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mercoledì 2 aprile 2008
CRISI PER ALLEVATORI E PRODUTTORI CAMPANI CHE DENUNCIANO UNA PERDITA DI DUE MILIONI DI EURO AL GIORNO
Una “bufala” di divieto Il governo vieta la vendita di latte e latticini per procedere ai controlli sanitari ROMA - Mozzarella di bufala alla graticola. È una nuova ricetta culinaria inventata dal governo Prodi, non soddisfatto di aver riportato ai massimi storici del 1996 l’inflazione, a +3,3 per cento. Oltre a far piangere le tasche degli italiani i nostri governanti cercano di mettere in ginocchio l’intero comparto economico dell’agroalimentare napoletano e non solo. Un fiore all’occhiello per l’Italia, la produzione di latte, latticini e mozzarelle di bufala, per qualità, storia e capacità imprenditoriali e produttive delle zone campane. Insomma, una sorta di enclave, in chiave economica, situata al centro del meridione depresso e disoccupato. Per la sua natura di unicità l’intera filiera ha sempre chiesto tutela e protezione e adesso dopo lo stop delle vendite di tutti i suoi prodotti, rischia di perdere più di due milioni di euro al giorno. A PAGINA 2
Due anni fa la scomparsa di Karol Wojtyla
Il messaggio universale di Giovanni Paolo II di Gianni Alemanno Il 2 aprile di tre anni fa moriva Karol Wojtyla. Tutti riconoscono in Papa Giovanni Paolo II una delle figure più straordinarie della storia, un punto di riferimento per l’intera umanità. Per questo non credo serva ricordare la sua grandezza e l’enorme eredità spirituale che ci ha lasciato. Meno scontato, forse, è soffermarsi su cosa ha rappresentato la sua figura per la città di Roma, un significato che è emerso con chiarezza proprio in occasione della sua morte e dei suoi funeSEGUE A PAGINA 3 rali.
RUTELLI INNERVOSITO AUTORIZZA UN MANIFESTO FALSO E OFFENSIVO
Primi segni di cedimento ROMA - Rutelli e il Pd romano sono sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo il faccia a faccia dell’altro ieri con Alemanno, al Tg3, qualche dubbio deve aver scosso l’alleanza che porta Francesco Rutelli nella sua corsa dis p e r a t a a l C a m p i d o g l i o. L’Unione stile Prodi a Roma si è compattata sul candidato, diversamente che nel resto d’Italia. Ma in poche settimane ha dovuto constatare di essere passata dal 61 per cento delle elezioni di due anni fa a un 47, 3% che non garantisce l’elezione del sindaco. Contavano sull’”effetto winner”, quello p e r c u i ch i v i e n e d a t o i n vantaggio dall’inizio ha già un piede in Campidoglio. A PAGINA 4
all’interno
QUARTIERI
Esquilino in giallo La trasformazione del rione Esquilino in una degradata Chinatown, in una sorta di ghetto etnico preda dell’abusivismo e dell’illegalità, è una ferita all’identità di Roma che deve essere al più presto sanata. Il quartiere ottocentesco, biglietto da visita dell’intera città. NELLE PAGINE 6 E 7
Nuoro: scompaiono due ragazzi pag. 12 Eccesso di rialzo per l’Expò 2015 pag. 10 Firenze, al bando i mendicanti pag. 12
IL SONDAGGIO
Problemi di Roma Vi proponiamo un sondaggio: qual è il problema più grave di Roma A – SICUREZZA
B – TRAFFICO
C – SPORCIZIA
Potete risponderci con un Sms al numero 3395299223* indicando la lettera con la vostra scelta. Venerdì i risultati. * Informativa - (art.13 d.lgs. 196/2003 – Codice in materia di protezione dei dati personali) Il Comitato Elettorale Alemanno Sindaco, con sede in Roma, Via Antonio Salandra 18, intende informarLa che i dati personali (numero di cellulare e eventuali nominativo ed indirizzo) ricavati dall’invio di un suo messaggio saranno custoditi esclusivamente nel proprio archivio, nel quale verranno trattati nel rispetto della previgente normativa sulla protezione dei dati personali. L’invio di un messaggio da parte sua è da considerarsi esplicita accettazione di tale uso delle informazioni inoltrate.Lei può in ogni momento accedere ai Suoi dati, ottenere di non ricevere più materiale di propaganda, opporsi al trattamento dei dati o chiedere di integrarli, rettificarli, ecc. (art. 7 d.lgs. 196/2003) rivolgendosi al responsabile del Comitato Elettorale Alemanno Sindaco, con sede in Roma, Via Antonio Salandra 18.
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Bufale e polemiche anche nel Lazio Il blocco del ministero fa fare una gaffe alla sinistra. Alla regione Lazio l'assessore all'Agricoltura, Daniela Valentini, aveva organizzato una manifestazione al Colosseo per far sapere quant’era sana la mozzarella prodotta. Al punto da inviare una e-mail a tutto il personale regionale invitandolo all'appuntamento che si doveva tenere oggi nella mobilitazione a tutela del latte nostrano e della mozzarella di bufala. Ma, logicamente, ieri l’assessore ha dovuto disdire l’appuntamento. Lo ha reso noto il capogruppo di Forza Italia alla regione, Alfredo Pallone, il quale ha sottolineato che solo per far guadagnare qualche voto a Rutelli e Veltroni si fa un’iniziativa che si scontra con l'immobilismo della Giunta sugli allarmi degli operatori di settore che lavorano in Ciociaria. Anche l’associazione consumatori Aduc ha sottolineato la gravità della situazione. “Avevamo sollecitato il blocco – si legge in una nota invitando i consumatori a non mangiare mozzarella di bufala campana in attesa delle conclusioni delle indagini". "Un silenzio catacombale arriva, invece, dall'assessore alla Tutela dei Consumatori, Mario Michelangeli: cosa fa per tutelare i consumatori? Quali iniziative intende assumere? Quali garanzie intende offrire ai consumatori della Regione? Perché nonpubblica sul portale della Regione i risultati delle analisi delle Asl e dell'Arpa relativamente all'ambiente, al foraggio, al latte e alla mozzarella?"
REGISTRATO IN DATA 11 MARZO 2008 AUT. TRIBUNALE DI ROMA 108/2008 REDAZIONE CORSO VITTORIO EMANUELE 21 ROMA DIRETTORE RESPONSABILE SIMONE TURBOLENTE EDITORE FABRIZIO DARINI SERVIZI GIORNALISTICI AGENZIA MEDIAPRESS2001 TIPOGRAFIA GRAFIC PROCESSING VIA GALILEO FERRARIS - NAPOLI
ALLARME CONSUMI LA DECISIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER PROCEDERE AI CONTROLLI
Mozzarelle alla graticola Stop alla vendita di latte e latticini di bufala. Aziende a rischio di Berto Ricci ROMA - Mozzarella di bufala alla graticola. È una nuova ricetta culinaria inventata dal governo Prodi, non soddisfatto di aver riportato ai massimi storici del 1996 l’inflazione, a +3,3 per cento. Oltre a far piangere le tasche degli italiani i nostri governanti cercano di mettere in ginocchio l’intero comparto economico dell’agroalimentare napoletano e non solo. Un fiore all’occhiello per l’Italia, la produzione di latte, latticini e mozzarelle di bufala, per qualità, storia e capacità imprenditoriali e produttive delle zone campane. Insomma, una sorta di enclave, in chiave economica, situata al centro del meridione depresso e disoccupato. Per la sua natura di unicità l’intera filiera ha sempre chiesto tutela e protezione e adesso dopo lo stop delle vendite di tutti i suoi prodotti, riVia dalle tavole schia di perdere più di due milioni di degli italiani i prodotti euro al giorno. Tradotto significa, perCampani, in accordo dita dei posti di lavoro, chiusura di con l’Unione europea piccole e medie aziende e conseguente crisi dell’indotto. Nei giorni scorsi, dopo le prime flebili dichiarazioni in difesa della Bufala del Ministro De Castro e le solite rassicurazioni a bassa voce di Prodi e compagni, quasi in silenzio, solo ora, abbiamo scoperto quanto era stato barattato in sede europea, per non prendere l’ennesimo schiaffo della procedura d’infrazione. Procedure già minacciate e in parte avviate contro il nostro governo per la sua incapacità a risolvere la gigantesca questione della raccolta della spazzatura. E così siamo arrivati ad una sorta di nemesi al contrario: la mondezza resta sulle strade, la diossina forse ha contami-
Il ministro De Castro, a destra insieme all’assessore regionale campano Cozzolino
nato anche se in percentuale minima le bufale e i loro derivati, e a pagare non saranno i responsabili di questa catastrofe, se non naturale, almeno per l’immagine del made in italy. A pagare sono sempre i cittadini, questa volta in qualità di produttori, lavoratori, allevatori e anche consumatori. Non solo non si comprende la natura dei ritardi sui controlli sanitari e amministrativi, promessi nelle prime ore dall’apertura della crisi internazionale, dopo il blocco imposto ai nostri prodotti da paesi come la Corea del Nord, Taiwan, Cina e Giappone, che forse avrebbero già risolto la questione. Ma ci si aspettava da un governo, non morbido come una mozzarella, una risposta più decisa ai suddetti Paesi, che nulla hanno da insegnarci in materia di qualità e controllo su cibi e
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prodotti. E su alcuni di questi avremmo anche qualche dubbio sulle proprie certificazioni e garanzie, specialmente sui prodotti alimentari. Sarebbe stato doveroso difendere, ad ogni costo, anche solo l’onore della nostra tradizione agroalimentare, rimandando al mittente accuse e sospetti e non levare, invece, dalle tavole degli italiani formaggi e mozzarelle, per poi promettere 20milioni di euro in sostegno alle aziende del settore. De Castro sa bene che, tanto, questa crisi è un ennesimo regalo al prossimo governo, che avrà anche il difficile compito di ricreare l’immagine della mozzarella di bufala campana, tanto amata nel mondo da essere copiata e clonata. Non basterà uno spot televisivo. Non sarà De Castro a pagare questo debito, almeno così speriamo noi.
Puoi sostenere il candidato sindaco al comune di Roma con la partecipazione volontaria alla struttura elettorare o con un contributo economico bonificando la somma al: "Credito Artigiano" IBAN IT48W0351203211000000090000 Intestato a "Comitato elettorale per Alemanno sindaco" Indicare nella causale "Contributo alla campagna elettorale per Alemanno sindaco 2008". Per darci il tuo aiuto volontario contattaci compilando il modulo che troverai nel sito: www.alemanno.it o rivolgendoti al comitato elettorale di via Antonio Salandra n°18, ai numeri: 06.42275029 - 06.42275030- fax 06.42274029.
