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LE VICENDE RUSSE

Gli eserciti dello czar si ritirano ancora su tutta la linea. La Polonia è perduta e anche le ultime retroguardie, lasciate ad occupare alcune zone alle frontiere della Galizia, retrocedono in terra propriamente russa. L'opinione pubblica della Quadruplice I nt esa, che ha seguito e segue con un comprensibile interessamento le fa si di questa lotta gigantesca 'dei tre Imperi d'Europa, non dà segn i di depressione o di scoraggiamento. An che le masse profonde della popola2.ione incolta intu iscono che la ritirata dei russi non sisnifica affatto la vittoria degl i I mp eri Centrali. La nota un po' pessim ista predom ina a Londra, fo rse perché gli ing lesi sentono ch'essi - in fatto di ut ilizzazione di tutte le energie umane della Nazione - possono e devono compiere un altro passo : quello, cioè, della coscrizione obbligatoria. Anche in Russia i ministri non nascondono la realtà della situazione, che è grave, ma non disperata, Sintomatico nella r eceritissima esposizione fatta da Sazonoff a l Times l'attacco alle correnti tedescofile che in Russia agiscono in alto e in basso: in alto fra le camarille burocratiche e politiche - che reclutano i loro camorristi particolarmente fra i tedeschi delle provincie baltichej in basso, fra certi socia listi marxisti «arrabbiati» e tedescofili per elezione, i quali però esplicano di preferenza la loro attività pacifondaia a Ginevra e a Parigi. L 'opera di epurazione necessaria in iziata dal Governo ridurrà all'impotenza questi « falsi ru ssi» Esclusa - a priori - l'ipotesi di un a pace separata, i popoli dell'occidente p ossono guardare lo svolgersi degli avveniment i senza apprensioni esagerate: an· che nella più catastrofica delle i potes i - quella cioè dello sch iacciamento totale dei russi - restano forti ssime per vari ordini di ragioni le pro· babilità di vittoria della Quadruplice Jntesa. Ma i russi non sono, n on saranno schiacciati. Il loro movimento d i ritirata si è iniziato nel maggio. Sono circa quattro mesi che gli eserciti russi si ritirano dinnanzi alla preponderante pressione austro.tedesca. Il senso di ammirazione che circonda le armate del generalissimo Nicolajewic è pienamente giustificato. Quale altro esercito sarebbe riuscito a mantenere la sua compa· gine intatta durante quattro mesi di terr ibili incessanti battaglie contro un nemico superiore per numero e per armi~ Ebbene, sino ad oggi, questo che può dirsi un vero prodigio di strategia, si è rea lizzato. N on solo. Alcuni episodi di questa lunga battaglia rappresentano un attivo notevole per l' esercito russo. Un esercito austr iaco ricevette in pieno una zampata fo rmidabile dall'orso moscovita; in fondo al golfo di Riga, giacciono undici unità della marina tedesca. L'acceschiamento tentato pìù volte non è ancora riuscito. La vagheggiata Sedan russa, con un bottino in uomini e materiale almeno decuplo, non <'è stata, T utto fa sperare che non ci sarà. Ma questa previsione fondata non deve fu credere alla possibilità di una prossima controffensiva dei russi. La sup eriorità nelfarmamento non si guadagna in poche settimane: tutto al p iù l'intensificata produzione delle officine russe e gli aiuti giapponesi potranno a lterare le condizioni a vantagg io dei russi, ma ci vorrà tutto l'inverno prima che l'esercito dello czar sia in grado di ricom inciare la sua ma rcia verso l'occidente. l ' occidente p erò non deve, in questo periodo di tempo, rimanere .inattivo. Prendere l'offens iva generale, semplicemente per una ragione d'indole morale, cioè, per far vedere ai russ i che i franco-inglesi esistono e si battono, è pericoloso e potrebbe concludersi in una inutile e dannosa dispersione di energie. Certo però che anche questo fattore morale dev'essere tenuto da chi spetta in giusta considerazione. Sarebbe g rave che - grazie anche alla propaganda insidiosa dei circo li tedesco.liii di Pietrog rado - si diffondesse in Russia la convinzione che gli Alleati si disinteressano delle sorti della Russia e l 'abbandonano al suo destino. Bisogna compiere uno sforzo Dove? A questo interrogativo possono r ìspondere - con cognlzionc di causa - soltanto gli Su.ti M aggiori degli eserciti: il nost ro compito si l im ita a illuminare e preparare l"opi· n ione pubblica alla necessità dei nuovi sacrifici. Tuttavia noi ci permet• t iamo di pemare che, se un"offensiva g enerale sul fronte fra nco-belga non è possibile nell'avvenire immediato, la Quadruplice deve a ,qualunqu e costo affrettare l' espugnazione dei Dardanelli, Qui è Jo sforzo ne• cessario, ur.gente. Quali siano i pian i della Germania non è chiaro. la marcia sll Pietrogrado lusingava l'orgoglio teutonico, ma - evidente~ m c-nte - il Kaiser preferisce oon correre l'avventura. Pietrogrado non vedrà sfilare, sulla Prospettiva N ewsky, i battaglioni daIJ' dmo chiodato. T anto più che fra poco i russi avranno un alleato terribile : l'inverno. B dunque probabile che sul fron te orientale i tedeschi si fermino e si trincerino. T ente ranno il gran colpo ad occidente? :e incerto. Il Kaiser ha fissato un'altra data Nell'ottobre, egli ha detto, i tedeschi entreranno a Parigi. Una «sparata» q ualunque. I francesi che hanno J'esercito in piena efficenza materiale e morale; gli inglesi che hann~ già Fran- eia olt re un milione di soldati, vedrebbero molto volentieri un tentativo di offen siva in grande stile. Offensiva c.... stile sarebbero destinat i all'insuccesso Il Kronprinz ne ha fatto la dolorosa esperie nza I fran coinglesi non sono ancora in g rado di p rendere un'offensiva vittoriosa, ma possono però respingere qualunque attacco dei nemici. L' ipotesi di una marc ia balcanica è ancora la più véros imile La Germania sente che la Turchia è in una situazione disperata; la Germania sente che, liquidata la Turch ia, non è soltanto il sogno superbo de lla sna egemonia orienta le che tramonta, ma è l'estrema spera nza della vittoria che cade. La Germania ha salvato l'Austria-Ung heria dallo sfacelo che pareva imminente; b Germania tenterà di salvare la T u rchia. M entre le probabil ità di una offensiva austro.tedesca aumentano, la situazione balcanica si abbuia Io non ho mai creduto )lell'inte rvento dei Balcani a fianco de lla Quad ruplice Jntcsa. E non l'ho mai sollecitato .

