Custodire la memoria per coltivare il futuro
C’
è una canzone che ci piace cantare e che risuona ancora forte nelle piazze del 25 aprile. La intonano donne e uomini dai capelli ormai segnati d’argento, la cantano i ragazzi, saltando pieni d’energia: è “Bella ciao”, l’inno più popolare della Resistenza partigiana. Parole semplici per immagini nitide e concetti altrettanto netti: contro chi calpesta la libertà non c’è altra scelta che la lotta, anche a costo della stessa vita. La memoria dei tanti che la sacrificarono per liberarci dal nazi-fascismo continuerà a vivere se sapremo difendere il bene prezioso della riconquistata democrazia. Se continueremo ad avere cura del “fiore del partigiano, morto per la libertà”.
RIFLESSIONI SUGLI ORRORI DELLE GUERRE
12 agosto 1944: “Dio, dov’eri?”
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o scorso 3 ottobre 2009 una nostra delegazione ha visitato Sant’Anna di Stazzema, piccola località dell’Appennino Toscano, che fu teatro di una delle stragi più efferate compiute dai tedeschi in ritirata, negli ultimi mesi di guerra. Da questa visita, Carlo Simone trae spunto per una riflessione sull’assurdità delle tragedie causate dai conflitti armati, che ancora oggi divampano nel mondo e le cui vittime sono spesso anche i più innocenti: i bambini. A PAGINA 6
Di Vona, un video per ricordare
Il sacrificio del professore rivive in un dvd dedicato soprattutto ai giovani A PAGINA 3
Primavera resistente
Iniziative in tutta la Zona. Anche se alcune istituzioni frenano A PAG. 4 - 5
L’indifferenza non è vita O dio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi
indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci (da “Città Futura”)
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Dalla viva Memoria lo spirito della Costituzione e della Democrazia L’
ANPI della Zona Martesana, con questa pubblicazione rivolta ad iscritti e a simpatizzanti, intende informare della propria attività il mondo della scuola, dell’associazionismo, del sindacato e dei cittadini democratici. “Il fiore del partigiano” vuole essere uno strumento di comunicazione che permetta di raccogliere pareri, testimonianze sulle vicissitudini del vivere quotidiano, di quelle che investono il rapporto con le istituzioni locali direttamente a contatto con il cittadino e ciò che attiene ai ricordi di storia vissuta, fino ai nostri giorni cosi gravidi di propositi autoritari, nonché di diffuso malaffare. Lo sforzo profuso dai nostri iscritti, a cui va l’elogio incondizionato, consente di realizzare un interscambio di opinioni per rinverdire il ricordo dei nostri caduti contro la tirannia fascista. Oltre a informare sugli scopi dell’ANPI, tesi a divulgare i contenuti della Costituzione, per lo più disattesi e inapplicati. È nostro impegno rappresentare degnamente gli stati d’animo di chi evoca dolori e sconforti patiti e vissuti nella lotta antifa-
scista e tutt’ora vivi nei loro ricordi. Sempre vigilanti, non rinunciamo alle sollecitazioni verso chi, in veste di Autorità rappresentativa, per dovere di lealtà Costituzionale è tenuto ad onorarne lo spirito, partecipando in atteggiamento reverente alle manifestazioni celebrative della Resistenza. L’ANPI lo sollecita e lo auspica, quale principio ideale di ogni cittadino democratico, come di ogni rappresentante di Assemblea Pubblica elettiva. Coordinamento ANPI Zona Martesana
Di Vona, un video per ricordare IL SACRIFICIO DEL PROFESSORE RIVIVE IN UN DVD
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Arrivederci in autunno
“Il fiore del partigiano” non conosce stagioni. Vi dà appuntamento in autunno con un’edizione più ricca, con più pagine, tutte colorate. Proporrà storie e idee di ieri e di oggi, di nonni partigiani e di giovani nipoti che coltivano le stesse speranze. Lo stesso fiore.
25 aprile, sia sempre Festa di Liberazione Decine di migliaia di manifestazioni celebrano quest'anno il 65° anniversario della Liberazione
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l Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prenderà la parola il 24 aprile nel corso di una solenne cerimonia al Teatro alla Scala di Milano per celebrare la ricorrenza, di fronte ai rappresentanti delle organizzazioni partigiane.La manifestazione centrale si terrà come ogni anno a Milano, dove un grande corteo popolare sfilerà da Porta Venezia a Piazza del Duomo, dove si terranno i discorsi celebrativi. Oratore ufficiale sarà Virginio Rognoni. Concluderà la manifestazione il presidente dell'ANPI milanese Carlo Smuraglia.
