GENNAIO 2012
ANNO 3 NUMERO 1
TESTIMONIANZE: “IO, EX BAMBINO DELLE ELEMENTARI”
Quel giorno delle leggi sulla razza
C
Palazzo dei Pio di Carpi: affreschi sulle pareti del Museo al Deportato (FOTO
GIANCARLO VILLA)
Scritte sui muri della Sinagoga di Kowel Nel settembre 1942 quelli dei 10 mila ebrei abitanti a Kowel, in Volinia (Polonia), che non erano ancora stati massacrati, furono presi dai tedeschi e rinchiusi nella sinagoga. Vi furono lasciati diversi giorni senza cibo né acqua. Un certo numero di loro, presi a piccoli gruppi, furono fatti uscire e fucilati. Poi la sinagoga fu data alle fiamme. Sopravvisse solo una donna che impazzi. Sui ruderi della sinagoga furono ritrovati estremi messaggi, in yiddish, alcuni dei quali scritti con il sangue.
e porte si aprono. Eccoli, i nostri assassini. Vestiti di nero. Sulle loro mani L sporche portano guanti bianchi. A due a due ci cacciano dalla sinagoga. Le mani alzate sulle nostre teste. Care sorelle e fratelli come è duro dire addio per sempre alla vita cosí bella. E quelli che restano in vita non dimenticate mai la nostra innocente piccola via ebraica. Sorelle e fratelli vendicatevi sui nostri assassini. Ester Srul (uccisa il 15.9.1942)
dal Corriere della Sera del 12 novembre 1998, Lettere al Direttore
aro Direttore,le scrive un ex bambino di otto anni che, in un lontano venerdì 11 novembre 1938, divenne improvvisamente uomo.Era il giorno in cui il “Corriere della Sera” pubblicò in prima pagina un lungo articolo che spiegava come “Le Leggi per la difesa della razza” fossero state approvate dal Consiglio dei Ministri. Da quel giorno noi ebrei eravamo “altro e peggio” rispetto a tutti gli altri cittadini Italiani. Le leggi, quelle cose da rispettare: ce lo insegnavano a noi bambini. Ma allora, perché mio padre e mia madre che erano due persone per bene e rispettose delle leggi quella sera si sono chiusi in camera e hanno parlottato tra loro con quel tono così malinconico? Io non sapevo che da quel giorno gli ebrei “non possono prestare servizio militare, non possono esercitare l’ufficio di tutore, non possono essere proprietari di aziende interessanti per la difesa nazionale, non possono essere proprietari di terreni e fabbricati, non possono avere domestici ariani, devono essere espulsi dall’Italia se non sono cittadini italiani, non possono sposarsi con un cattolico/a italiano/a, non possono accedere agli impieghi statali, parastatali, di interesse pubblico, e nelle scuole...” Nelle scuole, nella mia scuola, io che avevo otto anni e avevo fatto la seconda elementare e avevo vinto il Primo Premio Per Profitto, mi sono sentito dire: non vale perché́ tu sei ebreo. E io mi sono sentito scippato, mi sono sentito vittima di un’ingiustizia. Un’ingiustizia stabilita per legge. Sono passati sessant’anni, e in un mercatino delle cose usate ho trovato una copia del “Corriere della sera” di quel giorno. E, quel giorno, m’è̀ tornato in mente. Mia madre mi disse: sei ebreo. Sei ebreo significava, non per mia madre naturalmente, ma per il popolo italiano, per la CONTINUA A PAGINA 2