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IL «VORWAERTS» SBUGIARDATO
Pagnacca Servito
L'uomo sinistro capace di tutte le azion i più ignobili - egli ha esordito con una truffa; ha, qui ndi, fatto la spia e si è po i caricata la coscienza di un feroce assassin io - (tutto ciò glie lo abbiamo documentato e g lie lo sbatteremo sul grugno barbuto e occh i.iluto di autentico seg uace e :i:clato re di Ignazio di Loyo la); Pagn.icca - il cittadino di B.1rre Vermont -si ostin a a vole r far c.rcdere che se io n on vado al fronte, gli è perché non ci voglio andare*.
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Pagnacca, rivoluzionario da latrina, mi ha fatto sapere l'altro g iorno che ci sono due modi per andare : 1. A r ruo larmi volonta rio sotto a l tito lo « per leva anticipata » ; c.ppu re facendo domanda al Ministero della Guer ra per essere nominato sottotenente della milizia territo riale.
L' informatore di Pagnacca ( che sia gne llo scocciatore emorroico e catarroso che risponde al nome del sedicen te colonnello .Mart ini , meglio conosciuto fra il gregge rollo pseudon imo boschereccio di Sylva V iviani ?) è un solennissimo imbecille. Per e< leva anticipata )> può arruolarsi chi ha meno di vent'anni , non chi ne ha più di trenta ed è. soggetto a richiamo. Ciò è chia ro anche pe r una bestia dura, come quelle che mangia no alla g reppia dello sta llauo di Via S. Damiano 16. Poi, Pa· gnacca, p er 9uanto deficente, è alfabeta e sa ch e dal manifesto per gli arruolamenti dei volontari venivano tassativamente esclusi, e per ra.gioni ovvie, que lli appartenenti a classi ancora da richiamare. Ma P agnacca ha l'ostinazione caparbia e best iale dei muli. Così ieri è tornato ad affermare che io mi sono confessat o e che « se non parto, gli è p erché non voglio pa.-tire, che voglio essere obbligato », ecc.
Nessuna meraviglia che Pag nacca sia ancora una volta in malafede. Sono inezie per un criminaloide par suo. Ma io Jo inchiodo al suo men· dacio. Lo sbugiardo, come l'ultima delle carogne Pagnacca sa - perché su queste colonne fu documentato - che pochi g iorni dopo la pubbli• (HO).
cazione del manifesto, io mi recai alla Caserma dei bersag lieri per arruoJarmi e fui - insieme col tramviere socialista-interventista Buscema , che si trova nelle mie ident iche condizi0ni - rinviato al.. .. rich iamo della classe dell'84 . Pagnacca sa, perché su queste colonne fu documentato, ch e indiv.idui arruolatisi con strattagemmi furl)no svestiti e dimessi dalle caserme, quando si scope rse che appartenevano a class i da richiama re. Pagnacca sa tutto ciò. E se non lo sapesse, dopo tutto ciò che ha scritto, sarebbe, com'è, un «mascalzone». Ad ogni modo, ieri -q uantunque prevedessi la risposta - ho mandato a mano, all'esimio colon• nell o Ferrero, Comandante del D ist retto di Mi lano, Ja seguente lettera, un itamente al mio « Libretto Personale Militare»:
« Pregiatissimo s ignor ColonneUo,
« mi. scusi se la d istu rbo per sottoporle il quesito seguente:
« Appartengo a ll a I categoria della classe del 1884. H o compiuto negli anni 1905-906 a Ve rona regolarmen te il mio servizio militare al X Regg, Bersagli eri. Sono nell' attesa sempre più acuta del rich iamo della mia classe. Ora, v'è chi afferma che" io posso - quando voglia - arruolarmi volontar io sotto al titolo per anticipo di leva". Io lo voglio, di gran cuore; sia cortese di dirmi se posso. Mi dica, cioè, se quel titolo esiste e se il mio caso vi è contemplato.
« La ringrazio, ecc. ».
E il colonnelJo Ferreco che, sino a prova contraria, è più versato in materia del nord -americano Pagnacca, ha risposto ,sullo stesso fogl io: ,.
