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GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2013

Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de

A Sochi fervono i preparativi in vista dei Giochi Olimpici invernali di febbraio. E nella Federazione va di moda il revival di Mosca '80, anche se da allora quasi tutto è cambiato. Dentro e fuori i confini nazionali

MIKHAIL MORDASOV

Il boicottaggio degli Stati Uniti e della Cina in risposta alla guerra in Afghanistan. L’apertura dei Giochi affidata a Leonid Breznev in persona, entrato nel “Grande Stadio Lenin” di Mosca sulle note dell’inno sovietico. I duelli tra Sebastian Coe e Steve Ovett nelle gare di mezzofondo. Le gioie italiane nell’atletica con le medaglie d’oro conquistate da Pietro Mennea e Sara Simeoni. A scorrere le fotografie di Mosca '80, prima edizione dei Giochi Olimpici affidata alla Federazione (allora Urss), sembra trascorso un secolo. Un mondo è finito in soffitta e uno nuovo cerca di farsi strada tra tentativi di distensione a livello geopolitico e nuovi incidenti di percorso. Dell’epoca sovietica non c’è affatto nostalgia in Russia, eppure il percorso di avvicinamento ai Giochi Olimpici invernali che si svolgeranno dal 7 al 23 febbraio prossimi a Sochi (la stessa località del Mar Nero ospiterà anche i Giochi Paralimpici, dal 7 al 16

marzo) è tutto all’insegna del fil rouge tra i due eventi. A cominciare dall’orsetto Mishka, la mascotte delle Olimpiadi di 33 anni fa, che in queste settimane è tornata a fare capolino nei negozi delle principali città della Federazione. Anche questa volta si è optato per il tema animale, ma si è deciso di fare le cose in grande scegliendo addirittura tre testimonial: un orso polare, una lepre e un leopardo. Così come non si è scelto il basso profilo in tema di investimenti: il budget messo in campo fino a questo momento ammonta all’equivalente di 30 miliardi di euro, una somma che supera addiritttura quella delle Olimpiadi estive di Pechino 2008. Del resto si trattava di costruire una rete infrastrutturale all’avanguardia in un’area con un forte deficit su questo versante. Il Cremlino, conscio dell’importanza dell’evento, non ha voluto badare a spese per proiettare un’immagine positiva del Paese a livello internazionale, proprio mentre a livello economico è in

atto una delicata transizione dal novero delle realtà di sviluppo al ritorno tra le grandi potenze economiche. Un prestigio ritrovato negli ultimi anni dopo le macerie emerse dal disfacimento dell’Urss, che ora attende conferma anche grazie all’ingresso a pieno titolo nel Wto, l’organizzazione mondiale del commercio. “Hot. Cool.Yours” è il motto scelto dagli organizzatori per questa edizione, a identificare rispettivamente l’intensità delle gare, le discipline invernali e il coinvolgimento personale degli spettatori, ma anche quello della popolazione russa, che proprio intorno alla grande vetrina dei Giochi Olimpici rivive la passione patriottica. La cura nella preparazione dell’evento e l’attenzione posta dalle Federazioni sportive, con l’obiettivo di occupare una delle primissime posizioni del medagliere finale, sono la prova più evidente del valore che tutta la Russia attribuisce a questo evento. Luigi Dell’Olio


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Evento

BUSINESS TRICOLORE NUMEROSE AZIENDE E DELLA D DELL PENISOLA ISOL OLA PARTECIPANO ECIPANO A AII LAVORI AVORI IIN VISTA DE DEI EI G GIOC GIOCH OC CH HI

L'OPINIONE

Rustam Minnikhanov PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL TATARSTAN

Dalle macchine per il caffè alle infrastrutture stradali, sono diverse le aziende italiane presenti a Sochi. Un'opportunità per compensare il calo del mercato italiano. SIBILLA DI PALMA RUSSIA OGGI

