giovedì 30 aprile 2015
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Notizie e approfondimenti
L’ i n s e r to è p re p a ra to e p u b b l i c a to d a Ro s s i ys kaya G a ze t a ( R u s s i a ) e n o n co i nvo l g e l e st r u t t u re g i o r n a l i st i c h e e d e d i to r i a l i d e Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais
la memoria Alle prese con un passato che non si cancella. Che resta in fondo agli occhi, tra le rughe della pelle. Con il ricordo di una Guerra che unisce chi l'ha vissuta in prima persona. In tutte le latitudini, dagli Stati Uniti all'Europa, alla Russia. Martin Roemers ha cercato di raccontare, nel suo progetto fotografico, proprio questo filo rosso che lega persone così lontane, così distanti. «Erano quasi tutti bambini durante la Guerra. E quello che ancora fa soffrire molto è il fatto che nonostante quanto sia accaduto, l'umanità è ancora vittima delle guerre».
Martin Roemers/Saltimages (8)
Anniversario Settant'anni fa La vittoria sul nazifascismo
I volti, gli occhi, le espressioni delle persone che abbiamo scelto di riprendere in questa pagina sembrano ammonirci. Perché portano crepe e dolori impossibili da sradicare. Sembrano suggerirci che bisogna stare alla larga dalla guerra. Perché al di là della gioia dovuta alla liberazione dal nazismo e dal fascismo, è certo che quella tragedia, la Seconda Guerra Mondiale, con milioni di persone morte, appartiene sia ai vincitori che ai vinti. Un patrimonio doloroso sul quale edificare una nuova architettura di pace. Pearl Harbor e l’assedio di Leningrado, le Ardenne e l’Italia devastata da una guerra civile. Simboli sui quali, dopo la fine del conflitto, le nazioni hanno fabbricato la propria infrastruttura politica e sociale affinché fosse certa almeno una direzione: quella che portava quanto più lontano possibile dal ripetersi di una stagione di morte sigillata dal male assoluto dell’Olocausto. Yalta, le conferenze per ricostruire. Tutto nasceva dalla volontà di porre la ricerca della pace come fondamento etico del mondo a venire. Lo ricorda nelle pagine che seguono Giovanni Sabatucci, ordinario di Storia Contemporanea a La Sapienza di Roma. «Yalta fu la premessa per la nascita dell'Onu». Certo, con la fine del secondo conflitto bellico emerse la Cortina di ferro, iniziò la Guerra Fredda. Ma l’insegnamento di Yalta, il ricordo di quegli orrori fu sempre presente come limite da non superare sia per la Russia, che per gli Stati Uniti. Ai lettori proponiamo una carrellata su quei giorni di 70 anni fa. Le sfide della politica e le storie sconosciute del quotidiano. A comporre una sequenza, con l’orrore che riuscì a trasformarsi in speranza e desiderio di vivere in un mondo pacificato.