« Av,ndo obbligo di urvi:Uo non può con frarrt arru olam,nJo, m11 b1n11 de v, 111ftr1dert la rhiamaJa della p ropria r/tUu.
«·Non p11ò far domanda per tJJ ere nominato sottolentnlt della milizi.t 1erri10,iale, perrhé la J111z riami appa,liene al/11 milizi11 mobile ed ella } di prima ,a1e, orit1 J>.
Io non m'illudo di persuadere r « incacicato,... » di massacrare il V o r• wa"IJ e di prostituire quel che resta del socialismo italiano. Coloro che hanno qualche dimestichezza con me sanno come questo attendere mi pesi e mi addolori, ma.... la legge è cosl. E non si creano leggi apposta per il signor Mussolini che è un soldato uguale a tutti gli altri. Ci sono, neUa vjta, certe impos5ibi lità. Io sono - oggi - nell'impossibjJità di andare al fro nte, come, p er esempio, Pagnacca è nell'impossibilità oggi> domani e sempre, di cancellare dalla sua inquieta coscienza il ricordo sanguinoso del preme ditato assassinio di Barre Vermont.
Mussolini
Da li Pup olo d'llalia, N. 214, 4. agosto 191'.5, Il,
ALLA GOGNA!
Pagnacca sprofonda nel grottesco * . Egli parla di una « situazion e lacrimevol e » laddove la situazione è chiara, chiarissima per chiu nque - intelligente o cretino - voglia vederla.
Ma dove, al mondo, si può t rovare una situazione p iù « lacrimevole» di quella d l Pag nacca? Non è direttore del V o r1t)t1t:rl s, ma« inca ricato della continuità redaziona le»; dopo aver pred icato la R ivoluz ione in nome ddla neutralità, giunto il momento topico, h a gr idato com e- l'imp utato d i Ferravi lla : « l o non a ccetto! ».
E la Ri volu.:ione tante volte m inacc iata è andata ad a ffogare nel Na\•ig lio. l a sua coerenza è tutta q ui. Ammi ratela! Ll sua im becill ità p rogressiva è pa lese dalla sua «t ro vata>> di i eri. Ha pubblicato - allo scopo di in dignare i patriotti - il m io stato di se rvizio m ilitare. Benissimo. E che cosa ha p rovato? Che q uando io potevo essere coerenl e, perçhé dipendeva d a me, soltanto dalla mia volon tà di esserlo, lo ero, senza preoccuparmi - come farebbe un Pagnacca g ual unque - delle co nseguenze penali delle mie azioni. Co)l, se oggi fosse in mio solo potere di andare a l fronte, ci sarei sin dai primi giorn i, appunto p erché h o sempre - dico umpre. - m esso in per fetta coerenza i m iei atti colle mie parole. Ma Pagnarca - falsario - ha bisogno di a ccred itare, per 1a sua tribù, la leggen da che io non parto, perché non vogl io p art ire, perché ho dichiarato d i n o n voler partire . Si tratta di invenzioni stupidissime destin ate a coloro che leggono so ltanto il V orwtterls e giura no nel «verbo >> di Pagnacca , l'onesto cittadino, pardon , assassino di Barre-Vermont.
Una Letterina Sulla Questione
JI -tramviere Buscema, che casualmente si trovò con me la mattina nella quale, parecchie settimane fa, mi presentai per arruolarm i volontario alla Caserma dei Bersaglieri, m i manda la seguente lettera :
Caro .Mussolini, la so la faccia tosta di un Pagnacca può se~u itare a scrivere per far credere che tu non vai al fr onte peC<hé non ha.i 'Voglia di andarci. la risposta del colon-
• (321 -,24), nello Ferrtto tag lia la testa al toro. Confermo p ienamente il cuo mio, per la 5econda volta pubblicato nel tuo giornale e ptrché Pagnacca lo sapp ia, qua ndo foi chiamato 21Ja Maggiorità - dopo aver visto appagato il desiderio d i vestire Ja divisa - (uj invitato ad andarmene perché in attesa di rk hiamo . Chiesi a llora che mi si accettuse p er anticipuione di leva, ma il Capitano dd la Maggiorità mi rispose che dovevo subire la sorte de lla mia classe. Risposta che a vesti iden tica anch~ tu, in mia presenza. lo sappia Pagoacca. N oi saremo rkhi~mati e sptriamo presto, a compiere il oostro do vere e lo f aremo domani alle trincc..--e come jeri lo abbiamo fatto sulJa piazu, mentre Pago.acca e i pagnacchi sti, che psima minacciavano la rivolta, al momento di far seguire i fa tti .tlle parole, hanno eroicamente battuto in ritirata. Questa gente non merita il compatimento, mi il dispreuo.
