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CHI L'HA VOLUTO !

... cenmra]. Ad ogni modo, mi pare altamente opportuno [.... cen• JtJra ,. J dimostrare a baJe di documenti che la coafìagrazione europea è stata scatenata dalla German ia, e che solo dalla distruzione della Germania militarista, l'Europa dissanguata può spe rare un lungo periodo di t ranquill ità. E ormai conyenuto, è ormai «pacifico», per dirla con una parola che ha in questo momento un certo sapore di iro nia, che la Germania è l'unica e diretta responsabile di questa guerra; ma quello ch'è men noto al pubblico è che la Germania - durante un quarantennionon ha fatto che prepararsi alla guerra di aggressione e non ha avuto - nella politica delle sue classi dominanti - che uno scopo, un obiettivo, una meta: la guerra.

Io prescindo - qui - dal movimento teorico pangermanista, quantunque la sua influenza nella determinazione delle direttive della politica estera germanica sia stata semplicemente enorme. Pensate che durante un mezzo secolo sono usciti dalle univers ità tedesc he centinaia di mig liaia di avvocati, medici, teologi, scienziati, uomini di Stato, diplomat ici, giorna li sti, tutti convin t i discepoli e Zl:'htori delle dottri ne di H. Chamberlain, Treitscke, von Bernhardi e comprenderete come il pangermanismo non sla rima.sto confinato nei libri o nei cenacoli degli intellettu:1li, ma sia diventato una f ede religiosa professata da quasi tutta la popolazione, compresi i socialisti.

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Ma io voelio occuparmi qui di fitti e fatti del Gover~o germanico per documentare la mia affermazion e: che - cioè - per un quarantennio la Germania è stata una minaccia perenne per la libertà e per l'i nd ipend enza dei popoli. le vittorie del 1870 inebbriarono i tedeschi. l'oro francese - iniettato .1. m iliardi nell'o rgani sm o della giovane economia tedesca - aumentò la potenzialità industriale e commerciale della Germania. Le socictà per azioni che nel ventennio 185 1-1871 erano 200 per un capitale di duemilaquattrocento milioni di marchi, salirono nei soli quattro anni successi1'i a 857 con un valore totale di tre miliardi e trecento milioni. La guerra del 1870}71 venne considerata in Germania come la prima tappa della conquista del mondo. Ma la Francia mutilata, la Francia priva di Metz che lo Stato Maggiore tedesco definiva « una pistola puntata sulle tempie del n em ico », la Francia andava ra- pidamente riab:andosi dal gran colpo che l'aveva abbattuta E allora, la G ermania, nel 187 4, minacciò una nuova gue rra col pretesto che.. · cattolici fra ncesi appoggiavano i cattolici tedeschi Il Gran Cancelliere Bismarck dichiarava all'ambasc iatore francese Gontaut-Biron ch'egli era deciso alla guerra. Nel mese di marzo d ello stesso anno 1 8 74 corse la voce che la Germania intendeva an netterli il Belgio e il nord della Francia. Come si vede, il sacrificio del Belgio era da tempo premeditato !

Nd 1875 - nell'aprile - nuova m inaccia di guerra. La Camera

Francese aveva votato un progetto di legge per la riorganizzazione dei quadri e degli effettivi, L'ambasciato re tedesco Radowitz ne pren dC\'a motivo per dichiarare che « politicame nte, fi losoficamente occorreva <he la G ermania attacca5se 1a Funcia prima che rifacesse 1e sue forze e stringesse delle alleanze » . La guerra pare\'a inevitabile. Si ebbe un intervent o in senso pocifista della reg ina Vittor ia d'Ing hilterra che f ece sapere - per m ezzo de ll' am basciatore Lord Russcl - a G ug lie lmo I « ch'Essa non avrebbe to llerato che la pace fosse turbata ». D i lì a poco, l e n u bi d ilegua rono, ma l' eterna minaccia tedesca, costrinse la F rancia a muovere un primo passo ,•erso la Russ ia. Siamo al 1878 la German ia reclama il controllo europeo sul trattato russo-tu rco di Santo Stefano. l e Potenze si riuniscono a Berl ino e il Congresso si ch iud e con un cla· moroso successo della polit ica bisma rckiana. L. Russia si vedeva spo· gl iata de l premio delle sue vittorie, me n t re l'Austria occupava I.a Bosn i.1.Erzegovina. Bisma rck raggi ungeva due ? bic;ttivi; primo; faceva dime nticare ali' Austria la sconfitta di Sa dowa ; secon do : spingeva l'Aust ria verso g li sla vi balcanici e verso Salo nicco.