L'appello del Comitato permanente antifascista: 25 aprile 1945/25 aprile 2010 RESISTENZA – COSTITUZIONE - LAVORO uest’anno ricorre il 65° anniversario della Liberazione e la manifestazione del 25 aprile assume un rilievo particolare non solo per la ricorrenza in sé, ma anche perché i valori della Resistenza e della Costituzione vengono sempre di più messi in discussione ed esposti a concreti pericoli, suscitando preoccupazioni serie nei cittadini che ritengono che quei valori costituiscano il faro destinato
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ad illuminare e indirizzare le nostre azioni e siano il fondamento della convivenza civile. È sotto gli occhi di tutti la caduta, talora precipitosa, di valori fondamentali, dal rispetto delle regole e delle istituzioni, al rispetto della persona umana. È altrettanto evidente la crisi di uno dei cardini del sistema, il principio di uguaglianza. Tutti i comportamenti istituzionali e politici devono essere improntati al rispetto della legge e alla difesa dello stato di diritto. L’impianto dei valori costituzionali, in particolare per ciò che attiene alla divisione dei poteri e al rispetto delle varie istituzioni, è fondamentale se non vogliamo precipitare in un baratro senza fine. Gli organi fondamentali di garanzia, a partire dalla Magistratura, devono essere rispettati ed aiutati a funzionare al meglio; così come meritano rispetto tutte le istituzioni. L’etica nella politica costituisce sempre di più un elemento di fondo da rafforzare e valorizzare. Ma bisogna anche restituire al lavoro, valore fondante della Repubblica, il suo ruolo e la sua dignità. C’è un contrasto stridente fra i princìpi costituzionali in tema di lavoro e la
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il fi fioore del partigiano
il fi fioore del partigiano
durissima realtà del nostro Paese, che registra una rilevante crescita della disoccupazione, mentre si aggravano le condizioni della precarietà e il numero dei morti sul lavoro rimane una tragica costante del sistema italiano. È un divario insopportabile, che deve essere superato al più presto, investendo nel capitale umano e restituendo ai lavoratori e alle loro famiglie sicurezza e dignità. Mentre ricordiamo i 100.000 caduti della Resistenza contro il nazifascismo e celebriamo le pagine più ricche e belle della nostra storia, dobbiamo assumere l’impegno solenne a realizzare gli ideali per cui tanti sacrifici sono stati compiuti ed a tradurre nella realtà i principi fondamentali della nostra Costituzione, consegnando ai giovani la speranza di un futuro migliore. In un contesto internazionale preoccupante, è doveroso anche lanciare un forte appello per il rispetto e la garanzia – in ogni Paese – dei diritti umani, nella profonda convinzione che – come ha insegnato la Resistenza – ciò costituisce il fondamento della libertà e della pace.
erita senza dubbio di essere ricordata l’importante iniziativa realizzata dalla sezione ANPI d’Inzago nel mese di settembre dello scorso anno, nella ricorrenza del 65° anniversario della morte del Patriota professor Quintino Di Vona, al quale la Sezione inzaghese è intitolata. Nell’ambito di un importante progetto dal titolo “Ricordati di Ricordare”, è stato realizzato un documento video sulla figura del prof. Quintino Di Vona. Il progetto è promosso dall’ ANPI per far sì che la storia locale - e non soltanto - legata alla Resistenza ed alla lotta di Liberazione, non venga dimenticata, ma resti viva e soprattutto trasmessa alle nuove generazioni. Per trasmettere ai più giovani la memoria di coloro che con le loro lotte restituirono all’Italia la dignità offuscata dal fascismo e permisero la nascita della Repubblica. “Ricordati di Ricordare” è, perciò, un’iniziativa d’indubbio rilievo, focalizzata sul racconto dei drammatici eventi, accaduti in Inzago il 7 settembre 1944, che portarono all’arresto ed alla condanna a morte del Professore, fucilato dai nazi-fascisti nella piazza principale. La presidente Sig.ra Margherita Catanzariti è stata la coordinatrice del progetto, coinvolgendo in primis lo studio Video Live