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ANNIVERSARIO
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TRE ANNI FA MORIVA GIOVANNI PAOLO II PAPA DELLA SPIRITUALITÀ E DELLA SOFFERENZA
Wojtyla, la Chiesa missionaria Un pontificato durato 27 anni che ha conquistato il cuore dei giovani di Emanuele Cardona Tre anni fa, Il 2 aprile del 2005, alle 21,37, moriva dopo una lunga sofferenza Karol Wojtyla, che si impose il nome di Giovanni Paolo II. Il Papa che nel corso dei suoi ventisette anni di pontificato ha interpretato un modo di essere e ha impresso il suo sigillo sulla storia del mondo. Nato a Wadovice il 18 maggio 1920, veniva da quella Polonia dove professarsi cristiano, dinanzi al sistema sovietico, richiedeva grande fede e vero coraggio. Eletto Papa nel ’78, affida il suo Pontificato al culto mariano e si comporta più come un missionario che come il capo della Chiesa e di uno Stato: visita 317 delle 333 parrocchie romane, e compie 200 viaggi in Italia e 104 nel resto del mondo. La sua presenza diplomatica è formidabile. In molti lo indicano come l’uomo della svolta nell’Est, colui che con la sua opera affretterà il crollo del Comunismo in Urss, liberando i Paesi d’oltrecortina dal tallone sovietico. Questo gli costa un attentato. Quando nell’81 Alì Agca, al soldo dei servizi segreti bulgari, gli spara due colpi in Piazza San Pietro. Il Papa ne esce sofferente, ma rafforzato nella sua missione.
Amato da tutti, si concede al suo gregge, sfrutta i media per parlare ai poveri, agli afflitti e per ammonire i potenti. Compie scelte di portata storica, come quella di essere il primo Papa ad entrare in una Moschea e in una Sinagoga. Ammette le colpe della chiesa nei confronti di Galileo, istituendo una Commissione pontificia per lo studio della controversia tolemaicocopernicana, che dopo dieci anni di lavoro decreterà che la Chiesa sbagliò. Giovanni Paolo II ha sottoposto la Chiesa ad un riesame non facile, con l’obiettivo a lungo termine dell’unità ecumenica delle confessioni cristiane: prova ne sono le visite a Costantinopoli, Ginevra e Canterbury,rispettivamente le capitali delle chiese ortodosse, calviniste e anglicane. Ma è soprattutto il suo splendido rapporto con i giovani a segnare il suo pontificato: un Papa sorridente, spesso informale e soprattutto sempre disposto al dialogo. Con queste armi conquisterà la gioventù mondiale, con la quale si instaura un legame stretto e straordinario, suggellato dall’istituzione della Giornata mondiale della gioventù. Un incontro con cadenza biennale con i
giovani di tutto il mondo, iniziato a Buenos Aires nel 1987 e che vedrà il suo apice a Roma nel agosto del 2000, con quasi due milioni di giovani radunati in occasione dell’anno giubilare. “Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro - le parole del Pontefice all’immensa platea di Tor Vergata - Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”. E’ già il Papa della sofferenza, quello che è stato sottoposto a due operazioni, ne è uscito sfibrato, ma porta la sua Croce come nessun altro sa fare. Catalizzando ancora l’affetto del mondo intero. E l’affetto che Giovanni Paolo II ha saputo catalizzare su di sé si manifesterà in tutta la sua grandezza nel giorno dei suoi funerali, l’8 aprile del 2005, con Roma invasa da oltre quattro milioni di fedeli, che al termine della funzione intonano a gran voce il coro “Santo subito”. Un uomo che ha dato alla Chiesa visibilità senza precedenti, cambiando forse per sempre il modo di essere Pontefice.
Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II, dalla “sua” Roma un messaggio universale SEGUE DALLA PRIMA
Non trovo nella memoria un altro momento di commozione collettiva così forte e così profondo. La sera dell’addio, in piazza San Pietro, ci fu il segno del legame inscindibile tra Roma e la Chiesa, ma non si trattò di un evento esclusivamente cattolico. A salutare il Santo Padre non c’era solo la comunità dei fedeli. C’era un’intera comunità cittadina che si ritrovò intorno all’esempio di un uomo che ha incarnato valori profondi, universali, capaci di unire al di là di tutte le differenze. In questo modo Karol Wojtyla ci ha ricordato qual è in profondità l’identità di Roma: quella di una città aperta, universale proprio perché portatrice di un’identità culturale e religiosa molto netta e marcata. I valori cattolici insegnano, anche a chi non è credente, il rispetto della persona umana, l’intangibilità del valore della vita, il significato delle appartenenze comunitarie a comin-
ciare della famiglia. Questi valori sono contemporaneamente i valori di un’identità, quella cattolica, e quelli universali di tutti gli uomini. Ecco perché Roma, per essere aperta e universale, non deve rinunciare alla sua identità, come pensano gli intellettuali radical progressisti, ma deve vivere con autenticità e profondità le proprie radici storiche, culturali e religiose. In questi anni le ricerche hanno parlato di un’Italia socialmente sfilacciata e di una popolazione in preda al pessimismo, soprattutto nelle grandi metropoli. Ma in questo tipo di analisi non entrano gli elementi immateriali, quelle componenti spirituali che spesso vengono lasciate ai margini e che, invece, sono la nostra risorsa maggiore. Come romani e come italiani, per ritrovare uno slancio verso il futuro, dobbiamo riappropriarci della nostra identità e delle nostre appar-
tenenze, ritrovare la spinta che viene dai valori profondi. Quella Roma stretta attorno a Karol Wojtyla, quella Roma che seppe sentirsi comunità e nel contempo riuscì ad accogliere i
milioni di pellegrini che arrivavano in Vaticano per assistere ai funerali del “Santo subito”, è la chiave per tornare a guardare verso il futuro. Gianni A l e m a n n o
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CRONACA POLITICA
OCCHIELLO OCCHIELLOOCCHIELLOOC TIPOGRAFIE DEL PD SOTTO PRESSIONE. AUGUSTUS SI TENTA DI CONUBIUM RECUPERARE SANTET IL TERRENO MATRIMONII, PERDUTO QUOD CATELLI LIBERE
Rutelli sull’orlo di una crisi di nervi Autorizza un manifesto plumbeo, volgare e falso contro lo sfidante di Giuliano D’Aria
Il manifesto incriminato
ROMA - Rutelli e il Pd romano sono sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo il faccia a faccia dell’altro ieri con Alemanno, al Tg3, qualche dubbio deve aver scosso l’alleanza che porta Francesco Rutelli nella sua corsa disperata al Campidoglio. L’Unione stile Prodi a Roma si è compattata sul candidato, diversamente che nel resto d’Italia. Ma in poche settimane ha dovuto constatare di essere passata dal 61 per cento delle elezioni di due anni fa a un 47, 3% che non garantisce l’elezione del sindaco. Contavano sull’”effetto winner”, quello per cui chi viene dato in vantaggio dall’inizio ha già un piede in Campidoglio. E invece sotto quelli di Rutelli si è aperta una fossa, la
fossa del ballottaggio prima e poi quella della sconfitta. Perché i romani se lo ricordano bene e non lo vogliono votare. Neanche turandosi il naso. Cos’, se fino a ieri Rutelli aveva insistito nel puerile atteggiamento di non voler riconoscere il suo sfidante neanche nominandolo, l’altra notte in fretta e furia le tipografie democratiche hanno dovuto stampare una enorme quantità di manifesti con la quale “incartare” Roma. Il soggetto lo potete vedere qui accanto: nero, brutto, con un messaggio torvo, violento e soprattutto ridicolo che denota chiaramente la fifa del candidato sindaco dell’Unione e il tentativo di recuperare terreno nei confronti di un Alemanno grintoso e deciso che sta “crescendo” giorno do-
po giorno. Ed è proprio Alemanno a stigmatizzare l’accaduto: "Chi usa l'aggettivo nemico per definire l'avversario politico è una persona dominata dalla paura e dall'angoscia, che preferisce ricorrere a rozze campagne di istigazione all'odio piuttosto che confrontarsi con serenità sui programmi". "Mi dispiace davvero - continua Alemanno - che Francesco Rutelli abbia perduto la testa autorizzando la stampa di un plumbeo manifesto nel quale la mia immagine viene indicata ai romani come quella di un nemico. Ognuno ha il suo stile e il mio è quello di considerare il mio antagonista soltanto un avversario con il quale misurarsi con lealtà e senza cadute di livello".
Dieci anni di ritardi. Un colabrodo le reti di acqua e luce
ROMA - «Per Acea serve una decisa inversione di rotta. Scelte sbagliate l'hanno portata a dover affrontare un periodo di difficoltà. L'erogazione del servizio è pessima, con acquedotti colabrodo, e interruzioni di energia da record. Il nostro impegno è quello di dedicarsi alla ristrutturazione della rete, sia idrica che elettrica, per fornire ai cittadini un servizio efficiente e diminuire i costi». È quanto dichiara, in una nota, il candidato sindaco di Roma del Pdl, Gianni Alemanno. "La situazione prosegue Alemanno - è sconfortante. Ormai Roma La durata è la città italiana con le delle interruzioni peggiori performance, dell’energia è la più come testimoniano i daalta del Paese ti dell'Auto-
Acea deve invertire la rotta: servizi migliori a minor prezzo rità per l'energia elettrica e il gas. Nelle ultime rilevazioni, quelle del 2006, la durata media delle interruzioni di energia elettrica a Roma è di 58 minuti, la più alta nel Paese, più che doppia rispetto a Milano e Torino. Ma il dato sconvolgente è che l'interruzione media nel 1998 a Roma era di 73 minuti. Vuol dire che dieci anni - spiega Alemanno - di gestione Rutelli-Veltroni ci hanno fatto rimanere fermi”.
Pacifici a capo della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici è stato eletto presidente della Comunità ebraica romana, con ampia partecipazione in seguito ad un ricco e vivo dibattito. In una nota il candidato sindaco Pdl, Gianni Alemanno ha dichiarato: "Esprimo i miei più sinceri auguri e congratulazioni a Pacifici che, sono sicuro, saprà continuare l'opera di dialogo tra amministrazione comunale e comunità ebraica con responsabilità e lungimiranza. Accompagnato dai giovani della Consulta, saprà intuire i cambiamenti della città e per una Roma più viva e nuova".
