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PER TUTTE LE EVENIENZE

la campagna del Popolo d'Italia per ottenere la revisione dei riformati di almeno dodici dassi di· leva, non ha suscitato l'intervento della grande stampa quotidiana. Non mi r ie sce di comprendete la rag ione dì questo atteggiamento,

Si dirà - fo rse - r he è inutile suggerire al Govc:rno dei provvedimenti che esso può prendere quando meglio g l i piace. Certo; il Governo può ordinare la rev isione di tutti i r iformat i e non so lo delle classi a ppartenenti all'esercito permanente e alla m ilizia mobile, ma a n( he di quelle della territoriale. Può il Governo prolungare gli obblighi di leva da i 39 ai 4l anni come in Francia e sillo ai '50, come in Germania e in Austr ia

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.Ma il compito della stampa è quello di illustrare queste necessità, per renderle accette alle popolazioni. Ora la questione dei r iformati è d i una importanza fondamentalf', s ia dal punto di vista dei bisogni dell'esercito, come dal punto di vista della giustizia distributi,·a. Un giornale di Milano, L'ltrtUd, clericale, che a ll'in izio non vedeva con s impatia la nostra campagna, aveva ieri l'altro una nota nella quale si prospettava chiaramente la necessità di una sollecita revisione dei t roppi riformati, ora abil issim i, che bigh ellona no nelle città, men tre potrebbero - e dovrebbero - compiere il loro dovere al fronte.

Secondo i calcoli fatti dai competenti , in certe leve, si è aYuto perfino il 40-45 per cento del riformati . La fac ilità con cui si accordava la riforma, dipendeva anche da lla convinzione falsa (ma di ffusa in troppi ambienti anche militari), che una conflagrazione europea fosse impossibile. Per un esercito del « piede di casa » pochi uo mini bastavano: cos1 le classi che avevano n ominalmente 380-400 mila inscritti, t1on forn ivano a ll'esercito che 120- 150 mi la soldati.

C'è, dunqu e, una vasta massa dalla quale è possibile levare g1i effett ivi di parecchi nuovi corpi d'armata . Una revisione dei riformati può dare, secondo le affermazioni del tecnico, un contingente di almeno éoo mila uomini.

T ale provvedimento s'impone e senu indl1gio. Anzitutto è imposto dal carattere della nostra guerra. Noi abbiamo preso l'offensiva su tutto un front e che dallo Stelvio al Mare misura oltre cinquecento chilomet ri.

Noi attacchiamo. Ma l'offensiva - e non c'è davvero bisogno di conoscere profondamente Ja st rategia per affermarlo - presuppone una superiorità assoluta di uomini e dì armamenti. Moltissimi uom ini, moltissime munizioni: ecco la fo rm ula. Ma appunto per ev itare - a cagione del rito rno alle fabb riche cd agli a.rsenali di tutti i soldati specialistiun assottigliamento del fronte, occorre utilizzare tutte le riso rse in materiale umano che la Nazione può fornire. E anche vero che la guerra di montagna non p rmctte vasti spiegamenti di forze, ma se j'offensiva italiana continuerà a svolgersi felicemente, come è avvenuto finora, non sa.rà. l ontan o il giorno in cui le tru ppe italiane usciranno dalla zona dei monti , per distendersi e dilatarsi nelle pianure austriache, Allora il fronte non sarà più << congestionato », « pletorico >>, come è - fo rse - oggi, ma assorbirà nelle sue prime li~ee tutti gli elementi d isponi bi li. Ino ltre bisogna tener conto che l 'occupazione di territori nemici immobilizza una notevole quantità d i truppe. A nche volendo circoscrivere - nei suoi immediati obbiettivi d' indol e territoria le - la nost ra guerra, sarebbe M cessario o per lo meno prudente - in vista d i tutte l e future evenienze - utili zzare tutte le riserve dei ri formati. Ma il pericolo - è la pa rola - di q uesta guerra l imitata, a scartamento ridotto, può dirsi scongiurato. Il viaggio del generale Po rro a Parigi ; 1a consegna delle sup reme onorificen:r.e sabaude a Poincaré e al Principe d i Ga lles ; l'assu nzione al Ministero italiano dell'on. Barzilai, non significano soltanto che l'Ital ia g iungerà - a qualunque costo - a T rieste, ma che l'Italia è pronta, è decisa a cimentarsi cogli alleati dei nost ri diretti nemici; coi tedeschi e coi t urch i. Specialmente nei riguardi della T urch ia la situazione d iventa og ni giorno più critica.

Non è fantastico p revedere che, quando lo Stato M aggiore avrà rag· giu nto ai nostri confini d'oriente certi obiettivi necessari, J'esercito ita· Ji ano sa rà chiamato a combattere su altri scacchieri, d ove si r itenga più fa cile inferi re colp i g ravi e decisivi a lla Trip lice austro·turco-tcdesca, la possi bilità d'una collaborazione italiana n ell'impresa dei D ardanelli non è più un a vaga ipotesi, ma può d iventare, anche in vista della situazion e russa e balcanica, u na realtà, una necessità di un vicino domani . M ~ la partecipazione dell'Italia alfa guer ra su altri scacchieri - parteci· pazione inevitabile perché se n e i rig uardi dcli ' A ustria e della Germania la nostra guerra è presidiata da raéoni superiori de1 diritto e della giustizia, nei confronti della T urchia o ltre al d iritto c'è l'un ità c l'intc· r esse - richie de un ingente contributo di uomini. B isog na ch e la Nazione si prepa ri al massimo sforzo. Se sarà superfluo, tanto meg lio; se sarà necessario, la N azione sarà p ronta a fronteggiare tutti g li eventi. L ' ideale sa rebbe che l'Jta!ia potesse contare su quattro milioni d i combattenti. Se è vero che l'Ita lia, calcolando le colonie .ch e rispondono magni- ficamente all'appello della Patria, ha una popolazione che si aggira sui 40 milioni, un esercito di quattro mil ioni d i soldati non è sproporzionato alla potenzialità demografica de lla N azione. Ma per g.iungere a t ale cifra, che ci garantisce da tutte le sorprese, ch e ci dà la possibilità dì fare una grande guerra eu rop ea e no~ sol ta nto nazionale, è necessaria la revisione deì riformati !

O ltre a q ueste ragioni d'indole mili tare, ve n'è una d'ordine morde, n on meno persuasiva e convincente delle alt re. Non è g iusto ch e i l sacrilicio di sangue sia limitato a poche class i: è ,giusto invece ch e sia d ilatato sul maggior numero di cittadini : sarà anche meno gravoso per t utti.

Il Governo avrà certame nte st ud iato questo problema . li Popolo d' !Ja/ia ha preparato - nei limiti d elle sue forze - l'opinione pubblica. La revisione dei riformati non solo non produrrà turbamento alcuno , ma sarà accolta con vera gioia dagli i nnumerevoli che si dolgono amaramente di non poter serv ire - col braccio - la causa della Patria.

MUSSOLINI

Da Il Popolo d' ltalii,, N . 202, 2} l uglio 19 15, II.

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