d’Inzago che ha curato la realizzazione del video, con lodevole supporto tecnico e professionale. È stato dunque un lavoro d’equipe, come si usa dire, con l’obiettivo di rendere riconoscente omaggio alla figura del prof. Quintino Di Vona, testimone di quei valori che non conoscono il trascorrere del tempo, perché stanno alle fondamenta della dignità dell’uomo e della società e cioè la libertà, la giustizia e la democrazia. Nella piazza principale d’Inzago, nelle prime ore del pomeriggio del 7 settembre 1944, una scarica di moschetti stroncò in modo ignobile la vita preziosa di un uomo dotto, leale e coraggioso che seppe essere coerente ai principi morali e politici in cui credette fino al sacrificio della vita. Nella piazza una lapide ricorda l’accaduto e la lettura del testo, dettato dalla moglie del Professore, l’insegnante Lina Caprio, suscita ancora oggi una profonda emozione. La peculiarità del documento video realizzato dall’ ANPI d’Inzago è che la narrazione di quegli eventi lontani è stata calata nei luoghi che videro il
loro svolgersi, nelle contrade e nelle piazze d’Inzago, gli stessi che il prof. Quintino Di Vona vide per l’ultima volta. Parte dei testi narrati dalla brava speacker Francesca Manenti, che nel video accompagna lo spettatore lungo l’itinerario della tragedia di quel giorno, sono tratti dal libro “Colloquio con un martire”, scritto dalla vedova del Professore e pubblicato nei primi anni del dopoguerra. Il video è impreziosito dalle testimonianze d’alcune persone che furono protagoniste della Resistenza ad Inzago o che vissero, in modi diversi, i fatti di quel giorno. Tra le testimonianze proposte spicca quella del Sig. Carlo Simone che fu arrestato insieme al prof. Quintino Di Vona e fu testimone oculare del comportamento dignitoso ed eroico che il Professore tenne nella locale sede delle Brigate Nere, dove i fascisti ed i tedeschi sottoposero gli arrestati ad un sommario processo. Un’ altra sequenza di grande effetto emotivo è costituita dalla recita, a voci alterne maschili e femminili da parte d’alcuni attori, della narrazione dell’arresto del Professore, come la vedova lo descrive nella propria opera. Il video è stato ufficialmente presentato nella serata di venerdì 4 settembre 2009, presso l’auditorium del Centro Culturale De André, dove sono pure intervenuti alcuni rappresentanti delle sezioni ANPI di
Quintino Di Vona. Sotto, il manoscritto della lettera della vedova, Sig.ra Caprio, con cui informava gli inzaghesi delle sue decisioni sul luogo della tumulazione della salma del professore
Cassano d’Adda e di Pessano ed il sindaco Benigno Calvi che ha lodato l’iniziativa e rimarcato l’importanza che la figura del prof. Quintino Di Vona ha per Inzago. Il progetto “Ricordati di Ricordare” continuerà nei prossimi mesi con il coinvolgimento degli alunni delle scuole superiori. È, infatti, in programma la proiezione del documento video presso l’Istituto Marisa Bellisario d’Inzago, dove la presidente dell’ ANPI sig.ra Margherita Catanzariti, incontrerà gli studenti per parlare del personaggio al quale il video è dedicato e più in generale sull’argomento della Resistenza. Luciano Gorla
LA LETTERA CON LE VOLONTÀ DELLA VEDOVA
“Le sue spoglie riposino a Inzago” Egregio Signor Ragioniere,
Nel dare a tutte le Autorità di Inzago la notizia che non intendo più far trasportare a Milano la salma del compianto mio marito, ho ricordato le calde e deferenti parole da Lei rivoltemi il 9 settembre, in occasione delle onoranze tributate a Lui per l’anniversario, e il cordiale Suo interessamento perché le onoranze stesse riuscissero le più degne possibili. E ne do notizia ufficiale anche a Lei, quale rappresentante del P.S. di Inzago. Sono certa che questa mia decisione farà piacere a Lei e ai componenti del Suo partito, e che tutti loro saranno d’accordo con l’intera popolazione di Inzago nel custodire gelosamente le spoglie del Martire Eletto e nel curarne la fossa. Coi migliori ossequi Lina Caprio ved. Di Vona
Milano, 7 ottobre 1945
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I nostri ragazzi ripudiano la guerra...
