MARZO 2018
NUTRIHEALTH RIVISTA DI SALUTE E BENESSERE SICUREZZA ALIMENTARE Addio plastica nelle mense scolastiche FITNESS Anche le città devono farsi promotrici di stili di vita più salutari NUTRIZIONE Cereali integrali: un toccasana per la linea PSICOLOGIA Disturbi del comportamento alimentare: le case di moda hanno deciso di fare la loro parte NUTRIZIONE Fertilità maschile: un aiuto può venire anche dall’alimentazione COSMESI Lettino solare e tumore alla pelle: esiste una correlazione PREVENZIONE Menopausa: i fitosteroli sono davvero utili SICUREZZA ALIMENTARE Tracciabilità alimentare; una tutela per i consumatori TECNOLOGIA Una nuova app per una spesa più economica NUTRIZIONE Diabete: conseguenze e prevenzione
ADDIO PLASTICA DALLE MENSE SCOLASTICHE
Dalle scuole milanesi un esempio di educazione ambientale da seguire in tutte le scuole d’Italia per educare sin da piccoli al rispetto dell’ambiente e al riciclo consapevole.
L’azienda “Milano Ristorazione”, società che gestisce le mense comunali, ha eliminato bicchieri e piatti di plastica dalle mense da essa gestita, per un totale di 200.000 mila chili di plastica. Ha iniziato a usare stoviglie compostabili, smaltibili con i rifiuti organici, per i pasti agli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Oltre ai piatti si utilizzano anche posate, ciotole, contenitori monoporzione, cannucce, coppette, palette gelato e bicchieri realizzati con l’ultima generazione di biopolimeri. Essi permettono di conseguire due risultati positivi: la riduzione sia della produzione di rifiuti indifferenziati sia dei gas a effetto serra. Le bioplastiche garantiscono prestazioni tecnicamente paragonabili ai materiali tradizionali, ma possono essere av-
viate al compostaggio assieme ai residui alimentari e possono rispondere, in parte, alla soluzione di alcuni aspetti di queste problematiche. Le componenti essenziali per la produzione delle bioplastiche sono amido di mais, oli vegetali, non modificati geneticamente e coltivati in Europa con pratiche agricole di tipo tradizionale, creando filiere integrate. Sono, quindi, un esempio calzante di economia circolare. Poiché nascono dalla terra e lì ritornano: una volta utilizzati, infatti, possono essere raccolti con il rifiuto umido, evitando così lo smaltimento in discarica e contribuendo alla creazione di compost di qualità, vale a dire concime naturale per il terreno. L’esempio delle scuole milanesi è da seguire perché una scuola ecologicamente responsabile nei propri comportamenti non può che formare alunni consapevoli e rispettosi nei confronti dell’ambiente. Ma oltre alle stoviglie bio, tra poco sarà possibile avere anche gli imballaggi ecologici. Infatti il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha presentato un nuovo sistema di imballaggio alimentare che, al posto del materiale plastico, impiaga delle pellicole ottenute dalle proteine del latte, poco inquinati e commestibili.