Quelli di Sochi saranno i Giochi Olimpici più costosi della storia (con circa 30 miliardi di euro investiti) e nella cittadina chic che sorge sulla costa russa del Mar Nero, nota come la“Russian Riviera”, ci sarà anche un po’ di Made in Italy. Qualche esempio? Atleti, tecnici e accompagnatori di tutte le rappresentative nazionali, nonché i commissari di gara potranno riscaldarsi con caffè espresso e cappuccini fatti con macchine professionali provenienti dalla Penisola. L’azienda Nuova Simonelli di Belforte del Chienti, nelle Marche, si è infatti aggiudicata la fornitura delle macchine per caffè di tutto il villaggio olimpico e non solo. «In vista dei Giochi, una nota catena di locali con ‘corner caffè’ diffusi nell’intera area del Krasnodar, ha deciso di ridisegnare le proprie strutture commerciali e in quest’opera di restyling rientra anche l’installazione delle nostre macchine per caffè», spiega Giovanni Fucili, responsabile commerciale per il territorio russo dell’azienda che attualmente conta circa 95 dipendenti. Insomma, i Giochi come leva per farsi conoscere e poi crescere nel promettente mercato della Federazione. La Russia rappresenta per Nuova Simoncelli un'area forte espansione che in pochi anni è arrivata a rappresentare una quota superiore al 10 per cento del giro d’affari. «Lavoriamo in Russia dagli anni Novanta; negli ultimi tempi il consumo del caffè espresso è cresciuto moltissimo, non solo a Mosca e a San Pietroburgo, ma anche in Siberia, negli Urali e nel Krasnodar. Un trend positivo che secondo noi proseguirà anche in futuro anche perché nella Federazione il caffè sta sostituendo il tè come bevanda di intrattenimento». Mentre Rollon, azienda con base aVimercate specializzata nella produzione di sistemi per la movimentazione lineare utilizzati in svariati settori

(tra i quali il ferroviario, l’aeronautico e l’automazione industriale), in occasione delle Olimpiadi invernali ha fornito la componentistica per le porte dei treni regionali utilizzati per il trasporto degli atleti e dei visitatori verso i luoghi destinati a ospitare le gare. La commessa (del valore di 100mila euro) ha riguardato dieci treni da otto vagoni per un totale di 320 porte attrezzate con guide lineari dell’azienda. I Giochi Olimpici sono da sempre una straordinaria vetrina per il Paese ospitante, che durante la manifestazione ha gli occhi di tutto il mondo puntati addosso: niente di meglio, dunque, per sfruttare l'occasione e far conoscere le principali attrattive del Paese. Il discorso vale anche per la Federazione, che anche attraverso l'apertura ad aziende internazionali vuole proiettare un'immagine rinnovata di sé al mondo. «Più del 50 per cento degli investimenti messi in campo per questa manifestazione provenie da ope-

ratori privati», sottolinea Daniele Mellana, responsabile per l’Italia di East Capital. «Senza dubbio sino a ora tutto il settore delle infrastrutture e dell’edilizia ha beneficiato grazie agli investimenti in preparazione dell’evento, mentre possiamo immaginare che il turismo e le strutture recettive godranno della visibilità che i Giochi daranno a Sochi». Anche se «la presenza diretta di imprese italiane nei cantieri olimpici è limitata», sottolineano dall’Ice di Mosca. «Gli appalti per la costruzione degli impianti destinati ai Giochi invernali del 2014 sono stati distribuiti fra pochi grandi gruppi finanziari russi, che a loro volta si sono serviti di subfornitori per la maggior parte locali o di provenienza turca o serba». Del resto, questo approccio era da mettere in conto perché riflette quanto fatto altrove in passato. Nel giro più ampio degli interventi infrastrutturali nell'area di Sochi si segnalano comunque diverse presenze