... e vorrebbero un mondo solidale
CASSANO LI PREMIA AL CONCORSO LUIGI RESTELLI
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l mercoledì mattina 17 marzo, nell’Auditorium Comunale della Biblioteca Civica di Cassano d’Adda, si è tenuta la 5ª edizione del Concorso Luigi Restelli. L’evento, ormai tradizionale, che l’ANPI di Cassano organizza tutti gli anni coinvolgendo le 3ᵉ medie del comprensorio scolastico Quintino Di Vona, ha visto quest’anno assegnare il premio alla classe 3ª C. Si tratta, ovviamente, di un’assegnazione simbolica ad una classe, ma il merito va riconosciuto a tutte le classi, a insegnanti e dirigenza scolastica, che hanno sviluppato il tema proposto: Art. 11 della Costituzione italiana - L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli. Tutte le altre classi hanno ricevuto un’attestato di partecipazione, per il buon lavoro svolto con elaborati di diverso tipo, quali poesie, canti, interviste, video e slide, che sono stati presentati in questa bella mattinata, alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale, della dirigente scolastica e dei rappresentanti dell’ANPI. Più di 100 ragazzi hanno lavorato per alcuni mesi, guidati dalle loro insegnanti, ed hanno presentato una notevole, qualificata e colorata – con i colori della Pace – messe di cartelloni, schemi, fotografie e scritti che hanno fatto bella mostra di sé nel corridoio della Biblioteca per una decina di giorni. La cosa che mi ha maggiormente colpito nei lavori presentati è il discorso diretto, la chiarezza nei pensieri di questi giovani, che esprimono al meglio la consapevolezza del bene e del male, la
CASSINA NE FRENA LE ATTIVITÀ
condanna senza se e senza ma della tragedia della guerra, di tutte le guerre. Ciò conforta la speranza che nonostante tutto, nonostante il non rispetto fino in fondo dello stesso Art. 11, se nelle menti e nei cuori dei nostri giovani si radica la ricerca della Pace ed il ripudio della guerra, in futuro sicuramente avremo un mondo migliore. Questo pensiero mi ha accompagnato mentre tornavo verso casa, mentre ricordavo i nostri Martiri partigiani, come Luigi Restelli, ucciso e fucilato dai fascisti a 21 anni assieme a quattro altri giovani antifascisti; giovani che avevano dovuto lottare fino alla morte, contro la dittatura fascista e nazista, per ristabilire la Pace e costruire un’Italia, un’Europa, un mondo migliore e soprattutto senza guerre. Ma il cammino è ancora lungo. Giancarlo Villa
ANPI di Cassano d’Adda
Al Sindaco, alla Giunta Comunale, al Consiglio Comunale di Cassina de Pecchi, e p.c. all’ANPI Milano, all’ANED Milano, all’Associazione Camerani, alle Associazioni di Cassina de’ Pecchi, ai Partiti Politici, ai Cittadini di Cassina de’ Pecchi, alla stampa
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Un cartellone in mostra alla Biblioteca Civica. Sotto, i ragazzi delle Medie di Cassano d’Adda nel corso della premiazione del Concorso L. Restelli
LA PUBBLICA AUTO-DENUNCIA DI UN ONESTO “BABBEO”
Eversiva la regola E
La Stampa, 8 marzo 2010 Lettera aperta al Presidente della Repubblica
gregio Presidente, sono un comune cittadino di quarantun anni. Ho una splendida famiglia, una buona professione, una bella casa di cui sostengo mensilmente un mutuo. Da cosa nasce quindi l’irrequietezza che mi spinge a scriverLe? L’evolversi degli eventi della vita pubblica in Italia mi atterrisce. Sono deluso, allibito, arrabbiato. Quest’ultimo capitolo che riguarda le regole elettorali è solo l’ennesimo stravolgimento delle norme di vita democratica. L’importanza del rispetto di regole comuni viene ogni giorno superata da esigenze individuali
e di gruppi di persone. L’Italia sta perdendo l’idea stessa di regola. Le regole normano ogni gruppo, anche il più piccolo. Anche fra gli animali. Quando non esiste più l’idea di una regola che valga per tutti si va verso l’anarchia, verso il tutti contro tutti. Siccome non voglio per i miei figli, cui ogni giorno, con sforzo, cerco di insegnare il rispetto delle regole, una società allo sbaraglio, nella quale è necessario difendersi da tutto e da tutti, ho deciso di mettere in atto e di comunicarLe la cosa più eversiva: continuerò a rispettare le regole. Continuerò a pagare regolarmente le tasse, come ho sempre fatto. A richiedere permessi assurdi per istallare sul mio tetto un impianto fotovoltaico. Continuerò a praticare e a insegnare ai miei
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il fi fioore del partigiano
il fi fioore del partigiano
figli la raccolta differenziata dei rifiuti. Anzi, continuerò a insegnar loro a cercare di produrne meno. Continuerò a rimanere in coda, ad andare a votare, nonostante la disperazione di essere costretto a scegliere fra molti peggio e nessun meglio. Passerò agli occhi di molti come l’unico babbeo che non tenta di fare i suoi interessi a danno di qualcun altro. Perché sono convinto che in Italia, oggi, questo mio atteggiamento sia la vera eversione. E sono convinto che gli eversivi come me siano ancora moltissimi. Forse non la maggioranza. O forse sì, chi lo sa. Distinti saluti. Gian Luca Marchi
medico di famiglia di Cossato (BI)
