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IL TERRENO DELL'JNTESA ITALO-SERBA
1 termini della controver.~ia fra r inunciatari e imperialist i italiani a proposito de ll 'annessione o men o della D al mazia a ll ' Ital ia polit ica di domani , sono oramai di dominio pubblico. noto che i rinun ciatari abban donano tu tt a Ja Dalmazia a lla grande Serbia di doman i. Q ualcuno d i loro non h a opin ioni definite circa il dest in o che dovrà essere riservato a Fiume. Annessione a ll' Ital ia? Oppu re autonomia pol itica e amm in istrativa alla città, garantita d a un impegno forma le e solenne italo-serbo? Qu ì le op inio n i sono an cora flu ttuan ti. G li a rgome nti dei rinunciatari sono egualmente conosciu t i. Per la sicu rezza s trategicoma rit tim a d ell 'Ital ia n on è necessa rio il possesso dell'a ltra sponda del!' Adriatico. Quan do l'Itali a abbia Pola, Va lona, Taranto e l'isola di Lissa, l'Adriatico diventa - de faao - un lago militare i taliano. Inolt re si p uò stabilire che la Jugo-slavia si vincoli - almen o per un determ inato p eriodo di ann i - a non crearsi una ma rina m il itare e a non costmire sul litora le opere d 'indole strategit.:a.
Etn icamente, la maggioranza rldla popolazione da lmata è serboc roata. Su o ltre :;oo m ila se rbo-croati - co sì argom entan o i ri n unciatari - g li ita liani - p ur largheggian do e rifiutando fede alle stat i· st ich e austriache - non ragg iungono i 60 mila, disseminati n elle città e nei borghi, sopra u na angusta zona l itoranea. Pol itirnmente è vantagg ioso per la sicurezza m ilita re-politica delr ital ia, il sorgere di un g rande Stato jugo-slavo, che sarà anti-germanico, specie se ogni ragione di dissenso italo-serbo verrà elim inata Econo micamente, l' intesa italoserba da rà alla giovan e , ma già \'igorosa economia ind ustria le italiana, vaste poss ibi lità d i traffici nella Jugo-slavia a economia agricola rud im enta le e in tutto l'oriente bak a n ico
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Storicamente, la Dalma2ia, nel pensiero d i T ommaseo e di Mazzini e ne i d ocumenti e in d irizzi delle associazion i trent o-triestine1 n o n fu ma i consi derata come terri to rio italiano da « red ime re»
Ma q ua le sarà - ogn uno si chiede a q uesto punto - l'avvenire delle popolazioni italiane ch e - in contestabilmente - son o vissute da secoli e vivono t uttora in Dalmazia e vi hanno rappresen.tato e rappre. sentano il fatto re preminente di civiltà?
I fautori della tesi che st iamo esponendo rispondono: « N ell' accordo italo-se-rbo, verranno inser ite appos ite clausole, colle qua li la Jugo-slavia garantirà il rispetto de lla nazionalità italiana, n ella lingua, nei costumi, nella vita politica ed ammin ist rat iva ».
Trascu riamo gli alt ri elementi che fann o da contorno a q uelli su esposti. la tesi - nei suoi capisaldi essenziali - è tutta q ui .
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J nazionalisti so no, naturalmente, agli antipodi. Essi si rifiuta no anche semplicemi:nte di discu te re la legittimità del possesso italiano di Fiume e quanto alla D:ilmazia è nel loro programma che essa deve passare, tu tta quanta, da Zara aUe bocche di Cattaro, a ll 'Italia. I nazionalisti non accettano la d ivisione g eografico-pol ltica in Dalm azia settentrionale e in Dalmazia merid iona le; la prima che a ndrebbe da Zara al fiume Narenta e l'altra che dal Narenta finirebbe a punta VoJovica, presso Anti\lari.