ANCHE LE CITTA’ DEVONO FARSI PROMOTRICI DI UNO STILE DI VITA SANO L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato le “Linee Guida per l’attività fisica”, un documento che contiene raccomandazioni su quali siano i livelli minimi di attività fisica, moderata o intensa, che ogni individuo dovrebbe compiere giornalmente per prevenire malattie e obesità, quantificati in almeno 150 minuti settimanali per gli adulti e 60 minuti giornalieri per bambini e adolescenti. L’inattività fisica rappresenta uno dei principali fattori di rischio per la salute ed è spesso ritenuta responsabile di problematiche coronariche, del diabete di tipo 2 e dei tumori al seno o al colon. Più in generale, 6 europei su 10, con età superiore ai 15 anni, non praticano alcun tipo di esercizio fisico. Tra i più piccoli, invece, solo 3 su 10 svolge regolarmente un’attività sportiva. Le conseguenze che ne derivano per lo stato di salute dei bambini sono facilmente intuibili: circa la metà dei bambini di otto anni è sovrappeso e oltre 2 su 10 è obeso. Ancora troppo spesso si considera l’obesità una condizione estetica e non una patologia. Invece l’obesità è causa di un maggior rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tumori, oltre a ridurre il benessere psicologico e
Ancora troppo spesso si considera l’obesità una condizione estetica e non una patologia. Invece l’obesità è causa di un maggior rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tumori
avere un impatto negativo sulla funzionalità fisica e sociale. Anche le città devono farsi promotrici di stili di vita più salutari, promuovendo campagne che incentivino il movimento, l’attività fisica, il benessere e il rispetto dell’ambiente. Una corretta pianificazione urbana, che preveda la possibilità di costruire aree verdi per l’attività fisica. Gli abitanti delle città risultano più attivi quando il circondario dei luoghi di vita è percepito come sicuro, esteticamente gradevole e dotato di spazi verdi e condizioni capaci di incentivare il movimento, con impatti positivi su riduzione del rischio cardiovascolare e longevità. Al contrario, l’assenza di servizi di base raggiungibili favorisce l’utilizzo dei veicoli privati, generando una dipendenza da auto e moto con effetti negativi sul benessere psicologico e sociale della persona, sul traffico e sul livello di inquinamento atmosferico e acuto.
CEREALI INTEGRALI: UN TOCCASANA PER LA LINEA Uno studio pubblicato sulla rivista American journal of clinical nutrition a dimostrato che se sostituiamo i cereali raffinati con quelli integrali nella normale dieta quotidiana otterremo un taglio di circa 90 kcal assimilate al giorno, l'equivalente di una camminata di 20 minuti.
In questo studio alle persone è stato chiesto di seguire lo stesso regime alimentare per due settimane, mentre nelle 6 settimane successive un gruppo ha consumato solo cereali integrali, mentre l'altro ha portato in tavola cereali raffinati. Al termine delle 6 settimane di studio i ricercatori sono giunti alla conclusione che i cereali integrali riducono l'assorbimento delle calorie e modificano anche l'attività intestinale e il metabolismo. In pratica il gruppo con una dieta integrale ha ridotto le ca- Se sostituiamo i cereali raffinati con quelli integrali lorie assorbite e ha aumentato le feci prodotte, attribuendo nella normale dieta il merito dei cambiamenti soprattutto all'alto contenuto di quotidiana otterremo un fibre dei cereali integrali. taglio di circa 90 kcal assimilate al giorno Gli effetti del consumo di cereali integrali sul bilancio energetico non sono ancora chiari poiché lo studio è stato breve per giungere a conclusioni definitive sul rapporto tra cereali integrali e perdita di peso, ma sul lungo periodo questa riduzione delle calorie assorbite potrebbe anche tradursi in un aiuto per chi vuole perdere i chili di troppo. A tutto ciò si aggiunge che una dieta sana, ricca di frutta e verdura, cereali integrali, povera di zuccheri e carni rosse, cibo confezionato e bibite è utile nella prevenzione di alcune patologie come l’ipertensione e la gotta.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: LE CASE DI MODA HANNO DECISO DI FARE LA LORO PARTE
E’ importante rompere il muro del silenzio che avvolge queste malattie con iniziative di prevenzione e informazione nelle scuole e nella società.