a sezione ANPI di Cassina de’ Pecchi, considerata la situazione creatasi nei confronti dell’Amministrazione Comunale in occasione della “Giornata della Memoria” e riguardo all’utilizzo dello “Scaffale della Memoria” sito nella Biblioteca Comunale “Roberto Camerani” a Cassina de’ Pecchi: ESPRIME il suo rammarico per non essere stata coinvolta in occasione della “Giornata della Memoria”, istituita dalla legge 211/2000 che cita espressamente: “Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. CHIEDE di essere riconosciuta parte in causa in occasione delle ricorrenze istituzionali che alla storia ed ai contenuti dell’Anpi appartengono: Giornata della Memoria, Anniversario della Liberazione, Festa della Repubblica, Giornata delle Forze Armate dell’Unità d’Italia. ESPRIME totale disaccordo per l’intenzione da parte dell’Amministrazione Comunale di trasformare lo “Scaffale della Memoria” in “Scaffale dei totalitarismi del 900”. Denuncia la mancata risposta da parte dell’Assessore alla Cultura alla sua comunicazione, protocollata in data 8 gennaio 2010, dove si motivano le ragioni di tale disaccordo. CHIEDE e ribadisce che venga rispettato l’attuale “Scaffale della Memoria”, il cui progetto, viceversa, andrebbe valorizzato e rilanciato col contributo di tutti, essendo sorto nel segno della straordinaria vicenda umana di Roberto Camerani a cui è intitolata la Biblioteca Comunale. Egli, sopravvissuto alla deportazione nel campo di sterminio di Mauthausen, per anni ha accompagnato adulti e giovani delle scuole di Cassina de’ Pecchi in quel lager, contribuendo a far conoscere gli orrori del nostro vicino passato e a trasmettere la necessità di un impegno costante per la libertà e la dignità, la
democrazia e l’uguaglianza nel solco indicato dalla Carta comune di tutti gli italiani: la Costituzione. Si ritiene comunque opportuno che la Storia dei totalitarismi del ‘900 vada ad affiancarsi all’attuale Scaffale della Memoria, in modo da arricchire la conoscenza dei cittadini sulle questioni chiave del secolo scorso: riteniamo che la conoscenza storica sia un’importante qualità civica, senza di essa ogni individuo è più vulnerabile. ESPRIME il suo grande disappunto rispetto alla mancata concessione del patrocinio alla Scuola Media Giovanni Falcone per lo spettacolo organizzato dalla stessa con i ragazzi, in occasione della “Giornata della Memoria”. Lo spettacolo rappresenta la storia di Rebecca Covaciu, una ragazza Rom di grande talento artistico e che si batte per i diritti del suo popolo. Riteniamo che il contenuto di tale rappresentazione sia perfettamente consono alla ricorrenza e contenga messaggi di grande valore per una convivenza civile ed umana, e, non ultima, cristiana, in piena continuità con i principi della nostra Carta. Le motivazioni addotte a più riprese sotto gli occhi di tutti sulla stampa anche nazionale sono comunque ingiuriose e testimoniano il totale dispregio della rete di rapporti e alleanze educative in precedenza costruita sul territorio da associazioni, agenzie educative e forze politiche, in risposta alla normativa ministeriale e provinciale in materia di istruzione ed emergenza educativa, disattendendo così il principio di sussidiarietà, fondamento dell’ordinamento dei nostri enti locali. CHIEDE - che in futuro venga rispettata da parte dell’Amministrazione Comunale l’autonomia didattica della Scuola Pubblica; - che la stessa venga sempre messa in condizione ed incoraggiata ad utilizzare spazi pubblici per qualsiasi tipo di progetto. Si propone e si invitano tutte le forze democratiche e anche semplici cittadini che vogliono riaffermare e far vivere i VALORI DELLA COSTITUZIONE, della Democrazia, dell’apertura ed il rispetto dell’altro, di sottoscrivere questo appello.
Sezione ANPI
di Cassina de’ Pecchi
GRAN FERMENTO D’INIZIATIVE
Una nuova sezione a Bellinzago
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l 9 ottobre 2009 si è costituita a Bellinzago Lombardo la sede ANPI “XXV Aprile”, con l’obbiettivo di mantenere vivo il ricordo della Resistenza, e la difesa della Costituzione Italiana frutto di quella lotta. Presidente è Antonio Rolla. È al suo impegno che si deve la nascita della sezione di Bellinzago. Antonio collaborò con Mario Tremolada, segretario dell’ANPI di Pessano con Bornago e sindacalista della FIM, che dedicò tutta la vita a rendere testimonianza della lotta antifascista nelle scuole, nelle fabbriche e nella politica. Alla sua morte nel 2006, Antonio ha cominciato a proporre l’ANPI in Bellinzago, sino a raggiungere il numero di iscritti necessario a costituire la sezione. La sede è nei locali delle associazioni in Via Malenza. Iniziative sono state organizzate per il “Giorno della Memoria”, con uno spettacolo della compagnia Canto Sociale dal titolo “Dai campi del dolore” e per la festa del tesseramento del 9 aprile, con la proiezione di un documentario sulla liberazione di Milano dai nazifascisti. Scaffale della Resistenza In preparazione presso la Biblioteca del Comune uno scaffale dedicata alla Resistenza, soprattutto dedicato alle nuove generazioni: testi, film, canti della nascita della nostra Repubblica dalla Resistenza. Lotta al fascismo e al nazismo e difesa della nostra Costituzione.
