Russia Beyond the Headlines (Italia)

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giovedì 30 aprile 2015

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Notizie e approfondimenti

L’ i n s e r to è p re p a ra to e p u b b l i c a to d a Ro s s i ys kaya G a ze t a ( R u s s i a ) e n o n co i nvo l g e l e st r u t t u re g i o r n a l i st i c h e e d e d i to r i a l i d e Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais

la memoria Alle prese con un passato che non si cancella. Che resta in fondo agli occhi, tra le rughe della pelle. Con il ricordo di una Guerra che unisce chi l'ha vissuta in prima persona. In tutte le latitudini, dagli Stati Uniti all'Europa, alla Russia. Martin Roemers ha cercato di raccontare, nel suo progetto fotografico, proprio questo filo rosso che lega persone così lontane, così distanti. «Erano quasi tutti bambini durante la Guerra. E quello che ancora fa soffrire molto è il fatto che nonostante quanto sia accaduto, l'umanità è ancora vittima delle guerre».

Martin Roemers/Saltimages (8)

Anniversario Settant'anni fa La vittoria sul nazifascismo

I volti, gli occhi, le espressioni delle persone che abbiamo scelto di riprendere in questa pagina sembrano ammonirci. Perché portano crepe e dolori impossibili da sradicare. Sembrano suggerirci che bisogna stare alla larga dalla guerra. Perché al di là della gioia dovuta alla liberazione dal nazismo e dal fascismo, è certo che quella tragedia, la Seconda Guerra Mondiale, con milioni di persone morte, appartiene sia ai vincitori che ai vinti. Un patrimonio doloroso sul quale edificare una nuova architettura di pace. Pearl Harbor e l’assedio di Leningrado, le Ardenne e l’Italia devastata da una guerra civile. Simboli sui quali, dopo la fine del conflitto, le nazioni hanno fabbricato la propria infrastruttura politica e sociale affinché fosse certa almeno una direzione: quella che portava quanto più lontano possibile dal ripetersi di una stagione di morte sigillata dal male assoluto dell’Olocausto. Yalta, le conferenze per ricostruire. Tutto nasceva dalla volontà di porre la ricerca della pace come fondamento etico del mondo a venire. Lo ricorda nelle pagine che seguono Giovanni Sabatucci, ordinario di Storia Contemporanea a La Sapienza di Roma. «Yalta fu la premessa per la nascita dell'Onu». Certo, con la fine del secondo conflitto bellico emerse la Cortina di ferro, iniziò la Guerra Fredda. Ma l’insegnamento di Yalta, il ricordo di quegli orrori fu sempre presente come limite da non superare sia per la Russia, che per gli Stati Uniti. Ai lettori proponiamo una carrellata su quei giorni di 70 anni fa. Le sfide della politica e le storie sconosciute del quotidiano. A comporre una sequenza, con l’orrore che riuscì a trasformarsi in speranza e desiderio di vivere in un mondo pacificato.


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1945 - 2015 IT.RBTH.COM/LA_GUERRA_SCONOSCIUTA

La Seconda Guerra Mondiale ha provocato più di 50 milioni di vittime, segnando la vita di centinaia di milioni di uomini, donne e bambini. In Russia si dice che ogni famiglia è stata colpita dalla tragedia e ognuno ha la sua vicenda da raccontare: storie di sofferenza, coraggio, odio, amore, incarcerazioni o liberazione. Per celebrare il 70° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa, Russia Beyond the Headlines ha lanciato il progetto internazionale, la Guerra Sconosciuta. Durante le prossime settimane racconteremo le storie fino ad oggi rimaste nell'ombra, accompagnate da analisi e testimonianze personali. Nel 70° anniversario della fine del conflitto lo scopo è quello di dare voce alle numerose persone che hanno vissuto la guerra e hanno qualcosa da narrare: coloro che hanno vissuto il conflitto sulla propria pelle o che hanno avuto nonni, bisnonni o amici che hanno partecipato alla Guerra. Storie incredibili da raccontare. Rimaste in silenzio o dimenticate.