italiane, spiegano ancora dall’Ice, «fra le quali le forniture assegnate all'Ansaldo per i generatori della centrale elettrica di Adler o la partecipazione di aziende come Rocksoil, Geodata e Maccaferri ai lavori di costruzione di gallerie e infrastrutture stradali o ancora l'investimento della ditta Vannucci di Pistoia che ha realizzato, assieme a un partner locale, un vivaio per la fornitura di piante per l'arredo urbano di Sochi e delle località circostanti». Tra le aziende che hanno portato le loro soluzioni nella regione in vista dei Giochi spicca, infine, la Ibt Group, azienda trevigiana specializzata nel risparmio energetico, che nella località destinata a ospitare le Olimpiadi ha realizzato un impianto di trigenerazione high-tech per una nuova area retail, il primo con tecnologia a microturbina della Regione. Tutti segnali di quanto sia apprezzato il Made in Italy di qualità nella Federazione.

Dopo l'Universiade di Kazan, quali consigli darebbe a Sochi? In primo luogo, consiglierei loro di non prestare attenzione alle polemiche, ma di proseguire i preparativi secondo il programma di lavoro. Anche da noi molti non credevano che saremmo riusciti a concludere in tempo i preparativi; in risposta a queste supposizioni io spiegavo che la mattina del giorno di apertura dei giochi, il 6 luglio, sarebbe stato tutto pronto. E così è stato: abbiamo fatto in tempo a costruire, preparare e organizzare ogni cosa. Sono sicuro che anche agli organizzatori di Sochi e a quelli di Rio de Janeiro andrà così. Intervista completa su www.russiaoggi.it

DA TORINO 2006 A SOCHI

"Un'occasione per il brand" Evelina Christillin ha grande esperienza nell’organizzazione dei Giochi Olimpici. Sono sei le edizioni olimpiche che l’hanno vista protagonista, compresa quella invernale di Torino 2006, evento nel quale è stata vicepresidente del comitato organizzatore. Qual è il suo ricordo degli ultimi mesi di preparazione a Torino 2006? Avendo completato i test event due anni prima dell’evento, ci siamo concentrati su quei particolari che meritavano attenzione, focalizzando l’attenzione sui cosiddetti “piani B”. Per esempio, cosa avremmo fatto se a causa del maltempo fossimo stati costretti a spostare la sede della cerimonia inaugurale o se fosse stato necessario ricorrere all’innevamento artificiale. Cosa rimane a una città dopo l’organizzazione di una Olimpiade? Per Torino, che pagava il declino dell’industria automobilistica e che, l’organizzazione dell’Olimpiade invernale ha agito come veicolo di promozione. Intanto, dopo quell’evento, moltissimi stranieri sanno collocarla esat-

tamente nella cartina italiana. Poi è rimasta la crescita infrastrutturale. Inoltre c’è stato il vantaggio immateriale dell'aumento di un grande senso d’appartenenza nei cittadini. Pensa che accadrà lo stesso a Sochi? Dell’organizzazione della XXII Olimpiade invernale conosco quello che scrivono i giornali. Di certo, il primo vantaggio è di far parlare della città che è già una località turistica. Di sicuro Vladimir Putin, che è un ottimo sciatore con il quale ho avuto percorso alcune piste in Austria, ai Mondiali di Sankt Anton del 2001, ci tiene a far fare alla Russia una bella figura. Quali consigli può dare all'organizzazione russa? A pochi mesi dall’inaugurazione dell’Olimpiade quasi tutto è già stato fatto seguendo le rigidissime regole del Cio. Il consiglio è di motivare i volontari, puntare sul coinvolgimento della popolazione. E senza dimenticare di lavorare per garantire in maniera adamantina la sicurezza.

Quali gli errori da non fare? Non dare agli atleti, ai dirigenti, al pubblico, l’idea di essere controllati. Infatti, occorre garantire la sicurezza restando, per quanto si può, invisibili. Mariella Caruso


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Evento

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L'IMPORTANTE? PARTECIPARE Studenti, operai, impiegati. Oltre 180 mila cittadini russi hanno fatto domanda per diventare volontari, offornendo gratuitamente il loro aiuto per le Olimpiadi. E il Comitato organizzatore ne ha già selezionati 25 mila.