CRONACA POLITICA
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IL CANDIDATO DEL PDL AL COMUNE LANCIA L’ALLARME SUL PERICOLOSO STATO DI ABBANDONO DELLE PERIFERIE
«Periferie come una polveriera» Alemanno visita il mercato di Val Melaina tra dimostrazioni d’affetto e le richieste dei romani di Alessandra Mori ROMA - Da Corviale ai mercati rionali delle periferie, dai “tour” sulla metropolitana agli incontri con i cittadini di Tor Bella Monaca per parlare e confrontarsi con i residenti. Gianni Alemanno lo aveva detto fin dall’inizio: «Sarà una campagna elettorale partecipata, diversa da tutte le altre». E ora, nel rush finale delle elezioni Comunali, il candidato del Pdl ha il passo più veloce del solito. Ieri la visita al mercato coperto di Val Melaina, nel IV municipio, accompagnato da Cristiano Bonelli, in corsa per la presidenza da minisindaco e Alessandro Cochi, candidato al consiglio comunale. «In questo quartiere» - ha detto - c’è il classico mix delle periferie romane: al disagio sociale ed economico si mescola il degrado e l’abbandono da parte dell'amministrazione comunale, una vera polveriera. Si rischia una rivolta come avvenuto nelle banlieue parigine, solo che lì a rivoltarsi sono stati gli immigra-
Gianni Alemanno incontra gli operatori del mercato rionale ti, qui saranno i cittadini italiani». La denuncia sullo stato delle periferie romane è ormai ricorrente da parte di Alemanno. Ormai i casi di lassismo e abbandono a Roma sono troppi, sottolinea or-
mai da tempo Alemanno, perciò è ora di «un intervento urgente». Gli operatori del mercato nella zona gli fanno eco. Ottanta, quelli regolari, hanno lamentato mancanza di servizi, come parcheggi e illu-
minazione ma anche abusivismo da parte di ambulanti, in maggioranza extracomunitari, che affollano la parte esterna del mercato. Girando tra i banchi Alemanno ha raccolto consensi e lamentele. E i tipici, romanissimi commenti dei romani de roma. Della seria: «Me sei simpatico, quasi quasi te do il voto» - si è aperta un’anziana signora stringendogli la mano. Tra i problemi segnalati dai residenti e dalla presidente del mercato, Franca Luzi, non solo la questione «decoro» e «servizi» ma anche quella della sicurezza. A poche centinaia di metri dal mercato c'è una grossa baraccopoli, una delle tante, troppe, presenti a Roma. «In questo mercato» - ha raccontato Bonelli - «nell’ultima settimana si sono verificati tredici furti». E poi: dalla mancata sicurezza al disagio economico di molti residenti. Anche queste proteste ha raccolto Alemanno, lamentele di gente normale che non riesce ad arrivare alla fine del mese.
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IL DOCUMENTO MIRA A OTTENERE LA CHIUSURA DELL’ATTIVITÀ COMMERCIALI ILLEGALI
Un Patto per il rione umbertino Obbiettivo del Pdl rilanciare le botteghe storiche e riqualificare piazza Vittorio di Marco Guerra
zione dei giardini di piazza Vittorio, piazza Dante e del p a r c o d i C o l l e O p p i o, c o n l’affidamento di tali strutture ad associazioni del territorio affinché tornino ad essere frequentati dalle famiglie. In più l’organizzazione di eventi culturali e un programma straordinario per il recupero del patrimonio edilizio. “Abbiamo voluto indicare anche un piano per la ridistribuzione sul territorio cittadino dell’eccessiva concentrazione di strutture dedicate all’assistenza degli emarginati – ha infine aggiunto la candidata alla pres i d e n z a d e l I M u n i c i p i o, Laura Marsilio - per alleggerire il peso dell’emergenza sociale sul rione”.
ROMA - La trasformazione del rione Esquilino in una degradata Chinatown, in una sorta di ghetto etnico preda dell’abusivismo e dell’illegalità, è una ferita all’identità di Roma che deve essere al più presto sanata. Il quartiere ottocentesco, biglietto da visita dell’intera città per la sua vicinanza alla stazione, è infatti l’emblema del fallimento delle politiche d’integrazione messe in atto dalle giunte di centrosinistra. Per queste ragioni il Popolo della Libertà sottoscriverà il Patto per l’Esquilino, che vede come primo firmatario
Prevista anche l’istituzione di un gruppo interforze di polizia e carabinieri e garante il candidato a sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il patto sarà firmato questa mattina da Alemanno a margine di una visita alle attività della zona insieme al candidato al Comune, Federico Mollicone, al deputato Fabio Rampelli, al candidato alla Camera, Marco Marsilio e alla candidata alla Presidenza del Municipio I, Laura Marsilio. “Il documento obbliga in caso di vittoria a mettere in atto le iniziative e le politiche necessarie al raggiungimento di diversi obiettivi fra cui, a livello nazionale, ottenere dal governo un decreto sulla sicurezza per garantire espulsioni certe – ha spiegato il candidato al comune del Pdl Federico Mollicone - la chiusura delle attività commerciali abusive e illegali e tutela del commercio e dell’artigianato tipico, l’istituzione di un gruppo interforze Esquilino formato da polizia, carabinieri, polizia municipale, guardia di finanza che operino in sinergia”. Il patto prevede anche interventi per la rivitalizzazione e il recupero delle tipicità legate all’identità nazionale come la riqualifica-
SECONDO LA QUESTURA SONO CIRCA 20MILA A ROMA, MA IL NUMERO ESATTO RIMANE UN MISTERO
Un’invasione “gialla” all’Esquilino Nel rione 600 negozi sono in mano agli stranieri, in difficoltà le botteghe storiche di Marco Valensise ROMA - L’invasione “gialla” all’Esquilino comincia nella prima metà degli anni Novanta. E nel giro di pochissimi anni uno dei quartieri storici romani si trasforma in una vera e propria Chinatown. Secondo i dati ufficiali a Roma, forniti dalla Questura, sono in 20mila (stima che comprende anche gli irregolari) su un totale italiano di 128mila, per il Campidoglio, invece, sarebbero circa 10mila anche se lo stesso Comune ammette la difficoltà di conoscere il loro numero esatto vista l’estrema mobilità della popolazione con gli occhi a mandorla. I quartieri più “frequentati”, oltre all’Esquilino, sono il Pigneto, Casilina e Prenestina.La particolarità, però, è che la maggior parte di loro pur gravitando all’Esquilino non è lì che risiede, almeno ufficialmente. Il rione, infatti, continua ad essere a maggioranza italiana (11mila i residenti ufficiali), ma nei servizi è ormai completamente stra-
niero con 600 esercizi nelle loro mani. Oltre ai cinesi i titolari sono anche indiani, pachistani e maghrebini. Una comunità chiusa quella cinese, dedita ai commerci (rispettando più o meno le regole come testimoniano i tanti negozi chiusi nella zona per mancanza delle necessarie autorizzazioni) e, concentrata, quasi esclusivamente, intorno a piazza Vittorio. Dalla scorsa estate si son cominciate a vedere anche le prime insegne bilingue. Un modo per far capire che la comunità vuole uscire dall’anonimato e rivendica uno spazio nella società italiana. Poco più di un mese fa, poi, i festeggiamenti per il capodanno cinese con tanto di drago di cartapesta come da tradizione. Ma il vero problema per i residenti dello storico rione umbertino sono i negozi cinesi. Raddoppiati dal 1999 al 2005 (da 228 a 447), negli ultimi tre anni sono arrivati a oltre 600. E si tratta, spessismo, di veri e propri esercizi abusivi contro cui si sono sprecate le denunce di resi-
Nelle foto negozi cinesi all’Esquilino
denti e politici di Alleanza nazionale. Cambiano proprietario, merce, destinazione dell’attività. Con un solo scopo, come si è trovata a provare più e più volte la Questura di Roma, il riciclaggio del denaro sporco. Anche perché le infiltrazioni della Triade all’Esquilino sono andate di pari passo con il moltiplicarsi dei negozi del Celeste Impero. Senza considerare, poi, l’evasione dell’Ici. Moltissimi esercizi commerciali infatti sono ancora accatastati come garage, magazzi-
ni o, addirittura, residuo di un quartiere di inizio Novecento, come stalle. Il tutto a svantaggio delle botteghe storiche del rione. La giunta regionale guidata da Storace stanziò 4 milioni di euro per sostenerne 60 all’Esquilino e 60 nell’intero centro storico. Il primo atto di Marrazzo, invece, è stato il finanziamento (per 5.000 euro) di una manifestazione cinematografica promossa dall’associazione Italia-Cina. Decisamente un capovolgimento della prospettiva.
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LA CULTURA ITALIANA SCOMPARE DAL QUARTIERE VICINO ALLA STAZIONE TERMINI
All’Esquilino si parla cinese Dietro i negozi sempre vuoti intorno a piazza Vittorio si nascondono attività illegali di Ferdinando Calda ROMA - “ “La Cina è vicina”, queste le parole di Romano Prodi durante la sua visita nel paese asiatico nel settembre del 2006. Aggirandosi per le strade dell’Esquilino a Roma sembrerebbe che, più che la Cina ad essere vicina, sia l’Italia ad essere lontana, se non completamente assente. Se un turista arrivasse a piazza Vittorio direttamente dall’aeroporto penserebbe di essere atterrato in un piccolo paese cinese con un’architettura decisamente singolare. Aggirandosi per le strade del quartiere si fatica, non solo a trovare qualche volto dai tratti occidentali, ma anche a trovare un negozio che non abbia l’insegna scritta in caratteri cinesi. E la sensazione è che a Piazza Vittorio la lingua più parlata non sia certo l’italia-
Nelle foto, i negozi cinesi nel quartiere Esquilino, sotto l’entrata di Chinatown a Londra
A Roma la più grande “Chinatown”, ma tutti si chiedono che fine fa chi muore
Ma dove sono i cimiteri del Dragone? di Oliviero Pietra ROMA - La comunità cinese è in netta espansione: dall’Esquilino al quartiere Africano, dalla Prenestina a Ciampino, diverse migliaia di cittadini del “Celeste impero” comprano case, negozi e ormai monopolizzano interi quartieri. La domanda però che si pongono i cittadini e, negli ultimi anni, le forze dell’ordine è: che fine fanno i cinesi passati a miglior vita?
