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[NEUTRALITA E.... QUATTRINI]

11 cittadino perpetuo di Barre Vermont fa con troppa evidenza assegnamento sull'imbeciJlità o la smemoratezza dei lettori dell 'ed izione italiana -debitamente sovvenzionata - del VorwaerlS di Berlino. E si contraddice da periodo a p eriodo con una disinvoltura ,. americana•. Risulta dalla nota stessa ch e Pagnacca ha deposto sulle colonne del Vorwaerts: a) che la pratica pei marchi tedeschi fu iniziata dalla Direzione del Part ito prima del Congresso di Reggio Emilia. Non posso - dunque - averla né approvata, né disapprovata, per la semplice ragione che in quell' epoca io non facevo parte della Di rezione del Part ito, e, forse, del Partito stesso; b) 1a pratica fu ripresa, durante il periodo in cui la direzione del giornale era affidata a Bacci. Quando jo andai all'A vanJi!, al 1° dicembre del 19 12, di ma rchi tedeschi non c'era più nemmeno l'ombra; ,) l'approvazione da parte mia - e senza entusiasmo - di quella misura, fu dettata dalle condizion i disperate in cui ver sava H giornale. O bere o affogare. D'altronde n el 19 12 i socialisti tedeschi scroccavano la reputazione di buoni Genouen ; d) i l5 mi la marchi furono i nvestiti in azioni della Società Editrice; e) non mi opposi alla restituzione dei marchi tedeschi.

L ' egregio Celestino ha la memoria labile. lo stesso avevo tradotto il brano del1' Hamb11rger E,ho, p er SQl!eva re Ja questione n ella riunione della Direzione del Partito che ebbe luogo a Bologna. e nella quale si parlò d ' altro.

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Però l'attacco dell'Hamburge r Echo non s ig nifica proprìo che l'atteg· giamento del P. S. I. non piaccia, attual mente, a ' tedeschi ; significa, al massimo, che non piaceva allora.

11 giornale di Amburgo era scontento del mio atteggiamento neut ralista allo ra - l'attacco venne mentre dirigevo io l'Avanti.I - ma antite· desco; non già dell'atteggiamento odierno del giornale, ch'è neutralista, ma tedescofilo. Questi i fatti che qualsiasi escamotage non può trasfor. mare.

DoFO tutto ciò, l'incaricato ecc. ecc. domanda: Perché non restituì?

Pe rché non restituisco? Ma se l J mila macchi furono investit i in tante azioni della Società Editrice deJl'A vttnti! :e la Società Editrice dell' Avam i ! che lu. ricevuto i marchi. E non è questa che dovrà restituidi? Non è grottesco, ma sopratutt o miserabile, l'« incaricato » , che, dopo la sua stessa donuncntazion e, afferma che io p resi e godetti i marchi dt:i tedeschi , quando risulta che i marchi furo no rìce\•uti e distribuiti prima ch e io andassi alla direzione dell'A vaJJli! e furono - in ogni modo - chiesti con deliberazione collegiale e una nime della Direzione del Partito?

Q uanto al re.sto: a) ci sono l etter e e documenti e colloqui ch e provano co me io sollecitassi a più ri prese la. costituzione e le pratiche della com· missione inquirente; b) la commissione stessa citò tutti i testi d'accusa. La Sezione socialista volle restare estranea al giury ( essa mi aveva già sommar iamente cs erutato), ma il Sin daco avv, Cal da ra s'interessò della (lU CSt ione e propose i nom i per i membri del giury st,-sso.

L'<< inraricato » ecc. è - certo - esperto in mate ria di «lodi». Accetta quelli che gli sono fn'orevoli. Respinge quelli che g li sono contrari. Cerca di togliere ogn i valore al lodo coll'affermare che« i mem· b ri del giury simpatizzavano tutti per l'azione inte rventista», e non è vero, e, più sotto, si giova del lodo per dimostrare che i primi mezzi per l'uscita del giornal e mi sarebbero stati forniti non più dall' A graria, ma dal direttore dell'organo dell' A graria. Quando fu sollevata la q ue· stione di Barre Vermont, l'americano squinternò alle turbe un « lodo » : quello di Lugano, nel quale gli accusatori non erano ra ppre~entati , né e rano stati citati, un lodo « collettivo » che, insieme con que1le di Pa· gnacca, trattava altre questioni. Pagn acca, sa - lo dice lui! - per esperienza , come si manipola u n «lodo»; solamente ha il torto di misurare g li altri alla su a propria stregua