Comunque, l'offen siva aust ro-tedesca dovrebbe precipitare in un senso o nell'a'ltro la situazione; la Grecia lascerebbe la Serbia sola, alle prese colla Germania e coll 'Austria ? Riuscirebbe a l Governo bu lga ro di spingere il popolo bul garo - istintivamente rus.sofilo - in una guerra contro la Russia? E la Rumenia non sa rebbe forzata a troncare g li indugi e a scegliere la sua strada ?

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Un attacco deg li austro.tedeschi a lla Serbia dov rebbe - se le azioni umane fossero guidate dalla logica pura - determinare sub itaneamente la costituzione de lla Quadruplice balcanica, ma la Q uadrup li ce veri e maggiore delle g randi Potenze può contribuire - meglio della mi naccia tedesca - a precipitare la situazione balcanica. V'è un mezzo: quello di vibrare un colpo decisivo alla T urch ia.

Il giorno in cui i cann oni angl o-franco·itaJiani avran no a portata di tiro Costantinopoli, i balcan ici si a ff rette ranno ad uscire dalla neutralit à, per « correre in soccorso del vincito re ».

M i p iace supporre che i l prossimo mese di settembre sa rà caratterizzato da u na g rande attività degli Alleati nella penisola di Gallipoli o in ~ilalche a ltro punto della Turchia. Il che non s ignifica stasi o sosta sug li altri scacch ieri eu ropei. Il 190 non p uò chiudersi senza che gli Alleati siano riusciti a compiere un passo decisivo sulla strada della Vittoria.

MUSSOLINI

Da 1/ PoJ,olo d'llalia, N 241, 31 ago sto 1915, II

Il Tacco Sul Verme

Giovanni Zibordi è un verme. Viscido, srhifoso. Innocuo, ma repellente. Degno della immondizia morale nella quale vive e morrà. avvenuto che alcuni giornali - d i varia parte - abbiano bollato come si deve J'azione ig nobile compiula da questo socia lista evangelico, da questo «educato re )> dall'aria soddisfatta e dal gorguziolo vorace, da q uesto dep utato al Parlamento ita liano.

Ora il verme si è disteso, ieri, lungo ~n'intera colonna deH'edizione ital iana del Vorwaer/I e vi ha lasciato tutta la bava della sua incommensurabile vigliaccheria e del suo gesuitismo piùeche loyolcsco *.

E: un verme e va schiacciato.