Salut i, tuo
BuscEM ROSMJO
Già: il disprezzo e la gogna alla q uale bisogna inchiodare i tru ffa . tori, le spie, g l i assassin i, i falsa ri
Da Il Popolo d'ltalùr, N. 2 0 , :; agosto 19 1:i, H.
Voci Di Popoli
Da Pietrogrado, da Londra e da Parigi sono partiti in questi giorn i messaggi pieni di fi ducia e di intrep idità.
Per contro, nei gioma]i del blocco austro-tedesco, traspaiono sempre più accentuate l'inquietud ine e l' incertezza. Sono le estreme illus ioni ch e cadono. N ell'opinione pubblica tedesca doveva essersi diffusa la spe ranza che, colla riconquista della .Galizia e l'occupazione di Vusavia, si sa rebbe costretta la Russia a chiedere 1a pace separata. Eliminata la Russia, il compito degli austro-tedesch i sarebbe diventato più facile. Anche qui, i ci rcoli dirigenti di Berlino hanno sbas liato i loro calcoli.
L"offensiva in Polonia sta logorando e decimando g li ese rciti tedesch i. Ogni passo in avanti è segnato da m igliaia di morti. D'altra parte l'occupazione di Varsavia non avrà conseguenze speciali né d'ordine mil itare, né d ' ordine politico. Militarmente 1a Russia è oggi in condizioni mig liori di due mesi fa.
Le munizioni cominciano ad arrivare con una certa abbondanza sulle linee del fuoco e i tedesch i se ne sono a(corti. Tanto è vero che, in mol ti punti del fronte, sono cost retti a seg nare il passo. Anche la fa mosa falange di Mackensen sembra a lquanto smontata, Le rapide avanzate di prima non si effettuano più.
Il movimento di ritirata dei russi sulle loro linee interne prosegue lento, ordinato, metodico. l o S(Opo principaJe dell'offensiva tedesca che consisteva nella d istruzione e dispe rsione degJi eserciti russi è faJlito. [e armate che combattono in Polonia sono sfuggite all' accerchiamento. N egative, dunque, Je conseguenze d'ordine militare dell'offensiva ted esca in Polonia, e non me~o negative le conseguenze d 'ordine politico.
La Russia - nelle memorabili sedute della Duma - si è ri velata unanime nel voler cont inuata 1a guerra sino alla vittoria e pronta a tutti i necessari sacrifici. L'ipotesi assurda di una pace s~parata russo-tedesca non può più essere oggetto di discussione, nemmeno a ccademica . Jn queste colonne fu più volte esaminata e sempre esclusa come imposs ibile; l'adunata e i voti della Dwna dimostrano che il nostro ottjmismo nei riguardi de lla Russia non era cervellotico, ma fondato. N on c'è bisogno di aggiungere che le riserve umane della Russia sono form idabili: basta ricordare che la p opolazione dell'Impero deg li uar si avvicina ai 180 milioni, e, cioè, quasi tre volte la popolazione d ella Germania.
