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GLI UOMINI DEL GIORNO
Lal Dhyngra
Lo studente indiano che alcuni giorni fa uccise a colpi di rivoltellJ. due alti funzionari inglesi, è stato impiccato ieri, nd cortile della pri,gione, a Lon dra. La vendetta socia le è dunque compiuta, la metropoli dilapidatrice getta un cadave re alla colonia dove si muore di fame.
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Dhyngra è morto da eroe. Nessun tremore all' annuncio della sentenza, nessuna esitazione ne ll' incedere verso l'orribile arnese, nessuna parola di rimpianto.
Mentre porgeva il collo al sottile laccio di seta nera Dhyngra sapeva di rappresentare la sua patria in felice, rindia, misteriosa culla di antichissima civiltà, l'India ricca e spogliata dai capitalisti inglesi.
I giornali narrano che la morte è stata istantanea, e con questa frase che sotto intende un specie di «altruistico » comp iacimento, la cronaca è finita. Ma dopo l'episodio resta la significazione morale dell'atto. Perché Dhyngra ha assassinato? Per protestare contro l'Inghilterra rapinatrice. Dopo le bombe lanciate in patria da altri ribelli, lo stude nte indiano ha sentito la necessità di tag liare il cielo bigio di Londra, col gesto che sopprime. Egli ha ucciso. Il codice lo h a condannato Ma la giustizia s·illude, ma Londra si ilJude, se crede di aver dominate le cause del malcontento in diano, rnnsegnando al boia Dhyngra.
Il corpo stecchito e pendulo daJla forca diverrà una bandiera di rivolta.
MUSSOLlNI
D a lJ Popolo, N. 2782, 20 agosto 1909, X.
ABBASSO IL MAESTRO !
l,r ogni 11iil.1ggio v'è 11n~ fit1mma: il maesl ro, e iN un uomo chi tenta spt<gnerla: il prele.
V1croit H uco
D el processo che si è svolto ieri al tribunale di Rovereto e avrà oggi il suo epilogo, non è la sentenza che mi interessa. Io lascio ai pret i il sistema di giubi lare, dopo le condanne. La vendetta socialein questo caso - passa in seconda li nea. L'episodio invece rimane e appare come un sintomo segnalatore di tutto il medioevo annidato nelle montagne, fra la gente semplice, ignara e fanatica.
Riasswniamo: Il principale accusato è un prete. Che il temperamento di questo degno ministro di dio non rassomigli a quello dei serafini celesti, lo prova una certa predilezione per le armi da fuoco. Don PJotegher aveva chiesto infatti un porto d'armi per fucile, p istola, rivolteUa.· Quest'u1tima, ha detto il prete, mi è stata regalata ...
Voi, o miei ingenui fratelli, pensate che un seguace di Gesù non debba accettare doni di simil genere.... Voi pensate che un prete possa accettare un regalo quando si tratti ad esempio di un bel quadro della V ergine, di una Filotea rilegata in oro, o di un Cristo d'a rgento, d'avorio o di ferro battuto, di un soggetto di devoz ione, insomma. N o. D on Ploteghe r preferisce gli arnesi micidiali. E sapr'ebbe anche imp iegarli. Egli ha d ichia rato che avrebbe fini to a colpi di revolve r il maestro, qualora quest i non avesse sollecitamente abbandonato i locali della canonica.
E il fucile? Don Plotegher l'ha comperato. Fra un vespro e l'altro, prete Plotcgher andava a caccia, esercitava l'occhio e il polso ad uno sport che costava la vita a tante piccole esistenze create da dio, se dobbiamo por fede alla genesi.
Cristo si armò una sola volta durante i tre anni della sua predicazione e l'arma fu lo scudiscio che cadde sui mercatori del tempio. I cristiani del secolo XX si adornano di fucile, pistola e rivoltella. Cristo rimproverò a Pjetro la sciabolata inferta al legionario romano e con ciò volle dimostrare di essere alieno da violenze; i cri stian i del secolo XX, sollecitano le folle incoscienti alla distruzione e alla strage degli avversari.