25 Aprile Ore 14’30 circa, partenza per la manifestazione a Milano. Ore 21’00, presso la scuola media, un momento di ricordo con musica e parole.
Domenica 6 Giugno gita a Fondo Toce, al Parco della Memoria e della Pace Si parte alle 7:00 da Bellinzago Lombardo per la riserva naturale di Fondo Toce in provincia di Verbania. In programma la visita al Parco della Memoria e della Pace: i più volenterosi percorreranno una parte del sentiero dedicato al partigiano Chiovini. Per contattarci, tel. 3388895197 Angelo – 3478003979 Giorgio.
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il fi fioore del partigiano
il fi fioore del partigiano
In senso orario, dalla pagina a fianco: il monumento ai caduti nell’eccidio e la lapide coi loro nomi; un angolo del museo; un gruppo di visitatori con Carlo Simone; la chiesetta testimone della strage; la lapide che commemora il martirio del parroco
Le sezioni di Zona dell’ANPI hanno organizzato, in vari periodi, visite nei luoghi dove sono avvenute stragi disumane contro il popolo italiano, provocate dal passaggio lungo l’Italia delle truppe nazi-fasciste, nella guerra mondiale 1939-1945. Lo scorso 3 ottobre 2009 una nostra delegazione ha visitato Sant’Anna di Stazzema, piccola località dell’Appennino Toscano, che fu teatro di una delle stragi più efferate compiute dai tedeschi in ritirata, negli ultimi mesi di guerra. Da questa visita, Carlo Simone trae spunto per una riflessione sull’assurdità delle tragedie causate dai conflitti armati, le cui vittime sono spesso anche i più innocenti: i bambini.
12 agosto 1944 - 3 ottobre 2009: “Dio, dov’eri?” RICORDI E RIFLESSIONI SUGLI ORRORI DELLE GUERRE
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CARLO SIMONE
a terribile guerra, la seconda mondiale, fu voluta da uno dei più grandi criminali che la Storia ricordi. Quell’uomo era Adolf Hitler, presidente del governo della Germania di allora; suo amico ed alleato era Benito Mussolini, l’allora capo del governo italiano, che per dimostrare la sua fedeltà all’amico tedesco precipitò l’Italia in quella terribile avventura, poi finita con la sconfitta. Anche per lui finì male. Fu fucilato a Giulino di Mezzegra, nel 1945, per ordine del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia). Le forze impegnate che si fronteggiavano erano delle seguenti nazioni. Alleati: Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna le principali, poi altre nazioni che erano contrarie all’arroganza della Germania e dell’Italia, le quali volevano imporre il loro dominio. Alleanza italo-germanica: era composta da soldati tedeschi, soldati italiani e fascisti. Allora a capo dell’Italia regnava il re Vittorio Emanuele III, Mussolini era a capo del governo fascista.
1943 - Il 25 luglio Mussolini fu deposto da tutti i suoi poteri dal Gran Consiglio del Partito Nazional Fascista (PNF), organo da lui stesso creato e fno allora a lui fedele. Lo idolatravano. Il re Vittorio Emanuele, per ricompensarlo
dopo vent’anni di servizio, lo fece imprigionare, confinandolo dapprima nel comune di Assergi, poi a Campo Imperatore, sotto la vetta del Gran Sasso. Fu liberato dopo poco tempo dal colonnello Otto Skorzeny, ufficiale delle SS, organo indipendente dell’esercito tedesco. L’operazione era stata ordinata da Adolf Hitler. Mussolini, dopo la sua liberazione, fu trasportato in Germania e ricevuto dal Furher. Nel loro incontro, Hitler decise che Mussolini formasse un governo italiano. Questo serviva a dare continuità alla prosecuzione della guerra voluta dai due dittatori. Al governo formato da Mussolini fu dato il nome di “Repubblica Sociale Italiana” (RSI). Con la proclamazione del governo fascista, si rese necessario formarne l’esercito. A capo di questo fu posto il generale Rodolfo Graziani, con la qualifica di Ministro delle Forze armate. Per procedere alla formazione di questo esercito, fu emanato un bando di arruolamento, obbligando i giovani a presentarsi. Ben pochi, però, di questi lo fecero, mettendo così in gravi difficoltà la RSI. A causa delle poche presentazioni, i corpi militari che furono formati, a malapena, erano raggruppati nella Divisione Monterosa, composta da soldati. Per la loro formazione militare furono mandati in Germania. La loro istruzione fu uguale a quella dei soldati tedeschi. Quando i soldati italiani furono pronti per essere im-
piegati sui fronti di guerra, vennero rimandati in Italia, equipaggiati per tale bisogna. Giunti in Italia, una gran parte di loro disertò e con tutto l’equipaggiamento andò a rafforzare le formazioni partigiane che combattevano in montagna. Altre formazioni, qui sotto descritte, assunsero la qualifica di “bande”, prendendo il nome dai loro capi: Banda “X MAS”. I componenti avevano caratteristiche marinare ed erano comandati da Valerio Borghese. Questi era stato un audace comandante di sommergibile durante la guerra. Banda “Ettore Muti”. Era composta da fanatici fascisti che volevano vendicare Ettore Muti, ucciso dai soldati badogliani durante l’arresto di Mussolini. Banda “Aldo Resega”. Anche questa era composta da fanatici fascisti ed anche loro volevano vendicare il loro capo, ucciso da patrioti che operavano nella zona di Milano.