L' Inghilterra non è meno decisa della Russia per la guerca ad o ltranza. Le manifestazioni popolari che si sono svolte nel Regno Unito - in occasione dell'anniversario - sono gli indici segnalatori dell'inflessibile volontà britannica. Ch e gli inglesi - nell'insieme - siano stati un po' lenti nel comp render( la gravità e l'importanza della guerra attuale, è certo e le ragioni sono note. M a non bisogna d imenticare, quando si esamina e si guarda la politica ing1ese, che, senza l'intervento ing lese - a q ucst' ora - l'Europa sarebbe tedesca . :B inol tre p robabile che, ri manendo neutrale l'Inghiltena, anche l'Jtalia non si sa rebbe ma i decisa all'intervenlo. L'essenziale è che gli inglesi diano nel futuro c::iuello che non hanno potuto dare nel passato. Uomini occorrono, ma più che uomini, munizioni La metallurgia inglese - che dopo la tedesca è la più 011tillé d'Europa - deve dare un « rendimento massimo », fantastico, in armamento e munizioni. L'Inghilterra deve tramutarsi nel gigantesco arsen ale della Quadrupli ce. Ora, le manifestazioni, che hanno a,'l.lto luogo in tutta l'Inghilterra, dico no agli a lleati: « Voi potete fare assegnamento sicuro sulla tenacia degl i inglesi » .
Perché la guerra sarà lunga. Necessariamente I nvano i l capo dei cattolici fa balenare agli occh i del suo gregge le spe ranze di pace ; egli illude o si i llude. La pace è lontana. La guerra passerà - presum ibi lmente - per altre due fasi. Ad un dato momento, la Germania sa rà costr etta a mutare il carattere della sua guerra da offensiva in difens iva Difensiva, dapprima, ne1le region i che occupa; difensiva, poi, entro i suoi stessi confini. Bisognerà, in una prima fase, cacciare i tedeschi dalla Francia, dal Belgio e da lla Polonià, el iminare dal campo la Turch ia e l' Austria-Ungheria; poi, stringere d'assedio la German ia, s~zzarne la resistenza e costringerla a chieder la pace, senza condizioni. G li invasori devono essere puniti coll'invasione. N essuno pensa a smembrare la Germania : essa dovrà semplicemente « rest ituire>> . Ciò che si vuole è rid urre la Germania nell'assoluta impossibiJità d i m inacciare un'altra vo lta 1a pace europea. Ma ognuno vede che la Qua· druplice è ancora ben lungi dal suo obiettivo. la secondà e la terza fase della guer ra saranno le più lunghe e le più sanguinose. « T enacia», è la pa ro la che ci giunge dall'Inghilterra; « ten acia », rispondiamo no i, sino al giomo in cui la barba.rie della KullJlr sia domata.
MUSSOLINI
Da Il P() polo d'Itali'a, N . 216, 6 agosto 191~, II.
Massimo Sforzo
L'opinione pubblica della Q uadruplice lntesa ha accolto l'annuncio della presa di Varsavia colla m assima calma. Questa constatazione di fatto è tanto più notevole e sig nificativa, in quanto la conquista di una grande città, più che la conquista di. un vasto territorio, è avvenimen to che colpisce l'im maginazione e il sentimento dei popoli l ' occupazione di centom ila km. quadrati di territorio con qualche m igliaio di vilJaggi non equivale - nelle sue ripercussioni psicologiche e mor:ili - alla presa di una popo losa città. Gli è che nelle città si riassume la storia delle N azioni. M eg lio : n elle Nazioni, solo Je città hanno una storia, Coll ' avvento del regime capitdistico, l'importanza delle città è andata aumentando p a rallelamente al loro sviluppo demografico, al loro progresso civile.
Ma non è 9ui il caso di fare una digressione sull"urbanesimo , per q uanto si tratti di un fen omeno interessante al sommo g rado. Infin e, è la con9uista. delle città che dà ai vincitori l'orgoglio - più o meno fugace - del possesso, l'ebbrezza del dominio, non soltanto suile cose i nerti, ma sugli uomini.