L’età media dei cinesi che arrivano in Italia è molto bassa, tra i 25 e i 30 anni, però la Chinatown alla romana è anche la più grande comunità di tutta Europa per la distribuzione di tutti i tipi di prodotti commerciali che riportano il marchio “made in China”. Come se non bastasse, si sa che le condizioni di vita e gli orari di lavoro sono durissimi e possono essere quasi paragonati ad un nuovo tipo di schiavismo. Ma di statistiche ufficiali sui decessi,
neanche a parlarne. Gli unici cinesi seppelliti nei nostri cimiteri sono vittime di incidenti stradali a cui è stata fatta un’autopsia e quindi non è stato possibile il ritorno in patria della salma. Già, perché la risposta ufficiale della comunità di Pechino sul numero dei defunti è che loro preferiscono tornare a passare gli ultimi anni di vita nella terra natia. Oppure, se si prova a fare a qualche domanda intorno a piazza Vittorio, si alza solo un muro di silenzio. La storia drammatica che prende sempre più piede sarebbe quella di funerali e cremazioni fatte di nascosto, magari in qualche scantinato. Oppure di corpi che vengono trafugati dall’Italia in Cina. Con nuovi arrivi di clandestini che prendono nome, cognome, residenza e soprattutto permesso di soggiorno di quelli che non ci sono più. Un misto di chiacchiere, tra realtà e leggenda metropolitana che lasciano la domanda in sospeso. Anche le forze dell’ordine se ne sono occupate con controlli incrociati sulle utenze di luce e gas per controllarne i consumi per scoprire eventuali cremazioni clandestine. Intanto l’immortalità cinese continua e gli italiani continuano a chiedersi come sia possibile. Ma davanti ad un giro malavita e immigrazione clandestina, sembra difficile trovare la verità.
no. Continuando a camminare ci imbattiamo in un piccolo bar italiano. La proprietaria sa di essere rimasta uno dei pochi “indigeni” nella zona e non nasconde il suo malcontento, descrivendo il degrado che si vive quotidianamente in un quartiere del centro: cassonetti stracolmi, marciapiedi ingombri di rifiuti e di siringhe usate, strade principali usate come orinatoi. “Io ho provato a fare amicizia con i commercianti cinesi – aggiunge - ma non mi hanno dato retta. Non vogliono integrarsi, sono un circolo chiuso nel quale non vogliono partecipazioni esterne”. Oltre alla presenza di italiani, un’altra cosa che sembra mancare completamente all’Esquilino è la legalità. Più volte i vari comitati di quartiere hanno chiesto la chiusura dei locali illegali (la maggior parte di proprietà di cinesi), ma le loro richieste sono rimaste inascoltate. “Dove sono i controlli?”, chiedono a gran voce i pochi italiani rimasti, che denunciano inoltre il dissolvimento del commercio tradizionale e la scomparsa delle botteghe artigianali. Intanto, di anno in anno, continua a crescere il numero delle insegne in lingua cinese. Sotto gli ideogrammi si trovano locali tutti uguali tra loro, stretti e lunghi, rigorosamente bianchi, con vestiti appesi con le stampelle alle pareti. La merce esposta non sembra molto accattivante e anche i clienti sono piuttosto rari. Questo ha fatto nascere il sospetto che questi locali possano nascondere attività illegali. Secondo le accuse dei comitati di quartiere, i negozi sarebbero utilizzati come magazzini per la merce contraffatta. Inoltre gli appartamenti della zona sono spesso utilizzati come dormitori per extracomunitari o come case di appuntamento clandestine. Insomma, sembra che in pieno centro storico di Roma esista una zona franca, dove le regole e le leggi italiane non hanno nessuna autorità. Ma soprattutto, dove, giorno dopo giorno, la cultura e la presenza italiana stanno scomparendo, lasciando il posto al degrado e all’illegalità. Intanto, poco meno di due mesi fa, a piazza Vittorio si festeggiava il carnevale cinese, con tanto di dragoni di carta, fuochi d’artificio e patrocinio del Comune di Roma e dell’assessorato alle politiche della multietnicità e dell’intercultura. Ma la cultura all’Esquilino sembra essere una sola, e non è quella italiana.
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mercoledì 2 aprile
Arrestati due spaccciatori Due pusher di 25 e 30 anni, entrambi pregiudicati, sono stati arrestati dagli uomini della guardi di finanza perché trovati in possesso di mezzo chilo di marijuana, 30 dosi di ecstasy tipo Mdma e 25 piante di marijuana e sequestrate. I due spacciavano nell'area Tiburtina e sono stati bloccati mentre erano di ritorno da un rave party. Le piante di marijuana sono state trovate nella taverna della villetta del 30enne, a Genzano di Roma. Nel locale è stato trovato anche mezzo chilo della stessa sostanza stupefacente.
Richiesta scarcerazione Vernarelli Il tribunale del Riesame, presieduto da Antonio Lo Surdo, si è riservato di decidere in merito alla richiesta di scarcerazione di Friedrich Vernarelli, il ragazzo che la notte tra il 17 e il 18 marzo scorsi ha investito ed ucciso due giovani irlandesi nei pressi di Castel Sant'Angelo. A rivolgersi ai giudici è stato il legale di Vernarelli, Giovanni Marcellitti, che ha chiesto un affievolimento della misura cautelare a carico del giovane che attualmente è detenuto a Regina Coeli, dopo essere stato inizialmente ai domiciliari.
VOCI DI ROMA VOX BLOG
Il valzer dei candidati premier Da: http://mikereporter.wordpress.com Sono ben 16 i candidati premier in corsa per le prossime elezioni politiche del 1314 aprile 2006. In questa selva di idee e programmi in qualche caso anche simili fra loro per molti aspetti (riduzione delle tasse, aumento dei salari, rilancio dell’economia ecc…), ciò che diventa di primaria importanza è evitare possibilmente la dispersione del voto. L’attuale legge elettorale potrebbe infatti consegnare al paese, all’indomani dell’appuntamento elettorale, un quadro politico ancora lontano dal poter esprimere una maggioranza poli-
tica stabile ed un governo in grado di produrre quelle riforme necessarie per far ripartire l’Italia. E’ vero che il sale della democrazia è dato dal confronto e dalla libera espressione delle idee, ma, alla fine, chi governa deve essere in grado di poterlo fare se vogliamo davvero voltare pagina e tentare di rilanciare un’economia ferma ormai da troppo tempo, irrimediabilmente imbrigliata da una politica poltronaia e infarcita da sempre di eccessiva burocrazia. Per questo credo che mai come oggi sia seriamente opportuno fermarsi a riflettere, prima di apporre quella fatidica crocetta su questo o quel simbolo che più
ci sembra meritorio della nostra fiducia. I piccoli partiti, per quanto possano sembrare la migliore via di fuga da quel voto di massa dal quale molti vorrebbero distinguersi, altro non serviranno che a disperdere voti ed alimentare la confusione che già regna sovrana nel nostro eterogeneo panorama politico. 16 premier sono lo specchio di un paese confuso, ancora alla disperata ricerca di una propria identità sociale e politica. Ma soprattutto di un’Italia che rischia di perdere ancora una volta la possibilità di riconquistarsi un ruolo di primo piano in Europa e nel mondo.
Dal virtuale alla realtà
Gli Avatar di Second Life votano Pdl ROMA - Se è vero che Second Life è un gioco, la seconda vita creata nel virtuale riproduce il sogno dei "picchiatasti", come definisce Gianluca Nicoletti i manovratori degli Avatar del “mondo parallelo”. Sta di fatto che quel sogno di una vita diversa, fatta di agi, gratificazioni dell'animo, e di un certo benessere che si respira tra le "location" in 3D, ha visto Berlusconi come leader e capo carismatico politico. Searching Lab, un consumer lab specializzato nei mondi virtuali, ha chiesto ai residenti di Second Life di esprimere un voto elettorale relativo a sei politici italiani: Berlusconi, Bertinotti, Casini, Ferrara, Santanchè e Veltroni. Ben 600 avatar dichiaratisi italiani hanno votato e Berlusconi è risultato in testa, seguito da Veltroni con un distacco leggermente superiore a quello dei sondaggi
nel mondo reale. Al terzo posto s'è piazzato Bertinotti, al quarto Santanchè e rispettivamente in coda Casini e Ferrara. C'è da dire che spesso nella vita online chi strilla più forte e crede di fare "opinione" si dichiara spesso di sinistra, tuttavia i risultati concreti, chissà come mai, arrivano puntualmente da destra. Chi crede illusoriamente che la rete sia un mondo alternativo, alla fine si trova sempre a fare i conti con la realtà reale di ogni evento. Su Second Life il mondo visivo è certamente sintetico, ma il pensiero di chi manovra i suoi abitanti è il medesimo della gente comune che non ha ancora familiarizzato con le nuove tecnologie. Oltretutto, godendo del privilegio dell'anonimato, nel mondo sintetico di Second Life è concesso tutto, ma proprio tutto, e se Berlusconi è riuscito ad affer-
Due “Avatar” ovvero abitanti virtuali di “Second Life”
marsi politicamente laddove non c'è alcuna sorta di inibizione, significa che il carisma dell'uomo ha contaminato anche il posto più improbabile. Del resto un leader o capo carismatico che sia, in rete è molto bramato. Un punto di riferimento rassicurante è sempre necessario per la buona comunicazione, ma anche per affermare il pro-
prio senso d'appartenenza. Come sostiene Alemanno "oggi la scelta non è più fra destra e sinistra, ma fra continuità e cambiamento", e se la rete che si evolve con una velocità superiore a quella della vita quotidiana fa una scelta esplicita significa che la strada del cambiamento è quella. E non si discute. [emmebi]
1 - Distretto di Roma Capitale Impegno a realizzare una legge nazionale e una riforma costituzionale per la creazione di un Distretto che riassuma le competenze di Provincia e Comune con poteri legislativi straordinari. La nuova istituzione del distretto di Roma Capitale beneficerà della riforma del federalismo fiscale.
2 - Diritti del contribuente e riforma dello Statuto Allo Statuto comunale sarà aggiunto un titolo specifico dedicato alla tutela dei contribuenti (cittadini e imprese) con l'obbligo di ripristinare un rapporto equo tra pressione fiscale e qualità dei servizi erogati, di tutelare e risarcire i cittadini da disservizi e "cartelle pazze". Al difensore civico verrà affidato il compito di controllare l'applicazione di queste norme.
3 - Piano casa Costruzione di 25mila alloggi destinati alle famiglie dei lavoratori con retribuzioni medio-basse, sia attraverso l'edilizia economico-popolare, sia con la concessione a riscatto e/o in affitto con un canone compatibile con i salari degli assegnatari.
4 - Abolizione dell'Ici e diminuzione delle tasse L'Ici sulla prima casa verrà abolita. L'Irpef comunale verrà ridotta fino a un'aliquota pari allo 0.25%.
5 - Riqualificazione periferie e quartieri svantaggiati Per Roma è previsto, nell'ambito del programma nazionale di interventi sociali e di attrazione d'impresa, lo stanziamento di 1miliardo e 500milioni di euro in favore della periferia, utilizzando, oltre agli strumenti esistenti, quello innovativo della demolizione e ricostruzione.
6 - Piano straordinario per la mobilità Il piano prevede la realizzazione del 2 anello esterno del Grande Raccordo Anulare e il completamento dell'anello ferroviario, l'incremento dei parcheggi di scambio e rotazionali, la diversificazione della flotta degli autobus, l'aumento dei treni della metro, la realizzazione dei prolungamenti delle linee A e B, la costruzione della linea D e la conclusione nei tempi previsti della metro B1 e della metro C, la più grande opera pubblica pro-
grammata in Italia negli ultimi 25 anni e finanziata per l'82% dal Governo Berlusconi. Riordino della logistica per il trasporto merci per evitare il transito in città di camion e mezzi di trasporto pesanti.
