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Mente, corpo e spirito. Intelligenza, prestanza fisica, tenacia e coraggio. Tutto tenuto insieme in quei tre tratti che compongono il simbolo dei Giochi paralimpici. Gli altri Giochi, quelle Olimpiadi parallele che iniziano domani a Sochi. Dove, provenienti da ogni angolo del Pianeta, atleti disabili si sfideranno per conquistare, nelle rispettive categorie, il traguardo più ambito: l’oro, la gloria. E, in questo caso, anche il riscatto, la vittoria contro i demoni che li hanno accompagnati durante tutta la loro vita, agonistica e non. Forzare i limiti, abbattere le barriere, lavorare, giorno dopo giorno, sulla consapevolezza che la disabilità è un “concetto relativo”,secondo la definizione che Alex Zanardi ha donato a Russia Oggi. Che tutto questo accada in Russia, sembra essere un altro dono. Della storia stavolta. Perché - e molto probabilmente non è ancora il caso di farlo, la distanza temporale è minima - se bisogna condensarlo in poche parole, il significato simbolico delle Olimpiadi Invernali di Sochi, potrebbe essere proprio questo: un Paese al lavoro per spostare in avanti la propria consapevolezza, al lavoro per abbattere barriere interne ed esterne. Un Paese, che dopo l’abisso degli anni'90, vuole tornare semplicemente a essere all’altezza della propria Storia. Lo abbiamo visto in quella meraviglia a cielo aperto che è stata la Cerimonia Inaugurale dei Giochi. Quei quadri in movimento che hanno messo sotto gli occhi del Mondo, meglio di qualsiasi altra cosa, il cammino, sofferto e denso di problematiche, verso la costruzione di una delle Nazioni più ricche di cultura, di genio, di talento. E qui si cede alla tentazione dell’elenco, mini-
IN UNA SITUAZIONE INTERNAZIONALE TESA PER LA QUESTIONE UCRAINA, INIZIANO DOMANI I GIOCHI INVERNALI PER GLI ATLETI AFFETTI DA DISABILITÀ
mo: Dostoevskij, Pushkin, Bulgakov, Majakovskij, Eisenstejn,Tarkovskij. E gli angeli che hanno reso il Bolshoj il tempio della danza. E gli eroi sconosciuti che hanno alimentato quel sogno collettivo di liberazione dell’uomo che ha attraversato tutto il ‘900. Fino a oggi, appunto. Fino a un Paese che non vuole lasciare nulla di intentato per tornare se stesso. E fin qui le luci. Perché nessuno dimentica le ombre. Quelle nascoste nella profondità della storia e quelle che hanno accompagnato il Mondo sino all’orlo dello Stadio Olimpico di Sochi. L’Ucraina in fiamme, le tensioni tra le diplomazie internazionali, un quadro geopolitico in mutamento costante. Anche qui l’auspicio di un dono: che quella tregua olimpica possa diventare una perpetua attitudine al dialogo, al confronto, alla ricerca condivisa della soluzione migliore. Migliore per i cittadini, migliore per gli Stati. Migliore perché, appunto, condivisa. Un’attitudine che i Giochi Paralimpici possono contribuire a rafforzare. In questo numero di Rbth si passano in rassegna storie, numeri, prospettive. Per avvicinarci alla grande umanità che caratterizza tutti gli oltre 1.600 atleti che parteciperanno. Mille e seicento storie. Ciascuna con il suo portato di sofferenza e di speranza. Ciascuna in grado di essere “da esempio”, di fornire forza e coraggio. Poi i medici, gli appassionati, gli addetti ai lavori. Fornendo una mappa sia del versante russo che di quello italiano. Cercando di raccontare l’umanità ad alta densità che da domani occuperà le coste, le strade e le montagne di Sochi. Vladimir Zavialov