Orbene, se l'occupazione di Varsavia - bella, grande, r icca città di quasi 900.000 abitanti - non ha emozionato l'opinione pubblica russa, e meno ancora quella dell'occidente europeo, c iò signi fica che nelle masse dev'essersi diffuso e radicato H convincimento che l'av"en imento non avrà conseguenze di sorta a danno degl i Alleati Si considera la resa di Varsavia' come un episodio foevitabile, un sacrificio doloroso, ma necessario d ella ritirata dei russi. Se i tedeschi credevano, colla conquista della capihle polacca, di deprimere e demoralizzare l'opinione pubblica della Quadruplice1 si sono ingannati, Se· condo notizie recentis3ime pare che il colpo di Varsavia non abbia « terrorizzati » p iù del consueto nemmeno i neutri balcanici. L'effetto morale è dunque completamente mancato.
Mancate, altresì, le conseguenze d'ordine militare che i tedeschi p reventivavano. I russi si ritirano da ll e parti più minacciate del loro fronte , combat tendo ordinatam_ente e (?ttenendo qualche parziale successo. Per quanto il mo vimento dì ritirata dei russi non sia ancora finito, pure è ormai scongiurato il ~ricolo dell'accerch iamento degl i eserciti Esa- minate i bollettini dello Stato Maggiore tedesco e troverete la giustificazion e dell'ottimismo che, malgrado la perdita di Varsavia, prevale negli ambienti ufficiali e popolari della Quadrupli ce. Lo Stato Maggiore tedesco confessa che l'ofl:e_nsiva procede lentissima, e a prezzo dì pe rdite ingenti. Di più: nei bollettini de-llo Stato Maggiore t edesco non sono annunciate né grandi, né modeste catt ure di soldati russi. Che dilforenza fra il bottino enorme dei laghi Masuriani e l'attuale! Dal 2 maggio ad oggi il numero dei prigionieri russi fatti dagli austroted eschi non supera il terzo di quelli fatti in una sola battaglia ai Lae;hi Masuri. Il bottino di armi e materiale guerresco è del pari irrisorio. Non si esagera, dunque, quando si affe rma che l'esercito russo è ancora ne lla sua piena efficenza mo ral e e mate riale E impossibile pre vede re qual e aspetto assumerà la guerra nello scacchiere pola cco. Non si sa , cioè, se i tedeschi abbiano l'intenzione di spingersi con l'offen siva sin nell 'interno della Russ ia o se invece -come appare da taluni segnivogliano fermarsi, te.incerarsi e att endere la contro-offensiva dei russi. Tuttavia si può affermare che quando il martello tedesco avrà finito di picchiare sulla Russia, i muscoli che lo reggevano saranno cosi esausti che molto difficilmente potranno ricominciare altrove la loro terribile fatica.
Le conseguenze politiche della presa di Varsavia non sono ancora ben definite. Secondo notiz ie tedesche, Guglielmo II proclamerebbe l'auton o mia della Polo ni a. Si fa an che il nome del piìncipe ch iamato a reggere il nuovo Stato. Di preci so , nulla si 5a. t po~si):)ile che il Kaiser lanci ai polacchi una promessa di autonomia. t possibile anche ch e i circoli dirigenti della Germania trovino che la questione è prematura. La guerra non è ancora finita. L'ultima parola non è 5tata ancora pronunciata. Tuttavia, una semplice promessa non compromette troppo e può giovare nel tentativo di cattivare le simpatie dei polacchi alla Germania. Tentativo destinato a nau fragar e La Polonia tedesca sa -p er esperienza - che cosa è il regim e prussiano. La Polonia russa ha fat to, dalla guerra in poi , caus.a comune colla Russia. Del resto, tra d ieci giorni, alla riapertura del Reichstag, av remo modo di meglio conoscere quali siano, nel momento attuale, le tendenze e gli obiettivi imm ediati della politica tedesca.