Ancora: operavano altre piccole bande composte da fanatici fascisti. Erano pochi, ma molto agguerriti. Facevano parte dei servizi segreti (OVRA). Il comportamento di queste bande fu di una ferocia tale, che in molti casi superarono quella delle SS tedesche. per tale motivo furono odiate dalla popolazione. Tutte queste formazioni furono affiancate alle truppe tedesche, per la continuazione della guerra di Hitler. Per questo fu coniato il termine “nazifascista”. Le truppe nazifasciste combatterono sul fronte italiano e, seppure lo fecero con vigore, dovettero soccombere alla preponderanza delle forze “alleate” e costrette continuamente a ritirarsi. Questo avvenne fin dallo sbarco in Sicilia, lungo tutto il fronte italiano. Per rallentare l’avanzata alleata, i tedeschi, dove le condizioni geologiche lo permettevano, costituirono linee di resistenza. Laddove si fermarono momentaneamente, compirono azioni cruenti ed orribili di
rappresaglia contro le popolazioni del luogo. La scusa che accampavano per compiere tali operazioni era quella di combattere ed eliminare le bande partigiane, vera spina dolorosa nei fianchi dell’esecito nazifascista. Sant’Anna di Stazzema, 12 agosto 1944. Questo paese era ed è sito nelle Alpi Apuane. Per la sua posizione, nel 1944 era inserito nella linea difensiva predisposta dalle truppe italoteutoniche. In quella località di natura semiselvaggia operavano bande di partigiani, facilitate dalle grandi asperità montagnose. Con le loro azioni di attacco tenevano in scacco il poderoso esercito tedesco, che, per difendersi e rispondere alle loro azioni di disturbo, doveva togliere soldati dal fronte. Com’era ormai diventata sua consuetudine, il comando tedesco decise l’eliminazione di queste bande. Per far ciò stabilì che fosse necessario distruggere Sant’Anna di Stazzema, adducendo il motivo
che il paese dava asilo ai partigiani, perché era una località che permetteva il loro occultamento. La decisione di distruzione fu presa per il 12 agosto. La sorte delle persone e del paese si stava tragicamente realizzando. Per far questo, la notte del 12 agosto i reparti incaricati della triste bisogna circondarono il paese e bloccarono tutte le vie d’accesso, con l’obiettivo di impedire tutte le possibilità di fuga di qualsiasi essere vivente. Dopo aver provveduto al raggiungimento di questa operazione, all’alba di quel tragico giorno fu dato l’ordine d’attacco, scatenando l’orda assetata di sangue. Furono uccise 560 persone, furono bruciati gli abitanti e le loro case, con tutto ciò che contenevano. Per far ciò usarono tutte le armi di distruzione in loro possesso, seminando il terrore tra la popolazione. Fra quelle persone vi era una bambina, grandicella che, portando in braccio la sorellina, tentava di mettere in salvo sé stessa e la neonata. Un “prode eroe” teutonico fermò il tentativo di fuga con una scarica di arma automatica, troncando la vita delle due sorelline. La più piccola aveva solo 20 giorni di vita, si chiamava Anna Pardini. Su una parete della chiesetta del paese è stata apposta una targa che descrive la tragica sorte di Anna. Ho pianto, quando ho letto quella targa: sono un nonno e in quel momento mi sono riapparsi i ricordi dei quali fui testimone nella guerra tragica in cui il fascismo ci aveva trascinato, dal ’40 al ’45. Quanti bambini, piccoli come Anna, moCONTINUA A PAGINA 8
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il fi fioore del partigiano
SEGUE DA PAGINA 7 rirono sotto le bombe che sganciarono i piloti degli aerei alleati, i quali dicevano di liberarci così dal fascismo! Due fatti ricordo in particolare. Il 20 ottobre 1944 su Milano si abbatté l’ennesimo bombardamento compiuto da aerei delle forze americane. Scelsero una zona dove non esistevano obiettivi militari. Dagli stessi alti comandi militari delle Forze Americane, quei bombardamenti erano denominati “bombardamenti terroristici”. Il loro fine era, infatti, quello di terrorizzare le popolazioni italiane con lo sganciare bombe su abitati civili. Malauguratamente quel giorno l’attacco aereo si riversò sul quartiere popolare