Due colossi francesi della moda, Kering e LVMH, hanno dichiarato di bandire le taglie sotto la 38 e tutti i marchi delle due aziende di moda, le cui etichette includono Christian Dior, Givenchy, Yves Saint Laurent e Gucci, si sono impegnati a bandire modelli e modelle sotto la taglia francese 34 per le donne e 44 per gli uomini (la taglia 34 in Francia corrisponde alla taglia 38 in Italia). Tutti i brand citati si sono impegnati a lavorare esclusivamente con i modelli che possono fornire un certificato medico ottenuto meno di sei mesi prima di uno spettacolo o di una sfilata di moda che attesti la loro buona salute e le stesse case di moda metteranno a disposizione dei modelli uno psicologo che li seguirà durante il lavoro. In più gli addetti alla moda hanno ribadito che gli abiti generalmente cadono meglio su donne alte e androgine. La decisione arriva in risposta alle continue critiche che colpevolizzano l’industria della moda, in quanto incoraggerebbe i disturbi alimentari. La Francia aveva già escluso i modelli e le modelle ultra magri con una legge del 2015 e oltre alla Francia, anche Israele ha bandito modelli ultra magri nel 2013 mentre paesi come l’Italia e la Spagna si basano su regole autonome. In Italia, invece, è stata istituita una “Giornata contro i Di-
sturbi del Comportamento Alimentare”, problema che riguarda 3 milioni di italiani, senza contare i casi che non vengono alla luce. Prima causa di morte tra i giovani tra 12 e 25 anni subito dopo gli incidenti stradali, questi disturbi sono spesso collegati a problemi psichici, tra cui depressione, autolesionismo e tentativi di suicidio. E non riguardano solo gli adolescenti. I centri dedicati alla cura in Italia, però, sono insufficienti rispetto alle necessità, soprattutto in alcune regioni, come Sardegna, Sicilia, Molise e Calabria. Per disturbi alimentari non si intendono solo anoressia e bulimia, ma anche nuovi tipi di patologie come il binge-eating, o mangiare compulsivo, drunkressia, ovvero digiuno di giorno per poter assumere grandi quantità di alcol la sera, e ancora vigoressia, o ossessione selettiva per alcuni cibi che migliorano la muscolatura, e l’ortoressia, ossessione per il mangiare sano. E’ importante rompere il muro del silenzio che avvolge queste malattie con iniziative di prevenzione e informazione nelle scuole e nella società.
FERTILITA’ MASCHILE: UN AIUTO PUO’ VENIRE ANCHE DALL’ALIMENTAZIONE Negli ultimi tempi si sta verificando che sempre più spesso le giovani coppie hanno problemi di concepimento. Questo problema è diventato oggetto di studio e di attenzione anche da parte di organi di ricerca e della sanità pubblica, tanto da emanare linee guida e consigli su come affrontare il problema e a chi rivolgersi. Ma quello che, però, andrebbe fatto è la prevenzione, ossia capire quali sono le cause dell’infertilità sia maschile che femminile e cercare di prevenirlo. Sì perché, anche se il problema viene sentito e affrontato soprattutto dalla donne, in realtà è un p-
roblema che riguarda sempre più uomini. Molto spesso viene scoperto che la causa del mancato concepimento può essere una patologia specifica, come l’endometriosi, varicocele, ecc., ma non tutti sanno che esiste una stretta correlazione, ormai dimostrata anche da numerosi studi scientifici, che la causa dell’infertilità, sia maschile che femminile bisogna dire, spesso è l’eccesso di peso e le patologie ad esso correlate, come insulino-resistenza e iperlipidemia solo per fare alcuni esempi più comuni. Per quanto riguarda la fertilità maschile, la ridotta fertilità dovuta all’eccesso ponderale ha conseguenze sulla conta totale degli spermatozoi, sulla concentrazione, sul volume dello sperma e sulla motilità degli spermatozoi, quindi in sintesi possiamo dire che negli ultimi decenni, in seguito alle cattive abitudini alimentari e ad uno stile di vita scorretto, si è assistito ad uno qualità del liquido spermatico sempre più scarsa. Gli studi a riguardo Ma vediamo alcuni degli studi già pubblicati sull’argomento cosa dicono. Un primo studio, tutto italiano, è stato condotto sugli animali a cui è stata somministrata una