Il Fiore del Partigiano - gennaio 2011

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GENNAIO 2011

ANNO 2 NUMERO 1

So che non uscirò vivo da qui

C

haÏm era un un ragazzo di 14 anni; rinchiuso nel campo di sterminio di Pustkòw fu ucciso nel 1944. Dal campo dove era rinchiuso, ChaÏm lanciò una lettera, scritta in Yiddish, oltre il filo spinato di recinzione; la lettera fu fortunatamente raccolta e conservata fino alla liberazione.

MAI PIĂ™!

FOTO NORA AGAPI, COURTESY DIARIO E MEDIASET

Mai piĂš guerre, mai piĂš lager

“

piacente verso le formazioni neo-naziste, che scorazzano indisturbate (ALLE PAGINE 2-5) L’ANPI promuove iniziative per la Giornata della Memoria, raccoglie e sostiene idee e comportamenti di civile convivenza (ALLE PAGINE 6-9) La propaganda interessata del mito dei “bravi italianiâ€? porta spesso occhiali offuscati che Prima vennero a prendere gli zingari e fui contento perchĂŠ rubacchiavano.

ne celano le miserie, come i crimini subiti dalla Croazia occupata dai nazi-fascisti: ce ne parlano tre testimoni diretti (ALLE PAGINE 10-12) CosĂŹ pure tace sui disagi in casa nostra durante la guerra (A PAGINA 13) I primi oppositori del regime fascista: storia degli Arditi del popolo, che trovarono scarso sostegno politico e un pronto oblio (ALLE PAGINE 14-16)

Poi vennero a prendere i comunisti

Poi vennero a prendere gli ebrei

ed io non dissi niente perchĂŠ non ero comunista.

Poi vennero a prendere gli omosessuali

e non c’era rimasto nessuno a protestare.

e stetti zitto perchĂŠ mi stavano antipatici. e fui sollevato perchĂŠ mi erano fastidiosi.

Un giorno vennero a prendere me

“

La destra al governo si mostra com-

Martin NiemĂśller

Miei cari genitori, se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me. Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta. I miei piedi sanguinano perchĂŠ ci hanno portato via le scarpe. Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla terra - ci hanno portato via anche i nostri mantelli. Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno, e il mio corpo è nero di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna: ci si batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia. L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni quinto della fila veniva fucilato. Io non ero il quinto, ma so che non uscirò vivo di qui. Dico addio a tutti e piango. ChaĂŹm. CONTINUA A PAGINA 6 Â


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