Chied ere che la Russia possa riprendere fra poco una controffen siva vittoriosa significa c.adcrc in on ottimismo eccessivo. Pur calcolando nel preventivo eventuali colpi dì scena balcanici, è però indubbio che dovranno passare alcuni mesi, molti mesi, prima che la Russia sia rifornita ptr tutti i bisogni di un'offensiva che sarebbe aspra nella riconquista della Polonia, asprissima ne!J'invasione della Germania. C'è alforiz:zonte balcanico qualche novità: i rnmeni haono mobilitato il loro eserci to. Per interven ire a fianco della Quadruplice ? O si tratta di una misura di precauzione resa necessaria dalle pressioni e dai ricatti della Germania? Nulla sappiamo. Ma è assai incerto che l'intervento dei }?alcanici possa, oggi, precipitare la guerra al suo epilogo, ptima deJ. l'inverno. Una seconda campagna invernale è da considerarsi inevitabile e necessaria se la Quadruplice vuole raggiungere i suoi obìettivi territoriali e politici. Ora, la seconda campagna invernale si combatterà nelle officine. Sosta sui campi di battaglia, attività frenetica nelle of. ficine, nei cantieri, negli arsenali. Non un tornio, non un operaio resterà inope,'Oso. La paus,. invernale deve servire alla Quadrup lice per ragginngere e superare la produz ione, in proiettili ed arm i, degli a ustrotedeschi. Se a primavera noi saremo dotati e « riforniti » in maggiore quantità degli austro-tedeschi, 1a partita sarà vinta.
Giappone
Io lo confesso e credo che la censura non avrà nulla in contrario a che io esprima pubblicamente questa mia con fessione: tutte le volte che si parla di un intervento diretto dei giapponesi sullo scacchiere d'Europa, io mi sento un po' umiliato; dapprima nella mia qualità di italiano; n ella mia qu alità di europeo, poi. Non g ià perché io nutra ciualche avversione pe r i giapponesi. Affatto. vero che i figli del Sole l evante possono essere, sotto certi rapporti, considerati come i più « tedeschi» fra i popoli dell'Asia, ma, una differe nza c'è sempre e profonda fra i tedeschi della Kllltt,r e i t edeschi del Karakiri: per cui io non ho rit egno a tributa re la mia simpatia ai giapponesi. So anche che la questione del lo ro i ntervento si t rascina da mesi e mesi come una di quelle discussioni tro ppo accademiche ch e non finiscono mai. Se ne parla.va i n gennaio, se ne riparla in agosto, e probabi lmente se ne riparlerà in dicembre. 1n Ital ia, l'intervento dei giapponesi non è mai stato oggetto di serie di scussion i. Lo si ritiene fantastico. In F rancia, invece, da quakhe tempo, il Giappone è rargomento del g iorno. Ai vecchi sostenitori delia immediata collaborazione nipponica, come l'ex ministro degli Esteri Pichon, se ne sono aggiunti dei nuovi, come Clemenceau. 11 mezzo milione di giapponesi sorride nuovamente alle speranze di qllalcuno fra i nostri alleat i d·o11 re Alpi.
O ra io comp rendo che si patroc inasse l'intervento del Giappone durante il secondo e più incerto pe riodo della nostra neutral ità. Ma - ed·è qui che io mi sento un po' umiliato come italiano - dal giorno in cui l'Italia speuò i legami della Triplice e scese in guerra, proprio nel momento meno propizio, contro g li austro-tedeschi, la necessità di un intervento militare giapponese doveva essere scomparsa. Sollecitarlo adesso, sig nifica svalutare l'efficacia dd nostro intervento che p uò essere invece e sarà decisivo. L ' Italia - e i nostri alleati della Quadruplice l o sanno - ha un esercito formidabile, rise rve doviziose di uomini e una popolazione civile pronta a qualsiasi sacrificio. Quando sarà superata l a prima athtale fase di guer ra contro il cemento armato, i colpi che l'Italia potrà inferire a ll'Aust ria saranno gravi e mortali.
D 'altra parte , già si sono n otati nell'economia e nelle vicende della guerra europea i benefici effetti dell ' intervento italiano. Senza la nostra offensiva ai confini meridiona li dell a monarchia austro-ungarica, è probabile che la ritirata dei russi sa rebbe stata meno metodica e più pre• cipitosa. D opo l'intervento dell'Italia, auspicare l' intervento del Giappone, è segno di debolezza. Quello che si deve fare, è coord inare e intens ifica re l' azione militare e diplomatica della Quadruplice, la quale deve basta.re a se stessa.