La polemica potrebbe essere chiusa, anch e a q uesto punto. l'« ameri· cano » ha dimostrato ancora una volta di essere un inabile saltatore di f ossi e una canagli etta, ·come sempre. Ma, invece, è adesso che , forse , viene il bello e che la polemica potrebbe divenite ve ra mente inte ressante. Quando il V çrwaer/1 raccolse - d opo due settimane - la fra se circa l'edizione sovvenzionata r.cc. ecc., respinse sdegnoso l'allusione e dich iarò solennemente, cttegorìcamente, testualmente che dopo al famoso sussidio in data 12 ottobre 19 12, J'At1anti/ non aveva avuto più rapporti pecun.iari di nessun genere coi sociali:Sti tedeschi o con chicchessia. Ora c'è una fra se nella nota d i ieri, che mi limito a ciualificare - per il momento - singolare. « Per quanto r iguarda le sovvenzioni tedesche al nostro Avanti/1 a guerra dichiarata, i: muto come un pesce». Verament e, Ja nostra frase (( edi2ione sovvenzionata » non si riferiva ad epoche de· terminate dalla dichiarazione o meno di guerra dell'Italia M a o ra, di· nanzi a questa strana limitazione di tempo, è leci to chiedere qualche lumicino, magari a petrolio. A g11erra dich iarala, nessu na sovvenzione d unque. Dal 24 maggio in poi, e cioè d a due mesi, niente denaro te• desco. Sta bene. E prima? Se J'A vaniil dopo al famoso aiuto dei 15 m ila march i, che risale a ben tre anni fa - quando d i neutralità e d i guerra nessuno parlava - non ha avuto più relazioni .finanziarie coi. Cenos. un di Berlino, perché questa curiosa divisione fra il periodo ch e pre· cede ta dichiarazione di guerra e il periodo che segue la dichiarazjone di guerra?

E lasci andare ìl V.Ol'WdertJ di parlare di « quattrini borghesi». Fu con quattrini «borghesi» che Jaurès fondò l'Humanité; fu con « quat· trini borghesi» che l'reves fe ce vivere il T empo, in antitesi e in pole· mica coJl'Avanti! ferriano; e di (( quattrini non meno borghesi » ha v issuto l'A vanti .' che è giunto in q uesfanno - 1915 (anno di g uerra)a pubblicare nella q uinta pag ina le rel azioni am m inistrative dei m etal. ! urgici fo rnitor i di ca nn oni. la verità è che i l nostro è il gio rnale men o capitalista d'Italia. Non abbiamo né le due rotative, né le cinque linotype, né l'impianto tipografico, né la redazione l ussuosa dell' AvanJi! S ia mo meno capitalisti, ma siamo più liberi. E la nostra coscienza non ha le inquietudini sinistre che travagliano i[ citta dino onorario di Barre Ver• mon t. MUS

D a Il Popolo d1 lJalit1, N . 211, 1 agos10 1915, H.

VIVA LA RUSSIA!

La sorte di Varsavia è, d unque, decisa. Gli austro-tedeschi sono già alte porte della g rande città polacca, mentre i russi si ritirano ancora per raggiungere le linee dove pot ranno resistere e contrattacca re. Cos), dopo Leopoli, è Varsavia che cade nelle mani del Kaiser. Dopo la Polonia austriaca è 1a Polonia russa che passa al nemico. la vicenda è dolorosa. Ma il doJore che (Ì p unge l'animo non è tale da fard dubitare un solo istante sull'esito finale della guerra. La nostra fidu cia è intatti.. Il nostro ottimismo, inalterato. La ritirata dei russi dalla Po lonia non è che un episodio, un gran de episodio della guerra; una necessità strategìca. Nessuna merav ig lia se i russi abbandoneranno Varsavia, quando si ricordi che i francesi avevano nel preventivo l'eventualità di abbandonare la .capitale: Pari gi. Non sappiiLIIlO se avremo in Russia - fra ciuakhe tem po - una seconda edizione delJa battagl ia della Marna. Può essere. Comunque, l'esercito del Granduca è - secondo gli stessi critici militari tedeschi - ancora nella sua piena efficenza. Questo è l'essenziale. E questo è ciò che rende degne della più viva ammirazione Je armate eroiche d ello czar.

Dal settembre '914 ad oggi, il solo scacchiere dove siano avvenute grand i battaglie campali, è lo scacchiere austro-tedesco-russo. D a t re mesi a questa parte, i russi hanno dovuto quotid ianamente, senza un giorno solo di tregua, combatter e in condizioni di infer iorità assoluta di nanzi ai tedeschi. la deficenza di munizioni ha cost retto i russi a in i, ziare q ud movimento di ritirata che continua tuttora e che ha sventat o il piano concepito daHo Stato Maggiore germanico.