Dopo aver riportato il brano delfa Gi 11JJizia, nel quale era riferita la famosa «voce>), l'onesto <i seimila» prosegue:

Ni~nte di più. Molti compagn i e i deputati socialisti prima di tutti, pos· sooo far mi testimonianza se la voce di questa paura o previsione o sospe1to di rapp((:saglie contro Mussolini da parte di qualche solda to sovversivo, ps.icolos:i· camente simile a lui, sia una mia invenzione o non sia in"Yece diffu5a nelle sfere politiche e militari, e non sia stata citata co me una delle ragioni del non avvtm, to arruolamento del Direttore dd Popoli, >.

P rosa da venne.

Da verme che si divincola, che cerca di strisciare, di sfuggire a lla stretta di una responsabilità qualsiasi.

Ah, du nque !

« Qualche sovversivo» (dove ? quando? con chi ?) espcime il propo· s ito di queste rappresaglie. I deputati socialisti ( chi sono?) si affrettano a raccog liere tali voci.

Fuori i nomi dei deputati soc ialisti, i quali dopo aver «soffiato» nell'animo della gente ignara, h anno po i « raccolto e trasmesso», come pensiero altrui, ciò che fermentava nelle loro anime di « cattivi pastori ».

Fuori i nomi di questi deputati, che possono testimoniare come Gual~ mente il proposito, forse non mai pronunciato, da qualche jndividuo, abbia pot uto « diffondersi » n elle sfere militari e politiche, sino al punto· di. preoccuparle . Nientemeno !

Fuori i nomi , vermiciattolo immondo!

V a ne domande.

11 colmo si è che nel titolo stesso dell'articolo vien defi nito come « perfi do e subdolo » il suggerimento . Adesso!

Ma delle due l'una: o la famosa <Cvoce)) è corsa e allora trattandosi di cosa « subdola e p e rfida » un gafantuomo non la ra<Coglie, n on la d ilata , non le porge autenticità e garanzi a colla pubblicità di un giornale; o il fatto non esiste e allora l'azio ne co mpiuta dallo Zibordi acquista più chiaro carattere di mah•agità premeditata. ancor più perfida e subdo la Gli è che Zibordi ha lanciato la pietra, knendo nascosta la mano, ed ora ch'è stato scoperto e st ig matizzato da tutti, compresi molti socialisti ufficiali, cerca di fare l' indiano e si affanna alla ricerca di un alibi. Costume del soc ial ismo reggiano Cosl è avvenuto anche per l'eccidio alla confe renza Battist i.

E da chi - se non da sociali sti e eia p reti uniti ind isso lubil mente nel loro amore per l'Austria - è stata fatta circolare la voce del mio mancato a rruolamento, per la tema, o il sosp etto, o la previsione d ì ra p· presaglie ?

Ma non è « agli atti » che io non potevo - per tassative disposi:donì regolamentari - arruolarmi come vo lonta rio?

E no n è « agl i atti » che, c iò malg rado, io mi sono presentato a una cas('rma , pochi giorni dopo alla mobilitazione, e mi hanno, gentilmente, rimandato al richiamo - ormai a;rvenuto - deIJa mia classe?

Ora il ve rme non mi a ugura la m orte

« Poiché, per noi - dice i l seimila - sarebbe s ravissima jattura la morte di Mussolini che sarebbe tiabilitito, ~r essa, da tulle- le sue vergogne.... »,.

Questa discussione sulla m ia mo rte è un sollazzo grato agli sciacalli e alle iene del sociafomo italiano. Tendono alla necrofilia, Sono ladri di tombe. Borsaioli di cadaveri. Tagliano le dita per rubare un anello.

M a Zibord i - sfruttatore e mist ifica to re della povera gente, prete del socialismo vinicolo e grappista - posto a scegliere fra la mia riabilitazione o la mia morte, preferisce quest'ultima. Egli sa - pur nella sua in famia - che le « mie vergogne>> non impediscono a decine e centinaia di socialisti e non degli u lt imi venuti - in alto e in basso, in Ital ia e fuori - di tributarijli la lo ro amicizia e la loro solidarietà. Q uando uomini come V a illan t, che al socialismo intecnuionale hanno dato q ualche cosa d i p iù di q uanto non abbia dato Zibordi, ap- p rovano la mia campagna, io posso - dall'alto della mia tr anquilla coscienza - passare col tacco sui lombrici - senza, vertebre e senz' anima - del socialismo infeudato al Kaiser. Non h o bisogno né di vivere né di morire, per « riabilitarmi » , perché non ho bisogno d i riabil itarmi. N o n cosl nel socialismo ita liano, dove, dal Segretarìo all'incaricato della « continuità », quelli che hanno avuto e hanno bisogno di vive re, per <.~ riabilitarsi o per cancellare qualche pagina n era nella storia della loro vita», sono legione.

Zibordi-verme è il tipico - autorizzato - rappresentante del socialismo vent ricolare, destinato a lla degen erazione e alla putr edine .