Ma il problema dell'intervento nipponico ha due aspetti : la possibilità e la volontà. B possibile? I competenti escludono 1a possi bilità d i una spedizione per vìa di mare. Re5ta 1a tran siberiana, f errovia di limitatissima efficrnza, e i russi lo sanno Fatti i dovuti calcol i si viene a q u esta conclusione: i giappo nesi g iungcre'.'bbero in tempo per la ripresa della guerra alla primavera del 1916. La loro appa rizione sul t eat ro della guerra non potrebbe a vvenire - con q ualche utilità - che verso a q uell 'epoca. L' intervento dei giapponesi non eviterebbe d unque la campagna i nverna le; né a bbrevierebbe - presumibilmente - la dura ta della g uerra, ll Giappone - piccolo - deve far e la guardia all_a Cina immensa. la Cina - più debole - ha subito finora i ricatti del suo pote nte vicino. La Cina sta ora orsanizzandù le sue forze; ragione eccellente perché il G iappone per ogni futura evenienza serbi intatte le sue Infine: qual'è l'utilità dell' intervento giapponese? Che cosa ci può dare il Giappone? Degli uomini? Ma è forse di uomini che difetta la Quadruplice? La nost ra grande superiorità numerica sugli austrofu rco-tedeschi è già. palese ed è progressiva; in ogni caso, se uomini occorressero, p rima d'invocare l'aiuto dej giapponesi, io crt do che J'ln· ghilterra dovrebbe decidersi a stabilire la coscrizione obbligatoria.
Secondo: qua l è il pensiero dei giapponesi d innanzi a lle voci solJeci tatorie che partono dall'Eu ropa ? <( Vog liono » i giapponesi i ntervenire? lo credo di no. E per q ueste ragioni : pri ma di tutto la situazione economica e politica del Giappone non è molto brillante. In secondo luogo, e questo è l'essenzlale, il Giappone non p uò in debolire, con un inte rvento militare neUe faccen de europee, la sua compagi ne militare.
~omini no. Ma il Giappone può aiutarci egualmente e più efficacemente: rifornendo la Russia di a rmi e mun izioni. B q uello che sta facendo. bene non chiederg li altro.
Per una ragione morale. Per la nostra dignità, per il nostro org oglio di europei. Ricordiamo: qual è lo scopo della guerra? Quello di domare Ja t racotanza dei tedeschi, la loro insopportabile boria, <he t raeva ori• gine dalla loro auto-pcoclamata superiorità civile Bisogna sch iacciare i tedeschi, per convincerli che i popoli d'E uropa non tollerano egemonie barbariche; per convincerli colla sp ada alla gola che essi non sono, né diventeranno mai i padro ni assoluti di questo nostro vecchio e tormentato continente.
Ma sono gli europei, soltanto gli europei che devono infliggere questo castigo alla Germania. Coll'intervento del Giappone, noi po· tremmo vincerla più facilmente, ma non umilieremmo la sua folle superbia. ] te deschi che già si vanta no di combattere e vincere contro i l mondo i:ntero, soltanto perché le colonie fra ncesi e inglesi hanno mandato contingenti più o meno numecosi e validi di truppe sul teatro della guerra, potrebbero domani - con maggiore giustificazione - trovare un motivo di or,goglio anche nella sconfitta quando i l Giappone fosse venuto a giocare la carta decisiva del destino d'Europa.
Questa guerra ha avuto delle ripercussioni mondiali, ma essa è e rimane europea. I problemi che deve r isolvere sono prima di tutto europei ! l' Eu ropa che deve trova re in se stessa la forza di libera rsi dalla G ermania. Coll ' intervento del G iappone, si potrà dire che n on l'Europa ha vinto la Ge rmania, ma che l"Asia ha vinto l' Europa. lasciamo du nque alle lo ro fragili case i piccoli figli dell'oriente lontano. La ,guerra è nostra e nostra deve resta re, malgrado tutto, sino a lla vittoria.
Mussolin I
Da I/ PopQ/o d'!lalia, N . 219, 9 agosto 191), il