Si noti che il maestro di Brione non è un socialista. Sua moglie aveva inizi ato una sottoscrizione pro bimbo Gesù. Siamo dunque in g rembo a Madre Chiesa.
Il maestro andava a messa regola rmente, colla moglie e col parvolo. Ma l'osservanza delle pratiche cabalistiche non lo risparmiava dalrodio del curato. Costui aveva perduto la scuola ed era stato sostitu ito da un maestro laico. Ecco la causa prima del livore. L'affare grottesco delle castagne è un pretesto, il curato si mette all'opera, assiduamente, perfidamente. Vuole isolare il maestro, rendergli impossibile il soggiorno a Brione, allontanarlo e ci riesce. E una sorda, segreta macchinazione ord ita durante lunghi mesi che determina lo scoppio finale. Vi sono i pavidi che all'ultima ora vorrebbero evitare la dimostrazione e rimettere l'affare alle Autorità, ma il Cttcato addimostra un sovrano disprezzo per ogni pratica legale e sentenzia che l'acqua stagn ante imputridisce. Lo ha detto anche Metastasio, prima di Plotegher: vinto, ma dalla sua vittoria .di Pino è chiamato oggi a rispondere davanti al Tribunale.
Limpida è l'onda rolla fra saui, Se rl!tagna è impura, Brando che ùmtiJ g;ace SplendeM in guerra, i rugginoso in pace.
E a rriva il giorno in cui i freci propositi maturati in canonica devono tradursi in realtà. B j! primo maggio. Alla sera, nella chiesa si recita il rosario, il rosario del mese mariano. Alla fin e don Plotegher si alza e con voce inspirata si ri volge agli oranti fedeli: « Domanie81i dice - dirò messa non alle nove, ma alle otto. Poi me ne andrò.... ». L' armento si commuove non per il cambiamento d'orario, ma per l'annuncio misterioso di una partenza che forse non avrà ritorno Esistevano già g li accordi per una dimostrazione; il sagrestano aveva preparato il terreno. La frase del reverendo è la goccia che fa traboc· care il vaso. Il rosario non ha sopito gli istinti bestiali della folla che si precipita sotto l'abitazione del maestro. Si grida: « Abb.i:sso il maestro, morte al social ista, via satana!, i volem impicadi Juti tre alle 11 e mezza, padre, madre e bambino». Si sfonda la porta di casa, si lanciano pietre nel corridoio e alle 11,30 molto probabilmente la minacci:1. d·impiccagione avrebbe avuto effetto, se la voce del prossimo arrivo dei gen• darmi non avesse disperso la folla.
Il resto è immaginabile: Maestro, moglie e bimbo, spaventatissimi, sì rifugiano a Condine, e non sono pìù tornati a Brione. Il prete ha U'i•• Il.
Se gli avvenimenti che avranno l'epilogo giudiziario a Rovereto, si fossero svolti 4 secoli fà, che magnifico processo di streghe e qual rogo superbo! Gli imbestialiti parrocchiani avrebbero invaso l'abitazione di Satana, l'avrebbero incendiata; iJ prete si sarebbe dato a ricerca.re il sigil/um diaboli sull'epidermide dell'infelice maestro e un grande ro·go sulla pubblica piazza avrebbe punito i malcapitati che nel secolo XX dovevan finir sulla forca.
Maestro Terreo, se ci credete ancora, accendete un moccolo di cera vergine dina nzi aJl'immagine del bimbo Gesù d i Praga e ringraziatelo di avervi fatto nascere in un secolo in cui i gendarmi non sono più il braccio. secolare dei preti.
11 verdetto, ripeto, non mi interessa. Un condannato mi commuove sempre a pieti. lo non mi nutro di prete. Sappiatelo dunque ( e apri anche tu le somare orecchie o prete Chelodi) che il mio stomaco è malato da quando ho sofferto la fame e non può tollerare carni di animali appartenenti alla specie zoologica degli antropoidi neri.