Scopri la Guerra Sconosciuta sulle pagine di questa edizione e prosegui la ricerca su it.rbth.com/la_guerra_sconosciuta

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isti, i non pro-comun composta da paes ole ev in i ich nt ca am ifi to un en ri m ia fatto con un attegg a m a: ic resto dei paesi. «I et in vi à gi So o e ll'Union si esauriron gna il 70° nei confronti de comano agli alleati ieCe sp e ha ria , L'anno in corso se he 7» lta ng 94 U Ya -1 , 1946 mania conferenze di torno agli anni radio Polonia, Ro stiene Mikhail Myagkov. anniversario delle le basi per i vista con il canale so , no ter a» ro 'in hi tta cc un ge va in e to slo ch r ga per lo e Postdam a Yalta i leade resta er, sa lff Co la responsabilità Dü i. e, o tic al nd oli qu co op il Se ge r . i Pe ibr DW uil divitta eq tu i va , ov tà da nu erra Fred a possibili menti? avevano ancora un eologie - comu- scoppio della Gu ucci, at bb Sa di quegli insegna i nn va di id le parti. Gio tra sa via «il confronto nea al ll' ra da po o ia Contem e capitalism llitti ordinario di Stor nismo da un lato rrti ffe chev , nicola se pa so ey si lle of a, de Tim i m se na Ro ek cu di Al fece sì che cias so La Sapienza – es pr tro la la o fu su rbth ta o al od aspetto: «Y Conferen- iniziasse a sviluppare a m r a ma su un altro do parlano della fluenza». Oltre tà dei Gli storici, quan scita dell'Onu. Pe ni in na l'u di a lla se er de so sf es sa sp es ria o op em on pr pr e re ied ch fa ch an on si , tri ta r n era fa za di Yalta olgimento ci ò, lo st or ic o te de sc o ci rss l'obiettivo no durante il suo sv pale del disac- l'U luce ci ostare le frontiela leader mondiali in sp al , a pr ne m a io o, us us ca ism ill a a un ltr er m 'a m co a un il un ci ere oc ch li ta ta non sia sta ssibile. Per difend ra Fredda. cordo tra Mosca e le capi successiva Guer li- re più a Ovest po a ae lla ev ur de av sic tto ica le tu et rta at vi ve ien pr e So so enza che i du i. «L'Unione a l'Europa or al flu lev nt in vo ll' de asi a su o rm av an ns Ge og pe lla E si interr avere sulla berato l'Europa dell'Est da tre Roosevelt li continuano ad nza tranquilla, men co na ue io cir eg a az ns er rn co te lib ui di in la o eq i i tic izionando gl zista ottenend ondo aperto, al nd na m co a , ni un ni in a or ri iet gi i op ob str pr i r valere vita dei no i e merci». Un la possibilità di fa e ene. lazione di uomin . ch sti re so to te da i», po l at ne de er io ri lib az lib ri fficile realizz di di teressi sui territo o o tiv nn fa ag e », ch sa era chiu nti a, ricercatori Gli accordi raggiu no che non sia del tutto Ci sono, tuttavi cipale responsabilità «la società sovietica go la prin Gli analisti riten spirazione di ricadere llo scoppio giunge. "un'illusione" l'a ento di Yalta e de ire m fin lli de i fa l de tto r de rre de co lea i e alin. Come Si ripeteranno gli errori del ch St so su es mprom o della Guerra Fredda on ar kotr raggiungere un co os m di Bo ato? o militare ris So della guerra consi- osserva lo storic lle pass erra fanno un de la paesi vincitori e on on «N izi . fin 45 de 19 l lla diosi del dopogu de de stu io i to ra en Gl bb fe om l m de al , nco lov iiche dell'Urss cc lla lit all'inizio de l'O po , ti le pa an enza in Euro rallelismo tra così i partecip pa flu tto in otte fa di af ire no gu sfe va io e ra in ch de mini e le azioni cond che «il dom vale a dire gli uo di quel periodo er, «la e non si aspettava lff n nt ra Dü de G o 'in e nd ti all ferenza di Yalta, co ni rte Se U fo i o. e stato così Sovietica, Stat oggi dal Cremlin ricorda rettore dell'Urss sarebb davano Unione ra di influenza». situazione attuale in Europa sfe hail Myagkov, di ik ria M op a pr rv se lla os de o », erto, in a, rn ss sp te ru l'e r re Bretagna Pe ta ». ili m do olto quel perio Società storicom lla de visione co ur di tifi a Ch e un ien sc evelt reando no TH. «Stalin, Roos Europa si sta ric le Il capitale america go e re ch le o . intervistato da RB re on za da en ng or vece, soste ramente conc delle sfere di influ lo stesso ale si Alcuni esperti, in chill volevano ve ire allo "spirito di Ma non tutti la pensano al e l'assetto mondi er m ad co e di lir ò bi rc ce sta e in lo al a o aYalta, St izi ieg ter in sp il del gioco be », po eb ra do e er o. «La lotta ch forzare, subito a ato dopo la gu od nz m pp se ilu ", sv lta ita e sistiamo i Ya ev bb as de a re gi sa ro er sione ata. Og o del loro incont guerra, la conver non è mai termin cidenoc udo m on co storico. «L'obiettiv tedesco in Europa e garan- mine della m ti il lli n te ltimo atto, co regione in sa inio l'u m lla al do de i è ro si ries tu n za pa e fu no en ch er ia un re conf e la Russ tava sul fatto riodo di pace. La tale convinto ch o nisti dell'Urss. «Con lude nc nd co co ni », se sa », e '90 tire un lungo pe ni ivo on an rd ett i rà più dopo gl bbe stato un co ngere quest'obi ze re iu al sa gg ci ra n a no ita So sc e riu ni dell'Union tario lungo i confi na di sicurezza Myagkov. Myagkov. zo a un ì ns vietica, be I contrasti o tedesco Jost Secondo lo storic e i compront sta no Dülffer, no conferenza la messi raggiunti, ente anche m ra ia ch iò «evidenz renze» su ffe delle profonde di posiziom co la e m co questioni e l'amo cc la ne del governo po ni tedeio az ar rip lle de montare e Sovietica e il sche per l'Union