7 - Ripristino della legalità in materia di espulsioni Attuare subito le procedure di espulsione dei 20mila nomadi ed immigrati che a Roma hanno violato la legge. Istituire l'Assessorato alla Sicurezza e all'Immigrazione per le politiche di controllo del territorio, di prevenzione dei reati, di accoglienza e integrazione dei lavoratori stranieri in regola.
8 - Chiusura dei campi nomadi abusivi Chiusura dei campi nomadi abusivi, controllo rigoroso ed effettivo di quelli regolari e loro progressiva eliminazione. Contrasto ad ogni forma di sfruttamento dei bambini e delle donne, con particolare riferimento alla prostituzione e all'accattonaggio minorile
9 - Legalità e decoro urbano Riforma della Polizia Municipale con la creazione di reparti specializzati nella lotta al commercio abusivo, nella prevenzione e repressione della mendicità minorile e dell'offerta di manodopera clandestina. Costituzione di nuovi presidi per ospitare i bambini sottratti all'accattonaggio. Adozione del regolamento per l'armamento. Progetti di telesorveglianza assistita e tecnologica e contrasto all'infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto commerciale cittadino attraverso il riciclaggio del danaro sporco.
10 - Sostegno alle famiglie Ripristino del bonus per il sostegno della natalità, libri di testo gratuiti fino ai 18 anni per le famiglie meno abbienti. Apertura di un negoziato con l'Ue per ridurre l'Iva su tutti i prodotti per l'infanzia.
11 - Asili Nido Creazione di 10mila nuovi posti per i bambini di Roma, attraverso la costruzione di nuovi asili pubblici, l'incentivazione alla creazione di asili nido aziendali e privati, accreditati e convenzionati, l'obbligo per tutte le grandi unità produttive di dotarsi di questo servizio.
12 - Qualità dell'offerta sanitaria Intesa con il Governo per la costruzione di un nuovo e moderno Policlinico Umberto I con tempi certi di realizzazione, creazione di presidi sanitari di quartiere per alleggerire il carico sugli ospedali, snellire le liste d'attesa, ottenere una sanità per tutti, ma diversificata tra prestazioni di base e di eccellenza, nel rispetto della parità tra erogatori pubblici e privati.
13 - Nuovo Piano rifiuti Scongiurare il rischio di un'emergenza rifiuti analoga a quella di Napoli, passare immediatamente alla raccolta differenziata "porta a porta" in tutta la città, realizzare subito tutti gli impianti necessari allo smaltimento dei rifiuti di Roma. Chiudere la discarica di Malagrotta nei tempi previsti. Realizzare il quarto impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti su iniziativa dell'Ama per dare valore industriale all'azienda pubblica.
14 - Anziani e povertà Realizzazione di un piano straordinario per contrastare la povertà che colpisce 476.000 famiglie romane e per assicurare l'assistenza agli anziani, per garantire ai non autosufficienti e agli incapienti di essere assistiti e curati preferibilmente nella propria casa. Rendere protagonista di questo piano tutto il mondo dell'associazionismo e del volontariato secondo il principio della sussidiarietà.
15 - Sostegno ai giovani precari Creazione di un fondo di assistenza per i giovani precari, da cui trarre risorse per garantire gli ammortizzatori sociali durante i periodi di disoccupazione. Il fondo potrà realizzare una serie di convenzioni in favore dei precari offrendo servizi e facilitando l'accesso al credito.
16 - Lotta all'inquinamento e tutela della salute dei cittadini Creazione di un nuovo e più efficiente sistema di monitoraggio delle varie forme di inquinamento che vengono rilevate nella città di Roma, per garantire il benessere dei cittadini anche attraverso forme attive di prevenzione e la promozione di idonei stili di vita e di comportamento.
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mercoledì 2 aprile
FONDO MONETARIO
Zeit taglia Pil Usa 2008 e vede recessione Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita dell'economia americana per il 2008, portandole da +1,5% a +0,5%. Lo scrive il quotidiano tedesco 'Die Zeit' , riferisce la Bloomberg, citando indiscrezioni secondo cui l'Fmi ritiene che gli Usa entreranno in recessione. Il Fondo Monetario internazionale ha deciso di rivedere le sue previsioni di crescita per quest'anno in previsione di un più forte impatto della crisi dei mutui subprime sull'economia globale rispetto a quanto previsto in precedenza, scrive ancora il quotidiano il tedesco in una anticipazione dell'articolo che verrà pubblicato il prossimo 3 aprile. Il Fondo ha anche rivisto al ribasso le previsioni sul Pil 2008 della Germania, a +1,2% dal +1,5% stimato lo scorso 27 febbraio, riporta sempre il 'Die Zeit' , aggiungendo che il capo economista del Fmi, Simon Johnson, presenterà le nuove stime di crescita alla riunione in programma la prossima settimana a Washington.
INFORTUNI
Soddisfazione per l’approvazione del testo unicodi «Un fatto davvero importante e positivo per le lavoratrici e i lavoratori». E' questa la prima dichiarazione dei segretari confederali Agnello Modica (Cgil), Bellini (Cisl) e Carcassi (Uil) alla notizia dell'approvazione definitiva da parte del Cdm di oggi del Decreto legislativo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro . «E' un passo avanti sulla strada della sicurezza - aggiungono che ha comportato un grande e responsabile impegno da parte del Governo, e in particolare dei ministeri del Lavoro e della Salute con un costante confronto con le Regioni e le parti sociali e da ultimo delle Commissioni parlamentari della Camera e del Senato».
ECONOMIA L’EVENTO È STATA RIAMMESSA AGLI SCAMBI DOPO LA SOSPENSIONE PER ECCESSO DI RIALZO
Expo 2015, titoli in netta ascesa La Fiera ritorna in Piazza Affari Milano ce la fa e batte la concorrenza della città turca di Smirne. Balzo in Borsa del +31% di Mattia Engelmann ROMA - Molto brillanti tutti i titoli legati alla vittoria di Milano sull'Expo 2015 con Fiera Milano che vola a +31% . Fiera Milano torna agli scambi in Piazza Affari dopo essere stata sospesa ripetutamente per eccesso di rialzo. Milano ce l'ha fatta. Ha battuto la concorrenza della città turca di Smirne e nel 2015, dal 1/o maggio al 31 ottobre, ospiterà l'Expo Universale. I delegati del Bureau International des Expositions (Bie), al termine di una lunga sessione, hanno consegnato il loro verdetto: 86 voti a Milano, 65 a Smirne. Dei 152 aventi diritto solo un Nel 2015 la delegato non si è presentato alla vomanifestazione tazione, che ha avuto momenti di teninternazionale dal 1 sione per notizie incontrollate, che in Maggio al 31 Ottobre anticipo davano la vittoria ai turchi, e per problemi tecnici nel voto elettronico. Mentre nell'Anphiteatre Bleau del Palais des Congress i delegati stavano ancora ritirando le tastiere per il voto, da Smirne è rimbalzata la notizia della vittoria e i turchi, che attendevano l'esito, hanno iniziato ad esultare e a sventolare le loro bandie-
re. Superato il momento di sconcerto, è iniziata la lunga attesa delle votazioni. La tecnologia non ha assistito i delegati, molti dei quali hanno avuto più di una difficoltà a capire il sistema di voto elettronico, per cui sono state necessarie almeno cinque prove: alle 18.26 sullo schermo gigante é comparso il grafico con il risultato e la foltissima delegazione milanese si è impadronita della sala, che i turchi, invece, hanno subito abbandonato, rinunciando anche alla conferenza stampa. Profonda la loro delusione. Il sindaco Letizia Moratti, che ha detto:
«in questo momento mi sento orgogliosa di essere una cittadina italiana». Il risultato non era scontato e le diplomazie si sono mosse fino a poco prima dell'inizio della sessione del Bie. Se all'inizio, quella di Milano contro Smirne poteva sembrare una gara semplice, nel corso di questi mesi si è dimostrata molto più complicata del previsto. Al tema dell'alimentazione e dell'energia, proposto da Milano, la città turca ha infatti risposto con quello della salute per tutti, riuscendo a coalizzare attorno a sé anche paesi tradizionalmente alleati dell'Italia.
Alitalia
In attesa dell’incontro, sciopero a Fiumicino ROMA - Il confronto tra Alitalia, Air France e sindacati, fissato per ieri alle 12 alla Magliana, è slittato. La riunione - secondo quanto si è appreso - è stata infatti posticipata a quest’oggi alla stessa ora. Lunedì l'annuncio di una proroga di due giorni, cioè fino ad oggi, del termine ultimo previsto dall'accordo con AF-Klm per raggiungere un primo accordo quadro con i sindacati. Il termine originario entro cui raggiungere le condizioni previste dall'accordo scadeva il 31 marzo. Per il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, «é positivo» lo slittamento del confronto dei sindacati con i vertici di Air France-Klm e Alitalia, perché «significa che stanno ragionando». Secondo il presidente dell'Associazione dei piloti «é meglio aspettare piuttosto che incontrarsi e perdere tempo, in un confronto fotocopia di quello di lunedì» e cioé di stallo «con uno scontro inutile e senza passi avanti». Mentre si attende l’esito del tavolo delle trattative è stata
occupata per circa mezz'ora la stazione di Muratella dai lavoratori dell'Alitalia che avevano bloccato i binari della ferrovia che collega l'aeroporto di Fiumicino con Roma. I lavoratori sono tornati, poi, verso la sede di Alitalia, dove ieri mattina hanno tenuto una serie di assemblee. Rappresentano i dipendenti impegnati nei servizi di informatica, amministrazione e del centro elaborazione dati, che non rientrano nel perimetro dell'offerta di Air France-Klm per Alitalia. Tra le sigle presenti il Sdl, i Cub e la Filt-Cgil. «Questa iniziativa partecipata in massa dai lavoratori di Alitalia Servizi e Alitalia ha avuto come obiettivo quello di ribadire l'assoluta necessità della difesa delle migliaia di posti di lavoro a rischio» - si dice in una nota - «Se non si trova con Air France una soluzione soddisfacente per tutti i lavoratori, - i lavoratori di Alitalia Servizi e di Alitalia continueranno con tutte le iniziative necessarie a difesa dell'occupazione.