Anton Volokhov FATTORINO

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Mi piace occuparmi di volontariato, aiutare le persone mi consente di fare importanti esperienze. Resterò a Mosca per accogliere all’aeroporto di Vnukovo i volontari che giungono dagli altri paesi. Li aiuteremo al controllo passaporti, interverremo se ci saranno problemi in dogana o per recuperare i bagagli. È interessante entrare in contatto anche con gli atleti e gli allenatori: serve a capire com’è la realtà negli altri paesi, come si vive. Noi li accogliamo e restiamo con loro fino alla partenza del volo. Gli facciamo compagnia per ingannare il tempo"

Alena Kravtsova STUDENTESSA, VIENE DA ORENBURG E STUDIA BIOLOGIA MOLECOLARE ALL’UNIVERSITÀ STATALE DI MOSCA (MGU)

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È un’opportunità rara. Andrò ai Giochi Paralimpici e il mio compito sarà di controllare i pass di tutte le persone che entrerano al palaghiaccio. Il bello è che, durante il lavoro, potrò assistere alle gare di hockey e conoscere gli atleti. Per chi vuole occuparsi di sport business, i Giochi sono una magnifica opportunità per sviluppare contatti"

Anna Karelova DOTTORANDA, SCRIVE UNA TESI DI DOTTORATO SULLE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIATO

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Per me l’essenziale è poter comunicare con le persone. Collaboro con un Centro di volontariato a Mosca e organizzo eventi sportivi e sociali. Probabilmente dovrò elaborare un programma per l’addestramento dei volontari che dovranno accogliere nelle stazioni ferroviarie le delegazioni che arriveranno dalla Polonia e dalla Bielorussia"

Aleksandra Gupal STUDENTESSA. DOPO LE UNIVERSIADI DI KAZAN ORA LAVORERÀ ALLE OLIMPIADI E AI GIOCHI PARALIMPICI

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Cerco di esprimere me stessa e le mie idee nelle questioni di cui mi occupo. Giro per gli orfanotrofi, dono il sangue, aiuto gli anziani. È una mia scelta. Il mio modo di fare politica. Un paio d’anni fa mi hanno proposto di lavorare come volontaria alle gare di prova di Sochi, mi è piaciuta l’atmosfera, la gente. Credo che i volontari daranno una mano a creare una nuova immagine del paese: infatti saranno i primi a incontrare gli ospiti dei Giochi Olimpici e avranno un ruolo importante"