Si comprende che non pochi giornali abbiano ri levato, con stupore, la pro1ia zibordiana.

Stentavano a capire che l'ex-professore di italiano, na discepolop er q uanto bastardo - di Giosue Card ucci - avesse tendenze, gusti, linguaggio da sicario.

Già.

Il << liociali smo reggiano» passava fra le turbe coll 'aureola dell' evan• ge lismo.

Era buono, e ra saggio, e ra aposto lico il socialismo reggiano.

Fioriva l'Arcadia attorno a luì.

I.a Pianura Padana aveva ne l cent ro una M ecca e qui accorrevano le turbe degli aspett:mti. Nella Mecca c' era il profeta non ancora imbaJ. samato, ma già canonizzato.

Ora, questa decorazione di mitezza, di gent..i lezza, di bontà; 9uesto scenario da « presepio » naza rethia no è improvvisamente caduto: Si sapeva che c' erano dei mercanti, ma si i~norava che ci fossero dei crimi· nali. Si sapeva che c'erano delle bestie, ma non :i; j sospettava l 'esiste nza di un covo di vipere

La realtà è che sotto la paglia sporca d ella stalla evangelica brulicavano e si rip roducevano all' in1ìnito t utte le specie della zoolog ia infer iore parassita r ia.

Le abbiamo scoperte e bruciate col nostm ferro ro vente.

Ora , quest'operazione di «cau terio» continuerà metodica, ost inata, raffinata, implacabile.

Nulla dieJ Iine linea.'

I vermi saranno schiacciati tu tte k volte che te nteranno di usci re dal loro te rriccio fangoso

8 questo uno dej «legati» che io la.scio a l'estremo manipolo deg li amici, che continueranno l'opera m ia' e terranno accesa, colla loro passione superba., 9uesta lampada di vita.

Da li Popol1J d'llalia, N. 24~. 2 settembre 191,, II .

Altre Battaglie

l 'ora lu ngamente agognata è venuta: da due g iorni sono un semplice soldato dell'esercito italiano. G li even ti che io attendevo, che h o - per l a mia parte - voluto e determinato, mi costri ngono ad abbandona re questo posto. n con an imo veramente lieto che depongo la pmna per i mbraccia re il fuci le. :B con piena consapevole serenità che io lascio le abitudini della v ita civile e mi pre paro a sopportare Je f atiche dure e la rigida d isc ipl ina della guerra. Prima di separarmi - nello spazionon g ià e non mai nello spirito da (jUesto fog lio d i ca rta ch 'è la mia creatur a più viva, potrei concedermi il lusso di un piccolo esame di coscienza e ri vivere - nel baleno de ll'evocaz ione - questi dieci mesi di aspro lavoro, di incessanti battaglie Vi r inuncio. S i vive e si muore :n fretta oggi: manca il tempo di ricorcla re. Ad altri io lascio la fa tica di ritracciare il cammino percorso. Le battaglie di ieri hanno, per me, la mal ia del rico rdo; le battaglie del domani, il fascino di una speranza Va do ve rso queste ultime , Vi vo del domani, Vivo del dopo -do mani. Le lotte del dopo la g uerra sa ranno magnifi che. Bisogna ringraziare il D e• stino che ci ha consentito d i vivere in quest'ora «uni ca» ne lla storia della specie umana . Bisogna esaltare, nella guerra, i l vasto crog iolo dal quale uscirà n,od ellata. l'Europa di domani. Forse spunterà all'orì22011tedopo questo sanguinoso e necessario urto di popoli - l'« uomo curo· peo >> •••• e sarà tito lo di legittimo orgoglio l' aver partecipato a questa fecondazione.

La sorte che pu ò attendermi non mi p reoccupa affatto. Io affido il g iornale a un gruppo di giovani che conosco e nei Guaii ho grande fiducia . Essi, chiamati e non chiamati, si sono raccolti attorno a me, mi ha nno d urante dieci mesi prodigato il loro ingegno, la Joro volontà , la loro fede Ess i còntinueranno colla mia gui da sempre presente la strada che i o ho tracciata.

Certi poveri illusi si ricredano: questo g iornale vivrà du rante la guerra e dopo, perché li Popolo d' JJa/ia si è conq uistato - colle sole sue forze - il diritto alla vita !

Questo foglio è una delle voci profon de dell' Italia nuova che ha armato - con un gesto di bellezza e di giustizia - per la pr ima volta dopo tanti secoli - tutti i suoi figli e li h a rovesciati a lle f rontiere sulle strade della immancabi le vittoria. Con questa certezza suprema, o runici, o lettori, salute!

MU SSOLINI

D a. f/ Popolo d'Italia, N. 243. 2 5etlembrl!' 1915, Il

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