CRONACA NAZIONALE
mercoledì 2 aprile
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RAPINA A SIENA OTTO BANDITI BLOCCANO LA CORSA DI UN AUTOBLINDO A COLPI DI KALASHNIKOV
Assalto ad un furgone portavalori Un colpo da seicentomila euro Gli assalitori, probabimente sardi, dopo aver minacciato una donna scappano con il bottino di Maria Sgherra
n evidente stato di panico è fuggita urtando una delle macchine del commando. Per l’assalto al portavalori sono state utilizzate una Fiat Punto, un Nissan Pajero e un furgone. Dopo il colpo le tre vetture sono state date alle fiamme. Nonostante questo i tre veicoli sono stati ugualmente ritrovate dalle forze dell’ordine. Le modalità della rapina sembrano ricalcare quelle del colpo del sette gennaio scorso a Massa Marittima, in cui perse la vita anche una guardia giurata. L’azione armata ricondurrebbero a Raffaele Arzu, considerato dagli investigatori e inquirenti la “Primula rossa” delle rapine ai furgoni portavalori in Toscana, Liguria, Umbria ed Emilia Romagna ed inserito nella lista dei trenta latitanti più pericolosi del paese. Sul luogo dell’assalto al portavalori sono intervenuti i Carabinieri, la Squadra Mobile di Firenze e di Siena e gli esperti della Polizia Scientifica.
SIENA - Un commando composto da sette o otto persone mascherate ha assaltato a Siena un furgone portavalori a colpi di kalashnikov, portando via un lauto bottino di circa seicentomila euro e scappand via. I banditi, si sospetta siano prbabilmente sardi, sono riusciti a bloccare la corsa del furgone blindato tagliando la strada al conducente con tre automobili. Una volta fermato il veicolo i banditi hanno sparato ripetutamente contro il parabrezza del furgoncino portavalore per scatenare il panico. Un componente della banda uscito velocemente dalla ua autovettura ha minacciato con una pistola una giovane madre che era in auto con la propria figlia di cinque mesi. La ragazza si è trovata fra il furgone portavalori e una delle automobili dei rapinatori, uno dei banditi si è avvicinato e con la pistola le ha intimato di abbandonare immediatamente il luogo. La donna
UN ALTRO TASSELLO LA MATTINA DEL 6 GIUGNO 2006 UNA PENSIONATA PARLA CON FRANCESCO E SALVATORE POCHE ORE PRIMA DELLA TRAGEDIA di Giovanna Fortunato GRAVINA - Ancora notizie nel giallo di Gravina che ha tenuto per giorni con il fiato sospeso tutta l’italia. Una donna di sessantotto anni originaria del piccolo paese pugliese ma residente da anni nel milanese è stata l’ultima persona adulta ad aver visto i due fratellini prima della loro scomparsa e, per questo, nei giorni scorsi è stata ascoltata più volte dagli inquirenti nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita dei due bambini ritrovati morti in un pozzo il venticinque febbraio di quest’anno. Quel maledetto sei giugno di due anni fa la pensionata si trovava a Gravina per partecipare alle nozze di una parente. «Ricordo di aver visto Ciccio e Tore – racconta la signora -, verso le 10 di matti-
Super testimone a Gravina Una 68enne: l’ultima a vederli na. Avendo fatto la bidella per anni mi sembrava strano che due ragazzini di quell’età non fossero andati a scuola. Così m i è v e n u t o s p ont aneo domandar loro il perché fossero fuori dall’aula e cosa stessero fa ce n d o p r e ci s am ent e. Ma Francesco e Salvatore non mi hanno voluto rispondere. Non avendo udito alcuna risposta dalle loro bocche, li ho semplicemente rimproverati in modo bonario per aver marinato la scuola». Agli inquirenti ha raccontato tutto quello che ricordava nei minimi dettagli affinchè si
Francesco e Salvatore
faccia luce sul giallo: le espressioni dei due fratellini, i loro sguardi, il loro stato d’animo, i minimi particolari dei vestiti. «Per un po’ di tempo – continua la donna sessantottenne- sono stati seduti sulle scale accanto al portone di casa mia. Il più grande, Salvatore, aveva in mano un sacchetto di brioche e ne ha offerta una al fratellino nel tentativo di rallegrarlo visto che sembrava triste. Arrivati a questo punto ho voluto ancora una volta chiedere loro il motivo di quella faccia rabbuiata, ma ancora una volta non mi hanno voluto dare nessuna risposta. Così sono rientrata in casa e ho smesso di pensarci fino al giorno dopo, quando la notizia della loro scomparsa era su tutti i notiziari». I due fratellini, in verità, erano già morti in quel pozzo maledetto.
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CRONACA NAZIONALE
OCCHIELLO DOPO LA MORTE OCCHIELLOOCCHIELLOOC DI DORE UN NUOVO AUGUSTUS TRAGICO EVENTO CONUBIUM COLPISCE SANTET IL PICCOLO MATRIMONII, PAESE QUOD IN PROVINCIA CATELLI LIBERE DI NUORO
Gavoi, spariti due ragazzi Il sindaco: «Tutti i miei concittadini sono pronti a collaborare ma pretendiamo aiuti concreti e veloci dalla Polizia Scientifica» di Maria Serpico NUORO - Un nuovo misterioso elemento si aggiunge a quelli già in mano agli inquirenti che si occupano delle ingadini sul tentato sequerto di Dina Dore, la donna di 38 anni trovata morta all'interno del bagagliaio della sua auto. A Gavoi sono spariti nel nulla due ragazzini; non sono tornati a casa il giorno successivo alla morte della donna e ora i magistrati cominciano a sospettare che ci sia qualche tragico collegamento con l'omicidio. I nomi dei due ragazzi sono ancora sconosciuti ma a quanto si è saputo i due sarebbero amici da molti anni, sin da quando
di Francesco Spezzapane
erano bambini. Non è dato sapere se i due si siano volontariamente allontanati da casa o se la loro sparizione è legata a qualcosa di più grave. Le forze dell'ordine non confermano ufficialmente la notizia, ma della misteriosa scomparsa in paese parlano ormai tutti e non è da escludere che le numerose battute organizzate nelle campagne intorno a Gavoi possano essere servite anche a cercare i due giovani. Sul fronte delle indagini, intanto, la gran parte degli abitanti di Gavoi si dice pronta ad effettuare il test del Dna per dimostrare che la gente del posto non ha nulla a che fare con l’uccisione di Dina Dore. «I miei concittadini hanno la coscienza pulita - ha detto il sindaco Salvatore Lai - e per dimo-
strarlo siamo pronti, con me in testa, a sottoporci all'esame del Dna. In ogni caso, nella peggiore dell'ipotesi, se dal risultato delle analisi emergesse una qualche responsabilità da parte di un mio cittadino saremmo pronti ad emarginarlo ed espellerlo». «Non so quanto sia fattibile - conclude il sindaco - fare il test del dna a così tante persone ma sicuramente vogliamo lanciare un segnale forte: Gavoi è fatta di gente pulita, per bene, che lavora all'insegna di una cultura positiva». Sono intanto iniziati nel laboratorio di biologia del Gabinetto nazionale della Polizia Scientifica a Roma le analisi sui reperti raccolti sulla scena del crimine.
L’assessore Cioni: «Pronte soluzioni per arginare il fenomeno»
FIRENZE - Dopo il pugno duro con i lavavetri (scomparsi dalla città), ora Firenze dice basta ai mendicanti che chiedono l’elemosina sdraiati sui marciapiedi o sulle strisce pedonali, causando pericoli ai pedoni e al traffico. La notizia, anticipata da Il Firenze, è stata confermata dagli amministratori di Palazzo Vecchio che stanno studiando una bozza di nuovo regolamento della polizia municipale per arginare il fenomeno: nei giorni scorsi una signora non vedente ha urtato contro un mendicante, è ca- Il caso è esploso dopo duta e ha riportato di- l’incidente di una verse ferite. donna non vedente Questa è stata la goccia con un clochard che ha fatto
Firenze mette al bando i mendicanti Il Comune contro l’accattonaggio traboccare il vaso e l’assessore ha spiegato i provvedimenti che intende mettere in atto. «L’accattonaggio non è un reato - ha spiegato l’assessore comunale alla sicurezza Graziano Cioni - ma i mendicanti distesi per terra sono un grave ostacolo. Non stiamo pensando a un’ordinanza, come quella che ha bloccato i lavavetri, ma a un nuovo regolamento della polizia municipale che preveda anche nuove
norme sul fenomeno e che dovrà poi essere approvata dal Consiglio». Cioni non parla apertamente di racket dell’elemosina, ma fa intuire che dietro al fenomeno qualcosa ci sia. «Quando vediamo questi mendicanti stesi tutto il giorno nelle strade principali del centro storico - dice l’assessore - pensiamo quantomeno a uno sfruttamento ignobile: l’accattonaggio individuale è una cosa, ma le sue forme organizzate sono una storia diversa». Il nuovo regolamento, quindi «dovrà prevedere delle modalità per contrastare chi chiede l’elemosina intralciando i pedoni». Nel nuovo regolamento ci saranno anche altre misure. «Vorremmo proibire ai turisti - ha spiegato Cioni - di toccare la porta del Battistero. Sono norme di convivenza civile in una città che vuole essere civile».
GIALLO ALL’ARGENTARIO
DOPO IL RAVE LE MANETTE
DOPO L’OMICIDIO DI PERUGIA
Trovato morto su una barca alla deriva
Muore per overdose, arrestato pusher
Meredith, in tv il video del cadavere
GROSSETO - Un uomo di 32 anni, Roberto Ciccone, di Civitavecchia, è stato trovato morto su un’imbarcazione alla deriva al largo di Montalto di Castro. I marinai di un peschereccio della flotta di Porto Santo Stefano, nel comune di Monte Argentario (Grosseto), hanno rinvenuto lunedì mattina l’imbarcazione a tre miglia dalla costa tra Montalto di Castro e Monte Argentario. Si sono avvicinati e hanno notato il corpo dell'uomo dai finestrini del cabinato. Lo hanno trasportato a bordo e quindi portato a Porto Ercole. Sull’episodio sta indagando la capitaneria di Porto Santo Stefano. Ciccone potrebbe esserci suicidato. Secondo quanto si è appreso, infatti, l’uomo sarebbe stato trovato all’interno della piccola cabina dell’imbarcazione con in bocca un tubo collegato al motore, che girava al minimo.
TORINO - Morte come conseguenza di altro delitto. Questo il reato contestato a un giovane italiano che è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Torino con l’accusa di aver spacciato, durante un rave party, un cocktail di droghe in seguito alla cui assunzione era morto un ragazzo di 28 anni. L’episodio era accaduto il 15 settembre dello scorso anno a Ceres, nel torinese, e la vittima, che aveva acquistato e poi consumato una miscela di cocaina, ecsstasy e oppiacei, durante un rave party era poi deceduto dopo il raduno in un furgone che insieme ai suoi amici aveva utilizzato per raggiungere un appartamento di Pinerolo. Le indagini avviate dopo la sua morte hanno portato in questi giorni a individuare chi avrebbe venduto la dose mortale al ragazzo. Il presunto pusher è quindi stato arrestato con la contestazione dell’articolo 586 del codice penale.