Non appartiene quella dei russi al genere delle « ritfrate » che si chiam_ano, per eufemismo, strategiche, come avveniva, ad esempio, per q uelle austriache, mentre erano « fughe >> in piena regola. No. E lo prova il fatto che i russi, pur ritirandosi, contrastano palmo a palmo il t erreno all'invasore; lo prova il fa tto che pur ritirandosi i russi hanno infiitto una sconfitta disastrosa a uno degli eserciti austriaci comandati da un arciduca; lo prova il. fatto che l'avanzata dei tedeschi proc~de lentissima e con perdite enormi. Se si facesse il bilancio di questi tre mesi di guerra sullo scacchiere orientale si troverebbe che - eccettuate le occupazioni ter.ri toriali - il passivo supera - per le armate austro- tedesche - l'attivo, Del resto, non mancano in Germania le voci am· monitrici: int ese a frenare i soverchi entusiasmi.

NeJl a storia della Russia c'è un'altra ritirata che fu f atale a un altro Impe ratore. Anche oggi come allora i russi si rit irano la sciando dietro lo ro il deserto: non pìù messi, non p iù alberi, non più strade, n on p iù villaggi, non più città. Per dare il colpo decisivo dì clava all'e se rci to russo , bisogna inseguirlo ancora e sempre, per decine e decine di werste, attrav erso una pianura desolata e bru ciata. Per schiacciare la Russia, bisogna occupare Mosca e Pietrogrado e, forse, non basterà, E poi?

L'inverno in Russia non è lontano e l'ipotesi di una seconda campagna invern ale atterrisce i tedeschi, m ent re lascia indifferenti l e Nazioni della Q ua druplice.

Cosi stando l e cose, si comprende l'ott imi smo d ei circo li ufficiali rus si e del popolo russo. un fatto significativo e confortante che la voce d ella fi duc ia e della speranl':a in cro lla bi le parta precisamente dalla Russia. In un suo a rt icolo scritto nelle sei lingue delle Nazioni Alleate, l a semi. ufficiosa Gazzetta della Borsa sc1ive;

« B g ià un anno che il nemico minaccia la libertà del mondo. Noi appr ez. :.:iamo altamente il concorso pieno di abnegazione che portano gli All eati esercitando da ogni parte contro il nemico comune una pressione conc erta ta. La ferma Jiducia nella vittoria, che è in armon ia con gli interessi mondiali, e nd tri onfo fina le de l diritto, infiamma lo spiri to dell e nostre Nat ioni Tale fiducfa non ba cessato di essere la stella che ba guidato la nostra marc ia atU:averso quesfanno sa ngu inoso ed eMa la guid er à sempre anche d urante i mesi, e può rssue anche durante gl i anni avvrnire di questa terribi le lotta.

« La Ru ssia saluta i suoi All ea ti. Alla Francia, alflnghilterra , all'Italia, a l Belgio, all a Sc-rbia , al Montene,5ro ed al Giappone, a tutti, essa invia il suo saluto per l' eroica lealti1, per la ferma decisione di ~ostcnere la lott a fino al raggiu ngimento clcllo scopo, sin che la luce di~sipr:rà finalmente le tenebre».

Gli Alleati accolgono questo m essagg io colla più cordiale simpatia. e si dichiarano pronti ad ogni sacrificio. ]n Inghilterra, colla presa di Vat· savia, il Governo farà un altro passo verso la coscrizione obbligatori a Su l fronte occidenta le si aspi:tta il momento opportuno per attaccare. Sotto la stasi apparente, ferve una frenetica preparazione per l'offen· siva

La Russia è, dunque, decisa a condurre la guerra sino in fon do.

Ora, nell'anniversario dell'inizio della. con flagrazione che coincìd e coila presa di · Varsavia, dev'essere detto alto e fort e , ch e se la Russia combatt erà sino all'estremo, non ne ha soltanto il dovere verso gli Alleati, ma j1 dovere - supremo - verso se stessa.