IL COMMENTO

Autocoscienza di una nazione James Ellingworth ANALISTA

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e Olimpiadi invernali di Sochi sono un “progetto prestigioso” e un segnale di “ascesa della Russia”: sono queste le frasi che troverete ovunque, leggendo i giornali. Ma che cosa significa, per i russi, il concetto di “prestigio olimpico”? Il legame culturale più evidente è con le Olimpiadi di Mosca del 1980, l’apice della bravura sportiva sovietica. Per diverso tempo, la Tv statale ha messo in onda filmati del 1980, creando così un esplicito collegamento tra Mosca e Sochi. Questo collegamento sembra estendersi anche alle mascotte: Mishka, l’orso simbolo dei Giochi di Mosca del 1980, sta vivendo un vero e proprio revival in Tv e sulle t-shirt, e potrebbe non essere un caso il fatto che assomigli così tanto all’orso polare scelto, assieme a un leopardo e a una lepre, quale mascotte ufficiale di Sochi. Nel 1980 l’obiettivo era dimostrare al mondo intero la superiorità del nuovo uomo socialista, un’idea che attualmente sembra piuttosto bizzarra. Oggi il desiderio più grande di ogni nazione che ospita i Giochi è riuscire a conquistare quante più medaglie possibili, davanti ai propri concittadini. In Russia, tuttavia, il successo sportivo è connesso anche alla cultura e alla politica del Paese, in un modo del tutto particolare. Se c’è un’idea che definisce l’era di Putin, questa è la “verticale del potere”: la centralizzazione e la concentrazione del potere. Lo sport russo è la verticale del potere nella sua forma più pura. Gli atleti soggiacciono alle decisioni dei loro allenatori, che esercitano su di loro un grande potere. Possono persino impedire agli sportivi di mettersi in contatto con i propri familiari per diverse settimane prima dell’inizio delle gare. Gli allenatori sono controllati dalle federazioni sportive nazionali, le quali, a loro volta, devono raggiungere il numero di medaglie imposto come obiettivo dal Ministero dello Sport. A tutti gli effetti, una sorta di quota di produzione. Se la verticale del potere è il principio politico dominante, il fatto di ospitare le Olimpiadi invernali dovrebbe dimostrare il potere organizzativo dello Stato russo. Vincere medaglie dovrebbe corroborare la verticale del potere quale concetto dirigenziale. Un ambito in cui Sochi ha già cambiato la cultura russa è il programma di volontariato. Prendendo come esempio i Giochi di Londra 2012, gli organizzatori hanno reclutato 28mila persone su oltre 200mila candidati. In Russia si sta ridefinendo una nuova idea di volontariato, lontana dal concetto di “servizio alla comunità”, diffuso in epoca sovietica e che veniva fatto rispettare sotto minaccia di possibili ripercussioni sulla carriera futura. Sochi significa molto per i russi e una cosa è già chiara: i Giochi invernali non sono solo un modo per dimostrare agli stranieri l’“ascesa della Russia”, ma anche una forza che sta plasmando l’idea che il Paese ha di se stesso.

CONTRO CANTO

L’altra faccia della medaglia Con il boom edilizio si lasciano andare in rovina gli edifici storici di Sochi. Alcuni giorni fa, un gruppetto di studenti si è ritrovato di mattina sulla scalinata un po' fatiscente dell’albergo-centro benessere Ordzhonikidze, un tempo l’edificio di cui Sochi andava maggiormente fiera. Gli studenti si sono messi in posa di fronte a una fontana decorata da tre statue di nudi, l’attrazione principale di Sochi in epoca sovietica, che per anni è servita da biglietto da visita per l’unica località di villeggiatura tropicale russa. Oggi la vasca è vuota e le foglie secche si accumulano dentro e tutto intorno. Gli studenti stanno lavorando a un progetto fotografico intitolato “La bellezza che scompare”. Secondo loro, le pareti di marmo e le solide colonne distrutte dall’incuria e in rovina sono il simbolo della trascuratezza nella quale versa questa loro città tropicale un tempo tranquilla. www.russiaoggi.it/28189

SUL NOSTRO SITO L'orchestra della scuola musicale di una cittadina siberiana ha superato una selezione internazionale tra 200 candidati provenienti da 20 paesi e suonerà alle Olimpiadi. «I Giochi sono probabilmente il sogno della vita per chiunque», afferma Aleksandr Punko, direttore della Bis Band › www.russiaoggi.it/?????

Nuovi treni. Rotte aeree potenziate. L'impegno delle autorità per garantire i collegamenti verso la sede delle Olimpiadi invernali cresce di giorno in giorno. Per rendere più semplice la vita dei turisti. Senza dimenticare il wi-fi

Servizi di emergenza, operatori turistici, guide audio e call center sempre a disposizione. Ogni particolare è stato curato per garantire il comfort dei turisti che arriveranno a Sochi e dintorni in occasione dei Giochi.