D a a llora ad oggi, l'Austria-Ung heria n o n è stata che la l onga man11s della Germania nella peni sola b.aka nica: il trattato seg reto aust rogerman ico firmato il 7 ot tobre 18 79 st r ingeva quell'all eanza che resiste anche oggi e: ha fatto dei due I m pe ri un blocco solo Ambizio ni polit iche ed armamenti procedono di consen:a : nel 18 80 una legge mili· tare aumenta di 27 m ila uo mini gli effettivi ann ui ordinari. N el 1886 Bisma rck fa votare una n uova l egge m ilita re. N eUo stesso anno un Jenenle colon nello tedesco e un magg i o re parlano di una immi!lente g uerra franco-tedesca e ne dimostrano l' assoluta necessità . Bismarck sembra dello stesso parere. In un d iscorso dell'll gennaio 1887 il Canceliiere dichiarava :

« Il g iorno in cui rientrertmo a Parig i ci sforzer emo di mcttue la Francia almeno per tcenfanni nell'impossibilità di :igg.rMirci •

Comincia un periodo di in aud ite provocazioni tedesche, alle quali la Francia pacif ica e desiderosa d i ev ita re la guerra, risponde con dig nità e con u na moderazione eccessiva, Bismarck, che si era gettato sull'affare Srhnaebelé per provocare il conflitto, èeve disarmare dinanzi al contegno della Francia eh, sgaarniva le f romiere d e/t'est per non raccogl iere la provocazione ed e vitare il piège teu tonico. Coll'av \'en to di G uglielmo Il, i propositi aggressivi della Get mania diventano più audaci. Il cancelliere ( aprivi - successo a Bismarckdepone il 24 giugno 1890 un progetto di legge militare che deve permet te re agli eserciti tedeschi di « va rca re immediatament~ l e frontiere». L'attegg iamento della German ia, ch e non nascotJ.deva più le sue m i re di egemonia europea, spinge Francia e Rus5ia all'alleanza che vie-ne firmata il 27 agosto del 1891. L'alleanza e-ra s~mplicemcnte d ifensiva. lo stesso Caprivi lo dichiarava in pieno R eichstag. ma due anni -dopo egl i prcsclltava un nuovo prog etto di k gsc che aumentava gli effettivi m ilitar i di 60 mila uomini. M entce in F ra ncia, il desiderio della f'ét ·,m che di ve nl"ava semp re più platonico e letterar io, la German:a si a r• ma va anche p er m,m. La Francia co nquistava delle colonie in Af tica e in A sia, m a i.:iò n o n indi sponeva anwl'a la Germania che p rc frri\'a « la• scia re al g allo fran cese la p ena d i grattare la sabbia africana ».

Sul fi n ire dc.-1 serale l'ideologia pange rm anista fa nuovi progress i, Esce a Berlino un opuscolo 5cmazionale, anonimo, dal titolo: L'Impero tede;ro V.:f'IO ii 19 50.

"' v ...r,-{'J la metà del 5ecolo XX - scrive il pangermanist~ - dut gruppi 53 ranno costituiti nell'Europa Crntrnk.. Uno po litico o Confederazione g C'rm.mica abbia-n eri !"Im pero tcdc:;co, il Lussemburgo , l'Olanèa, i[ Belgio, la Sviueu IC· de5ea, r A u~trla-U nglieria .... I.a Germania avrà a ll ora 86 milioni di abitanti r il territorìo c.x:ouo mico sottomesso db sua azione cornmi::rciale diretta cuntt"fà 13 1 milìon i dì co nsum~to rL. Senza dubbio, i tedeschi non s:iranno soli a popolar~ il nuovo impc ru; ma essi s oli govcmcnnno, essi soli god ranno d<:i diritti politici, so lo e.~si servir3nno nell' esercito e nella marina, solo essi r otr~nno .:om~ rare kr re11l Es~i avra nno allora, comt nel medio-evo, il sentimrnto di esse.e un /'O· polo di padro11i.. . Essi t ulkr~ranno tu t1.1v i3 che i l.wod inferiori siano eseguiti dag li suanieri viven ti sotto i l dominio " g-E-rmanico " ~.

L'op uscolo in questio ne è anonimo , ma esso esp one idee lungamen te diffuse e gen e ralm en t e accettate. li genera le Osterley, ch e nclb g uerra attuale ha ottenuto la croce di f e rro di prima classe, ha dichiarato che « l'annessione del Belgio e dell'Olanda s'imponeva per tc11t rc i l coltello .rott o al naJo della perfida e vile Albione ».