i racconti

Sopravvissuto al Lager solo grazie a un tedesco

l'intervista

Filmare la trincea, il set più doloroso Durante gli anni della Guerra, sul fronte hanno lavorato 258 cineoperatori sovietici. È attraverso i loro occhi che il mondo ha potuto vedere gli eventi degli anni 1941-1945. Di loro, oggi in Russia è rimasto in vita solo il 95enne Boris Aleksandrovich Sokolov, cavaliere di due ordini della Stella Rossa, titolare di 31 medaglie al valore. A RBTH ha raccontato la firma dell'atto di capitolazione della Germania e il significato di lavorare al fronte. Si è ritrovato subito al fronte? Nel 1941 avevo 21 anni. A causa della guerra, l'Istituto (di cinematografia Gerasimov, ndr) rilasciava gli studenti prima del tempo, io ero già alla parte pratica del diploma. Fu proprio allora che cominciavano a formare i gruppi di ripresa da mandare al fronte. Ai tempi le telecamere non avevano certo un peso trascurabile... Quando c'erano tutti gli obiettivi, sì. All'epoca non c'erano gli zoom: per le diverse riprese bisognava cambiare obiettivi. La telecamera da sola pesava circa tre chili e mezzo. Poi appresso c'erano anche le cassette, con 30 metri di pellicola. La telecamera poteva contenere solo 15 metri, vale a dire mezzo minuto di primi piano. C'era qualcosa che non vi era permesso filmare? Le ritirate ad esempio? Potevamo filmare tutto, se questo poi fosse finito sugli schermi oppure no, dipendeva dalla censura. Io ancora non ero al fronte quando abbiamo subito le sconfitte, ma secondo le parole di un amico di ritirate ne sono state filmate molto poche. Io so di casi in cui gli operatori cercavano di riprendere i momenti del ripiegamento, ma i soldati, o i fuggitivi chiedevano di non girare, spesso con minacce. La versione integrale it.rbth.com/35637

il ricordo

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Ci davano da mangiare solo una volta al giorno zuppa con teste di aringhe. Sono sopravvissuto solo grazie a un tedesco di nome Paul. Fu lui a portarmi le pentole e le casseruole, affinché le pulissi"

sopravvissuto

Pavel rubinchik

È una lunga notte. Tra silenzi carichi di paura e il suono dei bombardamenti. Tra il presente che si sfilaccia e un futuro con i campi di concentramento stagliati all’orizzonte. Pavel Markovich Rubinchik conosce la guerra al compimento dei 13 anni. A 24 mesi dall'inizio del conflitto, il bambino viene mandato in un campo estivo nei pressi di Minsk, capitale dell'attuale Bielorussia. Alle 6 del mattino del 25 giugno 1941, tre giorni dopo l'inizio della guerra, non appena il conflitto raggiunge Minsk, i genitori tornano in fretta a riprendersi i figli. Ma per Pavel l'amara scoperta: papà e mamma non ci sono. Il 19 luglio viene dato l'ordine: le persone di nazionalità ebraica dovevano raccogliersi e vivere in un quartiere separato. «Lo chiamavano il ghetto», ricorda. Poi la tragedia. «Ci trasferirono nel campo di concentramento, ci costrinsero a lavorare nelle fabbriche di armi. Lavoravamo per 14-16 ore», ricorda, con un tono di voce che tradisce ancora il dolore per la terribile esperienza vissuta. «Ci davano da mangiare solo una volta al giorno una zuppa con teste di aringhe. È per questo motivo che solo due anni fa ho ripreso a mangiare questa pietanza. Prima non potevo neanche vederle. Sono sopravvissuto solo grazie a un tedesco di nome Paul. Fu lui a portarmi le pentole e le casseruole, affinché le pulissi. Al loro interno c'era sempre cibo. Questa fu la mia salvezza». Un episodio che ancora oggi Pavel ricorda con una commozione impossibile da comunicare. La versione integrale it.rbth.com/35133


