Il Fiore del Partigiano - gennaio 2013

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Gennaio 2013

anno 4 numero 9

NON SOLO FILM: QUANDO LA SCENEGGIATURA LA ISPIRA LA STORIA

La partita della morte

L’UMANITÀ IN GIOCO

Il film. Il palleggio di Pelé dà il via all’allenamento per la partita contro i nazisti, in “Fuga per la vittoria” di John Huston. Nel film, ai giocatori alleati andò bene; non così nella realtà

Lo sport non è contornato solo dall’ignoranza del branco di cretini che sbeffeggiano Boateng; esistono anche esperienze di solidarietà attiva, come quella del Sankt Pauli, squadra di Monaco, dichiaratamente antifascista. Nel ricordo di chi contro i nazisti giocò la propria vita, come Oskar Rohr, Bruno Neri o i campioni dello Start di Kiev

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“Fuga per la vittoria” (Escape to Victory) è un film del 1981 diretto da John Huston. Il film mantiene ancora oggi una notevole popolarità, soprattutto per la presenza di grandi calciatori dell’epoca a fianco degli attori principali, tra cui il celeberrimo Pelé. Film liberamente ispirato alla “partita della morte” tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una selezione mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe.

perto nel 1923, lo stadio Zenit di Kiev fu rinnovato e ampliato nel 1941 e avrebbe dovuto essere inaugurato il 22 giugno 1941 con un incontro della Dinamo Kiev. Quel giorno la Wehrmacht tedesca iniziò l’Operazione Barbarossa contro l’Unione Sovietica, occupando l’Ucraina e bombardandone la capitale. Molti giocatori, trattenuti nella capitale dal presidente dell’NKVD Lev Varnavskyj, parteciparono alla resistenza partigiana fino alla caduta della città, il 19 settembre 1941, in cui vennero fatti prigionieri seicentomila ucraini, costretti a firmare una dichiarazione di lealtà al regime nazista per poter tornare a Kiev. CONTINUA A PAGINA 12 (CON ALTRI SERVIZI) ➔

Col fascismo non si può restare indifferenti

I

Riportiamo un intervento del nostro Presidente Carlo Smuraglia, scritto in occasione della giornata antifascista tenuta in tutta Italia domenica 18 novembre scorso.

n Italia, quelli che apparivano semplici rigurgiti di nostalgismo fascista, si stanno manifestando con rinnovato impegno, con rinnovata ampiezza e con crescente diffusione. Si aprono nuove sedi di movimenti neofascisti, si assumono iniziative, spesso ardite, da parte di “Forza Nuova”, di “Fiamma

Tricolore”, di “Casa Pound”, con un vero e proprio crescendo e spesso con la protezione e l’incoraggiamento anche da parte di pubblici amministratori. Aumenta la violenza delle manifestazioni, anche da parte di coloro che - storicamente - risorgono in occasione delle crisi cercando di approfittarne e finiscono sempre per porre in essere vere e proprie spinte verso destra, i cui sbocchi sotto il profilo storico - sono sempre stati nefasti. Si aggiungono anche i tentativi di collegamento, addirittura a livello europeo, di cui è

inequivocabile dimostrazione la recente manifestazione dell’Mse a Roma. In questa situazione complessiva, la linea di difesa di coloro che credono nei valori della democrazia e dell’antifascismo è ancora troppo debole e spesso incerta tra la reazione immediata e la riflessione più ampia e il tentativo di coinvolgere nella resistenza e nel contrattacco, molti cittadini e le stesse istituzioni. Colpisce il fatto che l’esposizione di simboli fascisti e le manifestazioni aperte di CONTINUA A PAGINA 2 ➔


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