BARI - Immagini del cadavere di Meredith Kaercher, la studentessa inglese trovata uccisa in casa a Perugia il 2 novembre scorso, sono state mandate in onda dal programma di approfondimento “Il Graffio”, su Telenorba7, condotto dal direttore del Tg Norba, Enzo Magistà. Le immagini sono quelle girate dalla Polizia scientifica il 2 novembre, quando veniva esaminato per la prima volta il luogo dell'omicidio dov'era ancora il cadavere. Le immagini sono assai crude: per questo, sono state mandate in onda intorno alle 23, Magistà ha avvisato gli spettatori che si trattava di immagini “forti” e per dieci secondi è stato tenuto sullo schermo un cartello nel quale si sconsigliava la visione ad un pubblico non adulto e a persone che ritenevano di non poter sopportare immagini "forti". Il filmato dura due minuti e mezzo circa. Il cadavere è a terra, accanto al letto, coperto da un piumone bianco, dal quale spunta un piede della ragazza.
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IL MONITO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO: «L’ALLARGAMENTO METTEREBBE IN CRISI LA SICUREZZA IN EUROPA»
Kiev vicina alla Nato Mosca gela Bush Sull’ingresso dell’Ucraina l’opposizione del Cremlino di Stefania Gretta
to dell’Alleanza alle repubbliche ex sovietiche: «La Russia non ha il diritto di mettere KIEV - La Russia avverte: se l’Ucraina enveti sulle adesioni alla Nato», ha detto il catrerà nella Nato, l’ammissione avrà un impo della Casa Bianca. patto negativo sull’assetto della sicurezza Bush ha ribadito che «al vertice Nato di in Europa e creerà “una profonda crisi” nelBucarest gli Stati Uniti sosterranno l’inle relazioni tra Mosca e Kiev. Il monito arrigresso di Ucraina e Georgia nel programva per bocca del vice-ministro degli Esteri, ma MAP di pre-adesione alla Alleanza». Grigory Karasin, citato dalle agenzie InterIl presidente Yushenko, al suo fianco, ha fax e RIA Novosti. aggiunto che «far parte della Nato è una riImmediata la replica del presidente amerisposta agli interessi fondamentali dell’Ucano George W. Bush, craina. Non è una politica a Kiev da ieri per la contro qualcuno, ma per Il presidente Usa, prima tappa del suo noi» ha aggiunto. E si è viaggio europeo per la detto sicuro che a Bucarein vista nel paese, riunione Nato a Bucast il suo paese riceverà un rest, che si concentrerà “segnale positivo”. A Kiev replica seccamente: tra l’altro proprio sul Bush ha in programma tema dell’allargamen«Non ammettiamo veti» vari colloqui con i dirigen-
BREVI Dopo la truffa online l’arresto Un 18enne neozelandese affetto da autismo, Owen Thor Walker, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver sviluppato un virus che ha infettato milioni di computer, ricoprendo un ruolo chiave in una maxitruffa online che ha causato perdite per oltre 20 milioni di dollari e vìolato i conti bancari di 1 milione di persone. Il giovane rischia fino a 5 anni di cella ed è stato rinchiuso nel carcere a Wellington.
Sms hard, ministro si dimette L’irrefrenabile passione per una spogliarellista è costata il posto al ministro degli Esteri finlandese Ilkka Kanerva, costretto a dimettersi dopo aver inviato una valanga di sms erotici alla giovane lap dancer. Ad incastrare il ministro, è stata Johanna Tukiainen, spogliarellista 29enne residente negli Stati Uniti.
Usa, feto ritrovato nella toilette Nella toilette di un volo della Continental Airlines atterrato a Houston, in Texas, è stato trovato un feto morto: le autorità ritengono che la madre sia una 14enne. La ragazzina è stata rintracciata e interrogata, e gli investigatori stanno cercando di ricostruire l’accaduto. L’aereo era partito dall’aeroporto LaGuardia di New York, e a fare la macabra scoperta sono stati gli addetti alle pulizie.
ti ucraini prima di spostarsi in serata a Bucarest per il vertice che si concluderà venerdì. Bush incoraggerà gli ucraini a proseguire sulla strada delle riforme democratiche, sostenendo la richiesta di Kiev di avviare il processo di adesione alla Nato. La Nato è divisa sulla opportunità di avviare il processo di adesione della Ucraina e della Georgia, considerate ancora non politicamente stabili. La Russia ha protestato
con veemenza ammonendo la Nato a “non giocare col fuoco” inglobando nell’Alleanza le due ex repubbliche sovietiche. Ma anche la popolazione ucraina è divisa: un sondaggio ha mostrato che il 50 per cento è contrario all’ingresso nella Nato. Ieri migliaia di persone hanno manifestato nella piazza principale di Kiev sventolando bandiere rosse con falce e martello e striscioni con le scritte “No alla Nato”.
IL FATTO L’OPPOSIZIONE ACCUSA: «STAMPATE 3 MILIONI DI SCHEDE ELETTORALI IN PIÙ, AL VOTO ANCHE I DECEDUTI»
Elezioni truccate, Zimbabwe a rischio crisi La lenta diffusione dei dati alimenta le tensioni dopo quasi 30 anni sotto la dittatura di Mugabe di Luigi De Floris HARARE - Il tiranno non vuole mollare il potere e il povero Zimbabwe è sull’orlo del precipizio. Le elezioni parlamentari e presidenziali di sabato scorso sembrano aver premiato il candidato dell’opposizione, l’ex sindacalista Morgan Tsvangirai, ma i risultati vengono annunciati con il contagocce. Indizio evidente di brogli, avvertono gli analisti, mentre la tensione tra le parti in gioco sale. Il Compagno Bob, al secolo Robert Mugabe, ex leader marxista della guerriglia anticoloniale, è al potere come indiscusso capo dello stato dal 1980. Nonostante abbia affamato il suo popolo con un’inflazione del 100mila per cento, non cede la poltrona alla veneranda età di 84 anni. Neppure se il voto lo ha clamorosamente battuto, come annuncia da ieri l’opposizione. Tsvangirai, il rivale di Mugabe, avrebbe ottenuti il 60% dei voti alle presidenziali, rispetto alla metà, il 30%, di Mugabe. «Abbiamo vinto in 96 dei 128 collegi parlamentari esaminati», ha riferito Tendai Biti, il segretario generale del Movi-
mento per il cambiamento democratico (Mdc). Un gruppo indipendente di monitoraggio delle elezioni, l’Independent Result Centre, attribuisce il 55% dei voti a Tsvangirai e il 37% a Mugabe. Il problema è che la Commissione elettorale sta rendendo noti i risultati «ufficiali» con il contagocce. Nessun dato è ancora disponibile e le prime informazioni
fanno sentire puzza di bruciato. La lentezza della diffusione dei dati «alimenta tensioni tra la popolazione», ha sottolineato Biti, a nome dell’opposizione. Secondo il Movimento per il cambiamento democratico la Commissione elettorale starebbe pesantemente truccando il risultato per assegnare a Mugabe il 52% delle preferenze e 111 seggi
in parlamento. I brogli, già denunciati dall’opposizione, riguardano la stampa di tre milioni di schede elettorali in più. Inoltre sono decine di migliaia i «fantasmi» registrati al voto, ovvero persone decedute ma «vive» per gli elenchi elettorali. «Il Paese è sull’orlo del baratro», ha aggiunto Biti e il rischio che le proteste degenerino è concretissimo.
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mercoledì 2 aprile
SPETTACOLI NELLE SALE IL FILM DI GIANNI ZANASI, ACCLAMATO ALLA MOSTRA DI VENEZIA, USCIRÀ IN 200 SALE
POPSTAR
Madonna come la Bergman Madonna vuole il rifacimento di “Casablanca”, il capolavoro diretto nel 1942 da Michael Curtiz con la mitica coppia Humphrey Bogart/ Ingrid Bergman. Oltre a ritagliarsi la parte che fu della Bergman, la popstar - che ha da poco esordito in regia con “Filth and Wisdom”, accolto tiepidamente all'ultima Berlinale - vorrebbe dirigere il remake, che dovrebbe essere ambientato (e attualizzato) in Iraq. Perplessità tra i boss degli studios hollywoodiani. Uno di loro ha dichiarato al Mail on Sunday: «Nessuno sa spiegarsi perche' abbia scelto quello che viene considerato il miglior film della storia del cinema. Non ha bisogno di essere rifatto, e' perfetto cosi' com'e'». A frenare gli entusiasmi dei produttori statunitensi si ci mette anche l'esito del precedente remake voluto dalla Ciccone e diretto dal marito Guy Ritchie:«Travolti dal destino'', tratto dal film della Wertmuller, era stato un fiasco pazzesco».
Mastandrea in “Non pensarci” Commedia acclamata a Venezia L’attore interpreta nella pellicola Sfefano Nardini, un rocker fallito, trentaseienne di Luisa Apicella ROMA - «Camminare su un campo minato senza farlo esplodere». Così Valerio Mastandrea ha percorso il territorio familiare di “Non pensarci”, la commedia di Gianni Zanasi acclamata alla Mostra di Venezia, acquistata in 17 Paesi e in uscita in 200 sale italiane il 4 aprile. Mastandrea interpreta Stefano Nardini, un rocker fallito 36enne, che ritorna a casa, e trova il padre (Teco Celio), reduce da un infarto, che gioca a golf; la mamma (Gisella Burinato) che segue corsi di tecniche sciamaniche; la sorella (A-
La cantante parla del suo difficile rapporto con il papà morto all’età di 86 anni
Gianna Nannini: «Mio padre grande amore» di Stefano Fianga MILANO - «Non avrei mai immaginato che potesse mancarmi così tanto». Gianna Nannini parla per la prima volta di suo padre, morto all'età di 86 anni lo scorso febbraio. La cantautrice confessa : «La morte di un padre vuol dire, comunque, perdere il bambino che è in te». Prosegue il successo della rac-
colta "GiannaBest" mentre c'è grande attesa per l'ultima tappa del tour il 6 aprile a Milano. Una carriera, quella di Gianna, che suo padre ha seguito quasi interamente senza mai accettarla del tutto. Del rapporto incasinato con lui, l’imprenditore di successo, il signore dei ricciarelli, il padre-padrone, Gianna Nannini aveva parlato nella sua autobiografia, “Io”, pubblicata da Rizzoli nel
2006. Gianna viene da una famiglia della borghesia senese. «E quello era il mio problema. In quanto “figlia di papà”, mi sentivo complessata. Dall’altro lato, secondo mio padre, “la figlia del Nannini” non poteva assolutamente fare la rocker. E io, che non riuscivo a identificarmi nella ragazza per bene, facevo la ragazza per male a tutti i costi. Facevamo litigate terribili. A tavola
Prosegue il successo della raccolta “GiannaBest”, mentre c’è attesa per l’ultima tappa del tour ci facevano sedere distanti proprio nel tentativo di evitare gli scontri. Era il classico padre-padrone, un dittatore da contestare. Era un maschilista. Diceva che le donne erano meglio degli uomini, più efficienti. In realtà le nostre erano liti costruttive, utili a entrambi. Se non ci fosse stato lui a dirmi di non fare la cantante, forse non avrei mai trovato la forza di diventarlo». Sulla sua “polisessualità” dice:« A un certo punto ho pensato che, per essere davvero libera, avessi bisogno di provare tutto. Ma non mi piacciono le definizioni: gay, etero... Le domande sulla mia sessualità mi sono venute a noia».