1945 - 2015

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"Qui parla Mosca!" l '900 Levitan, la voce de

La medaglia più diffusa è stata quella per la Vittoria sulla Germania nella Grande Guerra Patriottica del 19411945. Istituita il 9 maggio del 1945, nel corso degli anni è stata assegnata a oltre 15 milioni di persone

svolsero gli eventi che si maggior parte de la o di ra in iò nunc Yuri Levitan an secolo. la Yuri e la metà del XX nove anni di scuo e un nell'Urss durant ga, al termine di ar nt lin ve sa di ca a di un ne di e bizio Figlio di un sarto ca dalla città di Vladimir con l’am a causa del ttò ce ac lo os n M a no , ò Levitan arriv ammatica, però in un gruppo di stituto di arte dr entito di entrare ns co fu grande attore. L’i i e comgl a m quisendo le prim provinciale, vitan, che stava ac 1934. Dopo averlo suo forte accento Le di no sti de Il . onici nnaio conduttori radiof olto presto, nel ge chiedeniche, si decise m Comitato Radio al ò on lef te in petenze radiofon al St sarebbe , e tti ch fa in ciò o, di tto la ra tan a leggere tu vi Le sentito parlare al e ss pressivo, il fo es i po ed omento in sua voce, raro lla de o ica. br tim do che da quel m al ll'Unione Soviet sua. Così, grazie più importante de maia ico ch arrivato da parte on of le r di pe ra te re il condutto interrottamen in llò ui sq della o sa on giovane divenne re lef un attacco a sorp giugno 1941 il te no il or gi La mattina del 22 i a Kiev e Minsk: comunicarono zo ez m «A dent prime parole: e su ll’ULe de o. or ni di te dei corrispon lav tta rla Mosca! Ci n fu chiamato al gi, alle tenzione! Qui pa Og . At . Germania. Levita ico io et nc vi nu so o an e del govern important ere un annuncio one Sovietica, governo farà un iarazione all'Uni iamo per trasmett ch St ! di ica na et cu vi al So to e enta nion ese…». A coo, senza aver pres desche hanno invaso il nostro pa sua te quattro del mattin e rz di apertura ogni rato guerra, le fo unciò le parole di di o on di pr senza aver dichia ra n e ta nn vi te Le , an tunno 1941 , perché tutte le sk i ov ne dl er ira Sv minciare dall'au m da ano prese di ui parla Mosca», ii tedeschi le avev ub e a ch trasmissione, «Q er to ve da do , v, te he lla a Kuybys te smante tan fu trasferito Mosca erano sta i fu conl marzo 1943 Levi Cremlino dove gl Ne al o ti. at en oc am nv rd co ba fu 45 rmania bom 19 Ge o gi lla ag su m Radio. Il 9 ante la vittoria rd ua rig aziopo cato il Comitato str ca gi in studio di re del comandante r raggiungere lo Lepe si: ito segnato il testo ar gu ar se ep In . pr r lla minuti pe inondata di fo a ss Ro ico za am az nazista. Ebbe 35 ll' Pi de in un saggio to attraversare la ie sono riportate im or ne avrebbe dovu se em co m o e am su bi (le ccontato teci passare, ab cia as «L : : se re vitan avrebbe ra les la e ur lla busta di aver dovuto i sigilli di cera da Yuri Belkin, ndr) anni trascor.55 Levitan tolse 28 12 i le Ne Al . . !» !» ta re ta fa portanti da nazista è annien ia an i e notizianc rm nu Ge an La ti ! ico lesse mol on of «Qui parla Mosca di ra re to il primo ut ro imo cond al mondo inte si in qualità di pr ssa, e annunciò kaya Ro its za len az Be Pi ga lla Ol ri del governo da ll'uomo. da o ut pi m co le volo spazia

La medaglia della Guerra Patriottica, istituita nel corso del 1942, è stata la prima medaglia militare del conflitto. Conferita per le azioni eroiche a soldati, partigiani e servizi segreti, aveva due classi, in virtù del prestigio raggiunto. Fino al 1977 è stata l'unica medaglia con diritto di trasmissione per i figli del destinatario. Per tutte le altre, invece, era prevista la restituzione al sopraggiungere della morte