dieta iperlipidica, ad alto contenuto di acidi grassi saturi e povera di acidi grassi polinsaturi della serie -3. Le conseguenze di questo regime alimentare errato è stato un aumento dell’obesità, dell’insulino-resistenza, delle dislipidemie e, di contro, una riduzione della qualità spermatica. Secondo gli studiosi la relazione tra sindrome metabolica (ipertrigliceridemia e ipercolesterolemia) e infertilità si spiega con la lipomatosi scrotale, ossia un eccesso di tessuto adiposo a livello dei testicoli e del funicolo spermatico che, se associata a una condizione di obesità o sovrappeso, porta ad un eccesso di ROS, specie reattive dell’ossigeno che si formano in seguito alle alterazioni del metabolismo lipidico, e a difetti nel metabolismo energetico, che riguardano la glicolisi e la produzione di ATP, e che provocano una riduzione della qualità spermatica in termini di decremento della concentrazione e della motilità dei gameti maschili. Un altro studio, invece, si è focalizzato sul numero di spermatozoi, sulla concentrazione e il volume dello sperma e come variano in base al peso. Ebbene, quello che è emerso è tutt’altro che incoraggiante: i valori sono rispettivamente scesi del 2,4%, 1,3% e del 2,0% rispetto al peso normale per ogni aumento di 5 unità di BMI. La spiegazione è da ritrovare nel ruolo degli ormoni dell’asse-ipotalamo.ipofisisurrene sulla formazione degli spermatozoi. Nell’eccesso di tessuto adiposo, la leptina diminuisce la produzione di testosterone. Di conseguenza l’aumento degli estrogeni interrompe il ciclo di feedback negativo dell’asse HPG, che interferisce con il normale svolgimento della spermatogenesi. Altri ricercatori invece hanno propo-
sto che, a causa dell’accesso di peso, si può avere nella zona scrotale un aumento della temperatura dovuta ad un aumento della quantità di grasso in questa zona. Questo aumento di temperature può causare disfunzioni nelle cellule spermatiche e nella spermatogenesi. Il ruolo dell’alimentazione Da tutto ciò emerge che un corretto stile di vita e una sana alimentazione giocano un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’infertilità, poiché la diminuzione del peso ha come conseguenza diretta un miglioramento della qualità del liquido spermatico, specie negli uomini che hanno già qualche problema al seme o che hanno deciso di avere un figlio in età non più tanto giovane, e più in genere possiamo dire che la sana alimentazione ha un effetto preventivo e/o terapeutico su questo problema. Questo è emerso anche da uno studio olandese su maschi “in attesa” di bebè e ai quali è stato analizzato lo sperma. Dai risultati è emerso che tutti coloro che seguivano una sana alimentazione, fatta principalmente di cereali integrali, legumi, frutta, olio d’oliva, povera di zuccheri e carboidrati raffinati, avevano una qualità dello sperma migliore rispetto a quelli che aveva un regime alimentare squilibrato. I consigli per l’uomo che vuole avere un figlio Le regole di una sana alimentazione sono sostanzialmente le stesse che valgono per tutta la popolazione sana, ossia: Fare almeno 5 pasti al giorno, colazione, pranzo, cena e due spuntini; Consumare una colazione a base di latte o yogurt; Ridurre il consumo di grassi di origine animale; Aumentare il consumo di frutta e verdura, di cereali integrali, di legumi e olio evo; Limitare bevande zuccherate, dolci e dolciumi; Bere in abbondanza. Ma ovviamente questo da solo non può bastare, quello che aiuta è sicuramente tenere sotto controllo anche le porzioni, perché anche l’alimento può salutare del mondo se assunto in maniera errata può dare problemi. Altro punto importante è la frequenza dei pasti, evitare di saltarli e avere una rotazione settimanale di tutti i cibi nell’arco della settimana in modo da poter far rifornimento di tutti i nutrienti in esso contenuti. Privilegiare soprattutto alimenti stagionali e a km 0, in modo da esser certi di evitare interferenti endocrini presenti in essi e che potrebbero avere conseguenze sul ciclo ormonale. Infine tenere sotto controllo il peso e fare una regolare attività sportiva, almeno 3 volte a settimana per un’ora.