periferico di Gorla, colpendo e distruggendo una scuola elementare. Ammazzarono 184 bambini, 5 insegnanti e 16 cittadini. Sempre in preda al dolore per la piccola Anna, oltre al ricordo della scuola di Gorla, alla mia mente è riaffiorato quello di un altro disastro. Questo fu l’attacco aereo, anche stavolta delle La sezione di Inzago organizza Forze Americane che per l’ultima fine-settimana di colpì, con un mitramaggio (28-29 e 30) una visita gliamento, il tram che al campo di sterminio di Dachau percorreva la linea Mie alla città di Monaco (con l’aclano-Cassano d’Adda, compagnamento di una guida). nel marzo 1945. Quel Per informazioni rivolgersi in tram aveva appena susede (Via Piola, 10). perato il mio paese, Inzago, quando proseguendo la sua marcia verso Cassano, in località Cascina Moneta, fu oggetto del mitragliamento da parte di un altro “eroe” pilota americano. Fu una vera ecatombe che uccise molti viaggiatori e ne ferì tanti altri. Anche in quel frangente furono colpiti bambini. Ancora i miei ricordi sono andati ai bombardamenti di Torino e di Roma, perché in entrambi fui presente, partecipando obbligato, come militare, alla triste guerra voluta da Benito Mussolini.
A fine maggio in visita a Dachau e Monaco
Altro dolore cocente è quello causato da ciò che tuttora avviene in varie parti del mondo, dove ancora vi sono guerre, distruzioni, morti; fra questi tanti bambini. Soffrendo per tali scempi, mi sono ricordato le parole di Papa Benedetto XVI che, quando visitò i lager nazisti esclamò “Dio, dov’eri?”. Io, che odio tutte le guerre e i capi che le promuovono, elevo il mio pensiero verso l’Eterno e, parafrasando le stesse implorazioni di Papa Benedetto, dico “Dio, dove sei? Dio, perché non fai?” Carlo Simone Presidente onorario ANPI d’Inzago Sezione Quintino Di Vona
IL 27 APRILE AL CINEMA GIGLIO DI INZAGO
“L’uomo che verrà”: umili vite per una lezione di Storia
L’ultimo film di Giorgio Diritti, pluripremiato al Festival Internazionale del Film di Roma, sarà proiettato al Cinema Giglio il 27 maggio, alle ore 21.00. L’ingresso sarà gratuito. “L’uomo che verrà” parla delle vicende di una comunità contadina, nel settembre del 1944, che subisce gli eventi della guerra fino ad essere coinvolta nel dramma di quella che verrà ricordata come la strage di Marzabotto.
Le Sezioni di Bellinzago, Cassano d’Adda, Inzago; in collaborazione con la Cooperativa Arcobaleno e con il patrocinio del Comune di Inzago organizzano:
Ap... Punti sulla Costituzione per conoscere, approfondire, riflettere
20 aprile, ore 10.00 - Istituto Marisa Bellisario, Inzago La vita dell’uomo vista attraverso i diritti sanciti dalla Costituzione Relatori: Vittorio Angiolini, Prof. di Diritto Costituzionale, Un. di Milano Onorio Rosati, Segr. Camera del Lavoro di Milano 21 aprile, ore 21.00 - Auditorium Centro De André – Via Piola 10, Inzago Come e da quali radici storiche nasce la Carta Costituzionale Introduce: Filippo Gorla, Dottorando di ricerca in Letteratura e Storia Contemporanea - Un. Cattolica Milano Relatori: Giulio Vigevani, Prof. di Diritto Costituzionale, Un. degli Studi Milano/Bicocca Claudio Martinelli, Prof. di Diritto Pubblico, Un. degli Studi Milano/Bicocca
4 maggio, ore 21.00 - Circolo Arci – Via Di Vona, Cassano d’Adda I poteri ed i loro ruoli nella Carta Costituzionale Relatori: Federico Furlan, Prof. di Diritto Parlamentare, Un. degli Studi Milano/Bicocca Paolo Zicchittu, Dottorando di ricerca in Diritto Costituzionale, Un. di Pisa Hanno collaborato: Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Partito Democratico, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Socialista
il fiore del partigiano
PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA ZONA DELLA MARTESANA
Redazione: presso la sede della Sezione Quintino Di Vona di Inzago (MI) in Via Piola, 10 (Centro culturale De André) In attesa di registrazione. Supplemento ad Anpi Oggi Direttore responsabile: Rocco Ornaghi Stampato presso VideoLive - Piazza Quintino Di Vona, 2 - 20065 Inzago (MI) Si raccolgono abbonamenti per versione cartacea e/o digitale (formato pdf)