© ria novosti

il commento

Il pilota fortunato in volo sulla storia Eroe di Guerra. Pilota tra i più celebri della Seconda Guerra Mondiale. Idolo di migliaia di aviatori. E con un dono particolare: Sergei Kramarenko ha sempre avuto la fortuna dalla sua parte. Come quando sopravvisse al suo primo combattimento aereo. «Mi trovavo in prima linea, nei cieli di Zhizdra, quando il comandante Ryzhov comunicò la presenza di caccia nemici. E a un tratto, di fronte a me apparvero due aerei. Capii dalle croci nere che si trattava di tedeschi. Ancora non so come fecero a non vedermi». Il pilota russo sganciò le sue bombe, ma i nemici avevano già iniziato a sparargli contro. «Non sapevo cosa fare. Se fossi salito di quota o avessi scartato al lato mi avrebbero abbattuto. Decisi allora di passargli sotto». Schivò i proiettili, ma l'inseguimento si protrasse. «Mi buttai in picchiata, per poi risalire nuovamente. Ma mi rendevo conto che di lì a breve sarei stato abbattuto». Kramarenko optò allora per una nuova, rischiosissima picchiata. Giocando il tutto per tutto, sfidando la legge di gravità. «L'aereo tremava, ma recuperò indenne l'assetto di volo. Mancai di venti-trenta metri la cima degli alberi». La versione integrale it.rbth.com/35613

Quei suoni incisi nella memoria La Guerra negli occhi di un bambino. Che vede la sua città, Mosca, trasformarsi lentamente. Chiudersi. Per resistere agli orrori. Prima dell'inizio del conflitto la famiglia di Stepan Sosnin possedeva un laboratorio, i genitori lavoravano come arredatori per il teatro Bolshoj. Ma nel 1941 il padre fu spedito al fronte. «Poco dopo ricevemmo la notizia che mio padre era considerato disperso», ricorda Sosnin. Che a soli quattro anni conosce da vicino la fame, i pernottamenti nei rifugi sotterranei. Ricorda il suono delle sirene, e sua nonna che diceva: «Fate presto, fate presto!». Era sempre notte quando la famiglia correva nel rifugio antiaereo. «Mentre lo raggiungevamo, sentivamo il rumore dei bombardamenti». Suoni e visioni che avrebbero innervato la sua musica. Verso la fine della guerra, in una scuola di canto, incontrò la sua passione, le note che gli avrebbero cambiato la vita. La versione integrale it.rbth.com/35611

Piano Marshall, Eni e Urss l'economia post bellica

Un distintivo tra i più preziosi è quello per la Presa di Berlino che è stato attribuito a coloro che hanno preso parte all'assalto della capitale della Germania nazista. I beneficiari sono stati stimati in oltre un milione. Ci sono anche le altre medaglie per le campagne nelle quali ha partecipato l’Armata Rossa nel 1944 e nel 1945

Fabio Bettanin

L

ricercatore

a Seconda Guerra Mondiale ha portato a compimento il processo di espansione per le potenze più ricche, con la valorizzazione del ruolo dello Stato, attraverso l'adozione del Piano Marshall. Lo Stato che regolava l'economia, che sapeva come metterla in moto, uno Stato keynesiano, con la Casa Bianca intervenuta direttamente nel conflitto. Con il Piano Marshall, in pratica, si apriva la Guerra Fredda e l'Urss ha dovuto attendere 60 anni per inserirsi nel sistema economico condiviso. Quanto agli affari con l'Italia, erano partiti nel 1931, con l'intesa commerciale che affidava alla Fiat la costruzione di una fabbrica di cuscinetti a sfera nella capitale sovietica. Fiat, "un gigante dell'industria", scriveva la Pravda. Mentre, dopo il secondo conflitto mondiale, i rapporti economici non sono decollati. L'Unione Sovietica ha sempre considerato l'Italia una potenza europea di medio livello, non indispensabile - dal punto di vista politico ed economico - per i suoi progetti di grandezza. Roma e Mosca si sono rivelati centri di potere asimmetrici: un paese gregario del blocco Occidentale, sconfitto in guerra, l'altro stato leader di quello comunista, superpotenza nel conflitto mondiale. Verso la fine degli anni Cinquanta le relazioni bilaterali sono mutate: Mosca si è resa conto dell'importanza strategica dell'Italia, terra di frontiera tra Occidente e Blocco sovietico. Mentre la Democrazia Cristiana ha voluto stringere legami con l'Est per allargare il volume degli scambi commerciali. L'accordo tra Eni e governo russo nel 1960, la conferenza sul commercio organizzata dagli industriali italiani nello stesso anno, il viaggio del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi a Mosca e i numerosi incontri del Presidente Eni Enrico Mattei con l’Ambasciatore e i dirigenti sovietici sono tutti segnali del mutamento di approccio rispetto a qualche anno prima. E la morte di Mattei, molto stimato dal governo russo, non ha posto fine al rapporto sovietico con l'Eni, che sopravviverà fino al crollo del regime. Mentre in Unione Sovietica arrivavano, negli anni a seguire, altri marchi italiani come Indesit, attraverso la Merloni Progetti, nel 1974. Il legame economico tra Urss e Italia è rimasto solido anche negli anni Settanta. Per l'Italia era interessante essere partner privilegiato con i sovietici, nonostante l'ingresso nel direttorio delle potenze capitalistiche. L'autore è docente di Storia dell'Europa Orientale e di Storia dei paesi dell'Eurasia all'Università degli Studi di Napoli L'Orientale