› www.russiaoggi.it/27807

› www.russiaoggi.it/27667


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Sport

Reportage Alla scoperta del Villaggio Olimpico. Gli atleti saranno ospitati in luoghi diversi in base alle discipline. Tra lusso e divieti

Quando la sicurezza incontra il relax de stile. Tutti i cottage sono in legno di pino nordico. Solo le fondamenta sono di cemento, tutto il resto è di legno. L'intero villaggio olimpico montano è stato circondato da una rete di recinzione molto alta. Le strutture ancora in costruzione sono circondate da uno steccato di due metri d'altezza fatto di profili di ferro, in cima al quale corre un filo spinato, ma è solo temporaneo. Il villaggio olimpico costruito in montagna non è affatto paragonabile a quello di pianura. In questi cottage c'è tutto: soggiorno a sé stante con mini-bar, frigorifero e tutto l'occorrente, televisori, locali di servizio dove fare asciugare vestiti e scarpe e fare il bucato.Vi sono persino delle dispense seminterrate: a differenza degli atleti che alloggeranno in pianura, molte squadre porteranno con sé i propri cuochi e le scorte di alimentari per tutto il mese. Le condizioni offerte nel complesso abitativo principale e nei residence non hanno nulla da invidiare a quelle dei cottage. Gli americani, tra l'altro, hanno optato per l'affitto di un intero residence. Ai francesi e ai tedeschi invece sono piaciuti molto i cottage, ma li hanno prenotati ai due estremi opposti del villaggio. Nel villaggio montano, un complesso alberghiero, funzionerà con il consueto orario dei cinque stelle internazionali: bar, ristoranti, discoteche, night club e persino la vendita di alcolici continueranno 24 ore su ventiquattro.

I lavori procedono a tamburo battente. Camere con tutti i comfort, le più grandi mai realizzate per i Giochi Invernali. E, ovunque, i simboli della manifestazione ANDREI SHITIKHIN

© ANDREY SHITIKHIN / RIA NOVOSTI

MOSKOVSKIJE NOVOSTI

il divieto assoluto di fumare e bere alcolici. Inoltre, alle squadre non sarà consentito allestire cucine private e portare i propri cuochi: mangeranno tutti in una grande mensa comune dal menù assai vario, precedentemente approvato dal Cio.

Quanto ai divertimenti, alle discoteche e ai club, la questione è ancora all'esame degli organizzatori. Per ora si sa soltanto che al centro del villaggio sarà montato un grande tendone che costituirà il principale luogo di svago. Anche lì sarà proibito fumare

e consumare bevande alcoliche, ma si potrà ballare e stare in compagnia. Il villaggio di montagna, situato accanto al complesso sciistico e di biathlon "Laura" è stato costruito da Gazprom e lo si intuisce facilmente, perché ogni cosa è stata fatta in gran-

LA SPERANZA AZZURRA

Aspettando la danza di Carolina Kostner L’Italia attende la sua danza sul ghiaccio alle Olimpiadi. La aspettano tutti. Bellezza in movimento con la medaglia oro al collo, si spera. Per l’unico successo che manca alla sua trionfale carriera di pattinatrice. Carolina Kostner, l’atleta italiana più amata, è a poche settimane dall’ultima esibizione ai Giochi invernali. Le parliamo mentre è appena sbarcata a Mosca, per la Rostelecom Cup, ultima prova del Grand Prix prima delle finali giapponesi a Fukuoka. La 26enne altoatesina ha, recentemente, ottenuto in Cina il punteggio più basso degli ultimi due anni in una competizione internazionale. Nubi nere all'orizzonte. Nubi da cancellare al più presto. Perchè il vero obiettivo è salire sul podio di Sochi. Carolina Kostner, quando la luce si accen-

de sui Giochi invernali l’Italia ha occhi soprattutto per lei. Avverte la pressione o ci ha fatto l'abitudine? Per ora no. Più che dare del mio meglio non posso fare. Comunque, devo dire una cosa: mi fa molto piacere il sostegno delle famiglie italiane, che ringrazio fin da ora. Lei ha vinto di tutto in carriera, tranne una medaglia ai Giochi olimpici. Ma ha più volte spiegato che non vive l’evento olimpico come un’ossessione.... Esatto, è il mio lavoro. Le preoccupazioni derivano da altre cose. Come, per esempio, la famiglia, la salute e il tempo per se stessi. Sochi sarà l’ultima puntata della sua strepitosa carriera? Non ho mai assicurato che sarà l'ultimo evento della mia carriera. Sono con-

