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Settembre 2012
Anno 3 numero 3
DA MARZABOTTO L’APPELLO DELL’ANPI
Antifascismo, verità e giustizia
O
Premonizioni. George Grosz, «Il generale bianco», un’opera realizzata nel 1922 quando il nazismo iniziava a muovere i primi passi
Un compito, il nostro, cento volte più agevole ra un secolo si immaginerà che in questa nostra Assemblea, mentre si «F discuteva sulla nuova Costituzione repub-
blicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri, di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato un popolo di morti, di quei morti che noi conosciamo ad uno ad uno, caduti nelle nostre file nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovanetti partigiani. (..) Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse
di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile: quella di morire, di testimoniare con la fede e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole: quello di tradurre in leggi chiare, stabili ed oneste il loro sogno di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore. Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti. Non dobbiamo tradirli» Piero Calamandrei
(da un discorso all’Assemblea Costituente nel 1947)
Dal 14 al 17 giugno scorso si è svolta a Marzabotto la terza Festa Nazionale della nostra Associazione. Pubblichiamo ampi stralci di un articolo di cronaca, in conclusione dell’evento, dall’Unità del 18 giugno
ltre diecimila partecipanti nei quattro giorni di confronti, dibattiti, concerti e spettacoli che hanno prodotto riflessioni su ciò che l’Associazione nazionale partigiani italiani può contribuire a fare per rafforzare i valori costituzionali e di impegno civile del Paese. Tre le principali questioni nazionali affrontate: verità e giustizia per le stragi nazifasciste, una legislazione efficace per contrastare il neofascismo, la riforma costituzionale in esame in Parlamento, il tutto da una prospettiva oltre che nazionale anche europea, favorita dall’impegno e presenza delle sezioni Anpi estere. I primi esiti di queste giornate sono stati presentati alla tavola rotonda conclusiva, con interventi di Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi, Lidia Menapace, partigiana e membro del Comitato nazionale Anpi, Elena Paciotti, Presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso, Carlo Ghezzi, Associazione Bruno Trentin, Marco De Paolis, Procuratore militare di Roma coordinati da Andrea Liparoto, della segreteria nazionale Anpi. A proposito di stragi nazifasciste, Smuraglia ha insistito sulla necessità di ottenere verità e giustizia. «Abbiamo bisogno di verità per troppe cose in questo Paese. Troppo ci è ignoto. Ma oltre alla verità e alla giustizia dobbiamo parlare anche di responsabilità dei vari governi italiani che per decenni hanno favorito il silenzio e l’occultamento per esempio dei fascicoli sulle stragi nazifasciste. Nessun governo italiano ha ancora chiesto scusa ai superstiti e ai familiari delle vittime. È una responsabilità che tutti dobbiamo assumerci. E per ottenere questo serve una memoria viva e soprattutto attiva». Sulla scia di questo impegno sono stati organizzati diversi forum per parlare anche di mafia, criminalità comune e legalità assieme ad Armando Spataro, Nando Dalla Chiesa, Stefano Biagianti e Benedetta Tobagi; discutere di diritti elementari e delle donne, partendo dalle primavere arabe con le protagoniste di quella stagione, tuttora in movimento. E si è parlato molto anche del futuro dell’ANPI, di come promuovere e portare avanti valori e battaglie etiche e d’attualità.