nita Caprioli) che ha mollato l'università per dedicarsi ai delfini e il fratello (Giuseppe Battiston) sull'orlo del divorzio, mentre l'azienda di famiglia, una fabbrica di ciliegie sotto spirito, è ben avviata verso il fallimento. Nel cast di 'Non pensarci', che segna il ritorno al cinema di Zanasi otto anni dopo 'A domani', ci sono anche Caterina Murino, Paolo Briguglia, Dino Abbrescia e Luciano Scarpa. «Ho scontato, insieme a molti altri, una situazione produttiva complicata in Italia - afferma il regista - dove un progetto non allineato come il mio ha faticato a concretizzarsi, perché non ho 50 anni e perché non posso contare su amicizie potenti. Per fortuna, credo che oggi la situazione sia cambiata». Premiato col Pasinetti a Venezia, Zanasi dice di «aver voluto evitare l'astrazione nel raccontare la famiglia, entrando in un gruppo di persone vere e dunque piene di imperfezioni e contraddizioni. Ho cercato l'imprevedibilità a scapito del giudizio», mentre la Caprioli mette l'accento sul sentimento, Battiston sulla "rappresentazione realistica della famiglia, spesso luogo della non conoscenza reciproca" e Celio su «un gruppo di persone, i familiari, che purtroppo devono vivere insieme, qui come in tutto il mondo». Per l'ironico e divertito Mastandrea, «non è vero che si costruiscono i personaggi, ma le storie, grazie al regista. Per me è come se fosse il primo film: Zanasi ha un modo di lavorare anomalo, richiede agli attori quanto chiede a se stesso: sofferenza e ricerca, a tal punto da logorarti, in senso positivo. E noi ci siamo logorati tutti, con grandi sorrisi». «Ridere - ribatte Zanasi - è stato ciò che mi ha fatto accendere i motori, a partire dall'idea per me molto divertente di un rocker che prende in mano un vasetto di ciliegie sotto spirito... Ne è nato un progetto strutturato, ma che ho cercato di non soffocare, lavorando sull'improvvisazione in fase di scrittura per dare spazio ai personaggi. Perché il risultato sia buono, devo avere la sensazione di scrivere un film d'avventura».
mercoledì 2 aprile
SPORT
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OCCHIELLO LE DICHIARAZIONI OCCHIELLOOCCHIELLOOC L’ALLENATORE VIAREGGINO: AUGUSTUS «CON MIOCONUBIUM FIGLIO DAVIDE SANTET NON PARLAVAMO MATRIMONII, DEL QUOD SUO LAVORO CATELLI DI PROCURATORE» LIBERE
Processo Gea, è l’ora di Lippi L’ex ct della Juve e della Nazionale ascoltato dai pm della procura di Roma: «Da Moggi mai ricevute pressioni, solo scambi di informazioni sui giocatori» di Matteo De Simone ROMA - «Escludo di aver subito pressioni da parte di Luciano Moggi sulla scelta dei giocatori della Nazionale, è accaduto che io chiedessi a Moggi come stavano alcuni giocatori come Miccoli o Del Piero per convocarli. Ho sempre chiamato i giocatori in modo autonomo e non perchè me lo ha detto qualcuno». È uno dei passaggi dell’audizione dell’ex ct della Nazionale, Marcello Lippi, sentito come teste dal pm della procura di Roma, Luca Palamara, nell’ambito dell’inchiesta sulla Gea. Il verbale dell’audizione, sei pagine, è stato acquisito ieri dalla decima sezione del Tribunale di Roma dove è proseguita
di Franco Del Covillo
la sfilata dei testi al processo a Moggi e al figlio Alessandro e allo stesso figlio di Lippi, Davide. I contenuti dell’audizione di Lippi non erano mai stati resi pubblici prima. «Non ritengo che Moggi o Giraudo abbiano influito - spiega Lippi al pm sulla scelta di Carraro di chiamarmi alla guida della Nazionale. Ma non posso escludere che gli stessi Moggi e Giraudo abbiano perorato la mia nomina a ct». Lippi fu chiamato dal pm Palamara alla vigilia dei Mondiali in Germania, in piena preparazione. Lippi ha poi spiegato di non conoscere il ruolo ricoperto da Luciano Moggi in seno alla Gea: «So che il figlio Alessandro è presidente Gea - dice Lippi - Inevitabilmente ho avuto modo di
parlare con Moggi anche della Gea allorquando si è prospettata la possibilità che mio figlio Davide iniziasse a lavorare con la stessa Gea. Alessandro Moggi che conosco bene è diventato poi amico di mio figlio Davide durante le trasferte di coppa. Mio figlio decise di diventare procuratore sportivo dopo aver preso la decisione di smettere di giocare al calcio. Ciò avvenne nel 1997 e Davide rimase li due anni e poi mi comunicò la decisione di iniziare la collaborazione con Moggi Jr e la Gea». Lippi spiega al pm: «I ruoli sono rimasti distinti sempre; anche con mio figlio non mi sono mai direttamente interessato delle modalità con le quali acquisiva le procure».
Dopo lo show del Circo Massimo del 2001 l’attrice promette il bis
ROMA - Forza Roma. A fare il tifo non sono solo i giallorossi, ma tutti i fan della bellissima Sabrina Ferilli. Già perché l’attrice ha promesso uno spettacolo bollente per la sua squadra del cuore, proprio come fece nell’anno dell’ultimo scudetto. «Se la Roma vince la Champions prometto una performance che farà dimenticare lo strip tease del 2001 al Circo Massimo. Ma per scaramanzia preferisco non dire altro» ha detto la Ferilli nazionale ai microfoni di Radio Monte Carlo. Totti e compagni dunque La showgirl: «Prometto da oggi hanno uno stimolo una performance che in più per dare il massimo farà dimenticare quella sul campo. Nel 2001 in dello scudetto» occasione del-
Sabrina Ferilli sprona la Roma: «Se arriva la Coppa mi rispoglio» lo scudetto dei capitolini la soubrette si presentò al circo Massimo con un bikini color carne che fece impazzire i tantissimi tifosi che affolavano la festa per il tricolore. In migliaia gridarono “Nuda, Nuda” alla soubrette e lei fece il “miracolo” sfilando con la bandiera della Roma. Preceduta da ballerini in maschera salì sul palco e cadde il silenzio con un mega show che tenne con il fiato sospeso ma
sarebbe megio dire a bocca aperta tutti i supporters giallorossi. Sabrina indossava un kimono bianco, se lo levò: sotto c’era un abito manco a dirlo di colore giallo e rosso, poi tolse anche quello e restò una sottoveste verde. Alla fine rimase in bikini, un due pezzi striminzito color carne. Niente nudo, ovviamente, niente seno al vento, niente pose osé da calendario, ma lo show fu grande lo stesso e ai tifosi bastò per rendere quella data memorabile anche dopo il fischio finale che consegnò nelle mani di Totti e compagni uno degli scudetti più attesi e sognati. Ora non resta che aspettare la vittoria in Champions per vedere cosa farà Sabrina Ferilli e di sicuro, dopo l’esternazione dell’attrice e showgirl ci saranno anche supporters di altre squadre a tifare per i giallorossi.
CASO RACITI, NUOVO ARRESTO
IL CATANIA CAMBIA TIMONIERE
F1, ASPETTANDO IL BAHRAIN
Speziale non era solo, in manette 21enne
Addio Baldini, arriva Walter Zenga
Ecclestone scarica Mosley
CATANIA - L’arrestato è un tifoso maggiorenne, Daniele Micale di 21 anni. L’uomo è incensurato e non fa parte di gruppi di tifosi organizzati. Per l’accusa sarebbe Micale, assieme a Speziale, a tenere in mano il sottolavello con il quale, secondo la Procura distrettuale, sarebbe stato ferito mortalmente l’ispettore Filippo Raciti. Lui era davanti, e Speziale dietro. Alla sua identificazione si è giunti grazie alle riprese filmate delle telecamere di vigilanza dello stadio Massimino. Da tempo era noto che, oltre al primo arrestato, era indagata un’altra persona e che la Procura distrettuale aveva chiesto al Gip un’ordinanza di custodia cautelare che è stata ieri emessa e la notte scorsa eseguita. Il 2 febbraio 2007 fuori lo stadio Massimino gli scontri erano scoppiati perché la polizia era intervenuta per impedire che gli ultras del Catania venissero a contatto con quelli del Palermo.
CATANIA - «C’è poco tempo per rivoluzionare il buon lavoro di Baldini. A me il compito di riconsegnare al Catania il sorriso». Diretto come sempre, Walter Zenga. Nei panni del nuovo allenatore del Catania, scelto dopo le dimissioni di Silvio Baldini, l’uomo ragno non giudica, ma si vede già al lavoro: «Non mi aspetto grandi accoglienze, alla gente devo darla io la risposta, con i risultati. Il Catania? Conoscere tutti, anche gli stranieri, mi faciliterà il compito di salvare la serie A». Zenga arriva in ritardo in Italia? «Ho 48 anni, ho vissuto esperienze forti in Romania e Serbia, anche negli Emirati Arabi. Questa potrebbe essere una vetrina, ma non contano le aspettative personali. Conosco il pubblico di Catania e sono convinto che ci potrà aiutare a risollevarci». Zenga avrà un contratto fino a fine stagione, con la possibilità di rinnovo per l’anno prossimo.
LONDRA - Max Mosley non sarà a Sakhir per il GP del Bahrain ma a lasciare la poltrona di presidente della Fia non ci pensa proprio. Dopo lo scandalo sessuale che lo ha visto protagonista nel fine settimana (un’orgia in stile nazista con cinque prostitute), inevitabilmente su di lui si sta abbattendo una vera e propria bufera: da ogni parte arrivano richieste di dimissioni. Intanto il massimo dirigente della Fia non sarà presente a Sakhir. «Il signor Mosley aveva inizialmente previsto di esserci, ma non sarà probabilmente disponibile perché impegnato in colloqui con gli avvocati» ha fatto sapere un portavoce della Fia. Bernie Ecclestone, invece, ha rivelato al Times di aver direttamente invitato il suo amico Mosley a non recarsi a Sakhir: la famiglia reale del Bahrein “non apprezzerebbe la sua presenza. Attirerebbe tutta l’attenzione della corsa e la convoglierebbe su altri temi”.
Committente: Comitato Elettorale Alemanno Sindaco
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