LETTINO SOLARE E TUMORI ALLA PELLE: ESISTE UNA CORRELAZIONE
Un nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), stima che i lettini solari siano i responsabili di oltre 450 mila casi di tumore della pelle
Un nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), stima che i lettini solari siano i responsabili di oltre 450 mila casi di tumore della pelle e più di 10 mila casi di melanoma ogni anno in Usa, Europa e Australia insieme. Questo perché negli ultimi 30 anni l’esposizione a radiazioni ultraviolette (UVr) a scopi cosmetici ha fatto lievitare l’incidenza dei tumori della cute e abbassare l’età in cui si manifestano. La maggior parte degli utenti sono donne, soprattutto adolescenti e giovani. Diversi studi hanno dimostrato che chi ha usato i lettini solari almeno una volta nella vita ha un 20% in più di rischio di avere il melanoma rispetto a chi non li ha mai usati, e del 59% in più se vi si ricorre prima dei 35 anni. Bisogna ricordare che i raggi UV emessi da lettini e lampade solari sono intensi quanto quelli della luce tropicale di mezzogiorno e aumentano il rischio di tumori della pelle, melanoma e non, oltre che di invecchiamento cutaneo, infiammazione degli occhi e abbassamento delle difese immunitarie.
MENOPAUSA: I FITOSTEROLI SONO DAVVERO UTILI La terapia farmacologica classica della menopausa si basa sulla terapia ormonale sostitutiva (TOS) a base di estrogeni e/o progesterone, con lo scopo di ridurre i sintomi e prevenire l’osteoporosi. Se da un lato può dare benefici importanti, dall’altro è decisamente sconsigliato nei casi di familiarità o presenza anche pregressa del cancro alla mammella. Inoltre non è priva di effetti collaterali quali nausea, fenomeni trombotici vascolari, ipertensione, allergie o problemi autoimmuni e aumento dell’incidenza di carcinoma all’utero e alla mammella. Ultimamente, poi, si è fatto largo l’idea di utilizzare un’integrazione alimentare con fitosteroli nelle donne in menopausa. Questa nuova tendenza deriva da studi sulle donne asiatiche e i cui risultati dicono che: Soltanto il 10-20% delle donne in menopausa riferisce sintomi vasomotori rispetto al 70-80% delle donne dei Paesi occidentali; Vi è un ridotto rischio cardiovascolare nelle popolazioni ad alto consumo alimentare di soia; Anche se attualmente in aumento, il tasso di fratture osteoporotiche dell’anca è molto più basso di quello delle popolazioni occidentali; Il tasso di tumori ovarici, endometriali e mammari risulta inferiore rispetto a quello dei Paesi occidentali.
Si è quindi verificata la fioritura di una moltitudine di studi osservazionali e randomizzati, tesi a verificare l’efficacia dei fitosteroli nella donna in menopausa. Ma prima di capire se è veramente utile oppure no l’utilizzo dei fotosteroli nella donna in menopausa, vediamo prima cosa sono. I fitosteroli (o fitoestrogeni) sono un gruppo di composti non steroidei di origine vegetale, presenti in almeno 300 varietà di piante. Possono essere classificati in: isoflavoni, cumestrani, lignani e lattoni. Gli isoflavoni sono sicuramente il gruppo più studiato e conosciuto, si trovano in natura sottoforma di biomolecole complesse, legati cioè a una molecola di zucchero (glicoside), e in tale forma non possono essere assorbiti dall’intestino umano. La microflora intestinale gioca un ruolo fondamentale per quanto riguarda l’assorbimento e la biodisponibilità di questi prodotti. Pasti molto ricchi di fibre e l’uso prolungato di antibiotici che modificano la flora batterica intestinale, possono ridurre la biodisponibilità di queste sostanze. Controversie in merito all’utilizzo di fitoestrogeni nel cancro mammario sono emerse da recenti studi. I fitosteroli sembrano influenzare la soppressione indotta da Tamoxifene su cellule MCF-7, linea cellulare di tumore alla mammella, interferendo direttamente sull’efficacia della chemioterapico e una dieta ricca di isoflavoni sembra annullare l’effetto del Tamoxifene in modelli sperimentali di tumore nel ratto. I fitosteroli inducono, inoltre, uno stimolo proliferativo su linee cellulari normali, pur mostrando un effetto protettivo antiossidante su danni ossidativi del DNA cellulare. Per questo, le linee guida sugli integratori del 2016 limitano la dose