In un altro opuscolo pubblicato all'in izio del nostro secolo la Leg a Pang erman ica esponeva questo prog ramma :

• Noi non esitertmo a suappart alla Pcancia t alla Rus$ia [un.ghe st riscic di tenitorio.... ».

E il Kaiser come parlava?

Il l " ma.rzo, all'inaugurazione del forte Haseler, cont ro la F ra ncia G uglielmo II p roclamava :

« fo ti battezzo, forte H nsel~. T11 t,irai ,hiamato " proUggu , I, umq11is1, J, lla Gtrma11 ia dai JJH;Ì ntmid J , Jr ovt1t

La F rancia, che vedeva semp re più vit ina l'a,ggressione germanica , strinse nel 1904 un accordo coll' Ing hilte[ra su queste basi: la F rancia riconosceva l'occupazione ing lbs, dell'Egitto, l'Ingh il te rra s'impegnava a non ostacolare la penet razione fra ncese al Ma rocco.

L'aj faire C.:el Marocco che parve dovesse anticipare di d ieci ann i la conflagrazione mondiale, merita una t rattazione più diffusa. t! storia <li ie ri, ma non è inutile ricorda rla,

M USSOLINI

D a 11 Po polo d'Italia, N 184, 5 Juslio 191 5, H

LA « REAZION E » ALL'OPERA

Nessu no cada in jnganno. N on pa rlo della reazione bo rghese. In ItaJia è stata sempre un fenomeno p asseggero, una follia subitanea, toslo guarita e sanata da un'am nistia sovrana Parlo della « reazione >> social- pacifista che, abortita in Germania, ha portato il suo quart iere generale a Berna e allunga i suoi tent acoli anche e sop ratutto in Italia. Non p er nulla i socia listi milanesi - d op o gl i allori conquistati con lo .sciopero generale prima della guerra - vogliono - ora - passare alla storia della fu tura I nternazionale teutonica accodandosi alle pecore più o meno scabbiose che belano di pace [ .... censura]. E Mila nosocia lista - pone aH'ord ine del g iorno della sua assemblea il comma : « Mov imento pro p ace in Germania ». L::i. m istificazio ne no n Potrebbe essere più miserabile. Tutti san no - anche gli sciacalli del social-neut ralismo milanese -che un movimento p ro pace in G e rman ia n on esiste. Le ultime decisioni delle F ederazioni Socialiste, il linguaggio della stragrande maggioranza dei giornali, il \'Oto della Commissione del P artito riun itasi a Berlino, l'atteggiam ento de lla Conf ede razione Generale del Lavoro to lgono og ni dubbio al r iguardo. I soc ialisti del Wmtembe rg - r ap presentati dal deputato Kolb - a ffermano che « i social isti debbono r inunz iare a q ualsi asi campagna cont ro il mil ita r ismo prus• siano e abbandona re il loro antico programma relativo alla creazione delle m ilizie)>. I socialisti d i West falia - regione em inenteme nte proletaria - han no r eso di pubbl ica r agion e una di chi.1razìone colla q ua le essi « condannano nel modo p iù energico il contegno di Bemste ìn, d i Haase e di Kautsk y. Chiedono a l Comitato del Pa rtito e a l Gruppo misure rigorosissime cont ro di ess i. L' onore, la fie xezz.a, la di5ciplina del Partito Socialista teè.esco lo esig ono». U n a Commissi one del Partito riunita5 i a Be rl ino « ha condann ato le mene occulte di certi social isti e sp ecìaLnente l'atteggiamento d i H aase » e l'A vanti !, che dà la notizia senza un rigo d i postilla, non si accorge - evidentemente - che quel p iccolo t elegramma gli distrugge l'articolo di fondo.

Quanto alle organizzazioni d i mestiere, il K orrespondmzblatt - organo u fficia le dell e medesime - ha d isapprovato esplicitamente la tesi paòfista. A che s i riduce - allora - quel « movimento » che i socia1neutral isti vogliono trapiantare in Italia? A un tentativo di una esigua