Benito Mussouni
Da li Popolo , N. 2783, 21 ago~to 1909, X.
Tribunale Di Rovereto
Un Prete E Sei Complici Alla Sbarra
(Dal noslro invialo MuuoJim)
L' ANTEFATTO
I lettori r icorderanno la tragicomica storia della caccia al povero maestro di Brione organizzata dal curato del luogo, Don Eugenio Ploteghe r.
Questo poco entusiastico rappresentante di Cristo aveva attaccato ferocemente dal pulpito la moglie del maestro e non tralasciava occa· sione p er perseguitarla.
U m aestro andò con la moglie a chiedere spiegazioni ed il reverendo lo accolse con la rivoltella.
Il fatto tu raccontato sul Popolo, Il prete si imbestiò maggiormente e sobiJlò la popolazione che sotto la guida del sacrestano dette un vero assalto alla casa del povero maestro costretto a fuggire precipitosamente a Condine.
La Corte
La Corte si compone di: Pres. Cons. d e Guelmi; giudici, cons. Gaio, Chilovi e Ambrosi; cane. bar, Bicgheleben.
Alla difesa siede l'avv, Brugnarà. La parte civile è sostenuta dal· l'avv. Angelo Pinalli.
L'ATTO DI ACCUSA
L'atto di acc~sa è formulato contro il curato Eugenio Plotegher e contro Perotti Antonio, Perotti Sofia, Pelanda Agostino, Pelanda Do· menico, Faccini Pietro e Faccini Domen ico, tutti pertinenti di Brionc, Do·n Plotegher è .accusato :
1) di aver con prediche, adunanze e fervorini in chiesa ed in canonica èccìtata e sobillata la popolazione di Bdonc a fare in massa una dimostrazione ostile contro il maestro Giuseppe Terreo e la sua
OJ>lìRA OMNIA DI BENITO M USSOLINI
famiglia. La d imostrazione fatta, fu tale che produsse ne i coniugi Giuseppe e Pieri na T e rreo un'alterazione della salute per 30 giorni almeno;
2) di avere il 17 marzo 1909 in Brione, impugnando un revolver, cacciato dalla canonica Giuseppe T erreo con la moglie ed un figliuoletto ( incutendo nei t re paura ed inquietudine);
3) di esser stato trovato in .possesso di arma vietata, senza la prescritta l icenza.
Gli altri sei sono tutti accusati di grave lesione corporale e di estorsione.
Antonio e Sofia Perotti anche del tentato crimine di violento ing resso nell'altrui bene immobile ex. par. 883.
Entra la Corte e comincia l'interrogatorio dell'imputato Don Plotcgher.
Il prete avanza verso al banco presiden2iale . Parlando, la sua voce ha Aessioni rauche, as pre. Occhiali a stanghetta. Colo rito rubicondo Fronte vasta Faccia angolosa da violento. La narrazione che egli !a è ad 1u11m delphini. Sotto il fuoco di fila de1le contestazioni presiden .ziali, il retroscena dei fatti viene alla luce. Don Plotegher osteggiava fin dalla sua prima venuta in paes e il maestro Giuseppe T erreo. P rima d i quest'ultimo, l'insegnamento era affidato a don Plotegher; l'arrivo del maestro danneggiava il curato nel suo interesse.
Poco tempo dopo la moglie del maestro ricevé una circolare per raccogliere offerte di 25 cent. dai devoti pro Bambino di P raga. La po· vera donna s i mise all'opera, ma suscitò le ire di don Plotegher il quale, una mattina a messa, avvertì i fedeli di non lasciarsi carpire del denaro per scopi religiosi. Il maestro e la moglie, indignati per t ale affronto, si portarono dal curato per ottenere delle spiegazioni
Ma don Plotegher indicò l o ro la porta. Poiché il maestro non voleva allontanarsi, essen do 1a canonica casa di tutti e non già del solo curato, - io - confessa Don Plotegher - corsi nelle camere superiori e mi a rmai di un fucile da caccia. Lo abbandonai e presi con me una rivol tella di corta misura e me la misi in tasca. In quello stesso momento il maestro e la moglie se ne andarono.
