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GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2013

Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de

Dalla Kamchatka all’Altai, i luoghi non convenzionali per scoprire le meraviglie nascoste della Federazione

YURI KOZYREV / NOOR IMAGES

C’è una forma di nostalgia, che si alza dalle montagne dell’Altai, da Yamal, dalla Kamchatka, che pervade il cammino verso la Siberia e le strade che conducono a Oriente. Mal di Russia. Quell’improvvisa sensazione di assenza che tocca gran parte dei turisti di ritorno dalla Federazione, che invade soprattutto chi ha attraversato gli spazi enormi del Paese, chi ha incontrato, come scoperte preziose, luoghi dalla bellezza quasi oggettiva. Piccole meraviglie nascoste, estranee ai grandi flussi turistici. E che vengono scoperte da un numero sempre maggiore di italiani: 200mila solo nel 2012. Viaggiatori alla ricerca di tempo e spazio perduto. Alla ricerca di luoghi in cui la frenesia che percorre il pianeta sembra diluirsi e anestetizzarsi. Nostalgici della bellezza. Cambio di prospettiva. I cittadini russi iniziano a inseguire il sogno sin da quando arrivano in aeroporto. Meglio: sin da quando l’idea di viaggiare attraverso l’Italia inizia a prendere corpo. Perché, nella percezione della maggior parte di chi arriva nella penisola, la speranza è ancora quella di incontrare le immagini, i libri e i film, che hanno stabilito le coordinate della patria della Dolce Vita. Ovvero: un luogo dove i desideri si animano, dove le proprie ambizioni culturali possano essere soddisfatte, dove si può misurare la propria capacità di meravigliarsi, di stupirsi di fronte ai rivoli che compongono il patrimonio artistico più imponente a disposizione dei viaggiatori di tutto il mondo. Certo, si tratta di una medaglia composta da due facce: da un lato la voglia di approfondire, di vivere un’esperienza in grado di apportare modifiche al proprio modo di guardare il mondo. Dall’altro, le tentazioni di superficie, tra resort a cinque stelle e shopping nelle strade della moda. Nei fatti c’è che l’Italia è ancora una delle mete preferite dal turismo russo. E se fino a qualche anno fa si trattava di un fenomeno elitario, adesso le cose stanno cambiando. Soprattutto grazie alla nuova generazione di cittadini della Federazione. Ragazze e ragazzi che vengono in Italia per studiare, per vedere e

toccare con mano ciò che studiano. Per vivere e respirare negli stessi luoghi di Fellini, di Pasolini, di Dante e di tutti gli altri pilastri della cultura italiana. Cercando quel tratto comune che lega il Rinascimento al ‘900. Tutto grazie anche alle possibilità economiche del ceto medio russo: lontani dalla crisi, in grado di salire sul primo volo e sbarcare in Italia. Quello del turismo proveniente dalla Federazione è di sicuro uno dei fattori che tiene alta e traina l’economia italiana legata a tutto ciò che attiene al “tempo libero”, al “divertimento”. E, in questo numero di Russia Oggi, si racconta soprattutto questo: le dinamiche economiche legate ai flussi turistici sempre più importanti provenienti dalla Russia. Lontani dal fornire un identikit del russo in trasferta - topos giornalistico e non solo, dove stereotipi e luoghi comuni abbondano - si ragiona sui numeri, si presentano dati, si cerca di sondare le motivazioni che portano a Roma, Milano, Firenze, Napoli e Palermo, nelle località marittime, più di 800mila persone l’anno. Spinte, ancora, dalla possibilità dello svago di massa, ma anche dalla volontà di costruire una parte della propria identità culturale. Non mancano viaggi non convenzionali. Come quello compiuto in bici da quattro cicloamatori italiani, partiti da Venezia e arrivati nel cuore della capitale russa, in quella Piazza Rossa che continua a essere il luogo per eccellenza da vedere. O come quello di un gruppo di alpinisti russi che hanno attraversato tutte le Dolomiti. Esperienze che avvicinano, saldano luoghi geograficamente distanti. Intorno a tutto questo si sta aprendo una discussione pubblica, che coinvolge le istituzioni delle due nazioni. Che stanno approfittando dell’Anno del Turismo Italia-Russia per mettere a punto strategie comuni in grado di implementare e mettere a frutto sempre più un “bene comune” che può rivelarsi essenziale non solo per l’economia. Ma per garantire anche una reciproca crescita culturale. Vladimir Zavialov


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