1909, X.

LA NOSTRA GUERRA *

Io vi ringrazio di questa vostrn manifestazione di stima non per me ma per le idee che rapp resento e difendo. Vuole l'antico costume che alla sera delle grandi e delle piccole vittorie si raccolgano a liete brigate quelli che parteciparono alla battaglia. Cosl dagli eroi d'Omero agli eroi di Garibaldi. La nostra guerra è diversa nelle armi e negli scopi da quante guerre furono mai combattute; per qutsto l'antico costume si purifica perpetuandosi in noi che alla sera della vittoria non abbiamo rimorsi di sangue versato, né ricordi di tradimenti e di viltà. Un giornale di Trento ci ha chiamati violenti. Se l' anonimo scrittQre fosse qui, dovrebbe convincersi di aver mentito. Fummo altra volta chiamati malfattori . Ebbene, se violenti e malfattori sono tutti quelli che hanno in odio le bassei.ze, le iniquità., le ingiustizie ; se malfattori e violenti sono tutti quelli che tendono gli sforzi alla realtà dell'ideale, noi siamo allora malfattori e violent i e siamo fieri di esserlo. Il clericalismo trentino attacca me, per colpire la Camera del Lavoro. B questa, in tutta Trento, l'unica istituzione che non subisca né da vicino né da lontano l'influenza della setta clericale. Voi avete ini2iato un movimento, condotto un'agitazione, raggiunto un accordo, senza chiedere l'intercessione de l St-gretariato cattolico o l'intervento di quei deputati, infetti da quel m orbus sater che ha dato qualche tempo fa motivi di cronaca locale. La. classe operaia di T rento è fedele alla Ca.mera del lavoro: ecco la ragione del bieco livore clericale. Noi non dobbiamo preoccuparci di questi impotenti. Essi mi querelano per offese all' onort e mi r imettono ai tribunali. Piccoli mezwcci che suscitano nel mio animo un senso di pietà per coloro che li adoperano. Ho avuto altri avversari ben più temibili, ho combattuto altre e più difficili battaglie. Sono uscito dalle lotte e dalle persecuzioni poliziesche più fresco, più temprato, più sicuro nelle mie convinzioni. 1l carcere non mi fa paura, non deve farci paura. Un p roverbio russo vuole che per djventare uomini occorra fare 6 anni di gin.

• Discorso pronunciato a Trento, nella sede della camera del lavoro, la sen. del 5 giusno 1?09, durante una. « modesta bicchierata » tenutasi per solenniu.ate lietamente lt conquiste ottenute dai falegnami colla loro recente agi. tuione. (Oa I/ Pop(J/o, N. 2721, 7 giugno, 1909, X).

IL P.ERIODO TllENTINO

nasio, 2 di università, 2 di reclusion e [o stimo che il carcere sia un ottimo regime di disciplina morale che rinsalda la volontà e rinvigorisce gli animi. Mio nonno ha conosciuto le prigioni papali, mio padre quelle della monarchia sabauda, io quelle di una repubblica e di una monarchia. Conoscerò anche quelle dell' impero e intanto la sacra tradizione famigliare non sì spezzerà. Non vi chiediamo stasera un atto di protesta contro i criminali del Vaticano trentino: ma tenetevi pronti, perché se Ja sconcia campagna contro la ùmera del Lavoro non cesserà, vi chiameremo all' azione. Ed ora, o compagni, pensiamo-al sacro dovere che ci chiama a migliorarci e a migliorare l'ambiente in cui viviamo. Promettiamo solennemente a noi stessi di lottare g iorno per giorno, infaticabilmente, fino a quando le miserie economiche, i privilegi politici, le superstizioni ultramontane non siano s<ompa rse. Nelle nostre m ani è Ja forza., nella n ostra idea l'avvenire! ( Q 11a1i ogni pviod o del d lJco,.10 di MuJJo/ini i sottol i neato da grandi applausi I.A fine è accolta da una int ermjnabi/e o vazion e).

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