PreJid. :-- Ma lei ha spianato il revolver?
Don Ploiegher. - No.
Presid. - Ma i l maestro e sua mog lie affermano che sono stati costretti ad andarsene in seguito alle sue minaccie a mano armata.
D P. - Non è vero, perché menire io scendevo le scale essi se ne andavano.
Prei. - Va bene. P rosegua
D . P. - D opo il fatto, comparve sul Popolo il primo articolo che svisava com pletamente la faccenda, facendomi passare per un a88res• sore. E fu allora che per tranquillare il paese ho letto in chiesa una dichiarazione che conteneva la prima verità.
PreJ - Ma q uando ebbe letto l'articolo sul Popolo, non avrebbe e lla dimostrata apertamente la sua ind ignazione, accusandone come autore il maestro?
D. P. - Io ebbi subito l'impressione che l'autore dell'articolo non fosse il maestro, ma che il maestro avesse fornito all'articolista i dati e ]e altre informazioni.
PreJ. - E della violenta dimostrazione che fu fatta dalla popolazione di Brione contro i coniugi T erreo e che l'atto di accusa sostiene l'essere stata da lei voluta e organizzata, che cosa dice? B vero che il 28 aprile 1909 ella fece chiam.'tre in canonica i maggiorenti del Comune proponendo loro di fare una dimostrazione contro il maest ro?
D. P. - Spiega che non si trattava d i una d i mostrazione: ma desi• denva ch e il popolo, presente lui e i maggior~nti d~I Comune, giudicasse fra lui e il maestro.
Prn. - E quando comparve il secondo articolo sul Popolo, e p recisa.mente la sera del primo maggio, non dichiarò dal pul pito che la mattina seguente sarebbe partito se non fosse stato a llontanato il maestro? E il pubblico non accolse tale notizia con un lungo mormorio e mani fest i segni di eccitazione?
D. P. - Dal pulpito io dissi che fa mattina seguente fa messa sarebbe stata detta alle 8 invece che alle 9; ma non accennai né alla partenza n é al maestro. - Quanto al mormorio che susseguì alle sue parole do n Plotegher assai modestamente lo spiega cos.1 : - Veda, signor presidente, un anno fa la gente di Brione, a vendomi sentito predicare, rag ionare, discutere. andava ripetendo (contro ogni mio merito) che per le m ie qualità ero destinato ad un paese più g rande; e perciò si temeva che da un momento all'altro lasc iassi il piccolo paese di Brione per uno magg iore. ( Pubblico e avvocati sottolineano con un sorriso di ilarità l'autoelogio di don Plotegher).
A domançfa dell'avv. Pinal\i, don Plotegh er di chia ra che se alla sua intimazione di la iciar la canonica, a maestrn e la moglie non se ne fossero andat i, egli avrebbe senz'altro sparato !
Avv. Pinalli - Ma se nessuno lo minacciava!
D. P. - Il maestro aveva dichiarato di voler rimanere ad ogni costo nella canonica; c[ò che io non potevo , né volevo tollerare.
E vien la volta di
P,rotti Antonio
che l'accusa indica come il p iù eccitato organiuatore della d imostrazione contrc- il maest ro.
Opera Omnia Di Benito Mussolini
Pre1. - Voi siete consigliere comunale?
PerotJi. - Sì.
Prn. - E vostra 6g1ia è la serva di don Plotegher?
Perolli. - Sl signor.
li Perotti nega tutte le imputa2ioni addebitategli.
Nega di aver ragioni d'odio contro il maestro, dì essere stato I'orgari iu:atore della dimostrazione, di aver g ridato e di aver scag liato sassi e nega persino di essere insieme alla figlia penetrato con violenza nel domicilio dei Terreo.