l'archivio degli eroi Durante i quasi quattro anni della guerra, i soldati dell'Armata Rossa hanno ricevuto oltre 38 milioni di medaglie per il coraggio e per la partecipazione evidenziati nel corso delle diverse campagne militari. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, il riconoscimento non è arrivato materialmente al legittimo destinatario, tra vittime del conflitto e persone risultate irreperibili anche in seguito alla confusione che si è venuta a creare nel periodo immediatamente successivo alla fine del conflitto. oggi, grazie al contributo offerto dalle nuove tecnologie digitali, diventa possibile ricostruire le vicende di quel periodo. così la speranza è di poter colmare una lacuna che si è trascinata nei decenni. con questa finalità è nato il progetto "Zvezdy Pobedy" (vale a dire "Le stelle della Vittoria"), che aiuta i discendenti degli eroi di guerra a ricostruire i meriti degli avi. le informazioni sono disponibili a: rg.ru/zvezdy_ pobedy. grazie all'aiuto dei lettori, gli editori di RBTH hanno già trovato le famiglie di cinque donne destinatarie dei riconoscimenti. Se avete degli amici russi che abitano in italia o che hanno avi che sono stati impegnati nel corso del conflitto mondiale, il sito merita di essere navigato con attenzione. RBTH informerà i suoi lettori sui veterani ritrovati. per qualsiasi segnalazione, nonchÉ per approfondire il dialogo con la redazione, Scrivete all'indirizzo e-mail: direttore@it.rbth.com. da parte nostra assicuriamo risposta

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lucia bellinello rbth

Molti anni dopo, davanti al rombo sordo di un aereo in lontananza, avrebbe continuato a chinare il capo. Come a volersi coprire dalla pioggia di bombe che il nemico, 70 anni fa, scaricava giorno e notte sulla città. Oggi, però, sopra la sua casa c'è il cielo di Milano. E non risuonano più le sirene di una Leningrado sotto assedio. Alla fine di quell'estate del 1941, quando i tedeschi raggiunsero la Neva segnando l'inizio del lungo assedio, Rosa Ivanova aveva da poco compiuto 17 anni, e per lei l'inizio della guerra aveva l'odore dello zucchero bruciato: quello stesso zucchero che si scioglieva nei magazzini del deposito di cibo colpito dalle prime granate. Da lì in poi, seguirono solamente la fame e la disperazione. «Arrivò l'inverno. E le scorte iniziarono a scarseggiare. Anche l'acqua diventò difficile da recuperare e si cominciò a bere quella del fiume, prelevata oltre lo spesso strato di ghiaccio che ricopriva i canali». A dare voce a quei ricordi è la figlia di Rosa, Olga, oggi presidente della Comunità russa di Milano e Lombardia. L'anziana madre, medico in pensione, l'ha raggiunta in Italia due anni fa, dopo la morte del marito. «Ora viviamo insieme. L'Italia è diventata la nostra seconda casa». Un disegno bizzarro del destino, verrebbe da pensare, visto che proprio l'Italia, 70 anni fa, puntava la bocca dei propri cannoni contro l'esercito sovietico. «Nonostante in guerra combattesse sul fronte nemico, l'Italia oggi non viene giudicata così severamente dai russi: mia mamma, che non parla la lingua e guarda solo la tv russa, dice di aver sempre nutrito simpatia verso questo paese, la sua gente e la sua musica». Quelli che vengono tramandati dai sopravvissuti come Rosa, comunque, sono ricordi che feriscono ancora oggi: nei mesi dell’assedio le persone morivano come mosche, schiacciate dal peso della fame o delle bombe. La gente racco-