Non c'è che «una» Dalmazi a « italiana» che deve polit iramente entra re a fa r parte del regno d 'I talia. Per i na2ionalisti, 1a tesi rinu nciataria è inquinata da sofismi, da false interpretazioni di determinati fenomen i storici, da errate premesse di fatto, da p~eoccupazioni che non han no alcuna ragione d i essere, Secondo i nazional isti la posizione miiitare-marittima dell'Ita lia, non sarà. mai sicu ra, fi nché l'a ltra sponda dell'Adriatico sarà in possesso d i un'altra potenza, anche se molto minore per popolazion e e potenzialità, come la Jugo-sla\' ia, dell' Austria -Ungheria attuale e di ieri. Pola, Valona, Otran to, il possesso dl Lissa e dell' intero arcipelago dal mata non bastano. Orcorre all 'Italia tutto il l itora]e dalmata in lunghezza e in «profondità», tutto il retro-tena sino al displuvio de lle Alp i Dinariche C i risparmiamo di seguire sino nei dettagli questa discussione d ' indole strategica Ci basta esporre il punto di vista nazionalista Né - secondo i nationalisti - la legittimità del possesso_ «totale» della Dalmàzia viene « inficìata » dal fatto che g li italiani sono una mino ranza, ment re i serbo-croati rappresentano la maggioranza. A questo propositO i nazionalisti fanno no tare: a) che l'elemento italiano, pur essendo in minoranza , e stato sino a ieri - specie in alcun e città costiere come 2.ara - maggioranza assoluta e ovunque, anche nelle campagne, e lem ento di lievito civile; h) che anche i contadini del retro-terra comprendono e sanno parlare un dialetto veneto e l'itali;mo; e) che le statistiche de l
Governo austriaco sono da p rendersi con molto beneficio d 'inventar io;
J) che, se }'jtalianità della Dalmatia non è più ccsl compatta come prima, c iò è dipeso dall'opera sistematica di slaviizazione int rapresa dal Governo austriaco, fed ele alla vecch ia formula del diii ide el impera ; e) che l' anness ione all'Ital ia sign ifiche rà il riso rg imento e il predomini o c!ell' itali an ità dalmata oggi conculca ta dall'Austria e dai serbo-croati, Economicamente, la for tu na e l'avvenire della Dalmazia sono l egati a lla sua annessione politica all'Italia, Sto r.icamente, la Dalmazia fu prima romana, poi verieta. Jl pensiero di Mazzini e di Tommaseo, non ha valore di dogma immutabile. Quando Mazzini e Tommaseo scrivevano Je parole ch e oggi i « rinunciatari » pongono in testa :tlla loro tesi per meg lio suff ragarla, erano tempi diversi dagli attuali, Nessuno prevedeva a llora il grande cataclisma che sconvol1s,e il mondo dall'agosto del 19 14, nessuno prevedeva che gli italiani sa rebbero and:i.t i a Monastir per far risorgere - col sacrificio e col sangue - Ja Serb ia violentata e di· strut ta dai due I mpe ri di Germania e d 'Aust ria Il problema dalmat a è sta to posto a l primo piano del « fa tto guerra ». Di qui la necess ità di risolverlo e in senso itali ano. Q uesto , riassunto pe r sommi capi, nei l im it i forzatamente ristretti di un articolo di g iorn ale, è il pensiero d ei n aziona list i jtali ani del Comitato Nazionale Pro-Dalmazia, Jn conclusione, anche i nazionalisti vagheggiano u n'intesa ita lo-serba ch e dovrebbe conciliare g li opposti interessi circa 1o sbocco serbo su l mare e stab ilire le misure scolastiche, ammin istrative per la salvag ua rdia dei nud ei di popolazione serbo-croata che passerebbero, col retro-tetra d almat ico , all'Italia, III
Il nostro p unto di vista è intermed io, Respingia mo il «nulla» d ella prima tesi; respingiamo il <<tutto» d ella seconda, Bisogna tenersi lontani da quest i estremi, se si vuole raggiungere un'intesa leale, che, in fon do, tutti, e dall' una e da ll'altra pa rte, ritengono possibile , d~siderabile, n ecessa ria. Intanto, per ciò che riguarda il problema di Fiume, noi non accettiamo nessuna delle eventuali soluzioni prospettale dai <<rinunciata ri ». l' « autonomia» di Fiume non potrebbe reggersi a l un go. Nell'« autonomia » di Fiume, noi vediamo profilarsi que i pe· rical i d i conRitti che si vorrebbero evitare. Fiume ita!.iana , sottratta all'opera d i sna2ionalizzazione già i ntrapresa violentemente e inutilmente da i magiari di Budapest , n on può essere consegnata ai croati di Zagabria. Che il retro -terra immed iato d i Fiume sia croato, non è argomento sufficente per consigliarci Ia rimincia d i quella città, Che i l nuovo confine debba passare sul ponte tu Fiume italiana e Susak croat;1, poco importa. Anch e tra Pontebba italiana e Pontafel tedesca il con fine è segnato da un ponte che sta sul Fella . Fiume può e deve esser e italiana e nelJo stesso te mpo - con opportune m isure fer roviarie c d economich e, rese più faci l i dall'intesa o meglio dall'alleanza jugoslava-italiana - può servire da sbocco commerciale marittimo a lla retrostante Croazia.
Q uanto alb Dalmazia, noi rivendichiamo all'Italia il possesso di tu tto l'a rcipelago e del li torale, sino al faune Narenta. D al Narenta in giù sino a Cattaro, la Serbia si affaccerà con ampio respiro suJ mue Ragusa, ch e fu già Aori da d i commerci marittimi, sarà il gra nde porto com merciale d ella Jugo-slavia di domani.