Seduta Pomeridiana
Sofia Perotti, 1erva del curat o.
B bionda, trentenne, p iacente. parla a voce bassissima. N arra delle prime ostilità fra maestro e cu rato. A propos ito della dimostraz ione si contraddice, poi finisce per ammettere di aver gridato «'via il maestro!» e di aver lanciato un piccolo sasso nel corridoio. Non p otrebbe dire q uanto la dimostrazione sia durata e quante persone vi abbiano partecip~to
Alle contestazioni presidenziali l'accusata risponde col dire: « non m i rico rdo». N ega di aver sfondato la porta . La P. C. e il procuratore rivolgono alcune domande all'imputata sui particolari. La servetta si contrad dice.
D opo di lei si alza dalla sedia degli accusati iJ sagrestano
Pelanda Agost ino.
1l. un o specimen della famiglia dei sagtestani. Parla tenendo le mani incrociate sul ventre, forse p erch~ è la parte più intell igente della sua per.sana
Egli nega di essere stato il convocatore dei maggiorenti del Comune. N e invi tò solo due li g iorno della famosa riunione in canonica, non udl i loro discorsi, né ricorda che si parlasse di dimostrazione.
Per questa si voleva affidare l'incarico a lui, ma non lo accettò. Scopo della dimostrazione era di chiamar fuori il maestro e fargli vedere che il paese s tava dalla parte del curato.
Al primo di maggio il prete, dopo il rosa rio, annunciò per l'indomani la messa a!le otto e aggiunse: « me ne vado ». Ne nacque il tumulto al q uale avranno partecipato un centinaio di persone e avrà durato un quarto d'ora Quando si sparse la voce dell'arrivo dei gendarm~ tutti ritornarono a casa.
Proc. - Non i vostra la frase che bisogna far guerra al maestro?
Amm110. - No.
Proc. - Sarete smentito dai testimoni.
Pelanda Dommico.
Si dichiara - naturale! - innocente. Però ammette di aver gridato « abbasso il maestro », non « li 110/emo im piradi ». Questa frase non l'ha sentita. Non riconobbe nessuno.
PieJro Fauini ha Ja parlantina rapida e le orecchie a ventaglio. Dichiara di conoscere poco la questione. A lla sera del primo maggio fu in chiesa e sentl il prete di re: « Me ne vad ». Uscendo si organizzò la dimostrazione.
PreJ - Foste anche voi tra j dimostranti?
Au,w:to. - No.
PreJ. - Eppure nell'interrogatorio scritto lo avete ammesso.
Acc11sa10. - Mi sarò sbagliato.
Faccini Domenico.
Nana l'affare dagli inizi e tutte le pratiche legali fatte per allontanare il maestro dal paese. Afferma che la dimostrazione fu soUecitata. dal curato il quale ripeteva che non bisog nava por tempo in me220. Le grida durarono dai 15 ai 20 minuti. Poi tutto ritornò alla calma.
Dopo alcune contestazioni presidenziali comincia l'esame dei testimoni. Viene introdotto
Pietro Suez d'anni 3 3, sergente dei gendarmi a Condino. Eg li narra diffuSamente di tutti i rilievi fatti prima e dopo la dimostrazione per assodare la responsabilità. Quando i coniugi Terreo giunsero a Condino erano in uno stato pietoso. II teste ha la convinzione che il sobillatore fosse il curato e che la dimostrazione tendesse a forzare il maestro ad abbandonare Brione.
Cipriano T ornaroli
01stode forestale e guardia campestre a Brione.
Egli conferma che era di avere lo scopo di far « capinare » il maestro. 11 teste fu invitato ad organizzarla, ma si rifiutò, sembrandogli cosa assurda e illegale. Vide che alle 8 1.. folla muoveva verso la casa del maestro. Tutta la ~ontrada era piena.
P reJ. - Quanto durò la dimostrazione?