siderazioni che farò a fine stagione. Una cosa è quasi certa però: penso che sarà la mia ultima Olimpiade. Come vede il suo futuro senza pattini? E cosa avrebbe fatto nella vita se non fosse stata una campionessa? Non riesco a immaginare la mia vita senza lo sport. In futuro, alla fine della carriera agonistica, mi piacerebbe restare comunque nel mondo del pattinaggio. Le idee sono tante. Mi piacerebbe dedicarmi all'insegnamento. E anche all'organizzazione di spettacoli, come Opera on Ice, per esempio. lo show di pattinaggio, musica, arte andato in scena all’Arena di Verona lo scorso settembre, con molti ospiti d’onore, tra cui il campione russo Evgeny Plushenko.

AP

Sicurezza, relax, collegamenti efficaci. Per rendere confortevole la partecipazione ai Giochi. Gli atleti che saranno a Sochi, verranno distribuiti tra tre villaggi. In quello situato nella zona costiera, gli atleti del pattinaggio di velocità, di quello artistico e dell'hockey. Per quanti gareggeranno sulle montagne sono stati costruiti degli appositi complessi abitativi lontano dalla città. Per valutare le condizioni in cui alloggeranno gli olimpionici, i giornalisti di Moskovskie Novosti hanno visitato i due complessi e si sono resi conto di quanto sia importante avere una posizione elevata. La maggior parte degli atleti e degli allenatori sarà nel villaggio olimpico principale, che per tutta la durata dei Giochi avrà sede nel complesso abitativo "Sochnoe". Già adesso è difficile accedervi. Le norme di sicurezza sono talmente severe che per visitarlo bisogna prendere appuntamento con un preavviso di qualche settimana. Ciascuna unità abitativa è predisposta per accogliere due ospiti e misura 40 metri quadri, stanza da bagno inclusa. È quasi il doppio del requisito minimo del Comitato Olimpico Internazionale (12 metri quadri per ciascun ospite). Per ora, quasi tutte le stanze sono ancora vuote: quindi si può saggiare solo la morbidezza di un letto esposto a scopo dimostrativo. I designer olimpici hanno creato un apposito stile denominato "patchwork". L'uniforme dal caratteristico disegno per ora è indossata dai tedofori; ben presto la indosseranno anche i volontari, e a febbraio se ne vestirà l'intera città di Sochi. Gli sportivi non si separeranno dal "patchwork" neppure di notte: anche le lenzuola sono state realizzate nello stesso stile. Nel villaggio olimpico principale non vi saranno camere privilegiate. Tutto l'arredamento è rigorosamente standard. Su apposita richiesta dei responsabili delle delegazioni, qualsiasi camera potrà essere dotata di frigoriferi e televisori. Questo è tutto il comfort che verrà fornito: nelle stanze non sono previsti nemmeno i condizionatori, e anche le star della National Hockey League dagli ingaggi multimilionari dovranno accontentarsi del livello di un hotel a tre o quattro stelle. Dal momento in cui la struttura verrà consegnata al comitato organizzativo di Sochi 2014, nel villaggio olimpico saranno introdotte leggi severe, come

BIOGRAFIA Carolina Kostner, 26 anni da Bolzano, è una delle atlete più medagliate nella storia dello sport italiano. L’ultimo titolo è arrivato quest’anno ai Mondiali di pattinaggio di figura in Canada. Nel 2012 la campionessa altoatesina si è aggiudicata l’oro ai Mondiali di Nizza, mentre nel 2008 ha centrato un altro argento. Nella sua bacheca ci sono anche tre podi europei – argento 2009 e 2011, bronzo nel 2006 - e sette titoli italiani. Non è mai salita sul podio alle Olimpiadi invernali.

Nicola Sellitti

Alla scoperta dei giochi di Sochi. Che l'avventura abbia inizio! Qualsiasi cosa tu sia, un atleta, un fan o un volontario Sochi riserva qualcosa per ognuno di voi www.russiaoggi.it/giochi_invernali

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