La Russia non voleva la guerra. La Russia, posta a scegliere fra la sopraffazi one austriaca ai danni d ella Serbia e la suerca, ha scelto la guerra. Questione di vita o di moite. Se l'Austria-.Ungheria, che era riuscita dopo la prima guerra balcanica, a scagliare gli uni contro g li altri gli Alleati, fosse stata libera di schiacciare Ja Serbia, chi le a vrebbe imped ito di giungere a Salonkco? Coli' Austria a Salonicco e Costantinopoli in mano dei tedeschi, non è chiaro che la Russia sarebbe ri masta imbottigliata nel Mar Nero, tagliata fuori dal Mediterraneo e condan· nata a morire d'asfissia come un giga nt e cui venga tolto il mezzo di respirare? Due strade sarebbero rimaste alla Russia: accettare l 'egemonia tedesca o riprendere il cammino deII' Asia Minore. Meglio la g uerra in Europa. Ma - sia ben chiaro - per la Russia, g uerra di n ecessità, non di capric<.io. Guerra non cercata, non desiderata: accettata

Chi conosce la sto ria recente della Russia sa che i Circoli dirigenti la politica imperiale hanno fatto una politica inspirata a l pacifismo e non scevra di simpatie p er la Ge rmania. La Russia popolare non voleva la guerra. La Russia ufficiale nemmeno. Gore mykin diceva la verità quando ne!Ja seduta della Ouma ddl'S agosto affermava che « la Russia non voleva la guerra ». Sazonoff, m inist ro degli Affari Esteri, poteva dire, nella stessa occasione, che <( non era la politica russa a minacciare Ja pace del mondo » e il presidente della Duma, Rodzianco, poteva insistere a sua volta nel dire che « la Russ ia non ha desiderato la guerra».

Le prove? Eccole.

Dopo la g uerra russo-giapponese del 1904, la politica russa non è stata che un seguito di umil iazion i e di concessioni al blocco austrotcdesco. Nel 1904, esausta dalla guerra col Giappone, la Russia dovette accettare dalla Germania un trattato di commercio onerosissimo, nel quale l~ condizioni furono dettate dalla Germania stessa. Nella famosa interv ista di Isvolsk ij con Aehrenthal faJ Buchlau, la Russia sottoscrisse alla violazione del Trattato di Berlino, consumata dal1' Austria coll'annessione della Bosnia-Erzegovina Alla Serbia che protestava e chiedeva soccorso, la Russia rispose :

« Noi abbiamo i nostri interessi che non sono legati agli interessi del mondo slavo in generale e della Serbia in particolare.... ~.

Nell'intervista di Potsdam, lo czar diede carta bianca al Kaiser pet la matda verso al Golfo Persico e i porti delle Indie inglesi. Sempre per non urtare le suscettibilità austro-tedesche, nel 1910 la Russia allontanò di parecchie centinaia di chilometri la sua frontieu militare dalla sua frootiera politica. Che la Russia non fosse preparata a una gueua europea, è provato dalla sua deficenza di fe rrovie strategiche. Il genera.le

Kuropatkin nel suo rapporto co nfiden2 ia le del 1900 affermava che la Russia a quell 'epoca n on aveva ch e 9 linee f e rroviarie verso il fron te tedesco, m en t re la Germania ne aveva 2 5 verso il fro nte russo. Dopo quattord ici anni, allo scoppio della co n fl.tgraz ione mondiale, la spro porz ione ferro v iaria fra l'una e l'altra potenza e ra identica. Spingevano forse i circoli milita ri russi alla guerra? M ai più. L'ufficialità d i razza slava conosceva la impreparazione dell' esercito ; l'ufficialità di origine tedesca - o ltre a conoscere l'imp repa razio ne dell 'esercito - non nascon den le sue simpat ie e fobie atav iche.

Ricord.iamo, è non soltanto a t it o lo di curiosità stati stìca, che nel 1902 c'erano nell'esercito russo 144 general i tedeschi d'origine e di rel ig ione p rotestante ; senza contare g li oriund i tedeschi ribattezzati e d ivenuti ortodossi che nel 1905 erano ben 07. [Sic]

Ecco l'oiigarchia «tedesca)> che faceva la politica di reazione in Russia. Ma v'è una testimonianza. insospdtabile che de pone sullo stato d 'animo di Piet rogra do nel lug lio dell"an no scorso: la test imonianza dell'ambasciatore austriaco a Be rlino che <osì diceva :dl' ambasciatore i ng lese:

« Una guerra generale è i mpossibile p erchf I.a Russia no n può, né vuole foce la g uerra.. .. >>

Chi d unq ue h a « appiccato [ il J fuoco alla casa ;>? Non la Russia, come nessun'altra delle Potenze della Quadruplice, ma l'Austria, sobillata, sospinta dalla Germani.i! E dall 'a,gosto del 1914 il fuoco ha divampato terribile in ogn i parte d'Europa. le fi a mme cingono in .questo m omen to la Russia. Ma il fuoco sarà spento. N el sangue dei colpevoli. La Russia, <he ha sosten uto in m ass ima parte il peso immane della guerra, è in p iedi , ferma , irrem ovibile, tetragona sotto i colpi dell'avverso desti n o.

Vivi fa Russia!

M USSOLINI

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