T eJ/t. - Sino alla fine. (Ilarità generale).
Facci ni Armand o ci procura u n intermezzo all egro. 6 un vecchio di 73 ann i, conta• dino, sordo, già condannato come « monetario falso >>. Sì incurva verso iJ banco deJla Corte e taglia l'aria con grandi gesti. Alle contestazion i r isponde: non r icordo.
PreJ, - Avete la memoria debile?
Teste. - Oh molto!
Bo/etti Fiore contadina d 'anni 42 . Ha un volto patito ed è tutta t remante. La· forza delle abirudin i bigotte è tale, che appena g iunta di nnanzi al presidente, cade in g inocchio Giura alzando 4 dita. Depon e su cose note. Il presid ente legge la d eposizione scritta. In essa vi è una dichi"arazione della t estim one affe rmante l'« irreprens ibile condotta >> del maestro
De/evo Pasqua
Ricoverò il m aestro, la moglie e i bambini fuggiti d a Brione, la notte de l p rimo maggio.
Pre.r. - Vi sembravano spaventati?
Tnte. - M adre benedetta, p areva ch e morissero !
Glu.reppe Terreo ha un colore che non fa torto al cognome. Narra 1a sua odissea. G iunse a Brione ìl 12 novembre del 1908 e fu r icevuto arrogantemente dal curato. Cominciarono le ostilità a proposito di una scuola serale e della sua non regolare frequenza alle pratiche religiose. Spiega l'affare d el bimbo G esù. Afferma che tutta l'opera del cu rato fu diretta a sollevare l'odio nel cuore d ella popolazione.
Dà particolari d ell'incidente in canonica. Il Plotegher impugnava il revolver ma non lo spianò Al primo di maggio scoppiò il tumulto. Quelle grida di m orte mi atte rr irono. La notte stessa fuggii e non tornerò piU a Brione.
A questo punto Plotegher tenta un colpo. Vorrebbe leggere ( djce) una letterina x:ritt2.gli da un prete di lena.... ma il Tribunale non glielo consente.
Pierina Terre o d'anni 29 è la moglie del maestro ed è maestra di la;oro. Narra le sue tristi vicende. A un certo punto ricordando l e minaccie di morte pronunciate contro suo ma rito , suo figlio e lei, scoppia in sing h iozzi L' uditorio è vivamente commosso.
E colla deposizione dì questa madre che ha temuto per un momento di aver troncata l'esistenza sua e dei suoi cari dalla follia violenta dei sobillati da Plotegher, si chiude l'esame testimoniale.
Sono le 8. Si rimanda la sed uta.
Oggi verrà pronunciato il verdetto.
L'UDIENZA DI SABATO
Si comincia alle ore 9 colla solita lettu ra di atti.
L'avv. Brugnara de!Ja difesa vorrebbe introdurre nuov i testi.
Il P. M. ritiene superfluo e sì dichiara contrario all'audizione d i nuov i testi.
I.a Corte dopo essersi ritirata in Camera di Consiglio respinge la do. manda avanzata dalla difesa.
Ha qui ndi la parola il P. M. avv. Manfroni che dopo alcun~ parole d'esordio entra nel vivo della causa Con tocchi felici , r icost ruisce la figura d i prete Plotegher che è mosso dall'odio cont ro il maestro da una questione materiale, da una rivalità d 'interessi. Ricorda la famosa predica in chiesa e dimostra che l'autore, l'organizzatore morale dei fatti del primo maggio fu l'accusato Plotegher. Si diffonde a p rovarne la colpabilità unitamente a quella dei complici Chiede l'appl icazione deUa Jegge colle aggravanti per don Plotcghcr, colle mit iganti _per qualcuno degli imputati.