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Dopo una breve preparazione nei dintorni di Izhevsk, il reparto venne spedito al fronte. Il fischio delle granate e il "rumore basso degli aerei carichi di bombe" Rosa non li dimenticherà mai. Soprattutto oggi, mentre si appresta a seguire i festeggiamenti della Vittoria dalla tv della sua casa di Milano. Il tempo ha condotto in Italia anche Nadezhda Nikolaeva, 85 anni, che ora vive a Roma insieme alla figlia Yulia. La vita per lei è cambiata all'improvviso nel giorno del matrimonio di sua sorella: la giovane sposa, vestita di bianco, invano attese l'arrivo di quel ragazzo, ufficiale dell'esercito, che avrebbe dovuto condurla all'al-

Russia Beyond the Headlines È finanziato dal quotidiano russo Rossiyskaya Gazeta. questo inserto È stato realizzato senza la partecipazione dei giornalisti e dei redattori de la repubblica. RBTH È finanziato dai provenienti dell'attivitÀ pubblicitaria e dagli sponsor commerciali, cosÌ come da mezzi di enti russi. manteniamo una

28 aprile - 16 maggio, Centro per la cultura di merano

Bianco e nero, opposti di un conflitto di cui restano vivi i segni. L'esposizione a Merano mette in mostra fotografie uniche, divenute simbolo della tanto attesa fine del conflitto. A distanza di 70 anni, queste immagini ricordano le gesta eroiche del popolo sovietico nella lotta contro il fascismo: il suo dolore, le speranze, i momenti di gioia

Riportare il sorriso in quella terra martoriata

tare. Era scoppiata la guerra. Gli uomini partivano per il fronte. All'epoca Nadia era solo una bambina, e ci mise un po' a comprendere le lacrime della madre e quell’assurda richiesta di inginocchiarsi davanti alle icone per pregare. La madre, vedova da tempo, morì di fame e di stenti durante l'assedio di Leningrado nel marzo del 1942. Fu Nadia a occuparsi della sua sepoltura. Due anni dopo la stessa sorte toccò al fratello Sergei, che perse la vita in battaglia. Nonostante avesse solamente undici anni, Nadia, così come molti altri bambini della sua età, in quei tragici mesi di assedio si rese utile prestando aiuto alle persone più anziane, andando a visitare i feriti e scrivendo per i soldati colpiti al fronte lettere indirizzate alle famiglie. «Mia mamma è rimasta viva per miracolo - racconta la figlia Yulia -. Sono cresciuta ascoltando i suoi ricordi. Poi, all'improvviso, arrivò un giorno in cui non riuscì più a raccontare». Yulia ricorda ancora: «In quelle occasioni, le

posizione di redazione indipendente e rappresentiamo diversi punti di vista relativi agli eventi che coinvolgono la russia e il resto del mondo, grazie a materiali di qualitÀ e al parere di esperti. fin da quando È iniziata la nostra attivitÀ, nel 2007, cerchiamo di rispettare i piÙ alti standarD redazionali, mostrando i migliori esempi di giornalismo in Russia e

sulla russia. il nostro obiettivo è creare una sorta di valore aggiunto per rendere più ampio il racconto della federazione russa. oltre che in italia, RBTH È presente con 26 inserti in 21 paesi del mondo, per un pubblico di lettori pari a 33 milioni di persone. esistono inoltre 19 siti Internet, aggiornati quotidianamente, in 16 diverse lingue.

IL PRESENTE INSERTO DI quattro PAGINE È REALIZZATO E PUBBLICATO DAlla IFFG ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA), CHE SI ASSUME la PIENA RESPONSABILITÀ dei CONTENUti. INDIRIZZO WEB: www.it.rbth.com E-MAIL: direttore@it.rbth.com TEL.: +7 (495) 775 3114 FAX: +7 (495) 988 9213 INDIRIZZO POSTALE: 24 ULItsA PRAVDY, 7° PIANO, MOSCA, RUSSIA, 125993. EVGENi ABOV: DiRETtORE generale; pavel golub: direttore esecutivo; polina kortina: redattore, luigi dell'olio: redattore (italia); ANDREI SHIMARSKY: art director; Gaia Russo: curatore di infografiche e illustrazioni; andreY Zaitsev: responsabile del desk fotografico; Daria Kozyreva: photo editor; MILLA DOMOGATSKAYA: DIRETTORE DI PRODUZIONE; IRINA PAVLOVA: IMPAGINAZIONE; vsevolod pulya: Responsabile del sito rbth.com; lucia bellinello: redattore del sito it.rbth.com. Traduttrici: anna bissanti, sonia frigerio, mirella meringolo, marzia porta; EKATERINA SOBOLEVA: RappresentantE (italia); LA VERSIONE ELETTRONICA DEL PRESENTE INSERTO È DISPONIBILE SU it. rbth.com.