giornaliera di integratore con isoflavoni a un massimo di 80 mg/die per evitare disturbi gastroenterici (stitichezza e nausea), rash cutanei, emicrania, perdite vaginali. Peraltro, osservazioni sperimentali hanno indicato che alti dosaggi non modificano l’istologia dei dotti mammari. Si è inoltre osservato che ci possono essere interferenze dirette tra l’attività estrogenica di soia, alfa-alfa, trifoglio rosso e liquirizia e fluttuazioni della pressione sanguigna sistemica. Il rischio di effetti collaterali cresce con l’aumento dell’uso dell’integrazione in un regime dietetico ricco di proteine di soia, perché è alterata la dose giornaliera degli isoflavoni stessi. Nel tempo si è osservato che anche gli isoflavoni di soia hanno un’attività verso recettori C-ERB (recettori per estrogeni e specifici) mammari e quindi non sarebbero indicati in quelle donne che hanno avuto o hanno familiarità per i tumori al seno. Inoltre gli isoflavoni da trifoglio pratensis possono interferire quasi esclusivamente con i recettori C-ERB . Da quanto detto emerge che l’individuazione di sostanze naturali e la loro combinazione sinergica in grado di offrire benefici o di modulare l’insorgenza e l’evoluzione della sintomatologia può avere importanti implicazioni per la salute e la qualità di vita della donna durante la menopausa, stato che per durata può rappresentare anche un terzo della vita e che rimane una grande sfida. Dunque, per il momento, l’impiego terapeutico dei fitoderivati per il controllo delle alterazioni para-fisiologiche tipiche del climaterio nelle sue varie fasi risulta pertanto
controversa rispetto alla garanzia di sicurezza terapeutica. Pertanto è necessario indirizzarsi verso altre scelte terapeutiche di derivazione vegetale che siano standardizzate, controllabili, riproducibili, terapeuticamente funzionali, ma soprattutto stabili nel tempo.
TRACCIABILITA’ ALIMENTARE, UNA TUTELA PER I CONSUMATORI Tra le tante iniziative che si stanno mettendo in atto per tutelare i consumatori e per permettere loro di fare scelte alimentari più consapevoli e salutari, vi è anche la tracciabilità dei prodotti alimentari. Per tracciabilità alimentare si intende "la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione". La tracciabilità dei prodotti agroalimentari è una garanzia da dare al consumatore poiché permette di ricostruire la filiera produttiva dei cibi, risalendo alla materia prima che li ha generati e alla lavorazioni che hanno subito e di conseguenza aiuta ad avvicinare il consumatore alla qualità, oltre che alla sicurezza. La tracciabilità alimentare, inoltre, risulta fondamentale anche per incrementare la produzione e la distribuzione dei prodotti, poiché il loro valore varia in base alla qualità e
Tra le tante iniziative che si stanno mettendo in atto per tutelare i consumatori e per permettere loro di fare scelte alimentari più consapevoli e salutari, vi è anche la tracciabilità dei prodotti alimentari.
all’origine delle materie prime utilizzate, ai processi di produzione, di consegna e di conservazione. L’indicazione sui cibi della loro origine non è ancora estesa ai prodotti zootecnici trasformate e gli europarlamentari premono sull’Esecutivo affinché venga applicata almeno ai prodotti monoingrediente.
UNA NUOVA APP PER UNA SPESA Più ECONOMICA
Nel 2014 è nata una start-up “LMSC” (Last Minute Sotto Casa) che vuole creare e rendere solida la rete tra commercianti di prodotti alimentari e consumatori.
Nel 2014 è nata una start-up “LMSC” (Last Minute Sotto Casa) che vuole creare e rendere solida la rete tra commercianti di prodotti alimentari e consumatori. Questa app ti consentirà di ricevere offerte vantaggiose, da cogliere in tempo reale, principalmente da negozi raggiungibili in un attimo, a piedi, rispetto al luogo, da te specificato in fase di registrazione al sistema. Basta una veloce registrazione online a sul cellulare e il negoziante ti avvisa di tutte le nuove offerte. Un progetto che piace e conquista sempre più persone. Gli utilizzatori sono persone che hanno scelto di ricevere queste comunicazioni e che sono ben disposti ad ascoltare cosa il negoziante vuole dirgli e a premiare proprio la sua attenzione all’importante tema dello spreco alimentare.