La Parte Civile
L'avv. Pinal/i esordisce dich iarando che egli non ha la missione di gravare sugli imputati, ma solo di stabilire, se reato fu commesso e di qual gravità. La commisurazione di questa spetta ai giudici
« Ora don Plotegher ha ammesso di aver avuto dispiacere per la venuta del maestro T erreo, ha ammesso di aver letto il noto discorso in chiesa, ha ammesso di aver indetta una riunione in canonica nella quale sostenne calorosamente la necessità di una dimostrazione, ha ammesso infine di aver detto in chiesa la sera dd primo maggio che il mattino seg uente sarebbe senz' altro partito.
« Questa è la preparazione lenta ma continua a quella diinost ra· zione che ebbe cosl dolorose conseguenze per i coniugi Terreo. Non solo; ma il curato fu anche ripetut a!11ente avvertito che la dimostrazione da lui voluta avrebbe avuto serie conseguenze. Lo compresero il sagrestano e Ja guardia Tornaroli che s i rifiutarono di prestare la lo ro opera di avvertimento. alla popolazione; ma il signor curato, che è p ure la persona più istruita del paese, non volle comprendere e perseverò nel suo triste progetto fino a che ebbe a scoppiare la dimostrazione popolare voluta da lui. Egli è e deve· essere ritenuto come l'autore morale della dimostrilzionc ».
L'avvocato esamina poscia le diverse responsabilità dei singoli iròputati e domanda a lla Corte che, ad ecCez ione J el segretario comunale, voglia ritenerli tutti colpevoli, rimettendosi al suo senno e per l'applicazione dei pa ragrafi e per la commisurazione delle pene, Chiede infine che sieno riconosciuti in parte i danni subiti dai coniugi 'ferreo e che la Corte, data la foro condizione finanziaria, voglia concedere subito una provvisionale, libera restando l'azione per danni in sede civile.
La Difesa
L'avv. Bmgnt11d vuole anzitutto dimostrare ch e Plotegher non aveva ragioni personali d 'odio contro il maestro. Poiché l'incidente della canonica fu Cosa d i nessuna importan:za dal momento che i d ue co niugi ritornarono « vivi » a casa e che nella famosa predica bisogna distinguere le parole del sacerdote, da quelle dell'uomo.
l'avvocato definisce oltraggiosi gli attacchi comparsi nel Popolo , ma chiama però « dign ità sacerdotale )> quella della stampa (grazie ! N . d. R.).
Quanto alla dimostra:zione essa non fu voluta dal curato, ma dai parrocchiani , dalle beghine, dalla folla. Plotegher C animula candida per la quale l'avvocato chiede l'assoluzione, naturalmente, ass ieme coi complici
Dopo Le Repliche
Alle 12,30 la Corte si ritira e rimane un 'ora e un quarto neUa sala delle deliberazioni.
La Sentenza
li Presidente Cons. de Guelmi legge ·ta sentenza con la quale Don Eugenio Ploteghe r, cu rato di Brione, è ritenuto colpevole del crimine di estorsione e g rave lesione corporale e condannato a 5 mesi J ; c-arcere duro, ina.sprilo da un digiuno al mese. I'!: assolto invece dagli altri crimini, è ritenuto colpevole di possesso e delazione d'a rma vietata. Gli viene anche confiscata l'arma.
Perotti Antonio, colpevole del crimine di estorsione e s rave lesione corporale, è condannato a mesi 8 di carcere duro. Assolto dalle altre UDputazioni. li pubblico numerosissimo sfolla adagio, commentando favorevolmente la sentenza.
Perotti Sofia, colpevole dello stesso crimine è condannata a mesi 2 di carcere duro. Assolta dall'accusa per offesa all"onore e dell'altra imp~tazione.
P elanda Agostino è condannato a mesi 2 e mezzo di carcere duro.
Pelanda Domenico è condannanto a mesi 3 di carcere duro.
Faccini Pietro e Faccini Domenico sono dichiarati assolti.
Tutti vengono condannati- alle spese proces.suali e al pagamento di corone 260 alla P. C. per spese di vitto migliore e per i dolori sofferti, libera restando l'azione per danni in separata sede.