Noi o siamo crede re che il nostro punto d i vista incontrerà il fo. vore dell'op inione pubblica italiana, in ciuanto ci offre il massimo di vanta,ggi e i l min imo di pccicoli. Certo le soluz ioni de i problemi polit icitercitoriali non sono mai per fette come quell e dei problem i di matemat ica. t ·approssimazione q ui è la regofa:. Se ,gli jugo-slavi insiste ranno nel loro programma nnional ista, tanto peggio per lo ro. Sara:mo sconfitt i dalla logica e dal buo n senso. Come noi r inunciamo alla Dalmazia meridionale e non seguiamo i nazionalisti italiani nel pretendere Ragusa e Catta ro, così i serbi in buona fede sapranno rinunciare a ll 'a ltra parte delJa Dalmazia. Colla nost ra soluzione è possibile per l'Italia il raggiungimento d ei seguenti obbiettiv i essenziali.
Col possesso di tutto l'arcipelag o dalmata, non escluse Je isole d i Sabbioncello e M eleda, la nost ra sicurezza m ilitare-marittima non può più essere né minacciata, né dim inuita. L'Adriatico diventa un lago militare escl usivamente ita lia no Si p uò, tutta\•ia, esige re , ad ab1mdan1ùtm, l'impegno da parte della Jugo-slavia di n on costruire nav i da guerra. Del resto, tali p recauzi on i sono esagerate ed eccessive, quando si pensi che la J ugo -slavia di domani, uscirà da una guerra l unga e costosa; q uando si rico rdi che la Serbia, nucleo di rigente dell'Jugo-slavia, ha sopportato in pochi a nni tre g ue rre, una più dissanguatrice dell' altra. La Jugo-slavia n on potrà fare che una politica d i raccoglimento e di economia Il p ericolo che la Jugo-slavia possa diventare in avveo ire una longa m anm ·della Russia n ella s ua espansione mediterranea, è molto vago e lontano. L'esperienza storica più recente ci d imostra che i mino ri Stati slavi tendono a d affrancarsi, se non ad e rigersi in antagon isti, della loro grande protettrice.
Col possesso del litorale, l ' Ital ia si assicura: a) la salvagl1ardia dell 'ital ianità. ln Dalmazia; b) un ot timo « piede a terra », per la penetrazione economica e cultu rale nella J ugo-slavia e nei Balcani.
Questa zona terrestre di tr:1nsiz ione fra il mondo l atino e il m ondo slavo è utile a en trambi. t il terreno natura le d'incontro e d'intesa dei due popoli.
Quale dev'essere la p rofondità del retro-terra della Dalmazia italiana ? Credi amo che non sia neressario di spingere il n ostro confi ne politico sino a lle Alpi D ina riche Ciò sig nifich erebbe annetterci un vasto contingente di serbo-croati col conseguente pericolo riel loro irredent ismo. P oiché non siamo affamati di territo ri come i p ropagan disti ginevrini della Jug o-slavia, noi ci li mitiamo a chiedere un retro-te rra che ci dia sufficiente resp i ro, che abbracci tutti g li e lemen ti ìtaliani e contenga il mino r numero possibile di altri elementi st ran ie ri. Va da sé, ch e l'Ita lia da rebbe le opportun e garanz ie a i n uclei serbo-c roati che passerebbe ro sotto i l suo dominio pol itico.
Rag ioni fondamentali che ci co nsiglino di portare il nostro confi ne alle Dinarich e, non n e vediamo. Si comprende che l 'Ital ia tenda a portare nel T renti no-Tirolo i l suo confine politico a coinc ide re esatta· mente con q uello g eografico - quantunque con ciò venga ad includere una vasta 20na unilingue tedeS(a - perch é là si tratta d i sbarrare una volta per sempre le porte d' invasione al german ismo; ma i l caso d ella D a lmazia è diverso, in quanto che, col solo possesso dell'arcipelag o da lmata, viene garantita la nostra s icurezza ed egemonia completa nel· l 'Adriatico .
Questo è il nostro punto di vista. Forse i G overni serbo e ita liano si sono già accordati, almeno neUe linee essenziali, e for~ il lo ro accordo non è mo lto lontano dall e idee nostre. Comunque, più che l'attar darsi in lungh e discussioni, è ora necessa rio di p repa rare, con t utti i mezzi, la nostra vittoria. La Quadrup lice vittoriosa pot rà risolvere t u tti i p roblemi che stavano sul tappeto n11te bellum e quelli che 1a guerra h a provocato: coll a vittoria, accord i e compensi e intese saranno più facilmente realizzabili
L'essenzia le è - pe r tutti - ch e l'Europa esca da q uesta crisi . formi dabile con un eq uilibrio meno in stab ile e colle prospettive d i una pace lunga , giusta e riparatrice.
Da li Popolo d'I1,1lirr, N }29, 26 novembre 1916, III (f, 217).