I clienti, dunque, sono persone che hanno a cuore anche l’ecosistema del nostra pianeta. Non lo fanno, quindi, solo o principalmente per risparmiare, ma lo fanno pensando in ottica futura al mondo che sarà e che lasceremo ai nostri figli. Per i negozianti, invece, è un nuovo strumento di comunicazione, che permette loro di parlare direttamente agli acquirenti. Gli ideatori di LMSC sperano di raggiungere una cifra in milioni di utenti, dato che se adesso sono 2,5 le tonnellate di alimenti salvate ogni mese dalla pattumiera grazie all’app. Si realizzerà così l’auspicio presente nella pagina web iniziale della start-up “Il cibo non si butta”.
DIABETE: CONSEGUENZE E PREVENZIONE Il diabete è una malattia molto diffusa e in Italia i pazienti che ne hanno ricevuto una diagnosi sono 4 milioni ma si stima ve ne sia però un altro milione con diabete non diagnosticato. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il diabete sarà entro il 2030 la quarta causa di morte in Europa. In particolare l’adolescenza rappresenta quasi sempre un momento critico per chi è affetto da diabete mellito. Al diabete sono associate molte delle più comuni patologie metaboliche e non. Ad esempio, secondo uno studio pubblicato su Diabetologia nei nati da madri con diabete gestazionale aumenta il rischio di insufficienza respiratoria e malformazioni congenite. L'associazione tra diabete gestazionale e complicanze materne come il parto cesareo e l'ipertensione in gravidanza è nota, ma le possibili complicanze neo-
natali sono meno studiate. Gli autori hanno scoperto che i tassi di parto cesareo o pretermine e i disturbi ipertensivi erano più elevati tra le donne con diabete gestazionale rispetto alle non diabetiche. Allo stesso modo, le pazienti con diabete gestazionale avevano probabilità moderatamente maggiori di partorire bambini con malformazioni cardiache e distress respiratorio. Inoltre, tra i diversi tipi di diabete gli esiti avversi erano maggiori in pazienti con diabete pre-gestazionale rispetto al diabete gestazionale. Questi dati dimostrano che il diabete gestazionale è una malattia correlata a complicazioni gestazionali, e che la maggior parte dei rischi sono maggiori nelle donne con diabete gestazionale insulino-trattato. Inoltre lo scompenso cardiaco è associato al diabete tanto che la percentuale di diabetici che va incontro allo scompenso è nettamente superiore a quella della popolazione normale. Viceversa la percentuale di diabetici nei soggetti con scompenso cardiaco è superiore ad altre associazioni. Quindi, sicuramente esiste un legame tra le due condizioni. L'ipotesi più probabile è che lo scompenso cardiaco derivi Secondo anche da danni provocati dall'iperglicemia sia a livello en- l’Organizzazione Mondoteliale che di pompa cardiaca. diale della Sanità il Ma l’alimentazione può essere utile sia nella prevenzione diabete sarà entro il che nella cura di questa malattia. 2030 la quarta causa di Una ricerca pubblicata sulla rivista Diabetologia suggerimorte in Europa. sce che il latte materno potrebbe proteggere dal diabete giovanile i bambini a rischio. Questo fenomeno protettivo sembra sia dovuto agli acidi grassi omega-3 di cui il latte delle mamme è ricco. Mentre uno studio guidato pubblicato su Clinical Nutrition evidenzia che tra le molte proprietà dei legumi, in particolare le lenticchie, c’è anche quella di essere una sorta di scudo anti-diabete 2. I legumi sono ricchi di vitamine del gruppo B, contengono diversi minerali benefici, tra cui calcio, potassio e magnesio, e hanno una quantità importante di fibre, oltre ad essere considerati alimenti a basso indice glicemico, il che significa che i livelli di glucosio nel sangue aumentano lentamente dopo il consumo. Lo studio ha anche permesso di rilevare che la sostituzione di una mezza porzione al giorno di alimenti ricchi di proteine o carboidrati, compresi uova, pane, riso e patate al forno, con una mezza porzione di legumi, era associata a un minor rischio di diabete 2.
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