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napoli\1 CONFERENZA - Il ruolo dell'URSS nella sconfitta del nazifascismo 8 maggio, sede dell'associazione maksim gorkij

Per capire e ricordare come è stato difficile vincere questa guerra. Il professore Marco Esposito terrà una conferenza alla quale interverrà il presidente del Comitato provinciale dell'Anpi di Napoli, Antonio Amoretti. Seguirà un documentario sulla "Parata della Vittoria" del 1945

In alto - Rosa Ivanova (la prima a sinistra) al lavoro nell'ospedale di Leningrado; il certificato per l'eroica difesa di Leningrado di Nadezhda Nikolaeva (nella foto a lato)

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napoli\2 tra canti sovietici e una mostra di artigianato 1 0 maggio, piazza vittoria

Non solo il giorno della melanconia, ma anche della felicità! A Napoli si svolgerà il Concerto di canti sovietici della Seconda Guerra Mondiale e una mostra di manufatti artigianali ›› it.rbth.com/35617

roma Convegno italo-russo "1945-2015. A settant'anni dalla vittoria sul nazifascismo"

archivio personale (5)

glieva i cadaveri dalle strade e li trasportava con uno slittino fino al cimitero, per avere come ricompensa un misero pezzo di pane. Appena compiuti i 18 anni, Rosa decise di indossare la divisa e di arruolarsi come volontaria. Entrò così a far parte della contraerea, inserita nel reparto di artiglieria N. 1869. «C'erano tantissime ragazze al fronte. Avevano voglia di combattere, di aiutare. E i tedeschi ne avevano paura, le chiamavano "le streghe sovietiche"». Tra queste "streghe", Rosa era una di quelle che riceveva il trattamento migliore da parte dei colleghi e dei superiori. «È una vittima dell'assedio», commentavano a bassa voce gli ufficiali, dimostrando grande riguardo.

Merano mostra fotografica della tass: 1945 – la liberazione dell'Europa dal fascismo

Portare il sorriso dei bambini laddove un tempo risuonavano i colpi di cannone. Su idea di Ferruccio Panazza, all’epoca della Seconda Guerra Mondiale giovane ufficiale degli Alpini, l’Associazione Nazionale Alpini ha costruito a Rossosch, teatro di atroci combattimenti, l’asilo “Sorriso”: una struttura realizzata grazie ai soldi raccolti dai soci e dai volontari, consegnata alla città in segno di “riconciliazione” nel settembre del 1993. Da allora in questa struttura vengono educati ogni anno un centinaio di bambini russi. «Volevamo portare la pace e il sorriso in quel luogo che ha ospitato tanta sofferenza - racconta Giorgio Sonzogni dell'Ana, nonché presidente della Commissione nazionale per Rossosch -. È la scuola materna più funzionale della regione». Alla costruzione hanno partecipato anche dei reduci, tornati con questo progetto di pace sui luoghi dove hanno perso la vita tanti loro commilitoni. Ora l’Associazione si prepara a realizzare sul fiume Valuj “Il ponte degli Alpini per l’amicizia”: un progetto dal valore di 200mila euro la cui prima fase inizierà già a giugno.

Le chiamavano "le streghe sovietiche" Era questo il nome che i soldati tedeschi davano, durante la guerra, alle donne russe che combattevano al fronte. Una leggenda che ancora oggi, settanta anni dopo, continua a essere tramandata di generazione in generazione.

da non perdere

parole le si strozzavano in gola. Durante le celebrazioni per la Festa della Vittoria si sedeva a cucire e piangeva. Ora qualcosa dev'essere cambiato, perché a volte torna nuovamente indietro con la memoria, e inizia a raccontare storie che prima non conoscevamo. Nonostante il governo russo le avesse proposto di sostenere le spese di viaggio per partecipare alle celebrazioni della Vittoria, seguiremo i festeggiamenti dall'Italia. Purtroppo le sue condizioni di salute non le permettono di tornare in Russia».

26 maggio, il salone delle conferenze della societÀ italiana per l'organizzazione internazionale

Parlare della guerra è ancora necessario per ricordare il valore della vittoria. In occasione dei 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si svolgerà un convegno italo-russo sul tema. Tra gli ospiti attesi, l'ex Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, e l’ambasciatore russo in Italia, Sergei Razov Scopri la Guerra Sconosciuta sulle pagine di questa edizione e trova maggiori informazioni su i t. r b t h .co m / l a _ g u e r ra _ s co n o s c i u ta

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