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MEDAGLIONI BORGHESI
La Signora Onesta
N el tepido pomeriggio d'ottobre, sotto la carezza sciroccale , un tapp eto di foglie gialle si era disteso sui viali del parco. Spis, il cagnolino, abbaiando, avvertl la signo ra del mio arrivo. Entrai. La signora stava seduta sopra un soffice divano e mi accolse con una inde6nìbile smorfia fra il sorriso e lo sbadiglio. Sul tavolino e ra aperta la raccolta dei versi di Verlaine. In un angolo d el divano c'era iJ De Profundis di Wilde. Cap ii dalle prime battute del dialogo che la signora era mortalmente annoiata.
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- Oh J - mi fece dopo un lungo silenzio - q uesta vita mi stanca..., Preferirei lavorare nelle risaie, sorto al sole, o in questa stagione celebrare la vendemmia lungo i filari carichi de' grappoli, o essere della ir.numere schiera delle operaie che vanno alla mattina in un laboratorio, si guadagnano il pane, non hanno ambizione né lussi; amano un so lo uomo e di un amore semplice e senza rimorsi ....
- Me lanconie, signora - interruppi. - Melancon ie
- No - ribatté ella vivamente; - desiderio di una vita più libera e più pura Sono stanca di fare la signora «onesta».
- Oh! - gridai. - Già stanca di fare la signora onesta? B. dunque così difficile ? Se i nost ri vincoli di pa rentela (la signora era mia cugina di secondo grado) mi permettono di rivolgervi una domanda in confidenza, ditemi: :e. cosl difficile fare la signora onesta?
- Enormemente difficile. Due g iorni fa ho dovuto partecipare a una vendita di beneficenza e ho dovuto baciare il miglior acquirente; ieri sera al grande festival autunnale ho ricevuto tre dichiarazioni d'amore: un ufficiale, un banchiere e un professorino di diritto canonico; domani ho una seduta delta Lega per la protezione della fanciuJla e dovrò difendermi dagli attacchi e dalle velleità conquistatrici del vice-presidente: un avvocato daUa parola melata e dalla faccia insulsa.
« Guardate la quarta pigioa di questo giornale, fra gli annunzi vari. leggete. Il mio ex fidanzato, il marchese Biliastri, vuole che glì fissi ua convegno per restituirci le nostre lettere e i nostri ricordi d'amore, Minaccia, caso diverso, di abbandonare l'Italia fon'1mco la vita. Aspetto fra un'ora la visita di una contessina, mia compagna di collegio, che viene per chiedermi consiglio e raccontarmi naturalmente la sua odissea di povera tradita.
« Le sere in cui vorrei esser libc-ra, mio marito raccoglie in casa nostra i suoi amici Gente arricchita o sulla buona via per giungere alla potenza del denaro; gente che patia molto spesso di cuoio, d i sconti, di sardine, di conserve, di corsi e discorsi. C'è fra i miei ospiti serali il figlio di un salumaio, un giovanottone alto e rubicondo, dalla fronte busa e da una capigliatura crcsputa come Wl africano. Parla poco. Avevo notato certe sue occhiate. Ieri sera ha lasciato sotto al mio cestino da ricamo una poesia d 'amore. Dev' essere d i Stecchetti.
« L'inverno prossimo s'annuncia poi come eccezionalme nte ricco d i f este, ricevimenti, teatri, banchetti, serate. Avrò da. lavorare, ve l o assicuro. Una signora che vuole essere onesta nel senso che la società mondana dà a questa paro la, non ba un momento di tregua. Anche le oasi de ll' amore adultero han nO le fonti avvelen ate dal dubbio, dal SO· spetto, dalla pa ura, qualche volta dalla traged ia, O ggi una signora onesta, dopo ave r fatto il suo ing resso nel mondo e compiuto il suo noviziato matrimoniale, non ha che una domanda da farsi : Con chi tradirò mio marito? Per quanto tempo lo trad irò?
« E noi, signore oneste, che viviamo una vita artificiosa, superficiale, vuota, rappresentiamo l'eterno femminino, in tutte le sue più d ecorative virtù.
« Riceviamo gli omaggi degli uomin i e le assoluzioni coffipiace nti dei frati; siamo invidiate, e meriteremmo di essere disprezzate o compiante. Noi ci prepariamo una vecchiaia grave di rimorsi Siamo le si8ROre oneste che non mancano ai veg lioni di beneficenza e alle première! dei teatri, che passano da un campo di corse ai confessionali, da una conferenza scientifica, letteraria, morale, mondana._ a un paneg icico chiesa.stico.
« Siamo le signore che leggono la Filotea in chiesa e Willy prima di andare a letto. Siamo le signore o neste che gettano l'improperio sull'operaia, che cede alle tentazioni della colpa. Noi difendiamo la morale per gli altri e l'immoralità per noi.
« Sono stanca di portare la maschera ».
Questo sfogo non mi commosse gran che. Le donne oziose, sono disposte a queste crisi d'ipocondria. e una forma di esaurimento cerebrale o sessuale.
-O signora - dissi - continuate a far la signora o nesta.... Tutti gl i altri mestieri non sono adatti per voi. Lasciate che nelle risaie ci vadano le figlie dei campi. Esse h anno la pelle resistente ai morsi delle zanzare, e i loro piedi non sanguinano a camminar fra g li sterpi. Non invidiate le operaie industrializzate. Sono clorotiche, anemiche, defor. mate dalla fatica. La vostra taglia così deliziosa, cosl molle assumerebbe le fonne rigide di una macchina e il vostro viso perderebbe quel dolce pallore di penombra che vi rende cos1 adorabile.
« Alla sera poi la stanchezza vi getterebbe subito a letto.... E allora addio letture di poeti decadenti e sopratutto addio omaggi sentimentali di ospiti innamorati. Non stancatevi della carriera intrapresa, signora onesta. Nient'altro!».
M'inchinai e uscii.
Oggi è cominciato un processo alle Assise. N e lla gabbia degli accusati sta una elegantissima signora, tutta coperta da un lungo velo nero. Quando il presidente Je ha chiesto - al principio della sedut!lche professione esercitasse, la signora ha alzato con atto superbo la testa e ha risposto :
- Sign ora oneJtal
Un mormorio si è levato dail'uditorio. Il presidente è rimasto interdetto. DaJlà tribuna riservata, molte signore hanno puntato i binoccoli sull'accusata. La quale ha profittato del silenzio e ha ripetuto:
- Signora onesta/
Il pubblico m inistero scandolezzato ha redarguito l'accusata:
- Una signora onesta non avvelena il marito!
L' uditorio ha sottolineato queste parnle con un mormorio d 0 approvazione, mentre la signora dichiarava:
- Si può avvelenare un uomo in parecchi modi. Io sono stata infelice nella scelta del veleno. Per questo mi trovo alle Assise. ·
MUSSOLINI
Da L'AJ.1t1tnir, d,J Lavor11Jore, N. ;2, 12 agosto 1909, V