PER IL FRONTE 63 minoranza, riparata , in Svizzera. Tentativo che non è si nce ro, in quanto non è inspirato dai << principi » sup remi del socialismo, ma da cont ingenze d'ordine materiale, come la situazione at111almenle favorevol e degl i eserciti tedeschi, su llo scacchiere orientale. Sta di fatto - insomma - che se gl i eserciti tedeschi non fossero stati vincitori in Galizia, i signori Kautsky ed Haase non av rebbero fatto nessun « pro nunciamento» e la Direzione del Partito avrebbe lasciato, per chissà quanto tempo ancora, custodito nei propri scrigni , il gran de mani(esto gesuiticamente pacifondaio. Basta fissare l'epoca in cui il bubbone pacifista è scoppiato in Germania, per capire la natura, l'origine dcll'infez.ione. Solo dopo 1a vittoria in Galizia e l'intervento del l'Italia, che - perònon è ancora in guerra dichiarata colla G ermania, i social-pacifisti d ella Teulonia hanno detto: « Ecco il momento opportuno! La Germania ha \ into ancora una '\'Olta ! Il blocco austro-tedesco è territorialmente intatto! Jl domani è oscuro, ma, ogg i, la G e rmania può dettare la pace. Proponiamola! Gettiamo il nostro piccolo colpo di son da fra i popoli nem ici! L'Impero non osteggia la nostra azione, pe rch é, in fondo, è una pedina de l " suo" g ioco.... E poi le nostre int enzioni non sono erccssive Fallito il tentativo - rir cttercmo la co lpa sui popoli d ella Quadruplice - e torneremo compalci sotto la bandiera del Kaiser ».

Or bene, vi sono dei ciechi - volontari - in Italia che si ostinano a non vedere il trucco ordito da i G enon en Anche Hervé fa delle distinzioni e d elle co ncessioni. Non è necessario esse re « agenti del Kaiser » , per fare gli interessi della Germania, che - « in questo momento >> - sarebbero conven ientemente tutelati dalla pace. Ma io lascio volentie ri Hervé alla sua illusion e, che avrà la durata delle rose. Per aie - e non sembri un paradosso - il f enomeno del pacifismo teuton ico è un fenom eno d i reazione più per icoloso, e più infa me, di quello della Santa Alleanza. Chi vuole il ristabil imento in Europa di uno 11atu quo simile o d affine a quello d ella « pace armata » è un reazionario abbomine vole, un incosciente, un perverso. La parola d' ordine dei rivolvzionari che non temono le catastrofi sociali, ma le affre ttano, non può essere in questo momento che una sola : g uel'ra ad oltran za!

Delle due l'una: o la guerra, prolungandosi p er anni, conduce alla rivolta delle masse e allora io non comprendo perché i socialisti debbano deprecare questa eventualità; o la guerra - come è probabile e da auspicare - si conclude in t empo relativamente breve colla sconfitta della G erma n ia1 col ristabilimento del principio di nazionalità e allo ra il campo delle lotte di classe sarà sgombro da un elemento perturbatore e la classe operaia potrà giungere alla realizzazione dei suoi ideali. Ma l' ipotesi spaventevole, che la mente umana non può prendere in esame senza un moto istintivo di ripugna nza e d i raccapriccio, è l'ipotesi di una pace prematura che lasci le cose al punto di prima. Una pa ce cioè che ci riconduca alla gara degli armamenti e - qn in di - a una nuova guerra. Ora la pace patrocinata e vagheggiata da ll'ovi le bernese, cui fa eco - comp iacente ..:... l'ovile di San Damiano, è la pace reazionaria anti· sociali sta, anti-umana p e rché è la pace nec essariamente germanica.

Ma come! Da dieci mesi corrono fiumi di sangue, si sono ammu cchiati i cada veri a milioni e poi - domani - l'Europa dovrebbe essere uguale :i. quella di ieri , con una Polonia smembrata, con un Belgio forse non completamente evacuato, con una penisola balcanica in fermento , col Kaiser ancora o nniposse nte a Berlino, con Francesco Giuseppe a Vienna, con Maom etto V a Costan tinopoli, con cento ques t ioni rimaste in sospeso pe r fornire il pretesto a un'altra non meno sang uino sa conflagrazione - che i socia l isti di Germ ania non riusci rebb ero cerio ad impedire in q ua nto l' av reb bero - colla loro pa ce prematuraresa inevitabile?

Basta porsi questi interro,gativj per rispondere 110 a quanti, interessati o in buona fede, rifischiano in Italia l'<( arietta>> della pace tcuto· nica. Fortun:.tamente, il popolo itali ano è sordo a queste suggestioni menzognere che scendono dal nord e, avanzando eroicam ente oltre lson zo , aspetta - colla vittoria d elle sue armi - l'a•rvento della pace.

Tutto il resto è accademia in utile o ignobile speculazione. MUSSOLINI

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